4 November, 2024
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Il coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani plaude al conferimento del premio Nobel 2015 per la pace al Quartetto tunisino per il dialogo nazionale.

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«Il coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani ha appreso con grande entusiasmo la notizia data dalla televisione relativa al conferimento del premio Nobel 2015 per la pace al Quartetto tunisino per il dialogo nazionale. Le organizzazioni sono il sindacato generale tunisino (UGTT, Union Générale Tunisienne du Travail), la confederazione industriale e del commercio (UTICA, Union Tunisienne de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat), lega dei diritti umani (LTDH, La Ligue Tunisienne pour la Défense des Droits de l’Homme), e l’ordine degli avvocati (Ordre National des Avocats de Tunisie).»

Lo scrive in una nota, il presidente del coordinamento, Romano Pesavento.

«La Tunisia, vittima di duri attentati terroristici (Museo del Bardo e resort a Sousse), sta a fatica cercando di ristabilire, malgrado i forti dissidi interni, un clima di stabilità, arginando la deriva integralista e sostenendo il dialogo con l’Occidente – aggiunge Romano Pesavento -. Affermare i diritti umani, la pace e la democrazia in un contesto così difficile, in cui tutto ciò che viene lasciato intentato potrebbe diventare un rimorso per la coscienza collettiva, diviene un imperativo categorico: educare al dialogo, al rispetto, alla solidarietà, fin da giovanissimi, costituisce l’unico antidoto contro l’intolleranza cieca e la barbarie. Come afferma il Dalai Lama: La pace, intesa come assenza di guerra, ha poco valore agli occhi di coloro che muoiono di fame e di freddo. Essa non cancellerà le sofferenze provocate dalle torture inflitte a un prigioniero di coscienza. La pace è durevole solo laddove i diritti umani vengono davvero rispettati, dove le persone hanno di che nutrirsi e dove sia gli individui che le nazioni sono veramente libere.»

«Chi sostiene che i Diritti umani siano una disciplina “ancillare”, secondaria, quasi una formalità da espletare in qualche scampolo di tempo delle materie “serie”, sbaglia terribilmente: ora è il momento di sensibilizzare, formare giovani cittadini in divenire e renderli migliori delle generazioni precedenti. I Diritti umani – conclude Romano Pesavento – devono diventare, in una scuola moderna, laboratorio di crescita per la pace, la libertà e il progresso civile.»

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