29 November, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Domani, martedì 17 marzo, alle ore 10.30 presso la sala conferenze stampa del Consiglio regionale, in Via Roma 25, verranno illustrati i contenuti della “Proposta di legge sull’Organizzazione e Funzionamento delle Compagnia dei Barracelli”, presentata dai consiglieri del Pd, primo firmatario Piero Comandini.

Si tratta di una proposta di legge destinata a consentire il superamento delle criticità esistenti nella vigente L.R. 15.07.1988 n. 25. Le modifiche e integrazioni proposte, accanto alla permanenza di talune norme originarie, sono finalizzate a sviluppare e strutturare in maniera articolata l’attività del Corpo attraverso i regolamenti comunali. 

Sempre domani, alle 11,30, si terrà conferenza stampa per l’illustrazione della proposta di legge 191 sull’istituzione del contributo regionale per l’ambiente e il paesaggio, presentata dalla consigliera regionale Anna Maria Busia, del Centro Democratico Sardegna Anna Maria Busia .

 

Maurizio Ollargiu.

Maurizio Ollargiu.

Una formazione del Carbonia 2014-2015.

Una formazione del Carbonia 2014-2015.

Sorride solo il Carbonia, tra le squadre sulcitane, nella nona giornata di ritorno del girone A del campionato di Promozione regionale.

La squadra di Maurizio Ollargiu ha confermato la crescita degli ultimi mesi, andando a vincere alla grande sul campo del Guspini, con il largo punteggio di 4 a 1, contro la squadra che solo sette giorni fa aveva espugnato lo stadio Monteponi di Iglesias. L’impresa assume un significato ancora più marcato se si c0nsidera che è stata centrata in rimonta, con una quaterna realizzata nel secondo tempo, con reti di Foddi, Loddo, Demontis e Marini. Questi tre punti consentono ai minerari di portare a 8 punti il margine sulla quota salvezza e di avvicinare e quasi agganciare con 27 punti, lo stesso Guspini e il Pula, travolto con l’identico punteggio di 4 a 1 a Siliqua, appaiate a quota 28 punti.

La giornata è stata nerissima per la Monteponi, travolto a Quartu dal Sant’Elena, anche in questo caso con il punteggio di 4 a 1. Subito un goal dopo un quarto d’ora, la Monteponi è stata capace di pareggiare in avvio di ripresa con Puddu ma alla distanza è crollata, subendo altri tre goal. Per la squadra rossoblù, a questo punto, è crisi, con il rischio concreto di non riuscire ad agganciare, dopo la vetta, neanche la quota play-off, ora lontana ben 4 punti. L’involuzione subita dalla squadra nel girone di ritorno è stata davvero notevole, se solo si pensa che la squadra ha virato a metà stagione al terzo posto, con 29 punti, a voli 3 punti dalla testa della classifica (occupata dalla coppia Kosmoto Monastir-Ferrini Cagliari), ed ora è quarta a ben 11 punti dalla capolista Kosmoto Monastir e a 10 dalla Ferrini.

L’Atletico Narcao, com’era abbastanza prevedibile, è stato battuto nettamente in casa dalla capolista Kosmoto Monastir con il punteggio di 4 a 0, con due goal per tempo, ed ora, visto che il Carbonia se n’è ormai andato ed è distante 8 punti, ritardo difficilmente colmabile nelle ultime 6 giornate, deve pensare a difendere il quart’ultimo posto, con 3 punti di margine sul Serramanna e 5 sul San Vito, che consente di affrontare il play out salvezza sul proprio campo. La vincente si salverà, la perdente giocherà i triangolari contro le otto seconde classificate dei campionati di Seconda categoria. La 1ª e la 2ª classificata di ciascun triangolare giocheranno in Prima categoria nella stagione 2013-14, unitamente alla vincente dei due turni di spareggi, in campo neutro, tra la terze classificate dei due triangolari. La perdente del secondo turno di spareggi occuperà il primo posto nella graduatoria per eventuali ripescaggi.

La giornata è stata particolarmente ricca di goal (30 in 8 partite), grazie anche al tennistico 6 a 0 inflitto dalla vicecapolista Ferrini Cagliari al San Vito. L’Arbus ha vinto a Serramanna, 2 a 1; l’Orrolese ha battuto di misura la Frassinetti Elmas, 1 a 0, stesso punteggio con il quale il Girasole ha regolato il Progetto Sant’Elia.

Nel girone B del campionato di Prima categoria, giornata favorevole alle due squadre di testa che hanno vinto ed allungato sulle inseguitrici. La capolista Senorbì ha superato per 2 a 1 il Carloforte, con un goal a 13′ dalla fine dopo il pari immediato di Lazzaro che al 18′ era stato capace di rimediare al goal subito all’11’, scivolato a 9 punti dalla vetta ma sempre con 3 punti di vantaggio sul Sadali, battuto sul campo dell’Halley Assemini per 2 a 1, ed ha mantenuto 2 punti di vantaggio sulla Villacidrese, impostasi pure con un solo goal di scarto, 3 a 2, sull’Andromeda, con il goal decisivo realizzato all’83’.

Giornata no per il Sant’Antioco, superato per 3 a 1 dal Seui Arcueri, e per il Gonnesa, battuto in casa per 2 a 1 dal Gonnosfanadiga e superato in classifica, al terz’ultimo posto, utile per la partecipazione ai play out salvezza, dall’Iglesias che ha travolto l’ormai rassegnato Escalaplano per 6 a 0. Vittoria della Libertas Barumini sul real Villanovatulo, 2 a 0, e pareggio con molti goal, 2 a 2, infine, tra Tratalias e Fermassenti, con una punta di rammarico per gli ospiti, raggiunti a 9′ dal termine.

IMG_7059-2Antonio La Rosa 2 copia Antonio La Rosa dipinge

We’ll also put the spotlight on the brilliant and eclectic artist, Antonio La Rosa. We’ll make an elegant portrait of him, soft but coloured, characterized by the warm and traditional Sardinian colours and tastes… and the title will be: “Antonio, a gentleman from another time”.

Our friend Antonio, opened the shutter of his workshop for us and, at that moment, the chaos of the real world disappeared, and we entered a dimension formed of “unstable equilibrium”.

The artist, born in Calasetta, with humble words, tells us about his life… his eyes shining, remembering himself as a young boy and as a teenager. He’s touched when he remembers that day when, after telling his mum Rita, he told his dad Pasquale his important decision, the one which would change his life forever: “Dad, I’m leaving!”

The silence in the room at that precise moment is still tangible, his dad didn’t talk, didn’t say a word… His son renounced working in his small family business to follow a dream, to become an actor, like the ones you see on TV, like the ones you can’t see in Sardinia. Antonio’s desire to leave was strong, but it teetered when he met his dad’s glare, though he decided to leave anyway.

At the age of 24 Antonio arrived in the capital city and studied drama in a private school for about three years. In a short time he took his first steps on stage and in 2001 he performed his first major role; but he didn’t stop studying: courses and master classes filled his days; he also travelled around until he arrived in Los Angeles. When he came back from the USA, he formed the theatre company “I gitani dell’Anima” (the gypsy of the soul), for which he worked as a director and took the lead roles. They put on a comedy: “Stasera a casa di amici” (this evening at some friends’), by the De Filippo brothers. Since then he’s toured around Italy with different productions, amongst the last ones “Natale in Cantina” (Christmas in the basement) and “Il tempo di una lavatrice” (The Timing of a Washing Machine)….

But, how was the actor born? To tell us about it, Antonio goes back in time. He tells us about when he was in the first year of high school and played the role of Jesus in “Jesus Christ Superstar”, a real success that he remembers, smiling. He has the same smile when he thinks about his drawings at the preparatory school…he always drew a lion…maybe at that time the painter had already been born.

At the beginning of his artistic career, Antonio needed a job, and he worked as a bank consultant, which he bluffed his way through.

What does Antonio want to do when he’s older? – “I don’t want to become old,” he replies.

Today he’s 38 years old and he wants to be a man of no age, but the time passes, life goes by and the artist inside knows it, so he seizes the hour. That which goes around in his head understands that in life everything is unstable and it’s almost a necessity to lose equilibrium, to instantly find a new one, and he finds it, loses it, and finds it again. This makes his art a synergy of unstable equilibrium.

But, to better understand Antonio’s thousand facets, we need to let ourselves be guided around his workshop, where our eyes  feast upon beautiful things: paintings with warm colours resting on tripods, canvases which grip your attention and animate the walls; a line of four chairs from the oratory where as a small boy he went to watch films; tins of paint; an old trunk with canvases and pieces of glass; costumes resting on a tiger-striped sofa, and then paint brushes, palette knives and rags which give life to a painting of him and his dad at sunset, or to a picture of a modern family… distant but united.

Antonio considers himself a man of the world… he left Sardinia to find something more, but in his dreams he had already climbed into a balloon he had painted… probably after having raised his top hat, just as represented in another of his pictures.

For several years, Antonio has experimented with sculptures in iron representing the unstable equilibrium of life, and that push in our lives, sweet but decisive, like the one his mother Rita gave him on the swing under an incredibly high fig tree.

And so, via swings and balloons, Antonio, we wish that you go on flying high with your dreams, and through sculptures and paintings trace your brilliant author’s lines, maybe like the ones you’ll take into the theatre with the new show “Lemuri”; or, the ones at EXMA, the Contemporary Art Museum, starting from 23rd April till 24th May, in Cagliari, where you’ll guide us via your workshops. We’ll be catapulted into the magic world of art where everything is possible and nothing is out of reach… just like that dream which had astonished your dad Pasquale so much, and who is now so proud of his Antonio.

Nadia Pische

traduzione in inglese di Elisabetta Basciu

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IMG_7059-2Antonio La Rosa 2 copia Antonio La Rosa dipinge

Oggi puntiamo le luci del palcoscenico sul brillante artista poliedrico Antonio La Rosa. Faremo di lui un dipinto gentile ed elegante, morbido e colorato al punto giusto, dalle tinte calde e dai sapori nostrani… ed il titolo sarà: “Antonio, un signore d’altri tempi”. Eh sì proprio così, il nostro amico Antonio ci ha aperto la serranda del suo “laboratorio” e, da quel momento, il caos del mondo reale è scomparso e siamo entrati in una dimensione fatta di “equilibri instabili”

L’artista, a cui Calasetta ha dato i natali, con parole umili ci racconta di se… gli occhi gli brillano mentre ricorda “Antonio bambino” e poi adolescente, si commuove nel ricordare quel giorno quando, dopo averlo detto alla madre Rita… comunica al suo papà Pasquale una decisione importante, quella che cambierà per sempre la sua vita: «Papà io parto! Vado a Roma per studiare recitazione…»

Il silenzio della stanza, di quel preciso momento, è ancora tangibile, il padre non parla, non proferisce parola… Un figlio rinuncia ad entrare a far parte della piccola azienda familiare per inseguire un sogno… Diventare attore, come quelli che si vedono in tv, come quelli che non ci sono in Sardegna, la voglia di partire è forte, ma vacilla quando incontra lo sguardo del padre… e, comunque, decide di partire… A 24 anni, Antonio arriva nella capitale e per circa tre anni e mezzo studia recitazione in una scuola privata. Nel giro di poco tempo muove i primi passi sul palcoscenico e nel 2001 fa la sua prima entrata in scena… non smette di studiare, corsi e master class riempiono le sue giornate, si sposta in lungo e in largo sino ad arrivare a Los Angeles. Al suo rientro dagli USA mette su “I gitani dell’anima”, una compagnia che lo vede regista protagonista in uno spettacolo dei fratelli De Filippo “Stasera a casa di amici”, gira l’Italia con varie produzioni, tra le ultime “Natale in cantina” e “Il tempo di una lavatrice”. Ma come nasce l’attore? Per raccontarcelo Antonio torna indietro nel tempo… e co-me per magia rieccolo in 1ª media quando sfonda le scene interpretando Gesù in “Jesus Chryst superstar”... un vero successo che ricorda col sorriso… lo stesso che fa quando ripensa ai suoi disegni della scuola materna… disegnava un leone… sempre un leone… forse già allora nasceva il pittore. Attore, pittore… ma serviva un lavoro e Antonio diventa consulente per una banca… in fondo si trattava solo di recitare una parte…

Ma da grande cosa vorrà fare Antonio? Diventare grande? Antonio non vuole diventare grande… oggi ha 38 anni e vuole essere “l’uomo senza età”... ma il tempo se ne va, la vita scorre, l’artista che c’è in lui lo sa… e coglie l’attimo… quel che è, girovagando dentro se stesso comprende che nella vita tutto è precario ed è quasi necessario perdere l’equilibrio per trovarne subito uno nuovo… e lui l’equilibrio lo trova, lo perde e lo ritrova ancora… e fa delle sue arti una sinergia di equilibri instabili… Ma per comprendere meglio le sue mille sfaccettature occorre lasciarsi guidare all’interno del suo laboratorio, gli occhi ed il gusto per il bello traggono subito piacere: quadri dalle tinte calde adagiati sui cavalletti; tele dai soggetti graffianti che animano le pareti; una fila di 4 sedie dell’oratorio, le stesse su cui si sedeva quando da bambino si recava a vedere un film; barattoli di colore; un vecchio baule con tele e vetri; abiti di scena poggiati su un divano tigrato e poi pennelli, spatole e stracci per dar vita ad un tramonto col padre… ad un ritratto di famiglia moderna, separata ma unita… Antonio si sente cittadino del mondo… a suo tempo lasciò la Sardegna per andare incontro a qualcosa di più… nei suoi sogni l’aveva già fatto salendo su una di quelle mongolfiere che ha dipinto su tela… magari dopo aver sollevato il cilindro in segno di saluto, proprio come rappresenta un altro suo quadro… Un artista sul palcoscenico, tra i suoi scritti, tra le tele, ma da qualche anno anche tra “morbide” sculture di ferro in equilibrio precario e instabile… quasi una metafora della vita… noi in continua ricerca di equilibrio… di una spinta… dolce ma decisa… proprio come quella che mamma Rita gli dava su quell’altalena posta sotto quell’incredibile fico alto 5 metri… E allora altalene… mongolfiere… continua a volare in alto con i tuoi sogni e tra uno “sfrido” ed un “pennello” traccia grandi linee d’autore… magari quelle che porterai a teatro col nuovo spettacolo intitolato “Lemuri”, oppure quelle che a partire dal 23 aprile al 24 maggio all’Exma, Museo d’Arte contemporanea, a Cagliari ammireremo in tua compagnia, quando attraverso i tuoi laboratori ci catapulterai nel magico mondo dell’arte dove tutto è possibile… e dove niente è irraggiungibile… proprio come quel sogno che aveva tanto stupito papà Pasquale, che adesso è fiero del suo Antonio.

Nadia Pische

traduzione in inglese di Elisabetta Basciu

We’ll also put the spotlight on the brilliant and eclectic artist, Antonio La Rosa. We’ll make an elegant portrait of him, soft but coloured, characterized by the warm and traditional Sardinian colours and tastes… and the title will be: “Antonio, a gentleman from another time”.

Our friend Antonio, opened the shutter of his workshop for us and, at that moment, the chaos of the real world disappeared, and we entered a dimension formed of “unstable equilibrium”.

The artist, born in Calasetta, with humble words, tells us about his life… his eyes shining, remembering himself as a young boy and as a teenager. He’s touched when he remembers that day when, after telling his mum Rita, he told his dad Pasquale his important decision, the one which would change his life forever: “Dad, I’m leaving!”

The silence in the room at that precise moment is still tangible, his dad didn’t talk, didn’t say a word… His son renounced working in his small family business to follow a dream, to become an actor, like the ones you see on TV, like the ones you can’t see in Sardinia. Antonio’s desire to leave was strong, but it teetered when he met his dad’s glare, though he decided to leave anyway.

At the age of 24 Antonio arrived in the capital city and studied drama in a private school for about three years. In a short time he took his first steps on stage and in 2001 he performed his first major role; but he didn’t stop studying: courses and master classes filled his days; he also travelled around until he arrived in Los Angeles. When he came back from the USA, he formed the theatre company “I gitani dell’Anima” (the gypsy of the soul), for which he worked as a director and took the lead roles. They put on a comedy: “Stasera a casa di amici” (this evening at some friends’), by the De Filippo brothers. Since then he’s toured around Italy with different productions, amongst the last ones “Natale in Cantina” (Christmas in the basement) and “Il tempo di una lavatrice” (The Timing of a Washing Machine)….

But, how was the actor born? To tell us about it, Antonio goes back in time. He tells us about when he was in the first year of high school and played the role of Jesus in “Jesus Christ Superstar”, a real success that he remembers, smiling. He has the same smile when he thinks about his drawings at the preparatory school…he always drew a lion…maybe at that time the painter had already been born.

At the beginning of his artistic career, Antonio needed a job, and he worked as a bank consultant, which he bluffed his way through.

What does Antonio want to do when he’s older? – “I don’t want to become old,” he replies.

Today he’s 38 years old and he wants to be a man of no age, but the time passes, life goes by and the artist inside knows it, so he seizes the hour. That which goes around in his head understands that in life everything is unstable and it’s almost a necessity to lose equilibrium, to instantly find a new one, and he finds it, loses it, and finds it again. This makes his art a synergy of unstable equilibrium.

But, to better understand Antonio’s thousand facets, we need to let ourselves be guided around his workshop, where our eyes  feast upon beautiful things: paintings with warm colours resting on tripods, canvases which grip your attention and animate the walls; a line of four chairs from the oratory where as a small boy he went to watch films; tins of paint; an old trunk with canvases and pieces of glass; costumes resting on a tiger-striped sofa, and then paint brushes, palette knives and rags which give life to a painting of him and his dad at sunset, or to a picture of a modern family… distant but united.

Antonio considers himself a man of the world… he left Sardinia to find something more, but in his dreams he had already climbed into a balloon he had painted… probably after having raised his top hat, just as represented in another of his pictures.

For several years, Antonio has experimented with sculptures in iron representing the unstable equilibrium of life, and that push in our lives, sweet but decisive, like the one his mother Rita gave him on the swing under an incredibly high fig tree.

And so, via swings and balloons, Antonio, we wish that you go on flying high with your dreams, and through sculptures and paintings trace your brilliant author’s lines, maybe like the ones you’ll take into the theatre with the new show “Lemuri”; or, the ones at EXMA, the Contemporary Art Museum, starting from 23rd April till 24th May, in Cagliari, where you’ll guide us via your workshops. We’ll be catapulted into the magic world of art where everything is possible and nothing is out of reach… just like that dream which had astonished your dad Pasquale so much, and who is now so proud of his Antonio.

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L’Atletico Narcao ospita la capolista Kosmoto Monastir (arbitro Gabriele Caggiari di Cagliari, assistenti di linea Riccardo Mastino e Luigi Satta di Cagliari) nella nona giornata del girone A del campionato di Promozione regionale. Per la squadra di Damiano Bartoli è un impegno severissimo, quasi proibitivo, ma al tempo stesso una delle ultime occasioni per cercare di riavvicinare la quint’ultima posizione, attualmente occupata dal Carbonia e distante cinque punti, che vale la salvezza diretta a fine campionato, evitando i pericoli dei play-out. Il Carbonia, da parte sua, reduce da una serie di risultati positivi, 8 nelle ultime 9 giornate, cerca altri punti per raggiunge la tranquillità sul campo del Guspini (arbitro Michele Siro Ibba di Cagliari – lo stesso che due mesi fa venne contestato duramente dal presidente Renato Giganti al termine della partita casalinga con il San Vito -, assistenti di linea Michele Pisano e Giacomo Sanna di Cagliari).

La Monteponi a Quartu, sul campo del Sant’Elena (arbitro Mauro Porta di Oristano, assistenti di linea Davide Longo Vaschetti e Michael Murgia di Cagliari), deve cercare di dimenticare gli ultimi due risultati negativi interni (1 punto solo, frutto del pari con il Carbonia, al quale è seguita la sconfitta con il Guspini) e, soprattutto, ha bisogno dei 3 punti se vuole continuare a sperare in un riavvicinamento alla testa della classifica e, comunque, quantomeno ad un piazzamento tra le prime tre per poter accedere ai play-off.

Sugli altri campi, la Ferrini ospita il San Vito, il Siliqua attende la visita del Pula. Completano il programma, le partite Girasole-Progetto Sant’Elia, Orrolese-Frassinetti Elmas e Serramanna-Arbus.

Nel girone B del campionato di Prima categoria, è la giornata della verità per il Carloforte che sul campo della capolista Senorbì ha la grandissima chance di entrare in corsa per la promozione diretta. I punti di ritardo dei tabarchini dalla vetta prima dell’ingresso in campo sono 6 e una vittoria consentirebbe di dimezzare il divario, a 6 giornate dalla conclusione della regular season. La Villacidrese, scavalcata in vetta sette giorni fa dal Senorbì e ora distanziata di due lunghezze, ospita l’Andromeda. Derby a Tratalias tra la squadra di casa e la Fermassenti mentre il Sant’Antioco gioca sul campo del Seui Arcueri. Impegno casalingo per il Gonnesa con il Gonnosfanadiga e partita sulla carta agevole per l’Iglesias che attende la visita dell’ormai rassegnato Escalaplano e, vincendo, potrebbe approfittare di un eventuale passo falso del Gonnesa, anche un pareggio, per scavalcarlo al terz’ultimo posto che vale l’accesso ai play-out salvezza.

Completano il programma della nona giornata del girone di ritorno, le partite Libertas Barumini – Real Villanovatulo e Halley Assemini – Sadali.

Pallone

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E’ stato un Cagliari bellissimo per un tempo e sfortunato nel finale, quello visto ieri sera allo stadio Sant’Elia contro l’Empoli nel secondo esordio di Zdenek Zeman sulla panchina del Cagliari (subentrato all’esonerato Gianfranco Zola dopo la sconfitta di Genova, sul campo della Sampdoria). Il risultato finale di 1 a 1 tra Cagliari ed Empoli non rispecchia l’andamento di un incontro che per oltre un’ora la squadra rossobolù ha letteralmente dominato, andando in goal con Joao Pedro al 20′ (stupendo destro piazzato alla sinistra del portiere toscano Luigi Sepe), cogliendo due pali a portiere battuto con lo stesso Joao Pedro al 27′ e Paul Josè M’Poku al 33′, sfiorando ancora il goal al 24′ con Lorenzo Crisetig.

Quella vista fino al riposo al Sant’Elia è stata una squadra letteralmente trasformata rispetto a quella vista nelle ultime settimane, nonostante le numerose assenze che hanno condizionato le scelte iniziali di Zdenek Zeman. Il pubblico del Sant’Elia, accorso numeroso per il ritorno del tecnico boemo, s’è divertito ed ha accompagnato gli sviluppi del gioco con scroscianti applausi, tutti meritati. La prestazione rossoblù a tratti è stata strepitosa, con trame nel segno del credo calcistico di Zeman: aggressività e pressing a tutto campo, diagonali, continue sovrapposizioni, inserimenti sulle fasce, tutto ad altissima velocità, e per l’Empoli c’è stato veramente poco da fare. Il tecnico toscano Maurizio Sarri ha temuto di rivedere gli spettri della gara d’andata che vide il Cagliari dominare e travolgere la sua squadra con quattro goal realizzati nel primo tempo, ma è riuscito ad andare al riposo con il risultato ancora in bilico e nella ripresa ha gettato le basi per la rimonta.

Nel secondo tempo s’è visto subito che il Cagliari non sarebbe stato lo stesso ma, nonostante un buon possesso di palla, l’Empoli è riuscito a costruire poche occasioni per impensierire Zeljko Brkic e la difesa non ha faticato a controllare la situazione e a difendere il prezioso goal del vantaggio. Il peggioramento delle condizioni meteo con vento e pioggia, ha reso il compito delle due squadre più difficile e il Cagliari è andato vicino al goal della sicurezza al 29′ con Daniele Dessena e quattro minuti più tardi è stato Daniele Rugani a portare un pericolo dalle parti di Brkic, con una conclusione deviata in angolo.

Il finale di partita ha offerto decisamente poche emozioni ma quando il Cagliari pensava di essere ormai riuscito a centrare l’obiettivo della prima vittoria casalinga della gestione Zeman, a 60″ dal termine dei tre minuti di recupero il neo entrato Caio Rangel Da Silva ha regalato un pallone a centrocampo, Mario Rui si è lanciato sulla sinistra e sul suo traversone invitante, la difesa rossoblù s’è fatta trovare impreparata e sull’altro lato dell’area è arrivato l’ex Matias Vecino che con un preciso diagonale ha beffato Brkic, uscitogli vanamente incontro.

Il goal che ha fissato il risultato finale sull’1 a 1 ha gelato il Sant’Elia e i ragazzi di Zeman che hanno visto vanificati tutti i loro sforzi. Il punticino raccolto porta il Cagliari a quota 21, lontano dalla quota salvezza (l’Atalanta che oggi ospita l’Udinese si trova a 24 punti, il Chievo di scena a Marassi contro il Genoa a 26. Il campionato è ancora lungo e tempo per recuperare ce n’è ancora ma è chiaro che d’ora in avanti non basterà più contare solo sulle proprie forze, e occorrerà sperare anche nelle disgrazie altrui, a partire da oggi. Il Cagliari visto nel primo tempo, al quale peraltro mancavano elementi di grande qualità quali sono Godfred Donsah. Daniele Conti, Danilo Avelar e Albin Ekdal, è vivo e non merita certamente di retrocedere, ma la classifica impietosa e contrasta con quelli che sono i potenziali valori delle squadre impegnate nella lotta per non retrocedere.

Domenica prossima il Cagliari è atteso dalla trasferta di Milano, contro la squadra di Pippo Inzaghi. Il “Giuseppe Meazza” quest’anno ha già visto un Cagliari bellissimo travolgere l’Inter allora allenata da Walter Mazzarri per 4 a 1. Ripetere quell’impresa non sarà facile ma dal Cagliari di Zdenek Zeman, nel bene e nel male, c’è da aspettarsi sempre veramente di tutto!

Papa Francesco annuncia un anno giubilare dedicato alla Misericordia di Dio proprio nel secondo anniversario della sua elezione a Vescovo di Roma: in questo modo riparte dalla prima parola pronunciata all’inizio della sua nuova missione, la Misericordia. Oggi però questa parola ha un tono diverso, più vissuto e, credo, più sofferto.

Nei due anni trascorsi Papa Francesco ha potuto toccare con mano tante situazioni interne alla Chiesa e sparse nel mondo che hanno bisogno di un supplemento di misericordia per essere superate e sanate. Con l’annuncio del prossimo anno giubilare – 8 dicembre 2015, 50mo della conclusione del concilio – 20 novembre 2016 – ci dice in maniera forte che tutti abbiamo bisogno della Misericordia, senza paura di guardare in faccia le situazioni doloranti, chiamando i mali con il loro nome, ma anche senza timore di chiedere troppo alla Misericordia di Dio, capace di guarire ogni ferita, per chi domanda con umiltà. Un’antica orazione liturgica dice: «O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia…» (domenica XXVI del tempo ordinario).

La Misericordia di Dio non vuole stendere un velo pietoso sulle ferite ma risanarle. È cosa molto diversa da un’amnistia: prima condizione dunque è prendere coscienza delle ferite, cioè di tutte quelle situazioni che hanno bisogno di essere risanate. Il prossimo Sinodo dedicato alla famiglia e il 50mo della conclusione del Concilio diventano l’occasione per guardare alle situazioni che fanno soffrire la famiglia e la comunità ecclesiale. Possa l’anno giubilare aiutarci ad essere una Chiesa che annuncia in modo chiaro e forte la via del Vangelo, ma più preoccupata di incoraggiare che di condannare, come ci disse San Giovanni XXIII l’11 ottobre ’62, aprendo il Concilio Vaticano II.

+ Arrigo Miglio

Arcivescovo

Arrigo Miglio 2 copia

Il Papa Francesco copia19 marzo 2015

«La Cisl Fp dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari plaude al percorso avviato dalla dirigenza dell’Azienda teso a rafforzare il ruolo dell’Aou di Cagliari.»

Lo dice Alessandro Floris, componente rieletto e presidente uscente della Rsu e che ha portato la Cisl ai vertici del sindacato interno.

«Il grande progetto di fare del Policlinico Duilio Casula di Monserrato il più grande e moderno ospedale della Sardegna – spiega Floris – ci rende orgogliosi di far parte di questa azienda. Il commissario straordinario, Giorgio Sorrentino, sta facendo veramente ogni sforzo possibile per rafforzare gli organici, per rendere sempre più accogliente e al passo con i tempi una struttura importantissima come quella del Policlinico.»

«Del resto – aggiunge il sindacalista della Cisl Fp – tutto questo è visibile non solo nel progetto dei nuovi blocchi che saranno presto costruiti a Monserrato, ma anche nei lavori di ammodernamento e ristrutturazione che stanno coinvolgendo i corpi storici del Policlinico.»

«Per questo – dice ancora Floris – sorprende che ci siano delle resistenze non volte né al bene dei lavoratori  né dell’Azienda.»

Per il resto la Cisl Fp dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, si augura che la dirigenza dell’Aou «prosegua con decisione nel piano per rendere questa azienda sempre più forte e capace di venire incontro alle esigenze e alla domanda di salute della popolazione». Tra l’altro «la dirigenza ci ha rassicurato sulla risoluzione a brevissimo delle Medicine del San Giovanni di Dio, così come delle richieste avanzate dal personale delle Chirurgie e della Patologia Neonatale». Inoltre, «stanno andando avanti con celerità i lavori per il grande nuovo laboratorio del Policlinico, che diventerà il più importante della Sardegna.»

«Il cambio di passo verso un futuro roseo per i lavoratori e i pazienti – conclude Floris – è evidente.»

Municipio di Cagliari 890 copia

Manca ancora un anno alle elezioni comunali di Cagliari ma i Riformatori sardi già lavorano ad un progetto amministrativo alternativo al centrosinistra.

I Riformatori sardi sono molto critici sull’attuale amministrazione e considerano la Giunta Zedda impegnata solo ad occuparsi della manutenzione ordinaria della città senza dare una speranza ai cagliaritani attraverso una reale prospettiva di sviluppo ad un’economia in crisi ed un’alternativa all’emigrazione giovanile.

Ieri sera hanno parlato del progetto con il prof. Pasquale Mistretta, già Rettore e per decenni ordinario di Urbanistica all’Università di Cagliari, per aggiungere un tassello importante al percorso di costruzione di un’idea per la Cagliari del futuro che proporremo tra un anno ai nostri concittadini.già Rettore e per decenni ordinario di Urbanistica all’Università di Cagliari, per aggiungere un tassello importante al percorso di costruzione di un’idea per la Cagliari del futuro che proporremo tra un anno ai nostri concittadini.

Nel corso della riunione si è sottolineato come oggi  i giovani dell’area metropolitana di Cagliari si sentano cagliaritani che abitano a Cagliari, Monserrato, Selargius, Quartu, Quartucciu. Alcuni grandi servizi sono già di fatto comuni, come gli ospedali ed il servizio idrico, altri non ancora, come la raccolta differenziata. La viabilità è un mosaico di soluzioni progettuali conflittuali, come si può vedere dalla sistemazione del viale Poetto lato Cagliari e lato Quartu, diversa per dimensionamento, filosofia e fruibilità.

Il prof. Mistretta ha sottolineato come la costruzione di una città metropolitana richieda coraggio da parte degli amministratori dei singoli comuni che la formano, che devono saper disegnare una mappa di grandi servizi comuni a tutta l’area, che non necessariamente potrebbero ricadere all’interno del proprio comune. Il nuovo sindaco di Cagliari che volesse concentrare tutti i servizi per i suoi concittadini dentro i confini comunali andrebbe contro gli interessi di una città metropolitana di vasta scala.

I Riformatori sardi si sono dunque trovati in sintonia con i punti centrali dell’esposizione del prof. Mistretta ed in particolare con il fatto che non ci possa essere un vero progetto della città senza una visione su quello che Cagliari e la sua area metropolitana sarà tra 20 anni, secondo un percorso condiviso con le comunità che la formano.