Movimento partite Iva: «In pericolo l’intesa Alcoa-Glencore, per essenzialità e superinterrompibilità solo auspici».
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Il Movimento partite iva Sulcis Iglesiente si schiera al fianco dei lavoratori Alcoa nella lunga e difficile vertenza per il rilancio produttivo.
«Mentre il Governatore dello Stato di New York salva i lavoratori Alcoa dello stabilimento di Massena con un intervento che vale 70 milioni di dollari: energia a basso costo e contributi economici per rendere gli impianti di produzione tra i più competitivi al mondo; a Roma si è consumata l’ennesima beffa ai danni dei lavoratori dell’impianto Alcoa di Portovesme, da tre anni chiuso.»
«Le parole del ministro Guidi – si legge in una nota del Movimento partite Iva – non lasciano spazio ad interpretazione. Il prezzo dell’energia richiesto non è compatibile con il quadro normativo europeo; si identifica in aiuto di Stato non ammesso dalla commissione UE. Questa la sintesi del giro di parole del ministro, che tuttavia ha detto che il negoziato è in corso e di essere fiduciosa che si possa definire il prezzo più basso nella forbice della media europea del costo dell’energia. Peccato che il prezzo richiesto da Glencore per rilevare gli impianti sia stato oggetto di un accordo stilato proprio sui tavoli del Governo, che avrebbe dovuto difendere il suo operato in sede europea.»
Il Movimentopartite Iva parteciperà all’Assemblea Popolare del Sulcis Iglesiente in programma venerdì 27 novembre alle ore 16.30 in via Costituente, a Carbonia (Lù hotel). Un’assemblea popolare, aperta a tutta la società civile, per discutere sull’emergenza economica del territorio. Un appuntamento al quale aderisce il Movimento Partite Iva con l’intento di fare una seria riflessione sulle dinamiche del protocollo d’intesa “Piano Sulcis” a tre anni dalla sua sottoscrizione, ma anche per orientare lo sguardo verso le prospettive future.
Al centro dell’incontro ci sarà l’analisi del “Piano Sulcis” sottoscritto il 13 novembre 2012. Un protocollo che rappresentava una speranza, in un territorio falcidiato dalla crisi industriale e privato di prospettive concrete. Speranze che non hanno trovato riscontro nella sua attuazione. Il protocollo d’intesa con il passare dei mesi e degli anni rivelava tutta la sua inadeguatezza rispetto all’emergenza in atto, nonché la sua incapacità a rimuovere l’angoscia che gravava, e grava tutt’oggi, su oltre 35mila disoccupati e inoccupati, maggioranza giovani, emarginati da una vita sociale dignitosa.
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