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Questa mattina il capogruppo consiliare di Cas@ Iglesias Valentina Pistis e il rappresentante dei Riformatori Sardi Roberto Frongia, hanno tenuto una conferenza stampa, nella saletta dell’Hotel Artu, a Iglesias, sullo stato della sanità iglesiente, nel corso della quale hanno presentato dati, cifre e scelte definite scellerate.
Valentina Pistis e Roberto Frongia hanno iniziato attaccando la maggioranza che governa la città di Iglesias, dalla quale Cas@ Iglesias è uscita dopo aver concorso in misura determinante alla vittoria elettorale di due anni fa, definendola «una compagine traballante, una maggioranza presente e compatta, solo quando lo ritiene utile politicamente. Assenze e presenze strategiche in base a ciò che si discute».
«La sanità non è argomento caro a questo centro sinistra – hanno aggiunto Pistis e Frongia -. Abbiamo sottolineato la grave inerzia della Giunta comunale e lo sconcertante silenzio del sindaco Emilio Gariazzo che affida ad uno scarno comunicato stampa, di qualche giorno fa, una replica appiattita sulla linea dettata dal commissario della ASL 7, Antonio Onnis. E’ chiara, infatti, la volontà di un pezzo della dirigenza dell’azienda sanitaria di far diventare ospedale unico, del territorio, il Sirai di Carbonia e lo è ancor più leggendo la delibera della Giunta regionale che ha per oggetto la riorganizzazione della rete ospedaliera. Un beffa per Iglesias e i suoi presidi ospedalieri.»
«La Giunta regionale, dopo gli annunciati proclami in campagna elettorale, non ha di fatto, approvato alcuna riforma, tanto meno il piano sanitario regionale. Si sono stracciati le vesti per le spese sanitarie sostenute dall’allora giunta di centro destra, ora, i commissari, targati PD, spendono più dei loro predecessori ampliando il tragico buco di bilancio relativo al capitolo sanitario. La delibera della Giunta regionale, la n. 38 del 28.07.2015, certifica la morte della sanità iglesiente. Definisce il Sirai di Carbonia presidio di 1° livello, mentre invece il CTO di Iglesias, stabilimento con funzioni di base e completamento DEA di 1° livello, riabilitativo e ospedale di comunità. Definisce, inoltre, il SANTA BARBARA, ospedale con ruolo da definire. Il Sirai potenziato, il Santa Barbara, di fatto, verrà chiuso e il CTO ospiterà le lungodegenze e la riabilitazione.»
«I denari pubblici investiti per creare al traumatologico il polo materno infantile buttati alle ortiche – hanno sottolineato ancora Valentina Pistis e Roberto Frongia -. Tutto da rifare, tutto da ridefinire, in una situazione poco chiara, vista anche la scadenza imminente degli incarichi dei commissari del 28 agosto. Il commissario Antonio Onnis, ha partecipato ai Consigli comunali evitando artatamente di informare i consiglieri di ciò che sta accadendo. A domande precise sul punto nascita, sul reparto di chirurgia e su pediatria, formulate dal Gruppo Consiliare, ha omesso importanti e decisive verità. Il piano estivo del 2015, scritto tenendo conto degli obiettivi di massima sicurezza dei pazienti, fa acqua da tutte le parti. Innumerevoli le negligenze e lo sperpero di denari pubblici impiegati per il trasferimento del reparto di ostetricia e ginecologia del Santa Barbara al Sirai. Inspiegabile per i costi sostenuti doppiamente. Irragionevoli le modalità tecniche con cui è avvenuto il trasferimento. Inaccettabili i metodi utilizzati con i professionisti.
Come dimenticare la promiscuità del reparto di pediatria con quello di chirurgia pediatrica, con tutti i rischi del connessi. Come dimenticare l’apertura parziale del reparto di chirurgia, senza ossigeno nelle camere. Insomma, il caos la fa da sovrano.»
«I dati ufficiali in nostro possesso dimostrano che nel 2014, il distretto di Iglesias, a fronte di una popolazione minore, rispetto al distretto di Carbonia, ha sostenuto un numero maggiore di servizi ospedalieri. Un dato su tutti, i servizi di alta specializzazione in chirurgia al Santa Barbara erano il 15,1%, chirurgia al Sirai, solo il 5,2%. I dati relativi ai mesi di gennaio-maggio del 2015 – hanno concluso Pistis e Frongia – sono drogati dall’annoso disservizio procurato dall’incendio del reparto di chirurgia. Reparto, ad oggi, riaperto solo parzialmente.»