24 November, 2024
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Archiviata l’amarezza per la sconfitta di Torino, maturata con la tripla da oltre metà campo dell’ex Jerome Dyson all’ultimo secondo del primo tempo supplementare, la Dinamo Banco di Sardegna ritorna al PalaSerradimigni, questa sera alle 20.45 (diretta su Rai Sport 1 HD), per affrontare la Grissin Bon Pallacanestro Reggiana di Massimiliano Menetti, la grande rivale della finale scudetto della passata stagione, oggi capolista con Cremona  Milano, quattro punti avanti alla squadra di Marco Calvani.

La sfida si presenta equilibrata, non solo per l’ormai storia rivalità tra le due squadre, ma anche per l’importanza dei due punti in palio, soprattutto in prospettiva Final Eight di Coppa Italia.

«Abbiamo le potenzialità per battere Reggio – ha spiegato Marco Calvani – ma per farlo dobbiamo giocare di squadra.»

«Siamo qui in Sardegna consapevoli di affrontare una gara ‘terribile’ – ha replicato Massimiliano Menetti -. Conosciamo bene la forza dei campioni d’Italia e del PalaSerradimigni, perché al di là dei problemi oggettivi, soprattutto in Eurolega, Sassari ha costruito un roster che la dava tra le favorite al titolo insieme a Milano già ad inizio stagione. Affrontiamo questa partita da primi in classifica con la voglia di rimanerci e di misurare la nostra forza contro una squadra forte e ambiziosa come la Dinamo.»

Arbitreranno l’incontro Manuel Mazzoni, Fabrizio Paglialunga e Beniamino Attard.

La Dinamo attende conferme da David Logan, Jarvis Varnado e Matteo Formenti, grandi protagonisti tre giorni fa a Torino, e segnali di crescita dagli altri che, chi più chi meno, si sono espressi molto al di sotto dalle loro possibilità, ad iniziare da Joe Alexander e Rok Stipcevic.

Jarvis Varnado 77

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Decolla il progetto Taste of Sardinia, che prevede l’esportazione dei prodotti sardi all’estero tramite la collaborazione tra la Starwood Costa Smeralda e un hotel 5 stelle lusso di Courchevel (a inizio anno partiranno iniziative simili a Londra e Dubai). Parte dello staff dell’hotel Cala di Volpe si è trasferito sulle alpi francesi ed ha iniziato a lavorare nella struttura di Courchevel.

Cala di Volpe

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Confartigianato critica aspramente l’aumento Irpef-Irap deliberato ieri sera dal Consiglio regionale.

«Alla luce di quanto approvato ieri sera dal Consiglio regionale – ha commentato Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sull’aumento dell’IRAP e dell’IRPEF da parte dell’Assemblea regionale sarda per colmare il “buco” della Sanità. –ribadiamo la nostra perplessità, contrarietà e disappunto per una norma che va a colpire direttamente le imprese, i cittadini e i consumi. Non contestiamo l’azione per ridurre gli sprechi della spesa sanitaria, e prendiamo atto degli sforzi posti in essere con il piano di rientro – aggiunge la Folchetti – ma spiace ammettere come, ancora una volta, la voce dei settori produttivi, dei territori e dei cittadini non sia stata ascoltata.»

«Ricordiamo come a livello nazionale la Legge di Stabilità abbia cercato di ridurre al massimo la pressione fiscale per sostenere i consumi – sottolinea ancora la presidente di Confartigianato – in Sardegna, invece, si è fatto esattamente il contrario alzando le aliquote soffocando di conseguenza la ripresa e annullando, in modo palese, gli sforzi del Governo.»

Confartigianato Imprese Sardegna, già alla fine del 2012 denunciò l’abnorme aumento della spesa sanitaria che dal 2008 al 2011 accumulò debiti per circa 786 milioni di euro, con un costo per abitante di 469 euro, tanto da chiedere agli amministratori dell’epoca “di dimostrare se in Sardegna ci si ammalasse di più”.

L’associazione artigiana poi pone un quesito: nella Finanziaria regionale dello scorso anno, nel “Capitolo Imprese (n. 8)” si affermava testualmente come fosse “necessario ripensare il nostro modello di sviluppo” e “per questo vogliamo tagliare permanentemente l’IRAP del 25%”. Come mai si parlò di “misure del tutto sostenibili per la finanza regionale?”

Lo scorso anno, in occasione della presentazione della Manovra, gli artigiani plaudirono l’aver posto per la prima volta il pareggio di bilancio come vincolo da raggiungere a fine anno.

«La definimmo “operazione meritoria” – conclude Maria Carmela Folchetti – perché avrebbe consentito di derogare ai pesanti vincoli di spesa dovuti al Patto di Stabilità. Nello stesso momento, però, sollevammo il dubbio sulla difficoltà di contenere la spesa sanitaria, che incide pesantemente sui conti.»

Maria Carmela Folchetti-02

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“Doppio all’ExArt” è il titolo della serata che a Cagliari il giorno di Santo Stefano, sabato 26, vedrà assieme le compagnie Lucidosottile e Batisfera, protagoniste di un doppio spettacolo nello spazio di piazzetta Dettori 9: alle ore 19.00 riflettori accesi su “Mezzo Toro”, ultima produzione di Lucidosottile, scritto e diretto da Tiziana Troja ed interpretato da Felice Montervino, e alle ore 20.00 spazio a “Un altro spettacolo di Natale?!”, nuovo allestimento della compagnia Batisfera, con Michela Atzeni, Valentina Fadda e Angelo Trofa, che cura anche la regia. Ad aprire la serata sarà invece una coreografia di tip tap interpretata da Michela Atzeni.

Liberamente ispirato al racconto “La casa di Asterione” di Borges, “Mezzo Toro” vede in scena l’attore Felice Montervino che interpreta la figura mitologica del Minotauro, trasformato dall’autrice e regista Tiziana Troja in un serial killer pericoloso e inquietante ma al contempo seduttore e accattivante, maschio e femmina insieme, che aprendo allo spettatore la sua casa, intesa come spazio mentale, mostra senza restrizioni la visionaria e patologica missione e il suo mondo misterioso. Mezzo Toro nel suo labirinto solitario, scimmiotta così le pop star, convinto, nel suo mondo privato, di essere anch’esso una celebrità.

I costumi e le scenografie sono firmate da Filippo Grandulli e Daniele Coppi, il disegno luci è di Michela Sale Musio, l’assistenza tecnica di Luca Carta.

“Un altro spettacolo di Natale?!” è invece il titolo dell’ultima produzione della compagnia Batisfera, un testo brillante che propone al pubblico una via di uscita alle festività. Tre miserabili camuffati da Babbo Natale, una tombolata familiare estremamente movimentata ed un compendio di sopravvivenza alle feste saranno gli argomenti dei tre corti teatrali che animeranno la serata. Tre atti unici brillanti e dissacranti sul maestoso rito del Natale, interpretati da Michela Atzeni, Valentina Fadda e Angelo Trofa e diretti da Angelo Trofa.

L’assistenza scenografica è di Simona Passi, le luci di Luca Carta.

Il prezzo del biglietto per lo spettacolo singolo è di dieci euro, quindici per i due spettacoli. Per informazioni e prenotazioni 393 0290150.

 Doppio ExArt

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A Portoscuso anche quest’anno l’associazione culturale Sardinian Events ha allestito il presepe monumentale nei locali della vecchia Tonnara Su Pranu e prepara l’arrivo della Befana a Sa Caletta.

Il mistero di ogni Natale è il segreto di un semplice incontro, la gioia di un vuoto colmato, la tenerezza di un abbraccio fra l’uomo e Dio che si rinnova di anno in anno arricchendosi di significati sempre più profondi e sorprendenti. A rievocare la gioia di un evento tanto atteso basta un presepe, realizzato con cura e attenzione ai particolari, capace non soltanto, con la sua caratteristica atmosfera di raccoglimento, di preservare un’antica tradizione, ma soprattutto di sfiorare la sensibilità e l’intimità di ciascuno. La passione del presepe è testimonianza che il suo messaggio è sempre vivo e attuale nel rievocare la nascita di Gesù per: meditare, contemplare, vivere e pregare.

La devozione popolare verso il Presepe riassume la fede delle genti delle nostre terre, legata ai solidi valori della famiglia che si incarna nella Sacra Famiglia di Nazareth e che diventa un forte monito per la nostra società affinché siano garantiti strumenti, servizi e opportunità per le nostre famiglie, specialmente per le tante che in questo periodo sono in situazione di difficoltà. Il Presepe monumentale dell’Antica Tonnara Su Pranu è un allestimento tradizionale che rievoca gli scenari e gli avvenimenti al tempo della nascita di Gesù. Questo presepe vuole essere un’occasione di meditazione su Gesù che nasce per noi entrando così nella nostra storia individuale e comunitaria. Da ogni angolo si osservi, la Misericordia, con la emme maiuscola, è e rimane l’aspetto e il “credo” fondamentale per tutti. Simbolo di aiuto e di carità. E quando si dice tutti è Misericordia di tutti e per tutti. L’espressione si può rovesciare o miscelare come si vuole, ma la realtà è sempre la stessa. La Misericordia nasce vicina alla fede del cristianesimo e aperta a tutti. La Misericordia va vista con la lente di ingrandimento per quell’opera che da sempre produce energia di aiuto: la solidarietà. In questa realtà si muove il volontariato. Senza volontariato il passo sarebbe breve. Ad ogni fine d’anno di solidarietà e di lavoro la riflessione è d’obbligo nel lanciare il popolare messaggio “aiutateci ad aiutare”. Chiaro e forte da ogni pulpito, da ogni angolo, da ogni strada. “C’è bisogno anche di te”. Il volontariato non è mai troppo! 

La Befana è radicata nella fantasia popolare e sintetizza nella sua figura elementi folcloristici e cristiani perché porta doni emulando i Re Magi. La notte dell’Epifania è ritenuta magica: ogni regione ha le sue leggende ed usanze di varia origine ma la figura popolare certamente più famosa e anche misteriosa è quella della Befana, la vecchietta che a cavallo di una scopa magica porta i regali la notte tra il 5 e il 6 gennaio; si dice che scenda dai camini e porti doni e dolciumi ai bambini buoni e carbone invece a quelli che sono stati cattivi. Nacque così una leggenda che mise in relazione la vecchia donnina con i Magi: mentre Melchiorre, Baldassarre e Gaspare si stavano recando a portare i loro regali a Gesù bambino, persero la strada e chiesero informazioni a una vecchia. Ella rispose alle loro domande ma, nonostante le loro insistenze, non accettò di accompagnarli a far visita al neonato. In seguito si pentì di non essere andata con loro e, dopo aver preparato un gran cesto pieno di dolci, uscì per cercarli, fermandosi a ogni casa che incontrava lungo il suo cammino per lasciare i suoi doni ai bambini, nella speranza che uno di questi fosse il Gesù. La vecchia però non riuscì mai a ritrovare i tre Magi e nemmeno il Bambinello, e da allora vaga per il mondo, distribuendo dolci ai fanciulli nella speranza di essere perdonata. Il personaggio della Befana, così come la conosciamo oggi, è ciò che resta di una fusione di tradizioni, costumi, usanze, consuetudini, ma anche di riti e cerimonie che nei secoli si sono stratificati e che la religione cristiana non ha potuto oscurare. La Befana sopravvive con contorni ben delineati nella fantasia popolare che la arricchisce fino a materializzarla in una vecchina vestita di cenci (l’abito rattoppato, una vecchia sottana, l’immancabile scialle e le scarpe rotte), che vola su una scopa distribuendo dolciumi. A Portoscuso l’Associazione Culturale Sardinian Events, vuole l’arrivo della Befana in barca approdando sulla spiaggetta de Sa Caletta. Qui i bambini riceveranno la vecchietta che distribuirà loro caramelle e zeppole. E’ una festa attesa da tutti, un momento di aggregazione che vedrà la presenza di tante famiglie. La festa è animata con giochi e canti e per la gioia dei più piccoli e le buone zeppole preparate da Antonella Murtas di Dolci e Delizie, per addolcire il palato dei più golosi.

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Palazzo del Consiglio regionale A

Il Consiglio regionale ha approvato la legge che modifica le aliquote Irpef e Irap. Il dibattito generale sul DL 291/A “Disposizioni urgenti in materia fiscale”, iniziato ieri mattina, è ripreso nel pomeriggio, aperto dall’intervento di Antonello Peru (Forza Italia) che ha detto che è inutile cercare il responsabile dei disavanzi alla sanità è più utile, invece, cercare il modo di arginare il fenomeno. Per Peru, la scelta fatta con questo disegno di legge è totalmente sbagliata. Il governo Cappellacci aveva diminuito l’imposta sull’Irap, l’attuale centrosinistra aumenta l’Irap e l’Irpef. La conseguenza, secondo il vicepresidente del consiglio, è che con l’aumento delle tasse diminuiscono i consumi e si rallenta la produzione. Antonello Peru ha fatto appello alla maggioranza di ritirare la legge.

Angelo Carta (Psd’Az) sostiene che questa legge sia stata fatta più fuori dall’aula che in Consiglio regionale. Inoltre, questo disegno di legge lede la certezza del diritto. Secondo gli estensori del documento, infatti, questa legge ha effetto dal 1 gennaio 2015. Bene avrebbe fatto la giunta, prima di far coprire il disavanzo della sanità ai sardi, cercare altri modi come bloccare gli sprechi e dando dei tetti di spesa ai commissari. Nulla di tutto questo: il governo di centrosinistra ha scelto di aumentare le tasse.

Attilio Dedoni (Riformatori Sardi) ha detto che si tratta di un provvedimento senza legittimità, senza effetti, che produrrà danni e che impoverisce l’intero tessuto sociale. Per il capogruppo dei Riformatori  il centrosinistra poteva scegliere altre strade tipo una contrattazione seria con il Governo.

Per Fabrizio Anedda (Misto) bisogna eliminare gli sprechi e gestire meglio la cosa pubblica. Chi paga il deficit della sanità non può sopportare sprechi e inefficienze, non può tollerare una  cattiva gestione del personale. E’ necessario, ora più che mai, investire nella ricerca, gestire meglio le risorse e dare un grande segnale di rigore.

Gianluigi Rubiu (Udc) ha asserito che, nonostante gli emendamenti presentati dalla giunta, se questo disegno di legge dovesse essere approvato, la Sardegna diventerebbe la regione campione d’Italia per tasso  di incidenza Irpef. Di fatto si è scelto di “vampirizzare” le famiglie sarde per pagare il buco nella sanità. Gianluigi Rubiu trova patetica e fuorviante cercare responsabilità pregresse. La nuova giunta regionale avrebbe dovuto trovare soluzioni innovative invece  si è fatto ricorso a consulenze esterne e si cerca di tagliare i servizi. Mentre il governo nazionale taglia le tasse, la Giunta dei professori tartassa i cittadini.

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd Pietro Cocco che ha difeso il Dl della Giunta. «Non è piacevole adottare un provvedimento che colpisce tutti – ha detto Cocco – occorre però parlare di numeri per capire l’entità del debito della sanità contratto tra il 2009 e il 2014. Nel 2008 si attestava a 2820 milioni di euro, nel 2014 ha toccato quota 3300 milioni». L’esponente della maggioranza si è poi chiesto come fare per trovare le risorse: «C’è un buco di 400 milioni. La metà del disavanzo (circa 200milioni di euro) sarà coperta attraverso tasse e nuove entrate. Abbiamo lavorato a lungo per recuperare le risorse: l’aumento Irpef è inevitabile».

Pietro Cocco ha poi respinto le accuse dell’opposizione. Rivolto al capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato: «Non è vero che l’aliquota Irpef è la più alta d’Italia, è una balla stratosferica. Se non fossimo stati una Regione a statuto speciale saremmo già commissariati come successo al Lazio».

Il capogruppo del Partito Democratico ha poi sottolineato il fatto che il provvedimento non tocca le fasce più deboli della società: «Di fatto vengono ridotte le tasse per i redditi più bassi, mentre chiediamo di più a chi se lo può permettere. Mi aspettavo altre considerazioni da parte della minoranza – ha concluso Cocco – in una democrazia dell’alternanza ognuno ha le sue responsabilità. Noi stiamo cercando di rimediare a una situazione difficile. Negli ultimi cinque anni non si è fatto a causa di una gestione dissennata».

Per l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci (Forza Italia) il provvedimento in discussione fa emergere in modo chiaro la diversità di impostazione e le profonde differenze di principio tra maggioranza ed opposizione.

«Ancora una volta l’aspetto più rilevante, l’architrave del vostro ragionamento, è la disinformazione alla quale si uniscono le menzogne e le false promesse – ha detto Cappellacci – in quest’aula la Giunta aveva assicurato un anno fa che non sarebbe stata aumentata l’Irpef, che non sarebbero stati introdotti nuovi tickets e l’abbattimento strutturale dell’Irap. Dopo un anno dove siamo arrivati? All’affermazione del principio classico: aumento delle tasse e probabilmente della spesa pubblica».

Il consigliere azzurro ha poi rivendicato l’operato della Giunta da lui presieduta sul fronte della Sanità. «Noi non abbiamo mai aumentato le tasse – ha affermato Cappellacci – il dato certo è che abbiamo abbattuto l’Irap. I numeri parlano chiaro: la relazione sul monitoraggio della spesa sanitaria della Ragioneria dello Stato dice che, durante la gestione Soru-Dirindin, la spesa è passata da 2438 a 3048 milioni di euro. Più 600 milioni: questo è il dato oggettivo». Cappellacci ha poi ricordato che durante la sua presidenza si è avuta una stabilizzazione della spesa sanitaria passata da 3048 a 3229 milioni di euro. «Occorre inoltre vedere come è stata fatta: in questo caso vi erano esempi di buona sanità rispetto al disastro attuale causato da una politica dissennata».

Ugo Cappellacci ha annunciato il voto contrario al provvedimento “per ragioni tecniche e politiche” ricordando che l’incremento delle aliquote Irpef potrebbe presentare profili di anticostituzionalità «perché non ha come fine lo sviluppo ma la copertura di un disavanzo».

L’ex presidente della Regione ha quindi proposto una via alternativa: «L’ipotesi di nuove tasse va abbandonata. E’ un provvedimento nefasto da fermare a tutti i costi. Occorre poi riflettere sull’accordo stipulato da Soru con il Governo Prodi: la Regione non può far fronte da sola alla spesa sanitaria».

Ugo Cappellacci, infine, ha invitato la Giunta a lavorare per ottenere una rimodulazione dei parametri Cipe sulla spesa sanitaria e a un’azione decisa per la riorganizzazione del sistema. «Avete annunciato interventi decisi per l’eliminazione degli sprechi e delle inefficienze – ha concluso Cappellacci – ma la riduzione dei costi non c’è stata».

Conclusi gli interventi dei consiglieri, il presidente Ganau ha dato la parola alla Giunta per la replica.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha subito chiarito il sentimento dell’esecutivo. «Non è bello e non è facile presentare un provvedimento che introduce nuove tasse – ha esordito l’assessore – ci siamo arrivati dopo un lungo dibattito e dopo aver provato a seguire qualunque strada per evitare questa soluzione. Lo dico avendo la coscienza a posto ma sapendo che non ci sono altre possibilità se non fare tagli drastici che ammazzerebbero il bilancio regionale per tutte le spese extra sanità. A me non interessa dire chi ha generato il disavanzo, sposo la linea Sabatini. Ci sono responsabilità che verificherà la Commissione d’inchiesta, adesso la priorità è ridurre i costi e riportarli su livelli accettabili».

Paci ha quindi ricordato la difficoltà a lavorare su un disavanzo di queste dimensioni: «E’ difficile ma non impossibile, alcune regioni sono commissariate, noi ci accingiamo a varare il piano di rientro che presto sarà presentato al Consiglio. Lavoriamo alla riorganizzazione della rete ospedaliera e a una forte riduzione delle Asl. Ora però siamo di fronte a una scelta: caricare ancora di stanziamenti la sanità e aumentare i residui passivi o cambiare rotta. Il rendiconto della Regione, a fine 2013, presentava 5 miliardi di residui passivi e 4 di residui attivi con 2 milioni di perenzioni. Possiamo continuare a gestire questa situazione? Non è più possibile, le promesse di pagamento si devono trasformare in erogazioni. Il pareggio di bilancio ci ha permesso di pagare 100 milioni di euro in più ai creditori».

L’assessore ha spiegato l’impossibilità di ricorrere a ulteriori tagli di bilancio in alternativa all’introduzione di nuove tasse. «Non era possibile fare di più con 350 milioni di disavanzo. 210 milioni arrivano da una spending review interna, 140 milioni dall’incremento temporaneo delle tasse».

Paci ha poi annunciato l’aumento dell’Irap («come nel resto l’Italia») chiarendo però che si tratta di un provvedimento straordinario. «E’ vero che ho detto il contrario in aula, purtroppo non è stato possibile. Chiediamo un sacrifico temporaneo ai cittadini, spero che riusciremo a ridurre le tasse in tempi rapidi».

L’esponente dell’esecutivo ha poi lamentato il carico di nuove funzioni assegnate alla Sardegna nel campo della sanità: «Sono previsti costi aggiuntivi per i Lea e i farmaci innovativi. Occorrerà aprire una nuova vertenza con lo Stato per dire che con questi nuovi oneri c’è bisogno di una riduzione proporzionale degli accantonamenti a favore dello Stato. Oggi – ha rimarcato Paci – chiediamo un sacrifico ai cittadini che hanno di più e che possono permettersi di aiutare temporaneamente il sistema a rimettersi in sesto. Chiediamo anche un sacrifico alle imprese che però sarà compensato in parte da incentivi e misure per lo sviluppo. Mi auguro di poter tornare presto in aula a dire che i costi della sanità sono stati riportati sotto controllo».

Paci ha poi concluso il suo intervento escludendo profili di illegittimità del provvedimento: «Abbiamo eliminato la retroattività della norma. Le nuove tasse si applicheranno a partire dal 2016 – ha concluso l’assessore – lavoreremo per ridurre i costi e le inefficienze del sistema sanitario».

La consigliera del Centro democratico, Annamaria Busia (Sdl), nel suo intervento per dichiarazione di voto ha affermato: «Non voterò questo provvedimento ingiusto». L’esponente della maggioranza ha quindi ribadito le perplessità sulla legittimità della norma che prevede l’incremento dell’aliquota Irpef ed ha aggiunto: serve una soluzione diversa per il risanamento della sanità sarda, perché è evidente che le risorse aggiuntive alimenterebbero gli sprechi. Annamaria Busia ha auspicato un sistema sanitario sostenibile con l’ottimizzazione degli aspetti organizzativi ed un rafforzamento della sanità integrativa insieme con il contenimento della spesa.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha dichiarato di condividere le dichiarazioni delle consigliere della maggioranza Busia e Forma: ma io sarò conseguente e voterò contro l’aumento delle tasse.

Voto contrario è stato preannunciato dal consigliere Giuseppe Fasolino (Fi): «Vi siete candidati a fare i liquidatori della Regione sarda e a poco servono i rimprovere del capogruppo Pd alla minoranza consiliare che continuerà a svolgere il proprio compito opponendosi ad un provvedimento ingiusto e iniquo».

Il capogruppo dei “Popolari e socialisti”, Pierfranco Zanchetta, ha preannunciato voto favorevole: non stiamo imponendo balzelli ma chiediamo un sacrificio a chi può aiutare la Sardegna a ripianare un debito di proporzioni enormi.

Augusto Cherchi (Sovranità, democrazia e lavoro) ha preannunciato voto  a favore: non solo per gioco di squadra e per ragione di coscienza ma perché mi sento obbligato a farlo per risolvere la questione del debito della sanità sarda. «E’ una decisione sovranista – ha insistito Augusto Cherchi – perché è  un’assunzione di responsabilità per scongiurare un disastro».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fratelli d’Italia)n ha preannunciato voto contrario ed ha dichiarato di apprezzare la marcia indietro dell’assessore sull’applicazione retroattiva delle nuove aliquote. «La Giunta – ha concluso l’esponente della minoranza – non ha fatto niente per contenere la spesa sanitaria e cercare alternative per fare fronte al debito della sanità».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha ripreso la conclusione dell’intervento di Truzzu ed ha affermato: l’unica cosa che ha fatto la Giunta è commissariare le Asl in attesa della riforma sanitaria e si accinge a chiedere al Consiglio un’altra proroga per i commissari. «Forma e Busia vi hanno detto come stanno le cose – ha concluso Cossa – e cioè che mentre continuano gli sprechi, voi aumentate le tasse».

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato il voto contrario ed ha invitato l’assessore Paci a far cessare «i grandi proclami per poi rimangiarsi tutto come è stato fatto con l’Irap». «E’ una programmazione da dilettanti», ha insistito l’esponente della minoranza, «e mi chiedo cosa vi abbiano fatto di male i sardi che vi hanno anche votato alle ultime elezioni?»

Salvatore Demontis (Pd) ha parlato di dibattito paradossale ed ha affermato che il centrosinistra ha sbagliato a non dire ai sardi in sede di bilancio di previsione che si sarebbero potute aumentare le tasse per mettere riparo allo squilibrio lasciato dal centrodestra. «Dal 2008 – ha affermato l’esponente della maggioranza – il divario rispetto ai costi standard Cipe è cresciuto e i commissari hanno incominciato a lavorare nel gennaio 2015».  «La spesa non è aumentata – ha concluso Demontis – rispetto all’incremento degli anni precedenti e in un anno e mezzo di governo non si poteva recuperare il divario sulla sanità sarda».

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha sottolineato un generale clima di nervosismo tra i banchi del centrosinistra: «Forse il cambio di pazzo richiesto dal segretario del Pd agita molti ma resta un dato: per essere fedeli al patron di Tiscali proponete ricette indigeribili dove la specialità è quella di mettere le mani nelle tasche dei cittadini».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha paragonato l’intervento del capogruppo Pd, Pietro Cocco, non già a Pitagora (come aveva fatto Zanchetta) ma al sofista Zenone: che utilizzava i paradossi come quello che la tartaruga era più veloce del piè veloce Achille. «Paci indossa i panni di Elsa Fornero – ha aggiunto l’esponente della minoranza – per giustificarsi e si presenta come colui che deve eseguire l’amara sentenza mentre è parte fondamentale della decisione». Tunis ha quindi dichiarato voto contrario ed ha annunciato una serie di iniziative di protesta: la Cisl ha già proclamato lo sciopero generale e voi non potrete più nascondervi.

Luigi Crisponi (Riformatori) ha annunciato voto contrario («è un provvedimento inutile e iniquo; una vergogna ed una presa per i fondelli») e così si è polemicamente rivolto alla maggioranza: «Per quale motivo per vicende che riguardano Asl e acquisti di presidi sanitari un cittadino deve intervenire per sostenere chi consuma ogni anno 3, 5 miliardi di euro dei soldi dei sardi?».

Il capogruppo, Angelo Carta (Psd’Az), ha invitato la Giunta a procedere con una gestione autonomista: utilizzate lo Statuto solo in parte e vi sfido a ricorrere alle prerogative statutarie (articolo 3, articolo 12 e comma a) articolo 10) per affermare la nostra autonomia anche in materia di Enti locali.

Il consigliere di Forza Italia, Ugo Cappellacci, così si è rivolto al consigliere Demontis: «Nel suo intervento mi sembrava di sentire la linea dettata dal suo segretario nella finta direzione del Pd che si è tenuta la scorsa settimana». Cappellacci ha quindi affermato che è meglio riferirsi a Zalone piuttosto che a Zenone «visto che la Giunta dice: cado dalle nubi a proposito del debito e della spesa sanitaria dopo due anni di governo della Regione». «Voto contro – ha concluso il consigliere della minoranza – e la Giunta ha dimostrato di non essere capace di fare una previsione corretta sulla spesa sanitaria e sul fabbisogno della Regione».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha preannunciato voto contrario: non voglio confondermi con chi approverà un provvedimento incomprensibile per la maggior parte dei sardi. Il consigliere della minoranza ha ricordato i bandi milionari per i lavoratori interinali indetti dai commissari Asl ed ha concluso: «State distruggendo la sanità sarda e fatte operazioni da scarafaggi».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha annunciato voto contrario: pensavo che la proposta di buon senso di rivedere il provvedimento e rispedirlo in commissione, come ha chiesto la consigliera Busia, fosse accolta. «Create gabelle su gabelle e un sistema impositivo iniquo – ha aggiunto l’esponete della minoranza – aumentante Irpef per il 65% dei sardi e noi faremo il nostro dovere fino in fondo contrastando una misura iniqua che crea povertà nella nostra Regione».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha dichiarato di prendere atto della decisione della Giunta di «correggere il tiro sulla retroattività dell’aumento dell’imposta Irpef» ma ha domandato alla Giunta spiegazioni «su quale sia la norma in base alla quale, quanto sostiene il ministero dell’Economia sul limite dello 0.5% per l’aumento Irpef, non sia applicabile alla regione sarda». «L’altra osservazione – ha concluso il consigliere sardista – è quale sia lo strumento che ci consente di qualificare l’aumento dell’Irpef come misura per lo sviluppo dell’isola ai sensi dell’articolo 10 dello Statuto».

Antonio Solinas (Pd) ha annunciato voto favorevole ed ha affermato che «lo sbilanciamento in sanità riguarda in larga parte la spesa della passata legislatura». «Non è la prima volta che ci spetta il compito di porre rimedio ai danni causati dal centrodestra – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – e dobbiamo fare un piano di rientro da 400 milioni di euro che non possiamo realizzare tagliando uteriori risorse dal già risicato bilancio».

Il consigliere di Forza Italia, Alberto Randazzo, ha annunciato voto contrario ed ha denunciato una nuova rimodulazione della spesa: destinate 8 milioni di euro per fare spesa sanitaria a Desulo. «Chiedete sacrifici per sanare il debito della sanità – ha concluso Randazzo – e ne fatte di nuovi ogni giorno».

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha parlato di “debole difesa” della maggioranza alle giustificazioni offerte dall’assessore Paci. «Abbiate il coraggio di dire ciò che hanno detto Busia e Forma – ha concluso il consigliere della minoranza – caro assessore ha preso una cantonata, fermiamoci un attimo e troviamo un’altra soluzione»

Conclusa la discussione generale, il presidente del Consiglio ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 voti a favore e 23 contrari.

Dopo il voto sul passaggio agli articoli  è stato dato il parere sugli emendamenti. Giunta e commissione hanno dato parere contrario su tutti gli emendamenti fuorchè sul 169. Il primo ad intervenire nella discussione generale dell’articolo 1 e degli emendamenti ad esso collegati è stato Mario Floris (Misto) che  ha ribadito che il vero errore è stato chiudere la vertenza entrate con lo Stato caricando alla Sardegna i costi dei settori trasporti e sanità. Per l’ex presidente della Regione l’unica soluzione è riaprire immediatamente una vertenza vera sulle entrate. Per Alessandra Zedda (FI) la giunta sta facendo la politica del gambero ma l’opposizione non ci sarà. Paolo Truzzu (Misto) ha sottolineato che questo provvedimento non risolverà niente e spera che le cifre del disavanzo siano veritiere e non peggiori. Paolo Truzzu ha detto di essere preoccupato per il doppio binario della Giunta: da  una parte vuole varare un provvedimento per sanare il deficit e poi dall’altra vuole aumentare di una unità i commissari delle ASL. Stefano Tunis (Forza Italia) ha sostenuto che la maggioranza deve assumersi la responsabilità delle azioni fatte in passato di accollarsi le spese della sanità. Scelta scellerata anche quella di abbandonare il patto di stabilità. Restituite la parola agli elettori – ha concluso – ve ne saranno grati. Gianni Lampis (Misto) ha ricordato che quando si aumentano le tasse si diminuisce la crescita. Il consigliere del gruppo Misto ha suggerito alla maggioranza di chiamare l’Anci, perché anche in questa materia potrebbe scrivere un provvedimento migliore. Pietro Pittalis (FI) ha chiesto alla presidenza del Consiglio, ancora una volta, di certificare l’ammissibilità di questo disegno di legge. Secondo Pittalis si vuole approvare un provvedimento illegittimo. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha messo in guardia contro la patologia del sistema. L’aumento della spesa sanitaria negli ultimi tre anni è fisiologica. Ma questa misura di aumentare le tasse,  prevista in questo DL, non serve a niente. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha detto che l’assessore Paci passerà alla storia come un assessore che sotto Natale ha fatto approvare un velenoso aumento dell’Irpef e dell’Irap. Crisponi ha preannunciato un lungo dibattito sugli emendamenti. Sarà un calvario come è un calvario far pagare tante tasse ai sardi. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha messo in guardia contro pericolosi salti nel buio. Pietro Pittalis (FI) ha ricordato che la Giunta aveva preso l’impegno di portare bilancio e finanziaria entro i tempi previsti. Oggi non solo non si vede nessun provvedimento ma sotto l’albero dei sardi c’è l’inasprimento delle aliquote. Sull’emendamento soppressivo totale all’articolo 1 n. 1 (uguale al 143 e 159) sono intervenuti per dichiarazione di voto: Marco Tedde (FI) che ha detto che la maggioranza  sta facendo il grosso errore di  calpestare l’articolo 10 dello Statuto; Alessandra Zedda che ha ribadito il voto a favore sugli  emendamenti soppressivi totali dell’articolo 1. Per Zedda questo articolo 1, oltre a incidere nelle tasche dei sardi, è anche illegittimo; Michele Cossa (Riformatori sardi) per il quale la logica che sta portando avanti la maggioranza è deprimere l’economia; Ignazio Locci (Forza Italia) che è convinto che le aliquote non debbano essere inasprite; Paolo Truzzu (Misto) che ha detto alla maggioranza che con questa legge si sancisce il fallimento della loro politica di questi anni; Pietro Pittalis (Forza Italia) che voterà a favore di questi emendamenti soppressivi per una duplice ragione: da un lato si obbligano  i sardi a pagare il disavanzo della sanità, ma dall’altro non si spiegano ai cittadini le ragioni per le quali la regione debba  restituire all’Unione europea oltre 59 milioni di euro. Il dibattito è proseguito con l’intervento di  Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che è stato molto critico dell’azione di questa giunta responsabile, tra l’altro, della fuga di Ryanair, del pasticcio Tirrenia, dello spolpamento delle filiere produttive. Gianni Lampis (Misto)  ha fatto un appello alla maggioranza: aumentare le tasse ai sardi vuol dire aumentare l’evasione fiscale senza risolvere nulla; Roberto Deriu (Pd) ha detto che non è possibile sopprimere totalmente l’articolo 1. Deriu ha ammesso che il centrosinistra non è ancora riuscito a rimediare ai danni fatti dal centrodestra e che con molta sofferenza voterà questo DL che è necessario per risanare il deficit sanitario. Giuseppe Fasolino (Forza Italia)  ha detto che la maggioranza non ha un progetto, va  avanti a stenti, non ha una linea. Forse è il caso che voi andiate a casa. Angelo Carta (Psd’Az) ha ricordato che il No al disegno di legge è al metodo, bisogna trovare strumenti diversi.

L’emendamento 1 soppressivo totale dell’articolo 1 (uguale agli emendamenti 159 e 143) è stato bocciato (votanti 50, sì 18, no 32).

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento 170 all’emendamento 169 presentato dalla Giunta. Il testo prevede un’ulteriore riduzione delle aliquote Irpef con l’azzeramento per i redditi fino a 28mila euro.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha spiegato la ratio della proposta: «Le riduzioni non bastano. Se si vuole intervenire su una grande fetta della popolazione si intervenga per azzerare le aliquote sfruttando l’opportunità dell’art. 10 dello Statuto».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento n. 170: «Sarebbe un segnale per l’aula se la maggioranza accettasse di votarlo. Metterebbe in pace l’opposizione che non vuole fare una propaganda anti-tasse ma crede che chi ha di più deve contribuire di più».

Voto favorevole ha annunciato anche il consigliere dei Riformatori Michele Cossa che ha elencato in aula i dati sulla spesa sanitaria degli ultimi 5 anni forniti dalla Ragioneria dello Stato: 3.125 milioni per il 2010, 3179 per il 2011, 3225 per il 2012, 3184 per il 2013 e 3233 per il 2014. «Non è un incremento che giustifica un intervento draconiano. Se l’assessore Paci ha altri dati li presenti in Aula in modo da avere un quadro chiaro della dimensione del problema».

Secondo Paolo Truzzu (Fd’I) la proposta può essere accolta perché aiuta le fasce più deboli della popolazione. Rispondendo al collega Deriu (Pd), Truzzu ha detto che il vero ideatore del provvedimento si trova fuori dall’Aula: «Oggi – ha concluso – pagate le scelte del passato e l’accordo Soru-Prodi che ha caricato sulle spalle della Regione l’intero peso della spesa sanitaria».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha chiesto alla maggioranza di consentire all’opposizione di svolgere il proprio ruolo: «Anziché censurare i nostri emendamenti dovreste censurare le spese pazze dei commissari delle Asl che portano consulenti dalla penisola».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha difeso l’azione della minoranza: «Ci accusate di non presentare proposte, questa è la nostra risposta: cerchiamo di intervenire a favore delle fasce più deboli azzerando le tasse a loro carico».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha svelato di aver appreso da ambienti vicini alla Giunta la notizia della presentazione di un emendamento per l’introduzione della Asl unica dal 1° luglio 2016. «E’ una proposta condivisibile – ha detto Carta – va verso la riduzione della spesa». Carta ha poi annunciato il suo voto favorevole all’emendamento che consentirebbe di addolcire la pillola ai contribuenti.

Al termine degli interventi per dichiarazioni di voto, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 170 che è stato respinto dall’Aula.

Si è aperta quindi la discussione sull’emendamento n.169 presentato dalla Giunta regionale che sostituisce l’intero testo dell’articolo 1. La proposta dell’esecutivo prevede la riduzione delle aliquote Irpef, per le diverse fasce di reddito, rispetto alla formulazione iniziale e cancella la retroattività della norma stabilendo l’applicazione della nuova tassa a partire dal 2016.

L’emendamento della Giunta introduce un’aliquota dello 0,95% per i redditi fino a 15mila euro; dell’1,20% per quelli oltre i 15mila e fino a 28mila; del 2,70% per redditi oltre i 28mila e fino a 55mila; del 3,20% oltre i 55mila e fino ai 75mila; del 3,33% per i redditi oltre i 75mila euro.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha accusato la maggioranza di aver abbandonato la strada dell’Autonomia, dimenticato lo spirito sardista, e omologato le politiche regionali a quelle nazionali. «Il piano di rientro del disavanzo della sanità è truccato con norme incomprensibili – ha detto Locci – il vostro obiettivo è stare dentro le logiche nazionali».

Michele Cossa (Riformatori) ha annunciato il suo voto contrario: «Non riusciamo a dare un senso a questa proposta. Gli incrementi di spesa secondo i dati della Ragioneria non sono cosi eclatanti».

Alessandra Zedda ha puntato l’indice contro la Giunta: «Il vostro approccio al confronto è di bassissimo livello. Il testo dell’emendamento è stato pubblicato dai giornali prima di essere presentato in Aula, si tratta di un atto di scortesia istituzionale». Zedda ha poi rivolto un invito alla maggioranza: «Sarebbe il caso che verifichiate l’applicabilità dell’articolo con il quale è stata reintrodotta l’Irap con aliquota intera. Potrebbe palesarsi un profilo di illegittimità».

Marco Tedde (Forza Italia) ha accusato la Giunta di avete annunciato la riduzione dell’Irap del 25% come panacea di tutti i mali e di averla poi reintrodotta a pochi mesi di distanza. «Gli imprenditori insorgono ma da parte vostra c’è distrazione totale sulle ragioni dell’impresa».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sostenuto che il provvedimento colpisce la piccola impresa, il commercio e l’artigianato. «I commissari delle Asl non hanno risolto il problema dell’aumento della spesa sanitaria. In due anni non si sono mai presentati davanti alla Commissione Sanità».

Secondo Paolo Truzzu (Fd’Italia), la maggioranza non dimostra di voler porre fine a un sistema. «Mi sembra invece che lo si voglia incrementare e allo stesso tempo si voglia dare un colpo mortale all’economia».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato alla Giunta di aver annunciato, pochi mesi fa, la riduzione dell’Irap come strumento per lo sviluppo: «Abbiamo votato insieme per l’abbattimento della tassa sulle attività produttive e oggi la cancelliamo con un colpo di spugna. E’ un intervento che allontana la Sardegna da prospettive di benessere e di crescita».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di grave separazione tra buona e cattiva politica. «L’impressione è che la maggioranza mostri fastidio nei confronti di chi cerca di approfondire un problema rilevante per cittadini e filiera produttiva».

Molto critico l’intervento di Attilio Dedoni (Riformatori): «State facendo del male a chi non può difendersi – ha affermato il consigliere di minoranza – state colpendo famiglie che hanno bisogno».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.169 che è stato approvato con 30 voti a favore e 19 contrari.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha domandato al presidente del Consiglio una verifica sull’effettiva decadenza di tutti gli emendamenti all’articolo 1 in quanto, a suo giudizio, nella sostanza non interveniva nel secondo comma e pertanto gli emendamenti ad esso riferibili non sarebbero decaduti.

Il presidente del Consiglio ha confermato la decadenza di tutti gli emendamenti in quanto l’emendamento approvato è stato classificato come “sostitutivo totale” e sostituisce dunque l’intero articolo 1. Il presidente Ganau ha quindi annunciato la presentazione di tre emendamenti soppressivi totali (152, 165 e 166) all’articolo 2 (entrata in vigore) e che pertanto si è proceduto con la discussione delle proposte di modifiche ma la votazione ha riguardato il mantenimento dell’articolo così come formulato nel testo approdato all’esame dell’Aula. che  presidente Ganau conferma la decadenza.

I consiglieri Cossa e Pittalis hanno invitato il presidente del Consiglio a rivedere la decisione ed hanno ricordato precedenti interpretazioni differenti rispetto a quella assunta dalla presidenza. Il presidente Ganau ha confermato la decadenza di tutti gli emendamenti.

Alessandra Zedda (FI), ha rivolto un ulteriore invito alla maggioranza per valutare «il combinato disposto che deriva dall’approvazione dell’emendamento». «Con questo provvedimento – ha dichiarato l’esponente della minoranza – contribuite a complicare la sopravvivenza dei sardi, soprattutto amplificate le difficoltà del ceto medio che sopporta l’incidenza maggiore degli aumenti: avete intrapreso una strada aguzzina».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha dichiarato il voto favorevole agli emendamenti soppressivi ed ha contestato la decisione della presidenza sulla decadenza degli emendamenti all’articolo 1. L’esponente della minoranza ha concluso affermando: non c’è giustificazione legata al deficit sanitario per adottare un provvedimento lacrime e sangue.

Marco Tedde (Fi) ha criticato l’interpretazione della presidenza sulla decadenza degli emendamenti ed ha concluso: «Con l’articolo 2 mettete il suggello ad una legge infausta e dopo il mutuo che ha indebitato i sardi aumentate Irpef e Irap».

Ignazio Locci (Fi) ha rivolto pesanti critiche al Ganau: «Sta dando corso a ciò che ha detto il capogruppo del Pd sul fatto che la minoranza non può neppure proporre emendamenti e l’emendamento della giunta è una escamotage che lei ha avvallato». «Non sta garantendo lo svolgimento democratico della discussione», ha insistito l’esponente della minoranza, «dando il destro alla maggioranza che vuole scappare dal confronto e che vuole imporre tempi e scelte in quest’Aula e alla Sardegna».

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori), ha proseguito con le proteste rivolte alla presidenza ed ha affermato che «la democrazia va rispettata anche quando commettete il grave errore di, mettere le mani nelle tasche dei sardi».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha insistito sulla decadenza degli emendamenti all’articolo 1 ed ha dichiarato che nella precedente legislatura presidenza del Consiglio e funzionari avrebbero dato una differente interpretazione. «Ci attrezzeremo anche per contrastare le furberie – ha dichiarato l’esponente della minoranza – e preannuncio proteste e raccolte firme per opporci anche fuori da quest’Aula a questa vostra nefandezza».

Il presidente del Consiglio ha quindi invitato i consiglieri al rispetto dei dirigenti e dei funzionari del Consiglio ed ha ricordato l’ultima interpretazione della presidente del Lombardo in ordine alla decadenza degli emendamenti dopo l’approvazione di un sostitutivo totale in occasione dell’esame della legge statutaria regionale.

Il presidente ha proceduto con la votazione dell’articolo 2 che è stato approvato con 32 voti favorevoli e 19 contrari.

L’Aula ha poi esaminato un ordine del giorno (Mario Floris e più) sulla ricontrattazione con lo Stato della copertura dei costi del Servizio sanitario regionale. Questo ordine del giorno impegna il presidente della Regione e la giunta a ricontrattare con urgenza gli accordi a suo tempo raggiunti in ordine alla copertura dei costi del Sistema Sanitario regionale, riportando a carico dello Stato una quota sufficiente a garantire la sostenibilità finanziaria del sistema fino al raggiungimento di un adeguato regime di entrate e di trasferimenti, che tenga conto dello stato di insularità e dei relativi svantaggi strutturali e permanenti. Il parere della giunta su questo ordine del giorno è stato negativo.  

Sull’ordine del giorno sono intervenuti: Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna)che ha sottolineato l’importanza del tema che si vuole affrontare in questo ordine del giorno, Michele Cossa (Riformatori sardi)che ha detto che questo ordine del giorno ha il pregio di risollevare il problema della rinegoziazione, Mario Floris (Misto) che ha espresso delusione per il parere contrario espresso dalla giunta. L’ex presidente della Regione ha ribadito che bisogna riaprire la vertenza Sardegna e che la Sardegna deve liberarsi di una giunta di professori convinta che bisogna evitare ogni conflittualità con Roma. E’ poi intervenuto Ugo Cappellacci (FI) che ha espresso stupore per il parere negativo della giunta sul provvedimento. Pietro Cocco (Pd) ha detto che voterà no perché l’argomento è talmente importante che merita ben altro che un ordine del giorno e ha auspicato che l’argomento sia affrontato al più presto dal Consiglio. Angelo Carta (Psd’Az) sono d’accordo che gli ordini del giorno sono carta straccia ma approvarlo sarebbe stata un’occasione per esprime una volontà del Consiglio sull’argomento. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha ammesso  che un odg rappresenta poco, ma il parere del centrosinistra doveva essere positivo.

Mario Floris ha ritirato l’ordine del giorno.

Dopo il ritiro dell’ordine del giorno il presidente Ganau ha messo in votazione il DL 291/A. Per dichiarazione di voto sono intervenuti: 

Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) che ha dichiarato che questo provvedimento è un’ingiustizia sociale. Sarà un incubo per i sardi. L’auspicio è di trovare una maggioranza più aperta al confronto

Michele Cossa (Riformatori sardi) che ha detto che questo è un provvedimento di straordinaria gravità che avrà un devastante effetto depressivo dell’economia. Noi scenderemo in piazza per impedire che questo crimine contro i sardi sia portato a termine.

Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) che ha aggiunto che “il dado è tratto”, la maggioranza ha deciso che la pressione fiscale aumenta, vi prenderete tutte le responsabilità. Noi da domani metteremo in campo ogni iniziativa per far conoscere ai sardi cosa avete fatto.

Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha detto che il premier Renzi ha appena annunciato agli italiani  che viene abbassata l’imposizione fiscale, invece in  Sardegna la pressione fiscale aumenta. I sardi sono cittadini di serie B. E’ una sconfitta per la Sardegna.  

Antonello Peru (Forza Italia Sardegna) che ha sottolineato che questo disegno di legge è la peggiore soluzione per risolvere i problemi della sanità.

Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti) che ha chiesto a tutti senso di responsabilità. E’ un provvedimento impopolare ma che serve ad arginare il disavanzo sanitario.

Roberto Desini (sovranità, democrazia e lavoro) ha detto che oggi è stato uno dei giorni più difficili da quando è in Consiglio regionale. Questo provvedimento è contrario a quello che sto facendo nel mio comune, ma capisco che chi governa deve prendere delle responsabilità. Roberto Desini ha fatto un appello al Presidente Pigliaru: noi oggi stiamo approvando un provvedimento che non vorremmo approvare, chiediamo che il nostro presidente adotti i provvedimenti necessari per creare una sanità migliore.

Alberto Randazzo (Forza Italia) ha dichiarato il voto contrario al disegno di legge e ha  chiesto al presidente se sono pervenuti emendamenti al Dl 293.

Il presidente Ganau  ha risposto che sono stati presentati 212 emendamenti.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha dichiarato il voto contrario alla legge. 

Il disegno di legge, messo in votazione con voto elettronico palese, è stato approvato (votanti 50, sì 31, no 19).

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L’Agenzia Laore Sardegna ha attivato un’iniziativa per la creazione di percorsi didattici finalizzata alla conoscenza delle realtà produttive e degli aspetti ambientali di lagune e stagni costieri della Sardegna.
L’obiettivo è far conoscere alle nuove generazioni l’ambiente lagunare dal punto di vista ambientale, al fine di accrescere la consapevolezza dell’importanza della tutela e conservazione di queste realtà sensibili, e dal punto di vista produttivo, recuperando i valori culturali tradizionali.
L’attività formativa sarà destinata ai bambini delle scuole elementari e vedrà il pieno coinvolgimento degli operatori degli ambienti umidi produttivi della Sardegna che collaboreranno con il mondo della scuola per un programma di lavoro dedicato alla valorizzazione delle tradizioni della pesca professionale e dei suoi prodotti.
Le fasi del percorso didattico sono due:
– la prima fase di carattere teorico finalizzata all’apprendimento di nozioni riguardanti le caratteristiche ambientali e produttive degli ambienti umidi;
– la seconda fase consisterà in una visita guidata alla scoperta della laguna dove il pescatore;
– professionista presenterà il suo lavoro, la vita in laguna e il pescato del giorno.
Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro le ore 10.00 del 12 gennaio 2016.

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Alcoa 22 dicembre 2015 4

«Quanto emerso oggi al termine dell’incontro con il ministro e il vice ministro dello Sviluppo economico a Roma assieme ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori può essere considerato positivo. Positivo sia il fatto che Glencore sia ancora al tavolo delle trattative, sia il fatto che sullo scenario sia apparso un nuovo gruppo che ha manifestato l’interesse per lo smelter di Portovesme.»

A dirlo è Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.

«Seppure ci sia ancora da definire qualche aspetto e si debba ancora lavorare, non può che considerarsi positiva l’apertura che arriva sul versante relativo all’energia. Tanto per quanto riguarda la questione delle tariffe quanto per la disponibilità di Terna all’utilizzo di accordi bilaterali. La partita, sia chiaro, non è ancora chiusa e definita – conclude Emanuele Cani – e la nostra azione proseguirà in maniera costante per arrivare a una soluzione positiva di tutta la vertenza.»

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Nell’ambito del XVII Festival Internazionale di Musica da Camera, il Teatro Electra di Iglesias domenica 20 dicembre, alle ore 20.00, ha ospitato l’esibizione degli allievi del corso di bandoneon e del corso di interpretazione stilistica nel Tango del Conservatorio di musica G.P. da Palestrina di Cagliari della classe del maestro Fabio Furia.

Come previsto dal maestro Fabio Furia, per gli allievi, quasi tutti non più giovanissimi, si è trattato di un importante momento di crescita e di confronto, al quale spesso nel corso dell’anno accademico, non sono riservati spazi sufficienti per poter saggiare le proprie abilità e l’efficacia del proprio studio davanti alla platea di spettatori in una vera sala da concerto. Una preziosa occasione di approfondimento didattico sul campo, colta con entusiasmo e grandissimo impegno da tutti i partecipanti.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari e il patrocinio del comune di Iglesias.

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Si è conclusa domenica sera, dopo nove giorni di esposizione 12 dicembre, nella saletta del Portico vicina al Teatro Centrale in Piazza Roma a Carbonia, la mostra fotografica “Il Sulcis in Immagini” di Fabio Corona e Fabio Murru.

“Il Sulcis in Immagini” è un viaggio tra gli incanti di un territorio per molti aspetti unico e impareggiabile. Attraverso le immagini di Fabio Corona e Fabio Murru, il Sulcis Iglesiente mostra le sue bellezze: dalle candide spiagge dell’estremo Sud sulcitano alle scogliere a picco sul mare dell’Iglesiente. Nel mezzo una serie di ambienti di straordinaria bellezza come i litorali, le coste, le zone umide, le alture interne, i boschi e l’archeologia industriale. La mostra mette in risalto anche altre perle naturalistiche dell’ambiente sulcitano: una fauna singolare e una flora dominata dalle orchidee spontanee che impreziosiscono questo nostro angolo di paradiso.

Fabio Corona, nato a Carbonia, ha da sempre avuto una grande passione: la Natura. La curiosità lo ha stimolato ad approfondire la conoscenza di ciò che lo circonda e la fotografia si è dimostrata il mezzo ideale per fissare i momenti vissuti. 

Fabio Murru, nato a Carbonia, si è avvicinato alla fotografia cercando di raccontare le bellezze che la nostra Sardegna regala. Ha ampliato le sue conoscenze e capacità con la fotografia sportiva, partendo dai campetti da calcio della zona sino ad arrivare alle partite del Cagliari in serie A e B e altri eventi di livello nazionale ed internazionale.

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