Audizione dell’associazione “Boches a Tenore” stamane in commissione Cultura del Consiglio regionale.
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Il canto a tenore, forma espressiva arcaica della polifonia sarda, è stato inserito nel 2005 nella lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. A dieci anni di distanza da quell’importante riconoscimento, l’antico canto dei pastori non ha ancora ricevuto una tutela adeguata dalla Regione sarda. Manca, infatti, una legge di settore, niente è stato fatto negli anni per la sua promozione e valorizzazione. E’ quanto lamentano gli operatori del settore, artisti e semplici appassionati.
L’associazione “Boches a Tenore”, sentita in audizione dalla commissione “Cultura” del Consiglio regionale, ha sollecitato un intervento normativo in difesa di «uno dei più straordinari esempi di polifonia del Mediterraneo».
«Il canto è ancora molto diffuso in alcune aree della Sardegna – hanno sottolineato il presidente e il segretario dell’associazione Angelo Cossu e Giovanni Pirisi – si tratta di un unicum da salvaguardare e tramandare alle nuove generazioni.»
Del sodalizio “Boches a Tenore” fanno parte circa trenta gruppi, provenienti dalle zone storiche di diffusione del canto (Barbagia, Goceano e Baronia). Artisti che chiedono oggi di essere coinvolti dalla Regione nella promozione del patrimonio culturale della Sardegna e nell’organizzazione di manifestazioni ed eventi rivolti agli emigrati sardi. «Vanno tutelate le dinamiche di trasmissione e di divulgazione del canto che trovano nelle aree storiche le loro forme più tipiche e originali – ha spiegato Giovanni Pirisi – se non si fa questo si rischia di perdere quell’immenso bagaglio culturale rappresentato dalla tradizione orale».
Nel corso dell’audizione sono state avanzate alcune proposte operative. Secondo il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda un aiuto concreto potrebbe arrivare dai fondi europei FESR. «Ci sono due misure specifiche che si occupano di patrimonio immateriale – ha detto Zedda – un progetto per la diffusione del canto a tenore potrebbe essere inserito nel programma». Secondo Zedda, un’altra via da seguire potrebbe essere quella di una collaborazione tra le associazioni e l’ISRE sul fronte della ricerca, mentre, per la divulgazione, un supporto importante potrebbe arrivare dalla scuole civiche di musica.
Rossella Pinna (Pd) ha invece auspicato la firma di una convenzione tra le associazioni dei tenores della Sardegna e la Regione. «In attesa di una legge di settore – ha detto Pinna – il coinvolgimento diretto dei gruppi di canto faciliterebbe la creazione di una rete di sistema con i Comuni per l’organizzazione di eventi e manifestazioni culturali finalizzate alla promozione e valorizzazione di una delle espressioni musicali più antiche dell’Isola».
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