Il governatore Pigliaru ha partecipato ai lavori della Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa.
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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha partecipato ai lavori della Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa, nella sala convegni della Fiera di Firenze.
«Le disposizioni normative comunitarie riconoscono formalmente che l’insularità è una condizione di svantaggio strutturale che ostacola lo sviluppo economico e sociale di alcuni territori dell’Unione, ma non sono ancora corrisposte linee di finanziamento mirate o azioni specifiche indirizzate in maniera esclusiva alle regioni insulari.»
I lavori dell’Assemblea generale della CRPM, al 43º appuntamento, hanno messo al centro l’approfondimento dei vari aspetti che determinano svantaggio, confrontando le differenti esperienze territoriali per trovare soluzioni comuni. Nella sua relazione il presidente Pigliaru ha messo l’accento sulla condizione di insularità, «non solo un dato geografico ma uno sviluppo storico e culturale differenziato, che ha creato una forte identità ma anche un importante svantaggio competitivo influenzando negativamente le prospettive di crescita. La situazione periferica e la scarsa accessibilità – ha spiegato – creano seri ostacoli allo sviluppo economico e sociale, in quanto determinano costantemente costi aggiuntivi. Ma la discontinuità territoriale data dall’insularità crea svantaggi superiori e specifici, mettendoci fuori, di fatto, dalla rete dei trasporti e dell’energia. Discontinuità territoriale per noi significa non avere il metano, non potendo diluire i costi di distribuzione lungo il percorso. Ma vuol dire anche molto altro, a partire dal costante rischio di posizioni monopolistiche sul fronte dei trasporti. Su questo, in particolare, la Commissione europea deve finalmente capire che non può far solo riferimento al libero mercato: per le isole servono deroghe specifiche perché hanno problemi specifici. Nel momento in cui le politiche di coesione si traducono essenzialmente in politiche di connessione in rete, è chiaro che la condizione insulare rende necessarie politiche di integrazione diverse da quelle continentali».»
Francesco Pigliaru ha poi sottolineato come però il problema sia stato «sempre sottovalutato non solo dall’Italia ma anche dall’Unione Europea. La programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali non sembra infatti averne tenuto sufficientemente conto. È tempo di cambiare rotta – ha detto il presidente della Regione – e di inaugurare una nuova stagione di rapporti politici e istituzionali, di occasioni di integrazione e di riequilibrio di poteri che costituiscano il quadro della nuova specialità, in modo che la rivendicazione di pari opportunità delle regioni insulari possa declinarsi in atti concreti, capaci di ridurre lo svantaggio. E bisogna farlo subito, perché l’assenza di una tutela mirata e calibrata rischia di non rispondere alle nostre aspettative non solo nella attuale fase di programmazione ma anche nella prossima. Nel momento in cui si aprirà il negoziato sui criteri per l’assegnazione dei finanziamenti, sarà cruciale far valere il principio della specialità proprio per favorire l’adozione di misure specifiche e di risorse adeguate a favore delle isole. Sappiamo che non mancheranno difficoltà e qualche resistenza per il riconoscimento, nei fatti, di quella attenzione particolare prevista nella Costituzione europea. È necessario perciò un lavoro di squadra per riuscire a consolidare un livello elevato di attenzione sulla questione – ha concluso Francesco Pigliaru -. Sono problemi specifici, più facciamo chiarezza e meglio possiamo aggredirli senza ricorrere a generiche compensazioni. L’assistenza non ci interessa e va contro lo sviluppo. Ciò che serve sono interventi mirati e duraturi che garantiscano alle isole un più agevole avvicinamento alle aree più sviluppate dell’Unione europea».
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