6 August, 2024
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Uno dei cannoni di difesa del Forte Su Pisu.

Uno dei cannoni di difesa del Forte Su Pisu.

Il 16 ottobre scorso cadeva il bicentenario del sanguinoso attacco dei pirati barbareschi, avvenuto il 16 ottobre del 1815, alla cittadina costiera sulcitana di Sant’Antioco. Sbarcati a Is Pruinis, i pirati tunisini, dopo ore di assedio, sbaragliarono le fortificazioni uccidendo, il comandante Melis Alagna e i dodici miliziani che formavano la guarnigione a guardia del Forte Su Pisu. La città venne depredata e oltre 150 abitanti vennero catturati e condotti schiavi a Tunisi.

Si tratta di una ricorrenza che, nonostante l’episodio storico sia importante e venga ricordata anche da un quadro esposto nella sede della Provincia a Cagliari, è passato quasi inosservato in città. Unica manifestazione organizzata è stata quella del comune che, con la collaborazione della Cooperativa Archeotur che gestisce i siti storici e archeologici di Sant’Antioco, ha permesso la visita gratuita al forte sabaudo agli studenti delle scuole primarie e secondarie cittadine.

Tito Siddi

Il racconto dell’assalto a Sant’Antioco tratto dell’archivio storico. 

L’alba del 16 ottobre 1815 minacciava pioggia. La foschia avvolgeva la spiaggia de Is Pruinis quando, alle 7.00, oltre mille barbareschi tunisini sbarcarono nascosti alla vista del forte del ponte. Il forte Su Pisu viene invaso dopo oltre sette ore di assedio. Muoiono il comandante Melis Alagna e dodici miliziani. Oltre 150 abitanti di Sant’Antioco vengono catturati e condotti schiavi a Tunisi. Il 22 ottobre il comandante Giacomo Dalpino proveniente da Tunisi con un carico di grano informa il deputato di Sanità di Carloforte che: il giorno 19 corrente mese fu restituita la flotta tunisina composta di otto legni (Sicuramente dai pirati barbareschi) che sbarcarono 155 schiavi e cinque donne sarde, ed otto romani e detti corsari erano disarmando anzi che una corvetta dice esser già entrata in darsena ed il rimanente della flottiglia aveva già cominciato metter la batteria in terra…

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Questo pomeriggio, alle 16.00, nella sala polifunzionale di piazza Roma, a Carbonia, si svolgerà la cerimonia di premiazione dei vincitori del bando di concorso CGIL per tesi di laurea. Parteciperanno Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia e Maria Del Zompo, magnifico rettore dell’università di Cagliari. La commissione esaminatrice è presieduta da Elisabetta Fois, componente della segreteria CGIL del Sulcis Iglesiente; Gianmaria Mele, docente dell’università di Cagliari; e, infine, Ottavio Pirelli, giornalista Rai.

«Abbiamo inteso stimolare i giovani studenti alla ricerca e alla conoscenza della realtà storica, ambientale, sociale ed economica del territorio del Sulcis Iglesiente e ad ingegnarsi intorno ad un’idea perseguibile di nuovo sviluppo e di nuova conoscenza – spiegano Roberto Poddu, segretario generale CGIL del Sulcis Iglesiente e Michele Carrus, segretario generale CGIL della Sardegna – gettando un ponte tra studio e lavoro e ponendo in relazione passato, presente e futuro.»

Piazza Roma 3

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Allarme di Italia Nostra di Sant’Antioco: “Su Semafuru” sta crollando. Si tratta della vecchia stazione per le segnalazioni semaforiche di Capo Sperone a Sant’Antioco conosciuta appunto come “Su Semafuru”. L’associazione ambientalista già dallo scorso mese di agosto aveva segnalato all’Agenzia della Conservatoria delle Coste della Sardegna, ripetuti furti di tegole, piastrelle, mattoni, etc… oltre la manomissione della sbarra che chiude l’accesso allo stradello che porta all’edificio.

«In questi ultimi due mesi i furti di tegole, mattoni e piastrelle sono proseguiti e sabato scorso, probabilmente a causa delle continue manomissioni di ladri e vandali, è crollata la torretta ubicata nella parte più alta del lato sud dell’edificio – spiega Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra -. La struttura appare ormai sempre più un cumulo di macerie pericolanti che potrebbe arrecare pregiudizio all’integrità dei numerosi visitatori che si recano sul colle che domina Capo Sperone.»

Così anche per evitare ulteriori crolli e danni alle persone l’associazione ambientalista ha chiesto un intervento di messa in sicurezza dell’immobile e la recinzione delle aree più a rischio e l’affissione di cartelli che indichino la pericolosità del sito. L’immobile riveste una grande importanza storico-culturale che, come altre strutture presenti lungo le coste della Sardegna, rappresenta un’importante testimonianza della storia moderna dell’isola.“Su Semafuru” nel 2011 era tornato alla ribalta quando l’intera comunità antiochense si era mobilitata a difesa dell’immobile per impedire che il compendio ospitasse un inquietante radar di profondità di produzione israeliana che, se installato, avrebbe creato seri problemi alla salute delle persone e all’ecosistema a causa dell’emissione di potenti onde elettromagnetiche. Anche allora Italia Nostra aveva appoggiato la protesta della comunità tesa alla salvaguardia dell’area di “Su Semafuru” vietando qualsiasi intervento che avrebbe potuto snaturare il pregio architettonico e paesaggistico della struttura. A fine dicembre dello stesso anno, la Giunta regionale affidò la gestione di diverse Torri Costiere e di alcune Stazioni radio e Stazioni segnali, compresa la struttura di“Su Semafuru” di capo Sperone, con annessi alloggi e terreni all’Agenzia della Conservatoria delle Coste della Sardegna. Struttura di cui però è ignota la sorte da quando, lo scorso anno, la Giunta Pigliaru ha deciso di sciogliere la Conservatoria delle Coste.

Tito Siddi

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Cantine di tutte le Province sarde il 24 e il 25 ottobre parteciperanno al Salone dei Vini – Wine and Sardinia.  L’evento è inserito negli appuntamenti delle Cortes apertas di Sorgono, interamente dedicati alla vendemmia e al vino. La seconda edizione di Wine and Sardinia vanta inoltre un padrino d’eccezione, il regista Salvatore Mereu.

Un padrino di eccezione per una manifestazione in crescita che ambisce a diventare un punto di riferimento nel settore vitivinicolo regionale. Il regista Salvatore Mereu sarà a Sorgono il 24 e 25 ottobre prossimi per il secondo Salone di Vini – Wine and Sardinia. La presenza dell’autore di capolavori del cinema sardo come Ballo a tre passi, Sonetàula e Bellas Mariposas conferisce ulteriore prestigio  a questa iniziativa  giovane, rivolta soprattutto alle aziende che vogliono guardare ai mercati globali con maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità.   

E la risposta delle cantine non si è fatta attendere. Sono 17 in tutto quelle che saranno presenti al Salone, provenienti da tutte le Province sarde, in rappresentanza delle peculiarità di territori ricchi di storia e tradizioni legate al vino. Ecco l’elenco: Cantina Su Entu, Vini Contini, Vitivinicola Emidio Oggianu, Cantina del Mandrolisai, Cantina Muscazega, Azienda agrivinicola Su Cuppoi, Cantina Sorres, Cantina Fradiles, Vini Mandrolisai, Cantina Gianluigi Deaddis, Società agricola Siddura, Cantina Castiadas, Cantina Trexenta, Cantina Valle di Accoro, Cantina Esu, Cantina Binzamanna, Tenuta Asinara.

Wine and Sardinia è promosso dalla Pro Loco con il comune di Sorgono e si avvale del patrocinio del ministero per le Politiche agricole, della Regione Sardegna, della Comunità montana Gennargentu Mandrolisai, oltre che del contributo della Fondazione Banco di Sardegna.

Wine Sardinia Wine

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Esercitazioni militari copia

Il 18 ottobre scorso, nel convegno della Marcia al Cineteatro di Laconi, la Tavola Sarda della Pace ha proposto una manifestazione contro l’esercitazione NATO denominata “Trident Juncture”, da tenersi a Cagliari sabato 31 ottobre prossimo.

Per preparare al meglio tale manifestazione è stata convocata un’assemblea organizzativa, che si terrà sabato 24 ottobre, alle ore 16,30, presso il centro civico comunale (Piazza Othoca) di Santa Giusta.

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Assessorato regionale del Lavoro 3

L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, è intervenuta oggi sulla manifestazione di lavoratori riuniti nel comitato spontaneo Clas, tenutasi stamane, sotto la sede dell’assessorato regionale del Lavoro a Cagliari.
«L’assessorato del Lavoro – ha detto Virginia Mura – dovrebbe essere visto da questi lavoratori non come controparte ma come un alleato. Gli ammortizzatori sociali in deroga, infatti, sono una materia di esclusiva competenza del Governo, e l’erogazione delle somme compete all’Inps. La Regione, in questa materia, ha il compito di istruire le pratiche relative alle posizioni dei lavoratori: cosa che è in fase avanzata di lavorazione.» 
Nel 2014 per i circa 24mila lavoratori sardi che fruivano di ammortizzatori in deroga (circa 9 mila in Cassa Integrazione e 15 mila in Mobilità) sono stati stanziati complessivamente dal Governo 93,95 milioni che purtroppo sono stati sufficienti a riconoscere ai lavoratori in mobilità in deroga solo tre mensilità. I lavoratori richiedono, per il 2014, ulteriori cinque mensilità (per arrivare alle otto complessive che erano state autorizzate).
Da una verifica effettuata, grazie ai dati resi disponibili dall’Inps, risulta probabile che si realizzino delle economie dalle erogazioni precedenti: le risorse recuperate, previo accordo con i sindacati, verranno prontamente distribuite tra gli aventi diritto. Per reperire le ulteriori risorse mancanti, stimati in una cifra che oscilla tra gli 80 e i 100 milioni di euro, è in corso un’interlocuzione forte con il Governo che ritiene concluse, invece, le erogazioni per queste voci per tutto il 2014.
Per quanto riguarda il 2015 per il momento sono stati assegnati dal Governo all’Inps 21 milioni di euro: risorse che garantiranno una prima mensilità per l’anno in corso a tutti i lavoratori in mobilità in deroga. Entro breve tempo verranno concluse le istruttorie da parte degli uffici della Regione, che consentiranno l’erogazione di queste somme da parte dell’Istituto nazionale di previdenza sociale.
Va anche ricordato che, con la legge regionale 12 del 2015, erano stati stanziati 49 milioni di euro per le politiche attive e passive del Lavoro. Queste risorse, per poter essere utilizzate ai fini dell’anticipazione, necessitano della stipula di un’apposita convenzione con l’Inps nazionale, richiesta a luglio dall’assessorato del Lavoro e per la quale si attende ancora la risposta dell’Istituto di previdenza sociale.

 

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Piano Sulcis 3 copia Piano Sulcis 2 copia Piano Sulcis 1 copia

L’Unione dei Comuni del Sulcis attacca il governatore Francesco Pigliaru sul Piano Sulcis: «Non intendiamo tollerare scelte che non siano condivise dal territorio».

Il 9 ottobre l’assemblea dell’Unione dei Comuni del Sulcis si è riunita (presenti tutti i sindaci che ne fanno parte, eccetto il rappresentante del comune di Carbonia) per occuparsi di gestione dei servizi in unione, tra i quali: piano della Protezione Civile, SUAP, Polizia Municipale. Al termine dei lavori, su richiesta di alcuni sindaci, l’assemblea si è occupata dello “stato di attuazione del Piano Sulcis”, con le novità della Giunta RAS in ordine agli investimenti strutturali, riguardanti viabilità, agricoltura e le ricadute economiche nel territorio del Sulcis.

«Vale la pena ricordarlo – sottolinea l’Unione dei Comuni del Sulcis -, in data 13/11/2012 si stipulò un protocollo d’intesa tra governo e rappresentanti del Sulcis Iglesiente alla Grande Miniera di Serbariu; a tale protocollo presero parte e lo sottoscrissero, anche se con perplessità, dati i dubbi sul contenuto, i Sindaci del territorio; sottoscrizione giustificata dalla speranza ed il fine di poter incidere concretamente nello sviluppo del loro territorio, fortemente minato da una crisi socio-economica che pareva non aver più alcuna possibilità di svolta. Il governo e la RAS promisero rilevanti investimenti e, soprattutto, un nuovo modo di rapportarsi tra Stato, Regione e Comuni-Territorio da sintetizzarsi in un unico concetto: “la concertazione”.»

«Il risultato del nuovo modo di concepire lo sviluppo – aggiunge l’Unione dei Comuni del Sulcis – è stato quello di imporre un coordinatore, di istituire un sito RAS dedicato, nonché promettere l’esecuzione dei primi progetti esecutivi entro tre mesi dalla stipula del protocollo. Da allora i ritardi all’esecuzione del Piano sono allarmanti; eppure una qualsiasi persona può leggere nel sito RAS che “tale piano registra importanti progressi”; gli importanti progressi sono due anni di parole che non possono essere responsabilità della precedente giunta, anche quello, ma soprattutto dell’attuale; gli importanti progressi sono visibili solo alla Giunta regionale ed al coordinatore, ma i territori compresi nel Basso Sulcis certamente non hanno visto, né ricevuto alcun rilevante beneficio da tali promesse-parole, salvo quelli della fiscalità di vantaggio, null’altro. Ad oggi non esiste un solo cantiere avviato.»

«Per chiarire contenuti e concetti: i dati relativi alla disoccupazione nel Sulcis sono peggiorati; Alcoa ha definitivamente chiuso; Carbosulcis sta chiudendo; Eurallumina pare stia avviando solo corsi e non produzione; ILA, silenzio; i sindaci sono diventati sempre di più delle semplici comparse per la RAS, sui quali scaricare responsabilità. Ci si chiede, ove siano finite le risorse per l’interconnessione tra i bacini, elemento concreto per lo sviluppo agricolo del Basso Sulcis; 50milioni era l’intervento previsto: oggi la risorsa disponibile è scesa ad 1milione; bando 99 IDEAS, si parla ancora di ideare, non di dare esecuzione a progetti concreti che diano risposte alla fame di occupazione e di sviluppo integrato.

E, infine, non ultima, la delibera Giunta RAS n. 47/13 del 29/09/2015, che a conferma di quanto sopra e degli interventi strutturali; ha deliberato come ulteriore rimodulazione, i c.d. interventi strutturali sulla viabilità, competenza assessorato dei Lavori pubblici, ove gli interventi di adeguamento SS 195, strada di collegamento San Giovanni Suergiu-Giba (SS 195), messa in sicurezza Strada Giba-Nuxis-SS 293, hanno visto decurtare i finanziamenti già previsti dal Piano Sulcis, concordati con tutti i Comuni del Territorio, dai € 30milioni, agli attuali 16milioni. Questo rappresenterebbe e sarebbe, a detta della Giunta Pigliaru, la manovra di sviluppo del territorio del Basso Sulcis. Eppure Invitalia nel capitolo Sulcis: infrastrutture e accessibilità, parlava di criticità (2/2) il massimo proprio nel Sulcis, una velocità media di percorrenza sulla strada sulcitana a 60 kmh. Dove sia possibile lo sviluppo con tali criticità nella viabilità non è facile comprendere.

La delibera della Giunta nella premessa, chiarisce come la RAS, preso atto del protocollo d’intesa siglato in data 13/11/2012, Piano Straordinario del Sulcis, che aveva lo scopo di definire obiettivi e condizioni di sviluppo nel Sulcis; ne prende encomiabilmente atto, che adotta un atto in palese violazione dello stesso, perché ci si chiede dove è stata la dovuta concertazione con i Sindaci? Chi la sta attuando? Chi decide il futuro del Sulcis: i Ministri, la Giunta, i burocrati e/o i suoi coordinatori?»

«Il territorio del Sulcis – sottolinea ancora l’Unione dei Comuni del Sulcis – si interroga ancora una volta, del perché si debbano ancora subire tali imposizioni; perché non sono stati coinvolti i Sindaci del Sulcis “previamente” per valutare ed esprimere il loro parere sulla rimodulazione degli interventi infrastrutturali, una delle speranze di sviluppo del loro territorio.

Quando sono stati coinvolti i Comuni del Sulcis per accettare la riduzione e/o l’utilizzo in altre parti della Regione delle risorse relative alla strategia di sviluppo atta a favorire l’agricoltura, il turismo; in quest’ottica risultavano i finanziamenti sull’interconnessione tra i bacini; una delle principali misure atte a favorire lo sviluppo dell’agricoltura.»

L’assemblea dell’Unione dei Comuni del Sulcis, esprime un forte dissenso sul modus operandi della Giunta Regionale in merito al Piano Sulcis nel suo complesso e ribadisce: «Sul Piano Sulcis non intendiamo tollerare scelte che non siano condivise dal territorio».

L’Unione dei Comuni del Sulcis, infine, chiede un incontro urgente con l’organo istituzionale di riferimento per i Comuni, il presidente della Giunta, perché illustri finalmente quali siano le effettive intenzioni della Giunta regionale in merito al piano di attuazione previsto dal protocollo di intesa stipulato in data 13/11/2012 nella Grande Miniera di Serbariu.

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il rischio fallimento per la “Romangia servizi” e la crisi delle società in house degli Enti locali; la vertenza dei lavoratori della Sigma-Sardegna; il futuro incerto della società interamente partecipata della Regione “Fase 1 srl” e la scadenza, il prossimo 31 ottobre, dei contratti degli archivisti in servizio nell’amministrazione regionale: sono stati questi i temi al centro dei lavori della Seconda commissione che questa mattina ha svolto le  audizioni di sindacalisti e lavoratori interessati dalle emergenze che riguardano il futuro occupazionale di centinaia di addetti del comparto pubblico, o ad esso riconducibile, e privato.

Società in house degli Enti Locali

I primi ad intervenire nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) sono state le rappresentanze sindacali della “Romangia servizi” la società in house del Comune di Sorso le cui attività sono state sospese per l’assenza di commesse da parte dell’amministrazione civica (unico committente della società) a causa dell’indisponibilità dei fondi per effetto dei tagli agli Enti locali.

Sebastiano Crosa, Filcams-Cgil di Sassari, in rappresentanza anche di Cisl, Uil e Ugl, ha illustrato la delicata situazione lavorativa (gli ultimi 28 addetti dei 60 iniziali ricevono il “Naspi”, il sussidio di disoccupazione universale che sostituisce dal 1° maggio 2015 l’assegno unico di disoccupazione introdotto dalla riforma Fornero) ed ha ribadito che, senza la ricapitalizzazione della società, a partire dal 1° gennaio 2016, la stessa andrebbe incontro alla dichiarazione di fallimento da parte del tribunale di Sassari.

Il sindacalista ha inoltre precisato che sempre a fare data dal 1° gennaio 2016 anche la società in house per la gestione dei servizi pubblici del Comune di Alghero (Algheroinhouse srl), in assenza di interventi straordinari da parte della Regione, è destinata a far cessare i servizi, mentre alla Multiss (società in house della Provincia di Sassari e partecipata dall’ex provincia Olbia Tempio), sono imminenti le procedure per il licenziamento dei 144 lavoratori.

La richiesta univoca dei sindacati rivolta alla commissione Lavoro è stata quella di un sostegno finanziario straordinario e immediato da parte della Regione, in grado di scongiurare, entro il 31 dicembre 2015, la cessazione della “Romangia servizi”, nonché interventi adeguati per mantenere i servizi e l’occupazione garantite dalle altre società in house ad Alghero e nella provincia di Sassari.

Il presidente della commissione, Gavino Manca, ha quindi ricordato la recente risoluzione approvata dalle commissioni I e II proprio in materia di precariato e nel sintetizzarne i contenuti ha ribadito come il documento stabilisca un termine per la mappatura del fenomeno (15 novembre 2015) e nell’indicare come soluzione al problema l’approvazione di una nuova normativa che regoli la materia, preveda anche misure straordinarie di intervento per fare fronte alle emergenze fino al 31 dicembre 2015.

Sul tema è intervenuto il consigliere di Fi, Antonello Peru, che nel far propria la richiesta dei sindacalisti per garantire la ricapitalizzazione e il salvataggio della “Romangia servizi” («sono necessari 195.000 euro entro il 31 dicembre») ha auspicato la rapida approvazione di un apposita legge che regoli in maniera definitiva e innovativa il settore delle società in house degli Enti locali e ponga fine al protrarsi degli interventi “tampone” dettati dalle varie emergenze che interessano ormai l’intera Sardegna. Il vice presidente del Consiglio ha quindi invitato la commissione Lavoro ad esaminare la proposta di legge presentata in materia dai consiglieri di Forza Italia (Pl. 212 Gestione associata di servizi e funzioni di interesse generale svolti da società a totale partecipazione degli enti pubblici locali”) ed ha rammentato gli impegni a suo tempo assunti dall’assessore della Programmazione, per la ricapitalizzazione della “Romangia servizi” entro lo scorso settembre.

Il capogruppo di Sovranità, democrazia e lavoro, Roberto Desini, ha ribadito l’importanza della risoluzione adottata dalle commissioni Personale e Lavoro e pur facendo propria la richiesta per un intervento straordinario della Regione per scongiurare il fallimento della società in house della Romangia («bisogna però tener conto della scarsità delle risorse regionali e della drammatica situazione derivante dal deficit della sanità sarda») non ha mancato di evidenziare presunte responsabilità “politiche” nella gestione della società legate soprattutto all’assunzione di 13 dipendenti non ricompresi tra i lavoratori socialmente utili o ex Lsu.  

Lavoratori della società in house della Regione “Fase 1 srl”.

I lavoratori della società  di capitali interamente partecipata dalla Regione, “Fase 1 srl”, costituita nel 2008 per sviluppare “nuovi agenti diagnostici e terapeutici e identificare, mediante studi clinici dedicati, farmaci innovativi e nuove indicazioni terapeutiche per farmaci esistenti”, hanno portato all’attenzione della Seconda commissione, la delicata situazione venutasi a creare all’indomani della decisione della giunta regionale di nominare un amministratore unico per dismettere la società che opera all’interno dei laboratori dell’ospedale Brotzu di Cagliari.

Alessio Mereu, in rappresentanza dei nove dipendenti di “Fase 1” (assunti con selezione pubblica) ha denunciato le difficoltà che caratterizzano l’operare della Srl ed anche i rilievi mossi dalla Corte dei Conti alla Regione, nonché l’incertezza sul futuro dei lavoratori in ordine alla ipotizzata cessione a operatori privati della società. Mereu ha inoltre affermato che mentre si procede alla pubblicazione del bando destinato ai privati sono intervenute le nuove disposizioni dell’agenzia nazionale del farmaco che disciplinano il settore e modificano in sostanza il valore della società. I lavoratori hanno quindi ricordato le ipotesi, al momento non concretizzatesi, relative alla cessione delle attività cosiddette di “pre-clinica” a Sardegna ricerche e le attività “cliniche” all’ospedale Brotzu ed hanno quindi evidenziato che in caso di fallimento della cessione ai privati, entro il 31 dicembre, saranno avviate le procedure per la liquidazione della società “Fase 1 srl”.

Mereu e i suoi otto colleghi hanno richiesto quindi alla commissione Lavoro che si adoperi perché i lavoratori attualmente in servizio nella società “Fase 1” possano usufruire della mobilità in altre società partecipate dalla Regione sarda.

Vertenza Sigma-Sardegna

La convocazione di un tavolo di crisi per definire la vertenza Sigma-Sardegna: è questa la richiesta che nelle prossime ore il presidente della commissione Lavoro, Gavino Manca, formalizzerà all’indirizzo del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru. L’annuncio è stato dato alle delegazioni sindacali, al termine dell’audizione nella Seconda commissione, dove il segretario generale regionale Filt-Cgil, Arnaldo Boeddu, ha illustrato la situazione creatasi nel consorzio con sede a Codrongianos in provincia di Sassari. A rischio 190 posti di lavoro (140 impiegati nella logistica e 50 amministrativi) dopo la rottura delle trattative con l’azienda. «I lavoratori – ha dichiarato Boeddu – hanno accolto le richieste dei vertici Sigma in ordine alla riduzione del personale (solo 40 al lavoro su 190), alla decurtazione di 200 euro della busta paga ed alla rinuncia agli scatti contrattuali e di anzianità ed hanno limitato le loro richieste solo all’inserimento nell’accordo (a costo zero per l’azienda) delle garanzie dell’ex articolo 18 dello statuto dei lavoratori».

I sindacati hanno chiesto quindi al presidente della commissione una convocazione delle parti per valutare i margini per definire un eventuale intesa. Richiesta accolta dal presidente Manca che ha preannunciato la proposta, da sottoporre all’attenzione del presidente della Giunta, di aprire un tavolo di crisi sulla vertenza Sigma-Sardegna.

Situazione lavorativa degli operatori del progetto archivi regionali 

Il segretario Fp-Cgil, Antonio Cois in rappresentanza dei 15 operatori del progetto archivi regionali ha denunciato, nel corso dell’audizione nella commissione Lavoro, l’urgenza di procedere con un intervento straordinario da parte della Regione per prorogare i contratti dei suddetti lavoratori (che operano in tutti gli assessorati regionali) la cui scadenza è fissata al 31 ottobre 2015.

La proposta avanzata dai sindacati al presidente Manca è quella di adoperarsi nell’immediato per  prorogare, fino al 31 dicembre 2015, i contratti dei 15 archivisti (in servizio fin dal 2005) in attesa di una auspicata stabilizzazione delle relative posizioni lavorative.

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Torna il premio “Libertà Parmigiana”, l’Associazione culturale fondata dal giornalista e scrittore Pino Agnetti impegnata da tempo su vari fronti: dall’aiuto diretto alle popolazioni vittime di guerre e di calamità naturali (Haiti, Georgia, Birmania, Giappone, i terremotati dell’Emilia), alla difesa della legalità e dei diritti umani. A ricevere il premio – già assegnato fra gli altri alla Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, al sindaco eroe Angelo Vassallo, al professor Alberto Musy e nella precedente edizione al Maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Giangrande – sarà quest’anno la principale testimonial italiana della lotta alla droga: Giorgia Benusiglio. 

«Premiando Giorgia – spiega Agnetti – abbiamo inteso premiare innanzitutto il coraggio di vivere. Quello che ha consentito a una ragazza allora appena diciassettenne di uscire da una vicenda drammatica e di trasformare poi con l’aiuto del padre i propri errori in impegno civile e in speranza per gli altri. Ma questo premio è anche un “No” alla droga. Ad ogni droga! E al conformismo dilagante che vorrebbe farci dare per persa la sfida contro il nemico peggiore dei nostri giovani. Un nemico che, invece, può essere affrontato e vinto. Come ci insegna la storia, insieme dolorosa ed entusiasmante, di una ragazza di nome di Giorgia.»

La premiazione si terrà sabato 24 ottobre, con inizio alle ore 11.00, nella “Sala Maria Luigia” della Biblioteca Palatina di Parma (Palazzo della Pilotta, Strada alla Pilotta, 3). Saranno presenti anche numerosi studenti di Parma con i quali Giorgia Benusiglio dialogherà e si confronterà proseguendo il cammino che l’ha già portata a incontrare più di 100.000 ragazzi di ogni parte d’Italia. “Libertà Parmigiana” ringrazia la Biblioteca Palatina di Parma, segnatamente la sua direttrice Daniela Moschini, della ospitalità.

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Il consigliere regionale dell’UDC Giorgio Oppi,primo firmatario, e il gruppo consiliare, hanno persentato un’interpellanza all’assessore dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale sulla situazione dei dipendenti dell’ARAS (Associazione Regionale Allevatori Sardegna) e APA (Associazione Provinciale Allevatori).

«Mi giunge voce – ha detto il leader dell’UDC sarda Giorgio Oppi –  che si stiano verificando alcuni ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti dell’ARAS e dell’APA. Pertanto, stasera ho presentato un’interpellanza all’assessore regionale dell’Agricoltura affinché spieghi al Consiglio regionale il perché di questi ritardi. Il tema sta particolarmente a cuore al nostro partito e gruppo consiliare in quanto l’associazione regionale allevatori sardi è diventata un punto di riferimento per uno dei comparti strutturali dell’economia della Sardegna quale quello agro-pastorale e dell’industria casearia. ARAS, con il proprio personale costituito da zootecnici (agronomi e periti agrari), veterinari, analisti (biologi e tecnici di laboratorio), informatici ed amministrativi per un totale di circa 300 unità, fornisce agli utenti diversi servizi professionali quali assistenza tecnica in azienda, sia agronomica che sanitaria, ed inoltre analisi di laboratorio sul latte e sugli alimenti ad uso zootecnico. Regione Sardegna ha sempre utilizzato il personale ARAS per fare fronte ad emergenze riguardanti il settore zootecnico (blue tongue, scrapie, inquinamento ambientale da reflui zootecnici, ecc.), ed inoltre nella realizzazione di diversi interventi di politica agraria regionale previsti dai piani di sviluppo rurale, sia in termini di assistenza che di divulgazione. Tutto ciò premesso – aggiunge Giorgio Oppi –chiediamo quali misure la Giunta regionale intenda adottare al fine di pervenire nei tempi più rapidi al pagamento delle spettanze dell’ARAS da parte dell’Agenzia LAORE. Inoltre, chiediamo che siano accertate le eventuali responsabilità su una tardiva richiesta di nullaòsta all’Unione Europea che parrebbe esser di responsabilità dell’Assessorato. Inoltre, nelle more della risoluzione dell’errore, quali iniziative intenda adottare la giunta per ovviare a tale ritardo e procedere al pagamento delle suddette spettanze ARAS e APA.»

Giorgio Oppi