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Dopo l’avvocato Giacomo Doglio, legale di due dirigenti medici dipendenti della ASL 7, in servizio presso l’U.O. di Rianimazione del P.O. “Sirai”, Mariano Cabras e Leonardo Giovanni Tola, anche l’avvocato Enzo Pinna, legale della dott.ssa Tiziana Serci, Direttore della Struttura Complessa della Rianimazione della Asl 7 di Carbonia, interviene sui contenuti dell’articolo “Sei direttori della Asl 7 intervengono nel dibattito sul servizio di assistenza domiciliare integrata” pubblicato il 16 novembre 2015.
«La dott.ssa Tiziana Serci, in qualità di Direttore della Struttura Complessa della Rianimazione, contesta, mio tramite – scrive l’avvocato Enzo Pinna -, quanto affermato nel documento pubblicato nella sua integralità in data 16 novembre u.s. sul quotidiano on-line “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, sottoscritto dai dott.ri Sergio Pili, Antonio Tuveri, Marco Vinicio Grussu, Viviana Lantini, Antonello Cuccuru, Miriana Fresu.
In particolare, non si condividono i toni ed i contenuti utilizzati nel suddetto documento, soprattutto con riferimento all’organizzazione del reparto diretto dalla mia cliente, che, al contrario, ha sempre operato con la massima diligenza professionale, utilizzando al meglio le risorse messe a disposizione per ottenere la massima efficienza ed i migliori risultati a garanzia della salute dei pazienti.»
«Sono, comunque, opportune alcune sintetiche precisazioni – aggiunge l’avvocato Enzo Pinna -:
• L’A.D.I. era svolta nell’ambito del “Progetto di Continuità Assistenziale”.
• Le prestazioni dei Dottori Tola e Cabras venivano effettuate al di fuori dell’orario di lavoro, al fine di non creare alcun disagio all’attività medico-ospedaliera della Struttura diretta dalla Dott.ssa Serci.
• L’istituzione di una U.O. che si occupi di tale servizio, dovrebbe essere quantomeno supportata da un organico professionalmente adeguato e dimensionato all’afflusso di richieste e pazienti.
• L’organizzazione al tempo data dalla ASL 7 non consentiva, in alcun modo, di seguire efficacemente l’A.D.I. ed era, altresì, foriera di responsabilità personali.
• Attualmente il personale medico e paramedico non è sufficiente e risulta assolutamente improbabile organizzare, all’uopo, dei turni “”nell’ambito del normale orario di lavoro””, ovvero lo svolgimento dell’assistenza domiciliare, attraverso l’uso dello strumento delle prestazioni di lavoro “straordinario”.
Le statistiche e le medie precisate nel contestato articolo, oltreché tutte da verificare, non tengono neppure conto delle reali esigenze e delle situazioni contingenti, che il personale medico e paramedico si trova a dover affrontare giornalmente, paziente per paziente.
Già nel recente passato, la dott.ssa Serci aveva avuto modo di evidenziare tali problematiche.
Non si comprende, poi, come tali affermazioni possano provenire da soggetti che non svolgono le mansioni della dott.ssa Serci.
Quest’ultima – conclude l’avvocato Enzo Pinna -, nel restare a disposizione per eventuali chiarimenti, si riserva, pertanto, di ogni più ampia tutela in merito.»