18 July, 2024
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Il segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesias, Fabio Enne, è molto critico sull’esito dell’incontro svoltosi oggi al ministero dello Sviluppo economico.

«Dopo l’incontro al MISE di questo pomeriggio, le soluzioni appaiono ancora molto lontane – scrive Enne in una nota -. L’ennesimo anno che si conclude con un nulla di fatto. Il Governo nazionale, visto le interlocuzioni con la Comunità Europea ha comunicato la volontà di prorogare la superinterrompibilità per altri due anni, eventualmente rinnovabili ad un costo dell’energia minore rispetto a quello finora sostenuto dalle industrie, bloccandolo per i prossimi tre anni.»

«Sull’evenienza della rinnovabilità i dubbi sono numerosi e non è chiaro il meccanismo che possa permettere tale procedura. Le proposte emerse questa sera, non sono certamente sufficienti per creare le condizioni del rilancio del comparto industriale di Portovesme. Ci riserviamo di approfondire la proposta del nuovo investitore, la Sider Allonys, annunciato dal ministro Guidi, finora sconosciuta al tavolo – aggiunge Fabio Enne -. Questa informazione, comunicata dal ministro, non vorremmo fosse una notizia fuorviante. Magari, sarebbe stato meglio, vista l’incertezza e la trattativa in corso con Glencore, tenerla riservata.

«L’attesa a cui i lavoratori dell’Alcoa sono obbligati non è più accettabile – sottolinea ancora Fabio Enne -. Entro e non oltre gennaio deve essere necessariamente trovata una soluzione credibile e definitiva sulla questione dell’energia e quindi degli acquirenti dell’ex fabbrica di alluminio primario. Per ora, di soluzioni vere, all’orizzonte non se ne vedono. Attendiamo con ansia e altrettanta determinazione il prossimo incontro fissato per il mese di gennaio.»

«E’ incomprensibile, infine, l’entusiasmo manifestato questa sera per la volontà della Sider Allonys di essere maggiormente interessata alla laminazione piuttosto che all’alluminio primario. Ricordiamo – conclude Fabio Enne – che la stessa Ras ha di fatto determinato la chiusura della Portal, azienda specializzata sulla laminazione.»

Fabio Enne 57

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Ha riscosso un grande successo, a Carbonia, la Mostra personale di arte contemporanea informale (pittoscultura) “ La Materia e lo spirito” di Gianni Lardieri, allestita dal 5 al 13 dicembre presso l’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu.

Gianni Lardieri, nato a Carbonia, sin da bambino ha manifestato particolari capacità creative, soprattutto nella creazione di mini complessi abitativi, impiegando i materiali poveri a sua disposizione. Si è dedicato alla pittura e alla scultura e, dopo anni di esperimenti, ha trovato finalmente la sua dimensione che si discosta dall’ortodossia dell’arte informale, fondendo la pittura con la scultura.

Allegata un’ampia documentazione fotografica delle opere di Gianni Lardieri, realizzata da Nadia Pische.

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E’ positivo il giudizio espresso dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sull’incontro svoltosi oggi al Mise, al quale ha partecipato anche l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras.

«Lo scorso 24 novembre – ha detto tra l’altro Francesco Pigliaru –  la Regione aveva sottolineato le condizioni negative di impatto diretto e indiretto (i dipendenti delle centrali e quelli dell’indotto) che si sarebbero determinate con la revoca dell’attuale regime. Sulla scorta di tali dati, MISE e Terna stanno definendo delle soluzioni “ponte” applicabili alle centrali del Sulcis e di Porto Torres, attraverso contratti di servizio compatibili con il mantenimento in funzione competitivo degli impianti.
Su Ottana è in corso la verifica sull’applicazione di un servizio di riaccensione.» Su questo punto, il presidente Pigliaru ha evidenziato la questione dei tempi, considerato che nel caso di Ottana la chiusura della centrale comporterebbe l’immediato impatto su diverse produzioni del polo industriale e sul riavvio delle produzioni di PET.

«Siamo coscienti del fatto che ognuno dovrà fare la propria parte – ha aggiunto il presidente Pigliaru – Regione, imprese e comunità locali, perché misure provvisorie siano tali nell’ottica di una riconversione e di percorsi seri e chiari di sviluppo e di prospettiva. Non possiamo permetterci di stare fermi e invocare misure “ponte” che in realtà diventano strutturali e poi vincolanti. Il dialogo di oggi – ha concluso il presidente Piglliaru – è stato molto costruttivo e negli interventi di tutti si è evidenziato l’impegno che è stato posto nell’individuare soluzioni che, pur nell’attesa degli sviluppi, non erano affatto scontate, sia sulla super interrompibilità, in un difficilissimo confronto con l’Ue, sia sull’essenzialità, ed erano e sono dirette ad evitare intanto ulteriori drammi occupazionali.»

Francesco Pigliaru 353

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IMG_1938 SP 2 a Barbusi 1 IMG_1941 IMG_1945 IMG_1953 IMG_1955 IMG_1950

E’ stata riaperta al traffico, finalmente, dopo oltre due anni, la strada provinciale n° 2 all’altezza di Barbusi, al termine della sistemazione del ponte seriamente lesionato il 13 novembre 2013 a seguito dell’alluvione che in altre zone della Sardegna portò distruzione di infrastrutture e diverse vittime. Il cedimento di alcuni pannelli impose la chiusura e la provincia di Carbonia Iglesias, predispose un tracciato alternativo ed avviò le pratiche burocratiche per la realizzazione dei lavori necessari a ristabilire la sicurezza per automobilisti e passanti.

Nonostante lo sblocco delle risorse, nell’ordine di alcuni milioni di euro, in sede di approvazione del conto consuntivo, i tempi per la riapertura della SP 2 sono stati molto lunghi. La gestione commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, infatti, decise di procedere in tempi brevi all’affidamento dell’incarico di progettazione ma i tempi burocratici necessari per la presentazione del progetto, l’indizione della gara d’appalto per la realizzazione dei lavori, l’espletamento della stessa e l’affidamento definitivo, come purtroppo previsto dallo stesso commissario in una nota (“sperando di acquisire le necessarie autorizzazioni amministrative in tempi brevissimi, i lavori di consolidamento potranno essere avviati entro il corrente anno”)». 

I lavori sono iniziati a metà gennaio 2015 e sono durati quasi un anno. Stamane, la tanto attesa riapertura al traffico, salutata con un grande sospiro di sollievo delle migliaia di automobilisti che transitano quotidianamente sulla SP 2, soprattutto per raggiungere Cagliari e l’area metropolitana. I disagi, nei 768 giorni di chiusura e di deviazione del traffico nella strada interna, sono stati veramente tanti.

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Non c’è solo la multinazionale svizzera Glencore, già proprietaria dello stabilimento Portovesme srl, interessata all’acquisizione dello stabilimento ex Alcoa. Nel corso della riunione svoltasi questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico, infatti, è trapelato da fonti sindacali che un’altra società svizzera, la SiderAlloys di Lugano, impegnata nel ciclo di trasformazione dell’alluminio, avrebbe manifestato il proprio interesse.

Alla riunione, al ministero dello Sviluppo economico, hanno partecipato il ministro Federica Guidi; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti; il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Federica Guidi ha annunciato che oggi è arrivata la lettera del commissario Ue alla concorrenza, Margrethe Vestager, che autorizza la super interrompibilità per le isole per un periodo di due anni rinnovabile per un terzo anno, a condizioni economiche molto vantaggiose, 170.000mw corrispondenti con ulteriori misure di efficientamento a 26,5Mw/h per la centrale di Portovesme.

«La proposta è stata illustrata a Glencore – ha commentato Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl – che ha apprezzato la riduzione del costo dell’energia ma ha ritenuto i 2 anni rinnovabili, insufficienti e si prenderà fino al 20 gennaio per una risposta definitiva. Alcoa in questo periodo si impegna a non procedere con ulteriori atti unilaterali. Nel frattempo si è presentato un altro investitore industriale, Sider Alloys che ha giudicato interessanti le condizioni di costo energetico proposte e che sarebbe disponibile ad un investimento per aggiuntivo accanto allo smelter per la trasformazione dell’alluminio. Questo Gruppo si è impegnato ad inviare un’eventuale formale manifestazione di interesse entro venerdì. Per noi è il momento di chiudere positivamente questa vertenza. È il momento di giocare a carte scoperte e valutare le volontà reali di acquisizione e ripartenza dello smelter. I lavoratori passeranno l’ennesimo Natale con la fabbrica chiusa. Entro gennaio serve questa chiarezza perché ogni settimana diminuisce la copertura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dell’indotto e alla fine del 2016 riguarderà anche i diretti, quadro che sta da troppo tempo mettendo in ginocchio il Sulcis. Il sottosegretario De Vincenti – ha concluso Marco Bentivogli – ha dato disponibilità ad un incontro nel mese di gennaio per verificare con il Ministero del lavoro le problematiche relative alla copertura degli ammortizzatori sociali.»

Allegate le fotografie di Romeo Ghilleri.

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Nuovi voli e nuovi upgrade di aerei sulle rotte della continuità territoriale gestite da Alitalia. L’ulteriore incremento di offerta è stato deciso dal comitato di monitoraggio, composto da Regione e vettori, riunito in seduta permanente all’assessorato dei Trasporti.
Si tratta di otto voli aggiuntivi sulla rotta Cagliari-Linate-Cagliari dal 30 dicembre al 4 gennaio e di due voli sulla Alghero-Linate-Alghero lo stesso 4 gennaio. Diversi quindi gli upgrade che consentono di sostituire gli Embraer 175 e 190 con i più capienti Airbus. In totale la compagnia di bandiera mette in campo 12 cambi di aeromobile, dei quali, otto su Linate e quattro su Fiumicino, dal 23 al 29 dicembre.
Gli interventi correttivi sul traffico da e per l’isola regolato dagli oneri di servizio si susseguono pertanto con frequenza quasi giornaliera e si aggiungono all’incremento complessivo di 35.800 poltrone già messe in vendita da Alitalia sui voli a cavallo delle festività.

Aeroporto Elmas 1 copia

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Consiglio regionale 3 copia

E’ iniziato stamane, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge 291/A “Disposizioni urgenti in materia fiscale”. Il provvedimento della Giunta è stato approvato dalla Terza commissione nella seduta del 15 dicembre 2015 con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza, il voto contrario dei gruppi di opposizione e l’astensione del consigliere regionale Busia. L’obiettivo è la  rimodulazione dell’addizionale regionale Irpef per dare copertura al disavanzo riscontrato in ambito sanitario.

Dopo gli adempimenti di rito, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di sapere dalla giunta se, come riportato dalla stampa, avevano intenzione di presentare emendamenti al testo. Il presidente Ganau ha risposto che ne sono stati presentati 170 e che erano in fase di distribuzione. Marco Tedde (FI), sull’ordine dei lavori, ha ribadito la  necessità di sapere tempestivamente, quando viene convocato il Consiglio, l’ordine del giorno. Tedde ha anche ricordato che c’è una sentenza della Corte costituzionale che  vieta alle regioni  di approvare  aumenti di aliquote Irpef se non sono collegate all’economia. Il presidente Ganau, sul primo punto posto dal consigliere Tedde,  ha risposto che l’ordine del giorno era stato comunicato ai capigruppo al momento di decidere la data della seduta odierna.

Ha poi preso la parola il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni che ha parlato di “atto forzato e illegittimo” e ha chiesto il rinvio del DL 291 in commissione. Per Dedoni è  opportuno che il Consiglio rifletta prima di fare atti irreversibili e illegali.  A favore della proposta di Dedoni si è espresso il capogruppo di FI  Pietro Pittalis che ha detto che il Consiglio si sta arrogando  competenze che non sono previste in legge, quindi questa legge sarà impugnata e il problema del disavanzo non sarà risolto. Pittalis ha detto di essere d’accordo con il parere della collega Busia e che non è utile porsi in una situazione illegittima. Il capogruppo di Forza Italia ha fatto un appello alla presidenza del Consiglio per evitare che sia approvato un provvedimento palesemente in violazione di norme statali.  Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro Roberto Desini ha chiesto di sospendere i lavori per 20 minuti. Il capogruppo dell’Udc Sardegna Gianluigi Rubiu ha detto di essere favorevole a riportare il DL in commissione perché  è un provvedimento iniquo e ingiusto. Per Angelo Carta (Psd’az) il ritorno del DL 291 in commissione gioverà ai lavori del Consiglio. Di parere contrario il capogruppo del Pd Pietro Cocco che ha detto che i lavori devono procedere, perché  il provvedimento è stato già approvato in commissione. Annamaria Busia (Sovranità, Democrazia e Lavoro), sottolineando che non c’è nessuno spirito polemico, ha ribadito che sarebbe utile fare ulteriori approfondimenti, anche alla luce delle ultime risoluzioni approvate. Pertanto, la consigliera ha dichiarato di fare proprie le osservazioni fatte dall’opposizione e ha detto che è assolutamente necessario un approfondimento in commissione. Antonio Gaia (Cristiano popolari socialisti) ha detto di condividere le osservazioni fatte dalla consigliera  Busia e ha chiesto un parere dell’assessore. L’aula ha bocciato la richiesta di rinvio in commissione del provvedimento.

Il presidente ha poi messo in votazione la proposta di sospendere la seduta: i Lavori sono sospesi per 15 minuti.

Il relatore della maggioranza, Franco Sabatini (Pd), ha evidenziato le ormai croniche difficoltà dei diversi governi regionali che si sono succeduti, nel mettere un argine alla spesa sanitaria nell’Isola che ha registrato una crescita costante. Il presidente della commissione Bilancio ha quindi sottolineato le responsabilità diffuse nel mancato rientro del disavanzo sanitario e non ha nascosto le difficoltà del contingente momento politico: «Siamo di fronte ad una situazione gravissima e difficilissima».

A giudizio di Sabatini la scelta della maggioranza di procedere con l’innalzamento dell’aliquota Irpef è necessitata dai cinque anni di disavanzo in sanità che hanno caratterizzato il governo del centrodestra in Regione. «Il problema – ha dichiarato l’esponente del Pd – è che per le coperture di questi disavanzi si sono praticati tagli che hanno riguardato in maggior misura i capitoli di spesa riferiti alle politiche sociali e cioè si sono ridotti fondi e stanziamenti destinate alle fasce più deboli della popolazione». «Oggi – ha proseguito il consigliere ogliastrino – assumiamo responsabilmente la decisione di innalzare l’aliquota Irpef  per preservare le fasce più deboli e addirittura a queste riduciamo le tasse mentre chiediamo uno sforzo maggiore a chi ha di più». 

Franco Sabatini ha quindi ricordato che insieme con la manovra Irpef si propone un piano di rientro del debito in sanità e una serie di riforme  che metteranno alla prova il Consiglio. «E’ una sfida importante – ha dichiarato il presidente della Terza commissione – perché assumiamo l’impegno di mettere sotto controllo la spesa sanitaria in Sardegna».

Franco Sabatini ha auspicato una riduzione della spesa del personale, una spesa farmaceutica “controllata” e con la rapida istituzione della centrale unica d’appalto:  «Non si può pensare di mettere sotto controllo la spesa solo con le modifiche organizzative o con il piano sanitario».

Il relatore della minoranza, Christian Solinas (Psd’Az), ha rappresentato l’approccio con il quale le forze della minoranza hanno affrontato il tema del deficit in sanità («non ci interessa andare a rincorrere responsabilità vere o presunte del passato») ed ha sottolineato che «la preoccupazione è stata quella di affrontare il tema del contenimento della spesa e del disavanzo, insieme con una pluralità di interventi strutturali». L’esponente sardista ha quindi insistito sulle difficoltà della minoranza nell’avere a disposizione la documentazione relativa al deficit della sanità sarda e all’annunciato piano di rientro del disavanzo.

A giudizio di Christian Solinas il provvedimento proposto dall’esecutivo non è in linea con le norme nazionali e contrasta con le indicazioni del ministero dell’Economia («sostiene che la maggiorazione dell’aliquota Irpef non possa superare lo 0.5%») ed anche con il novellato articolo 10 dello Statuto sardo («le modificazioni possono intervenire per interventi destinati allo  sviluppo dell’Isola mentre la proposta della giunta è rivolta solo a dare una copertura al disavanzo della sanità»).

«Da tutto l’insieme – ha dichiarato il consigliere dei Quattro Mori – emerge la preoccupazione che questo strumento non sia applicabile e non risolva il problema del deficit della sanità ma che si traduce nel tentativo di far pagare le deficienze del sistema sanitario ai contribuenti sardi»

«Il richiamo che formuliamo – ha concluso Christian Solinas – è ripensare il provvedimento e ritirare questa proposta per evitare che i cittadini paghino due volte l’inefficienza della sanità sarda, come pazienti e come contribuenti».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sul contenuto del provvedimento. «Si utilizza il comma 3 dell’articolo 29 della Finanziaria regionale per consentire il piano di rientro. Si fa però riferimento alla normativa nazionale senza essere commissariati – ha detto Locci – la Giunta decide di far sostenere ai sardi tutto il peso della copertura del deficit della Sanità anche se le leggi nazionali consentono di accedere a fondi statali. Noi, invece, anche per le scelte fatte in passato, decidiamo di caricarci sulle spalle tutto il peso del piano di rientro».

Locci ha quindi criticato la decisione di aumentare le tasse per pagare il disavanzo: «Non sappiamo ancora se questo piano sarà sottoposto all’attenzione del ministero della Salute – ha rimarcato il consigliere di minoranza – riteniamo che non ci sia un’azione convinta per la riduzione della spesa. Dire che è fuori controllo senza intervenire sugli sprechi non serve: vanno cambiati l’azione di governo e i meccanismi di controllo».

Critico anche l’intervento del consigliere Giuseppino Pinna (Udc). «In altri tempi con provvedimenti simili avremmo assistito a un vero linciaggio politico – ha detto Pinna – oggi invece si sta in silenzio come se venisse somministrato ai sardi un farmaco purificatore».

Secondo l’esponente dell’Udc la situazione, in oltre un anno di governo del centrosinistra, è peggiorata. «Nonostante i proclami – ha concluso Pinna – non si intravedono barlumi di miglioramento. Questo provvedimento è una tassa sul lavoro. L’aumento della pressione fiscale è di competenza nazionale, prima di fare figuracce è opportuno verificare con certezza altre opportunità per la copertura del disavanzo».

Per il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) non si può continuare a chiedere sacrifici ai sardi. «La gente si sarebbe attesa altre decisioni dalla Giunta dei professori – ha sottolineato Tocco – con queste decisioni non si fa altro che incattivire i cittadini contro la politica. Di fatto si applicherà l’Irap sulle perdite delle attività commerciali».

Alessandra Zedda (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha ammonito l’Aula sulle “difficoltà giuridiche” a cui potrebbe andare incontro il provvedimento.

Poi ha attaccato il centrosinistra sulle decisioni assunte in passato: «La madre di tutti i problemi è l’accordo fatto da Soru con Prodi che ha portato la sanità a totale carico della Regione – ha detto la consigliera azzurra – è vero che noi, in passato, abbiamo creato disavanzo ma in ogni caso non abbiamo fatto ricorso alle tasse. Il deficit lo abbiamo coperto con la riduzione storica dell’Irap».

Alessandra Zedda ha poi accusato la Giunta di aver fatto un “accordo-patacca” con il Governo: «I risultati sono più tasse e azioni non risolutive. L’annunciata riforma della sanità è ancora nebulosa, l’unico atto significativo è il prolungamento dei commissari, anche di quelli che hanno contribuito ad aumentare la spesa».

L’esponente di Forza Italia ha quindi ricordato anche le mancate risposte della Giunta sul fronte dei trasporti e accusato la maggioranza di favorire gli sprechi: «Non voteremo questo piano di risanamento perché è una rapina per i sardi».

Ignazio Tatti (Udc Sardegna) ha detto che è assurdo che nella stessa giornata si chiedano ulteriori sacrifici ai sardi e subito dopo siano prorogati i commissari delle Asl, che sono tra gli artefici di questa situazione. Il giudizio del consigliere Tatti su questo provvedimento è decisamente negativo. Da una parte si chiedono soldi ai sardi, si vogliono far crescere le tasse, si aumentano i sacrifici e dall’altra  gli sprechi continuano ad aumentare. Una situazione insostenibile che tartassa una regione già in ginocchio.

Il vice presidente Antonello Peru ha poi dato la parola a Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che non ha usato mezzi termini:  questo DL è uno sconcio, ed è un’ingiustizia autentica. Per Crisponi è grottesco che Pigliaru e Paci, dopo tanti proclami,  colpiscano l’impresa. Irpef e Irap sono medaglie che la giunta si mette al collo per risanare la sanità. Anziché dare premi agli imprenditori che riescono a stare in piedi in questo periodo di crisi, la giunta entra a gamba tesa chiedendo nuovi balzelli. Crisponi stigmatizza anche il comportamento di questa giunta che con arroganza aggiunge una zavorra ulteriore alla competitività delle imprese. Si tratta di un’operazione maldestra che contribuisce alla devastazione economica del territorio. 

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) questo DL rappresenta “un tentativo di rapina a mano alzata” deciso da una “giunta sanguisuga” nei confronti della comunità sarda. Tedde si è soffermato a lungo sul metodo utilizzato dalla giunta regionale che, nonostante l’obiettivo della Trasparenza contenuto nel programma del presidente Pigliaru, fa calare dall’alto provvedimenti dell’ultima ora non sentendo le parti sociali, i sindacati, le associazioni di categoria. Inoltre, nel programma del presidente della Regione, l’obiettivo era quello di ridurre gli sprechi, di arginare la spesa sanitaria e di perseguire efficienza. Tutti obiettivi miseramente naufragati.

Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna) ha detto di svolgere il più difficile degli interventi, perché costretto a constatare che la giunta comunica al popolo sardo che tutto quello su cui è basato il proprio programma è drammaticamente fallito. Per Tunis, nel momento attuale, drenare anche un solo euro ai sardi è un’ingiustizia gravissima tanto più che è stata decisa per appagare la superbia intellettuale dell’esecutivo. Il consigliere di FI ha accusato la giunta di spingere la Sardegna in un tunnel e questo DL è una rapina, è  un atto meschino che ruba i soldi ai sardi. Quindi, non solo si vogliono drenare soldi, ma si vuole drenare anche la speranza. Tunis ha chiesto ai colleghi della maggioranza di ribellarsi, di dire alla giunta che non siete d’accordo a essere complici. Perché non ci sono giustificazioni. In finanziaria la maggioranza aveva detto che  le tasse sarebbero diminuite, invece i balzelli continuano ad aumentare.

Il consigliere Oscar Cherchi (Fi), rivolgendo parole di apprezzamento per l’intervento del collega di partito e di gruppo Stefano Tunis ha chiesto polemicamente il sostegno dei colleghi della maggioranza «per far comprendere alla Giunta che l’aumento dell’aliquota Irpef non risolverà il problema del deficit in sanità ma distruggerà i precari equilibri di bilancio nelle famiglie e nelle imprese».

L’esponente della minoranza ha ricordato la precedente esperienza di assessore del Bilancio, dell’attuale presidente della Regione, e citando la favola della rana e dello scorpione  ha dichiarato: «La rana tradita dallo scorpione è il popolo sardo mentre lo scorpione che l’ha punta dopo averne ricevuto l’aiuto è la Giunta regionale che tradisce la fiducia ricevuta dal popolo sardo per governare la Sardegna».

Sul tema del risanamento dei conti nella sanità, Oscar Cherchi ha auspicato un confronto approfondito ma ha dichiarato: «E’ vero però che dopo due anni di governo del centrosinistra i risultati attesi non si sono registrati e la maggioranza chiede al Consiglio un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl».

«Questa è una maggioranza in confusione – ha concluso Oscar Cherchi – e forse l’unica possibilità per il rilancio dell’azione amministrativa è rappresentato dal rimpasto in Giunta che sembra imminente».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha accusato l’assessore del Bilancio di «essersi lasciato andare a dichiarazioni fuori dalle righe quando ha parlato di casse regionale devastate dal centrodestra e di spesa sanitaria per troppi anni senza controllo».  «Se quelle affermazioni fossero vere – ha spiegato Cossa – il governo nazionale avrebbe commissariato la Regione, così come è vero invece che in sanità i disavanzi vanno obbligatoriamente coperti entro l’anno successivo».

Il consigliere della minoranza ha quindi elencato una serie di dati che, a suo giudizio, evidenziano come la spesa sanitaria sia cresciuta negli anni di governo del presidente Soru ed ha accusato l’assessore Paci di aver provocato una “catastrofe” nella sanità sarda con la riduzione degli stanziamenti nello scorso esercizio. «Perché l’assessore Paci non ha tagliato gli sprechi nel 2014? – ha insistito Cossa – e che cosa ha ridimensionato nel 2015? Non certo la spesa per le consulenze e le convenzioni che continuano a proliferare». Michele Cossa ha quindi concluso elencando una serie di esempi che dimostrerebbero la mancanza di volontà dell’esecutivo nel ridurre la spesa («perché ad Igea si fanno nuove assunzioni?») e che confermerebbero invece la volontà del centrosinistra di «aumentare le tasse non già per risanare i bilanci della sanità ma per finanziare nuova spesa pubblica».

Il consigliere del Pd, Gigi Ruggeri, ha dichiarato di apprezzare l’intervento del relatore della minoranza,  Christian Solinas, «perché ha svolto considerazioni di natura tecnica e non è entrato nel merito del disavanzo della sanità, né sulle sue case e sulle responsabilità». «Si assiste in quest’Aula – ha proseguito il consigliere della minoranza – ad un’inversione delle responsabilità e si danno dati confusi e fuorvianti che mettono sullo stesso piano “lo stanziato” piuttosto che il “determinato” dal Cipe». Ruggeri ha contestato le affermazioni del collega Cossa («ai tempi della Dirindin non c’era il disavanzo mostruoso di cui si parla e nel 2014 con i commissari abbiamo ridotto il trend di crescita del fondo sanitario regionale»).

L’esponente dei democratici ha escluso inoltre che i problemi della sanità sarda possano ricondursi all’intesa istituzionale del 2007 Soru-Prodi ed ha evidenziato che con il provvedimento in discussione non si sta “pagando” il fabbisogno sanitario nuovo ma che si è fatto emergere il debito degli anni passati.

«La differenza tra noi e voi – ha concluso Ruggeri – è che voi avete rinunciato a governare i processi strutturali della crescita della spesa sanitaria mentre noi li affrontiamo per risolverli ed evitiamo dunque di mettere la polvere sotto il tappeto come ha fatto chi ci ha preceduto.»

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fd’I) ha riproposto la critica per la carenza di documentazione nella disponibilità dei consiglieri della minoranza ed ha ribadito contrarietà per la riproposizioni di modifiche da parte dell’esecutivo tali da stravolgere il testo in discussione in Aula.

L’esponente del Misto ha quindi riaffermato dubbi sulla legittimità della norma che si propone di aumentare l’aliquota Irpef  ed ha sottolineato il rischio «di proceder con l’approvazione di una legge impopolare e che non produrrà risultati ma che genererà conflitti e ricorsi che non faranno entrare nelle casse regionali le risorse utili per ripianare il debito della sanità».

«Nei due anni del vostro governo – ha concluso Truzzu – non avete posto rimedio all’ingerenza della politica nella sanità né avete revisionato la spesa ma in compenso avete sbagliato la programmazione e nell’assestamento non sono arrivate le risorse e così mettete le mani nelle tasche dei sardi mentre continuano le consulenze gli sprechi.»

Il consigliere Gianni Lampis (Fd’I) ha definito “coraggiosa” la scelta della maggioranza di portare in aula un provvedimento di “macelleria sociale”.

«La Giunta mette le mani in tasca ai sardi – ha detto Lampis . avete scelto il modo più semplice per coprire il disavanzo. Attribuite la colpa a chi vi ha preceduto ma riproponete gli stessi errori: il deficit non è diminuito in questa legislatura, l’azione dei commissari delle Asl non è stata efficace.»

Secondo l’esponente di FdI il provvedimento non farà altro che aggravare una situazione resa già difficile dalla crisi. «Si poteva scegliere un’altra strada – ha insistito Lampis – noi eravamo disponibili a dare un nostro contributo ma voi avete optato per una scelta muscolare. Risparmiate questo nuovo balzello ai sardi perché altrimenti la condanna sarà inevitabile.»

Per Alberto Randazzo (Forza Italia) le percentuali di aumento dell’Irpef fanno pensare a una regione ricca. «Viste le tabelle dell’Agenzia delle Entrate – ha detto Randazzo – Bolzano applica aliquote più basse della Sardegna».

L’esponente di Forza Italia ha poi criticato l’azione di governo della maggioranza: «Si chiedono sacrifici ai sardi  poi però si approvano provvedimenti per il reddito di cittadinanza (legge sperimentale per 5000 famiglie licenziata ieri in Commissione Sanità) – ha rimarcato il consigliere azzurro – ammiro il Governo nazionale che prima di deliberare altre tasse incide sulla spending review». Il consigliere azzurro ha quindi stigmatizzato il mancato contenimento della spesa pubblica: «Apprendiamo di nuovi concorsi all’Igea, dell’aumento delle cooperative sociali a Sassari, di mille nuove assunzioni ad Abbanoa, i giornali ci svelano gli sprechi delle Asl, con presidi ospedalieri dove giacciono attrezzature per 30 milioni di euro. Se si decide di risparmiare su queste voci – ha concluso Randazzo – noi siamo pronti a fare una battaglia comune per chiedere allo Stato di dare alla Sardegna risorse aggiuntive».

Fuori dal coro, tra i banchi della maggioranza, l’intervento della consigliera del PD Daniela Forma che ha definito “non indolore” il provvedimento varato dalla Giunta  per far fronte al disavanzo della sanità.

«All’aumento della spesa non corrisponde un miglioramento del sistema, i costi sono ormai diventati insostenibili – ha detto Forma – non può passare il messaggio che cittadini e imprese debbano far fronte alle inefficienze del sistema pubblico».

La consigliera del Partito Democratico ha quindi auspicato un giro di vite nel contenimento della spesa pubblica: «Se è vero che non è possibile fare tagli e risparmi immediati è altrettanto chiaro che si possono cercare soluzioni per rimettere in equilibrio il sistema e rimediare ai debiti pregressi – ha sottolineato Daniela Forma – l’intervento su Irap e Irpef frena invece la possibilità di inserirsi nel clima di ripresa economica che cominciava a respirarsi anche in Sardegna».

Forma ha poi parlato di “responsabilità trasversali” nell’attuazione di politiche che negli anni hanno favorito la creazione di “stipendifici” e contribuito ad “ingrossare il settore pubblico”. «Non siamo più in grado di farci carico di queste pretese,  occorre trovare le soluzioni per il contenimento della spesa all’interno del sistema regionale. Ho provato a portare queste considerazioni all’interno della mia maggioranza chiedendo di verificare, per esempio, i 600 milioni di euro destinato al  Fondo Unico per gli Enti Locali, ma sembra un tabù. Pur essendo contraria a questo provvedimento non mi tirerò indietro – ha concluso Daniela Forma – ma non mi si chiami più ad avallare scelte come questa».

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Non si spengono le polemiche sul progetto della Giunta regionale di aumentare le aliquote Irpef per ripianare i debiti accumulati dal servizio sanitario regionale.

«L’intenzione di ripianare il buco della Sanità con l’aumento delle aliquote Irpef è soltanto un pretesto – dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna -. Ancora una volta la Giunta dei professori naviga a vista e dimostra di non avere le idee chiare, discostandosi dalle direttive a livello nazionale.»

«Mentre il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, infatti, attraverso la Legge di stabilità, vieta alle Regioni di aumentare la pressione fiscale – sottolinea Ignazio Locci -, la Sardegna va nella direzione opposta e mette le mani nelle tasche dei cittadini, facendogli pagare il fallimento politico del centrosinistra. E come se non bastasse, le norme che regolano l’Irpef proibiscono aumenti tributari che non siano volti allo sviluppo economico. E non mi pare che ripianare il deficit della Sanità possa in qualche modo stimolare lo sviluppo. L’unico obiettivo della Giunta è quello di salvare la baracca obbligando i sardi a uno sforzo ingiusto e immotivato.»

«L’Esecutivo di Francesco Pigliaru – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – farebbe bene a ritornare sui suoi passi. Di sicuro il centrodestra darà battaglia e si opporrà in tutti i modi all’aumento della pressione fiscale voluto da una Giunta di sanguisughe che si disinteressa totalmente degli interessi dei sardi.»

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Gianluigi Rubiu 65 copia

Il taglio dei contributi rischia di produrre il ridimensionamento dei servizi dei centri di assistenza fiscale, con il licenziamento di migliaia di operatori. Lo dice il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, che auspica un intervento forte della Regione per evitare l’ennesimo disastro sociale. «Con la legge di stabilità si applica una sforbiciata incomprensibile ai patronati tenuti da sindacati e organizzazioni di categoria – sottolinea Gianluigi Rubiu – che anche in Sardegna svolgono un servizio indispensabile per le tutele previdenziali e socio assistenziali verso l’universo dei lavoratori». Un’attività di pubblica utilità che potrebbe essere cancellata. «Un danno enorme dal punto di vista sociale. Nel Sulcis Iglesiente i patronati sono un polo di riferimento anche per i senza lavoro, con il sostegno fornito per orientare i lavoratori svantaggiati – conclude Gianluigi Rubiu -. Ecco perché la Regione dovrebbe sollecitare il governo per incrementare le risorse a favore dei patronati isolani, vista l’attività di supporto indispensabile a favore di precari e soggetti deboli».

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Legacoop Sardegna punta sulla valorizzazione del pecorino romano e tiene a battesimo il primo accordo di filiera tra le cooperative di trasformazione. Un impegno importante, siglato a Oristano il 21 dicembre, per le 11 coop che hanno aderito all’accordo di rete (Tre A Arborea, Unione pastori Nurri, Cao Formaggi, Coop. Pastori perfughesi, Latteria Pozzomaggiore, Coop La concordia Pattada, Sa Costera Anela, Coop Lait Ittiri, Coop La. Ce. Sa. Bortigali, Coop allevatori Villanovesi, Cooperativa pastori oschiresi, Coop Agriexport) che ha come obiettivo la predisposizione e l’attuazione di un progetto della filiera ovi caprina. L’accordo prevede, tra le altre cose, la sottoscrizione di un contratto di rete con lo scopo di stabilizzare il mercato e garantire un’adeguata remunerazione del latte conferito. Tra gli aspetti indicati dall’accordo il fatto che la quantità di latte destinato a diventare romano per la campagna 2015/16 non possa superare quello prodotto nella precedente annualità. Tra i punti salienti anche il fatto che nessuna azienda possa vendere prodotto a un prezzo inferiore al valore stabilito dal comitato prezzi istituito dal Consorzio di tutela del pecorino romano pari, attualmente, a 8,75 euro al chilo, franco stabilimento.

Per Salvatore Pala, responsabile settore ovi caprino Legacoop Sardegna si tratta di «un fatto storico». «Pensiamo che questa strategia messa in piedi momentaneamente dalle Coop e che speriamo possa essere allargata al mondo industriale – spiega Pala che è anche presidente della cooperativa Unione pastori Nurri -, porti a una calmierazione  della pressione troppo alta subita dal prodotto Pecorino romano. Riteniamo sia una politica da mettere in piedi perché il prodotto primario latte possa avere una boccata d’ossigeno». Per Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano si tratta di un passaggio epocale. «Principale vantaggio è la stabilizzazione del prezzo – spiega – e l’obiettivo della durata nel tempo. Una migliore attività potrà essere possibile anche grazie al contingentamento della produzione e alla gestione dell’intero sistema».

Daniele Caddeo, direttore generale della Legacoop Sardegna spiega che: « L’accordo di rete dimostra la volontà e la maturità delle cooperative lattiero casearie sarde di aggregarsi su punti fondamentali e strategici per il settore. Siamo convinti, come Legacoop, che la rete sottoscritta lunedì verrà estesa anche alle cooperative non presenti perché unico strumento in grado realmente di garantire una remunerazione importante del prodotto pecorino romano. A gennaio ci ritroveremo per fare il punto della situazione, siamo convinti che l’ampliamento della discussione alla parte dei trasformatori non cooperativi possa essere utile e di reale prospettiva per l’intero comparto». Non solo. «Legacoop metterà in campo (per i firmatari dell’accordo di rete) tutti i propri strumenti finanziari oltre che rendersi disponibile a convocare un tavolo tecnico con le banche per un’eventuale rimodulazione su un accordo relativo alle giacenze 2014/15, nonché al nuovo fabbisogno 2015/16».