Sono terminati gli incontri consultivi nelle sedi che ospiteranno le Case della Salute del Sulcis Iglesiente.
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Terminati gli incontri consultivi per la definizione strategica e operativa delle strutture nei quattro Comuni interessati e analizzato lo stato dell’arte dal punto di vista strutturale, ora arriva la parte più difficile e sfidante: riorganizzare la sanità territoriale sfruttando tutte le opportunità della Casa della Salute in un contesto di ascolto e valorizzazione delle tante esperienze territoriali, sanitarie, sociali, del terzo settore. Resta da affrontare il problema dell’organizzazione interna e della gestione dei percorsi.
«La Casa della Salute non è della ASL – ha ribadito in tutti gli incontri il commissario straordinario Antonio Onnis – ma appartiene alla Comunità, il suo “funzionamento” dipende dall’impegno e dal coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, che devono contribuire a creare un percorso virtuoso.»
«E’ fondamentale la collaborazione dei medici e dei pediatri di base; la loro presenza così radicata sul territorio, la loro conoscenza approfondita di tutti gli assistiti può aiutare a caratterizzare le quattro Case secondo le reali necessità epidemiologiche, geografiche, di popolazione – si legge in una nota della direzione generale -. Nessuna intenzione di smantellare il sistema degli ambulatori dei Medici: il loro contributo all’interno della Casa della salute sarà integrato con l’attività fondamentale che già svolgono sul territorio, con la possibilità di avere a disposizioni strumenti che aumentano la capacità diagnostica (per esempio ecografi), con la possibilità di implementare la medicina d’iniziativa sui pazienti potenziali o cronici, con la possibilità di lavorare in rete tra loro, con le altre strutture territoriali e con i grossi centri ospedalieri dell’Azienda o dell’isola attraverso progetti di telemedicina, nell’assoluto interesse dei pazienti,»
«Sulla Medicina specialistica – altro nodo cruciale, molto sentito dai Sindaci e dalle comunità -, è necessaria un’analisi approfondita dei fabbisogni: l’individuazione e la nomina del referenti delle 4 Case della Salute, consente l’apertura nei prossimi giorni dei tavoli tecnico-operativi che portino in tempi molto veloci alla definizione delle necessità dei singoli territori.
Fondamentale e molto atteso l’avvio dell’ambulatorio infermieristico: supporterà l’attività dei Medici di Medicina Generale e degli specialisti con alcune attività quali la terapia iniettiva, le medicazioni di lesioni cutanee; la rimozione dei punti di sutura; il posizionamento, la rimozione e l’assistenza a pazienti portatori di catetere vescicale; la gestione degli accessi venosi; rilievo di parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ecc.) l’informazione, l’addestramento e l’educazione sanitaria alle pratiche infermieristiche.
Altro servizio atteso, sopratutto nei comuni svantaggiati per via della distanza dai grossi centri o addirittura per la condizione di insularità, i punti di primo intervento in grado di gestire le piccole emergenze (codici bianchi e verdi) di fare “filtro” ai pronto soccorso aziendali evitando inutili spostamenti dei pazienti oltre che file interminabili.
Tutti concordi nell’affermare che non è il contenitore (la Casa della Salute) che determina, di per sé, la qualità del contenuto, è dunque arrivato il momento di iniziare le fasi operative: senza pretese di possedere la bacchetta magica, consapevoli del fatto che il processo di territorializzazione della sanità deve essere accompagnato dal progressivo abbandono della visione ospedalo-centrica sia in termini di distribuzione delle risorse che di cambiamento delle abitudini della società e che questo non può prescindere da una corretta attività comunicativa e educativa.»
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