23 November, 2024
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La Giunta regionale ha varato il piano di rientro per la Sanità sarda, con tagli a sprechi e doppioni.

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e gli assessori della Programmazione e della Sanità, Raffaele Paci e Luigi Arru, hanno illustrato questa mattina il piano di rientro per rimettere ordine nei conti della sanità, con l’eliminazione di sprechi e doppioni, riqualificazione e razionalizzazione il servizio sanitario regionale. Sono previste dieci aree tematiche su cui intervenire, con ventidue programmi operativi e risparmi per oltre 328 milioni di euro.
«Vogliamo una sanità di gran lunga migliore, e per averla dobbiamo combattere gli assurdi sprechi che negli anni scorsi si sono moltiplicati senza controllo e che sono il peggior nemico della qualità» ha detto il presidente Pigliaru aprendo l’incontro con la stampa. Per assicurare servizi adeguati ai tempi e che rispondano alle esigenze dei nostri cittadini, occorre una gestione attenta dell’aspetto economico. È una riforma molto difficile e che tocca tanti interessi, ma è tempo di mettere ordine. La Giunta sta facendo una fortissima assunzione di responsabilità insieme a tutta la maggioranza, con cui interloquiamo costantemente per correggere gli errori e raggiungere il risultato migliore. Serve uno sguardo lungo: quando vedremo una sanità che non spreca e che garantisce buoni servizi, tutti capiranno quanto non andava prima.
«Stiamo facendo un’operazione di verità e di trasparenza – ha detto l’assessore Paci -. Vogliamo rientrare dalla inefficienza e dagli sprechi e avere una sanità che abbia risorse per fare investimenti e dare servizi migliori ai cittadini. Dobbiamo rimediare a quanto abbiamo ereditato dal passato, abbiamo il dovere di rimettere ordine nella spesa della Sanità».
«Il piano di rientro che porteremo avanti – ha precisato l’assessore Arru – è all’insegna della riqualificazione del sistema sanitario. Si tratta di azioni che si sviluppano in un triennio, alcune già avviate, come la rete ospedaliera e quella territoriale”.
I Piani di rientro sono stati introdotti con la legge finanziaria del 2005: le Regioni in disavanzo sono tenute a procedere ad una ricognizione delle cause dello squilibrio economico e all’elaborazione di un programma operativo di durata non superiore al triennio che, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, avvii la riorganizzazione, la riqualificazione o il potenziamento del Servizio sanitario regionale.
Il Piano di rientro 2016-2018 è articolato in Aree tematiche e Programmi operativi e individua i settori su cui intervenire: si parte dalla governance del piano stesso, con controlli dei Lea (livelli essenziali di assistenza) e monitoraggio dell’andamento della spesa trimestrali, con verifiche su bilanci preventivi e consuntivi, la certificabilità dei bilanci in sanità, il potenziamento del sistema informativo regionale, i rapporti con gli erogatori (riqualificazione della rete dei laboratori, revisione delle tariffe e verifica dell’appropriatezza delle prestazioni specialistiche, revisione dell’offerta per dialisi, riorganizzazione della rete dei servizi di radiologia). Ci sono poi le azioni già avviate con la riforma della rete ospedaliera (con risparmio di 134 milioni) e la riorganizzazione delle cure primarie territoriali; interventi di promozione e tutela della salute mentale, interventi di riqualificazione delle reti a carattere socio-assistenziale, la sanità penitenziaria, della quale va ridisegnato l’assetto organizzativo, così da condurre i costi a un valore il più vicino possibile all’assegnazione statale, la riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, con la nascita dell’Areus, la razionalizzazione e riqualificazione del personale delle due attuali Centrali operative, del Centro di coordinamento trapianti, della struttura regionale di Coordinamento Sangue. L’ottava Area tematica riguarda la Ridefinizione delle regole del Sistema: comprende la riorganizzazione delle Aziende sanitarie (riduzione del loro numero e definizione delle funzioni) e l’avvio dell’Areus. Si prosegue con i Rapporti con l’Università, i Protocolli di intesa da aggiornare con i due Atenei, la necessità di rafforzare l’integrazione tra universitari e Servizio Sanitario regionale.
Altro punto qualificante del Piano di rientro è la centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, con un risparmio di circa 48 milioni di euro, mentre, per quanto riguarda il personale, con il nuovo assetto istituzionale verranno approvate le nuove Linee tendenziali per la distribuzione tra le aziende sanitarie, alla fine del 2016 potranno esserci le nuove piante organiche, entro il 2017 i primi concorsi unici regionali.
Sul controllo della spesa farmaceutica – altra voce importante del PdR – sono state già avviate azioni per il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva dei farmaci, sia sul versante territoriale che su quello ospedaliero. Verrà introdotto l’hub unico dei farmaci, uno per l’Area vasta di Cagliari, l’altro per quella di Sassari, ci sarà l’acquisto centralizzato anche per la protesica.
Gli ultimi programmi operativi riguardano il governo clinico e la qualità delle cure, la promozione della salute e gli interventi di sanità pubblica.
Il riordino della rete ospedaliera, secondo le stime del Piano di rientro, porterà a un risparmio di 114 milioni, 47 milioni in meno si spenderanno grazie al sistema di acquisti centralizzato, 36 milioni risparmio dalle azioni, in parte già avviate, di contenimento della spesa farmaceutica, 18 milioni con due soli centri per il farmaco e la riduzione delle giacenze. Il nuovo assetto delle ASL dovrebbe comportare un risparmio immediato di 11 milioni 400mila euro.

Ha preso avvio oggi
Al via in Sardegna l

giampaolo.cirronis@gmail.com

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