L’assessore regionale dell’Ambiente ha partecipato all’incontro “L’agricoltura si fa smart. Innovazione, imprese e ricerca per rispondere ai cambiamenti climatici”.
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«Gli impatti climatici in Sardegna saranno determinati principalmente dall’incremento delle temperature e dalla scarsità idrica, con effetti negativi soprattutto per le colture a ciclo primaverile estivo. In tali condizioni è necessario pertanto orientarsi verso varietà più tolleranti e su una gestione più sostenibile ed efficiente delle risorse. Le lavorazioni conservative e le rotazioni, per esempio, si rivelano una soluzione efficace per il grano duro in Sardegna, consentendo di garantire e incrementare i livelli di produzione, riducendo le emissioni e aumentando il contenuto di carbonio nel suolo». Lo ha detto questo pomeriggio l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, nella sua relazione all’incontro “L’agricoltura si fa smart. Innovazione, imprese e ricerca per rispondere ai cambiamenti climatici”, organizzato dal Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) all’Expo di Milano.
In vista della COP21, la prossima Conferenza sul clima di Parigi, l’intervento dell’assessore regionale dell’Ambiente, che ha anche il ruolo di coordinatore del Tavolo interregionale sulle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici presso la Conferenza delle Regioni, ha sottolineato la necessità di piani di adattamento che devono essere gestiti con una governance sia di tipo verticale, a livello nazionale, sia orizzontale, coinvolgendo trasversalmente tutti i settori produttivi.
Nell’evidenziare la fondamentale relazione tra agricoltura e clima, ha aggiunto: «I cambiamenti climatici avranno e già stanno avendo significativi impatti su un’area altamente vulnerabile, com’è il Mediterraneo. Il settore agricolo dovrà orientarsi quindi verso uno sviluppo sempre più ‘climate-smart’. Questo significa sposare un modello di sviluppo basato su tre pilastri: avviare una crescita della produttività e del reddito in maniera sostenibile, aumentare la resilienza, cioè l’adattamento al cambiamento climatico, e ridurre le emissioni aziendali.»
«Tutto ciò – ha concluso l’assessore dell’Ambiente – garantendo il soddisfacimento della sicurezza alimentare e gli obiettivi di sviluppo del Paese.»
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