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Sette giorni intensi hanno portato la Sardegna alla ribalta di Expo 2015. Il bilancio delle presenze nello spazio isolano sul Cardo, a pochi passi dal Padiglione Italia, sfiora ormai quota 90mila con una media di quasi 13mila visitatori al giorno, più di mille all’ora. «Abbiamo colto le opportunità offerteci da Expo con una presenza qualificata e proposte significative – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. La Sardegna ha dato un’ottima mostra di sé, dei prodotti e della qualità della vita che offre. Chiuso il padiglione, il lavoro sull’internazionalizzazione dei mercati spalanca adesso nuove porte e prospettive per le quali andremo avanti con concretezza e metodo».
«I numeri straordinari confermano l’efficacia della strategia della Regione, diretta al posizionamento del prodotto Sardegna sui mercati e basata sulla qualità della vita, declinata in eccellenza ambientale e delle produzioni agroalimentari, innovazione sostenibile e longevità». Così l’assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi, che ha aggiunto: «Il padiglione ha offerto un’immagine dell’Isola affascinante e coinvolgente, interpretando con un linguaggio contemporaneo i valori profondi dell’identità regionale, rispettando le caratteristiche essenziali ed esaltandone il significato. L’insieme delle attività messo in campo dall’11 al 17 settembre ha appassionato visitatori, buyer e delegazioni istituzionali, ma soprattutto ha veicolato nel mondo il valore di territori e comunità, rafforzando le relazioni internazionali – ha proseguito l’assessore -. Abbiamo dimostrato ancora una volta come i nostri temi caratterizzanti suscitino interesse in modo trasversale, da quello per un soggiorno o un’esperienza di vita, sino all’attrazione di investimenti dall’estero. L’azione per rafforzare il posizionamento del prodotto sui mercati continua, in Expo sino al 31 ottobre, e successivamente con altre attività strategiche».
«L’esperienza dell’Esposizione universale è stata una tappa importante nel percorso di internazionalizzazione delle produzioni agroalimentari sarde, voluto dalla Giunta Pigliaru – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi -. Un modo diverso, nuovo, per mettere in vetrina le eccellenze del cibo, della storia e dell’ambiente della nostra Isola. Fuori dalla Sardegna ci sono 200 milioni di nuovi consumatori disposti a spendere per prodotti di qualità in cui non siamo certamente secondi a nessuno. Abbiamo un tessuto di imprese agricole importante che dobbiamo mettere a sistema – ha aggiunto – favorendo ancora di più l’aggregazione, che ci permetta di consolidarci nei mercati storici e di conquistarne di nuovi, soprattutto nei Paesi emergenti dell’economia mondiale. Chiusa la settimana dedicata alla Sardegna, continueremo con alcune attività tematiche sulle eccellenze alimentari sarde fino al 31 ottobre».
«L’attività all’Expo – ha puntualizzato infine l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras – rappresenta un ottimo punto di partenza per il programma triennale di internazionalizzazione del sistema produttivo regionale, che abbandona la logica dell’estemporaneità degli interventi e mette insieme gli assessorati interessati con altri attori pubblici e privati, per tradurre in attività concrete la strategia promozionale della Sardegna. Già nei prossimi giorni sarà convocata la prima riunione della Cabina di regia che definirà tempi e modalità dell’intervento.»
Tra i tanti elementi che hanno contribuito al successo della settimana isolana all’Esposizione universale, in particolare sono tre quelli che hanno coinvolto maggiormente l’eterogeneo visitatore di Expo. A partire dall’idea del mare che ha consentito di sbarcare in Sardegna in maniera diretta e spettacolare. Così il filmato in 3D, “Blu senza fine”, che migliaia di spettatori hanno potuto vedere alla fine del percorso conoscitivo nel padiglione, ha suggerito un’immersione nelle acque delle cinque aree marine protette, tra rocce millenarie, alla scoperta di specie sorprendenti. Superato il mare ecco le persone e le attività: l’artigianato, i campanacci, i colori, gli aromi, con la dimensione olfattiva e tattile. L’itinerario nello spazio isolano – realizzato grazie al contributo congiunto dei dipartimenti di Architettura e di Design delle Università di Cagliari e di Sassari, di Daniela Ducato, della Sardegna Film Commission, dell’Isre, del Crs4 – è stato nel contempo molto tangibile. Come i materiali della stessa Ducato, prodotti con i residui delle filiere del food, da sughero, lana di pecora, posidonia spiaggiata, terra cruda, agrumi, con i rifiuti vitivinicoli. Il terzo elemento è quello della tecnologia, connessa alla visione interattiva dei giganti di Mont’e Prama, grazie all’installazione realizzata interamente dal gruppo di ‘visual computing’ del Centro di ricerca Crs4, e al digital carpet – Sardinia typestry che sino al 31 ottobre darà seguito al messaggio di innovazione dello spazio Sardegna allestito nel padiglione Eataly.
Ma oltre al linguaggio diretto e d’impatto, indispensabile in un luogo denso di stimoli, laddove sia necessario aprirsi un varco di comunicazione, allo stesso tempo è stata proposta una sintesi che fa perno su alcuni valori identitari e soprattutto sul concetto chiave della tessitura, intesa come segno e anche come occasione di incontro quale è stato il Social carpet. Ecco quindi i dingbat, elementi grafici simbolo della sardità che richiamano il tappeto e la matrice del pixel, creando un intreccio fra la tradizione arcaica e la prospettiva dell’innovazione. Ciò ha permesso di costruire una grammatica visiva di elementi identitari, ripresa in tutte le rappresentazioni dello spazio della Sardegna, per far emergere un elemento comune all’interno di una cornice unitaria.
Uno dei messaggi centrali proposti all’Esposizione universale, testimoniato anche dai contenuti del Padiglione dell’Isola senza fine, è legato alla sostenibilità. La Sardegna, ’Isola parco’, ha presentato al mondo le sue eccellenze ambientali e i nuovi percorsi naturalistici, realizzati in collaborazione con le aree marine protette, in uno spazio allestito con materiali ecosostenibili. Alla fine di Expo, di molti padiglioni resteranno solo video e fotografie. Lo spazio isolano, fatto in gran parte di scarti e di eccedenze, lascerà un segno. Nulla sarà sprecato, gettato via o perduto, ma tutto sarà riutilizzato, riconvertito e ricollocato. Ciò che per altri è avanzo, rifiuto o inutile, per noi diventa ricerca, innovazione e utilità.
La presenza della Sardegna a Expo proseguirà col sostegno alle imprese, nel consolidamento delle relazioni avviate e con l’apertura di nuovi canali commerciali. Da subito, con il progetto Cibus B2B, dove le aziende hanno uno spazio per tutto il corso dell’Esposizione al fine di incentivare business con i mercati obiettivo europei ed extraeuropei. In programma workshop con i buyer e meeting allo scopo di presentare le eccellenze delle produzioni sarde. Sempre operativo anche lo stand nell’ambito del progetto Eataly, dove si curano i rapporti con i consumer B2C. In questo caso l’obiettivo è suscitare curiosità e interesse con degustazioni, racconto dei territori, video, immagini, promozione.
Nella settimana sarda hanno avuto un picco importante non solo le iniziative dentro Expo, come l’incontro con i giocatori della Dinamo Sassari, la sfilata con 160 figuranti in costume sardo, i canti e il food carpet, ma anche quelle proposte nella città di Milano. Ossia gli eventi curati da Anci Sardegna e dai Comuni di Cagliari, Iglesias, Oristano, Villacidro, Nuoro, Tortolì, Olbia e Sassari, che chiudono agli inizi di ottobre. Le mostre sino al 29 novembre, al Museo archeologico di Corso Magenta sull’Isola delle Torri, insieme alle fotografie di Gianni Berengo Gardin sull’età nuragica, realizzate grazie a una collaborazione tra Sovrintendenza e Regione. Nonché Heroes 20.20.20., il progetto europeo nato dalla collaborazione tra Film Commission, assessorato dell’Industria e Sardegna Ricerche, con l’obiettivo di raccontare le buone pratiche ecosostenibili delle filiere sarde.
La Sardegna, infine, continua a essere protagonista nella mostra delle Regioni sui temi “Potenza del saper fare”, “Potenza del limite” e “Potenza della bellezza”, con i due testimoni Daniela Ducato e Luca Ruiu, imprenditrice e ricercatore che racconteranno i temi della creazione e dell’innovazione sostenibile. Ducato, insignita dell’Ordine al Merito della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella e premiata lo scorso novembre a Stoccolma con l’Euwiin International Award come migliore innovatrice d’Europa nell’edilizia verde, trasforma gli scarti delle lavorazioni agricole in materiali per le costruzioni. Ruiu, esperto internazionale di biopesticidi totalmente naturali e innocui per l’uomo, ha messo a punto il progetto Bioecopest per lo sviluppo di tecnologie applicate alla difesa dai parassiti dannosi in agricoltura. Nella sezione della mostra “Potenza della bellezza” sono promosse vedute panoramiche di paesaggi naturali non antropizzati come l’arcipelago de La Maddalena, esempi di edifici storici come il Parco Geominerario o interni di strutture antiche di pregio, ovvero la Biblioteca universitaria di Cagliari.