Record per il Social carpet, a Sardegna Expo, raggiunti 22 metri di lunghezza con 2.000 tessitori.
Ogni giorno un tema colora la base di lana cruda sulla quale, lentamente, si disegna il tappeto: oggi l’ispirazione è legata ai semi del mondo, domani sarà la volta del food, con le nostre specialità regionali, e giovedì si chiude con il mare, per poi riprendere la lavorazione in Sardegna, sino al 30 settembre, con il finale a sorpresa. Da un’idea di Daniela Ducato – ambasciatrice della Sardegna all’Esposizione universale, presente nella sezione ‘Potenza del saper fare’ della mostra permanente del padiglione nazionale tra le 21 ‘case history’ del made in Italy – il Social carpet si è rivelato una delle maggiori attrazioni della settimana sarda a Milano.
Dopo l’inaugurazione dello stand con la prima tessitura del presidente Francesco Pigliaru, davvero in tanti hanno contributo alla costruzione del manufatto. Tra gli altri Meo Sacchetti e i giganti della Dinamo, innumerevoli visitatori stranieri, bambini, delegazioni, curiosi e autorità. Nel puntare l’ago sul tessuto, le mani dei passanti si sono ispirate ai libri e alle favole, al pane, al riso e al grano, alle preghiere, al vino e alle sue molteplici produzioni. È stata così raccontata l’innovazione sostenibile dell’isola in modo simpatico e festoso, cercando di trasmettere il messaggio coerente con il tematismo della qualità della vita. Nel tessuto hanno trovato spazio anche i simboli legati ai beniamini del basket e al campione del ciclismo, Fabio Aru.
Il Social carpet è stato richiesto per la settimana della moda milanese da un organizzatore casualmente in visita allo spazio Sardegna, due collezionisti americani ne hanno richiesto l’acquisto, valutandolo 2.000 euro a metro quadrato, nonché la possibilità di esporlo in gallerie d’arte statunitensi. Un marchio tessile del made in italy di fama internazionale ha regalato ritagli di lavorazione per arricchirlo ancora di più. Ma La dimensione del tappeto non è artistica, è invece ludica, è basata sul lavoro collettivo, su una manualità che precede il telaio, quasi primitiva. Un ritorno all’origine della creazione, con la costante possibilità di lasciare il testimone a qualcun altro che porta avanti un’idea comune, senza alcun vincolo.
Il tappeto senza trama, ordito e telaio è anche ricco di semi del Pianeta, specie vegetali in via di estinzione che preservano il suolo raccolte nei cluster dell’Expo dedicati al sud del mondo. Come il cacao proveniente dal Ruanda, il caffè del Burundi e dall’Uganda, il riso del Laos. Ma anche tè, vaniglia, moltissimi legumi e cereali. Accarezzando il tessuto i chicchi riemergono come se fossero nascosti e protetti dalla terra.
Nella prima parte della mattina, dalle 9.30 alle 10.30, il Social carpet è fuori Expo, in mercati, giardini, biblioteche, mezzi di trasporto e varie piazze milanesi. Dalle 11.30 alle 19.00, viene riportato all’interno dell’Esposizione universale davanti allo spazio regionale. L’idea di questa architettura è un omaggio ai ‘foodscape’, straordinari paesaggi isolani di biodiversità e cibo. La base attorno a cui si sviluppa la trama è la lana di pecora, a rappresentare l’anima produttiva, storica e alimentare sarda. Si aggiungono così terra cruda, paglie vegetali, lana di mare. La lavorazione è iniziata il 3 settembre a Cagliari, Iglesias e Gonnosfanadiga, è proseguita in vari centri sardi con una tappa itinerante, a bordo di un treno Cagliari-Olbia e ritorno, per poi volare a Milano. Simboleggerà il tessuto sociale di collaborazione e di pace, il legame spesso indissolubile della Sardegna coi suoi ospiti.
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