24 July, 2024
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Sono state avviate in commissione Salute e politiche sociali, le audizioni con i rappresentanti dei territori per capire quali siano le criticità delle singole realtà in materia di assistenza sanitaria. Il sindaco di Quartu, Mauro Contini, ha chiesto di capire quali siano le intenzioni della Regione, della Asl in particolare, per quanto riguarda il Poliambulatorio di via Turati. Il primo cittadino ha ricordato che una volta completato sarebbe dovuto diventare una Casa della Salute in grado di decongestionare gli ospedali di Cagliari e servire un bacino di utenza di circa 130mila abitanti, comprendendo una parte dell’Area vasta. Allo stato attuale il Poliambulatorio è completato soltanto al 70 per cento, e nella struttura, ha spiegato Contini lavorano 400 persone dipendenti della Asl. La Commissione e il presidente Perra hanno assicurato che sentiranno tutti i commissari delle Asl, al più presto, per fare il punto su quattro mesi di attività.

La Commissione ha poi affrontato il problema dell’ospedale San Marcellino di Muravera, sentendo in audizione una delegazione dei sindaci dell’Unione dei comuni del Sarrabus Gerrei. La richiesta è stata  unanime: non chiudete il San Marcellino, anzi deve essere potenziato. A supporto di queste richieste i sindaci hanno spiegato che il presidio si trova in un punto strategico che copre una popolazione che, per arrivare a Cagliari, dovrebbe impiegare circa un’ora. Assolutamente inaccettabile, per i sindaci, nell’ottica del diritto alla salute e all’assistenza: «Le distanze sono tali da non garantire l’emergenza-urgenza», hanno spiegato. L’area del Sarrabus Gerrei è tra l’altro la più importante del sud Sardegna per presenze turistiche. Nel periodo estivo agli abitanti, 23mila circa, si sommano i 2 milioni di vacanzieri. Per i rappresentanti dei territori nell’ospedale non può mancare il pronto soccorso (6mila accessi l’anno), la chirurgia, il reparto di Medicina, l’Oncologia che è passata da 50 a 2.500 accessi l’anno, la Dialisi, ma anche l’Ortopedia. Il sindaco di Escalaplano, Marco Lampis, ha reso noto alla Commissione che, a causa delle distanze, in tanti, soprattutto anziani e pensionati al minino stanno rinunciando a farsi curare.

I componenti della Commissione hanno ascoltato con attenzione le relazioni degli auditi e hanno chiesto loro di fornire il maggior numero di dati sulla situazione del San Marcellino.

E’ stato poi audito il sindaco di Tempio, Romeo Frediani, sul riordino delle Asl e della rete ospedaliera. L’ospedale di Tempio deve essere potenziato: il piano presentato dal commissario della Asl è stato respinto all’unanimità dai 26 sindaci che ricadono nel territorio all’azienda. Secondo il sindaco le scelte sono state fatte tenendo conto di un bacino di utenza minimo di circa 30-35mila persone, mentre è di circa 55mile visto che si rivolgono all’ospedale di Tempio anche Erula, Perfugas, Velledoria e altri comuni vicini. «Siamo consapevoli che debbano essere fatti dei sacrifici – ha spiegato il sindaco – ma devono essere distribuiti su tutti i territori». Per Marcello Doneddu, presidente della Commissione Sanità del Comune di tempi, è necessario tener conto della peculiarità del territorio e dei problemi di viabilità. Doneddu ha infine ricordato che eliminare alcuni servizi vuole dire mettere a rischio la vite delle persone.

Il presidente Raimondo Perra e tutta la Commissione si sono detti disponibili ad analizzare e approfondire i problemi dei territori e hanno annunciato a breve un sopralluogo nelle diverse strutture. «Nessun presidio sarà chiuso – ha garantito il presidente Raimondo Perra al termine delle audizioni – a tutti i cittadini sarà assicurata la necessaria assistenza, perché questa è la priorità alla base di qualunque intervento in materia sanitaria. Gli ospedali di Tempio e Muravera restano di primaria importanza per i rispettivi territori». Per quanto riguarda Quartu, Perra ha aggiunto che quel bacino di utenza è ampiamente soddisfatto per quanto riguarda la Radiologia dal presidio ospedaliero Marino e il Policlinico Sant’Elena.

Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, si è detto assolutamente contrario alla chiusura e al depotenziamento sia dell’ospedale San Marcellino di Muravera sia di quello di Tempio perché bisogna garantire i livelli assistenziali nei territori, in particolari quelli dell’emergenza-urgenza

Sant'Antioco 73 copia

«Il sindaco Mario Corongiu si adoperi per porre fine al più presto all’incubo che vivono gli abitanti dei container di via Logudoro a Sant’Antioco, costretti ad alloggiare in strutture fatiscenti, umide, tra ratti e insetti, e a rischio infezioni e malanni. Da troppo tempo i residenti delle casette prefabbricate attendono una sistemazione dignitosa: era il 2010 quando, per ragioni di sicurezza, gli ex inquilini di quello che un tempo era il mattatoio cittadino vennero trasferiti in case container acquistate e sistemate per l’occasione nell’area PIP antiochense. Una sistemazione che doveva essere provvisoria e durare solo alcuni mesi. Ma invece, a distanza di 5 anni, tre famiglie continuano a fare i conti con questa situazione di estremo disagio, nonostante le rassicurazioni e le promesse del primo cittadino.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale e consigliere comunale di Sant’Antioco, nonché portavoce di Sulky Lab-Sant’Antioco 2020.

«Di recente, dopo i sopralluoghi di Asl e Vigili del fuoco che hanno caldeggiato lo sgombero di tutti i container considerati luoghi insani e insicuri – aggiunge Locci -, alcuni nuclei familiari sono stati trasferiti in case popolari. Purtroppo, però, ne restano ancora tre (tra questi una giovane donna con un figlio) per i quali è doveroso trovare un alloggio. Del resto, se dopo le relazioni di Asl e Vigili del fuoco Mario Corongiu ha trovato una sistemazione per alcune famiglie, può fare altrettanto per le rimanenti senza attendere la “strigliata” delle autorità competenti.

«Più passa il tempo e più crescono i problemi, sia per gli inquilini dei container, sia per i cittadini, sui quali ricade l’onere di pagare cifre esorbitanti per mantenere in piedi una realtà drammatica per la quale si sarebbe dovuta scrivere la parola fine anni fa. E anche se all’immobilismo di Corongiu siamo tristemente abituati – conclude Ignazio Locci -, non possiamo fare a meno di suonare la sveglia, nella speranza che esca dal torpore.»

Gianluigi Rubiu 5 copia

Un processo di de-industrializzazione che sta portando alla desertificazione del tessuto produttivo, con le fabbriche che chiudono e gli operai che perdono il posto di lavoro. La punta dell’iceberg è diventato il territorio del Sulcis Iglesiente, con l’epilogo degli stabilimenti industriali e la fine dell’epopea mineraria che per anni hanno contrassegnato l’area. Un declino inesorabile con un dramma senza fine che si trascina da tempo per un pezzo di terra segnato da un destino beffardo. Non solo il sogno della grande industria che si è spezzato, ma anche la devastazione dell’agricoltura ormai messa in ginocchio dall’inquinamento.

Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sarda, sollecita una scossa per arginare la crisi galoppante del territorio e con una mozione auspica un Consiglio regionale permanente per discutere dell’emergenza che ha investito il Sulcis Iglesiente: «Il Sulcis Iglesiente subisce ancora oggi i contraccolpi di una crisi che appare senza via d’uscita, a cominciare dal polo dell’alluminio. Si va dalla situazione della Portovesme Srl, con l’assegnazione degli ammortizzatori sociali a circa 700 lavoratori diretti – sottolinea Gianluigi Rubiu – alla vertenza degli operai dell’ex Ila di Portovesme. Un gruppo di lavoratori sta trascorrendo da tempo le notti in tenda, in attesa di avere risposte dalla politica sul proprio futuro, legato, come altre fabbriche del Sulcis, al costo dell’energia. Attualmente si tratta di 156 lavoratori che si trovano in mobilità: per 30 di loro è già scaduto il sussidio. Mentre per altri 90 scadrà a giugno».

Le miniere dismesse e gli stabilimenti ormai vuoti sono ferite che ancora bruciano in un’area dai tassi di disoccupazione altissimi.

«Altro esempio del declino i lavoratori della ex Rockwool che sono arrivati a scene di protesta eclatanti, asserragliandosi nella galleria Villamarina della miniera di piombo e zinco di Monteponi a Iglesias. Gli operai sono finiti in cassa integrazione dal 2010, ma  si sono ritrovati anche senza l’assegnazione di un minimo di sostegno economico. Senza poi tralasciare i casi della Otefal, Eurallumina e Igea, diventate ormai le scatole vuote di un sogno spezzato – conclude Rubiu -. La Regione appare inattiva sulle emergenze di questa fetta di territorio, con molte famiglie finite nel circolo delle nuove povertà a causa della mancanza di reddito. E’ necessario aprire un nuovo capitolo per porre fine a questo stato di decadenza.»

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Partendo da questo dato di fondo, Il gruppo di Sel in Consiglio regionale, primo firmatario il vice presidente dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha presentato una proposta di legge che ha lo scopo di regolamentare il turismo alternativo e itinerante come quello praticato con l’utilizzo di caravan e autocaravan, migliorando da un lato gli standard dei servizi nelle aree di sosta esistenti ed incentivando i comuni, anche in forma associata, ad attrezzare appositi spazi sul territorio con contributi finanziari fino a 50.000 euro per un singolo comune e fino a 100.000 per le iniziative realizzate in forma associata.

«Per queste strutture – ha spiegato l’on. Eugenio Lai – abbiamo previsto una buona dotazione di servizi essenziali come pozzetti di scarico autopulenti, erogatori di acqua potabile, illuminazione e contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti». «La nostra proposta – ha aggiunto Lai – tende anche ad integrare il turismo itinerante nell’offerta complessiva del sistema regionale; nelle aree di sosta riservate ai caravan i turisti potranno trovare che tutte le informazioni utili (in diverse lingue) sui luoghi che li ospitano, dai mezzi di trasporto alle piste ciclabili, dagli esercizi commerciali alle possibili destinazioni di viste ed escursioni nel territorio circostante».

«Siamo convinti – ha concluso l’on. Lai – che anche questo intervento sia molto utile allo sviluppo del turismo in Sardegna perché appare in grado di diversificare l’offerta,  allungare la stagione, creare un indotto aggiuntivo rispetto al turismo tradizionale e, aspetto non certo secondario, far emergere i piccoli centri delle nostre zone interne con tutte le loro caratteristiche naturali, storico-archeologiche, folkloristiche ed eno-gastronomiche.»

L’assessorato regionale dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale ha pubblicato un avviso contenente le dichiarazioni obbligatorie nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari.
Dopo la conclusione del regime delle quote latte terminato il 31 marzo 2015, la Commissione europea, al fine di monitorare le produzioni di latte vaccino e di prodotti lattiero-caseari, ha necessità di disporre di dati certi sull’andamento del mercato, anche al fine di porre in essere gli strumenti a sostegno del comparto lattiero-caseario.
L’avviso contiene una sintesi degli adempimenti introdotti dal decreto del ministero delle Politiche agricole e forestali del 7 aprile 2015, con particolare riferimento ai soggetti coinvolti ed ai relativi obblighi consistenti nella registrazione e trasmissione telematica dei dati di produzione acquisto e trasformazione di latte di vacca e prodotti derivanti dal suo utilizzo.

Agris, l’Agenzia per la ricerca in agricoltura, ha pubblicato l’elenco dei candidati ammessi a sostenere il colloquio della selezione per il conferimento di una borsa di studio per laureati dal titolo “Selezione clonale, micropropagazione e interventi agronomici per migliorare le caratteristiche produttive e qualitative su varietà di carciofo coltivate in Sardegna”. 
Il colloquio si svolgerà giovedì 30 aprile 2015, alle ore 11.00, presso la sede dell’Agenzia Agris Sardegna in Via Mameli n. 126/D a Cagliari.
Il vincitore della borsa, che avrà una durata di 11 mesi, svolgerà le attività prevalentemente presso la sede dell’Azienda S’Appassiu di Uta del Servizio coltivazioni erbacee.

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Un percorso più semplice per rendere il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese sarde già operante presso la Sfirs più facilmente utilizzabile da parte dei Confidi ed estensione del Fondo alle imprese agricole. L’ha deciso la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci.

«Con questa delibera vogliamo dare risposte adeguate alla necessità di credito delle imprese, con una revisione del contenuto delle direttive e adeguando definizioni e modalità di rilascio della garanzia – spiega il vicepresidente della Giunta -. Estendiamo poi il Fondo anche al settore agricolo per renderlo più competitivo».

Venendo incontro alle richieste formulate durante i diversi incontri e dopo aver esaminato la complessa normativa in materia, la soglia di accesso al Fondo, da parte dei Confidi, viene riportata da 35 a 10 milioni di garanzie rilasciate.

«Si tratta di una variazione di sostanza, che riconosce il ruolo anche dei Consorzi minori, attribuendo agli stessi specificità nella loro attività e nella loro vicinanza all’impresa – dice l’assessore Paci -. Il Fondo di Garanzia PMI ribadisce insomma il suo ruolo di strumento di contrasto al credit crunch anche in capo a Consorzi che proprio grazie alla propria minore dimensione sono in grado di assicurare supporto immediato alle imprese».

Il fondo viene poi esteso alle imprese agricole, tra le emissioni obbligazionarie sono compresi anche i minibond e le cambiali finanziarie e fra i soggetti ammessi a richiederne l’intervento sono ammessi gli “arranger/lead manager” e gli “sponsor”, favorendo così l’intervento di nuovi soggetti sul mercato locale. Fra le banche finanziatrici, infine, vengono inseriti le società di leasing e di factoring e gli altri intermediari finanziari, nonché gli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL), regolarmente iscritti nell’apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia. Parallelamente, prosegue il percorso di riorganizzazione dei Consorzi Fidi, iniziato dalla costituzione del Fondo Unico da 5 milioni di euro approvato con la manovra finanziaria lo scorso 27 febbraio e seguito da una serie di incontri con i Consorzi e con gli assessori coinvolti nella riforma, quelli del Lavoro Virginia Mura, dell’Industria Maria Grazia Piras e dell’Artigianato e Turismo Francesco Morandi e dalla prima delibera di Giunta approvata il 31 marzo scorso. Ora il disegno di legge inizia il suo iter in Consiglio regionale.

Tre le novità più importanti:

1) il fondo unico che sostituirà i precedenti tre, collocati presso gli assessorati del Lavoro, dell’Artigianato e Commercio e dell’Industria, destinato a integrare i fondi rischi dei Confidi.

2) il fondo di stabilizzazione per prevenire eventuali rischi.

3) l’istituzione dell’Osservatorio Confidi.

«Stiamo riorganizzando un sistema che non riesce più a dare risposta alle esigenze delle imprese, e oggi abbiamo sistemato un altro importante tassello – conclude l’assessore Paci -. Vogliamo razionalizzarlo, modernizzarlo e renderlo più efficiente per garantire e migliorare l’accesso al credito e aiutare le imprese sarde e i liberi professionisti in un momento di grave difficoltà economica come quello che stiamo vivendo.»

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Nella seduta di ieri la Giunta regionale ha approvato il disegno di legge proposto dall’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda contenente le nuove norme sugli appalti. Per la prima volta, su precisa indicazione del presidente della Regione Francesco Pigliaru, il disegno di legge sarà pubblicato on line sul sito della Regione – dal 30 aprile per un mese – per aprirsi a un debat public, ampiamente utilizzato in Europa, un confronto pubblico che continuerà in una seconda fase con incontri organizzati in tutta la Sardegna. Subito dopo, il disegno di legge sarà approvato definitivamente dalla Giunta e poi trasmesso al Consiglio regionale.

«È una legge contro il massimo ribasso che punta alla premialità all’interno di un sistema di offerte economicamente vantaggiose – dice l’assessore Maninchedda -. È la prima volta che un provvedimento viene adottato in Giunta per essere poi sottoposto a un dibattito pubblico, e questa è una cosa estremamente importante, anche perché la fase del confronto viene prevista e scritta nella delibera stessa. Una procedura che consideriamo utile per limitare gli errori, accogliere suggerimenti, migliorare il testo della legge. Questo ddl nasce in un periodo di transizione molto travagliato, caratterizzato a livello nazionale dal ricorso a decreti d’urgenza e, a livello comunitario, dall’entrata in vigore delle tre direttive in materia di appalti, concessioni e settori speciali. Vogliamo dare risposte ai molti problemi del settore – sottolinea ancora l’assessore -. Vogliamo aprire il mercato degli appalti attraverso il riordino degli strumenti della programmazione, la razionalizzazione e qualificazione della committenza, il riconoscimento di premialità al sistema delle autonomie locali, delle professioni e delle micro, piccole e medie imprese, il ricorso al sistema degli elenchi unici aperti di operatori economici, il monitoraggio dell’intera filiera dei contratti pubblici.»

La Sardegna è una delle ultime Regioni che si dota di una legge sugli appalti. «Deve servire a programmare bene, perché programmare bene significa non sprecare le risorse – aggiunge l’assessore Maninchedda -. Molte incompiute non sarebbero rimaste incompiute se fossero state adeguatamente programmate, e molti crolli non ci sarebbero stati se ci fossero stati più controlli già in fase di programmazione».

I sette obiettivi principali che si pone la legge sono i seguenti: 

1) Programmare bene un’opera pubblica per non sprecare nemmeno un euro, ovvero centralizzare la fase dell’intero ciclo di appalto: Progetto “as build”, monitorato dall’ideazione fino alla realizzazione dell’opera.
2) Razionalizzare e qualificare la committenza con la Centrale regionale di committenza, l’unica che potrà bandire gli appalti in Regione: tempi accorciati e procedure semplificate.
3) Maggiore trasparenza nei contratti pubblici, coordinamento e semplificazione delle procedure (elenchi unici regionali di operatori economici qualificati, Utr divisa in due sezioni una con funzioni consultive, l’altra di coordinamento, ridefinizione del Rup).
4) Monitoraggio del ciclo dell’appalto e delle opere pubbliche come leva per lo sviluppo.
5) Promozione della qualità nell’ideazione e progettazione architettonica dell’opera pubblica, qualificazione e sostenibilità ambientale attraverso un Piano della qualità architettonica, concorsi di idee e progettazione, borse di studio, stages e tirocini.
6) Clausole sociali e ambientali, che prevedono un meccanismo di premialità in caso di tutela dei fornitori locali, assunzione di giovani professionisti e di cittadini disoccupati, interventi di volontariato, qualità nella ristorazione collettiva con la tutela dei marchi Dop e Igp, tutela del lavoro con un tutor di cantiere, uso di prodotti e materiali a minore impatto ambientale, minore produzione di rifiuti, utilizzo di materiali recuperati e riciclati.
7) Sostenibilità ambientale, una vera rivoluzione eco-ambientale: ci sono un Piano d’azione per acquisti verdi, monitoraggio e promozione degli acquisti verdi da parte delle stazioni appaltanti, clausole ambientali.

«Con questa legge non intendiamo sfidare le leggi nazionali né la Corte Costituzionale ma migliorare l’intero sistema in Sardegna – conclude l’assessore Maninchedda -. Abbiamo ormai imparato la lezione di crolli, incompiute, cose fatte male. Il massimo ribasso non garantisce la qualità, e allora portiamo la premialità in un sistema di offerte economicamente più vantaggiose. Poi c’è il piano della qualità architettonica, che servirà a presidiare la bellezza delle opere architettoniche e la qualità di realizzazione delle opere che devono stare dentro un ecosistema.»

 

Sede Provincia via Mazzini Sede Provincia Medio Campidano 1 copiaCristiano Erriu

Stanziato un milione di euro per finanziare e garantire i servizi svolti dalle società in house e partecipate delle Province. Con l’approvazione della delibera di giunta, presentata dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, sono stati definiti i criteri e le modalità di ripartizione della somma, che verrà stanziata applicando i criteri del fondo unico (art. 10 L.R. 2 del 2007).
«La Regione ha provveduto a una ricognizione delle società in house e partecipate presenti nelle Province – ha spiegato l’assessore degli Enti locali – riscontrando per esempio che nel Medio Campidano non ci sia alcuna partecipazione in società pubbliche.»

La situazione che emerge dall’analisi voluta dalla Regione è, dunque, disomogenea. «Le società interessate svolgono servizi molto differenti tra loro – ha proseguito l’assessore Erriu – esiste inoltre un diverso grado di compartecipazione pubblica al capitale societario, e ancora sono stati rilevati casi di società in fase di liquidazione. Ecco perché, dato il contesto in cui ci si deve muovere, si è ritenuto di procedere alla ripartizione del contributo seguendo i criteri del fondo unico così come discusso e concordato con le Province stesse». 

La priorità nella distribuzione del finanziamento sarà data alle attività di controllo e lotta degli insetti nocivi e i parassiti dell’uomo, animali e piante, interventi di bonifiche. Ancora, per i lavori di manutenzione degli edifici di competenza delle Province.
Le risorse sono state così suddivise: alla Provincia di Cagliari 272.406 mila euro, alle società partecipate di Carbonia Iglesias 106.484. 118mila euro per gli interventi delle società in house di Nuoro e 79.300 andranno all’Ogliastra. Saranno destinati 117.987mila euro a Olbia-Tempio, mentre Oristano e Sassari avranno rispettivamente un finanziamento di 120 mila euro e 185.763mila euro.

Claudia Firino 84

Su proposta dell’assessore della della Cultura Claudia Firino, la Giunta regionale ha approvato i nuovi criteri per i progetti di promozione della lettura e festival letterari d’interesse regionale, nazionale e internazionale, ispirati a semplificazione del procedimento, ecosostenibilità, stimolo alla lettura.
«Dopo un lungo percorso di ascolto e collaborazione con i soggetti del settore – ha detto l’assessore Firino -, è emersa l’esigenza di dare un nuovo indirizzo premiando innanzitutto i progetti che si caratterizzano per l’elevata professionalità e la diffusività e che hanno come focus la promozione del libro e della lettura. In particolare, ci interessa promuovere un sistema virtuoso con le biblioteche e le scuole del territorio. Come in altri ambiti del mio assessorato, premiamo inoltre la capacità di creare reti e sinergie tra gli organismi interessati, mettendo in relazione le manifestazioni del territorio regionale anche con esperienze maturate a livello nazionale e internazionale”.»
La delibera introduce inoltre premialità per azioni specifiche dedicate ad utenze svantaggiate e speciali azioni finalizzate a rendere gli eventi eco-sostenibili ed eco-compatibili.