23 December, 2024
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ProgReS – Progetu Repùblica: «In Sardigna non teneus nudda de afestare».

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IV novembre

Nel 2015 ricorre il centenario dal coinvolgimento dei sardi nella Grande Guerra. Tra il 1915 e il 1918, su circa 870.000 abitanti, 100.000 sardi furono richiamati sotto le armi. Un uomo su quattro partì per la guerra. Di questi, 13.602 (tredici su cento) figurano nell’albo dei caduti o dispersi nel conflitto. La Sardegna, nella prima guerra mondiale, ha pagato il tributo di sangue più alto tra tutti i contingenti “regionali”.

La maggior parte dei sardi combatté nella Brigata Sassari, costituita da soldati provenienti esclusivamente dall’Isola. Sa vida pro sa Patria, recita il motto sul gonfalone dello stesso Reggimento. Per quale patria verrebbe da chiedersi. Come ha scritto il poeta orgolese  continente per delle esigenze e un sacrificio non propri; come inoltre riporta Brigaglia: «[…] il mulattiere che saliva l’erta verso la trincea cantava: pro difender sa patria italiana, distrutta s’est sa Sardigna intrea».

L’assenza prolungata e ancor più il mancato ritorno di un soldato corrispondevano alla miseria di un’intera famiglia. Privata di gran parte della manodopera maschile, la campagna vide un importante e inevitabile calo della produzione. Quanto ai servizi, la Sardegna fu dimenticata per tutto il periodo del conflitto: poiché la lotta contro la malaria fu del tutto abbandonata, i decessi per tale causa nell’isola aumentarono di anno in anno.

Anche i morti di tubercolosi crebbero durante gli anni di guerra, mentre la diffusione dell’influenza spagnola causò in Sardegna oltre 12.000 vittime.

La decimazione dei sardi che improvvisamente si ritrovarono a combattere una guerra colma di connotazioni nazionalistiche nelle quali non si riconoscevano, rappresenta un sacrificio che ancora oggi chiede delle risposte.

Quest’anno la ricorrenza ricade nelle giornate durante le quali in Sardegna si svolge la più grande esercitazione Nato dalla fine della guerra fredda, il Trident Junctur. Fino al 6 novembre nei poligoni di Teulada, Capo Frasca e del Salto di Quirra, 36.000 soldati, 150 aerei e 60 navi esploderanno missili, bombe e munizioni da guerra che ammorberanno di veleni i cieli e il paesaggio sardo.

ProgReS – Progetu Repùblica

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