Centinaia di docenti hanno partecipato questa mattina, a Cagliari, alla manifestazione organizzata a difesa della “Scuola Sarda”.
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Centinaia di docenti hanno partecipato questa mattina, davanti al Palazzo della Regione, a Cagliari, alla manifestazione organizzata a difesa della “Scuola Sarda”, contro la “Buona Scuola” del Governo Renzi. «Scuola Sarda, Docenti Sardi» riportava un grandissimo striscione esposto davanti al Palazzo della Regione. La manifestazione odierna è giunta al terzo giorno di protesta dei docenti che chiedono di non essere costretti ad emigrare. Lunedì l’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, ha chiesto un incontro al ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, per affrontare i problemi sollevati dal mondo della scuola e cercare di trovare insieme una soluzione al caso Sardegna. Il primo obiettivo è una sospensiva sui termini di presentazione delle domande di assunzione in scadenza tra poche ore, alle 14.00 di venerdì 14 agosto 2015.
Alla manifestazione ha partecipato il deputato di Unidos, Mauro Pili. «Stanno svendendo la scuola sarda per non disturbare Renzi & compagni – ha scritto l’ex presidente della Regione nel suo profilo facebook -. Una regione di incapaci. Si sono accorti del rischio di perdere 1.000 posti di lavori un giorno fa e adesso a Roma non gli rispondono nemmeno al telefono. Hanno il coraggio di lasciare migliaia di famiglie senza risposta. Latitanti assessore e Presidente, incapaci di una benché minima risposta ai comitati riuniti in viale Trento. Non vadano in vacanza, ma vadano invece a Roma a chiudere subito questa partita».
Da Roma non arrivano buone notizie nella prospettiva di eventuali modifiche alle norme appena approvate. Pur dichiarandosi disponibile all’incontro richiesto dall’assessore della Pubblica istruzione della Regione Sardegna per affrontare il problema della mobilità dei docenti, infatti, il sottosegretario dell’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ieri, nel corso delle celebrazioni per la Liberazione di Firenze, ha affermato che «non è possibile avere per tutti il posto sotto casa. La mobilità a scuola, come anche in tutti i settori del lavoro pubblico e privato, esiste – ha aggiunto il sottosegretario dell’Istruzione -, ed è impossibile da evitare completamente: cerchiamo di evitarla per quanto possibile».
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