23 July, 2024
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Nuovo appuntamento con la rassegna “La memoria, la parola”, sabato 18 aprile 2015, alle ore 21.00, all’Arco Studio di via Portoscalas 17, a Cagliari, “Dal congresso di Sant’Angelo alla Grande Guerra”, questo il titolo della serata che vede in scena Mario Faticoni e Rita Atzeri accompagnati da Piero Marcialis e Salvatore Cubeddu, rispettivamente autore del testo e “fonte storica”.

Tutte le serate sono frutto della collaborazione tra Il crogiuolo e Fondazione Sardinia.

Ingresso euro 5,00. Prenotazioni al numero 334 8821892.

Dal 10 al 15 maggio 1914 si teneva a Roma, in Castel Sant’Angelo, il primo congresso regionale sardo , promosso ed organizzato dall’Associazione fra i Sardi presenti nella c ap itale. L’iniziativa – avviata da esponenti di punta del  ceto dirigente liberale sardo , in primo luogo da Francesco Cocco Ortu, piů volte deputato, sottosegretario e ministro – riuscě in ogni caso a coinvolgere un arco della r ap presentanza politica abbastanza vasto. In una riunione preparatoria del Congresso si discute della situazione dell’Isola e dei risultati della  legislazione speciale che ha il suo avvio col testo messo a punto, precisato e arricchito – fra il 1897 e il 1907 – dallo stesso Cocco Ortu. Un primo rilievo assumono le manifestazioni delle prime associazioni dei lavoratori della Sardegna in quell’inizio ‘900.

E iniziato, nella sala conferenze della Grande miniera di Serbariu,  a Carbonia,  il corso di formazione per giornalisti “Il giornalismo e le regole deontologiche”. Relatori: Filippo Peretti, presidente dell’Ordine del giornalisti della Sardegna; Giancarlo Ghirra, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Mario Girau, residente dell’Ucsi Sardegna;  Franco Siddi, ex segretario della FNSI.
Il comune di Carbonia e il Cicc hanno offerto ai corsisti la possibilità di visitare gratuitamente la galleria sotterranea, prima e dopo

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lo svolgimento del corso.
Prima dell’inizio dei lavori l’assessore dei Lavori pubblici Franco Manca ha portato i saluti del comune di Carbonia. I lavori sono stati introdotti da Filippo Peretti.

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Sant'Antioco Martire 1 copia

Lunedì 20 aprile, la comunità di Sant’Antioco celebra il IV centenario del ritrovamento del corpo del Santo Martire, Patrono della Sardegna e Poste Italiane, su richiesta dell’amministrazione comunale, attiverà a Sant’Antioco un servizio postale temporaneo con l’emissione di un annullo speciale filatelico dedicato al IV centenario del ritrovamento del corpo del santo.

Lo sportello postale sarà attivato in apposito spazio allestito in piazza Italia  e sarà operativo dalle 8,00 alle 14,00.

Con lo speciale timbro saranno bollate tutte le corrispondenze affrancate presentate allo sportello, dove saranno disponibili sia i francobolli, sia il materiale filatelico in tema con la manifestazione.

Dopo il 20 aprile sarà ancora possibile, per 60 giorni, richiedere l’apposizione degli annullo filatelico sulle corrispondenze recandosi personalmente allo sportello filatelico di Cagliari Centro, in piazza del Carmine, o inviando gli oggetti, già affrancati, in busta chiusa ed accludendo  la busta già indirizzata e affrancata per la restituzione.

I Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge per la realizzazione di orti didattici, sociali ed urbani.

«La Regione deve sostenere il rilancio dell’agricoltura ed il ritorno alla terra delle giovani generazioni portando questa cultura anche all’interno delle città» ha detto il consigliere regionale Michele Cossa che, assieme al capogruppo Attilio Dedoni ed all’ex vice sindaco di Quartu Gabriele Marini ha presentato la proposta di legge del partito con cui è potenzialmente possibile realizzare in Sardegna 10.000 nuovi orti.

«Si tratta – ha aggiunto Cossa – di una proposta molto semplice ma ricca di valori positivi; valori culturali perché incoraggia il fenomeno del ritorno alla terra, sociali perché può rappresentare un mezzo di integrazione del reddito, e civili per restituire alla produzione, al decoro ed alla bellezza aree urbane e periferiche abbandonate e degradate. Finora queste iniziative sono state lasciate alla buona volontà dei comuni mentre ora, con la nostra proposta, vogliamo svilupparle attraverso il sostegno della Regione che mette a disposizione i mezzi finanziari per avviare l’attività e fornisce la presenza di un tutor per assicurarne la buona riuscita; saranno però i comuni a disciplinare la materia secondo le specificità dei loro territori con appositi regolamenti.»

«Le tipologie di orto che abbiamo ipotizzato – ha concluso il consigliere dei Riformatori sardi – sono quella urbana riservata ai cittadini singoli od associati, didattica per le scuole che intendono impegnarsi a diffondere la conoscenza del mondo agricolo ed infine sociale, come forma di integrazione al reddito per le persone indigenti.»

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha sottolineato anche la ratio educativa della nuova norma, «che punta a diffondere, proprio nell’era della globalizzazione che per certi aspetti livella le differenze, un nuovo stile di vita legato nel caso della Sardegna ad una tradizione con grandi radici nel mondo della terra. In qualche modo vogliamo anche legarci al messaggio che la Sardegna sta proponendo all’Expo 2015, nel senso che la migliore qualità del cibo e le abitudini alimentari più semplici portano ad una vita più lunga e di migliore qualità; non va poi tralasciato il significato sociale perché riavvicinare alla terra quanti vivono difficoltà economiche vuol dire anche promuovere il lavoro come strumento di realizzazione della persona».

L’ex vice sindaco di Quartu Sant’Elena, Gabriele Marini, infine, ha sottolineato il valore della proposta di legge sia per i cittadini che per i comuni. «Le amministrazioni locali – ha detto – pendono risorse importanti per la manutenzione delle aree degradate che rappresentano quindi un costo a carico della comunità; con la realizzazione degli orti urbani possiamo capovolgere completamente questo ragionamento trasformando il costo in una opportunità sia di lavoro che economica».

Miniera di MontevecchioIMG_9024

La valorizzazione e la gestione del compendio minerario di Montevecchio (Guspini-Arbus) e dei siti ex minerarigià ricompresi nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna è il tema dellinterpellanza presentata dal consigliere regionale del Partito Democratico Rossella Pinna, prima firmataria, e da Pietro Cocco, Alessandro Collu, Luca Pizzuto (SEL), Roberto Deriu, Daniela Forma, Piero Comandini, Giuseppe Meloni e Mario Tendas.

«Il compendio minerario di Montevecchio (Guspini-Arbus) riconosciuto come uno dei più importanti dEuropa, con i suoi oltre 150 anni di storia estrattiva – spiega Rossella Pinna -, rappresenta una delle più significative testimonianze di storia e cultura dellindustria mineraria, conservando, ancora oggi, edifici di grande pregio architettonico, destinati nel passato alle attività produttive e al vasto sistema locale residenziale e sociale.

A seguito della sua chiusura, nel 1991, venne sottoscritta unintesa di programma per avviare un processo di riconversione della miniera, mai decollata.

I comuni di Guspini e di Arbus, molto hanno fatto e speso, in termini di investimenti, sia con fondi europei, del ministero dei Beni culturali e dellIndustria, sia con fondi regionali e di bilancio comunale, per  salvaguardare i fabbricati dall’azione impietosa del tempo e conservare la memoria storica di una terra e della sua gente laboriosa.

Gli impegni e gli sforzi convergenti delle Amministrazioni locali sono stati ampiamente ricompensati dalla straordinaria risposta turistica, con record di ingressi (+ 65%) nel mese di luglio del 2014, rispetto al precedente anno, e con oltre 900 nel solo sito di Guspini, in occasione delle recenti festività pasquali.

Questo eccellente dato in netta controtendenza rispetto ad altri comparti turistici non può passare inosservato, soprattutto in un momento di grave crisi, come quello attuale.»

«La valorizzazione dei compendi ex minerari”, come hanno dimostrato altri Stati della UE che hanno riconvertito i siti minerari con evidenti e positive ricadute per le popolazioni dei vecchi bacini minerari (la Ruhr in Germania, il Nord Pas de Calais in Francia, la Cornovaglia in Inghilterra, la Catalogna in Spagna ecc.) – aggiunge Rossella Pinna – porta a un duplice risultato: da un lato si incrementa la qualità, la quantità e il livello dellofferta turistica regionale, dallaltro si stimolano opportunità di sviluppo di lavoro.

Non a caso, nel 2011, Montevecchio è stato insignito, dalla Commissione Europea, del premio EDEN, come migliore destinazione italiana nellambito del turismo sostenibile, confermando tutte le potenzialità, espresse e inespresse, di un territorio che ha una storia e una specificità di forte richiamo.

In occasione delle recenti festività pasquali, l’assessore dellIndustria ha messo in atto apprezzabili iniziative, limitatamente ai comuni di Iglesias e Lula, in sinergia con il Parco Geominerario e con la società Igea, per rendere fruibili i siti ex minerari prevedendo, a breve, lulteriore apertura della Galleria Henry, a Buggerru. Nessun riferimento, invece, è stato annunciato per gli altri siti, in particolare per Montevecchio, oggetto di attenzione anche da parte di numerose produzioni audiovisive, cinematografiche, televisive e multimediali che lo hanno scelto come location ideale, conferendogli un ruolo di fucina culturale e turistica per ogni tipo di evento o manifestazione.»

«Per questi motivi – conclude l’on. Rossella Pinna – abbiamo chiesto all’assessore dellIndustria di conoscere gli intendimenti della Regione sulla fruibilità del sito di Montevecchio, in particolare della nota Galleria sotterranea Anglosarda, allo scopo di completare lofferta degli itinerari di visita già disponibili, e di conoscere soprattutto quali iniziative si intendano mettere in campo per creare un disegno organico di valorizzazione e gestione del complesso dei siti ex minerari, già ricompresi nel Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, per stimolare reali occasioni di sviluppo.»

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Domani 18 aprile 2015, alle ore 16.00, presso l’aula consiliare del comune di Sant’Antioco, in Corso Vittorio Emanuele 115, saranno presentati gli Annali 2014 di Storia e Archeologia Sulcitana.

Presenzieranno alla cerimonia il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu; il prof. Oliviero Diliberto; il prof. Marco Buonocore, Scriptor Latinus e Direttore della “Sezioni Archivi” della Biblioteca Apostolica Vaticana, presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia; il presidente della Fondazione Banco di Sardegna, Antonello Cabras; mons. Carlo Cani.

Nel corso della cerimonia, sarà conferito al presidente della Fondazione Banco di Sardegna, Antonello Cabras, il Premio Città di Sant’Antioco 2015.

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Prende il via sabato 18 aprile, a Iglesias, e si concluderà domenica 14 giugno, a Carbonia, la “Primavera Sulcitana”. La manifestazione si propone come interessante formula per la promozione culturale e turistica del territorio, abbracciando una molteplicità di settori: dalla gastronomia al paesaggio, dalla tradizione alla cultura e tantissimo altro ancora. Quasi tutte le amministrazioni comunali del territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias (è rimasto fuori solo il comune di Nuxis che gli organizzatori sperano di coinvolgere già il prossimo anno, alla seconda edizione) e il comune di Teulada, storicamente parte integrante del Sulcis ma nel passato recente rimasto legato alla provincia di Cagliari, hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa.

A Iglesias sabato e domenica i visitatori potranno compiere un viaggio sensoriale ed esperienziale tra i luoghi più suggestivi e le tradizioni più affascinanti della città. Folklore, rievocazioni medioevali, antichi mestieri e piatti tipici, escursioni alla scoperta dell’identità mineraria e di paesaggi mozzafiato accompagneranno il visitatore in un’esperienza che si preannuncia davvero indimenticabile.

L’inaugurazione della manifestazione è prevista sabato mattina, alle 11.00, in Piazza Lamarmora, con la partecipazione dei Musici e degli Sbandietatori del Quartiere Fontana.

Questo il calendario completo della manifestazione, comprendente nove tappe che copriranno tutti i fine settimana, con l’aggregazione, in sette tappe, di due, tre o quattro comuni nello stesso fine settimana.

18-19 aprile: Iglesias

25-26 aprile: Carloforte, Giba, Masainas e Villamassargia

02-03 maggio: Tratalias, Villaperuccio e Sant’Anna Arresi

09-10 maggio: Calasetta, Gonnesa e Portoscuso

16-17 maggio: Buggerru, Domusnovas e San Giovanni Suergiu

23-24 maggio: Narcao, Perdaxius e Santadi

30-31 maggio: Sant’Antioco e Teulada

06-07 giugno: Piscinas, Fluminimaggiore e Musei

13-14 giugno: Carbonia.

Sabato mattina il complesso di Sahta Chiara, Aula VII dei Bastioni Pigafetta, ad Alghero, ospiterà il dibattito pubblico “il DADU è tratto?”, organizzato da INU Sardegna, sul futuro del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica (DADU) dell’Università di Sassari.

L’Istituto Nazionale di Urbanistica ha lo scopo di promuovere e coordinare gli studi di urbanistica e di edilizia, diffonderne e valorizzarne i principi e favorirne l’applicazione. Per questi motivi preoccupa la notizia che il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica (DADU) dell’Università di Sassari potrebbe avviarsi a concludere la sua felice esperienza, che per la Sardegna possa venir meno un presidio di cultura territoriale, che possa scomparire la qualità dell’architettura e del paesaggio in Sardegna come presupposto per uno sviluppo sostenibile.

Per onorare i propri scopi fondativi, oltre che sostenere con forza il progetto di futuro che Architettura ad Alghero rappresenta, INU Sardegna ha scelto di associare il Dipartimento in forma pubblica, in un momento di dibattito sul futuro dell’urbanistica, dell’architettura, del territorio e del paesaggio in Sardegna.

All’incontro parteciperanno le federazioni e gli Ordini professionali, i sindaci di Sassari, Alghero, Villanova Monteleone, Olmedo, Castelsardo, i rappresentanti di dell’INU, dell’Università di Cagliari, di ANCI Sardegna, dell’Amministrazione provinciale gallurese, del Comune e della Stazione dell’Arte di Ulassai, delle Amministrazioni comunali di Cagliari, Uri, Ittiri, Bosa, dei lavoratori della miniera di Olmedo. Al pomeriggio la solidarietà al territorio si estenderà infatti alla miniera di Olmedo, i cui lavoratori sono stati licenziati tutti dalla multinazionale che l’ha acquisita.

Questo il programma completo della giornata:

9.30 Saluti di apertura: Mario Bruno, Sindaco di Alghero; Nicola Sechi, decano del Dipartimento; Roberta Porcu, presidente INU Sardegna

10.00 Seminario: Quale territorio senza cultura? coordinano Alessandra Casu, DADU e Vincenzo Cossu, INU Sardegna

Non ho imparato a leggere i manuali, Alessio Bellu e Fausto Cuboni, INU Sardegna

L’acqua, un elefante senza giungla, Fausto Pani, INU Sardegna e Sergio Vacca, DADU

L’industria non ha i cassonetti della differenziata, Chiara Rosnati, UniSS

Ci siamo inventati le regole mentre giocavamo a Monopoli, Gianni Mura, INU Sardegna

Cosa succede in città?, Francesco Indovina, DADU

12.00 Prèsidi e presidi di cultura del territorio, Arnaldo Cecchini, direttore DADU e Antonello Sanna, direttore DICAAR (UniCA)

12.30 Interventi a sostegno del Dipartimento da parte di Sindaci, Ordini professionali, altre Istituzioni.

In contemporanea: DADU impara a leggere e scrivere, DADU insegna a leggere e scrivere, videostoria a cura di studenti, docenti, dottorandi, assegnisti, collaboratori e personale DADU

13.00 Cerimonia di iscrizione onoraria del DADU a INU Sardegna

13.15 Prima presentazione pubblica del premio “Legarsi al territorio – Maria Lai”, Roberto Barracu, INU Sardegna ed Enrica Caire, Ordine APPC Nuoro e Ogliastra

13.30 Chiusura dei lavori.

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Mercoledì 22 aprile, alle 10.00, nell’aula 6 “Geymonat” della facoltà Studi Umanistici, Sa Duchessa, Andrew DeVigal, relatore all’International Journalism Festival di Perugia in corso dal 17 al 19 aprile, e Laura Lo Forti, multimedia producer, incontreranno gli studenti del Laboratorio di comunicazione giornalistica online del corso di laurea in Scienze della comunicazione.

Dai più recenti risvolti del campo del Digital journalism all’evoluzione di un campo, quello del giornalismo, in continuo cambiamento. Dall’utilizzo dei social media alla partecipazione attiva dei cittadini, con la disponibilità di nuovi canali che ha ridefinito il ruolo del giornalista e il modo di fare informazione. Tematiche centrali per gli studenti che si formano nell’ambito della comunicazione.

Andrew DeVigal è un innovatore nel panorama del giornalismo multimediale americano. Multimedia editor e storyteller, ha diretto la redazione web del The New York Times. Vincitore di diversi prestigiosi premi. Attualmente insegna nella scuola di Giornalismo e comunicazione dell’Università dell’Oregon – Portland (SOJC) in cui ha promosso diverse iniziative di giornalismo partecipativo rivolte a studenti e cittadini. Laura Lo Forti, multimedia producer, si occupa da vari anni di giornalismo partecipativo e ha ideato i due progetti “A Fourth Act” e “The Raw File”. Grazie all’uso delle tecnologie digitali, multimediali e social si occupa di promuove le storie delle comunità.

L’incontro è aperto al pubblico ed è rivolto in particolare agli studenti del Laboratorio di comunicazione giornalistica on line e del corso di Inglese di Scienze della Comunicazione.

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Il Comitato “Risarcire Maddalena” ha inviato, via mail, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’elenco di firme, circa 700, che hanno dato valore e gambe robuste alla battaglia sul risarcimento a La Maddalena per i danni ambientali ed economici subiti a causa del mancato G8 del 2009 che ha lasciato sull’isola solo macerie.

«Nei prossimi giorni chiederemo a chi ci ha sostenuto con la propria firma – spiega Enza Plotino, portavoce del Comitato – di accompagnarci anche fisicamente per l’invio postale del plico contenente l’appello e tutte le nostre centinaia di firme.»

 Di seguito, il testo integrale dell’appello inviato al presidente della Repubblica.

Caro Presidente Mattarella,

chiediamo a Lei Presidente, di prendere “a cuore” la situazione di un Paese, La Maddalena, e di una popolazione lasciata sola a gestire i gravi danni ambientali, economici e sociali derivati dal mancato G8 del 2009.

«Il Governo italiano ha prima illuso la cittadina de La Maddalena con la promessa di uno sviluppo turistico ed economico per l’isola e poi, crollata l’illusione e creato un danno ambientale, economico e sociale incalcolabile, è scappato lasciando macerie. Questo è stato il mancato G8, ultimo atto di una lunga serie di inganni, per la popolazione di una delle più belle isole del Mediterraneo: una promessa di rilancio turistico ed economico franata miserevolmente e un’intera popolazione lasciata sola a pagare lo scotto di questa spudorata retromarcia. Ad oggi, salvo alcuni interventi “spot” niente è più stato fatto. Il Mita Center, l’ex ospedale militare e tutti gli altri edifici versano in stato di totale abbandono e l’area a mare attende bonifiche mai completamente realizzate. 

Il progetto del G8 viene, nel 2007, offerto alla cittadinanza maddalenina come il giusto riscatto per un territorio in sofferenza a causa del depotenziamento della Marina Militare, dello smantellamento della base americana e della chiusura del Club Med e del Valtur, che avevano garantito fino ad allora all’isola, una forte economia ed un mirabile equilibrio tra la presenza militare e il desiderio di preservare il proprio invidiabile patrimonio naturalistico. Il progetto piace e la cittadina si prepara al salto qualitativo e ad un futuro di possibilità turistiche. Le intenzioni sono pregevoli:  recupero, riqualificazione e sviluppo socio-economico dei luoghi dell’antico glorioso arsenale ormai dismesso e delle aree vicine, attraverso la costruzione di un porto, nuovi alberghi e strutture di servizio, funzionali al programma predisposto per il summit, ma destinati poi a costituire un polo di accoglienza e di crescita economica accompagnate dall’intenzione di bonificare un ampio specchio di mare inquinato, rimuovendo le tonnellate di fanghi, inerti, amianto carcasse e altri rifiuti speciali.

Ma il bluff è dietro l’angolo. Quando il governo Berlusconi, nella sua Struttura di missione, si rende conto che i ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali, oltre alla sottovalutazione delle bonifiche da portare a termine, non garantiscono la chiusura dei lavori in tempo per il summit e

quando partono le inchieste penali su appalti e lavori di ripristino ambientale, decide, con “l’occasione” del terremoto de L’Aquila, di abbandonare progetto, ristrutturazione, bonifiche, ma soprattutto il rilancio turistico annunciato ad una popolazione in attesa.

L’isola non c’entra più. Non c’entrano i suoi valori, la sua vocazione e il suo richiamo. Si scopre che la logica è sempre quella della rispondenza e del profitto immediato, a tutti i costi. Immediato perché, come si è visto poi, l’Incompiuta ha lasciato in eredità alla popolazione soltanto alcune sinistre “cattedrali nel deserto” sovradimensionate ed economicamente ingestibili, oltre all’inquinamento ancora ben presente nelle acque antistanti l’Arsenale.

La comunità di La Maddalena sta pagando un prezzo altissimo per il comportamento superficiale e approssimativo delle istituzioni nazionali e locali. Da qui nasce la volontà del Comitato “Risarcire Maddalena”, che vede insieme Italia Nostra, ProNatura e singole personalità, di intraprendere un’azione legale ed una richiesta di procedura d’infrazione alla Commissione europea,  per dare un nome e una giusta punizione ai responsabili, e di farlo coinvolgendo l’intera cittadinanza di La Maddalena attraverso una raccolta di firme e adesioni a sostegno della Campagna “contro i responsabili del danno ambientale ed economico provocato dal mancato G8” che ha già portato un patrimonio di 700 firme e 1000 adesioni.»

Ci rivolgiamo a Lei perche ci dia una mano in questa battaglia di giustizia e di diritti. Saremmo lieti di un incontro con Lei e attendiamo fiduciosi.

Il Comitato “Risarcire Maddalena”

La Maddalena aprile 2015