28 July, 2024
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L’assessore della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, ha manifestato ieri mattina in Piazza d’Italia, a Sassari, ribadendo la posizione della Regione, in sintonia con i manifestanti, contro l’ipotesi della localizzazione del deposito delle scorie nucleari in Sardegna.
«La contrarietà mia e della Giunta al sito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari in Sardegna – ha detto l’assessore dell’Ambiente – persiste chiara e decisa. Nella lettera inviata ai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente ho dettagliato le ragioni per le quali la Sardegna non intende sopportare un tale onere, così contrario alle vocazioni naturali dell’isola. La partecipazione a questa giornata è un’evidente riprova del sentimento che i sardi e questa Giunta regionale nutrono verso la propria terra: nessuna disponibilità all’ipotesi di nuove servitù o gravami contrari alle nostre vocazioni.»

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E’ cominciato con il tradizionale rito dell’alzabandiera il National Day della Cina, celebrato oggi all’Esposizione Universale alla presenza del Commissario Generale di Expo Milano 2015, Bruno Antonio Pasquino, del vice primo ministro cinese Wang Yang e del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.

«Il nostro obiettivo è approfondire la cooperazione in campo culturale, scientifico e tecnologico – ha spiegato il ministro Giannini – perché riteniamo che l’istruzione superiore, la ricerca e l’innovazione siano elementi essenziali non solo per un futuro migliore dei nostri due Paesi ma rappresentino un valore aggiunto decisivo per il destino del mondo.»

Sulla stessa lunghezza d’onda il vice Primo ministro Wang Yang, che ha auspicato un più stretto partenariato tra Cina e Italia, aggiungendo l’apprezzamento per il tema dell’Esposizione Universale: «Dobbiamo proteggere il pianeta e smettere di chiedere troppo alla natura». Wang Yang anche aggiunto che «Il mio Paese sta accelerando le riforme per rendere la nostra agricoltura più sostenibile».

Le celebrazioni sono proseguite con la visita della delegazione al padiglione cinese e poi tappa a Palazzo Italia, con il pranzo ufficiale. Il programma prevede per tutto il giorno numerosi eventi culturali e istituzionali. Nel pomeriggio 100 delegati e ricercatori da entrambi i Paesi si confronteranno su temi di innovazione nel campo delle agro-tecnologie, mentre i bambini si sfideranno in una partita di calcio Italia-Cina. Per concludere, stasera è previsto uno spettacolo con performances di danza, musica e acrobazie.

Visioni italiane

E’ stato pubblicato il bando relativo alla ventiduesima edizione del Festival Visioni Italiane, che si terrà  a Bologna dal 24 al 28 febbraio 2016. Il concorso prevede una sezione, denominata Visioni Sarde, riservata a corti, mediometraggi e documentari ambientati in Sardegna o di autori sardi.

All’opera considerata migliore verrà attribuito un premio di 1.000 euro.

I film inclusi nella selezione finale saranno presentati a Bologna e successivamente potranno essere proiettati nei circoli associati alla FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.

Le opere dovranno essere inviate con le stesse scadenze e modalità di Visioni Italiane, specificando la Sezione Visioni Sarde.

 Le opere, di qualsiasi formato, dovranno essere caricate su festival.movibeta.com , oppure inviate in copia DVD a: VISIONI ITALIANE – Concorso Nazionale per Corto e Mediometraggi – Fondazione Cineteca di Bologna – Via Riva di Reno, 72 – 40122 Bologna, entro e non oltre il 15 novembre 2015.

Possono prendere parte al concorso filmati sia su pellicola sia in digitale, purché non siano stati prodotti prima del 2014.

Le condizioni per partecipare al concorso sono indicate nel Regolamento del Festival consultabile in ogni sua parte sul sito www.visionitaliane.it o www.cinetecadibologna.it nelle pagine relative al Festival Visioni Italiane.

L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e il presidente del movimento Slow Medicine, Antonio Bonaldi, medico torinese esperto di Sanità Pubblica, hanno firmato sabato mattina un protocollo d’intesa che darà il via a una collaborazione per una medicina più sobria, giusta e rispettosa. La firma del documento è stata apposta a conclusione della due giorni di convegno organizzata dall’Ordine dei medici della Provincia di Cagliari nella Sala Cis in viale Bonaria.
Per migliorare le pratiche di assistenza sanitaria nel territorio, il movimento di volontari promuove un modello che si riassume in tre concetti cardine: cure sobrie, rispettose e appropriate.

«E’ necessario superare l’attuale modello sanitario – ha detto l’assessore Arru – troppo dispendioso e che spesso rivela scarsi benefici per il cittadino paziente. C’è un abuso nella prescrizione di analisi e farmaci: siamo una delle Regioni con la più alta spesa farmaceutica e sociosanitaria. Dobbiamo tendere a una maggiore umanizzazione delle cure, e alla salute come bene comune. La Sardegna è una regione speciale dal punto di vista sanitario. Abbiamo un’alta incidenza di malattie come il diabete insulino dipendente, la sclerosi multipla e la talassemia, solo per citarne alcune. Inoltre operiamo all’interno di un modello organizzativo che soffre di una inappropriata centralità ospedaliera, che prevede ricoveri con permanenze eccessive. Il nostro obiettivo è quello di ridisegnare il sistema della rete ospedaliera regionale, in maniera più razionale ed efficiente.»

La collaborazione terrà conto dei Piani di sviluppo approvati in ambito regionale per l’attivazione, negli ospedali e nelle organizzazioni territoriali, di iniziative finalizzate alla promozione della salute, con particolare riferimento ai principi di Slow medicine, che sarà di supporto anche nello sviluppo dei programmi regionali e locali. Nella fase di affiancamento e formazione Slow medicine sarà presente agli eventi ufficiali e presenterà il progetto, mettendo in evidenza quelle che sono le pratiche e il rischio di inappropriatezza. Saranno formati i medici e gli altri professionisti del settore sanitario e valutati i risultati delle ricerche cliniche e l’abilità di comunicazione e relazione con i pazienti.

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Premio studenti La Maddalena 2 Premio studenti La Maddalena 1

Da oggi 70 giovanissimi delle scuole di di Moneta e Palau possono fregiarsi del distintivo di “Delfini Guardiani” e agire concretamente per la salvaguardia della propria isola.

A La Maddalena, presso la scuola di Via Carducci, si è, infatti, tenuta questa mattina la cerimonia di consegna degli attestati agli studenti delle classi 4ª A , 4ª B e 3ª E e 5ª che hanno frequentato, durante gli scorsi mesi, il percorso di educazione ambientale ideato da Marevivo e organizzato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena con l’obiettivo di formare giovani ranger del mare.

Il distintivo di “Guardiani dell’Isola” dà ai ragazzi il diritto di presentarsi, senza accompagnatori adulti, alla Capitaneria di Porto o al Comune per segnalare eventuali problemi di carattere ambientale.

Alla cerimonia sono intervenuti: la dirigente scolastica Donatella Arzedi, il Direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena Ciro Pignatelli, il sindaco di La Maddalena Luca Montella e il direttore generale di Marevivo Carmen Di Penta.

In questi mesi, gli alunni delle scuole dell’Arcipelago di La Maddalena sono stati impegnati in escursioni sulle spiagge e su tutto il territorio isolano e, grazie alla collaborazione con la Marina Militare, sono saliti anche a bordo della nave scuola Orsa Maggiore per osservare e capire il mare e i venti e tutte le manovre che si eseguono durante la navigazione a vela.

Oltre a La Maddalena, le isole mobilitate sono Il Giglio, Ponza, Capri, Ischia, Lampedusa, Linosa, Vulcano e sono migliaia i ragazzi coinvolti nell’iniziativa. La scelta di “insegnare il territorio” – dall’archeologia al mare alla tutela dell’ambiente in generale –  è volta a sollecitare il senso civico e di appartenenza delle nuove generazioni: solo una coscienza diffusa, che parta dai più giovani, può provocare un cambiamento di rotta, indispensabile per proteggere un territorio tanto prezioso e fragile come le piccole isole del nostro Paese.

«La stagione di salvamento balneare nel Sulcis Iglesiente è a rischio. Non solo la Regione ha ridotto i fondi che annualmente stanzia per il progetto, ma addirittura le Province, chiamate a mettere sul piatto proprie risorse da sommare a quelle rese disponibili dalla Giunta regionale, si trovano a corto di soldi da destinare al programma. Intanto l’estate è ormai alle porte e l’isola non è in grado di garantire ai vacanzieri un servizio di salvamento balneare degno di una terra che ambisce a fare del turismo una fetta consistente della propria economia.»

Lo sostiene Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Soltanto per la Provincia di Carbonia Iglesias, che conta un consistente numero di comuni costieri (undici quelli interessati dal progetto) – sottolinea Ignazio Locci -, occorrono ben 170mila euro: la Regione fino all’anno scorso ne stanziava 70mila (quest’anno 66mila) mentre il resto veniva garantito dall’ente intermedio con risorse attinte dal proprio bilancio. Ma per l’annualità 2015 la Provincia, attualmente in fase di gestione commissariale, si trova a corto di quattrini (nella stessa situazione versano le altre province della Sardegna) per programmare gli interventi. Occorre chiedersi come sia possibile, all’otto di giugno, trovarsi in questa difficile e gravissima situazione. Il pericolo è che, ammesso il servizio prenda avvio (ed è naturalmente quello che ci si augura), possano registrarsi ritardi inaccettabili.»

«Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, che non perdono occasione per dimostrarsi inadeguati alla gestione delle esigenze della Sardegna – conclude Ignazio Locci -, devono immediatamente porre rimedio al problema, aumentando i fondi a disposizione e garantendo alle province, ancorché commissariate, di elaborare un adeguato programma provinciale operativo di salvamento a mare.»

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Sono iniziati i lavori per la riqualificazione tecnologica e l’efficientamento energetico di parte dell’impianto di illuminazione pubblica di Carbonia. I lavori sono partiti da via Logudoro e proseguiranno in diverse altre zone della città.

Grazie al nuovo intervento, del valore complessivo di 1.300.000 euro, saranno ridotti i consumi energetici (e di conseguenza le emissioni), attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche avanzate. Il progetto, che è la prosecuzione di un intervento già in corso da diversi anni, prevede la sostituzione, con tecnologia LED di varia potenza, di oltre 1 500 corpi illuminanti (oggi dotati di lampade ai vapori di sodio ad alta pressione). Con questo intervento di riqualificazione si provvederà a sostituire un ulteriore 25% dell’impianto di illuminazione cittadino, costituito da un totale di 6.219 centri luminosi. I nuovi corpi illuminanti avranno un consumo energetico ridotto del 45-50% rispetto a quelli precedenti, permettendo quindi un risparmio consistente, quantificabile in circa 100.000 euro all’anno.

I lavori di miglioramento dell’illuminazione pubblica, così come quelli relativi  ai lavori di sistemazione di Piazza Ciusa, rientrano nelle opere di immediata cantierabilità. I due interventi  sono stati approvati e hanno ottenuto il finanziamento da parte della Regione Sardegna, a valere sui fondi comunitari POR FESR 2007-2013.

«Attraverso l’avvio dei nuovi lavori, che fanno seguito a quelli avviati nei giorni scorsi per il completamento della rete idrica – spiega il sindaco, Giuseppe Casti -, l’Amministrazione continua a dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini. Attraverso il nuovo intervento  migliorerà la qualità  dell’illuminazione pubblica e si avrà un’importante riduzione dell’impatto ambientale. Grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie si otterrà, inoltre, un consistente risparmio che potrà essere destinato ad altri interventi per la città.»

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Il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, hanno sottoscritto stamane un protocollo d’intesa da 55 milioni di euro per la riqualificazione urbana e l’inclusione sociale di Cagliari. Le risorse arrivano da fondi europei: una parte di questi, 15 milioni del Por (Programma operativo regionale), sarà utilizzata per l’edilizia popolare a Is Mirrionis e San Michele con il recupero di alcuni stabili. Gli altri 40 milioni sono invece fondi del Pon (Programma operativo nazionale) destinati a Cagliari, città metropolitana individuata come Autorità urbana nel Programma operativo nazionale Metro, e prevedono quattro “azioni”: agenda digitale metropolitana (banche dati), mobilità ciclopedonale, illuminazione pubblica, telecontrollo e telegestione e social innovation (ad esempio autogestione dei palazzi comunali da parte dei condomini). In questo caso, la Regione fornirà al Comune supporto tecnico-logistico.
Per quanto riguarda Is Mirrionis, non si faranno solo ristrutturazioni col riuso dell’hangar del quartiere e di alloggi, ma sono previsti interventi “sociali” anche per aiutare la nascita di nuovi posti di lavoro. «È un momento di forte innovazione, siamo i primi in Italia a fare programmazione unitaria, a mettere insieme le risorse, a intervenire sulle aree urbane e le zone interne e a raccordare il tutto con i programmi nazionali del Pon Metro nel quale Cagliari è una delle 14 aree urbane selezionate – dice il vicepresidente Paci -. Questo ci consente di fare interventi mirati, senza sovrapposizioni, mettendo insieme risorse e procedure, per la riqualificazione della città. Questo protocollo d’intesa viene preso ad esempio anche da altre realtà che si sono dimostrate molto interessate a procedere sulla stessa strada. Nella programmazione precedente con i fondi europei abbiamo aperto molti cantieri, fatto interventi infrastrutturali sulle strade e sugli apparati tecnologici. Adesso c’è bisogno di pensare alla coesione sociale e a dare servizi, infatti l’intervento su Is Mirrionis vuole ridare tessuto sociale al quartiere e risposte alla popolazione».
«Siamo intervenuti su Sant’Elia e lo stiamo facendo su San Michele e Is Mirrionis, con una cifra importante per migliorare le condizioni dei cittadini che vivono nel quartiere – dice il sindaco Zedda –. Migliorarle dal punto di vista sociale ma anche economico, per le attività produttive presenti nella zona, e urbano con la riqualificazione dei luoghi, anche quelli di aggregazione e incontri. È previsto anche il recupero di strutture pubbliche già esistenti per realizzare servizi di cura socio-sanitaria e il miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere, ma quello che fa la differenza – conclude Zedda – è che questa volta gli interventi principali sono di carattere sociale ed economico.»
Il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, sottolinea proprio l’inedita collaborazione fra due amministrazioni, quella regionale e quella comunale. «Credo che siamo le uniche amministrazioni in Italia a collaborare prima dell’approvazione del programma da parte di Bruxelles, anzi le altre neanche si parlano, per decidere cosa fare e come farlo. Abbiamo una grande responsabilità rispetto a queste risorse – sottolinea Cadeddu – dobbiamo usarle rispettando i tempi e usarle bene, e per questo è fondamentale la collaborazione: perché altrimenti i soldi che si perdono, quelli che non vanno a Cagliari, non è che vengono dirottati altrove, se ne tornano a Bruxelles».

Dalle marmellate della nonnina di Fonni alla pasta biologica che sta conquistando l’Europa: storie di prodotti sardi richiesti dai consumatori più esigenti del mondo.

Lo scrive anche l’ultimo libro di marketing: non si vendono solo prodotti, si vendono storie. Le storie, pertanto, sono le vere protagoniste del Food Festival di Porto Cervo, la vetrina per i prodotti sardi che puntano a imporsi sui mercati locali e internazionali. Storie di produttori e piccole eccellenze nostrane che nascono nelle terre remote della Sardegna e qualche volta riescono a imporsi addirittura nelle tavole della globalizzazione.

Storie come quella della famiglia Serusi di Fonni, quelli delle “marmellate”, da più di dieci anni uno dei fiori all’occhiello delle colazioni degli hotel esclusivi che la Starwood gestisce per conto della proprietà del Qatar. Da Fonni ai clienti di tutto il mondo. «Abbiamo otto ettari di frutteti e a un certo punto abbiamo pensato di produrre marmellate e confetture biologiche – racconta la signora Giovanna, madre e anima dell’azienda – le facciamo con mele, pere, fichi, fragole e tante altre ancora». Pare che quella al peperoncino riscuota successi imprevisti, visto che di solito il peperoncino é associato al salato. Ma spesso queste piccole grandi imprese familiari devono confrontarsi con lo scetticismo degli stessi concittadini o di una parte di essi, di chi pensa che uno sia un po’ folle lanciarsi in imprese commerciali che possono essere percepite come rischiose e complicate. «Una volta una mia vicina di casa mi ha visto raccogliere le more e mi ha chiesto se non avessi niente altro da fare. Ma noi raccogliamo la frutta di stagione, usiamo solo frutta fresca, con poco zucchero e senza conservanti né condensati». 

E, per la cronaca, la frutta si raccoglie ancora dagli alberi a mano. Come il formaggio caprino, il quale viene lavorato seguendo scrupolosamente la qualità artigianale nella lavorazione. Ne sanno qualcosa Danilo Farina e la moglie Daria Cambedda, dell’azienda Mannalita di Oliena. Danilo era il manager di un’azienda alimentare, si è licenziato e ha deciso di proseguire il suo percorso di vita facendo la strada inversa della filiera: tornando alle origini del prodotto. Partendo dalle capre si produce così un formaggio caprino di qualità abbinato con zafferano, erba cipollina, noci, pepe rosa e altro ancora. Anche qui all’inizio c’era la solita immarcescibile diffidenza. «Non nascevamo come allevatori – raccontano i titolari dell’azienda – e quando andavamo a comprare le capre ci guardavano straniti e ci dicevano di lasciar perdere, che non era roba per noi. Oggi quegli stessi allevatori ci vengono a trovare per chiederci qualche segreto sulla lavorazione del formaggio«.

Capita anche che la pasta sarda cerchi nuove strade per confrontarsi col mondo e fare il grande salto. É la storia di Silvio Carta e della sua Artinpasta, che nasce in Ogliastra 12 anni fa; Carta  capisce che la pasta fresca, per ovvie ragioni, ha campo limitato e che esportare é il futuro. Così nasce l’idea di usare il grano duro della sua terra ma anche una speciale farina Kamut proveniente dall’ America per produrre una pasta biologica che vende in tutta Europa: dalla Svizzera alla Gran Bretagna, passando per Austria e Germania. «Da piccolo andavo con mio padre al mulino di Urzulei e ricordo quell’odore quando si aprivano i sacchi di grano duro – racconta il signor Carta – ebbene, dopo tanti anni ho riscoperto quella fragranza in un ben preciso tipo di farina che occupa un settore commerciale di nicchia. Ho deciso, così, di produrre pasta solo con quella farina». Piccole storie di un commercio che punta sull’eccellenza per abbattere diffidenza e confini geografici. Quello che é lo spirito, in fondo, anche del Food Festival di Porto Cervo, la  rassegna del cibo che quest’anno taglia il traguardo della settima edizione e propone ancora una volta numeri di tutto rispetto: 34 produttori, dei quali almeno venti provenienti dall’Isola. Si parla dunque di eccellenze sarde che puntano ai mercati internazionali partendo dal richiamo dell’evento organizzato dalla Starwood, che gestisce gli alberghi della Costa Smeralda di proprietà del Qatar.

L’evento è stato anticipato alla prima settimana di giugno, dopo che per le prime sei edizioni si svolgeva a settembre, in modo da consentire ai produttori di poter acquisire clienti sfruttando la stagione in corso. Un modo per incrementare il giro di affari in vista dell’imminente stagione turistica. «Per noi è certamente una grande opportunità – spiega Maddalena Caddeo della Ittica Cabras – tutti mi chiedono la differenza tra la nostra bottarga e quella degli altri: io rispondo sempre che il nostro prodotto è artigianale». Ecco che anche la bottarga, che nasce dalle uova di muggine e rappresenta uno dei piatti più internazionali, trova il suo valore aggiunto nella tradizione. «Uno dei nostri prodotti, la bottarga “La Bella di Cabras”, nasce da un omaggio a mia suocera, che si chiama Rosa e il cui padre, nonno Amadu, il fondatore dell’azienda, si chiamava Salvatore – racconta Maddalena Caddeo, moglie del nipote della maestra della bottarga made in Cabras – esattamente come i personaggi del libro omonimo di Enrico Costa, che abbiamo voluto citare». Un’altra storia che crea quella economia cosiddetta “immateriale”, che non si vede accanto al cibo che si mangia, ma che in fondo accompagna ogni cosa che arriva sulla tavola nel mondo globalizzato. E che alla fine fa la differenza.

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Domani, lunedì 8 giugno, alle ore 10.30, nella sala riunioni della Direzione della Clinica Ostetrica e ginecologica, si terrà una conferenza stampa per la presentazione dei risultati finali del progetto “B.A.B.I. – Bebè A Basso Impatto!,  azioni dimostrative di acquisto e consumo sostenibile. POR-FESR 2007-2013 Asse IV Linea d’intervento 4.1. linea di attività 4.1.2.b Intervento n. 7 ECOBEBÈ, dalla Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente.

Saranno presenti il prof. Gian Benedetto Melis, direttore del Dipartimento Materno Infantile e della Clinica Ostetrica e Ginecologica, prof. Vassilios Fanos, Direttore Struttura Complessa Terapia Intensiva Neonatale e la responsabile del progetto dott. Francesca Congia.