13 November, 2024
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Il consigliere regionale Michele Azara (Sardegna Vera) sollecita una soluzione immediata sul centro intermodale di Sassari.

«E’ emblematica dell’incapacità della Regione a cogliere le opportunità di sviluppo, la storia durata quasi 20 anni, del “nuovo” centro intermodale di Sassari – denuncia Michele Azara, che sulla vicenda ha presentato un’interpellanza in Consiglio regionale -. Un ventennio, che sarebbe stato già un tempo inammissibile per completare la costruzione del centro, non è stato neppure sufficiente all’avvio dei lavori: l’accordo di programma  siglato nel 1997, la progettazione conclusa nel 2001 e i lavori subito bloccati all’inizio del 2009, perché l’area di via XXV Aprile è inquinata da idrocarburi e va bonificata.»

Dalla tragica scoperta dello scempio ambientale, sei anni svaniti nel nulla, mentre il rischio che l’Unione Europea reclami i 28 milioni di euro di risorse comunitarie  destinate al progetto, si fa sempre più vicino.

«L’annuncio della fuga della Strabag Spa, azienda austriaca con sede anche a Cagliari, che va via dalla Sardegna e licenzia gli ultimi 16 dipendenti, come denunciano le organizzazioni sindacali  è un pessimo segnale. Se l’azienda aggiudicatrice abbandona  il campo dove si gioca una partita da quasi 30 milioni di euro – aggiunge Azara – le cose si mettono veramente male. Forse la paralisi decennale ha fatto emergere la totale incompatibilità tra i tempi austriaci e quelli sardi necessari per la realizzazione di un’opera pubblica.»

«In un territorio come il Sassarese, dilaniato dalla disoccupazione, dalla crescita delle povertà e delle tensioni sociali – sottolinea ancora Michele Azara – non possiamo permettere che si giochi così sulla pelle delle persone. La realizzazione del centro intermodale assume un’importanza e un significato di enorme portata per la città di Sassari ed il suo territorio, sia per i benefici che  deriveranno all’intero sistema dei trasporti e dei flussi di traffico, che in termini economici ed occupazionali, tanto più in una fase di crisi drammatica e dolorosa come quella che stiamo vivendo da troppo tempo.»

Nell’interpellanza, Michele Azara chiede al presidente della Regione di farsi immediatamente carico della situazione, convocando tutte le parti in causa, assessore ai trasporti, Arst, Amministrazione comunale, perché si concordi una soluzione, che consideri le varianti ormai ineluttabili, tracciando in tempi rapidi il percorso realizzativo con la calendarizzazione delle opere ed in tempi altrettanto rapidi si dia l’avvio ai lavori.

«Non vorremmo – conclude Michele Azara – che l’agosto alle porte, che si sa non favorisce l’attività politico-  amministrativa,  sia motivo di ulteriori perdite di tempo che veramente non sono più ammissibili.»

Piazza d'Italia Sassari

La decisione del Tar della Sardegna di sospendere il decreto dell’assessore regionale alla Programmazione sulla ripartizione dei fondi per il cinema e le sue conseguenze saranno al centro della conferenza stampa che i ricorrenti, tra i quali diversi componenti di Moviementu-Rete del Cinema Sardegna, organizzano domani, venerdì 10 luglio, alle ore 10.30, negli spazi della Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli 164 a Cagliari.

All’incontro con i giornalisti saranno presenti, oltre ai soci di Moviementu (tra questi Enrico Pitzianti, Paolo Zucca, Enrico Pau, Bonifacio Angius, Marcantonio Pani) altri  autori e lavoratori del cinema sardo, come Giovanni Columbu e Salvatore Mereu.

All’appuntamento interverrà, inoltre, l’avvocato Alberto Onorato che il 24 giugno, per conto della casa di produzione Eia Film, ha presentato davanti al TAR il primo ricorso contro il provvedimento regionale ora sospeso.

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Che fine ha fatto la Gallura nell’agenda politica della Regione? Quali passi sta facendo la politica territoriale per far valere le proprie richieste e posizioni? Dobbiamo pensare che vogliano tacitare le istanze giuste di questo territorio mettendo sul piatto la realizzazione del Mater Olbia?

Sono queste alcune delle domande che Confartigianato Imprese Gallura si pone alla luce di una presenza, nel nord est dell’isola, di una politica regionale e territoriale insoddisfacente, e di una conseguente, impalpabile programmazione e condivisione delle proposte.

«Mai come in questo periodo registriamo un differenziale sempre più ampio tra le proposte e le necessità delle imprese, e la capacità di risoluzione dei problemi da parte delle Istituzioni – afferma Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Gallura – il divario tra i tempi in cui si presentano le necessità e quelli con i quali si risolvono effettivamente, si stanno allargando a dismisura”. “Se da una parte il mondo dell’impresa è attivo nel cercare, e trovare soluzioni utili a un cambio di rotta – continua Meloni – dall’altra il mondo della politica e delle amministrazioni locali pare sopito, quasi in attesa di non si sa cosa.»

«Quello che ci lascia stupefatti è che a fronte di tagli, ridimensionamenti, restrizioni, gli altri territori regionali si muovono, si organizzano e studiano soluzioni, mentre la Gallura rimane fredda, distante, distaccata quasi in attesa del colpo di bacchetta magica o del coniglio dal cilindro – aggiunge il presidente – nel nostro territorio manca un coordinamento unitario tra portatori di interessi, manca il coinvolgimento del partenariato delle politiche e delle azioni; mancano le occasioni per incontrarsi e pianificare; mancano le occasioni di confronto alla pari.»

Secondo Confartigianato Gallura «anche gli investimenti importanti come il Mater Olbia o come quelli della Costa Smeralda vanno a inserirsi in un sistema sociale, politico, economico che di certo non agevola o favorisce l’insediarsi di queste potenzialità. La sensazione è che si stiano perdendo molte opportunità e che da quelle che si realizzano non si riesca a ottimizzare i ritorni per il sistema delle imprese e della società locali».

«Abbiamo anche la netta impressione che questo territorio sia indietro nella rappresentanza dei suoi interessi rispetto ad altri – sottolinea ancora Meloni – vediamo con quale senso di appartenenza e consapevolezza del ruolo in particolare a Nuoro, in Ogliastra, nel Sassarese si siano attivate importanti iniziative per perorare le cause della gestione del territorio e trovare spazi di autonomia e di competenze da esercitare per attrarre le relative risorse e poter autodeterminare il proprio futuro.»

Per l’Associazione degli artigiani «oggi le imprese hanno bisogno di operare in un contesto chiaro, di sapere quali politiche si intendono porre in essere su temi strategici come le infrastrutture, la pianificazione urbanistica, gli assetti degli enti locali, la dislocazione dei servizi pubblici come la sanità e la giustizia la cui conoscenza è fondamentale».

Gli artigiani chiedono alla politica che maturi la consapevolezza delle difficoltà delle imprese a mantenere i posti di lavoro, considerato il carico che grava su di loro in termini di oneri fiscali imposti dalla tassazione nazionale e locale, che ci sia un impegno per la distribuzione di lavoro le risorse pubbliche con gli appalti in sede locale, che questi siano impostati per favorire il chilometro zero e criteri di selezione delle imprese, e che tengano conto del ritorno in termini di reddito sul territorio secondo i recenti orientamenti anche del Parlamento nazionale in tal senso.

«Come Sistema delle imprese e lo abbiamo dimostrato e rivendicato insieme a tutto il tavolo delle associazioni Gallura in molte occasioni, abbiamo l’aspettativa che le Amministrazioni Locali si uniscano a noi – dice ancora Meloni – e si facciano portavoce di tutte le problematiche che sono in essere sulle spalle delle imprese». «Questo tipo di alleanza consentirebbe di ragionare sul costo della burocrazia dei servizi per costruire un rapporto tra imprese, cittadini e istituzioni che sia alla pari e improntato alla semplificazione e non, esclusivamente, alla rigida osservazione schematica di regole difficili da comprendere.»

«Solo così potremo essere veramente un soggetto territoriale autonomo ed autorevole – conclude il presidente di Confartigianato Gallura – capace di guardare al futuro con un’idea di prospettiva e non sempre concentrato a guardarsi l’ombelico per risolvere i problemi della quotidianità.»

La Quinta commissione, presieduta da Luigi Lotto (Pd), ha sentito ieri in audizione i direttori generali delle Agenzie agricole, Agris, Laore e Argea, e Sardegna Ricerche sulla Rel. 4/XV (Relazione sull’attività degli enti regionali – anno 2014).

Il direttore di Agris, Raffaele Cherchi, ha sottolineato che l’agenzia ha risposto agli indirizzi generali forniti dalla Giunta, anche se ha evidenziato alcune criticità che hanno rallentato l’attività. In particolare, Cherchi, ha parlato della difficoltà di gestire gli impegni dell’agenzia a causa dell’eterogeneità del personale, con un forte squilibrio a favore degli amministrativi: su 493 dipendenti, soltanto 80 sono ricercatori. Un dato che snatura ma missione dell’agenzia a cui si aggiunge anche l’età media dei ricercatori che si aggira intorno ai 54 anni. Una agenzia che deve svolgere ricerca in agricoltura non può avere, secondo il direttore, così pochi ricercatori e soprattutto così pochi giovani. Cherchi ha anche evidenziato le difficoltà legate all’esiguo finanziamento che non consenti di cofinanziare tutti i bandi europei a cui Agris potrebbe partecipare. Dall’istituzione dell’agenzia il badget è passato da 52 milioni di euro a poco meno di 26 milioni, da cui tolte le spese vive non resta quasi niente per la ricerca. Cherchi ha anche annunciato che scriverà alla Giunta per avere nuove risorse per fare fronte all’emergenza legata ai cavallini della Giara. Cherchi ha anche parlato del mondo ippico, spiegando che il settore ha avuto una leggera ripresa grazie ai finanziamenti arrivati nel 2014 e 2015, ma che c’è molto lavoro da fare, perché è un settore che può dare importanti sviluppi occupazionali. «In Italia, infatti,vengono importati ogni anno 50mila cavalli, la metà per attività equestre – ha spiegato il direttore di Agris – non è possibile che non riusciamo a piazzare sul mercato i 600 puledri che ogni anno nascono in Sardegna». La causa, secondo Cherchi, è la gestione romana dell’albero genealogico e l’assenza d politiche per il cavallo.

Il direttore generale di Laore, Maria Ibba, ha illustrato le numerose attività portare avanti dall’agenzia. Laore si è concentrata, ha spiegato Ibba, particolarmente sulla multifunzionalità (agriturismi e valorizzazione delle produzioni locali) e sullo sviluppo rurale con un’intensa attività di informazione e divulgazione delle politiche comunitarie della Pac. Ottimi risultati hanno dato i progetti di sviluppo del settore oleario e vitivinicolo, in particolare con il fermentino. Non va bene, ha spiegato, la filiera cerealicola che si trova in grossa difficoltà. Per Maria Ibba l’unico tentativo che si può fare è vincolare la produzione dei prodotti tipici locali all’utilizzo delle materia prima locale. Per quanto riguarda la panificazione, è in corso un progetto di ricerca, in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari, per la produzione di un pane a basso indice glicemico ben tollerato da prediabetici e diabetici. Un’altra strada da percorrere, ha proseguito il direttore generale di Laore, è l’utilizzo nelle mense scolastiche, ospedaliere e universitarie, di prodotti tipici locali. L’esperimento fatto nelle scuole del Medio Campidano, ha continuato, ha dato ottimi risultati. Laore si è poi concentrata anche sul benessere animale, sulla formazione nel settore lattiero caseario, sulla rintracciabilità degli agnelli di Sardegna Igt e sul Progetto Tisa per l’informatizzazione dei produttori agricoli e per le aziende zootecniche. Critica invece la situazione del comparto ittico. Maria Ibba ha poi concluso ricordando che sono stati attivati l’osservatorio per i prodotti lattiero caseari, le produzioni vitivinicole ed è quasi pronto l’osservatorio per le produzioni cerealicole. Nota dolente anche per Laore è il bilancio ormai ridotto al minimo: i progetti realizzati sono stati possibili soltanto grazie ai fondi comunitari.

Il direttore di Argea, Gianni Ibba, ha annunciato che si riuscirà a spendere entro il 31 dicembre quasi tutti i 240 milioni del Psr 2007-2013, tranne circa 30 milioni. Anche Ibba ha sottolineato le difficoltà che incontra il settore ittico, soltanto tre aziende cooperative monopolizzano i finanziamenti disponibili. Tra i dati positivi per quanto riguarda le economie: 500mila euro risparmiati  con l’eliminazione di canoni di locazione, che a fine anno arriveranno a circa 800mila euro. Un grosso problema è dato dal contenzioso: ogni anno Argea deve far fronte a circa 1400 cause con utilizzo del personale importante. Ibba si è detto favorevole all’Organismo pagatore regionale e ha proposto due modelli: quello veneto che istruisce le pratiche e paga le aziende, oppure sono pagatore come avviene in Piemonte, Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna.

La Commissione ha infine audito Maria Paola Corona, presidente di Sardegna Ricerche, che ha illustrato le numerose attività in essere. L’Ente ha lavorato molto bene, ha affermato, con le attività a sportello con servizi di consulenza per partecipare agli appalti che ha portato i fondi attribuiti agli imprenditori seguiti dal 21 al 37 per cento. Quest’anno, ha spiegato Corona, stiamo ampliando il servizio portando le nostre imprese in Romania per inserirsi, attraverso collaborazioni locali, negli appalti per la ricostruzione del Paese. E’ andato molto bene anche lo sportello per le rinnovabili e quello delle start up innovative: «Abbiamo più start up in provincia di Cagliari che a Milano». Maria Paola Corona ha spiegato che sono davvero tanti i giovani sardi che hanno delle ottime idee, ma vanno accompagnati e guidati per trasformare la loro idea in impresa. Bene anche lo sportello Europa che aiuta le imprese e i ricercatori a partecipare ai bandi.

Maria Grazia Piras 6

La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ribadisce il proprio “no” all’ipotesi di un trasferimento del Centro di controllo di Terna da Cagliari alla penisola. Lo fa con una risoluzione che impegna la Giunta ad avviare un’azione forte nei confronti della società elettrica e del Governo nazionale per scongiurare il rischio chiusura del presidio di Cagliari ed evitare che la rete regionale di distribuzione dell’energia vada incontro a problemi di sicurezza.

Il documento, approvato all’unanimità dalla Commissione, arriva al termine di un ciclo di audizioni che hanno coinvolto i dirigenti nazionali di Terna, i sindacati e l’assessore regionale all’industria Maria Grazia Piras.

L’esponente della Giunta Pigliaru, sentita questa mattina in Commissione,  ha espresso forte preoccupazione per la decisione di Terna di accentrare nella sede di Torino le sale di controllo di Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria e Sardegna. «E’ una decisione che allarma – ha detto Piras – soprattutto per il fatto che da Cagliari si gestiscono i black out e tutte le situazioni di emergenza. La rete della Sardegna ha mostrato i propri limiti, il centro di controllo svolge un ruolo fondamentale per la riaccensione delle centrali in caso di black out. Il trasferimento del servizio e l’allontanamento delle professionalità presenti nell’Isola potrebbero portare a decisioni errate in situazioni di emergenza». L’assessore ha quindi ringraziato la Commissione per il lavoro svolto nelle ultime settimane e auspicato un’azione sinergica Giunta-Consiglio per far recedere Terna dal suo piano di riorganizzazione. Nei prossimi giorni, Piras incontrerà i vertici dell’azienda e, subito dopo, chiederà un incontro urgente al Governo.

A margine dell’audizione su Terna, l’assessore all’industria ha riferito ai commissari gli ultimi sviluppi sulle vertenze dei lavoratori di Ottana Polimeri e della miniera di bauxite di Olmedo.

«Per Ottana – ha detto Maria Grazia Piras – attendiamo un pronunciamento dell’Eni e della Saras sul progetto presentato dall’imprenditore Paolo Clivati che prevede la produzione a Sarroch della materia prima da lavorare a Ottana. Un investimento che consentirebbe di mettere in piedi una filiera produttiva tutta sarda. In caso di responso negativo, si valuterà il progetto alternativo che prevede la riconversione degli impianti di Ottana verso la chimica verde. Nel frattempo, l’imprenditore ha presentato un progetto da 5 milioni di euro per il riciclo della plastica che permetterà a 30 cassaintegrati di rientrare al lavoro.»

Diversa la situazione di Olmedo: «Lunedì è stato firmato l’accordo per la concessione di un anno di cassa integrazione – ha spiegato Piras – la Regione è impegnata in un’intensa attività di scouting alla ricerca di un imprenditore disposto a rilevare l’attività. Ci sono alcune manifestazioni di interesse che stiamo valutando con attenzione».

Nessuna novità infine su FORGEA, società partecipata della Regione che si occupava di alta formazione. L’assessore ha confermato la decisione della Giunta di procedere alla sua liquidazione. «Purtroppo non siamo ancora riusciti a ricollocare i tre dipendenti della società – ha affermato l’assessore – c’è il nostro impegno a trovare una soluzione per consentire l’assorbimento dei lavoratori in altre società del settore».

Il capogruppo di Area Popolare, Gianluigi Rubiu, è intervenuto oggi sull’acquisizione delle quote della compagnia di navigazione Cin – Tirrenia, rilevate da Onorato.

«Siamo davanti ad un monopolio che potrebbe produrre gravi conseguenze per la politica dei trasporti in Sardegna- ha detto Rubiu – un’operazione di mercato ad alto rischio per le rotte da e per l’Isola. E’ l’ennesima certificazione del fallimento della politica regionale nel settore dei trasporti. Non bastano le difficoltà a pianificare un’equilibrata continuità territoriale  sui cieli sardi. Ora si aprono questi nuovi scenari con il controllo esclusivo delle rotte marittime isolane da parte dell’armatore napoletano.»

«Il pericolo è che si impongano prezzi proibitivi sulle rotte da e per l’Isola, vista la posizione dominante dell’armatore, senza che nessuno possa aprire concorrenza – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Il 90 per cento del traffico passeggeri e merci sarà nelle mani di una sola persona. Si rischia di impedire ai sardi il diritto alla mobilità, con dei costi accessibili.  In tutta questa partita, la Regione non ha sicuramente giocato un ruolo decisivo per ostacolare questa scalata. Non solo – conclude Gianluigi Rubiu – non si registrano dei passi avanti volti a scongiurare che la posizione di monopolio possa danneggiare i sardi.»

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Il Comitato famiglie 162, che raggruppa 53 associazioni in tutta l’Isola, ha chiesto di trovare i fondi per evitare i tagli alla legge 162 a sostegno delle disabilità gravi. «Ci saranno almeno 6 milioni di economie che i Comuni dovranno comunicare all’assessorato entro il 10 settembre – ha affermato Francesca Palmas del Comitato 162 – tali da coprire i circa 3 milioni di euro previsti dai tagli». I rappresentanti dei familiari di persone affette da disabilità gravi sono stati sentiti in audizione dalla Sesta commissione, presieduta dal socialista Raimondo Perra. Gli auditi hanno spiegato che, con la riduzione prevista all’interno della delibera 33, del 30 giugno scorso, la Giunta ha previsto alcune riduzioni dai casi con un punteggio di gravità inferiore a 70 punti per la carenza delle risorse. Il fondo aveva a disposizione 104 milioni di euro per finanziare circa 38mila piani di persone affette da handicap a cui si sommano circa 13 milioni e 300mila euro delle economie fatte dai Comuni per rinunce o decessi. Mancano per completare la seconda semestralità secondo il Comitato 3 milioni, mentre secondo i dati forniti dall’Assessorato della Sanità 4milioni e 700mila euro.

Il Comitato ha spiegato che i tagli, pur sembrando esigui (vanno da 75 a 250 euro in sei mesi a persona) riguardano 29mila piani di cui 2414 di minorenni da zero a 18 anni. «Questi minorenni che avranno un taglio sono affetti da patologie gravi come l’autismo e la sindrome di Down – ha spiegato Palmas – e sappiamo che i programmi personalizzati per i bambini, in particolare, possono portare a importanti risultati per quanto riguarda l’aspetto cognitivo, relazionale e dell’autonomia e quindi dell’inclusione sociale». «Ho due figli autistici – ha affermato Veronica Azara, rappresentante di Sensibilmente Onlus di Olbia – e il piccolo di 8 anni avrà un taglio di 250 euro su 4500 euro che corrisponde a un mese di percorso. Per lui è per noi potrebbe comportare la perdita di tanti progressi conquistati con fatica».

Il Comitato ha inoltre chiesto che non venga applicata la tabella Isee prevista dalla delibera 53/30 del 2014 perché già superata dalla n. 14/7 del 31/03/2015.

La Commissione ha poi audito l’assessore regionale della Salute, Luigi Arru, il quale ha spiegato che non c’è alcuna volontà di creare alcun danno a persone già sofferenti e alle loro famiglie, ma questo piccolo taglio è dovuto alla mancanza di fondi. L’assessore ha poi evidenziato che i due terzi dei piani riguardano anziani con un basso reddito e con un basso punteggio di disabilità che non supera 20. E’ necessario dunque rivedere nella sua interezza il welfare regionale per impostare politiche sociali e sanitarie mirate per tutte le necessità. Si sta usando, secondo i dati dell’assessorato, la 162 per sopperire ad altri tipi di esigenza sociale, anche se assolutamente da tenere in massima considerazione. Su questo aspetto, ha affermato l’assessore, è necessario un ragionamento complessivo.

In Commissione, sia da parte della maggioranza sia da parte dell’opposizione, si è arrivati alla conclusione che non si possono tagliare i piani della 162 e che bisogna, tutti insieme, aiutare l’Assessore a trovare i 4 milioni e 700mila euro per concludere i piani del 2015 per poi partire dal primo gennaio 2015 con la nuova programmazione.

L’assessore si è detto assolutamente d’accordo, ribadendo però che nelle casse della Sanità non ci sono altri fondi da recuperare, è stato già fatto il massimo. Sui tagli ai 2414 minorenni ha dato assoluta disponibilità a verificare e, se è così, a rivedere le posizioni dei bambini.

In conclusione i consiglieri di Forza Italia, Ignazio Locci, e di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, hanno espresso solidarietà all’assessore per l’aggressione verbale subita nelle scorse settimane. Per Edoardo Tocco (Forza Italia) ha chiesto infine all’assessore di migliorare la comunicazione tra l’Assessorato e i servizi sociali dei Comuni per facilitare le procedure burocratiche.

Proseguono a pieno ritmo, a Carbonia, i lavori sulla rete idrica comunale che interessano diverse parti della città.

I lavori rappresentano la conclusione di un’articolata rete di interventi di riqualificazione che, negli anni passati, hanno  portato alla diminuzione delle perdite e al miglioramento del servizio di distribuzione dell’acqua alle utenze cittadine.

Con il nuovo intervento, del valore di circa 1 milione e 500mila euro, si porteranno a conclusione i lavori di riqualificazione, che negli anni precedenti hanno interessato circa l’85% della rete cittadina.

I nuovi lavori riguardano la sostituzione delle condotte dal diametro insufficiente o danneggiate o comunque costituite da materiali non all’avanguardia, la sostituzione degli allacci inadeguati; il completamento del sistema di telecontrollo; l’impermeabilizzazione e altri lavori in alcuni serbatoi.

«Con questa opera – ha spiegato il sindaco do Carbonia, Giuseppe Casti – si conclude un intervento importantissimo per Carbonia e per i suoi abitanti. I lavori sulla rete idrica rappresentano uno dei numerosi interventi in fase di realizzazione in città: via Roma, Piazza Ciusa, illuminazione pubblica, scuola di via Della Vittoria e tanto altro ancora. È intenzione dell’Amministrazione comunale – conclude il sindaco di Carbonia – intensificare la vasta rete di interventi per portare avanti il progetto di miglioramento della qualità della vita dei cittadini.»

Carbonia da Monte Leone copia

«Il 28 maggio scorso il premier Matteo Renzi in persona, con presidente della Regione, parlamentari sardi, assessori e consiglieri regionali, sindaci dei comuni della Gallura, nonché Autorità militari e religiose, hanno partecipato ad Olbia ad un’assemblea con la popolazione al fine di sancire l’avvio dei lavori che avrebbero condotto, in tempi relativamente brevi, alla realizzazione del nuovo ospedale sardo e alla conseguente auspicata apertura. In quella occasione venne siglato il tanto sospirato accordo tra la procedura concorsuale “Monte Tabor” proprietaria delle aree, la fondazione Luigi Maria Monti e la Qatar Foundation. Oggi c’è un silenzio assordante che mi preoccupa circa l’inizio dei lavori volti alla costruzione in Gallura del nuovo ospedale Mater Olbia». La denuncia arriva dal consigliere regionale gallurese Giuseppe Meloni.

«L’annunciata apertura del nuovo ospedale – aggiunge il consigliere regionale gallurese – ha inevitabilmente suscitato grosse aspettative nel territorio sardo e gallurese, sia in termini di ricadute occupazionali per il personale che dovrà essere assunto, sia per le imprese sarde che aspirano a giocare un ruolo da protagonista nella esecuzione dei lavori per la realizzazione del Mater Olbia. E, proprio a questo scopo, sono stati costituiti consorzi di imprese sarde che si candidano ad essere i punti di riferimento per l’esecuzione dei lavori. Al contrario arrivano preoccupanti notizie circa il possibile affidamento a gruppi di imprese provenienti dalla capitale e dalla penisola, anche molto discusse e già all’attenzione dell’Anac, che si candidano repotentemente alla esecuzione dei predetti lavori, con relativa esclusione dai lavori delle imprese sarde o consentendo un loro coinvolgimento marginale.»

«Chiedo alla Regione, che non ha fatto mancare il suo sostegno a questa impresa e che dovrà sostenerlo con 56 milioni l’anno di finanziamenti sanitari – sottolinea ancora Giuseppe Meloni -, di intervenire e chiarire che lavori di ristrutturazione di immobili, anche ospedalieri, sono assolutamente alla portata delle imprese sarde, senza che debbano arrivare per forza dalla penisola altre imprese, lasciando in loco solo briciole o manovalanza. E questo potrebbe concretamente accadere inizialmente con riferimento all’esecuzione dei lavori e, immediatamente dopo, per la gestione dei servizi direttamente o indirettamente collegati all’ospedale.»

«Il timore concreto – conclude Giuseppe Meloni – è che si possa aprire in questo modo una delle pagine più brutte di colonialismo che la Sardegna e la Gallura abbiano mai subito.»

La costituzione di nuovi gruppi consiliari e le modifiche in alcuni altri ha determinato delle modifiche nella composizione delle commissioni permanenti del Consiglio regionale, ad eccezione degli organismi di vertice (presidente, vice presidente, segretari) che restano invariati.

Questa la nuova “mappa” delle commissioni:

Prima commissione (Autonomia): Busia (Sdl), Oscar Cherchi (Forza Italia), Cossa (Riformatori sardi), Demontis, Deriu (Pd)

Seconda commissione (Lavoro): Comandini (Pd), Desini (Sdl), Rossella Pinna, Gianmario Tendas (Pd)

Terza commissione (Bilancio): Arbau (Sv), Busia (Sdl), Pietro Cocco (Pd), Collu (Pd), Dedoni (Riformatori sardi), Locci (Forza Italia), Oppi (Area popolare Sardegna), Piscedda (Pd), Sale (Soberania-Indipendentzia), Alessandra Zedda (Forza Italia)

Quarta commissione (Governo del territorio): Azara (Sv), Demontis (Pd), Fenu (Sardegna), Meloni (Pd), Peru (Forza Italia), Unali (Sdl)

 Quinta commissione (Attività produttive): Cappellacci (Forza Italia), Carta (Psd’Az), Comandini (Pd), Floris (Sardegna), Pier Mario Manca (Sdl), Moriconi (Pd), Rubiu (Area popolare Sardegna), Tendas (Pd)

 Sesta commissione (Sanità): Anedda (Misto), Augusto Cherchi (Sdl), Cozzolino, Forma, Rossella Pinna (Pd), Pittalis (Forza Italia), Pizzuto (Sel), Randazzo, Tocco (Forza Italia), Usula (Soberania-Indipendentzia)

 Commissione d’Inchiesta (Sanità): Arbau (Sv), Daniele Cocco (Sel), Pietro Cocco (Pd), Desini (Sdl), Fenu (Sardegna), Pittalis (Forza Italia), Rubiu (Area popolare Sardegna), Usula (Soberania-Indipendentzia).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia