30 November, 2024
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Restano lunghi i tempi del dibattito sul DL 130 “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio” in Consiglio regionale, per la netta contrapposizione delle posizioni tra maggioranza e opposizione.

La seduta odierna si è aperta con l’esame dell’aula l’art. 5 (Interventi di ristrutturazione edilizia) del DL 130, al quale è stato presentato un unico emendamento, il 245 (soppressivo totale) su cui sia la commissione che la giunta hanno dato parere contrario. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Sardegna Pietro Pittalis che ha fatto rilevare che per la giunta era presente solo l’assessore ai trasporti Massimo Deiana. Auspicando l’arrivo dell’assessore competente ha sollecitato una dichiarazione in aula del presidente Pigliaru sulla questione Tossilo. Non è possibile – ha detto – che il Consiglio sia informato solo dalla stampa. Il presidente Pigliaru deve venire in aula, basta con gli atteggiamenti reticenti.

Il presidente Ganau  ha detto che avrebbe trasmesso la richiesta alla giunta e al presidente della Regione. 

Il primo ad intervenire nel dibattito generale sull’articolo 5 è stato Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) che ha detto che sul termine “ristrutturazione” bisogna fare  chiarezza. La sostituzione di componenti strutturali – ha chiesto – è ristrutturazione? Se decido di demolire muri portanti è un abuso? Sulla ristrutturazione ci sono libere interpretazioni lasciate alla libera interpretazione amministrativa. Per questa ragione sarebbe opportuno fermarsi in commissione per capire cosa stiamo approvando. 

Angelo Carta (Psd’az)  ha ricordato che l’opposizione non sta facendo ostruzionismo, come sostiene la maggioranza, ma sta solo cercando di migliorare il corpo normativo. L’articolo 5 rappresenta uno dei tanti nodi su cui non riusciremo a trovare un’intesa. Bisogna capire che con la ristrutturazione il cittadino non vuole  creare un danno enorme all’ambiente. Non si può punire chi vuole migliorare la sua casa, il proprio albergo, migliorando l’utilizzazione del suolo.

Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna) ha detto che l’art 5 è importante. Lo sarebbe stato di più se, cogliendo il concetto di ristrutturazione, ci si fosse sforzati di entrare nel merito. Purtroppo così non è stato. L’atteggiamento della giunta e della maggioranza non è cambiato. L’art 5 è deficitario anche rispetto alla giurisprudenza. Proprio la parola ristrutturazione vuol dire “intervenire sulla struttura”. Tunis si è rivolto all’assessore Erriu, appena entrato in aula, per sollecitare la presentazione di un emendamento orale per migliorare questo articolo.

Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) ha sottolineato che con questo articolo si vuole ridefinire in Sardegna il concetto di ristrutturazione edilizia. Per fare questo però sarebbe necessaria la chiarezza. Uno degli obiettivi di questa legge, almeno nelle intenzioni dei presentatori, doveva essere quello di dare un contributo alla semplificazione del quadro normativo. Per Locci si è raggiunto, invece, il risultato opposto.  Ci troviamo a confrontarci con scritture differenti dello stesso concetto. Bisogna quindi, almeno, specificare che questa definizione dell’articolo 5 prevalga sulle altre.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimandato al mittente le accuse di chi ha detto che l’opposizione vuole rallentare i lavori. L’opposizione ha invece stimolato la maggioranza e la giunta perché la legge arrivasse in aula. Ma la maggioranza e la giunta – ha aggiunto – hanno preferito impallare il Consiglio regionale su una finta rivoluzione della sanità sarda che doveva servire a ridurre i costi e a dare migliori servizi ma che in realtà è servito  solo a nominare i commissari. Inoltre, quando il DL della giunta è arrivato in commissione è stato stravolto dalla stessa maggioranza. Il risultato è che le modifiche fatte dalla maggioranza in commissione sono peggio del testo della giunta.  Nello specifico l’articolo 5 è una “norma minestrone” che sarà indigesto e dannoso per i cittadini sardi. L’articolo è frutto di  una tecnica bizzarra che rende incomprensibile il testo.

Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto all’assessore che fine fanno le opere interne. Queste opere rientrano nelle ristrutturazioni? Ci vuole chiarezza.

Paolo Truzzu (Sardegna) condivide il quesito posto da Michele Cossa e ha invitato la giunta e la maggioranza ad  abbandonare l’aspetto ideologico e a ragionare su elementi concreti. 

Mario Floris ha detto che questo provvedimento risente di uno scontro politico in atto in Regione che dura da dieci anni. Dobbiamo smetterla – ha detto Floris – di pensare che l’impatto delle questioni urbanistiche abbiano un impatto elettorale. Queste materie non devono essere guardate nell’ottica elettorale. Questo provvedimento deve dare delle risposte. Ma complica le cose anche perché sembra che sia stato scritto da persone che non sanno nulla di urbanistica. Per l’ex presidente della Regione nel testo ci sono incongruenze pazzesche. Se l’assessore dice che tra 60 gg presenterà la proposta urbanistica generale quale è l’urgenza di approvare questo provvedimento nato nel buio del palazzo?    

Antonello Peru (Forza Italia Sardegna)  ha detto che l’articolo 5 sarebbe stato importante se fosse stato in sinergia con i provvedimenti del precedente Piano casa. Il vicepresidente del Consiglio ha invitato la maggioranza a riflettere e ad abbandonare ogni aspetto ideologico. 

Attilio Dedoni (Riformatori) ha ribadito che l’intera legge è inutile. Basterebbe fare un unico articolo di rinvio alla legge nazionale. Nell’articolo 5 c’è un rimando puntuale alla legge nazionale. Ma è possibile – ha chiesto – legiferare in questo modo?  

Gianluigi Rubiu (Area Popolare sarda) ha sottolineato la lacunosità dell’articolo 5 che tratta di una materia importante come quella delle ristrutturazioni. 

Essendoci un solo emendamento soppressivo il presidente Ganau ha posto in votazione il testo dell’articolo.

Per dichiarazione di voto è intervenuto Luigi Crisponi (Riformatori sardi) che ha dichiarato il voto contro. Siamo a uno snodo fondamentale – ha detto – perché stiamo entrando nella fase degli errori come vedremo anche nei successivi articoli. Questa   legge è una gabbia, una legge sbarra, una  legge pollaio. E’ impensabile continuare in questo modo.

Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna)  ha detto che con questo art 5 stiamo tornando ai tempi dell’azzeccagarbugli. Questo articolo è ingarbugliato,  anzichè rendere più chiaro il testo si concatenano leggi. Il povero cittadino cosa deve fare? Questo articolo va cassato. Perché non proviamo a riscrivere questo articolo 5 in maniera chiara?

Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha detto che l’articolo 5 è determinante. Ma la preoccupazione vera nasce dal fatto che ci possano essere libere interpretazioni.

Paolo Truzzu (Sardegna) ha espresso un voto favorevole all’emendamento soppressivo n. 245. Per il consigliere del gruppo Sardegna sarebbe necessario fare un passaggio in commissione.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna)  ha detto che il voto sull’articolo 5 è negativo. Questa legge è un guazzabuglio di norme affastellate anche male. Si tratta di un minestrone di concetti. Si sarebbe voluta la semplificazione ma si è raggiunto il risultato contrario.

Angelo Carta (Psd’az) ha detto che l’articolo 5 è il contrario della semplificazione. Non si capisce cosa c’è scritto. 

Gianluigi Rubiu (Area Popolare Sarda) ha espresso il voto favorevole sull’emendamento che sopprime l’articolo 5. Per rubiu questo articolo è poco chiaro. Attilio Dedoni (Riformatori) ha dichiarato il voto contrario all’articolo 5

Messo in votazione, l’articolo 5 è stato approvato.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sull’art.6 (Opere soggette a Segnalazione certificata di inizio attività) chiedendo al presidente della commissione Urbanistica Antonio Solinas il parere sugli emendamenti.

Solinas ha comunicato il parere contrario agli emendamenti n. 48, 49, 50, 51, 52, 58, 243, 157, 158, 159, 160, 161, 162, 162, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 169, 171, 172, 173, 434, 435, 453, favorevole agli emendamenti nn. 91 e 489; mentre  per il n. 25, 490 e 491 ha invitato i presentatori al ritiro. L’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu ha espresso parere conforme a quello della Commissione.

Ha quindi preso la parola il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), che dopo aver chiarito il significato politico della mancata partecipazione al voto sull’art.5 della minoranza, è entrato nel merito dell’art 6 manifestando forti perplessità: «E’ un articolo che introduce ulteriori elementi di confusione – ha detto Cherchi – in particolare quando affida, per gli interventi su superfici superiori a 25 mq, la supervisione al direttore dei lavori». Dubbi anche sulla sanzione di 500 euro per il mancato invio della dichiarazione di fine lavori. «La dichiarazione è obbligatoria – ha concluso il consigliere azzurro – il direttore si deve assume la responsabilità che non può essere sostituita da una sanzione».

Per Michele Cossa (Riformatori) «la norma in discussione è un passo indietro sul versante della semplificazione. La Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) rappresenta la traslazione della responsabilità dagli uffici tecnici al progettista. Da una parte diciamo che non serve un permesso a costruire e poi chiediamo tutti gli atti di assenso allo Sportello di inizio attività edilizia. Altro problema: stiamo andando a sopprimere l’articolo 15 della legge 23 che non prevede l’autorizzazione per le opere interne e quelle di manutenzione ordinaria. Questo rischia di creare ulteriori ostacoli».

Molto critico anche il giudizio di Luigi Crisponi (Riformatori). «Non si capisce perché si voglia correggere la legislazione nazionale che mette a disposizione dei cittadini gli strumenti per le migliorie nelle proprie abitazioni. L’art. 6, invece, appesantisce le incombenze di carattere burocratico. Perché si vuole intervenire su un articolato chiaro?».

Per Ignazio Locci (Forza Italia), il Dl 130 si adegua alla legislazione nazionale e non introduce elementi di semplificazione. «La Regione sta sperimentando lo sportello unico dell’edilizia in alcuni comuni dell’Isola. Con questa legge invece si rende ancora più complicato il quadro normativo in materia».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha invitato la maggioranza a riflettere sull’opportunità di andare avanti nella discussione: «Meglio riportare il testo in Commissione e provare a correggerlo – ha detto Tunis – altrimenti non ci resta altro da fare che resistere in Aula per impedire di approvare una legge dannosa per la Sardegna».

Un appello al buon senso ha invece rivolto all’Aula Alessandra Zedda (Forza Italia). «Il testo della legge non è chiaro, non si capisce se c’è una differenza tra il permesso di costruire e le manutenzione ordinarie. I regolamenti edilizi dei Comuni sono tutti uguali? Non è il caso di cominciare davvero un lavoro di semplificazione?».

Per Marco Tedde (Forza Italia) «la Scia trasferisce la responsabilità degli interventi edilizi ai cittadini e al progettista. L’istituto ha necessità di una rivisitazione ma, così come viene prospettata, la norma proposta dalla Regione non va in questa direzione». Tedde ha poi accusato la maggioranza di vassallaggio nei confronti del Governo nazionale. «La Regione sarda ha competenza esclusiva in materia urbanistica ma continua a scopiazzare e a fare pasticci. Il rischio è creare un corpo di norme difficilmente interpretabili e applicabili».

Secondo ill consigliere Christian Solinas (Psd’Az) l’articolo 6 introduce l’istituto della Scia nell’ordinamento regionale e rischia di ostacolare la riqualificazione dei centri storici. «Con questa norma viene meno la possibilità di chiedere l’autorizzazione edilizia per un tetto crollato, servirà un permesso di costruire perché la Scia non lo prevede. E’ un aggravio di costi che colpirà soprattutto i piccoli centri e non i grandi speculatori. Da una parte si propone la vendita a un euro delle vecchie case dei centri storici e dall’altra si impedisce di ristrutturarle. E’ una normativa complicata che rischia di bloccare la riqualificazione dei centri storici».

Concetto ribadito da Attilio Dedoni che ha chiesto norme più semplici in materia urbanistica.

Angelo Carta (Psd’Az) ha letto in aula l’appello rivolto dall’Ance al Consiglio per una modifica sostanziale del Dl 130. «Questa e altre organizzazioni di categoria avevano condiviso la prima proposta della Giunta, stravolta in seguito dalla Commissione.  Quel lavoro egregio fatto dalla Giunta è andato perduto – ha rimarcato Carta  –  perché non tornare su quel testo anziché imporre un provvedimento che potrebbe arrecare seri danni all’economia sarda».

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro degli emendamenti n. 49, 51, 53 e 54. «E’ un segnale di apertura da parte nostra. Chiediamo però di discuterne in commissione. Apriamo un dialogo costruttivo che consenta trovare una soluzione condivisa». Rubiu è poi entrato nel merito dell’art. 6: «E’ una norma monca – ha detto il capogruppo di Aps – non comprende la CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata), strumento indispensabile per la semplificazione. Credo che sarebbe utile allinearsi alla legislazione statale».

Roberto Deriu, rispondendo al capogruppo  di Area Popolare Sarda, ha manifestato apprezzamento per il segnale di distensione arrivato dai banchi della minoranza. «E’ un passo in avanti – ha affermato Deriu – sugli strumenti non possiamo però concordare. Il rinvio del provvedimento in Commissione sarebbe un rallentamento. Meglio proseguire con i lavori a oltranza e individuare altri strumenti previsti dal Regolamento per ottenere gli stessi risultati».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che la normativa statale prevede la Scia solo per gli interventi straordinari, mentre per tutti gli altri richiede la Cila. «Questa semplificazione manca invece nell’art.6 che riporta all’interno della Scia interventi prima esclusi. Sono questioni importanti, si sta creando una sovrapposizione tra la legge 380 e la legge 23 del 1985 che creerà non pochi problemi interpretativi».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamento soppressivo totale n. 243 e soppressivo parziale n.157 che sono stati respinti dall’Aula.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento n.513. Il primo firmatario Christian Solinas ha spiegato il senso della proposta: « far transitare nella Scia i piccoli interventi nei centri storici». Solinas ha quindi chiesto un chiarimento alla Giunta e dato la disponibilità a un ritiro dell’emendamento.

Il presidente Ganau per consentire un approfondimento alla Giunta ha sospeso la discussione dell’emendamento n.513.

Si è quindi passati alla votazione dell’emendamento soppressivo parziale n.159 che è stato respinto.

Il presidente ha poi messo in votazione l’emendamento n.160 che propone l’esclusione dei muri di cinta e delle cancellate dalle opere soggette a Scia.

Per dichiarazioni di voto è intervenuto Ignazio Locci (Forza Italia) secondo il quale la norma in discussione «è ancora più restrittiva rispetto alla sperimentazione in atto in materia urbanistica avviata da alcuni Comuni della Sardegna».

A sostegno dell’emendamento n.160 ha preso la parola Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha manifestato la volontà di procedere verso la semplificazione in modo da consentire ai cittadini di ottenere piccole autorizzazioni senza rischiare di rimanere intrappolati nei labirinti della burocrazia».

Per Stefano Tunis (Forza Italia) la norma «sottopone al giogo della legge anche le operazioni più elementari. Ciò che dispiace è constatare che, nonostante la manifestazione di disponibilità da parte nostra, non c’è sensibilità da parte della maggioranza».

Gianluigi Rubiu, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha espresso contrarietà per la decisione della maggioranza di non accogliere la sua proposta di un rinvio in commissione del provvedimento. «E’ un dialogo tra sordi – ha detto Rubiu – a questo punto noi andremo avanti con la nostra battaglia. La minoranza è coesa, lavora in sintonia ed è pronta ad andare avanti a oltranza».

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto “dispiaciuto” per la mancanza di disponibilità da parte della maggioranza. «A questo punto andremo avanti con una ferma opposizione per impedire che venga approvata una legge dannosa per l’economia isolana».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato il suo voto favorevole e ha invitato la maggioranza ad ascoltare i suggerimenti dell’opposizione: «eliminare i muri di cinta e le cancellate dall’elenco delle opere da sottoporre a Scia è un atto di buon senso».

Anche Luigi Crisponi (Riformatori) ha espresso forti critiche all’art.6. «si assimilano le rampe di accesso per i disabili agli ascensori esterni. Servirebbe l’intervento di un buon neurologo».

Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) « imporre la Scia per realizzare un muro di cinta o una cancellata è un paradosso cosi come non ha senso prevedere una segnalazione certificata di inizio attività per la realizzazione di rampe o ascensori esterni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni (Forza Italia) ha messo in evidenza l’atteggiamento di chiusura da parte della minoranza: «Vi rifiutate di correggere le aberrazioni che mettete in campo – ha detto Dedoni – siete chiusi in una gabbia».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola all’assessore Cristiano Erriu per la replica. «L’art. 6 comprende opere di restauro e interventi conservativi che possono essere molto rilevanti – ha detto Erriu – in molti casi si tratta di interventi che non possono non essere sottoposti al permesso di costruire».

Erriu ha poi dato la disponibilità della Giunta a ragionare sugli incentivi per il restauro e il risanamento conservativo degli edifici dei centri storici in modo da ridurre i costi legati alla richieste di permesso. «Serve una norma finanziaria –ha detto Erriu – la Giunta valuta questa possibilità e pensa di individuare quali tipo di edifici prevedere nella Scia».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione emendamento n.160 che è stato respinto dall’Aula.

Sull’emendamento 161, soppressivo del comma 1 lettera e) dell’articolo 6, su cui c’è il parere contrario di giunta e commissione, è intervenuto Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) che ha espresso un parere  molto critico.

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) siamo davanti a degli “aborti legislativi” e a delle “scopiazzature”  per cui l’emendamento soppressivo deve essere approvato. Il comma così come è scritto non vuol dire nulla perché manca la parola “opere”.

Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha detto che su questa lettera e) ci sono molti dubbi di chiarezza. Stefano Tunis  (Forza Italia Sardegna) ha annunciato il voto a favore sull’emendamento 161. Luigi Crisponi (Riformatori sardi)  ha affermato che è assurdo prevedere  la Scia anche per l’installazione di un’altalena. Giuseppe Fasolino  (Forza Italia Sardegna) ha sottolineato che più si va avanti più si capisce quanto sia confusionaria questa legge. Angelo Carta (psd’az) ha annunciato il  voto favorevole sull’emendamento. Antonio Solinas (Pd)  ha presentato una serie di emendamenti orali anche – ha detto – su indicazione dell’opposizione. Mario Floris ha fatto rilevare che alcuni   emendamenti presentati confliggono con gli articoli successivi e ha chiesto chi valuta le copertura di spesa. Gianluigi  Rubiu (area popolare sarda) ha detto che questa legge è stata scritta con troppa fretta e ha proposto un altro passaggio in commissione. Efisio Arbau (Sardegna Vera) ha invitato tutti a tenere un  comportamento lineare e sereno. Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna)  ha ricordato che l’obiettivo è la tutela del patrimonio urbanistico. Non bisogna però arretrare. Quando e se questa legge sarà approvata i sardi non capiranno nulla. La procedura è macchinosa anche per installare una caldaia. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che molti emendamenti presentati dall’opposizione vogliono portare un minimo di saggezza in questa legge che attualmente è difficile da interpretare e  da capire ed è stata scritta copiando a casaccio.

L’emendamento è stato bocciato (sì 20, no 21).

Sull’emendamento 162 che intende sopprimere il comma 1 lettera f) dell’articolo 6 è intervenuto Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) che ha detto che anche per le piccole opere dovrà essere presentata la Scia.  Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento. Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna) ha detto che quelle prime aperture di credito che si intravedevano all’inizio della seduta sono svanite. Marco Tedde  (Forza Italia Sardegna) ha detto che questo emendamento va  votato a occhi chiusi perché è espressione del liberalismo.

Per Paolo Truzzu (Sardegna) gli emendamenti orali presentati da Antonio Solinas dovrebbero essere esaminati in commissione.

Gianluigi Rubiu (area popolare sarda) ha detto che il tema delle pertinenze è un tema difficilissimo che merita un confronto approfondito. Rubiu ha annunciato il voto favorevole all’emendamento 162.

Anche Angelo Carta (psd’az) voterà a favore dell’emendamento 162. Sugli emendamenti orali il consigliere Carta ha chiesto di averli per iscritto per poterli esaminare.

L’emendamento 162 è stato bocciato (presenti 49, votanti 49, sì 19, no 30).

Il vicepresidente Lai ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 163 che propone la cancellazione della lettera g) del primo comma dell’art.6 e la conseguente esclusione degli impianti tecnologici dall’elenco delle opere da sottoporre a Scia.

 Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) che ha parlato di atteggiamento di chiusura da parte della maggioranza: «Non si vuole dare un contributo di chiarezza. Le norme non danno certezze e lasciano campo al libero arbitrio».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) manca la volontà di fare qualcosa di originale che rappresenti la specificità sarda.  «Avete la stessa originalità di un fotocopiatore o di uno scanner –ha detto Tedde – il popolo sardo merita una rappresentanza parlamentare di altra caratura».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha contestato l’inserimento degli impianti tecnologici nell’elenco delle opere da sottoporre a Scia. «Stiamo parlando di attività che non hanno bisogno della procedura certificata».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni dopo aver espresso forti perplessità sul Dl 130 («scritto dietro specifico mandato») ha riformulato la richiesta al presidente Francesco Pigliaru di riferire in Aula sul progetto di ampliamento dell’inceneritore di Tossilo.

Christian Solinas (Psd’Az) ha invece chiesto una pausa di riflessione per approfondire il contenuto dell’articolo 6. «Serve capire se anche la semplice installazione delle caldaie a gas debba essere sottoposta a Scia».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) in merito alla lettera g) del primo comma dell’art. 6 ha detto di non avere dubbi sul fatto che la legge sia stata scritta bene. «Il testo che era arrivato in Commissione era un testo condivisibile, poi è stato modificato. Il nuovo introduce complicazioni e non se ne capisce il motivo. Servono modifiche».

Il vicepresidente Lai ha quindi messo in votazione l’emendamento n.163 che è stato respinto con 29 voti contrari e 20 a favore.

L’aula è quindi passata all’esame dell’emendamento soppressivo parziale  n.164 che propone l’esclusione dalla procedura Scia delle  varianti a permessi di costruire già rilasciati a) che non incidano sui parametri urbanistici e sulle volumetrie, b) che non cambino la destinazione d’uso e la categoria edilizia e non alterino la sagoma e non violino le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha definito “inaccettabile” la mancata previsione di tempi certi per i procedimenti. «Non è sufficiente richiamare le disposizioni generali, così si apre la porta a direttive, circolari e regolamenti che governano il procedimento amministrativo. Inammissibile che quando si presenta una pratica non si abbiano risposte in tempi brevi. ».  

Secondo Oscar Cherchi (Forza Italia) la normativa nazionale individua la possibilità di richiedere la Scia per varianti in corso d’opera che non modifichino i parametri urbanistici. «Ciò dà la possibilità, in caso di variazioni interne agli edifici, di procedere attraverso una Scia». Cherchi ha poi proposto al presidente Solinas di presentare un emendamento orale che escluda dalla Scia le demolizioni di opere.

Il presidente Gianfranco Ganau, tornato sul banco della presidenza, ha quindi sospeso i lavori e aggiornato la seduta alle ore 15.00.

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Il coordinamento cittadino di Sinistra Ecologia Libertà di Iglesias interviene oggi sull’urbanizzazione dell’area circostante l’istituto Baudi di Vesme che dovrebbe approdare a breve in Consiglio comunale.

«In materia urbanistica – scrive in una nota Gianluca Tocco – c’è una precisa differenza di compiti tra l’ufficio tecnico comunale e il Consiglio comunale e non ci deve essere subordinazione fra le due strutture, ma collaborazione e sinergia. A uno spetta la verifica della regolarità tecnica, all’altro la visione dello sviluppo della città e la difesa di questa visione. Un piano di lottizzazione tecnicamente ineccepibile può non soddisfare e talvolta collidere con la visione condivisa dello sviluppo; è in questa evenienza che emerge il ruolo solenne del Consiglio comunale e si disegna la storia e la crescita di una città. Per questo chiediamo al Consiglio di assumere appieno il suo compito quando esaminerà il Piano di lottizzazione dell’area circostante l’Istituto Baudi di Vesme.»

«Alla Commissione urbanistica – spiega Gianluca Tocco – è pervenuta la richiesta d’esame della variante al Piano di lottizzazione della zona di cui sopra. La parte vistosa dell’intervento consiste nella costruzione di 168 appartamenti monotipo in 4 edifici a torre e di un edificio per servizi di 15-500 mc. Le quantità, metri quadri e metri cubi, sono legittime, ma la tipologia, la collocazione, l’impatto sono quanto serve per lo sviluppo di quella parte della città? In una zona ad elevatissima densità di traffico (accesso a tre scuole e al Superstore Conad) si aggiungono un’eccezionale concentrazione di servizi (presumibilmente un altro centro commerciale più grande dell’attuale) e di residenze, col conseguente richiamo di ulteriore traffico mentre la viabilità rimane immutata e peggiora per l’inserimento di parcheggi a pettine lungo strada.»

«La ragione della ripartizione dei volumi fra residenziali (70%) e servizi connessi alla residenza (20%) – aggiunge Tocco – è quella di indurre al disegno di una città che si espande salvaguardando i caratteri di vivibilità; non ghetti dormitorio e centri commerciali, ma zone che replicano in piccolo la città con residenze che si alternano a uffici e servizi. Nella zona insistono tre Istituti di istruzione superiore e, per le opportunità offerte dall’attuale Piano regolatore, in continuità territoriale può essere unito un quarto Istituto, il Fermi. Questo consentirebbe la creazione di un campus scolastico con un’ampia area di pertinenza e la possibilità di creare servizi comuni: strutture sportive, biblioteche multimediali degne di tale nome, laboratori (la scuola futura senza laboratori è una finta scuola), sistemi di doposcuola, corsi alternativi ecc., tutte cose che nessun istituto potrà mai fare singolarmente. Il Piano strategico di Iglesias ha colto questa opportunità. Il piano di lottizzazione proposto rischia di perderla per sempre. E’ una città ben triste una città che non ha prospettive e non sa cogliere le opportunità.»

«Abbiamo un Piano regolatore di oltre 30 anni, studiato per sanare una situazione esistente complessa e compromessa. Entro il prossimo anno dovrebbe essere approvato il nuovo Piano urbanistico: anche esso dovrà in buona parte prendere atto di situazioni esistenti e sanarle ma allo stesso tempo ci saranno i margini per progettare Iglesias. Quindi, perché non provare già da ora a porre le basi per una idea diversa di città, a partire dalla progettazione di un quartiere residenziale? Chiediamo al nostro Consiglio di riflettere sul progetto, valutare tutte le migliorie possibili e pretenderle. In quella parte di città – conclude Gianluca Tocco – si possono porre le fondamenta (letteralmente, in questo caso) per un buon esperimento urbanistico che sani anche gli errori del passato e di una collaborazione tra pubblico e privato che non subordini gli interessi dell’uno a quelli dell’altro ma porti alle soluzioni migliori per le esigenze di entrambi.»

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L’ex Teatro Anatomico di via Ospedale 121 ha ospitato oggi l’ingresso del Cira (Centro italiano ricerche aerospaziali) nel Dass (Distretto aerospaziale Sardegna). Ai lavori, preceduti dall’incontro tra i soci del Distretto e il Centro regionale di programmazione (Crp), hanno preso parte Giacomo Cao (presidente Dass), Luigi Carrino (presidente Cira) e Paolo Bellomi (responsabile progetti sviluppo Avio). In chiusura, la presentazione del logo del Dass, firmato da Pinuccio Sciola.

«L’ingresso di Cira nel Distretto aerospaziale della Sardegna ha un rilievo straordinario e strategico sia per le nostre ricerche e attività operative, sia per il rafforzamento delle sinergie in ambito nazionale e internazionale. Le aziende che fanno parte del Dass danno lavoro a circa 250 persone, un obiettivo che contiamo di raddoppiare – spiega il professor Cao – entro il 2020».

Proseguono, intanto, i contatti per espandere le eccellenze della ricerca made in Sardinia maturate in seno alla formazione avanzata offerta dall’Università di Cagliari. «Puntiamo a un accordo di programma con la Regione che potrebbe permetterci l’accesso ai fondi europei 2014/20. In cifre – sottolinea il presidente del Dass – siamo nell’ordine del miliardo di euro. Somme ingenti per uno scenario destinato a crescere».

Sul tema, il commento di Luigi Carrino: «Per noi l’ingresso nel Dass è un momento molto importante. Il Cira è motore di sviluppo per territorio, imprese ed eccellenze della scienza. Il nostro socio di riferimento l’Agenzia spaziale italiana e il ministero per la Ricerca, nella nostra sede (Capua, Caserta) possiamo supportare progetti aerospaziali ad ampio respiro: abbiamo avviato lavori per 400 milioni di euro».

Il Cira ha acquisito una quota di 4.600 euro pari al 6 per cento del capitale del Distretto che ammonta a 76.122 euro. Per Paolo Bellomi la riconferma di un percorso virtuoso: «Il nostro metodo di lavoro si avvale di team qualificati con storie di successo. Lavorare con Cira per Avio è un ulteriore proficuo tassello utile anche per lo sviluppo del Dass».

L’artista di San Sperate ha “suonato” le sue famose pietre da cui ha tratto il logo con il moto “Lo spazio è memoria”. Un quadrato di calcare e un rettangolo di basalto sono stati al centro della presentazione. Pinuccio Sciola sfiora le sue pietre e regala sensazioni uniche. Il logo del Dass riproduce una pietra con righe e quadrati, vergata in parte da righe concentriche. «La pietra non è mai muta e sorda, racchiude memorie e storie. E rilascia suoni simili a quelli che gli studiosi dello spazio, come i fisici dell’università di Pisa, trovano sui pianeti».

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La conferenza degli assessori regionali dell’aAgricoltura ha deliberato, su proposta della Regione Sardegna, di mantenere a 300.000 euro il limite minimo di fatturato per il riconoscimento delle Organizzazioni di Produttori (OP) biologiche. Per Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna, non era un fatto scontato visto che al Ministero avevano già fatto propria la proposta della Regione Emilia Romagna di elevare tale limite a 500.000 euro e si tratta di una vittoria per il biologico della Sardegna. Il nuovo limite, infatti, avrebbe ridotto le OP biologiche della Sardegna ad una sola, forse due, dalle quattro ora esistenti.

«Siamo soddisfatti dell’intervento dell’assessore Elisabetta Falchi che ha saputo far valere la specificità del comparto biologico e quindi tutelare i piccoli produttori sardi che si aggregano nelle OP – ha commentato Ignazio Cirronis -. Ora serve una politica di sviluppo di questo comparto per sfruttare appieno i ritmi di crescita davvero impressionanti, tra il 15 ed il 20% dei fatturati su base annua ed il continuo incremento degli occupati.»

Quadro sintetico delle OP produttori biologici riconosciute in Sardegna (dati 2013)

O.P.

  Soci

N° Occupati

Fatturato

Settori produttivi

Mercato

Sardegna

Italia

Estero

S’Atra Sardigna

100

35

7.000

Ortofrutta

Formaggi

Altri trasformati

20%

45%

35%

Consorzio Produttori Sardegna Biologica

170

*0

450

Carni bovine

50%

50%

0%

Sardegna Isola Biologica

180

2

900

Latte

Formaggi

Miele

95%

5%

0%

OPAS Terra Antigas

6

6

400

Miele e prodotti alveare

55%

35%

10%

*utilizza solo collaboratori esterni

Le OP biologiche sono pronte alle sfide del mercato nazionale ed estero come dimostrano i successi del biologico sardo alla recente Fiera Internazionale del Biologico che si è tenuto a Norimberga, il BioFach, che ha permesso l’allargamento del mercato delle produzioni biologiche sarde anche alla Francia ed all’Olanda, dopo la Germania, il Belgio e la Svizzera, paesi nei quali i prodotti biologici sardi vanno già a gonfie vele.

Il presidente Ignazio Cuccu ha convocato il Consiglio comunale di Carbonia, in seduta straordinaria, per martedì 31 marzo, alle 18.00. All’ordine del giorno figurano due soli punti: l’esame di interrogazioni e interpellanze e l’approvazione del Piano di razionalizzazione delle società partecipate del comune di Carbonia.

E’ la prima riunione dopo quella che ha visto l’approvazione del bilancio, in occasione della quale è maturata una profonda divisione all’interno del gruppo del Partito Democratico con il voto contrario al bilancio di tre consiglieri: Luisa Poggi, Francesco Cicilloni e lo stesso presidente del Consiglio, Ignazio Cuccu.

Consiglio comunale Carbonia 17 copia

E’ stata inaugurata stamane, a La Maddalena, alla presenza dei bambini delle scuole dell’Istituto comprensivo di Via Carducci e dell’Istituto San Vincenzo, l’opera “Monolito sardo” dell’artista Fiorenzo Zaffina vincitrice della prima edizione della “Biennale Arte e Natura”. L’opera è stata donata dall’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena all’Amministrazione comunale e all’intera comunità maddalenina. Posizionata nel Porto di Cala Gavetta l’installazione è stata premiata «per la raffinata rielaborazione di un materiale come la pietra intagliata con pennellate cromatiche di sorprendente armonia con il contesto naturale».

La cerimonia d’inaugurazione ha visto protagonisti i bambini che con le loro domande e curiosità rivolte all’artista hanno animato l’interpretazione dei diversi significati che l’installazione potrebbe assumere. Un blocco di marmo scolpito che rimanda a una simbologia antica, quella del monolite, arricchito con i tratti della natura circostante.

Zaffina foto 4 Zaffina inaugurazione 3Zaffina inaugurazione 2

Ingresso Ospedale Sirai copia
L’assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale ha integrato gli ambiti territoriali vacanti di assistenza primaria relativi al 1° e 2° semestre 2011.
L’integrazione riguarda gli ambiti territoriali individuati dalla Asl di Carbonia.
Possono concorrere al conferimento degli incarichi :
– i medici titolari di incarico a tempo indeterminato di assistenza primaria in possesso dei requisiti alla data del 31 ottobre 2011;
– i medici inclusi nella graduatoria unica regionale definitiva di medicina generale valida per il 2011 i quali non risultino titolari di incarico a tempo indeterminato di assistenza primaria.
I medici che hanno già presentato la domanda per gli ambiti territoriali pubblicati a dicembre sono tenuti a presentare una nuova domanda solo se interessati all’assegnazione delle sedi indicate.
Le domande per i trasferimenti e per il conferimento degli incarichi a tempo indeterminato entro il 9 aprile 2015, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, alla A.S.L. 8 Cagliari Via Pier della Francesca, 1 09047 Selargius (CA).

Traghetto Vesta 33 copia

Terminato lo sciopero di due giorni, questa mattina i traghetti Saremar hanno ripreso a viaggiare tra Carloforte e Portovesme, ma le condizioni meteo stanno creando ancora qualche problema e la corsa delle 11.00 da Carloforte a Portovesme, prevista con il traghetto Arbatax, è stata spostata su Calasetta. Il vento spira a 27 km/h, l’umidità è all’80%.

La mobilitazione sulla vertenza Saremar resta alta e mercoledì prossimo, 1 aprile, i carlofortini scenderanno in piazza con una grande manifestazione a Cagliari, organizzata «contro l’arroganza della Regione e contro altra disoccupazione per un servizio marittimo pubblico». La FILT CGIL metterà a disposizione due autobus (prenotazioni al n° 0781 854009 – Pro Loco, mail: prolococarloforte@gmail.com).

All’origine della protesta c’è la convinzione che il progetto dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, non riconosca il diritto sacrosanto alla mobilità delle persone e delle merci, dimenticando che l’unica strada percorribile per i cittadini delle isole sia il mare.

Ricordiamo che il Consiglio regionale in una delle prossime sedute affronterà l’esame della mozione n. 113 presentata da 13 consiglieri, primi firmatari Luca Pizzuto (SEL) e Pietro Cocco (PD), già calendarizzata due volte e poi rinviata.

L’assessorato regionale dell’Agricoltura ha attivato due misure per agevolare la partecipazione degli operatori all’esposizione universale – EXPO 2015, che si terrà a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015:

– la prima riguarda l’avviso per la presentazione delle domande di aiuto per partecipazione all’Expo e a eventi collaterali;
– la seconda riguarda l’avvio del secondo bando della misura 133 “Attività di informazione e promozione” del Programma di sviluppo rurale 2007/2013.
Il contributo sarà concesso alle organizzazioni di produttori agricole formalmente riconosciute o ad altre forme associative nella misura dell’80 per cento in regime de minimis e sarà finalizzato alle attività di commercializzazione promosse, non solo durante l’esposizione universale nella città di Milano, ma in tutto il territorio nazionale.
Le domande di aiuto dovranno pervenire entro il 30 aprile tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: areaerogazioni@pec.agenziaargea.it .
Ulteriori informazioni sul bando sono reperibili nell’albo pretorio on- line dell’Agenzia Argea Sardegna e sul sito di Sardegna Agricoltura.
La misura 133 contribuisce direttamente all’obiettivo specifico di “Accrescere la produzione agricola tutelata da sistemi di qualità alimentare” attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi operativi:
– informare i consumatori circa i prodotti tutelati dai sistemi di qualità alimentare;
– promuovere nuovi sbocchi di mercato per i prodotti tutelati dai sistemi di qualità alimentare.

Le domande dovranno essere presentate, per via telematica e in formato cartaceo, fino alle ore 13.00 del 27 aprile 2015, per via telematica attraverso i servizi on-line integrati nel Sistema informativo agricolo regionale (SIAR) e in formato cartaceo recapitandola a mano o per plico raccomandata con ricevuta di ritorno presso l’Agenzia Argea Sardegna in Via Caprera, 8 – 09123 Cagliari.

Manifesto 2 aprile 2015

Giovedì 2 aprile 2015, Amici della Vita Sulcis, il Comune di Iglesias e l’Ordine dei Medici della Provincia di Cagliari aderiscono all’Ottava Giornata Mondiale di Sensibilizzazione sull’Autismo promossa dall’O.N.U.

In questa storica giornata, gli organizzatori sostengono Autism Speaks, la più grande organizzazione di familiari con autismo degli Stati Uniti d’America e propongono di partecipare la loro proposta internazionale «Light it Up Blue» (Colora di Blu). In questo straordinario evento, i monumenti, gli edifici pubblici e le abitazioni private del mondo intero saranno illuminate di blu per “illuminare” l’autismo. Aderiscono inoltre alla proposta di Autismo Europa che quest’anno si impegna per l’integrazione sociale proponendo il suo logo 2015 “Stop Discrimination!”, proponendo una riflessione ritenuta centrale non solo per l’autismo ma per tutte le disabilità e le fragilità umane: «Per allevare un Bambino Autistico è necessario l’Amore della Famiglia e dell’intero Villaggio».

L’autismo è un disturbo neurologico complesso, penalizza prevalentemente la sfera comunicativa, comportamentale e l’interazione sociale. Colpisce 1 bambino, successivamente adulto, su 110 (un migliaio nel Sulcis, 200 nella sola Iglesias), tre su quattro di loro sono maschi, dunque un ragazzo ogni 70. L’autismo è diffuso in tutto il mondo, indipendentemente dalla classe sociale, culturale o dalla zona geografica; è fonte crescente di preoccupazione  nel campo della sanità pubblica mondiale.

Al fine di richiamare l’attenzione su un disturbo che colpisce almeno 67 milioni di persone nel mondo, la sera di mercoledì 1° aprile 2015  e la sera di giovedì 2 aprile 2015 Amici della Vita Sulcis chiede agli amministratori di Iglesias e del Sulcis Iglesiente, alle parrocchie, scuole, associazioni, partiti politici, ASL, sindacati e alla Stampa di sostenere e divulgare con entusiasmo questa iniziativa. La serata del 2 aprile l’associazione inviterà la cittadinanza nell’Aula Magna della Caserma Trieste (Via Indipendenza, 7), dove dalle 17.00, in poi verrà fatta una riflessione sull’autismo con proiezioni, testimonianze ed interventi musicali che generosamente e gratuitamente proporranno artisti iglesienti.