19 November, 2024
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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma, relatore al disegno di legge n. 172 “interventi urgenti a favore dei privati e delle attività produttive danneggiati a seguito di eventi calamitosi in Sardegna”, esprime soddisfazione per l’approvazione dello stesso nella seduta odierna del Consiglio regionale.

«Il risultato odierno – dichiara Daniela Forma – consiste non tanto e non solo nella possibilità di disporre del milione di euro previsto nella Finanziaria regionale 2015 per far fronte ai danni subiti da privati e attività produttive a seguito di eventi calamitosi, quanto piuttosto nella istituzione stessa di un “Fondo speciale per le emergenze regionali”.»

Il disegno di legge n. 172 pone rimedio, infatti, ad un vuoto normativo, consentendo alla Regione Sardegna di dotarsi di uno strumento che permetta l’erogazione di contributi in denaro a favore dei soggetti privati e delle attività produttive che abbiano subito danni ai loro beni mobili e immobili a seguito di eventi calamitosi. Fino a questo momento, infatti, il Consiglio regionale ha sempre emanato leggine ad hoc per far fronte ad eventi circoscritti.

Ma l’alluvione del novembre 2013 che ha colpito la Sardegna portando morte, distruzione di beni pubblici e privati, mettendo in ginocchio famiglie ed imprese, ha portato alla consapevolezza di dover porre rimedio in maniera sistematica a tale carenza normativa.

L’istituzione di un Fondo in cui convogliare risorse regionali ed eventuali finanziamenti locali, nazionali, europei nonché erogazioni liberali di privati, risulta quindi di fondamentale importanza per contribuire al ripristino delle condizioni normali di vita dei privati cittadini e alla ripresa delle attività produttive che subiscano danni a causa di calamità.

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Municipio Carbonia 1 copia

Scadono alle 12.00 del 13 novembre, a Carbonia, i termini per la presentazione delle domande per il programma “Ammissione agli interventi di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”. Le domande potranno essere presentate anche senza dichiarazione I.S.E.E. che potrà essere integrata successivamente.

Possono presentare domanda i cittadini residenti nel comune di Carbonia con un ISEE Inferiore o uguale a 4.500 euro. Possono presentare richiesta anche coloro che hanno un ISEE superiore ai 4.550, sino ad un massimo di 5.500 euro in caso di particolari e complesse situazioni di bisogno (salvo diversa determinazione dalla Regione). Nel caso in cui tale soglia dovesse essere stabilita in misura inferiore dalla Regione Sardegna, il richiedente non avrà diritto all’inserimento in graduatoria.

La domanda di partecipazione dovrà essere consegnata direttamente dall’interessato all’Ufficio Protocollo o trasmessa all’indirizzo di PEC del Comune (comcarbonia@pec.comcarbonia.org). Gli interessati dovranno conservare il numero di protocollo generale, assegnato alla domanda, che sarà utile ai fini della pubblicazione della graduatoria e per conoscere l’esito del procedimento.

La documentazione necessaria per presentare la domanda è disponibile sul sito internet del Comune di Carbonia ( www.comune.carbonia.ci.it) nelle sezioni Servizi Comunali – Servizi Sociali e Politiche Giovanili e Bandi e Concorsi – Altri Bandi.

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Blocco dell’offerta formativa in tutta la Sardegna e paralisi nei pagamenti agli utenti, ai dipendenti, ai docenti e ai fornitori delle agenzie della formazione professionale isolane se la Regione non provvederà entro il prossimo 31 dicembre a chiudere e rendicontare le spese delle attività del piano operativo del Fondo Sociale Europeo relativo al quinquennio appena terminato (2007-2013): in totale circa venti milioni di euro.

E’ la denuncia delle agenzie di formazione professionale, riunite stamattina a Cagliari, attraverso Cesfop e nel Coreform che chiedono alla Giunta un impegno per accelerare le procedure per il pagamento e per avviare al più presto le attività relative alla nuova programmazione 2014-2020.

Nel triennio 2013-2015, le 25 Agenzie Formative rappresentate, attraverso le 389 sedi territoriali, con 392 dipendenti a tempo indeterminato e 136 a tempo determinato, hanno fornito servizi di formazione, orientamento e servizi per il lavoro per 1.442.719 ore, suddivise in 4.377 corsi (erogati e conclusi), per 47.245 utenti totali, di cui 7.980 qualificati e 39.265 di aggiornamento. L’indotto legato al sistema delle Agenzie Formative, è di 12.016 persone (docenti e fornitori di beni e servizi).

«Se non si fa in fretta la Regione rischia di perdere i fondi comunitari – ha spiegato Bonaria Spignesi, portavoce della rete di agenzie formative – non solo, se la Regione non riuscirà a rendicontare le spese ed erogare quanto dovuto, dall’inizio dell’anno prossimo si rischia un vuoto nella formazione professionale perché gli enti non potranno avviare alcun corso».

«Da aprile scorso non è cambiato nulla – hanno continuato le Agenzie Formative – gli stipendi dei dipendenti sono in ritardo anche di 4 mesi, il rimborso dei corsisti è fermo, il pagamenti dei docenti convenzionati e dei fornitori bloccato. In ogni caso sul comparto pende la spada di Damocle di imminente un licenziamento di massa».

Infatti, a rischio, oltre alla prosecuzione delle attività, ci sono gli oltre 500 posti di lavoro delle 25 agenzie formative sarde sulle 37 accreditate. In totale le accreditate sono 158 considerando anche scuole, università ed enti che operano solo in regime di autofinanziamento. Infatti, a 100 dipendenti, sui 392 a tempo indeterminato, sono state recapitate le lettere di prelicenziamento; per i restanti, se la situazione non si sblocca, partiranno entro il 31 dicembre. «In ogni caso – sottolinea il coordinamento della Agenzie Formative – il personale non potrà usufruire neanche degli ammortizzatori sociali».

Oltre alla soluzione dell’emergenza le agenzie formative sarde chiedono che la Regione riorganizzi i sistemi di selezione, affidamento e gestione delle attività; un tavolo tecnico per definire il ruolo del comparto della formazione e degli enti accreditati e la definizione anticipata delle risorse pluriennali all’interno della programmazione regionale.

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«La Sardegna è una terra spopolata non certo per ragioni naturali, bensì perché è mal governata e vessata da interessi esterni, perché subisce l’imposizione di modelli di sviluppo inadeguati, perché da sempre soffre di un’insufficiente libertà e perché manca il lavoro. Ma la soluzione non sarà importare disoccupati!»

Questa la ferma presa di posizione del nuovo presidente del Psd’az Giovanni Columbu che, attraverso una nota pubblicata sul sito ufficiale dei quattro mori, ha voluto esprimere alcune “personali considerazioni” sui flussi migratori e sull’accoglienza dei migranti con un particolare riferimento alla situazione della Sardegna.

«La sola accoglienza è senza prospettive poiché non potrà per sempre essere assistita, né essere affidata in modo indefinito alle disposizioni morali, ideali o religiose dei cittadini». Se a ciò si aggiunge che permarrebbe in ogni caso «il pericolo concreto che sui processi in atto, oltre alle ragioni umanitarie, possano convergere immensi interessi economici e che in assenza di effettive e sostenibili politiche di integrazione un flusso così imponente di migranti è destinato a generare conflitti e nuove forme di povertà» gli elementi caratterizzanti della considerazione del neoeletto Presidente sardista cominciano a definirsi con maggiore chiarezza.

«In Sardegna occorre impegnarsi a creare nuove e credibili opportunità di sviluppo e di lavoro, ma in primo luogo per i numerosi sardi disoccupati e per coloro che dalla Sardegna sono stati costretti ad andarsene – scrive Columbu nella nota – e noi non possiamo accettare che ad un libero e illiberale mercato di merci si aggiunga anche la libera importazione di esseri umani perché è evidente che, dopo avere pregiudicato o tentato di mettere fuori mercato i nostri prodotti, la disponibilità di forza lavoro a basso costo metterebbe ai margini anche i nostri lavoratori.»

Quanto alla tesi secondo cui un ulteriore e ancora più vasto afflusso di migranti darebbe soluzione ai problemi di denatalità e invecchiamento dei paesi europei, la posizione di Columbu appare altrettanto netta: «Questa tesi, sostenuta anche come rimedio allo spopolamento della Sardegna è del tutto inaccettabile poiché si prospetta come rinuncia a qualsiasi possibilità di cambiamento e di crescita. Quasi che alla nostra società non si possa riservare altro futuro che quello di deperire fino a estinguersi».

Per il presidente dei Quattromori un approccio corretto al problema passerebbe perciò anche da un maggiore controllo degli ingressi dei migranti: «Le frontiere, come i muri, non esistono solo per escludere, ma per includere e accogliere, per difendere valori e diritti e per assicurare la pacifica convivenza, e fino a quando esisteranno paesi governati da leggi, diritti civili e costumi sostanzialmente diversi, le frontiere devono esistere. Perché un paese senza frontiere è come una casa senza muri e – conclude Columbu – se la via da perseguire è quella di testimoniare a favore dell’autodeterminazione di ogni popolo, noi tutti dovremo adoperarci con rinnovato impegno nel luogo in cui viviamo, per affermare il nostro diritto e dovere di esistere, con la nostra identità e con la nostra storia».

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Palazzo del Consiglio regionale A

Il presidente del Consiglio regionale in apertura della seduta odierna ha comunicato all’Assemblea la notifica della sentenza del Tar con cui è stato accolto il ricorso di Giovanni Satta, candidato nella lista Uds, contro Gianni Lampis, candidato con la lista Fdi e proclamato eletto in sostituzione del decaduto Modesto Fenu. Dopo la lettura del dispositivo della sentenza il presidente ha sospeso la seduta per consentire la riunione immediata della Giunta per le elezioni.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha letto all’Assemblea la delibera della Giunta per le elezioni con cui si prende atto della sentenza del tribunale amministrativo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha informato il Consiglio della presenza di una delegazione di dipendenti della ”flex-security” e di “garanzia giovani”, eventualmente in coda ai lavori della giornata.

Il presidente Ganau ha assicurato che del problema saranno investiti i capigruppo e, subito dopo, ha avviato la discussione generale sul primo punto all’ordine del giorno, il Dl n. 172 (“Interventi urgenti a favore di privati e attività produttive danneggiati a seguito di eventi calamitosi in Sardegna”) dando la parole alla relatrice Daniela Forma (Pd).

Nel suo intervento, Forma ha ricordato che il provvedimento è stato approvato in commissione all’unanimità sottolineando che «è stato concepito per sostenere le attività produttive e le persone colpite da calamità naturali». Il testo tuttavia, ha spiegato, «presentava alcune criticità ed è stato in parte rivisto introducendo nuovi elementi di semplificazione e di armonizzazione con la normativa di riferimento nazionale ed europea». Ora la Sardegna, ha aggiunto Forma, «ha una legge organica dopo la gravissima alluvione del 2013 e la nuova disciplina dell’intervento pubblico renderà più tempestive le azioni della prima fase post-calamità ma anche di far ripartire l’economia dei territori». La legge, ha concluso, «assegna una particolare attenzione all’eliminazione di alcuni passaggi burocratici, anche attraverso la creazione di un fondo unico in cui confluiranno risorse pubbliche di diversa provenienza e donazioni di privati».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha espresso parziale soddisfazione per il provvedimento scaturito, ha ricordato, «da una mia interrogazione del 4 settembre cui non è stata data ancora risposta; la legge, è vero, dà un po’ di respiro ma occorre ricordare che sono tante le infrastrutture pubbliche danneggiate che non sono state ripristinate, serve quindi la sollecita individuazione di nuove risorse per riportare funzionalità nei Comuni interessati».

Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha manifestato invece la sua soddisfazione «perché la legge colma un grave vuoto legislativo con una norma ben strutturata, superando la logica degli interventi ad hoc, fermo restando che il Consiglio dovrà comunque tornare su questi problemi forte delle esperienze fin qui maturate (anche se in circostanze negative) non ultime quelle legate alla gestione degli aiuti privati e di associazioni, rimasti bloccati per quasi due anni a causa di questioni burocratiche». Ora la Regione, secondo Tendas, «potrà intervenire in modo molto più tempestivo e, in quest’ottica, abbiamo presentato un emendamento finalizzato a consentire ai Comuni di superare i vincoli del patto di stabilità perché, se manca questo passaggio, rischiamo di rendere la norma poco efficace».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha messo in luce alcune criticità «che esistono oggettivamente anche se abbiamo votato a favore ritenendo prevalente l’esigenza di stringere quanto più possibile i tempi di intervento». In particolare, ha sottolineato Locci, «manca ancora il regolamento per questa tipologia di interventi annunciato già in occasione della finanziaria ed è necessario perché se non eroghiamo le risorse disponibili (1 milione) entro il 31 dicembre saltiamo un intero anno e non è tollerabile». A questo punto, ha suggerito il consigliere, «dobbiamo affrontare con decisione il problema di un Consiglio che approva le leggi per tempo, in questo caso, senza che però alle stesse non viene data attuazione dalla burocrazia regionale; il vizio di origine è il pareggio di bilancio e gli altri effetti negativi a cascata si vedranno molto presto».

Il consigliere Eugenio Lai (Sel) ha affermato che «il gioco delle parti regge fino ad un certo punto ma in questo caso occorre superarlo e lavorare con senso di responsabilità, colmando un vuoto normativo che è di anni e non solo di sette mesi». «La legge è importante – ha detto ancora Lai – non incide sono su questo anno solare ma durerà nel tempo come strumento normativo di grande innovazione rispetto al passato mentre, nel frattempo, va ricordato che l’assessore dell’Ambente e la Protezione civile hanno operato bene, i Sindaci sono stati costantemente informati, le istituzioni si sono mostrate concretamente vicine alle popolazioni, i tempi di intervento si sono drasticamente ridotti; c’è ancora molto da fare la Regione è partita col piede giusto».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha salutato con favore l’approdo in Aula del disegno di legge che norma gli aiuti ai privati colpiti dagli eventi calamitosi ed ha ricordato la scarsa preparazione dell’intera macchina regionale ad affrontare, in particolare nel 2013, i drammatici eventi alluvionali che hanno interessato numerosi territori della Sardegna, ad incominciare da Olbia e la Gallura. «Da allora – ha aggiunto il consigliere dei democratici – sono stati fatti passi in avanti, sia nell’organizzazione della protezione civile, che è stata messa alla prova anche di recente con l’ultima alluvione che ha interessato ancora la città Olbia, ed è per queste ragioni che esprimo, fin da subito, apprezzamento per la Protezione civile regionale e per l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano».

Meloni ha quindi rimarcato con tono critico l’assenza di una norma che regoli gli interventi a favore di cittadini e imprese ed ha ricordato che persino gli aiuti volontari arrivati alle amministrazioni locali hanno registrato difficoltà nell’erogazione per gli effetti dei vincoli del patto di stabilità («e ciò che è accaduto, ad esempio, nel comune di Olbia»).

L’esponente della maggioranza ha quindi definito “meno apprezzabile” lo stanziamento previsto per il 2015 che è pari a un milione di euro. «Solo nella città di Olbia – ha spiegato Meloni – i danni dei privati quantificati nel 2013 superano i cento milioni di euro ed è evidente quanto si piccolo lo stanziamento indicato nel Dl 172».

In conclusione del suo intervento, il consigliere del Pd, ha quindi ricordato l’approvazione unanime dell’ordine del giorno n. 3 del 28 aprile 2014 (sulla necessità di intervenire presso il Governo nazionale per concordare gli aiuti economici ancora non erogati e necessari per la ripresa economica delle famiglie, delle attività produttive e degli enti locali colpiti dall’alluvione del 18 novembre 2013, per la mitigazione dei rischi idrogeologici, e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici nelle aree a rischio idrogeologico) per affermare che rispetto ad allora la situazione non è mutata per ciò che attiene le «risposte attese dai privati siano esse famiglie o imprese«. «Molti di questi – ha aggiunto – hanno dovuto ricorrere all’indebitamento per rientrare nella disponibilità delle proprie abitazioni o per l’acquisto di una auto ed alcuni, sono stati interessati dalla recente alluvioni che ha interessato Olbia». Meloni ha concluso con un generale ringraziamento per l’operato del presidente Pigliaru e degli assessori Donatella Spano e Paolo Maninchedda ma – ha detto – serve garantire maggiore consistenza finanziaria al provvedimento.

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha riconosciuto «l’esigenza di un provvedimento normativo che regoli gli aiuti ai privati ma la norma deve essere congrua e proporzionata alle esigenze». «Oggi la montagna rischia di partorire un topolino», ha affermato l’esponente della minoranza, riferendosi alla dotazione finanziaria indicata nel testo del Dl 172 che è pari ad un milione di euro per l’annualità 2015. «Un milione di euro è un obolo», ha insistito Marco Tedde, «ed evidenzio l’ulteriore lacuna normativa rappresentata dall’assenza di interventi sul sociale, perché è noto che le calamità provocano danni materiali ma anche disagio sociale e psicologico».

«Una legge è dunque necessaria – ha concluso il consigliere Fi – ma lo strumento che andiamo da approvare è del tutto insufficiente e le lacune prima evidenziate meritano di essere colmate».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha definito una buona notizia l’imminente varo di una legge per regolare gli aiuti ai privati colpiti da calamità naturali che però- a suo giudizio – fa il paio con la cattiva notizia rappresentata dall’esiguità negli stanziamenti. (un milioni di euro per il 2015). L’esponete della minoranza ha quindi auspicato modificazioni anche per ciò che attiene la possibilità per i Comuni di poter erogare gli aiuti volontari ricevuti, escludendo tali somme dal tetto di spesa stabilito dal patto di stabilità.

Il capogruppo sardista ha inoltre proposto il riconoscimento di stanziamenti a favore anche delle amministrazioni comunali ed ha ribadito, ricordando l’approvazione della risoluzione in Quinta commissione, favore per l’istituzione del regime di zona franca nei Comun i colpiti da eventi calamitosi. Carta ha concluso preannunciando il voto favorevole al provvedimento.

Dopo l’on. Carta, ha preso la parola l’assessore Spano (Ambiente) che ha ricordato l’importanza del fondo istituito nella norma finanziaria ultima. L’esponente della Giunta ha detto: «La Regione non può che applicare le norme anche in caso di distribuzione di risorse a seguito di eventi calamitosi. Abbiamo bisogno di colmare il vuoto normativo che attualmente colpisce le aziende e i privati danneggiati. Con l’approvazione che auspico di questo disegno di legge ci mettiamo al passo con l’Emilia Romagna, unica regione italiana che ha superato questo vuoto normativo».

L’assessore ha anche aggiunto che «a sostegno delle persone e delle imprese ci sarà un contributo finanziario e non un risarcimento. Questo deve essere chiaro: nessuno Stato potrebbe far fronte a tutti i danni subiti in occasione di questi eventi. E’ la migliore risposta che possiamo dare alle associazioni di cittadini colpiti da alluvione negli ultimi tre anni, che ci hanno chiesto prima di tutto di approvare una norma a loro favore. Una norma non ad hoc ma a carattere generale e astratto, sempre attivabile in queste tristi occasioni. I cittadini sardi non saranno più lasciati soli dalla Regione. E lo stesso vale per le imprese, che stiamo incentivando verso la copertura assicurativa come raccomanda anche la Commissione europea».

Dichiarata chiusa la discussione, il presidente del Consiglio regionale ha messo in discussione l’emendamento 4, aggiuntivo rispetto all’articolo 1 (Pittalis e più), che è stato approvato e prevede che «in via prioritaria la legge sia applicata a favore dei sardi danneggiati nelle alluvioni del novembre 2013 e giugno 2014».

Approvato anche l’emendamento orale Manca e più che prevede la priorità del sostegno a favore dei soggetti privati che abbiano subito danni alle prime case.

L’on. Giorgio Oppi (Udc) ha ricostruito la materia, così come è stata gestita negli anni passati e ha detto che «è elevato il rischio che questa legge generi ricorsi e controricorsi. I tempi potrebbero allungarsi notevolmente». L’articolo 1 quater è stato approvato.

Sull’articolo 2 l’Aula ha discusso l’emendamento 1 (a firma dell’on. Giuseppe Meloni, poi integrato da un emendamento orale), che prevede la possibilità per i Comuni, eventualmente bloccati dal patto di stabilità, di spendere in un momento successivo le risorse assegnate. Anche l’on. Forma si è espressa a favore e così, sempre dai banchi del Pd, l’on. Roberto Deriu. Che ha detto. «Questo è il cuore della legge e bisogna dare un segnale molto forte ai Comuni, al di là di ogni dubbio».

Approvati anche gli articoli 3, 3 bis e 3 ter, 4.

L’on. Pittalis (Forza Italia) ha illustrato un emendamento sostitutivo all’articolo 4, «perché dal primo gennaio 2016 ci siano risorse immediatamente spendibili». Con il suo capogruppo il Pd ha espresso parere contrario all’emendamento Pittalis. «La demagogia è la sua, onorevole Pittalis, quando prevede dall’oggi al domani uno stanziamento da 20 milioni di euro».

Favorevoli all’emendamento Pittalis anche i capigruppo Attilio Dedoni e Gianluigi Rubiu. Quest’ultimo ha detto: «E’ chiaro che dobbiamo aiutare famiglie e imprese ma senza soldi questa sarà la legge dell’ovvio. Con quali risorse pagheremo i danni? Con un milione di euro?».

Il sardista Angelo Carta ha detto: «Fra tredici giorni è il secondo anniversario del ciclone Cleopatra: cosa porteremo di concreto alle popolazioni della Gallura? Non mi sembra che quei 20 milioni non possano essere uun impegno impossibile, non assumibile. Non stiamo ipotecando la prossima finanziaria ma tracciando la destinazione di un pezzo piccolo del prossimo bilancio».

L’on. Mario Floris ha segnalato la necessità che «il Consiglio regionale possa verificare sempre in diretta l’andamento della spesa della Giunta. Questo invece non è possibile oggi e dunque 20 milioni in questa circostanza possono essere moltissimi oppure pochissimi».

Secondo l’on. Alberto Randazzo “La legge ha un senso solo se ha le gambe per camminare”.

L’on. Oppi (Udc) ha detto che “i danni sono 650 milioni e dunque voterò contro perché un milione non serve a nulla.

L’emendamento Pittalis è stato respinto. Approvati invece l’articolo 4, l’articolo 5.

L’Aula ha poi approvato col voto finale (48 votanti, 32 favorevoli, 16 contrari) l’impianto di legge.

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione il secondo punto all’ordine del giorno: DL n.267/A «Riconoscimento delle passività pregresse della Regione nei confronti di ARST Spa».

Il provvedimento varato dalla Giunta regionale riconosce oltre 31 milioni di euro di passività pregresse nei confronti dell’Azienda regionale dei Trasporti e ne autorizza il pagamento in tre diversi esercizi finanziari: 9,148 milioni di euro per il 2015, 11 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

«Si tratta di crediti maturati dall’Arst nel 2014 – ha spiegato il presidente della Quarta Commissione Antonio Solinas – questa situazione ha creato gravi disagi nella gestione dell’Azienda. Serve un intervento immediato, per questo il provvedimento è stato approvato all’unanimità dalla Commissione da me presieduta.»

Ha quindi preso la parola il consigliere dei Riformatori Michele Cossa: «Si tratta di un atto dovuto e atteso da molto tempo – ha detto Cossa – sarebbe però doveroso soffermarsi sul tema più ampio del trasporto pubblico locale che in Sardegna è in evidente sofferenza».

Il sistema dei trasporti, secondo il consigliere di minoranza, ha bisogno di investimenti importanti. «L’ultimo si è fatto nel 2006-2007 nella legislatura Soru con l’acquisto di 350 autobus. Il parco mezzi è obsolescente – ha ricordato Cossa – ciò si riflette sull’efficienza del servizio. La difficoltà nei trasporti hanno inoltre una forte incidenza sul fenomeno della dispersione scolastica».

Cossa ha quindi invitato la Giunta a riflettere sull’opportunità di riaprire il discorso sulla realizzazione della linea metropolitana di Cagliari e dell’Area Vasta: «Mi auguro che si possano reperire le risorse anche per il tronco verso Sestu. La Giunta ragiona invece su un depotenziamento, si parla di tagli per 8 milioni di euro».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso preoccupazione per l’esclusione della Sardegna dal piano di investimenti di RFI. «E’ inaccettabile – ha detto Zedda – soprattutto per una regione che vantava uno stabilimento come la Keller. E’ una battaglia da portare avanti ma la Sardegna non può farlo da sola. A Villacidro ci sono tutte le condizioni per creare un polo della meccanica».

La consigliera azzurra si è poi detta d’accordo sulla necessità di ripianare i debiti di Arst. «La legge deve essere applicata fino in fondo. Anche noi non siamo riusciti a sanare la situazione per il patto di stabilità. Speriamo che questo intervento non venga bloccato, chiediamo però che l’intera partita dei trasporti possa essere affrontata anche alla luce degli ultimi avvenimenti».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore ai Trasporti Massimo Deiana che ha ringraziato Consiglio e Commissioni per la celerità con la quale hanno consentito alla Giunta di intervenire. «Abbiamo trovato una situazione difficile – ha ricordato Deiana – l’Arst vantava un credito di 90 milioni di euro nei confronti della Regione. Ne abbiamo già dato 60 e gli altri 31 si possono erogare solo con una legge perché si tratta di passività pregresse».

Sul parco mezzi, Deiana ha riconosciuto la necessità di un intervento: «E’ vero che gli ultimi autobus sono stati acquistati durante il Governo Soru. Noi abbiamo lavorato insieme alle altre regioni sul nuovo DPR per l’acquisto di materiale rotabile che oggi è all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni. Per la Sardegna prevede circa 24 milioni di euro, non tantissimi soldi ma sufficienti per iniziare il rinnovamento delle macchine».

Riguardo ai tagli, Deiana li ha definiti necessari per far fronte alla pesantissima situazione debitoria dell’Arst, mentre sulla partita RFI, segnalata da Alessandra Zedda, l’assessore si è detto d’accordo sulla necessità di combattere tutti insieme la battaglia. «C’è un deficit strutturale spaventoso – ha detto Deiana -, mancano in Sardegna l’alta velocità, l’elettrificazione delle linee, il doppio binario. Servono investimenti importanti, chiediamo di portarci almeno a un livello medio di infrastrutturazione. I costi superano il mezzo miliardo di euro. Per far tutto ne servirebbero 1,4».

Chiusa la discussione, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è quindi passati all’esame dei tre articoli del provvedimento che sono stati votati in rapida successione.

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto che ha invitato la Giunta a mostrare la stessa attenzione nei confronti delle aziende di trasporto pubblico cittadino: «Nel momento in cui si fa un provvedimento così importante – ha detto Lotto – non bisogna dimenticare le altre aziende di Cagliari, Sassari e Nuoro che meritano la stessa considerazione»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (48 voti su 48 votanti).

I lavori del Consiglio riprenderanno nel pomeriggio alle ore 16.00.

Alla ripresa dei lavori, il presidente del Consiglio ha esaminato la proposta di legge  256/A presentata dai consiglieri regionali Antonio Solinas, Demontis e più in materia di procedure di approvazione del piano di bacino e norme di prima applicazione (modifiche alla legge regionale n. 19 del 2006)

La proposta è stata illustrata dall’on. Demontis, secondo cui «la legge 19 del 2006 va modificata nel senso di conferire i poteri all’Autorità di bacino e non al Consiglio regionale, fatto salvo l’obbligo del parere della commissione consiliare competente».

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la discussione generale e dopo che la Giunta si è espressa favorevolmente, l’Aula ha approvato gli articoli e poi, in ultimo, la legge con 27 favorevoli e 17 astenuti.

 A seguire, il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, ha preso la parola sulla presa d’atto della decisione di approvazione da parte della Commissione europea e composizione del Comitato di sorveglianza nell’ambito del POR FESR 2014-2020.

Anche la Giunta, con l’assessore Raffaele Paci, si è espressa favorevolmente sulla concentrazione degli interventi. Sul tema ha preso la parola l’on. Roberto Deriu (Pd), che si è chiesto «vista l’importanza del tema se non sia il caso di far pronunciare sul punto l’Aula e non solo la commissione competente»  l’on. Locci si è detto perplesso sul metodo della programmazione, “un grande libro di sogni”. L’on. Manca (Pds) ha chiesto spiegazioni sul provvedimento al voto mentre l’on. Dedoni (Riformatori) ha contestato il metodo.

L’on. Sabatini ha riferito che la Giunta ha recepito tutte le indicazioni della Commissione Bilancio, da lui presieduta.

Al termine degli interventi, l’Aula ha approvato l’ordine del giorno di presa d’atto definitiva del documento. Il presidente ha poi dichiarato conclusa la seduta: il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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Si è riunita oggi la ricostituita Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria, convocata dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, per esprimere il parere sulla riforma della Rete ospedaliera, come prevede la legge regionale 23 sul “Sistema integrato dei servizi alla persona”.
L’assessore Arru ha illustrato la proposta – che verrà approvata definitivamente dall’esecutivo nelle prossime settimane – partendo dalla realtà sanitaria attuale e dalle certificazioni di soggetti terzi, che vedono la Sardegna agli ultimi posti per una serie di importanti indicatori. La parola è, quindi, passata ai Sindaci, rappresentanti dei distretti e del Consiglio delle Autonomie locali, i quali hanno apprezzato il metodo e l’impostazione della riforma e chiesto di poter esprimere una valutazione compiuta e dettagliata dopo l’approvazione definitiva del documento della Giunta. Luigi Arru ha accolto la richiesta, sottolineando l’importanza di allinearsi anche alla riforma degli enti locali, ancora in discussione.

Luigi Arru 66

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La RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis è fortemente preoccupata per il futuro del sistema elettrico isolano. Oggi ha diffuso una nota, nella quale ricorda che in questi giorni, su indicazioni della società Terna, che gestisce la rete elettrica sarda, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas sta decidendo sul futuro dell’Isola e queste scelte assumono una particolare importanza per il Sulcis Iglesiente.

La RSU della Centrale termoelettrica Sulcis sottolinea che l’Autorità per l’Energia deciderà se e come garantire il sistema elettrico isolano attraverso lo strumento dell’essenzialità, ovvero lo strumento che ha consentito il mantenimento in equilibrio del sistema elettrico della Sardegna fino ad oggi, garantendo la stabilità e la sicurezza della rete elettrica sarda.

«La condizione del settore elettrico è influenzata dalla crisi economica con la conseguente minore richiesta di energia, oltre al progressivo ampliamento delle fonti di produzione come il rinnovabile con la priorità nel dispacciamento. Non condividiamo il rapporto tecnico prodotto da Terna nel quale si evince una quasi totale assenza di essenzialità per l’intero settore elettrico sardo. Non riteniamo che il solo cavo Sapei più 80 MW circa di Assemini siano sufficienti a garantire il sistema elettrico isolano. Non si può non considerare che la Centrale Sulcis abbia necessità di traguardare condizioni di mercato competitive attraverso l’efficientamento degli impianti in regime di essenzialità. Non prendere in considerazione questa eventualità porrebbe trascinare l’azienda in un vortice di non utilizzo, creando ripercussioni negative agli oltre 200 lavoratori diretti e 300 indiretti, posti di lavoro che dipendono dal funzionamento produttivo della Centrale.»

«Per il nostro territorio – spiega la RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis – porre in discussione la reale sussistenza della produzione elettrica, significherebbe dare un ulteriore colpo alla già drammatica situazione che il settore industriale del Sulcis negli anni ha subito e sta subendo. Ulteriori esiti legati all’instabilità di esercizio della Centrale Sulcis, avviata alla non produzione, potrebbe agire negativamente verso il futuro riavvio delle produzioni nel comparto dei metalli non ferrosi, per la quale il fattore sinergico del comparto industriale è fondamentale oggi più di prima. Insomma, un castello di carte in precario equilibrio che potrebbe crollare da un momento all’altro se venisse meno la carta dell’essenzialità per la Centrale elettrica Grazia Deledda di Enel Produzione Spa. Un rischio che il territorio del Sulcis e la Sardegna non possono permettersi di correre.»

La RSU della Centrale Termoelettrica Sulcis conclude lanciando un appello alla politica sarda, «perché si faccia carico di portare il grido d’allarme dei lavoratori e del sindacato nelle stanze del Parlamento nazionale e di quello europeo, così come nelle sedi governative nelle quali oggi si decide il nostro futuro».

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Domenica 29 novembre l’Ussi Sardegna organizza, dalle 9.00alle 11.30, nel Centro regionale Figc (Sa Rodia – Oristano), il corso di formazione professionale “Giovani e sport pulito. Regole, fair play, responsabilità dirigenti e media: vietato imbrogliare”. Ai lavori intervengono il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Francesco Birocchi, il procuratore federale Stefano Palazzi, il pm Paolo De Angelis e l’avvocato Carlo Porceddu (Corte di giustizia federale).

Al termine del corso si svolge la cerimonia dei Premi Ussi Sardegna 2015. Tra i circa trenta premiati, Stefano Sardara e Brian Sacchetti, presidente e ala dei campioni d’Italia Dinamo Banco Sardegna, Marco Storari, portiere Cagliari, Mario Beretta e Massimiliano Canzi, settore giovanile Cagliari, Fabio Aru, vincitore Vuelta 2015, Beppe Bergomi, campione del mondo Spagna 1982 e commentatore tv, Andrea Lucchetta, già campione del mondo di volley, Alessia Orro, campionessa mondiale Under 18 pallavolo, Pagi, squadra calcio Seconda categoria composta da richiedenti asilo, Roberto Carta, allenatore Amsicora campione d’Italia hockey su prato maschile e femminile, Gabriele Angioi, 14 anni, primo sardo ai mondiali di baseball, Chiara Obino, record italiano apnea, Andrea Lecca, maestro e pluricampione sardo di tennis, Carlo Ciabatti, campione mondiale windsurf, Fabio Tosi, portiere Pulcini Atletico Olbia.

I Premi Ussi – oltre a riconoscere gli exploit sportivi e etici in ambito regionale – sono un’occasione per riflettere e ampliare il confronto. Con forti riverberi mediatici locali e nazionali. Tanto che abbiamo contattato i ministeri competenti, la presidenza del Coni nazionale, i vertici delle istituzioni regionali e locali, alle quali abbiamo richiesto, come nella passata edizione, il patrocinio.

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Manifestazione Alcoa 4 novembre 2015 4 Manifestazione Alcoa 4 novembre 2015 3 Manifestazione Alcoa 4 novembre 2015 2

La RSU ex Alcoa, dopo le notizie ricevute nell’incontro svoltosi in Regione dopo la manifestazione di ieri 4 novembre, notizie che ritiene abbastanza preoccupanti per la risoluzione positiva della vertenza, ha deciso di riprendere la mobilitazione, se occorrerà anche giornaliera, al fine di dare una risposta al futuro di circa 1.000 lavoratori che attendono di poter rientrare in fabbrica dopo tre anni.

La RSU chiede a tutti i lavoratori interessati di dare il massimo contributo a sostegno e di partecipare alle iniziative che verranno organizzate nelle prossime ore, in quanto si è ormai arrivati ad una situazione che in questo mese dovrà dare una risposta che si spera positiva, ma è convinta che molto dipenderà dalla determinazione che tutti metteranno nel cercare di salvare la fabbrica dando un futuro lavorativo.

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Una sessantina di progetti firmati da un centinaio di ricercatori sono stati presentati alle oltre centoventi aziende isolane che si sono iscritte alla prima edizione di Unica&Imprese. Nelle sale dell’Hotel Caesar’s si sono sviluppati contatti, quesiti e attenzioni indispensabili per avviare un percorso di networking tra accademia e imprenditoria. Domani, venerdì 6 novembre, al Caesar’s Hotel, i lavori proseguono dalle 9.30 alle 14.30.

Il rettore dell’Università di Cagliari non ha dubbi: «Mi piace constatare una risposta importante e di pregio anche in termini di presenze. Noi – ha detto stamane la professoressa Maria Del Zompo all’inaugurazione di Unica&Imprese – e le imprese dobbiamo conoscerci sempre meglio per capire come, tra corsi di studio, master, stage nelle magistrali e negli ultimi anni delle triennali, possa crearsi un circuito virtuoso con le aziende. Penso che sia utile costruire anche una partecipazione attiva delle imprese sia negli stage, sia nei percorsi di professionalizzazione. Siamo convinti che la cultura sia l’unico mezzo che abbiamo per crescere. La crescita va creata e, mentre in passato era più semplice visto che i mestieri si tramandavano, adesso dobbiamo mettere in campo innovazioni e darci risposte reciproche. E se alcune cose non le abbiamo mai fatte, questo è il momento adatto per provarci assieme».

Il rettore tende la mano alle aziende. In sala, applaudono, tra le tante rappresentanze istituzionali, Alberto Scanu e Alberto Bertolotti, presidenti di Confindustria e Confcommercio. «Noi vogliamo mettere a regime iniziative come queste, sono contenta che si sia partiti, con una risposta importante nei numeri e nella qualità. Devo ringraziare il mio ateneo e – sottolinea Maria Del Zompo – le famiglie sarde: abbiamo invertito la tendenza degli immatricolati, dopo cinque anni di continuo calo. E siamo in crescita con gli iscritti anche se le borse di studio sono diminuite. Il che significa che le famiglie sarde stanno facendo sacrifici per poterci affidare i loro figli. Non scordiamocelo mai».

Per Annalisa Bonfiglio, pro rettore all’Innovazione e al territorio, Unica&Imprese è «solo il primo di una serie di eventi che intendiamo organizzare per promuovere il contatto dell’università con il mondo delle imprese e del territorio. Le nostre ricerche devono essere spunto di innovazione per le imprese e offrire idee e servizi di supporto per far crescere il territorio». Ma non solo. «Abbiamo strumenti – rilancia la professoressa Bonfiglio – per supportare il contatto tra noi e le aziende. Ad esempio, con Industrial liaison office, con l’Ufficio apprendistato di alta formazione e ricerca, ma anche con le opportunità che la legge offre alle imprese per concretizzare il collegamento con l’ateneo. In particolare, il contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca». 

Per ItaliaLavoro e il contratto di Alta formazione, è intervenuta Nicoletta Arca. Per Phd ITalents, bando che incentiva l’assunzione di dottori di ricerca nelle imprese, promosso da Miur (ministero Università), Fondazione Crui (Conferenza rettori) e Confindustria, ha partecipato anche Valeria Saiu (coordinatrice Associazione dottorandi italiani, Cagliari). Per la direzione Ricerca dell’ateneo sono intervenute Orsola Macis (Unica Liaison Office) e Anna Cotza (settore Apprendistato).

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