29 November, 2024
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La tavola rotonda “Cannonau, il gusto di saper vivere” ha aperto ieri la seconda giornata di attività promosse dalla Regione Sardegna per Vinitaly 2015. Ad animare il faccia a faccia, nella Sala Respighi del Centro Congressi di Verona, le origini, la storia, gli aspetti enologici e il significato del vino come elemento fondamentale delle abitudini alimentari, con un focus particolare verso il Cannonau che delizia i palati di una platea di consumatori sempre più numerosa.

L’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha dato il via ai lavori facendo il punto sullo stato di salute della commercializzazione della vino più antico e diffuso della Sardegna. «Dobbiamo intercettare il trend di crescita del Cannonau, confermato anche quest’anno, – ha osservato l’assessore Falchi – e puntare sull’export e sulla conquista di nuovi consumatori, valorizzando in modo particolare le produzioni Doc.»

Contributi scientifici di livello hanno caratterizzato la tavola rotonda moderata da Giuseppe Carrus, giornalista del Gambero Rosso. Le origini del Cannonau sono state illustrate da Giovanni Lovicu, ricercatore di Agris Sardegna, mentre Diego Tomasi, ricercatore del Consiglio per la ricerca in agricoltura, si è soffermato nel racconto dei panorami del vitigno più diffuso in Sardegna. Giovanni Pinna, di Assoenologi Sardegna, ha affrontato gli aspetti enologici del Cannonau, mentre Maurizio Memo, professore Ordinario di Farmacologia presso l’Università degli Studi di Brescia, ha illustrato i vantaggi in termini di salute di un buon vino dal punto di vista scientifico. Particolarmente apprezzata la relazione di Jo Ahearne, Masters of wine, che ha sottolineato anche i lati deboli che attualmente vanno risolti in termini di promozione, per arrivare alla definitiva consacrazione dei prodotti del Cannonau.

Nel pomeriggio, si è tenuta la premiazione dei vini sardi vincitori del Concorso internazionale dei Grenaches du Monde (i cannonau e altri vitigni analoghi nel mondo) con i seguenti riconoscimenti: medaglia d’oro a Società agricola F.lli Puddu, Cantina sociale Dorgali, Poderi Atha Ruja, Cantine Deidda, Cantina sociale Ogliastra, Meloni vini; medaglia d’argento all’Agricola Melis e doppio riconoscimento alle Cantine Surrau; medaglia di bronzo a Ferruccio Deiana, Cantina sociale Dorgali e Azienda agricola Deriu.

La giornata si è chiusa, nello Spazio istituzionale della Regione Sardegna, alla presenza dell’assessore Falchi, con il Concorso enologico Wine&Sardinia, giunto quest’anno alla seconda edizione. Il progetto è nato sulle colline del Mandrolisai con lo scopo di proporre un accurato e inedito confronto fra le varietà enologiche della regione, e di promuovere la cultura vitivinicola “made in Sardinia” nel mondo.

Stamane è in corso, presso lo spazio istituzionale della Regione Sardegna, la presentazione dei terroir del Cannonau e degustazione guidata di 7-8 Cannonau di Sardegna caratterizzanti i terroir regionali più significativi (base, classico, riserva, sottozone, ecc). Nel pomeriggio, dalle 15.00 alle 16.30, si terrà un incontro a cura del Consorzio del Vermentino di Gallura.

Vinitaly 2015 si concluderà domani. Dalle 11.30 alle 13.30, sempre nello spazio istituzionale della Regione Sardegna, è in programma una degustazione guidata di 6-7 vini da dessert della Sardegna: declinazione e presentazione delle principali DO regionali (moscato, nasco, malvasia, girò, vernaccia) in abbinamento a prodotti tradizionali di eccellenza.

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Un ospedale unico per tutto il Sulcis Iglesiente. Se n’è parlato a più riprese negli ultimi anni e l’idea è stata fin qui frenata per varie ragioni, soprattutto per i costi. Oggi, a rilanciare l’idea, è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«E’ necessario superare il trito dibattito incentrato sulla contrapposizione tra gli ospedali di Carbonia e Iglesias, animato da un campanilismo di vecchia memoria che, oltre a non aver prodotto alcun vantaggio per i cittadini del territorio, contribuisce a spaccare in due la comunità – spiega Ignazio Locci -. La Provincia dovrebbe invece indirizzarsi compatta verso una sola meta: un ospedale unico, baricentrico nel territorio che, con almeno 300 posti letto, appaghi le necessità degli attuali approcci di diagnosi e cura multidisciplinari per poter rispondere in maniera adeguata alla domanda di salute.

Una struttura ospedaliera dotata di macchinari all’avanguardia e capace di attrarre le eccellenze mediche della Sardegna e non solo – aggiunge Locci -. L’ospedale unico diventerebbe così sia la sede unitaria per le professionalità disperse nelle tre strutture del territorio, sia un polo di attrazione per i nomi di rilievo della medicina sparsi nell’Isola. Sia chiaro che non è certamente mia intenzione decretare la chiusura delle strutture esistenti, Sirai, Santa Barbara e CTO: queste dovrebbero essere invece destinate alla funzione di presidi territoriali con compiti specifici.

L’esigenza dell’ospedale unico e all’avanguardia nasce dalla constatazione che sempre più cittadini del Sulcis Iglesiente preferiscono le strutture sanitarie del Cagliaritano, mentre nel territorio si assiste alla chiusura di alcuni reparti considerati “doppioni” o non funzionali e si alimenta il dibattito che vede contrapposti i comuni di Carbonia e Iglesias. Ma non solo: è noto che buona parte dei giovani medici che approda negli ospedali di Carbonia e Iglesias decida in tutta fretta di puntare al trasferimento verso Cagliari.

«Il fatto che gli abitanti del territorio si avvalgano delle ben più qualificate strutture del capoluogo sardo è sintomatico di scarsa fiducia nella Sanità locale – sottolinea ancora Locci -. E questo, in un periodo in cui si parla quasi unicamente di razionalizzazione dei costi, dovrebbe indurre alla riflessione e, soprattutto, a un diverso approccio in tema di Sanità. E, puntando i piedi nel tentativo di salvare un reparto destinato alla chiusura, non si otterranno certamente servizi migliori. Bisogna piuttosto orientarsi su un ospedale nuovo: è l’unica vera soluzione per garantire una Sanità adeguata ed evitare che i cittadini del Sulcis Iglesiente decidano di farsi curare altrove. E la Regione – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – ha il dovere di programmare gli investimenti necessari affinché l’opera possa essere realizzata.»

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Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, l’emendamento al disegno di legge n° 130, all’esame del Consiglio regionale, finalizzato ad incentivare il recupero di larga parte del tessuto urbano della Sardegna ora abbandonato, degradato o in condizioni tali da non poter rendere economicamente sostenibile un recupero a solo carico dei privati.

«Si tratta di un’iniziativa concreta e pratica che può rappresentare una soluzione importante per il recupero di molte aree urbane, soprattutto dei centri storici – spiega Efisio Arbau -. Il meccanismo è abbastanza semplice e poggia su alcune leggi regionali vigenti come la n. 16/94 (programmi integrati di riqualificazione urbanistica) e la n. 29/98 (recupero dei centri storici) il cui impatto, anche per le risorse disponibili, può essere amplificato attraverso un accordo di programma che, con la regia regionale e l’attuazione delegata ai comuni, consente ai privati di vendere immobili ad un prezzo simbolico (1 euro) ad una società esistente o di nuova costituzione, eventualmente con capitale pubblico-privato, che si occuperà sia del recupero del fabbricato che del contesto urbano”.»

«Nel Nord Europa – ha aggiunto Arbau – questo tipo di operazioni sono particolarmente apprezzate ed anche in Italia ci sono esperienze interessanti; in Sardegna può avere altrettanto successo, perché in molti nostri paesi come nelle città ci sono tanti stabili abbandonati che oggi non hanno futuro ma possono trovarlo attraverso questo nuovo modo di far incontrare domanda e offerta. Il dibattito sul disegno di legge n. 130 – ha concluso il capogruppo di Sardegna Vera – può essere letto come il solito muro contro muro ma non è così perché non tutto il bene o il male stanno dalla stessa parte ed è obiettivo comune fare una buona legge sul governo del territorio che garantisca lavoro, profitto e riqualificazione del nostro patrimonio edilizio ed urbanistico.»

«Abbiamo preparato una proposta semplice – ha dichiarato il consigliere regionale di Sardegna Vera Gaetano Ledda – che ha due obiettivi molto chiari: mettere in movimento l’economia attraverso i comuni e migliorare il tessuto urbanistico dei nostri centri, soprattutto nelle zone interne, recuperando non solo gli immobili ma anche l’ambiente urbano.»

«A prima vista – ha osservato Raimondo Perra, anch’egli del gruppo di Sardegna Vera – quella di proporre la vendita di case ad un euro può sembrare una operazione di marketing, invece è una cosa molto seria: in Sardegna ci sono moltissimi immobili degradati (a volte intere porzioni di un centro abitato) e si tratta magari di eredità molto frazionate o proprietà di persone che da tempo vivono altrove, di fabbricati realizzati cinquant’anni fa e oltre in pessimo stato di conservazione, che producono solo costi per chi li possiede. Crediamo – ha concluso Perra – che con la nostra proposta ci sia la possibilità di creare attorno a queste situazioni un circuito nuovo e virtuoso sia per le persone che per il nostro tessuto edilizio.»

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Venerdì 27 marzo, alle ore 10.30, nel porto di Cala Gavetta, a La Maddalena, verrà inaugurata l’opera “Monolito sardo” di Fiorenzo Zaffina, vincitore della prima edizione della Biennale “Arte e Natura” del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. L’opera dell’artista Fiorenzo Zaffina sarà donata alla comunità maddalenina nel corso della cerimonia che si svolgerà alla presenza del presidente del Parco, Giuseppe Bonanno, del direttore, Ciro Pignatelli, e delle autorità del comune di La Maddalena. Parteciperanno alla manifestazione gli alunni dell’Istituto comprensivo di Via Carducci e l’Istituto San Vincenzo.

L’artista ha presentato un blocco di marmo scolpito con l’obiettivo di rimandare a una simbologia antica, quella del monolite, arricchendo la stessa con i tratti della storia circostante. La giuria ha riconosciuto il valore dell’opera «per la raffinata rielaborazione di un materiale come la pietra intagliata con pennellate cromatiche di sorprendente armonia con il contesto naturale».

Il concorso “Biennale Arte e Natura” ideato dal Parco intende esaltare il connubio tra contemplazione del “bello” che genera l’osservazione della natura e l’ispirazione artistica che da essa scaturisce, con la creazione di opere che raccontino la natura, i suoi elementi ed il rapporto che, nelle varie forme, la lega all’uomo, alla storia e alle tradizioni.

 «L’opera di Zaffina raccoglie pienamente la sfida e la provocazione che abbiamo provato a lanciare con la “Biennale Arte e Natura” – spiega il presidente Giuseppe Bonanno -. Un dono  che abbiamo deciso di fare all’Amministrazione comunale e all’intera comunità di La Maddalena. Un altro tassello di un mosaico di iniziative che il Parco Nazionale sta costruendo per valorizzare il territorio dell’Arcipelago: un affascinante museo a cielo aperto all’interno del quale: ambiente e cultura, storia, natura e paesaggio recitano un ruolo determinante anche in funzione di attrattori turistici. Proviamo in questo modo ad andare oltre il mare e al di là dei limiti imposti dalla stagione estiva per promuovere le valenze e le specificità del territorio utilizzando diversi generi di forme espressive. In questo senso abbiamo ritenuto che l’espressione artistica sia un valido strumento per veicolare le valenze culturali dell’Arcipelago.»

Nuovi incontri, ieri mattina, tra l’assessorato regionale della Pubblica istruzione e editoria con i rappresentanti dell’informazione e gli editori. L’assessore Claudia Firino ha incontrato prima i rappresentanti dell’informazione regionale e poi gli editori indipendenti e l’associazione editori sardi. Due tavoli che procedono parallelamente, e che a breve si incontreranno per giungere a una sintesi. Al centro della discussione, le modifiche da apportare alle legge regionale n. 22, intorno alla quale gli interessati hanno presentato le loro proposte all’assessore e agli uffici.
«Sono molto soddisfatta di questo metodo di lavoro che si sta dimostrando particolarmente proficuo e che mi auguro venga esteso a tutti i momenti di confronto e programmazione – ha detto Claudia Firino -. Ci stiamo muovendo verso una soluzione condivisa, a partire da riflessioni molteplici.»
Per l’informazione, Claudia Firino ha sottolineato l’importanza del ricomprendere nella legge le esperienze ancora non disciplinate, come l’informazione digitale, e delineare un quadro organico e complessivo per il sistema degli interventi regionali in materia, anche quelli che riguardano la lingua sarda. Con gli editori la discussione si è incentrata sull’opportunità di rivedere parametri e criteri di applicazione della legge.
«È importante riportare l’editoria all’attenzione dell’opinione pubblica ed è nostra intenzione fare dell’editoria libraria il fulcro di un sistema che ricomprende le scuole e le biblioteche. L’orientamento è di diminuire gli acquisti diretti e dare più sostegno alle aziende sotto il profilo dell’innovazione, del rapporto con la filiera della cultura, della promozione e distribuzione. L’editoria non deve svendersi ma deve essere presidio culturale importante, deve saper viaggiare nel pur difficile contesto attuale» ha affermato Claudia Firino che in chiusura ha menzionato anche il Salone del libro di Torino, per il quale è in via di definizione il programma.

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Entro 30 giorni dalla pubblicazione della delibera approvata martedì scorso dalla Giunta, verranno definite le modalità di assegnazione di una parte dei contributi a valere sulla legge 7/1955 che prevede il sostegno finanziario della Regione per manifestazioni pubbliche di grande interesse turistico.
La delibera, proposta dall’assessore regionale del Turismo, Francesco Morandi, fissa già delle risorse per una lunga serie di eventi che si svolgeranno quest’anno e che saranno accreditate all’Expo 2015. Un secondo programma di spesa, attraverso bando, consentirà invece di sostenere finanziariamente le altre manifestazioni.

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Regione e Sfirs lanciano quattro nuove misure anti-crisi per rilanciare l’economia della Sardegna. Si tratta di un fondo per la patrimonializzazione delle imprese, dei minibond, delle cambiali finanziarie e delle obbligazioni convertibili.

L’obiettivo di questa combinazione di nuovi strumenti finanziari è quello di far arrivare alle imprese nuova liquidità proveniente dal mercato, meno dipendente dalle banche e con garanzia pubblica. Per rendere possibile l’operazione, la prima del genere in Italia con un progetto pilota, la Giunta a fine gennaio aveva istituito un Fondo rischi da 25 milioni di euro, finanziato dalla Sfirs, per contribuire ad accrescere la competitività delle aziende interessate: si punterà soprattutto sulle imprese capaci di fare filiera (dunque di guidare anche tanti piccoli imprenditori che fanno rete, per esempio nell’industria agroalimentare, e che potranno così ricevere benefici) e fortemente orientate all’internazionalizzazione, e si daranno risposte concrete al sistema produttivo sardo, potenziandolo per favorire l’occupazione. I settori prioritari di intervento saranno agroindustria, turismo, energia sostenibile, logistica e trasporti, biomateriali. I finanziamenti dovranno essere restituiti a tassi di mercato in tempi molto lunghi, fino a dieci anni, e saranno integrati da cofinanziamenti di mercato.

«Questi nuovi strumenti consentiranno alle imprese piccole e medie di raccogliere nuove risorse finanziarie, diversificando così le proprie fonti di finanziamento a titolo di debito – spiega l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. Con l’assessorato dell’Industria stiamo anche lavorando ad un nuovo strumento per favorire le start up tecnologiche: iniziative che, insieme all’azzeramento dell’Irap per le nuove imprese e al taglio permanente del 25% per le altre che garantisce l’imposta più bassa d’Italia, rientrano nella politica di forte rilancio delle imprese messa in atto da questa Giunta.»

Secondo il presidente della Sfirs, Antonio Tilocca «riuscire a finanziarsi in modo alternativo può ridurre i rischi tipici di quando si dipende troppo dal modo tradizionale di ottenere capitale, legato dunque alle banche, e in più consente alle imprese di accedere direttamente al mercato nazionale e internazionale fino ad oggi era irraggiungibile per chi non era quotato in borsa. È anche possibile ottenere importanti agevolazioni – sottolinea Tilocca – che rendono le piccole società non quotate del tutto simili, in termini di vantaggi legali e fiscali, alle grandi aziende che emettono titoli quotati».

Per il direttore del Centro regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu «questo è il momento di smettere di stare in difesa e scommettere invece sull’espansione puntando su quei settori che possono far ripartire l’economia. In Italia l’indebitamento delle imprese è ancora troppo legato al mutuo bancario, siamo al 65% contro il 30% dell’Inghilterra: certo il mutuo bancario non è sostituibile ma di sicuro affiancabile da un sistema alternativo. La Commissione europea ci sta chiedendo di potenziare gli strumenti di ingegneria finanziaria – conclude Cadeddu – e la Sardegna da tempo si sta muovendo in questa direzione».

Obiettivo del Fondo per la patrimonializzazione delle imprese è aumentare il livello di capitalizzazione delle imprese, con interventi a sostegno dei piani di sviluppo aziendale presentati da società di capitali, anche costituite sotto forma di cooperative. L’entità degli interventi del Fondo non potrà essere inferiore a 100.000 euro e superiore a 2.500.000. Il FIPI potrà coprire fino al 70 per cento degli investimenti, il resto andrà finanziato da soggetti privati. Gli strumenti finanziari utilizzati dal FIPI sono il leasing di azioni o quote, il prestito partecipativo e l’acquisto di azioni o quote sociali. Gli interventi sono destinati a imprese sane, dal punto di vista operativo ed economico, caratterizzate da interventi di riorganizzazione e sviluppo, dotate di un piano di sviluppo aziendale analitico. Gli investimenti avranno una durata non inferiore a tre anni e non superiore ai dieci.

I minibond sono strumenti obbligazionari e titoli affini. Li emettono le piccole e medie imprese. L’articolo 32 del Decreto Crescita assicura specifici benefici finanziari e fiscali. L’obiettivo che si pone la SFIRS è accompagnare almeno 15 imprese di eccellenza con sede operativa in Sardegna con l’emissione dei nuovi strumenti alternativi al credito ordinario. 18 milioni di euro è l’impegno previsto del Fondo regionale di garanzia, 23 milioni la nuova finanza da immettere nel tessuto imprenditoriale sardo entro il 31 dicembre 2015.

Le cambiali finanziarie sono uno strumento di raccolta che consente alle piccole e medie imprese di finanziarsi a breve termine direttamente sul mercato, a costi più contenuti rispetto a quelli legati al credito bancario, con titoli immediatamente esecutivi per gli investitori. Tecnicamente, le cambiali finanziarie sono titoli di credito all’ordine, emessi in serie ed aventi scadenza non inferiore a 1 mese e non superiore a 36 mesi dalla data di emissione, e soprattutto prevedono la presenza di uno sponsor.

L’ultimo strumento messo a punto è il rimborso delle obbligazioni alla scadenza può avvenire, a discrezione del sottoscrittore, attraverso la consegna di quote del capitale della società emittente.

«Con i minibond e le altre misure – sottolinea il vicepresidente della Regione – migliora anche la struttura finanziaria della piccola e media impresa rispetto alle scadenze: parliamo di strumenti finanziari di medio-lungo periodo, la cui emissione può generare un effetto stabilità nel credito dell’impresa, dovuto all’allungamento della durata media delle sue fonti di finanziamento. Di conseguenza – conclude Paci – migliora anche il rating dell’impresa, il che rende meno costoso accedere anche al credito bancario tradizionale.»

Clamorosa azione di protesta dei dipendenti del Consorzio di Bonifica del Basso Sulcis che stamane, per rivendicare il pagamento delle mensilità arretrate, hanno interrotto l’approvvigionamento idrico alle aziende agricole.

«Siamo stanchi di aspettare il pagamento degli stipendi, a breve matureremo il quinto – ha spiegato Gianluca Trastus, dipendente del Consorzio di bonifica nonché vicesindaco di Piscinas -. Dopo le tante promesse non mantenute abbiano deciso questa forma di protesta. Ci dispiace per gli agricoltori e comprendiamo i disagi che saranno costretti a subire, ma fino quando non avremo i nostri stipendi, non riprenderemo l’erogazione idrica.»

Venerdì i lavoratori hanno avuto un incontro con l’assessore regionale dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, nel corso del quale sarebbe maturata la possibilità del pagamento di uno degli stipendi arretrati ma il risultato non è ritenuto soddisfacente.

La protesta va avanti ormai da mesi. A fine settembre i lavoratori organizzarono un sit-in davanti alla sede del Consorzio, in Via Catania, a Carbonia, dove Gianluca Trastus mise in atto anche lo sciopero della fame. La protesta venne sospesa dopo che la Giunta regionale approvò una delibera contenente le disposizioni urgenti a favore del Consorzio di Bonifica del Basso Sulcis, con un’anticipazione del 90% dei contributi assegnati dalla Regione. A distanza di quasi sei mesi, la situazione è rimasta praticamente la stessa ed è ripartita la protesta, trasferita a Cagliari. Oggi la nuova azione che sicuramente avrà un seguito già nelle prossime ore.

La manifestazione di sei mesi fa a Carbonia.

IMG_6376IMG_6377 Gianluca Trastus.

E’ stato istituito questa mattina un tavolo Regione-Anas-Sindacati per monitorare le grandi opere e favorire l’occupazione dei lavoratori sardi. L’obiettivo è monitorare l’andamento dei cantieri delle grandi opere Anas in Sardegna e far dialogare imprese e sindacati per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e provare così a incidere sull’occupazione degli edili in Sardegna. Si tratta di lavori che riguardano le principali strade della Sardegna, dalla 131 alla Sassari-Olbia fino alla 125 e alla 195, per fare gli esempi principali, per un importo di oltre un miliardo di euro e una durata dei lavori di circa tre anni.
All’incontro odierno erano presenti l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda; il capo Compartimento Anas in Sardegna, Valerio Mele; i rappresentanti della Feneal Uil Carlo Marras, Gianni Olla e Marco Foddai, della Filca Cisl Giovanni Matta, Marco Ambu, Alfredo Costa e della Fillea Cgil Enrico Cordeddu. La prima convocazione del tavolo è stata fissata per giovedì 9 aprile, alle 12.00, nella sala riunioni al primo piano della Torre in via Zara.«Si è sempre detto che le imprese che vincono i grandi appalti qui in Sardegna non dialogano con la Sardegna, ora invece per la prima volta mettiamo in piedi un tavolo che fa incontrare Imprese, Anas, assessorati dei Lavori pubblici e del Lavoro, Sindacati – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda -. In questo modo verifichiamo se creando maggiore coesione, anche istituzionale, i vantaggi complessivi, generali di questi lavori possano diventare più visibili e più concreti. Non è facile prevedere quanti posti di lavoro possa favorire questa operazione, ma siamo ottimisti perché per la prima volta le imprese vincitrici incontreranno il mondo della Sardegna che non conoscono e assisteremo a un confronto fra parti. Ci auguriamo – ha concluso l’assessore dei Lavori pubblici – che dal dialogo emerga tutto ciò che di buono può venire dalla realizzazione di queste grandi opere.»

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L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, in collaborazione con la Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) rilancia il progetto “Informa Cancro”, coordinato dalla dottoressa Maria Teresa Ionta, responsabile della Struttura semplice dipartimentale di DH Oncologico, è alla quarta edizione e ha avuto l’autorizzazione anche dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, del Ministero degli Interni, che ha assegnato all’Aou di Cagliari (unica sede in Sardegna) ben 3 volontari da dedicare allo sportello informativo e all’accoglienza.

«Il volontario del Servizio Civile che dedica il proprio tempo all’aiuto dei malati di tumore – dice il direttore Sanitario dell’Aou di Cagliari, Oliviero Rinaldi – compie un atto nobile e generoso per la collettività. Si tratta di un vero Servizio Civile.»

 Il progetto si prefigge di migliorare la conoscenza e la consapevolezza della dimensione familiare, sociale e sanitaria del cancro da parte dei giovani italiani, superando l’isolamento e la discriminazione dei malati oncologici vittime dello stigma negativo del cancro come malattia inguaribile e incurabile sia in ambiente sociale che lavorativo, con la creazione di un’adeguata formazione civica, sociale, culturale e professionale dei volontari in merito alle esigenze di informazioni mirate e accoglienza dei malati di cancro e delle loro famiglie.

Il compito dei volontari del servizio civile sarà quello di ascolto e di accoglienza dei malati oncologici e di chi sta loro vicino fornendo un’informazione che sia il più possibile mirata e personalizzata sulla malattia, i trattamenti e i loro effetti collaterali, l’accesso ai benefici previsti dalle leggi in campo lavorativo, previdenziale e assistenziale. Saranno affiancati da una equipe interdisciplinare composta da Oncologi, Psicologi e Assistenti Sociali, già in forze alla Aou di Cagliari e offriranno alle persone malate, ai loro familiari o amici l’opportunità di essere ascoltati e di esprimere eventuali bisogni di sostegno e/o di assistenza.

Il termine per la presentazione delle domande scade alle ore 14.00 del 16 aprile 2015.

Per ulteriori approfondimenti  e richieste di informazioni, i giovani  interessati, in età compresa tra 18 e 29 anni, possono scaricare il bando e i documenti allegati visitando la sezione apposita sul sito FAVO: http://favo.it/servizio-civile.html