Giovanni Columbu (Psd’az): «La Sardegna è spopolata perché mal governata e manca lavoro ma la soluzione non è importare disoccupati».
[bing_translator]
«La Sardegna è una terra spopolata non certo per ragioni naturali, bensì perché è mal governata e vessata da interessi esterni, perché subisce l’imposizione di modelli di sviluppo inadeguati, perché da sempre soffre di un’insufficiente libertà e perché manca il lavoro. Ma la soluzione non sarà importare disoccupati!»
Questa la ferma presa di posizione del nuovo presidente del Psd’az Giovanni Columbu che, attraverso una nota pubblicata sul sito ufficiale dei quattro mori, ha voluto esprimere alcune “personali considerazioni” sui flussi migratori e sull’accoglienza dei migranti con un particolare riferimento alla situazione della Sardegna.
«La sola accoglienza è senza prospettive poiché non potrà per sempre essere assistita, né essere affidata in modo indefinito alle disposizioni morali, ideali o religiose dei cittadini». Se a ciò si aggiunge che permarrebbe in ogni caso «il pericolo concreto che sui processi in atto, oltre alle ragioni umanitarie, possano convergere immensi interessi economici e che in assenza di effettive e sostenibili politiche di integrazione un flusso così imponente di migranti è destinato a generare conflitti e nuove forme di povertà» gli elementi caratterizzanti della considerazione del neoeletto Presidente sardista cominciano a definirsi con maggiore chiarezza.
«In Sardegna occorre impegnarsi a creare nuove e credibili opportunità di sviluppo e di lavoro, ma in primo luogo per i numerosi sardi disoccupati e per coloro che dalla Sardegna sono stati costretti ad andarsene – scrive Columbu nella nota – e noi non possiamo accettare che ad un libero e illiberale mercato di merci si aggiunga anche la libera importazione di esseri umani perché è evidente che, dopo avere pregiudicato o tentato di mettere fuori mercato i nostri prodotti, la disponibilità di forza lavoro a basso costo metterebbe ai margini anche i nostri lavoratori.»
Quanto alla tesi secondo cui un ulteriore e ancora più vasto afflusso di migranti darebbe soluzione ai problemi di denatalità e invecchiamento dei paesi europei, la posizione di Columbu appare altrettanto netta: «Questa tesi, sostenuta anche come rimedio allo spopolamento della Sardegna è del tutto inaccettabile poiché si prospetta come rinuncia a qualsiasi possibilità di cambiamento e di crescita. Quasi che alla nostra società non si possa riservare altro futuro che quello di deperire fino a estinguersi».
Per il presidente dei Quattromori un approccio corretto al problema passerebbe perciò anche da un maggiore controllo degli ingressi dei migranti: «Le frontiere, come i muri, non esistono solo per escludere, ma per includere e accogliere, per difendere valori e diritti e per assicurare la pacifica convivenza, e fino a quando esisteranno paesi governati da leggi, diritti civili e costumi sostanzialmente diversi, le frontiere devono esistere. Perché un paese senza frontiere è come una casa senza muri e – conclude Columbu – se la via da perseguire è quella di testimoniare a favore dell’autodeterminazione di ogni popolo, noi tutti dovremo adoperarci con rinnovato impegno nel luogo in cui viviamo, per affermare il nostro diritto e dovere di esistere, con la nostra identità e con la nostra storia».
NO COMMENTS