La Sardegna occupa il 6° posto nazionale tra le regioni con le tariffe più elevate per la raccolta e trattamento rifiuti.
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La Sardegna occupa il 6° posto nazionale tra le regioni con le tariffe più elevate per la raccolta e trattamento rifiuti (al primo posto il Lazio con 214 euro, all’ultimo il Molise con 123 euro, contro una media italiana di 168).
320milioni di euro è il costo totale per la raccolta e trattamento rifiuti, e lo spazzamento strade in Sardegna. Somma che va a pesare su ogni sardo per 188,90 euro l’anno, che spende ben il 12,3% in più rispetto alla media nazionale. I sardi coprono questi costi pagandoli di tasca propria per 98,3%.
A osservarlo è il rapporto nazionale di Confartigianato sulle tariffe dei rifiuti e il costo dei servizi (dati 2014 dell’ISPRA), che sottolinea anche un paradosso: il costo del servizio cresce dove la qualità è peggiore.
«Se imprese e cittadini si trovano a pagare i rifiuti a peso d’oro, se si hanno le strade sporche e se i servizi di nettezza urbana non sono esattamente da prendere a modello – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – è innegabile che ci sia più di un problema che viene scaricato sui contribuenti». «Senza contare che le tariffe, nella media nazionale, negli ultimi 5 anni sono cresciute del 22% – sottolinea la Folchetti – quasi 3 volte superiore all’inflazione (+8%). Senza contare il gap del +14,6% rispetto alla media dei costi europei cresciuti solo del 9,8%.»
In Sardegna la gestione dei rifiuti indifferenziati incide per il 34,3% del costo, la gestione della differenziata per il 37% (la Sardegna è al primo posto in Italia come costi), lo spazzamento e il lavaggio delle strade per il 13%, i costi comuni (accertamento, riscossione e contenzioso) per l’11,2% e l’ammortamento di mezzi e attrezzi per il 4,4%.
«E’ curioso osservare come i costi per la riscossione siano quasi uguali a quelli per la pulizia delle strade – ha osservato la Folchetti – e ciò ci dovrebbe far riflettere.»
Proprio su questo punto Confartigianato, analizzando diversi dati aggregati di Istat, Ispra e Unioncamere, ha rilevato che ben il 39,3% della popolazione sarda ritiene «sporche o abbastanza sporche le strade in cui abitano». La Sardegna è al secondo posto in Italia dopo il Lazio (45,9%) e ben sopra la media nazionale del 26,8%.
Il dossier ha monitorato anche i conti e i risultati di esercizio delle 376 società partecipate dalle Amministrazioni locali che operano nella gestione dei rifiuti. A livello nazionale il 64,3% è in utile, il 17,2% è in pareggio ed il 18,5% è in perdita. In Sardegna, delle 4 società partecipate (dati MEF 2012) nessuna ha prodotto utili. Al contrario il 75% è andata in pareggio mentre il restante 25% è andato ha registrato perdite 3milioni246mila euro.
«Sappiamo che la Regione e i Comuni stanno lavorando per trovare le soluzioni al problema gravissimo dei costi e della gestione – continua la Folchetti – noi auspichiamo che vengano trovate al più presto perché queste condizioni non sono più tollerabili». «Come sottolineò Carlo Cottarelli, il Commissario Governativo alla Revisione della Spesa – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – il 30,1% della spesa inefficiente degli Enti locali si concentra proprio sul settore dello smaltimento dei rifiuti che mostra un potenziale di risparmio enorme senza intaccare l’efficienza o la forza lavoro. Le imprese e territori della Sardegna attendono ormai da troppi anni: è tempo di agire.»
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