Cambia il sistema di assegnazione delle risorse regionali ai Consorzi Fidi.
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Cambia il sistema di assegnazione delle risorse regionali ai Consorzi Fidi. Si parte da una quota base fissata in relazione alla dimensione e poi, attraverso un meccanismo premiale, vengono erogati contributi maggiori ai Confidi che riescono ad avere un effetto moltiplicatore più ampio delle risorse pubbliche sul sistema delle imprese e a farlo con un rischio aziendale ridotto rispetto ai Confidi che moltiplicano poco e rischiano eccessivamente. L’intero modello è calibrato su dati e informazioni statistiche del comparto dei Confidi, in modo da renderlo oggettivo e ancorato alla realtà. L’ha deciso oggi la Giunta regionale, approvando su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, il Disciplinare per il Fondo Unico per l’integrazione dei fondi rischi istituito a giugno con la legge di riordino del comparto. L’Esecutivo ha varato anche il Disciplinare su organizzazione e funzionamento dell’Osservatorio dei Confidi, istituito con la stessa legge.
«Si tratta di un meccanismo basato sulle migliori prassi internazionali, molto all’avanguardia tanto che la Sardegna è la prima regione ad adottarlo in Italia. I confidi, grazie allo spirito di collaborazione e confronto che ha caratterizzato tutto il processo di riforma, sono stati coinvolti in tutte le fasi delle indagini fino alla condivisione finale degli strumenti di regolamentazione – spiega l’assessore Paci -. Procediamo così nel percorso di riforma di un comparto che vogliamo rafforzare attraverso meccanismi virtuosi di impiego delle risorse pubbliche e la standardizzazione delle modalità di erogazione dei contributi. A giugno con la legge di riordino abbiamo istituito il Fondo Unico e l’Osservatorio, adesso con l’approvazione dei rispettivi Disciplinari rendiamo la riforma operativa riordinando un settore che aspetta da anni la riforma, e gli effetti positivi sull’economia della Sardegna si vedranno da subito.»
Per quanto riguarda la rendicontazione, il Disciplinare del Fondo Unico prevede un modello snello, ma trasparente e dettagliato nella rilevazione di importanti parametri chiave che consentiranno di agevolare l’operatività dei Confidi e di raccogliere importanti elementi informativi per la valutazione a posteriori delle politiche regionali sul sistema del credito, con l’applicazione di sanzioni in caso di utilizzo irregolare delle contribuzioni pubbliche. Infine, con l’obiettivo di favorire la concentrazione del mercato dei confidi, è prevista una specifica premialità in caso di fusione degli stessi.
L’Osservatorio dei Confidi, anche questo un organismo nuovo nel contesto regionale, ha lo scopo di fornire un efficace supporto alle azioni intraprese dalla Regione nel comparto del credito. Il suo compito è quello di monitorare il comparto, “osservare” lo sviluppo delle garanzie e valutare l’efficacia delle politiche regionali, con particolare riferimento alla verifica dell’efficacia dei contributi pubblici erogati attraverso il Fondo unico. Senza costi aggiuntivi per l’amministrazione regionale, è composto da massimo 5 membri: 3 dirigenti dell’Amministrazione Regionale, un rappresentante della SFIRS e uno designato dai Consorzi fidi. La delibera approvata oggi andrà ora in Consiglio per il parere delle commissioni competenti.
Il percorso della riforma è iniziato ufficialmente lo scorso 27 febbraio con la costituzione del Fondo Unico in manovra finanziaria. Subito dopo, una serie di incontri fra Regione e Consorzi e l’approvazione del disegno di legge in Giunta il 31 marzo seguita dal via libera della Commissione all’unanimità il 3 giugno. Oltre al Fondo Unico (che sostituirà i precedenti tre, collocati presso gli assessorati del Lavoro, dell’Artigianato e Commercio e dell’Industria) e all’Osservatorio, la riforma prevede un Fondo di stabilizzazione, volontaristico, per cercare di prevenire i rischi di sistema, in particolare l’effetto domino dopo la caduta di un consorzio: non un fondo di salvataggio ma di prevenzione di eventuali crisi.
«Le imprese sarde hanno bisogno di Confidi sani. Perciò abbiamo riorganizzato un sistema che da anni ormai non riusciva più a dare risposte concrete alle loro esigenze – conclude il vicepresidente della Regione -. Dunque, razionalizziamo il sistema, lo modernizziamo e lo rendiamo più efficiente per garantire e migliorare l’accesso al credito delle medie, piccole e micro imprese e dei liberi professionisti.»
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