29 November, 2024
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Giovedì 26 marzo la sala riunioni del centro direzionale di Via Isonzo, a Iglesias, ospiterà il primo incontro con gli operatori per la costituzione di un Consorzio Turistico.

L’Amministrazione comunale guidata da Emilio Gariazzo intende gettare le basi per valorizzare al meglio la città e il territorio, nella convinzione che, per incrementare lo sviluppo economico e sociale del territorio comunale, il turismo rappresenti una fonte da sostenere e da attivare.

Lo sviluppo turistico è sempre frutto di una programmazione seria e anche a Iglesias, l’Amministrazione comunale ritiene che occorra passare da un approccio contingente ad un approccio strategico, per realizzare una programmazione condivisa fra tutti gli attori che operano nel settore turistico, con la creazione di una rete tra istituzioni e imprenditori operanti nel settore turistico che sia in grado di parlare con un’unica voce.

Il calendario di giovedì 26 marzo prevede, alle ore 16.30, l’incontro con gli operatori di pubblici esercizi (strutture ricettive, ristoranti, pizzerie, pub, bar), e alle ore 18.00 quello con gli operatori dei servizi turistici (agenzie viaggio, guide turistiche, ecc.).

Centro direzionale IglesiasIl Pan di Zucchero.

Consiglio regionale 42 copia

Tempi lunghi per il dibattito sul disegno di legge n. 130 “Norme per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia e per il miglioramento del patrimonio edilizio”, con distanze sempre molto marcate tra maggioranza ed opposizione.

La seduta di questo pomeriggio si è aperta con la discussione generale dell’art. 3 e dei relativi emendamenti.

Il primo ad intervenire è stato il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi che ha osservato come l’articolo ricalca integralmente il testo nazionale, ed appare criticabile, a suo avviso, «la collocazione della parte sanzionatoria all’inizio dell’articolato mentre generalmente si mette alla fine». «Più in generale – ha aggiunto – anche in questo caso si confondono le norme urbanistiche con quelle edilizie seguendo una logica a spezzatino il contrario di ciò di cui la Sardegna ha bisogno».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha tenuto a sottolineare «un passaggio che merita grande attenzione perché si parla della sanzioni e della vigilanza sui cantieri, però si prevede sulla scorta della legge nazionale una ordinanza del sindaco per il sequestro delle opere ritenute abusive mentre sarebbe stato meglio lasciare questa responsabilità in capo agli uffici tecnici per non caricare i sindaci di compiti impropri».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che, «appena arrivati alle questioni di merito emergono i primi problemi concreti e di confusione normativa, con provvedimenti di natura omogenea per cui si utilizzano quattro termini diversi». La prima cosa da fare, ha avvertito Cossa, «è individuare bene sia i provvedimenti che i responsabili, superando il dualismo di competenze fra sindaco che emette l’ordinanza di demolizione e quella del responsabile tecnico che sulla stessa materia ha una facoltà ma non un obbligo, altrimenti non facciamo altro che alimentare il lavoro degli uffici giudiziari».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha affermato che in primo luogo questa norma doveva essere alla fine come si fa di consueto e comunque è una specie di mostro con molte teste con un organismo formato da un mix di passaggi lapalissiani e molte lacune, anche rispetto alla normativa nazionale cui fa riferimento. C’è poi poca chiarezza, ha lamentato il consigliere, «a proposito della separazione fra compiti di indirizzo che spettano all’organo politico e di gestione di competenza dei dirigenti; a fronte di questo quadro demolizione e sequestro non possono spettare al sindaco ma vanno attribuiti al dirigente».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha ricordato che, fin dall’inizio, era facile prevedere che «questa legge sarebbe stata un parto difficile, una sorta di parto podalico perché in qualche modo si comincia dalla fine; non si può pensare ad un impianto sanzionatorio senza inserire prima un dettato normativo che chiarisca cosa è consentito e cosa è vietato, questo è ciò che si aspetta il cittadino comune che non va intimorito».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che «il pericolo di moltiplicare le occasioni di contenzioso sicuramente c’è ma a questo rischio va aggiunto anche il rischio di eccessivo allungamento dei tempi, sembra che ci sia un’ansia di sanzionare il cittadino ad ogni costo, dimenticando che anche i messaggi che si rivolgono all’esterno hanno la loro importanza; bisogna fare uno sforzo comune per migliorare alcune parti del testo e rilanciare il principio di leale collaborazione fra pubblica amministrazione e cittadini».

Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha richiamato l’attenzione dell’Aula sulle dichiarazioni del consigliere Lotto, che si è chiesto perché il Consiglio perde tempo ad esaminare disposizioni per certi aspetti marginali. «Sarebbe meglio chiedersi – ha sostenuto – perché sono stati presi pezzi del testo unico sull’edilizia e della legge regionale 23/85, in qualche caso anche datati, per inserirli nel testo; così non si aiutano le amministrazioni locali che dovranno applicare la norma nelle loro relazioni con gli utenti, la soluzione migliore sarebbe stata quella di il testo unico con un solo articolo, altrimenti ogni volta che cambia il testo unico dobbiamo tornare in Aula per recepire le modifiche e questa sì che sarebbe una perdita di tempo».

Il consigliere Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto fra l’altro che «stiamo entrando in media res ma prima di parlare di sanzioni dovremmo riflettere sul perché prevediamo le sanzioni, seguendo un atteggiamento che appare come il frutto di un pregiudizio culturale negativo da associare necessariamente all’urbanistica; le sanzioni, invece, devono essere accuratamente ponderate così come vanno attentamente valutate le acquisizioni al patrimonio comunale di beni e manufatti».

Dopo l’on. Dedoni ha preso poi la parola l’on. Efisio Arbau (SV), che ha detto: «L’attività sanzionatoria è seria e utile, anche per gli operatori del diritto. Quindi questa norma è indubbiamente quel che serve. E’ interessante, però, parlare della sanatoria giurisprudenziale, un istituto che pone in netta difficoltà i nostri Comuni: dobbiamo uscire dall’idea vecchia del cittadino contrapposto all’istituzione, evitando ai Comuni ordinanze di demolizione che poi la magistratura consente di ricostruire. Su questi argomenti sostanziali dovremmo confrontarci e lo dico costruttivamente anche alla maggioranza».

Ha poi preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), secondo cui «i cittadini sardi non sono controparte della Regione e il criterio delle sanzioni va rivisto nel senso di aprire a favore dei cittadini. E’ in nome loro che governiamo». L’oratore si è espresso anche contro l’approvazione dell’Imu agricola e ha chiesto al Consiglio e al presidente della Regione di ricorrere alla Corte costituzionale.

Per l’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) «questa norma rischia di alimentare ulteriormente l’incertezza su un sistema normativo frammentato e stratificato, difficile da coordinare anche per gli stessi operatori. E’ chiaro che tutto questo riduce anche la civiltà di queste norme. Avete cercato di fare una sorta di collage prendendo un po’ dalla legge 23, un po’ dalla legge 380 con qualche elemento di fantasia aggiunto da voi».

Per la replica ha chiesto di parlare l’assessore Cristiano Erriu, che ha detto: «Questo articolo è materia di diritto applicato e di giurisprudenza. L’approfondimento di questa discussione in Consiglio lo testimonia. Il centrodestra ha fortemente criticato questo articolo e io che ho fatto il sindaco so bene quali limiti abbia l’amministrazione comunale in questi casi. E quante responsabilità i sindaci vorrebbero evitare. Ecco, questo articolo va proprio nella direzione di introdurre maggiori elementi di certezza del diritto, a vantaggio dei cittadini».

Sull’emendamento 247 (soppressivo dell’intero articolo 3) ha preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) per chiedere che si faccia «chiarezza su chi è chiamato a dire che un cantiere è abusivo o meno. Un conto è agire su mandato della procura, un altro su impulso di un dirigente o di un vigile urbano».

L’on. Mario Floris ha chiesto alla Giunta di «ritirare questo articolo, che ha soltanto il sapore punitivo e per nulla preventivo. E se non passa questo articolo ci sono comunque norme che sopravvivo e tutelano la collettività in caso di abusi. A noi di quello che fa lo Stato non ci importa: abbiamo bisogno di norme sarde che vadano bene per la Sardegna». Anche l’on. Cossa (Riformatori) si è detto a favore dell’emendamento  soppressivo e ricordando l’intervento dell’on. Arbau e del collega Pittalis ha aggiunto: «Stiamo ad andando ad aumentare soltanto il lavoro dei magistrati».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) “questa norma è ben fatta e chiara” mentre l’on. Locci (Forza Italia) ha difeso l’emendamento soppressivo: «Dov’è la contingibilità e urgenza in tutto questo? Avete inventato un modo per scaricare la responsabilità dei dirigenti e attribuirla ai sindaci. E’ chiaro che si tratta di norme aggiunte: se il dirigente se la sente deve poter sospendere i lavori e contestualmente sequestrare il cantiere».

Per l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia) «ci sono tutte le possibilità di modificare questo testo nel senso degli interessi del popolo sardo e non della burocrazia».

Anche l’on. Alessandra Zedda (Forza Italia) non si è detta soddisfatta dalla replica dell’assessore Erriu: «Anche noi abbiamo passione nell’esercitare il nostro ruolo e non rinuncio ad esercitare la competenza legislativa primaria del Consiglio regionale in materia urbanistica». 

Dello stesso tenore anche l’intervento dell’on. Rubiu (Udc): «Se anche cancelliamo questa norma restano in piedi le norme che reprimono le violazioni della materia urbanistica». Per l’on. Dedoni (Riformatori) «non è chiaro quale fosse l’obiettivo del legislatore che ha costruito questa proposta».

Favorevole anche l’on. Stefano Tunis (Forza Italia): «La Giunta sta maturando la convinzione che questo testo può essere migliorato. A noi non interesse portare a casa il valore di questo emendamento, magari approvato a voto segreto. Il fatto è che questa legge non vogliamo farvela approvare perché non ha nulla di buono. Ecco perché dovreste eliminare questo apparato sanzionatorio».

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Luigi Ruggeri (Pd), che ha detto: «Vengo dall’esperienza di sindaco nella città più martoriata dagli abusivi edilizi, ovvero Quartu. E difendo questa norma».

Per l’on. Pittalis (Forza Italia) è chiaro che «i controlli preventivi sono molto più importanti delle vostre sanzioni contenute nell’articolo 3». Anche l’on. Alberto Randazzo (Forza Italia) si è detto contrario «a dare ai sindaci responsabilità che non devono appartenere ai sindaci. Che siano i dirigenti ad assumersi sino in fondo le loro responsabilità».

Sul tema delle competenze dei sindaci, il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha detto: «Nessuno li vuole perseguitare, non scherziamo».

Messo in votazione, l’emendamento 247 è stato respinto.

L’on. Antonio Solinas, presidente della commissione Quarta, è intervenuto per rettificare alcuni pareri della commissione e ha chiesto all’Aula di eliminare ogni ambito di discrezionalità a favore dei dirigenti comunali sul fronte della sospensione e del sequestro del cantiere dove è stato realizzato l’abuso.

Sull’emendamento 203 è intervenuto per Forza Italia l’on. Marco Tedde, che ha chiesto la soppressione del punto 1 del comma 1 dell’articolo 3. Si è associato l’on. Oscar Cherchi (Forza Italia) e a seguire l’on. Stefano Tunis: «Questa figura di sindaco sceriffo è frequente nelle vostre norme ed è ben studiato dalla psicoanalisi freudiana come l’emblema di un percorso adolescenziale non compiuto». L’on. Mario Floris è tornato sul concetto di “inizio dei lavori”: «Da quando decorre l’inizio dei lavori? Dobbiamo mettere un punto fermo su questa problematica».

Anche per l’on. Crisponi (Riformatori) «il pasticcio viene fuori con tutta la sua evidenza ed è il pasticcio di un sindaco che è anche censore e sceriffo e che deve procedere anche se non sa chi ha accertato l’ipotesi di violazione urbanistica». Favorevoli anche l’on. Locci e Pittalis (Forza Italia): «Così come formula,to il primo comma pone problemi, visto che insistete solo nel rafforzare la tutela sanzionatoria».

Sull’ordine dei lavori l’on. Cossa (Riformatori) ha chiesto notizie in ordine all’approfondimento annunciato sull’articolo dal capogruppo del Pd.

Anche l’emendamento 203 è stato respinto dall’Aula.

Il presidente del Consiglio, Ganau, ha quindi annunciato la votazione dell’emendamento n. 204 (Oscar Cherchi e più) che propone la soppressione del punto 2, al comma 1 dell’articolo 3 (Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l’esecuzione di interventi in assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, ingiunge al proprietario e al responsabile dell’abuso la sospensione dei lavori, la rimozione o la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi e, nel caso di mutamento di destinazione d’uso, il ripristino della destinazione originaria legittimamente autorizzata, indicando nel provvedimento l’area che viene acquisita di diritto, ai sensi del comma 4).

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, ha dichiarato il voto a favore dell’emendamento ed ha rimarcato la necessità di specificare in legge quale sia e a quale servizio appartenga il dirigente a cui sono attribuite competenze e responsabilità.

Assunta la presidenza dell’Aula, il vice presidente Eugenio Lai, ha concesso la parola al consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, che ha rimarcato l’opportunità di specificare l’ufficio al quale appartiene il dirigente a cui fa riferimento il punto 2 comma 1 dell’articolo 3.

Marco Tedde (Fi) ha ribadito che le procedure e la responsabilità delle eventuali demolizioni deve essere esercitata da chi “con chiarezza” è indicato nel provvedimento.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha posto dubbi sulla correlazione tra quanto disposto dal comma 1 e da quanto stabilito dal comma 2. L’esponente della minoranza ha quindi sottolineato che tra le azioni è prevista l’acquisizione dell’area e non quella del manufatto eventualmente realizzato in difformità dalle leggi e dalle norme.

Il presidente di turno, Eugenio Lai, non essendoci iscritti a parlare ha posto in votazione l’emendamento 204 che non è stato approvato con 19 favorevoli e 29 contrari. Il presidente dell’assemblea ha quindi annunciato la votazione dell’emendamento n. 94 (Pier Mario Manca e più) e 250 (Locci e più) che propongono entrambi di sopprimere al comma 2 dell’articolo 3 (Entro quindici giorni dalla notifica della sospensione il dirigente o il responsabile dell’ufficio, su ordinanza del sindaco, può procedere al sequestro del cantiere. Nell’ipotesi di accertata prosecuzione dei lavori in violazione della sospensione, è disposta la demolizione immediata delle opere abusive) le parole “su ordinanza del sindaco”.

Il capo gruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato che la probabile approvazione dell’emendamento, nell’escludere le funzioni del sindaco, rende ancor più evidente la necessitò di indicare con chiarezza in legge a quale dirigente debbano essere attribuite le funzioni e compiti stabiliti nell’articolato.

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, ha sottolineato la rilevanza del problema evidenziato dal suo collega Pittalis e ha rimarcato l’assenza di una “fase dialettica” tra il presunto colpevole di abuso e l’avvio dell’iter delle demolizioni.

Il consigliere Pier Mario Manca (Soberania e Indipendentzia), primo firmatario dell’emendamento 94, ha dichiarato il voto a favore ed ha ribadito l’opportunità, nei casi in cui non è necessaria di escludere l’ordinanza del sindaco anche per contribuire ad eliminare le tensioni crescenti in capo ai sindaci.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna-Uds) ha evidenziato la riproposizione del problema inerente le responsabilità della politica e quella in capo alle burocrazie delle pubbliche amministrazioni. Spostare le responsabilità dai sindaci ai dirigenti, a giudizio di Floris, rappresenta una profonda trasformazione della legge regionale 23 del 1985. L’esponente della minoranza ha inoltre denunciato che non appare chiaro nel testo in discussione in capo a chi sono le demolizioni fino ad oggi in capo alla Regione.

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha escluso fraintendimenti in ordine alle funzioni e all’individuazione del dirigente a cui stanno in capo le responsabilità indicate in legge ed ha ribadito che sia la maggioranza che l’opposizione propone l’eliminazione dell’ordinanza del sindaco. Il consigliere della minoranza ha quidni preannunciato un emendamento al punto 12 che coinvolge anche il Corpo Forestale nelle attività di vigilanza e controllo della Regione.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha sostenuto la posizione espressa dal capogruppo Pittalis ed ha dichiarato di condividere l’emendamento orale proposto dal presidente della IV commissione Antonio Solinas che prevede di sostituire i termini “procede al sequestro” con le parole “può procedere al sequestro”.

Il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino, ha ribadito le richieste avanzate dal capogruppo Pittalis, mentre il collega di gruppo Stefano Tunis, ha invitato la maggioranza ad approfondire il tema ed ha denunciato che la norma risulta inapplicabile nella maggior parte dei Comuni dell’Isola, constatato l’assenza di dirigenti che caratterizza gli organici degli Enti locali.

E’ poi intervenuto Luigi Crisponi (Riformatori) che ha ribadito la necessità di definire meglio l’attribuzione dei poteri di accertamento delle violazioni urbanistiche. «Non si può fare con la presentazione di un semplice emendamento, serve una riflessione più ampia».

Secondo Roberto Deriu (Pd) andrebbe risolto il problema fondamentale sull’attribuzione delle competenze . «C’è imbarazzo nell’attribuirle ai primi cittadini – ha detto Deriu – ma bisogna dire che verranno date responsabilità pesantissime in capo ai dirigenti». Deriu ha poi affermato che in ogni caso i sindaci non saranno sollevati del problema: «Non c’è atto dei comuni che non venga ricondotto in capo al sindaco. Separare le responsabilità in modo incerto può portare a risultati mostruosi. La responsabilità politica rimarrà, comunque, in capo ai primi cittadini».

Il vicepresidente Lai ha quindi posto in votazione l’emendamento 94, uguale al 150, che è stato approvato dall’Aula.

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale n.250.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha sottolineato il fatto che la legge non chiarisce  chi deve effettuare un sequestro. «Se questo aspetto non viene definito nessuno se ne assumerà la responsabilità. Sarebbe opportuno fermarsi a riflettere e presentare un emendamento di sintesi».

Michele Cossa (Riformatori) ha  sollecitato u miglior coordinamento tra i diversi commi dell’articolo 3.

Antonio Solinas (Pd) in risposta al collega Fasolino ha difeso l’impianto della norma: «La responsabilità sull’accertamento delle violazioni urbanistiche va attribuita al dirigente o al responsabile del competente ufficio comunale».

Un chiarimento che non ha convinto Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha ribadito la richiesta di cancellare l’articolo 3. «Chi deve interpretare la norma non verrà a chiedere spiegazioni in Consiglio. Servono norme semplici: meglio fermarsi a riflettere»

Anche per Pietro Pittalis «non c’è chiarezza tra i punti 3 e 4 del comma 1, l’articolo uno va riscritto».

Salvatore Demontis (Pd) ha invece difeso la norma: «Se le competenze non sono del sindaco è evidente che sono dei dirigenti – ha detto – in assenza di un dirigente, il Testo Unico degli Enti Locali assegna i poteri gestionali al responsabile del servizio. Si può discutere sull’opportunità di assegnare responsabilità troppo grandi a chi non ha una qualifica, ma non esistono dubbi sull’attribuzione delle competenze».

Il vicepresidente Lai ha quindi messo in votazione l’emendamento n. 205 che è stato respinto, a scrutinio elettronico palese, con 29 contrari e  19 a favore.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n.206, primo firmatario Oscar Cherchi (Forza Italia).

Il vicepresidente Lai ha dato la parola a Michele Cossa (Riformatori) che si è soffermato sul punto 4 del comma 1 dell’articolo 3 nel quale si stabilisce che le opere realizzate abusivamente vengono acquisite di diritto al patrimonio del Comune. «E’ una norma che potrebbe dar adito a questioni infinite perché non è chiara».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito che le disposizioni dell’articolo 3 dell’articolo 4  non sono coniugabili. «Se venisse fuori dall’Aula questo articolato sarebbe difficilmente applicabile».

Dello stesso tenore l’intervento di Oscar Cherchi (Forza Italia): «Chi ha scritto questa norma ha creato confusione. Non si capisce a chi è venuta l’idea di scrivere che, nel caso di abusi, l’area acquisita dai comuni non può essere superiore a 10 volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita. E’ una follia: se un’opera è abusiva va acquisita per intero».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha definito grottesco il contenuto del punto 4. «Ma quale può essere il livello di punizione inflitto a chi ha compiuto un abuso a causa di norme poco chiare? E’ una violenza ai danni dei cittadini. fermatevi e riflettete».

Il presidente Ganau, tornato sul banco della presidenza, ha quindi dato la parola a Ignazio Locci (Forza Italia) secondo il quale «si sta tentando di disciplinare due fasi diverse la prevenzione e la sanzione dell’abuso edilizio. Mettere insieme in un singolo articolo questi due passaggi rischia di creare confusione».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha definito “un esproprio proletario” la previsione del punto 4 del comma 1. «Non è sufficiente acquisire il manufatto abusivo, si prevede una sanzione che incamera nel patrimonio comunale anche opere analoghe a quelle abusive. E’ una visione poliziesca prevedere di sequestrare aree dove potrebbero realizzarsi opere abusive. E’ il momento di fermarsi, l’articolo va riscritto».

Mario Floris (Uds) rivolgendosi al presidente Gianfranco Ganau ha affermato: «Si discute una materia sensibilissima. Nessuno sa spiegare che cosa ha scritto. Assessore e maggioranza devono rispondere alle domande della minoranza. Il testo contiene cose inaudite, è un pastrocchio. Chiedo la cortesia di avere delle spiegazioni quando queste vengono richieste».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n.206 che è stato respinto dall’Aula con 29 voti contrari e a 18 favore.

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei riformatori Attilio Dedoni che ha ricordato al presidente di aver depositato un ordine del giorno sull’Imu agricola per chiedere l’impugnazione del decreto del Governo da parte della Giunta. Il presidente Ganau ha chiarito che l’ordine del giorno è all’attenzione del Consiglio e domani sarà la conferenza dei capigruppo a decidere se metterlo in discussione. Gianfranco Ganau ha quindi chiuso la seduta e aggiornato i lavori dell’Aula a domani mattina, alle 10.30. 

 

   

Masua.

Il comune di Iglesias esclude che la spiaggia di Masua possa essere chiusa per l’inizio dell’estate. In una nota, l’Amministrazione comunale spiega che «gli accordi con l’impresa prevedono che i lavori per la sistemazione della strada si concluderanno entro il mese di aprile» e che «se le condizioni meteo lo consentiranno, subito dopo inizieranno anche i lavori di sistemazione dell’approdo che dovrebbero concludersi entro il mese di maggio. In questo caso l’impresa godrà del premio di accelerazione per aver concluso i lavori prima del previsto. Se ciò non sarà possibile, ovvero che i lavori non si potranno concludere prima dell’inizio della stagione balneare, gli stessi saranno interrotti e ripresi nel mese di ottobre».

Già per questa stagione la strada di accesso alla spiaggia sarà riqualificata con importanti ricadute soprattutto in termini di sicurezza e soccorso.

I lavori di valorizzazione dell’approdo minerario di Masua – nei programmi dell’Amministrazione comunale di Iglesias – permetteranno il recupero dell’opera marittima, oltre alla ristrutturazione delle strade di accesso. Il progetto fa parte del Piano Sulcis e prevede un investimento di 400mila euro.

Gualtiero Marchesi è diventato Ambassador di Expo Milano 2015. Il famoso chef milanese, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, entra così a far parte della grande famiglia dell’Esposizione Universale: le sue creazioni culinarie daranno un tocco di classe e qualità ad un evento che fa dell’alimentazione sana e consapevole il suo punto di forza.

In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, Marchesi dimostra di credere fermamente in questa straordinaria avventura: «Expo è una grande occasione per dimostrare quello che possiamo fare. Sottolineo ‘possiamo’, perché basta che questo Paese lo voglia ed è capace di superare qualsiasi ostacolo. Solo così ritroveremo l’Italia che si fa rispettare».

Ed è significativo il prodotto scelto dal Maestro per rappresentare la sua cucina: «Io amo il grano e lo scelgo come emblema, perché appartiene alla prima grande rivoluzione umana, quella neolitica – dopo, ben inteso, l’essere scesi dagli alberi. I greci usavano una bellissima metafora, chiamando gli uomini: mangiatori di pane, il contrario di bruti. Anche se furono gli arabi a inventare i maccheroni, prima del Mille, a Palermo, la pasta è l’ingrediente che più ci caratterizza».

A Dolianova, all’interno del caseificio Argiolas formaggi, è nato il Museo del formaggio. Si tratta di un percorso in cui si colgono la storia, le tradizioni e la genuinità unite all’innovazione. Degustazione conclusiva con i vini locali. Inaugurato a fine 2014, ha già riscosso gli apprezzamenti di tanti visitatori. Il Museo del formaggio ha un compito preciso: conservare e tramandare reperti e tradizioni legate alla produzione del formaggio. Il Museo  offre una spaccato del mondo agropastorale del passato, con un viaggio semplice ma significativo nel mondo delle antiche tradizioni casearie sarde, raccontate attraverso gli strumenti di lavorazione e produzione del formaggio. Inoltre, la struttura offre l’opportunità ai visitatori di approfondire lo stretto legame tra le antiche tradizioni e la produzione casearia moderna sia alla base del successo del formaggio sardo in tutto il mondo.

Al Museo si possono vedere attrezzi e utensili usati in passato nei caseifici o dai pastori per la lavorazione del latte e produzione del formaggio, tra tutti su caddaxiu, i calderoni in rame utilizzati per la coagulazione del latte o su murigu, strumento in legno utilizzato per rompere la cagliata. Un viaggio particolare, in compagnia di una guida aziendale, che permette la comprensione dell’evoluzione nel tempo dei materiali e delle fasi di lavorazione e produzione del formaggio.

Argiolas formaggi, oltre alle esposizioni del Museo del formaggio, prevede per gli ospiti un pacchetto che comprende anche la visita al caseificio. Un percorso che porta i visitatori a scoprire i  macchinari e le moderne  tecniche di produzione del formaggio, dalla produzione alla spedizione, passando per la fase della salatura fino a quella della stagionatura. Inoltre, sarà possibile visitare le sale dove viene prodotta la ricotta, che viene ancora raccolta a mano nel rispetto della tradizione sarda.

Sono visitabili anche i numerosi laboratori all’avanguardia. Da quello inerente la caseificazione, per imparare a fare il formaggio con le proprie mani, fino al laboratorio del gusto dove agli ospiti vengono presentate alcune tecniche di analisi olfattivo sensoriali dei formaggi e i giusti abbinamenti con altri prodotti tipici sardi o da una degustazione di formaggi unita a un buon bicchiere di vino.

Il Crogiuolo presenta domani a Cagliari, all’Arco Studio di via Portoscalas 17, Amianto, un racconto in musica liberamente tratto dal romanzo di Alberto Prunetti edito da Alegre, con Felice Montervino (voce narrante) e Alessandro Muroni (pianoforte e voce).

«Non è un noir e nemmeno c’è giustizia, per le vittime dell’amianto e del profitto. Più facile far pagare alla collettività, attraverso un obolo sulla reversibilità Inps a vedove e orfani, che ai colpevoli. …un libro che fa arrabbiare, e questo si capisce. Ma fa anche ridere. Perché, spiega Prunetti, lui nel raccontare onora il testamento del babbo Renato, tubista e saldatore, che con i calli aveva ereditato la grande arma della dissacrazione, quell’umorismo spontaneo che in una battuta fa ribaltare il mondo. Insomma, ti aspetti vittime e trovi supereroi, operai che da tutta Italia, Taranto, Sardegna, Veneto, portano una prospettiva dissacrante, mettono in discussione tutto…»

Amianto è la storia di Renato, un operaio cresciuto nel dopoguerra che ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Un lavoratore che scioglieva elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che ha lavorato duramente e respirato per anni le polveri dei metalli più nocivi. Amianto è un racconto nella memoria tra le acciaierie, le raffinerie e gli stabilimenti di tutta l’Italia, tra i ricordi d’infanzia e la vita dimenticata di provincia. Un racconto popolare con cavi elettrici impazziti e sarcastici aneddoti dal mondo operaio, ma anche un’inchiesta che riapre una ferita sociale, ancora dolorosa che reclama attenzione.

Locandina AMIANTO

Il capogruppo regionale di Udc – Area Popolare, Gianluigi Rubiu, rivolge un appello alla Giunta regionale perché impugni subito il decreto sull’introduzione dell’Imu sui terreni agricoli stato approvato dalla Camera. Il provvedimento – secondo Rubiu – alimenta tensioni e contrasti anche in Sardegna, che sul rilancio del mondo delle campagne ha riposto uno dei cardini principali per lo sviluppo e rischia di portare ad una fuga dei giovani dalla terra, visti i costi sempre più alti per tenere in piedi le aziende.

«Ecco perché occorre che la Regione ricorra entro 24 ore alla Corte Costituzionale – sottolinea Gianluigi Rubiu – per impugnare una legge illegittima per l’Isola. Si tratta di un provvedimento che va contro l’ordinamento costituzionale, in quanto l’agricoltura è uno dei comparti fondamentali per lo statuto sardo. E’ intollerabile che il Governo possa calpestare le nostre prerogative costituzionali, riconosciute con la carta statutaria, tassando le terre della Sardegna che costituiscono il perno per il rilancio del settore agroalimentare. Si tenga poi conto che sinora è stato riconosciuto al comparto il regime di fiscalità speciale, proprio per il rilievo assunto dal mondo delle campagne. Senza una mobilitazione – conclude Rubiu – centinaia di aziende saranno destinate a scomparire, con una desertificazione agraria dagli esiti catastrofici per la nostra economia. Ecco perché la Regione non deve esitare a iniziare una battaglia durissima verso un Governo che non riconosce le specificità della Sardegna.»

Gianluigi Rubiu 5 copia

Si è svolto oggi, a Carbonia, il primo degli appuntamenti organizzati per la “XI Settimana d’azione contro il razzismo”, a cui ha aderito il comune di Carbonia ha aderito con convinzione e determinazione. La “Settimana d’azione contro il razzismo”, in programma in tutta Italia dal 16 al 22 marzo 2015, è organizzata dall’Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

Stamane, presso l’Auditorium della Grande Miniera di Serbariu gli alunni che frequentano l’ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado (terza media) hanno assistito alla proiezione del film “Va Pensiero – storie ambulanti”, del Dagmawi Yimer, vincitore del premio della giuria dei ragazzi dell’ultima edizione del Mediterraneo Film Festival.

Al termine della proiezione i ragazzi hanno preso parte al dibattito sugli aspetti essenziali della lotta al razzismo, in tutte le sue molteplici forme.

L’iniziativa è stata organizzata dal comune di Carbonia, in collaborazione con la Società Umanitaria e il Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC).

I pazienti dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari (Policlinico Duilio Casula e ospedale San Giovanni di Dio) hanno da oggi tutte lo loro informazioni sanitarie nella tessera sanitaria. Prima in tutta la Sardegna l’Aou di Cagliari ha accelerato sul progetto del Fascicolo sanitario elettronico (Fse): sono attivi Ginecologia e Ostetricia, Oncologia, Medicina interna ed Emocoagulopatie, Medicina interna 2 hanno attiva la funzionalità che consente di inviare i documenti di ricovero ospedaliero (lettera di accettazione e verbale di dimissione )al Fse dei pazienti che hanno aperto il loro fascicolo. Dalla settimana prossima anche i verbali del Pronto Soccorso confluiranno nel FSE. A brevissimo toccherà al laboratorio di analisi che automaticamente inserirà il referto nel  fascicolo elettronico del paziente, che lo avrà dunque sempre a portata di mano consultando il portale web https://fse.sardegnasalute.it/ mediante la propria tessera sanitaria. Progressivamente, il servizio sarà esteso a tutti i servizi e i reparti dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari.

«Il progetto – ha detto il commissario straordinario dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino – è stato fortemente voluto dall’assessore Luigi Arru. La nostra azienda è impegnata nella missione di rendere la sanità sempre più vicina e a portata del cittadino.»

Per consultare i propri documenti sanitari basterà inserire la tessera nel mini lettore fornito gratuitamente dalla Regione. Gli specialisti ospedalieri, continuando ad utilizzare il software già utilizzato presso il proprio reparto, possono inviare automaticamente le lettere di accettazione e i verbali di dimissione ospedaliera al FSE dei pazienti, se questi l’hanno precedentemente aperto.

Municipio Carbonia 1 copia

La voce “morosità” riportata in molte bollette inviate da Abbanoa ai cittadini è frutto di un errore, lo comunica in una nota di chiarimento diffusa oggi, il comune di Carbonia.

«Sono pervenute molte segnalazioni da parte di cittadini di Carbonia che stanno ricevendo bollette inviate da Abbanoa al cui interno è indicata la voce “morosità” – si legge nella nota del comune di Carbonia. Il Comune ha immediatamente contattato Abbanoa che ha spiegato di essere incorsa in un errore e, quindi, ha garantito che già nelle prossime bollette il termine “morosità” non sarà indicato.»

«Pertanto – si legge ancora nella nota – si invitano i cittadini a non tener conto della voce “morosità” inserita nella bolletta attuale e attenersi al solo pagamento dell’importo relativo al consumo indicato.»

Nel sito www.abbanoa.it è presente un comunicato relativo all’argomento, che riportiamo integralmente.

Chiarimenti sulla voce “morosità” nelle bollette

Gentile Cliente, nello spazio bolletta dedicato alla morosità sono riportati anche i valori delle bollette in scadenza. Per un caso del tutto eccezionale, sono compresi anche i valori delle bollette dei cosiddetti conguagli regolatori. Nello scusarci per l’imprecisione, comunichiamo che abbiamo ritenuto di sospendere la notifica delle fatture dei conguagli ”partite pregresse’‘, che quindi non ha ricevuto, in attesa della decisione dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che nei prossimi giorni si pronuncerà sul rinvio della scadenza dei conguagli proposta da Abbanoa e dalla Regione Autonoma della Sardegna.

Non ci sono stati i tempi tecnici per modificare il software che ha generato la stampa delle ultime bollette. Per questo motivo, quindi, diverse fatture emesse nei primi mesi dell’anno indicano alla voce “morosità” anche gli importi dei conguagli. Per il futuro questa voce non sarà più compresa pertanto il problema dei conguagli è da questo punto di vista risolto.

Per quanto riguarda le fatture ordinarie, per maggiore chiarezza, poiché nella voce “morosità” sono comprese le fatture scadute e quelle in scadenza, la dicitura sarà modificata in “DA PAGARE” (fatture scadute e da scadere), già delle bollette di prossima emissione.