Sono stati presentati oggi i bandi dell’agroalimentare.
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Sardegna Ricerche dà avvio a nuovi bandi per progetti cluster per lo sviluppo di prodotti in diversi settori dell’agroalimentare ritenuti strategici (lattiero caseario, vitivinicolo e ittico). I cluster sono gruppi di imprese che, partendo da un obiettivo condiviso, ideano e sperimentano progetti di sviluppo e di innovazione con il supporto di Sardegna Ricerche e di un organismo di ricerca.
Le risorse da destinare al settore agroalimentare per attività di ricerca e innovazione per prodotti lattiero-caseari, vitivinicoli e ittici, ammontano a un milione e 500mila euro.
I bandi sono stati presentati oggi dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e dai direttori di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu e del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. «Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci –. Ed è proprio l’agroalimentare l’area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy contenuta nel Fesr, che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca. Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale».
«Scopo di queste attività – ha detto Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche – è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione.»
L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa perché impegnata con la prima riunione del Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale, ha inviato un messaggio. «Per far crescere e rendere maggiormente competitivo nel mercato globale l’agroalimentare sardo è sempre più necessario che il mondo produttivo sia collegato in maniera strutturata a chi fa ricerca, sia nella fase di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione espresso dagli imprenditori, sia in quella, importantissima, della divulgazione e della diffusione delle innovazioni da applicare alle attività economiche – ha spiegato l’assessore Falchi -. La ricerca, infatti, deve essere orientata ad aprire nuovi mercati e ad aumentare la competitività delle imprese ma anche finalizzata a nuove scoperte nel campo dei mezzi tecnici e del miglioramento genetico, il tutto nell’ottica di una agricoltura attenta al consumatore capace di creare collegamenti e sinergie con gli altri settori economici. Se la ricerca si concentrerà sulle reali esigenze delle imprese in funzione del mercato, ci saranno certamente maggiori opportunità per le nostre produzioni. L’innovazione tecnologica, sia di prodotto che di processo, continua a rimanere la base su cui inserire altre innovazioni in cui predomina oltre all’aspetto qualitativo, e dunque la tracciabilità e la certificazione di qualità, anche l’aspetto creativo e di design. Perché il cibo è sempre più inteso non solo come alimento, ma anche come mezzo di comunicazione, espressione e convivialità di cui la collettività può beneficiare in un rapporto strettissimo che lega le produzioni ai territori di provenienza con storie e tradizioni uniche».
I bandi sono stati presentati oggi dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e dai direttori di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu e del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. «Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci –. Ed è proprio l’agroalimentare l’area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy contenuta nel Fesr, che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca. Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale».
«Scopo di queste attività – ha detto Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche – è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione.»
L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa perché impegnata con la prima riunione del Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale, ha inviato un messaggio. «Per far crescere e rendere maggiormente competitivo nel mercato globale l’agroalimentare sardo è sempre più necessario che il mondo produttivo sia collegato in maniera strutturata a chi fa ricerca, sia nella fase di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione espresso dagli imprenditori, sia in quella, importantissima, della divulgazione e della diffusione delle innovazioni da applicare alle attività economiche – ha spiegato l’assessore Falchi -. La ricerca, infatti, deve essere orientata ad aprire nuovi mercati e ad aumentare la competitività delle imprese ma anche finalizzata a nuove scoperte nel campo dei mezzi tecnici e del miglioramento genetico, il tutto nell’ottica di una agricoltura attenta al consumatore capace di creare collegamenti e sinergie con gli altri settori economici. Se la ricerca si concentrerà sulle reali esigenze delle imprese in funzione del mercato, ci saranno certamente maggiori opportunità per le nostre produzioni. L’innovazione tecnologica, sia di prodotto che di processo, continua a rimanere la base su cui inserire altre innovazioni in cui predomina oltre all’aspetto qualitativo, e dunque la tracciabilità e la certificazione di qualità, anche l’aspetto creativo e di design. Perché il cibo è sempre più inteso non solo come alimento, ma anche come mezzo di comunicazione, espressione e convivialità di cui la collettività può beneficiare in un rapporto strettissimo che lega le produzioni ai territori di provenienza con storie e tradizioni uniche».
Il direttore del Crp ha precisato che si tratta di «una ricerca non generica e vasta ma di grande specializzazione, non affidata ai centri di ricerca ma con il coinvolgimento delle imprese. Insomma facciamo strategia di marketing, accompagniamo le imprese a verificare come questo prodotto può essere venduto».
Due i cluster previsti per il settore lattiero caseario: uno per la produzione di nuovi prodotti che arricchiscano la tradizione casearia sarda con i sapori tipici del territorio isolano e l’altro, per la sperimentazione della produzione del pecorino romano con stagionature più lunghe. Per il settore vitivinicolo è previsto, invece, un cluster per la spumantizzazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni mentre, per il settore ittico è previsto un cluster per la filiera delle ostriche, dalla caratterizzazione dell’habitat, alle tecniche di produzione del seme, all’insediamento e allo sviluppo, sino alla commercializzazione del prodotto.
A partire dal 27 novembre sono fissati quattro incontri, uno per ogni cluster, per la presentazione dei temi proposti e la raccolta dei contributi da parte degli operatori del settore specifico d’interesse. Il calendario degli incontri e il bando per la partecipazione ai cluster sono scaricabili dal sito di Sardegna Ricerche.
Due i cluster previsti per il settore lattiero caseario: uno per la produzione di nuovi prodotti che arricchiscano la tradizione casearia sarda con i sapori tipici del territorio isolano e l’altro, per la sperimentazione della produzione del pecorino romano con stagionature più lunghe. Per il settore vitivinicolo è previsto, invece, un cluster per la spumantizzazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni mentre, per il settore ittico è previsto un cluster per la filiera delle ostriche, dalla caratterizzazione dell’habitat, alle tecniche di produzione del seme, all’insediamento e allo sviluppo, sino alla commercializzazione del prodotto.
A partire dal 27 novembre sono fissati quattro incontri, uno per ogni cluster, per la presentazione dei temi proposti e la raccolta dei contributi da parte degli operatori del settore specifico d’interesse. Il calendario degli incontri e il bando per la partecipazione ai cluster sono scaricabili dal sito di Sardegna Ricerche.
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