5 November, 2024
HomeCronacaSi è svolta stamane, a Domusnovas, la manifestazione organizzata dalle associazioni pacifiste contro la fabbrica di bombe.

Si è svolta stamane, a Domusnovas, la manifestazione organizzata dalle associazioni pacifiste contro la fabbrica di bombe.

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Sotto un cielo azzurro, baciato dai raggi del sole, come, anche il 19 dicembre, solo la nostra Sardegna sa regalare, si sono riuniti in corteo i manifestanti di numerose associazioni pacifiste.

Le bandiere della pace e dei “nostri quattro mori”, degli indipendentisti, ma anche della Palestina, sventolavano mentre i manifestanti organizzavano il corteo, che poi in auto avrebbe raggiunto, passando per il centro abitato di Domusnovas, “la polveriera”, come viene chiamata ormai da tutti. Parole di pace e discorsi cortesi quelli portati avanti dai rappresentanti dei gruppi organizzatori, tutto all’insegna della correttezza e del rispetto della legge e della sicurezza.

Striscioni curati con arte da mani di persone che, altro non vogliono se non la fine di “una fabbrica di morte”, la conversione dei posti di lavoro ed una svolta per questo territorio che punti alla valorizzazione della nostra “magica terra”, che merita di rinascere, di ridare speranza… la stessa speranza che i paesi in guerra nutrono per un domani senza guerra. Un futuro diverso per tutti che punti ad una vita migliore, dove nessuno possa più trovare la morte per mano di altri.

Il corteo, una volta raggiunta “la polveriera” si è pacificamente sistemato sul piazzale antistante la fabbrica RWM, per ascoltare gli interventi dei rappresentanti delle associazioni.

La protesta ha preso vita, tra parole ed immagini crude di corpi dilaniati dalle esplosioni, poster dal messaggio forte e su cui era difficile posare lo sguardo. se non per una manciata di secondi.

Non meno importanti le ragioni espresse dai lavoratori presenti, animati dal terrore di perdere il loro posto di lavoro, spesso unico sostentamento all’interno di una famiglia, in un territorio che grida aiuto, dove è sempre più difficile, a volte quasi impossibile, trovare un’occupazione.

Chiaro e forte il volere dei manifestanti, anche attraverso scritte tenute insieme a rami d’ulivo, da sempre simbolo di pace, hanno trovato posto sulle pareti esterne della fabbrica, denunciando una triste realtà fatta di numeri… 2.355 civili uccisi… 640 di questi erano bambini…

Una sola richiesta… BOMBE stop, sì alla riconversione della fabbrica!

Liberazione dalle servitù militari… no basi no bombe!

E’ bastato guardarsi intorno e pensare ad un tutto assolutamente possibile… una polveriera tra prati e colline, un gregge di pecore, meraviglia di una natura che grida alla vita!

Nadia Pische

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