19 November, 2024
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Anna Maria Busia 81 copia

Annamaria Busia, responsabile nazionale Giustizia del Centro Democratico e consigliera regionale, esprime contrarietà all’ipotesi di soppressione degli uffici della Corte d’Appello di Sassari.

«Chiudere la Corte d’Appello di Sassari – dice Annamaria Busia – sarebbe un atto gravissimo, con ripercussioni negative su l’intero sistema giudiziario e carcerario sardo.»

«È impensabile che, in un momento storico come questo, in cui la Sardegna viene via via trasformata nell’Isola dei detenuti, il Ministero anziché potenziare servizi e organici, pensi di cancellare uffici strategici e indispensabili come la Corte d’Appello di Sassari – aggiunge Annamaria Busia -. La struttura sassarese svolge dei compiti e una mole di lavoro essenziali per il buon funzionamento del sistema giudiziario in Sardegna. Non si pensi solo ai servizi svolti dalla Sezione staccata della Corte d’Appello, ma anche all’enorme lavoro sviluppato dal Tribunale dei minori, e dal Tribunale di sorveglianza, considerato, appunto il forte incremento della popolazione carceraria nell’Isola.»

«Sarebbe invece auspicabile – conclude Annamaria Busia – che il Ministero si preoccupasse quanto prima di potenziare gli organici fortemente carenti sia negli uffici giudiziari sia nelle carceri sarde, risolvendo un problema che da anni sta ingessando l’intero sistema regionale e che peggiora di anno in anno, avvicinandosi sempre più velocemente al collasso.»

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Radiotelescopio San Basilio 1

L’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci ha incontrato il neopresidente dell’Inaf, Nicolò D’Amico, 62 anni, professore ordinario di astrofisica all’Università di Cagliari, nominato alla guida dell’Ente vigilato dal Miur lo scorso 16 ottobre dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini. L’incontro con il vicepresidente della Giunta è stato un primo contatto per avviare il confronto sulle attività che l’Inaf intende sviluppare in Sardegna, ed è emersa la volontà comune di una collaborazione fra le due istituzioni.
«Ci sono prospettive importanti per il futuro dell’Osservatorio e più in generale per un settore in cui questa amministrazione ha dimostrato di credere fortemente, puntando su una scommessa scientifica fatta con grande determinazione – ha sottolineato l’assessore Paci -. Sono certo che la grande professionalità e le competenze del presidente D’Amico daranno un contributo decisivo per l’ulteriore sviluppo dell’Osservatorio in Sardegna, dove puntiamo a sviluppare strutture e capitale umano dell’astrofisica nazionale. Siamo quindi interessati a investimenti nel radiotelescopio ma anche a sviluppare un discorso più articolato attraverso la strategia S3 per l’innovazione.»
Nell’Osservatorio Astronomico la Sardegna ha investito negli anni circa 20 milioni di euro. La realizzazione del grande radio telescopio SRT (Sardinia Radio Telescope), è stata finanziata nel 1997 dal Ministero nell’ambito dei Piani di potenziamento della rete scientifica e tecnologica nelle aree depresse, e la Regione ne ha fatto uno dei punti strategici dello sviluppo del sistema del sapere nell’isola. Ora la Regione vuole portare in Sardegna un pezzo importante dell’Astrofisica nazionale, non solo le strutture ma anche il capitale umano, nella convinzione che dopo aver investito moltissimo in questo progetto sia arrivato il momento di vedere gli sviluppi di quella che è stata una vera e propria scommessa scientifica.
Il presidente dell’Inaf ha ribadito l’interesse dell’Ente per i suoi insediamenti in Sardegna, dove importanti competenze locali negli atenei, nei centri di ricerca regionali, nel tessuto imprenditoriale, e più in generale nel Distretto Aero Spaziale, offrono un valore aggiunto. «Il radiotelescopio SRT e la nuova sede cittadina nel campus di Selargius, sono due insediamenti strategici per l’Inaf, come emerge dagli importanti risultati raggiunti in questi anni, dall’interesse manifestato da altre agenzie, per esempio l’Agenzia Spaziale Italiana, e dall’attenzione manifestata dai nostri partner internazionali – ha sottolineato Nicolò D’Amico -. Ci siamo già messi al lavoro per consolidare questi risultati e per individuare la giusta strada per mantenere l’autodeterminazione e l’autonomia che caratterizza la Sardegna, facendone un valore aggiunto nel panorama nazionale e internazionale dell’astronomia, riuscendo così a sviluppare ulteriormente la presenza dell’Inaf nell’isola, valorizzando allo stesso tempo le eccellenze locali«.
Domenica prossima 8 novembre alle 18.00, nel Teatro “Si ‘e Boi” nell’omonima piazza a Selargius, il Comune e l’Inaf hanno organizzato la cerimonia di presentazione delle attività pubbliche dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari, situato all’interno del nuovo “Campus della Scienza, della Tecnica e dell’Ambiente” del comune di Selargius. Saranno presenti l’assessore Paci e il presidente D’Amico.

 

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Abbanoa ha programmato un intervento di riparazione sulla condotta principale dell’acquedotto Sulcis (Perdaxius). Per consentire l’intervento, ha disposto l’interruzione dell’esercizio dell’acquedotto dalle 5.00 alle 21.00 circa.

Sino alle 22.00, l’erogazione dell’acqua a Carbonia e relative frazioni sarà, comunque, garantita dalle scorte presenti nei serbatoi. Successivamente, per ripristinare le riserve negli stessi serbatoi (indispensabili  per garantire la funzionalità della rete), sarà sospesa l’erogazione dell’acqua sino alle 6.00 del mattino di giovedì 5 novembre. A Carbonia, l’Ospedale Sirai è alimentato dalla rete di distribuzione urbana, quindi anche la struttura sarà interessata dall’interruzione del servizio.

Il servizio sarà ripristinato da Abbanoa in anticipo, nel caso in cui l’intervento fosse completato in tempi minori rispetto a quelli previsti.

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Giovedì 5 e venerdì 6 novembre il Caesar’s Hotel di Cagliari ospiterà l’evento “Unica & Imprese: i ricercatori dell’Università di Cagliari si presentano agli imprenditori”. Nelle due giornate di networking, in programma dalle 9.30 alle 14.30, oltre cinquanta ricercatori dell’ateneo presenteranno le loro ricerche al mondo imprenditoriale locale.

L’obiettivo della due giorni, promossa dalla Direzione ricerca e dal pro rettore Annalisa Bonfiglio con le principali associazioni di categoria, è di avvicinare il mondo accademico a quello dell’impresa. L’evento avvia un percorso di conoscenza reciproca e fa conoscere, in particolare, le capacità maggiormente innovative che scaturiscono e si sviluppano grazie agli studi dei dipartimenti universitari.

Le imprese possono scoprire e cogliere gli aspetti più interessanti di una serie di attività di ricerca, distribuite fra nove ambiti specifici, fra i più immediatamente trasferibili al mondo produttivo: agrifood, biomedicina, comunicazione e marketing, economia e management, energia e ambiente, ICT, ingegneria e logistica, tecnologie per la salute e il benessere, turismo e beni culturali. Per ciascun ambito ogni gruppo di ricerca presenterà le proprie attività con un breve intervento. Le giornate – articolate in sessioni parallele e unitarie, organizzate per consentire la più ampia partecipazione delle imprese ai temi di proprio interesse – si concludono con un lunch di networking. Ovvero, un’utile occasione sia per i ricercatori e le imprese locali, sia per illustrare i servizi offerti dall’ateneo alle aziende con l’Industrial Liaison Office e le opportunità dell’apprendistato di alta formazione e ricerca, contratto che si attiva in convenzione con l’ateneo di Cagliari.

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Si è svolta stamane in IV commissione, l’audizione del presidente e del direttore del Gasi (Gestioni autonome del servizio idrico).

«Noi sindaci delle zone interne – ha dichiarato il presidente del Gasi e sindaco di Paulilatino Domenico Gallus, riguardo alle problematiche dei Comuni che non hanno aderito ad Abbanoa – ci opponiamo alla logica del gestore unico che, fatta eccezione per la Puglia, non trova riscontri in nessun’altra Regione d’Italia e siamo disposti ad usare tutti gli strumenti previsti dalla legge per far valere le nostre ragioni, non ultimo un referendum per far decidere i cittadini; un referendum che pensiamo di vincere.»

Secondo il direttore del Gasi Giovanni Ruggeri «la Sardegna ha commesso un errore individuando un gestore unico regionale, sia perché non ha esercitato la sua autonomia pur avendo competenza esclusiva in materia, sia soprattutto perché in tutta Italia esistono ben 474 gestori pubblici e 66 ambiti, situazioni molto differenziate che riflettono le specificità ambientali e geografiche dei territori».

«Riteniamo che i consiglieri regionali – ha poi osservato il sindaco di Modolo Omar Hassan – non abbiamo avuto a disposizione tutti gli elementi utili per fare una buona legge; noi chiediamo cose realizzabili e prima di tutto di essere ascoltati.»

Il sindaco di Aggius, Nicola Muzzu, dal canto suo, ha annunciato che si dimetterà se non saranno accolte le richieste dei Comuni, ricordando fra l’altro che «abbiamo i fondi per il settore idrico bloccati da dieci anni ma applichiamo agli utenti tariffe di quattro volte inferiori a quelle di Abbanoa».

Il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini, ha affermato il sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi, «è quello di proseguire in una gestione pubblica autonoma; pensiamo sia giusto premiare l’efficienza e la buona gestione delle risorse pubbliche ed eliminare gli sprechi, è quello che abbiamo fatto».

Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonello Peru (Forza Italia), Gianni Tatti (Udc) e Giuseppe Meloni (Pd).

Intervenendo per le conclusioni il presidente della commissione Antonio Solinas ha tenuto a precisare, in primo luogo, «che né la commissione né il Consiglio regionale sono controparti dei Sindaci». «Il Consiglio regionale – ha ricordato – ha approvato una legge nello scorso mese di febbraio e non so se ci sono le condizioni per cambiarla, anche tenendo conto dei rischi di impugnazione da parte del Governo». «Come commissione ed in un clima di leale collaborazione istituzionale – ha aggiunto – non posso che ribadire al Gasi la richiesta di farci pervenire una proposta sostenibile, posto che le indicazioni fin qui ricevute di una gestione autonoma con una serie di costi a carico della Regione non sembrano in equilibrio: le questioni sul tavolo non sono semplici ma non intendiamo sottrarci al confronto purché impostato su basi reali e concrete».

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

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Manifestazione pacifista 1

Il coordinatore provinciale dei Giovani di Forza Italia del Sulcis Iglesiente, Roberto Demurtas, in una nota diffusa oggi esprime solidarietà alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, intervenuti ieri a tutela dell’ordine pubblico durante la manifestazione di antimilitaristi e pacifisti a Porto Pino.

«In un contesto internazionale così instabile, è difficile pensare di poter eliminare le servitù militari – dice il coordinatore provinciale Roberto Demurtas -. È pacifico, che l’attuale situazione del Poligono di Capo Teulada e in generale, quella di tutte le servitù militari della Sardegna, sia da rivedere. Non è accettabile però un disfattismo fine a se stesso. Le coste del Sulcis non andrebbero cementificate, non vi andrebbero installate pale eoliche, non si dovrebbe puntare sulle industrie, si cerca di ostacolare un imprenditore che vuole portare il turismo termale. È evidente che dire “no” a tutto è impensabile, occorre fare delle scelte. La classe politica è chiamata a farlo. Il nostro territorio si trova in questa situazione perché i politici che si sono succeduti nel tempo non hanno mai fatto una scelta, giusta o sbagliata che fosse. Hanno lasciato andare alla deriva un territorio con tante potenzialità, senza mai perseguire un chiaro obiettivo. Tutto questo ha portato ad esasperare gli animi e a far accrescere sentimenti di rabbia e di sconforto tra i cittadini. Gli scontri avvenuti tra manifestanti e forze dell’ordine nella giornata di ieri a Teulada – conclude Roberto Demurtas -, sono un palese esempio di quanto sopra detto.»

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Claudia Firino 3

L’assessore regionale della Pubblica istruzione Claudia Firino, è intervenuta ieri al convegno della “Settimana del benessere psicologico in Sardegna” per la giornata dedicata al tema “Stare bene nella scuola dell’inclusione dai DSA ai bisogni educativi specifici”, tenutosi nella sala Convegni del Cis, in viale Bonaria.
«L’inclusione e le pari opportunità sono il principio cardine del progetto della giunta regionale Tutti a Iscol@. Basti pensare che su 19 milioni, alla linea che prevede l’inclusione scolastica ne sono stati destinati 5,5.»
«La nostra idea – ha aggiunto Claudia Firino – è quella di sostenere sia l’integrazione individuale dello studente che manifesti maggiori difficoltà o fragilità rispetto agli altri, sia quella collettiva. I ragazzi devono sentirsi a loro agio tra i banchi della scuola e coi i propri compagni, avendo la certezza che vi siano figure pronte a sostenerli davanti a qualsiasi difficoltà si trovino a dover superare.»
L’assessore Firino ha ricordato l’importante lavoro di collaborazione che si sta portando avanti tra psicologi e mondo della scuola. «Solo dalla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti – ha concluso Claudia Firino – e dalla forte volontà di sposare questa idea, dipenderà il successo dei nostri programmi, che ci traghetteranno verso maggiori opportunità per tutti, facendo dell’inclusione non solo un progetto ma una pratica quotidiana.»

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Nuovo intervento dell’Associazione di Volontariato Le Rondini nella vertenza in atto sul servizio ADI di III livello.

«Il primo novembre – si legge in una nota – ha preso avvio il Servizio di Assistenza Domiciliare erogata dall’Unità di Cure Palliative imposto dal dr. Onnis contro la volontà dei pazienti destinatari e da noi rappresentati. Da subito constatiamo che presso alcune famiglie non si è presentato alcun operatore. Come meglio esplicitato nel Libretto Informativo in cui si afferma che “E’ un’assistenza programmata 7 giorni su 7, con servizio di reperibilità telefonica grazie al numero verde…” sembrerebbe sancire l’affidabilità del servizio e la sicurezza dei nostri congiunti con un percorso dedicato per le urgenze o emergenze. Ci sembra doveroso sottolineare che questo numero è stato comunicato solamente ad alcune famiglie.»

«Con nostra malcelata sorpresa – si legge ancora nella nota dell’associazione Le Rondini – al numero per le urgenze, risponde il centralino dell’ospedale Sirai, contrariamente a quanto garantito e cioè linea diretta con gli operatori. Ci spiace constatare che le asserzioni del Commissario riguardo agli ingiustificati timori dei pazienti e delle loro famiglie sono del tutto prive di fondamento ma soprattutto prive di efficacia nel momento in cui si dichiara l’esatto contrario di ciò che realmente accade, una pratica usuale che mette in discussione l’affidabilità di tutto il sistema.»

«Di fatto i pazienti tracheostomizzati e ventilati non sono più in carico alla Rianimazione ma ad un Servizio che nulla ha a che fare con la nostra realtà, motivo per il quale nessun operatore del “vecchio sistema” ha dato disponibilità a lavorare nella nuova organizzazione. A questo punto – conclude la nota dell’associazione Le Rondini – possiamo anche prevedere che dove non si arriva con l’autorevolezza, si arriva con l’autorità e l’evidenza ci dice che si è commesso l’ennesimo sopruso ai danni dei più deboli, VENTI famiglie, che continueranno a far sentire la loro voce.»

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Riparte la mobilitazione dei lavoratori ex Alcoa, da tre anni senza lavoro e da un anno e mezzo in presidio all’ingresso dello stabilimento di Portovesme. Questa mattina si sono radunati davanti al presidio, a Portovesme, ed hanno deciso di partire per Cagliari, per manifestare la loro rabbia per i ritardi infiniti delle procedure per il passaggio dello stabilimento dalla multinazionale Alcoa alla multinazionale Glencore, dichiaratasi disponibile ma a condizione che preventivamente vengano garantite le condizioni economiche di fornitura dell’energia, la possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari ed il miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale.
L’Intesa conseguita fra Governo, RAS e Glencore, su questi punti, era e resta basata su soluzioni di mercato e sul rispetto delle regole della concorrenza dell’Unione europea. A distanza di un anno, concretamente, poco o niente si è mosso ed ora i lavoratori sono decisi a chiedere conto a Regione e Governo su quanto fatto e tempi celeri sulla definizione degli accordi.

Attendati Alcoa 3

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Manifestazione pacifista 4

Manifestazione pacifista 1

Si è conclusa nel tardo pomeriggio la manifestazione antimilitarista e pacifista contro l’esercitazione della Nato “Trident Juncture” che fino a venerdì novembre coinvolge 36.000 persone provenienti da oltre 30 paesi alleati e partner delle Nazioni, in Italia, Portogallo, Spagna, Oceano Atlantico, Mar Mediterraneo, Canada, Norvegia, Germania, Belgio e Paesi Bassi.

Per diverse ore in tutta l’area che si estende tra Masainas, Is Domus, Sant’Anna Arresi, Is Pillonis e Porto Pino, si è vissuto un clima di grande tensione ma non ci sono stati incidenti, con i circa 700 pacifisti tenuti sotto controllo da agenti di polizia, carabinieri e Guardia di finanza in assetto antisommossa che hanno presidiato tutti gli accessi alla spiaggia di Porto Pino, perquisendo auto e pullman ed identificando gli occupanti. Le forze dell’ordine hanno fermato alcuni autobus che trasformavano i manifestanti ad alcuni chilometri da Is Pillonis e quelli che erano giù riusciti a raggiungere il parcheggio di Porto Pino, scelto come punto di partenza della manifestazione, hanno deciso di tornare indietro per raggiungerli. Una volta raggiunti, insieme hanno ripreso la marcia verso Porto Pino, ma una volta imboccato il tratto di strada che da Is Pillonis conduce a Porto Pino, un folto gruppo ha imboccato la strada sterrata che conduce al perimetro del poligono. A quel punto la tensione è cresciuta e ci sono state alcune cariche di polizia con lancio di lacrimogeni e manganellate. Due persone sono rimaste lievemente ferite mentre dieci pacifisti sono riusciti a superare la recinzione e ad entrare nel poligono militare. Bloccati dai militari, sono stati individuati e verranno denunciati.

La manifestazione si è conclusa quando anche i dieci entrati nell’area militare sono ritornati in strada con gli altri manifestanti.

Durante la manifestazione di protesta, l’esercitazione militare è proseguita, interrotta solo per alcuni minuti dopo l’irruzione nell’area militare dei dieci manifestanti, poco prima della sua conclusione.