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Giornata numero sette per il ventottesimo festival Time in Jazz, in corso fino a domenica (16 agosto) tra Berchidda, cuore pulsante della manifestazione, e altri quattordici centri del nord Sardegna.
La musica comincia a mezzogiorno nell’ottocentesca Cattedrale dell’Immacolata a Ozieri, con Michel Godard, il virtuoso della tuba e del serpentone, e il suo progetto “Monteverdi – A Trace of grace”: un affascinante incontro fra la musica barocca di Claudio Monteverdi e il jazz contemporaneo, due linguaggi così distanti tra loro nel tempo ma affini. Battezzato quattro anni fa, il progetto è stato consegnato alle tracce dell’omonimo album con una formazione di sei elementi, di cui facevano parte due dei musicisti che affiancano il cinquantacinquenne musicista francese in questa trasferta sarda: il sassofonista nuorese Gavino Murgia, suo compagno di viaggio anche in altre avventure musicali, e il mezzosoprano Guillemette Laurens, specializzata nell’interpretazione di musiche del Seicento. Completa l’organico un altro nome di spicco del jazz italiano legato a Michel Godard in varie esperienze, il fisarmonicista umbro Luciano Biondini.
Nel pomeriggio, alle 18.00, il festival si sposta verso il mare per fare tappa a Loiri Porto San Paolo: alla Tanca di Lu Bagnu, reduci dal concerto della sera prima a Berchidda con la Special Unit for the Blue Notes, sono di scena il batterista sudafricano Louis Moholo-Moholo e il giovane pianista inglese Alexander Hawkins, considerato uno dei maggiori esponenti della nuova scena jazzistica europea. Nel loro incontro, suggellato dall’album “Keep Your Heart Straight” (del 2012) si percepisce un appassionante mix di free jazz, melodie sudafricane e l’influsso di pietre miliari del jazz come Duke Ellington.
Al rientro a Berchidda, alle 19.45, torna l’energia dei Tha Rad Trads con la loro parata quotidiana all’insegna del divertimento, tra jazz di New Orleans, Rythm & Blues e Rock & Roll.
Alle 21.30, parte la serata sul “palco centrale” del festival, in Piazza del Popolo, con un primo set che vede l’atteso ritorno a Berchidda di Stefano Bollani, insieme a Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria a comporre i ranghi del Danish Trio. Il pianista italiano e i due danesi si sono incontrati per la prima volta nel 2002, quando furono convocati per accompagnare Enrico Rava nella cerimonia di premiazione dell’annuale JazzPar. L’immediata sintonia portò poi, nel giro di un anno, alla nascita del nuovo sodalizio e a una prima serie di concerti in Scandinavia. Vicini per età (Bollani e Lund sono nati nel 1972, Bodilsen è del ’70), i tre sono anche accomunati da una grande cultura jazzistica e da una concezione di questa musica come linguaggio aperto, in grado di assorbire senza preclusioni gli spunti di tutti i tempi all’insegna dell’improvvisazione e del divertimento. Grande successo per i due cd registrati dal trio per l’ECM, Stone in the water, del 2009, e Joy in spite of everything, miglior album italiano del 2014 secondo il referendum della rivista Musica Jazz.
Il secondo set, alle 23.00, vede invece in scena Vincent Peirani, uno dei nuovi talenti del jazz internazionale, recentemente incoronato “Artista dell’Anno” dal prestigioso premio “Victoires du Jazz 2015”. Il fisarmonicista, cantante e compositore francese (Classe 1980), ha iniziato a suonare all’età di undici anni, partendo da una formazione classica, per poi approdare al jazz, dove il suo talento l’ha portato presto a lavorare con musicisti del calibro di Michel Portal, Daniel Humair, il quintetto di Renaud Garcia Fons, Sylvain Luc, Louis Sclavis e Vincent Courtois.
A Berchidda porterà in dote il suo quintetto Living Being, con cui ha registrato un album lo scorso anno per la prestigiosa etichetta ACT; ad affiancarlo sul palco, Emile Parisien ai sassofoni, Tony Paeleman al fender rhodes e elettronica, Julien Herné al basso e Yoann Serra alla batteria.
Spenti i riflettori del palco centrale, la musica continua al vicino Parco della Musica intorno alla mezzanotte, con l’esibizione della “storica” Banda Musicale “Bernardo De Muro” di Berchidda diretta da Luciano Demuru.
Verso la una, infine, appuntamento al jazz club al Centro Laber con un’altra delle tre proposte vincitrici del concorso Time Out, gli Apollo Beat, formazione sassarese nata nel 2012 e caratterizzata dalla passione per le atmosfere del cinema degli anni Settanta. Alla base della sua musica, il groove della blaxploitation americana, il funk poliziottesco all’italiana, fino a alle sonorità tipiche dei film hard dell’epoca.