1 August, 2024
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«Basta con la proroga dei commissariamenti nelle Asl della Sardegna. La Giunta regionale rispetti la legge, proceda con la nomina dei Direttori generali e abbandoni le scorciatoie.»

A dirlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’esecutivo di Francesco Pigliaru – aggiunge Locci – sarebbe infatti intenzionato a chiedere un’ulteriore proroga, benché la disciplina imponga un commissariamento di quattro mesi più quattro: e poiché ad agosto scadrà il secondo mandato, va da sé che la Giunta risulti obbligata ad avviare una nuova fase di gestione delle Aziende Sanitarie Locali il cui comando, questo è l’auspicio, sia affidato a professionisti qualificati in possesso dei titoli previsti dalla legge (attualmente non tutti i commissari dispongono dei requisiti richiesti).»

«Inutile perseverare sull’intricata strada della terza proroga – sottolinea ancora Locci -: molto meglio assumersi le proprie responsabilità e indicare una rosa di nomi in grado di gestire le Aziende sanitarie. È arrivato il momento – e lo ribadisco: lo dice la legge – di normalizzare il quadro e di mettere ordine al sistema di governo delle Asl. I commissari, infatti, dispongono di poteri limitati e, vista la situazione di difficoltà in cui versa il sistema sanitario, sarebbe il caso che si andasse avanti verso la nomina di organigrammi titolati a norma di legge.»

«E qualora la Giunta non dovesse riuscire a ottenere un’altra proroga, vuol dire che le Asl verrebbero affidate ai Direttori sanitari. Nell’eventualità ce ne faremmo una ragione: si risparmierebbero gli stipendi dei commissari – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – e per la Giunta sarebbe l’occasione per tagliare ulteriormente la spesa. Del resto ci ha preso la mano e non dovrebbe incontrare difficoltà.»

Ospedale Brotzu Cagliari2

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Il comune di Carbonia prosegue nel miglioramento dell’area della Grande Miniera di Serbariu. Nel periodo estivo sono tante le persone che stanno scegliendo le varie proposte culturali (Museo del Carbone, Museo Paleoambienti Sulcitani E.A.Martel, Sezione di Storia Locale, mostre e tanto altro) presenti nella Grande Miniera di Serbariu, che diventano un’interessante tappa delle proprie vacanze.

Nel mese di settembre prenderanno il via due nuovi importanti interventi. Il primo, riguarda la “riqualificazione paesaggistica e illuminotecnica degli spazi aperti nella Grande Miniera di Serbariu”. I lavori riguardano, tra le altre cose, il restauro e la riqualificazione del Deposito del Carbone, la riqualificazione del percorso che collega i nuovi spazi del Centro Intermodale con il nuovo piazzale d’ingresso della Miniera, l’installazione di un impianto fotovoltaico e l’implementazione dell’impianto esterno di illuminazione dentro l’area mineraria. Il progetto complessivo, del valore di 300.000 euro, è finanziato per 200.000 euro con fondi dell’ex provincia di Carbonia Iglesias e da un cofinanziamento di 100.000 euro del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

Il secondo intervento riguarda la realizzazione della nuova area Camper Service. Sarà realizzata un’area attrezzata pensata per coloro che visitano la Città e si spostano con il camper o con la roulotte. Il progetto prevede la creazione di postazioni di sosta, abilitate per lo scarico e l’approvvigionamento dell’acqua e la realizzazione di un’area verde. Il progetto dal costo complessivo di 103.000 euro, è finanziato per 70.000 euro con fondi della ex Provincia di Carbonia Iglesias e per 33mila euro con fondi comunali.

«Il nostro obiettivo – spiega il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti – è creare condizioni sempre migliori per l’offerta turistica della Grande Miniera di Serbariu. I nuovi interventi, così come i precedenti, rientrano, infatti, nel progetto dell’Amministrazione comunale di fare dell’ex area mineraria un luogo turistico sempre più attraente. La Grande Miniera di Serbariu si sta qualificando sempre più come importante baricentro della domanda turistico-culturale nel Sulcis, proprio grazie alle molteplici proposte che può offrire ai visitatori. Pensiamo che aumentare la qualità dell’offerta sia lo strumento giusto e allo stesso tempo indispensabile per proseguire in questo percorso.»

Grande miniera Serbariu 2

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Venerdì 31 luglio, alla Fiera di Cagliari, Padiglione Mediterraneo, inizierà il congresso 2015 “Imitiamo Gesù!” dei Testimoni di Geova che si svilupperà nell’arco di tre giorni, fino a domenica 2 agosto.

Nell’occasione i Testimoni di Geova prenderanno in esame vari fattori che concorrono alla felicità familiare. La serie di congressi di tre giorni che saranno tenuti dai Testimoni si propone di dimostrare in che modo l’esempio di Gesù può fornire a genitori e figli gli strumenti per rafforzare e unire le famiglie. Il programma includerà anche una stimolante disamina del famoso Sermone del Monte pronunciato da Gesù. Nicola Baroncini, portavoce del congresso, spiega: «Il Sermone del Monte contiene consigli sempre attuali che possono aiutare i genitori a usare meglio il loro tempo e le loro risorse per creare un ambiente familiare più amorevole e sicuro».

Tutti e tre i giorni le sessioni inizieranno alle 9.20. L’ingresso è libero. I congressi dei Testimoni di Geova sono sostenuti interamente da offerte volontarie.

Testimoni di Geova

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Il Centro regionale di programmazione (Crp) ha approvato le graduatorie di merito della selezione per 20 esperti a supporto delle attività di controllo di 1° livello nell’ambito dei programmi comunitari Por Fesr 2007-2013 e 2014-2020.
Le graduatorie riguardano i due profili previsti: profilo A – senior e profilo B – junior. Il primo riguarda 5 esperti nelle attività di rendicontazione e controllo di 1° livello e nelle attività relative alla certificazione dei programmi comunitari a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Il secondo riguarda, invece, 15 esperti in attività di controllo di 1° livello delle operazioni finanziate tramite il Fesr.
I vincitori della selezione stipuleranno con il Centro regionale di programmazione un contratto di collaborazione coordinata e continuativa della durata di 36 mesi.

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L’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, ha commentato con soddisfazione  la notizia dell’approvazione al Senato del Decreto legge 78 che nei prossimi giorni passerà all’esame della Camera per poi diventare legge. «Per i prossimi 9 anni dovremmo poter disporre di 13,8 milioni di euro all’anno dal bilancio dello Stato utili a garantire la continuità con le isole minori sarde e con la Corsica – ha detto l’assessore dei Trasporti -. Questo grazie a un emendamento firmato dai senatori Silvio Lai e Luciano Uras, sostenuto su richiesta della Regione dal Governo, inserito nel maxiemendamento sugli enti locali.»
«Diamo atto a Palazzo Chigi e al lavoro dei senatori sardi se si potrà fare affidamento su una copertura finanziaria certa e stabile al fine di compensare il trasporto marittimo infraregionale della Sardegna – ha aggiunto l’assessore – ciò consentirà inoltre di aprire una nuova stagione in questo delicato settore, con la massima attenzione alla garanzia del servizio pubblico per i cittadini, residenti e non residenti, e alla salvaguardia dei livelli occupazionali.»
L’assessore dei Trasporti, infine, ha sottolineato che, con questo intervento, lo Stato ricomincerà dal prossimo anno a farsi carico di un onere che «dal 2012 ha gravato ingiustamente sulle casse regionali a causa dell’insipienza della precedente amministrazione».

Traghetti Arbatax e La Maddalena copia

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L’assessore regionale dello Spettacolo, Claudia Firino, ieri pomeriggio ha ricevuto una rappresentanza delle associazioni dello spettacolo dal vivo, per discutere della revisione dei criteri per la concessione dei contributi. Nel corso della riunione, l’assessore s’è impegnata a modificare i criteri stabiliti dalla delibera del 2013, a discutere sulla revisione della legge di settore, dello sviluppo della progettualità legata ai fondi Por e alle residenze artistiche e della realizzazione di una rete di servizi che sostenga gli operatori anche dal punto di vista progettuale e organizzativo.
«So che il fattore tempo è importante, per questo entro settembre decideremo sulla revisione dei criteri, proseguendo il processo partecipato che ho attuato fin dall’inizio – ha affermato l’assessore Firino -. Premesso che lo stanziamento complessivo non è diminuito dallo scorso anno, ma c’è l’esigenza di una ripartizione più efficace tra gli organismi. Compito di chi governa è anche fare sintesi delle forze in campo e uscire dalle contrapposizioni fra portatori di interessi. Soggetti sostanzialmente diversi, che operano con finalità diverse, hanno bisogno di veder riconosciuta questa differenza.«
L’assessore Firino, infine, ha detto che dal prossimo anno scolastico partiranno ulteriori risorse, nell’ambito delle attività extracurricolari di Iscol@, che intercetteranno il mondo dello spettacolo.
Claudia Firino copia

 

Sono stati prorogati i termini per l’attivazione dei tirocini del programma Flexicurity. La scadenza, inizialmente fissata al 30 luglio 2015, è stata posticipata al 31 dicembre 2015 per dare più tempo alle imprese e ai lavoratori di accedere alle misure. «La scelta della proroga – ha detto l’assessore del Lavoro, Virginia Mura – nasce innanzitutto dalla buona risposta data dalle aziende e dai primi risultati dell’incontro tra domanda e offerta, attraverso il portale SardegnaTirocini».

«Ad oggi, infatti, hanno aderito circa 450 imprese. Siamo soddisfatti per l’andamento positivo registrato fino a questo momento – ha detto ancora Virginia Mura – ed intendiamo raccogliere il sollecito da parte del mondo imprenditoriale, in riferimento alle nuove figure richieste dal mercato, prevedendo l’ampliamento dell’elenco dei beneficiari, che includerà altre categorie di lavoratori.»

«Il programma Flexicurity rappresenta una scommessa per la Sardegna – ha sottolineato ancora ’assessore Mura – perché segna il passaggio dalle politiche passive di sostegno al reddito alle politiche attive del lavoro, anticipando in qualche modo la linea tracciata dal Governo nazionale, con le novità introdotte dal Jobs Act. Le nostre imprese hanno colto questa scommessa, traducendola in un’opportunità per la ripresa dell’economia e del mercato del lavoro.»

In questa prima fase il programma si rivolge a circa 4.500 lavoratori: ai 3.650 destinatari iniziali si sono aggiunti circa 400, fuoriusciti dal bacino della mobilità in deroga nel corso del 2014. Per la misura del tirocinio sono stati stanziati 15,6 milioni, e il valore di ciascun voucher è di 3.600 euro. Oltre al tirocinio, il programma prevede l’erogazione di un consistente bonus occupazionale, e la predisposizione di un’attività di formazione mirata dei lavoratori, così come richiesto dalle singole aziende.

Virginia Mura 4

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore della Sanità, Luigi Arru, hanno presentato stamane la nuova rete ospedaliera.
Molti ed ambiziosi gli obiettivi: ripensare l’offerta ospedaliera, programmare gli investimenti per la riqualificazione degli ospedali, disciplinare la distribuzione dei posti letto e valutare l’appropriatezza dei ricoveri, dando continuità alle cure e all’assistenza tra nosocomi e territorio, riduzione della spesa. La riorganizzazione, secondo i programmi della Giunta, nel triennio 2015-2018 porterà ad un risparmio di 134 milioni di euro.
La nuova rete ospedaliera nasce da diversi atti regionali che hanno disposto quanto poi condiviso a livello nazionale, con la proposta di Regolamento approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 5 agosto 2014, successivamente tradotto nel decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015. Gli ospedali regionali devono essere organizzati secondo parametri gerarchici di complessità crescente, per questo sono previste strutture classificate su tre livelli. I presidi sanitari di base, con un bacino di utenza pari o superiore a 80mila abitanti, quelli di primo livello (150mila abitanti) e di secondo livello (600mila abitanti).
«La nuova rete ospedaliera punta a un servizio di qualità per il paziente-cittadino. Non solo restituisce territorialità alle cure evitando la migrazione sanitaria, ma aumenta le probabilità di successo nella risoluzione del problema», ha spiegato il presidente Pigliaru, che ha inoltre sottolineato come la razionalizzazione comporti notevoli tagli alle spese.
«Dal punto di vista della qualità, l’obiettivo è rientrare negli standard nazionali di maggiore eccellenza, migliorando l’efficienza del sistema nel suo complesso: ciò significa mirare all’appropriatezza dei ricoveri, evitare sovrapposizioni e ripetizioni di prestazioni negli ospedali, garantire la specializzazione degli interventi.» 
Nella nuova riorganizzazione sono individuate due aree sede di una struttura ospedaliera di tipologia più complessa, con almeno un presidio di secondo livello (Hub). Altre cinque aree, con 150mila abitanti, potranno ospitare un presidio di primo livello (Spoke), di cui uno (Nuoro) con funzioni potenziate, e un’area geograficamente isolata (Ogliastra) nella quale si prevede un presidio ospedaliero di base (Spoke) arricchito di alcune specialità, in particolare per la cura di patologie tempo-dipendenti. Oltre a Cagliari, dove è presente un polo di riferimento regionale altamente specialistico, rappresentato da Oncologico e Microcitemico, nell’area nord ovest ci sarà un presidio di II livello e uno di base, a sud est un distretto di II livello e uno di I livello. «Questa scelta assicura la presenza in tutti i territori di discipline a media diffusione con livelli di sicurezza e qualità che diversamente non sarebbero garantiti alla popolazione – ha detto l’assessore Arru – e garantisce l’integrazione con i servizi sanitari territoriali come le Case della salute e le strutture intermedie. All’interno della rete sono previsti ospedali privati, che avranno funzioni complementari e di integrazione».
L’obiettivo è, dunque, quello di ottimizzare l’uso dell’ospedale individuando due ordini di criticità che devono essere superati, ovvero l’organizzazione intraospedaliera e quella territoriale. «Il funzionamento di un reparto di degenza per acuti – ha precisato l’assessore della Sanità – è condizionato dall’efficacia del Pronto Soccorso e dalla possibilità di dimettere il paziente in condizioni di sicurezza. Questo vale anche per le specialità chirurgiche, mirando al miglioramento dei sistemi di monitoraggio del reparto nella gestione del post-operatorio. Mentre, a livello territoriale, l’assistenza deve essere potenziata per evitare l’uso improprio del Pronto soccorso, e garantire dimissioni protette che portino alla riduzione delle giornate di degenza ospedaliera».
La rete ospedaliera deve integrarsi in modo omogeneo nel sistema dell’offerta sanitaria della regione, che presuppone la circolarità e l’integrazione dei servizi tra i nosocomi e il sistema territoriale di assistenza. Il modello si basa su due presupposti fondamentali: l’attivazione delle Case della salute, previste come strutture nelle quali destinare forme associative dei professionisti di medicina generale, pediatri di libera scelta e di continuità assistenziale, collocate in strutture del distretto, nelle sedi dei poliambulatori territoriali o negli Ospedali di comunità. Quelle facenti parte della rete dell’emergenza urgenza H24 comprendono la postazione AREUS. E ancora, l’attivazione degli Ospedali di comunità, stabilimenti afferenti ai presidi ospedalieri, anche in continuità con le Case della salute, utili a sostenere l’integrazione delle attività sanitarie ai diversi livelli di erogazione. Gli Ospedali di comunità prevedono un’assistenza infermieristica, con supporto medico assicurato dai professionisti di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e altri medici dipendenti o convenzionati, da strutture ospedaliere (direttamente da Pronto soccorso o da reparto di ricovero). Si tratta di pazienti dimissibili, ma non in condizioni di rientrare a casa, per i quali è garantita l’assistenza in un ambiente protetto più appropriato rispetto alla degenza ospedaliera.
«La nuova rete assistenziale comporta profondi e importanti cambiamenti – ha ricordato Luigi Arru – a livello dei “nodi” occorre cambiare le regole che sottendono le relazioni tra le parti interessate superando l’attuale separatezza tra unità di cura, mentre al livello delle “maglie” bisogna passare dalla erogazione della singola prestazione alla strutturazione di una catena di eventi assistenziali tra di loro coordinati, superando le criticità. Agire in rete, negare e superare la competizione fra le singole unità produttive perseguendo la cooperazione, secondo i diversi livelli di complessità di intervento.» 
La rete ospedaliera regionale è composta da 5.901 posti letto (pl) complessivi (di cui 5.527 per acuti e 374 per post acuti) che equivalgono a una dotazione complessiva regionale per 1.000 abitanti pari al 3,55, di cui 3,32 pl per acuti e 0,22 post acuti. I posti letto pubblici sono 4.865 (di cui 4.718 acuti e 147 post-acuti), quelli privati 1.036 (809 acuti e 227 post-acuti). I posti letto destinati alla post acuzie sono 207 per la riabilitazione e 167 per lungodegenza. Il numero totale dei pl si attesta intorno alla dotazione complessiva di riferimento, pari a 3,7 per 1.000 abitanti, ma l’attuale disponibilità mostra uno squilibrio nella ripartizione acuti/post acuti con un eccesso di acuti, sovradimensionati rispetto ai parametri di riferimento. La rete sanitaria è dunque caratterizzata da una forte presenza di discipline ad alta diffusione a discapito di quelle a media e a bassa diffusione, nonché della post acuzie. L’attuale rete ospedaliera si sviluppa in 11 Aziende sanitarie che erogano prestazioni in 31 strutture di ricovero. La distribuzione territoriale dei pl, mostra una forte polarizzazione con una concentrazione maggiore (Asl di Sassari e Asl di Cagliari) in corrispondenza delle aree più popolate dove operano anche le due Aziende Ospedaliero-Universitarie (Aou di Cagliari e Aou di Sassari) e l’Azienda Ospedaliera Brotzu (Aob, Cagliari). Una dotazione inferiore di posti letto si registra nei territori delle Asl Medio Campidano e Olbia Tempio. L’offerta privata attuale non è omogeneamente distribuita: su dieci strutture private, tre operano ciascuna rispettivamente nel territorio di Sassari, Ogliastra e Oristano, mentre le restanti sette sono collocate nel territorio di Cagliari.
Negli ultimi quattro anni (2011-2014) si è rilevata una riduzione dell’ospedalizzazione per acuti, sia nel regime ordinario (-9%) che in quello diurno (-10%). Questo implica una riduzione complessiva del 9% dei ricoveri con la diminuzione dei corrispondenti tassi di ospedalizzazione (passando da 181 a 165 ricoveri per 1.000 abitanti). Sono invece stabili i livelli di ospedalizzazione in post-acuzie e quelli relativi alla mobilità extra-regione. Il tasso di ospedalizzazione non si distribuisce in maniera uniforme all’interno dell’isola, con un ricorso all’ospedale direttamente proporzionale all’offerta, che dimostra un elevato rischio di inappropriatezza delle prestazioni in regime di ricovero. In Sardegna la degenza media standardizzata per case-mix (complessità della casistica trattata) è di 6,93 giornate, superiore (+3%) rispetto alla degenza media italiana (6,75 giornate).
E’ istituito nell’assessorato regionale dell’Igiene e Sanità il Comitato di Organizzazione delle Reti Integrate (CORI) con lo scopo di definire una metodologia per l’accreditamento dei centri specialistici nelle reti di cura, in termini di competenze, di processi e di casistica prodotta (volumi e esiti), nonché delle metodologie di governo delle stesse al fine di garantire uniformità di gestione indipendentemente dalla patologia di riferimento. Del CORI fanno parte dirigenti e funzionari dell’Assessorato ed esperti in programmazione ed organizzazione dei servizi sanitari.
Ospedale Brotzu Cagliari 3

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La revoca immediata della concessione mineraria in caso di scelte negative che si riflettano sui lavoratori. Il capogruppo di Area Popolare in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, presagisce perfino l’annullamento delle autorizzazioni alla Polar, come conseguenza del licenziamento dei lavoratori delle ditte esterne in attività nello stabilimento di Piscinas, con una fabbrica all’avanguardia nella realizzazione di lettiere per gatti e nella produzione di bentonite per l’utilizzo nel settore farmaceutico ed enologico.

«Il passaggio di proprietà dalla Clariant – sottolinea  Gianluigi Rubiu – non avrebbe dovuto comportare alcun taglio di organico e mantenere inalterate le attuali condizioni del contratto collettivo di lavoro». Una vera e propria doccia gelata l’arrivo delle lettere di licenziamento agli operai delle ditte esterne. «Da qui – aggiunge Rubiu – il presidio di protesta davanti ai cancelli della fabbrica. La fabbrica è l’unica realtà produttiva ancora in attività nel Basso Sulcis, già in forte crisi visto lo smantellamento del settore minerario e la lenta agonia del comparto energetico. Uno stabilimento che distribuisce, tra diretti ed indiretti, una cinquantina di buste paga».

Lo spettro della crisi si allunga su tutti gli operai. «Per questo – conclude Rubiu – è necessario che la Regione ponga uno sguardo verso la situazione della Polar, con l’immediato tavolo di confronto tra la società e le organizzazioni sindacali».

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Le associazioni dei cacciatori hanno organizzato un sit-in di protesta per domani, 3o luglio, a partire dalle ore 14.00, a Cagliari, davanti all’assessorato dell’Ambiente, contro il nuovo calendario venatorio 2015/2016.

Contestualmente al sit-in, all’interno dell’assessorato dell’Ambiente si terrà la riunione del Comitato Regionale Faunistico.

Le associazioni dei cacciatori chiedono alla Regione Sardegna un impegno preciso sui seguenti punti:

• revisione della legge 23/98;

• funzionamento dell’Istituto regionale della fauna selvatica (IRFS);

• pari dignità per tutti i tipi di caccia;

• salvaguardia delle zone autogestite di caccia;

• l’impegno dei politici sardi nei confronti del Parlamento affinché si modifichi la legge 157/92 e la legge 384/91, con un allineamento alle direttive europee;

• far valere una volta per tutte l’Autonomia e lo Statuto speciale della regione Sardegna.