Daniela Forma (PD): «Il riordino degli Enti locali sarà il banco di prova per una maggiore partecipazione democratica».
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Il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma interviene sulla proposta di riordino delle autonomie locali della Sardegna che inizierà ad essere esaminata in Aula nella giornata di domani.
«Fino a questo momento – dice Daniela Forma – la discussione si è maggiormente concentrata sui giusti “timori territoriali” relativamente ad un nuovo assetto che si teme possa relegare ad un maggiore oblìo territori già marginalizzati. Come pure ci si è soffermati sulla storica dicotomia tra il Capo di sotto e il Capo di sopra, passando per le preoccupazioni dei territori delle Province soppresse alla ricerca di una nuova identità e autonomia.»
«Vorrei però segnalare – prosegue Daniela Forma – altri due aspetti che vanno nella direzione di un allargamento della possibilità di partecipazione alla vita democratica delle nostre comunità locali.
In primo luogo i Comuni sono rappresentati dai Sindaci ma anche dai singoli consiglieri comunali, donne e uomini, giovani, professionisti che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco e dedicare tempo al servizio della propria comunità. Ecco perché sarebbe importante consentire a tutti gli eletti, Sindaci e consiglieri comunali, di poter far parte dell’Assemblea e di poter ricoprire il ruolo di Presidente per quanto riguarda le Unioni di Comuni. Così pure, sarebbe importante consentire a tutti i consiglieri comunali in carica di poter essere eletti non solo in Consiglio provinciale ma anche alla Presidenza della Provincia.»
«In secondo luogo – aggiunge Daniela Forma – questa proposta di riordino ci offre la possibilità di iniziare a praticare sane politiche di genere a partire dal livello territoriale, in attesa che l’Aula prenda in mano la Legge Statutaria Elettorale e preveda l’inserimento della doppia preferenza di genere anche per l’elezione del Consiglio Regionale della Sardegna.
Per questo motivo, ho depositato degli emendamenti che prevedano, per l’elezione del Consiglio provinciale, la presentazione di liste nelle quali ogni genere è rappresentato in misura eguale e prevedano la possibilità di esprimere la doppia preferenza di genere.»
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