29 November, 2024
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Il commissario straordinario del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Gian Luigi Pillola, in attuazione degli articoli 10 e 11 dello Statuto del Consorzio del Parco, ha deliberato la presa d’atto dell’avvenuta scadenza della Consulta delle Associazioni Culturali, Ambientalistiche e Umanitarie per il Parco Geominerario e di non procedere al rinnovo della Consulta delle Associazioni. Contestualmente, ha revocato le delibere n. 62 del 13 novembre 2006  (che ha istituito la Consulta delle associazioni e la Consulta ex lavoratori delle miniere) e n. 50 del 22 ottobre 2007 (che ha approvato il “Regolamento della Consulta delle associazioni Culturali, Ambientalistiche e Umanitarie per il Parco Geominerario”).

La delibera, inoltre, prevede l’impegno a «migliorare ed incrementare l’interlocuzione con la Comunità del Parco, anche al di là delle previsioni statutarie, mediante l’adozione della “Carta dei diritti della Comunità del Parco”, in cui verranno indicate le regole di governo tra gli organi di indirizzo politico del Consorzio e la Comunità del Parco, di prossima stesura».

Annualmente, nei bilanci di previsione, verranno individuate «delle risorse destinate a finanziare dei progetti la cui realizzazione sarà affidata mediante il confronto competitivo delle offerte presentate dalle associazioni di volontariato» e «delle risorse destinate a finanziare dei progetti destinati ad attivare forme di comunicazione e di interlocuzione diretta con i cittadini, utilizzando mezzi e metodologie messe a disposizione dalla moderna tecnologia che consentano la partecipazione democratica diretta dei cittadini interessati alla vita del Parco».

 

Gianluigi Pillola 19 copia

Periferie al centro

Questa mattina, nella biblioteca comunale di Quartu Sant’Elena, i promotori della Lista Civica “Periferie al centro” hanno  presentato il simbolo e il programma politico con i quali si presenteranno alle prossime elezioni comunali a Quartu Sant’Elena. Una lista che apprezza l’impegno dei Riformatori sardi a Quartu Sant’Elena e con cui ha già deciso di stipulare un patto.

«Il nostro intento è quello di dare vita a politiche cittadine in cui la comunità quartese possa diventare l’elemento fondamentale di un’idea partecipata della città. Siamo convinti che la programmazione della crescita di Quartu debba essere il risultato di un dialogo costante tra i cittadini e gli amministratori, senza il quale non possono sussistere le condizioni minime per la creazione di una cittadinanza partecipata – sostengono i promotori della lista -. Apparteniamo alle diverse “periferie” della città, ai diversi quartieri e rioni che compongono il nostro territorio comunale; ciascuna di queste aree porta in sé problematiche e risorse differenti che devono essere parimenti considerate dalla futura amministrazione del nostro comune.  Noi intendiamo stipulare un patto con gli elettori che non si concluda con la chiusura della campagna elettorale ma, al contrario,  prenda corpo con l’insediamento della nuova amministrazione. Il nostro progetto per Quartu, non vuole essere un contenitore di tutto e il contrario di tutto, qualcosa di irrealizzabile, coscienti come siamo della limitatezza delle risorse. Il nostro obiettivo è quello di mobilitare un confronto di idee attraverso processi di cooperazione e condivisione, che resteranno parole  se non vi sara anche partecipazione condivisa nella distribuzione delle risorse economiche pubbliche, ovvero nella formazione del bilancio comunale, allargando la platea di coloro che ne decidono l’impiego.»

Campagne di Giba

Il Consiglio dei ministri nella seduta di giovedì 12 marzo ha deliberato la rinuncia all’impugnativa della legge della regione Sardegna n. 16 del 7/8/2014, recante: “Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti”.

L’impugnazione da parte del Governo Italiano, deliberato nella seduta del Consiglio dei ministri del 30 settembre 2014, era stata duramente contestata dall’opposizione in Consiglio regionale.

«E’ un ulteriore atto di prevaricazione, arroganza e mortificazione, l’ennesimo posto in essere, nei confronti del tessuto produttivo ed economico della Sardegna, peraltro maggiormente colpito, rispetto alle altre regioni, dalla grave crisi con particolare riferimento al mondo agricolo – aveva commentato Angelo Carta, consigliere regionale del gruppo P.S.d’Az, componente della V commissione Attività produttive –. E ciò è ancora più grave, se si considera la comunanza d’intenti, la collocazione e l’affinità politica tra il governo nazionale e quello regionale, a ulteriore dimostrazione, che la Sardegna ed i suoi interessi vitali, espressi liberamente dalla massima assemblea Sarda, non ha mai avuto, così come oggi non ha, Governi amici.»

VBA Olimpia - Cagliari Volley VBA Olimpia - Cagliari Volley 2Commando Lions 81

Il campionato di B1 di volley maschile riposa, per la VBA Olimpia, 4ª in classifica, potrebbe essere l’occasione per fare il punto della situazione e lanciare la rincorsa al terzo posto che vale la partecipazione ai play-off promozione e invece oggi la società lagunare lancia un accorato grido d’allarme sul presente e, soprattutto, sul futuro, perché è ormai giunta allo stremo delle forze… economiche.

«Si sa quanto sia difficile “fare” sport in Sardegna – si legge in un comunicato della società lagunare -. Certamente lo è ancor di più da quando la crisi economica ha aggredito l’Isola e, in modo particolare, il territorio del Sulcis Iglesiente. A queste difficoltà non è sfuggita una società sportiva che delle sfide ha fatto il suo leitmotiv. Stiamo parlando della VBA Olimpia S. Antioco che, dopo i livelli apicali raggiunti in passato (A1), attualmente milita nel campionato nazionale di volley maschile di serie B1. Un campionato faticoso dal punto di vista sportivo e finanziario, fatto di spese ingenti (ingaggi degli atleti, attrezzature sportive, trasferte, alloggi, pasti, spese mediche e riabilitative e tanto altro). La tenacia e l’amore per lo sport del gruppo dirigenziale, supportata dagli irriducibili tifosi del “Commando Lions 1981” e non solo, ha fatto sì che in questi anni di crisi si sia riusciti, comunque, a disputare dei campionati di tutto rispetto, regalando emozioni e soddisfazioni agli appassionati di pallavolo, malgrado Regione, Enti Locali e Sponsor (piccoli imprenditori, commercianti ed artigiani di Sant’Antioco e dintorni) abbiano rivisto il loro apporto economico alla società.

L’impegno di tutto il Gruppo non si esaurisce con il campionato della prima squadra. Si pensi alla stagione in corso in cui è stato realizzato un progetto “Junior-Volley”, con la fattiva collaborazione dell’A.S.D. Isola di Sant’Antioco, per riavvicinare i giovani alla pallavolo e creare solide basi per il futuro. Proprio quest’anno, ha visto l’esordio in prima squadra di due giovani del territorio, con risultati sorprendenti. I viaggi nella penisola, che per le squadre sarde sono una spada di Damocle, obbligano la società a sostenere spese notevolmente superiori ad ogni altra squadra del resto d’Italia.

I buoni propositi e i risultati raggiunti rischiano di essere vanificati dalla poca attenzione rivolta al volley isolano da parte delle istituzioni. I sacrifici economici della dirigenza sono arrivati ad un livello insostenibile. La Regione Sardegna ha cercato di non far sparire campionati di eccellenza, contribuendo, anche se solo in parte, alla copertura delle relative spese. La novità introdotta dalla RAS quest’anno lascia l’amaro in bocca: dopo aver diminuito negli anni l’importo del contributo, ha previsto un taglio netto di ventimila euro, comunicandolo alla nostra società solo alla fine di dicembre dello scorso anno, quando la stagione sportiva era ormai in corso e nei bilanci di previsione della società ci si era basati su un importante ed adeguato aiuto economico. Questa decisione improvvida, alla quale si auspica che venga posto rimedio, ha causato una forte riduzione della liquidità societaria, mettendo a rischio sia la stagione in corso che quelle future. In barba a quanto di buono in questi anni è stato fatto per tenere vivo lo sport in Sardegna!

Dal prossimo anno, potrebbero non esserci più squadre sarde nel campionato nazionale di serie B1! I tempi per agire sono strettissimi e attendere un pronto intervento pubblico, che potrebbe non arrivare, è decisamente sconsigliato. La VBA Olimpia ha bisogno di certezze sulle quali pianificare la propria attività. Per questo – si legge ancora nel comunicato della società lagunare – facciano appello a tutti coloro che hanno a cuore il destino della squadra: chiediamo di stringersi attorno alla società, contribuendo economicamente in ragione delle proprie possibilità. Lanciamo un’iniziativa senza precedenti convinti che sia in grado di coinvolgere cittadini ed imprenditori: una vera e propria “adozione” della VBA Olimpia, attraverso un contributo affinché la pallavolo sia occasione di riscatto e rilancio del territorio.»

 

Matteo Renzi copia

Il quadro che emerge dal disegno di legge di riforma della scuola, denominato “La Buona Scuola”, approvato giovedì dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, è quello di un’autentica rivoluzione.

E’ importante, per capirne i contenuti e i riflessi che potrà avere la sua applicazione una volta diventato legge, leggere attentamente la nota stampa diffusa al termine della seduta.

La Buona Scuola è buona autonomiaIl disegno di legge consente di realizzare finalmente l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai presidi per gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole avranno un organico potenziato (garantito a partire dal prossimo anno scolastico attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire tutte le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa, fronteggiare la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e saranno predisposti dai dirigenti scolastici, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali.
Il dirigente sceglie la sua squadra. I presidi potranno scegliere la loro squadra individuando i nuovi docenti che ritengono più adatti per realizzare i Piani dell’offerta formativa all’interno di appositi albi territoriali costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli albi confluiranno i docenti assunti nel primo anno attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi. Gli incarichi affidati saranno resi pubblici.
Piano straordinario e poi solo concorsi. Il ddl dà il via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere solo per concorso.
Studiare per il futuro. Il disegno di legge prevede il potenziamento delle competenze linguistiche: in particolare l’italiano per gli studenti stranieri e l’inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Nella Buona Scuola viene dato più spazio all’educazione ai corretti stili di vita e si guarda al futuro attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze degli studenti.
Scuola-lavoro e digitale. Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. L’alternanza si farà in azienda, ma anche in enti pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all’anno a partire dal 2016. Mentre 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione.
Stop classi “pollaio”. I presidi hanno il potere di derogare alle regole attuali: utilizzando l’organico in modo flessibile potranno evitare la formazione di classi troppo numerose, le cosiddette classi “pollaio”.
Una Card per l’aggiornamento. Arriva la Carta per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero.
Un bonus per valorizzare i docenti. Viene istituito il bonus annuale delle eccellenze destinato ai docenti. Ogni anno il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di Istituto, assegnerà il bonus al 5% dei suoi insegnanti per premiare chi si impegna di più. Peseranno la qualità dell’insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo della scuola. Per il bonus vengono stanziati 200 milioni all’anno.
La Scuola trasparente. Viene istituito un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutti i dati relativi al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, Cv degli insegnanti, incarichi di docenza.
Investire sul futuro con 5 per mille e school bonus. Il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole. Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Cambia l’approccio all’investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria dell’infanzia o del primo ciclo.
Un bando per le “Scuole Innovative” e per i controlli. Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, scuole green e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole.
Delega. Il disegno di legge assegna poi la delega al governo a legiferare in materia di: semplificazione del Testo Unico della scuola, valutazione degli insegnanti, riforma dell’abilitazione all’insegnamento, del diritto allo studio, del sostegno e degli organi collegiali, creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.

 

Francesco Sanna copia

«I dati dei primi sei mesi di applicazione della Zona Franca Urbana del Sulcis dimostrano che la misura sta avendo un notevole successo, anche se occorre approfondire il ritardo nella utilizzazione dei fondi da parte delle imprese individuali». Lo scrive, in una nota, Francesco Sanna, il deputato del Partito democratico che propose con successo all’approvazione del Parlamento la misura della fiscalità di vantaggio nella legge Crescita del 2012, commentando i dati comunicati al ministero dello Sviluppo economico dall’Agenzia delle entrate.

«Le 4.375 imprese che nei 23comuni del Sulcis Iglesiente stanno fruendo della fiscalità di vantaggio, da giugno a dicembre 2014 hanno utilizzato circa il 15% delle risorse disponibili: 18,7 milioni di euro sui 125 milioni stanziati dalla legge Crescita – spiega Sanna -. La somma supera il gettito delle tasse pagate in un anno intero allo Stato dalle imprese del Sulcis sui redditi da esse prodotti. Se il trend di utilizzazione dovesse essere confermato, l’intero fondo a disposizione delle imprese sarebbe esaurito in tre anni e mezzo, ma in realtà è possibile che se migliora il ciclo economico, sia più forte e accelerato il “tiraggio” delle risorse chele imprese usano per pagare le loro tasse (IRPEF, IRES, IMU aziendale, INPS dipendenti). Ma nel caso di un ritorno di fiducia, la regolarizzazione o la stabilizzazione dei contratti di lavoro, con gli incentivi previdenziali del Jobs Act a favore del lavoro a tempo indeterminato, potrebbe portare nel prossimo triennio ad usare le agevolazioni ZFU più per compensare le tasse sui redditi e sul patrimonio immobiliare aziendale, e meno per i contributi previdenziali.»

«Andando più in dettaglio – aggiunge il deputato di Iglesias -, si può osservare che ci sono imprese che impiegano le risorse più velocemente delle altre. Un gruppo di testa di 293 aziende (il 6,69% del totale) ha giàutilizzato tra il 75% ed il 100% delle risorse assegnate. Il quale, sommato ad un altro gruppo di imprese “veloci” (sono 171, pari al 3,9% del totale) rappresentano poco più di un decimo delle imprese che hanno usato in tale breve lasso di tempo la metà delle loro assegnazioni. Un altro 10,5% di imprese si colloca invece tra un quarto e la metà della quota di utilizzo delle agevolazioni. Guardando alla tipologia di imprese, le 178 cooperative hanno “speso” il 35,33 % delle somme a loro disposizione; un poco di più delle società a responsabilità limitata, che hanno già compensato nei modelli F24 il 32,6% delle risorse.

Se questi sono i buoni risultati, occorre interrogarsi sulle zone d’ombra. C’è una piccola percentuale di imprese (l’1 %) che hanno ricevuto un preavviso di revoca delle agevolazioni perché quanto dichiarato nella domanda non corrisponde allo stato reale della loro azienda.

Ma soprattutto vi è un terzo delle imprese agevolate che non hanno ancora iniziato ad utilizzare le risorse, lasciando fermi gli oltre 40 milioni di euro che sono loro destinati. Tra queste imprese, 1005 sono ditte individuali che evidentemente o non hanno avuto scadenze fiscali da saldare in questi sei mesi, ovvero sono impegnate a versare al fisco solo imposte non compensabili con la fiscalità di vantaggio.»

«Per l’entità della finanza pubblica in gioco – conclude Francesco Sanna – credo che al giro di boa del primo anno di applicazione della misura sia necessario aprire una riflessione e approfondire gli aspetti di successo: oltre i dati quantitativi, sarebbe utile sapere quante imprese non hanno chiuso perché aiutate dalla fiscalità di vantaggio; quante hanno assunto o fatto investimenti che non avrebbero realizzato se non ci fosse stata la zona franca urbana; quante hanno migliorato le loro condizioni di credito. Poi occorrerà anche chiedersi che cosa non funziona, se serve migliorare qualche regola e come, se del caso, riprogrammare le risorse sempre nell’ambito del Piano Sulcis.»

L’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, ha convocato per lunedì 16 marzo, alle 17.00, nella sala UTR del settimo piano della torre, un incontro con Anci e una rappresentanza dei 28 Comuni attualmente fuori dall’ambito unico regionale. Questa convocazione istituisce ufficialmente il tavolo che avrà il compito di individuare, all’interno del perimetro delle norme vigenti, un percorso di riconciliazione tra l’Ente d’Ambito, il gestore e gli stessi 28 comuni.

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Ieri mattina, all’ex Cisapi di Cagliari, si è svolto un seminario sui temi legati alla riforma della Regione, con specifico riferimento al nuovo sistema di valutazione dei dirigenti di Amministrazione regionale, enti e agenzie. e all’apprendimento di ciò che è stato fatto in altre realtà, a cominciare dalla Regione Puglia, una delle prime pubbliche amministrazioni in Italia che abbia trovato un metodo per migliorare le performance di direttori generali e direttori di servizio, e a cascata di tutto il personale. I lavori, coordinati dal professor Pietro Ciarlo (ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari), sono stati seguiti da circa 200 dirigenti del sistema Regione e hanno visto gli interventi dell’assessore regionale del Personale, Gianmario Demuro, del professor Gianfranco Rebora dell’università Carlo Cattaneo – Castellanza, del professor Luciano Hinna dell’università di Roma Tor Vergata (in passato componente della CIVIT) e del professor Bruno Carapella dell’Oiv (organismo indipendente di valutazione) della Regione Puglia, tra i massimi esperti a livello nazionale. E proprio loro, che hanno introdotto questo sistema di valutazione in ambito statale, hanno espresso pareri lusinghieri sulla legge 24 del 2014 (Riorganizzazione della Regione).

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha concluso sottolineando come l’incontro sia stato «il primo passo di un dialogo che deve divenire continuo», annunciando l’apertura di uno spazio virtuale che sia luogo di confronto costante. «La condivisione è il primo tassello, poi viene la valutazione, che non va utilizzata per sanzionare, bensì per restituire a chi lavora motivazione e fiducia nelle proprie capacitàLa valutazione non deve essere discrezionale né autoreferenziale, ma anzi ancorata a parametri certi e attenta alla voce dei cittadini. Nello stesso modo, valutabili devono essere gli obiettivi: il nostro ruolo è avere il coraggio di definire delle priorità e indirizzare il lavoro in quelle direzioni, sia dal punto di vista delle risorse che dell’organizzazione – ha concluso il presidente Pigliaru -, non sottovalutando nessun passaggio e tenendo sempre conto della complessità».

L’assessore Demuro ha ricordato che «il seminario è servito per condividere i temi posti dalla legge 24 sulla riorganizzazione e iniziare il percorso di ridefinizione dell’organizzazione della Regione e dell’impatto che produce la valutazione delle performance dei dirigenti e, in prospettiva, dei dipendenti. Uno dei temi che abbiamo voluto affrontare è quello di aumentare l’efficienza dell’organizzazione amministrativa nell’azione della pubblica amministrazione, utilizzando strumenti di incentivo per realizzare la meritocrazia all’interno della Regione. È stato, soprattutto, un seminario di confronto e di ascolto di altre esperienze. Sono convinto che il personale della Regione abbia la capacità, la forza e la voglia di accettare la sfida. La meritocrazia è la garanzia per loro stessi di poter vedere valorizzato il lavoro che fanno».

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha stanziato cinque milioni e 303mila euro per la riqualificazione dei palazzi del quartiere Sant’Elia, a Cagliari. Il progetto prevede la messa in sicurezza degli edifici di proprietà di Area, l’abbattimento delle barriere architettoniche e il risanamento igienico. Un accordo di programma dell’sssessorato dei Lavori pubblici con Area regalerà i rapporti e fissera’ modalità e tempi di attuazione degli interventi.

La Giunta, sempre su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, ha deciso di aggiornare i limiti di reddito per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Le variazioni dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertate dall’Istat, hanno suggerito di portare il limite di reddito a 14.162 euro (sinora era di 13.578 euro). Vengono adeguati nella stessa misura anche i redditi pro capite in base ai quali sono attribuiti i punteggi. Entro 30 giorni, la competente Commissione del Consiglio regionale dovrà esprimere un parere sul provvedimento.

La Giunta regionale, infine, ha riaperto i termini per l’annualità 2014 per l’accesso al Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, relativamente alle situazioni accertate entro il 31 dicembre scorso. Accogliendo la proposta dell’assessore Maninchedda, la Giunta ha espresso parere favorevole sull’allargamento dei benefici anche ai Comuni non capoluoghi di provincia o ad alta tensione abitativa. Un Decreto interministeriale del 2014 aveva individuato i seguenti Comuni: Alghero, Cagliari, Carbonia, Iglesias, Lanusei, Macomer, Monserrato, Nuoro, Olbia, Oristano, Ozieri, Porto Torres, Quartu Sant’Elena, Sanluri, Sassari, Tempio Pausania, Tortolì e Villacidro. La Regione, inoltre, ha incrementato lo stanziamento statale dell’anno scorso (poco meno di 263mila euro) con risorse aggiuntive pari a un milione di euro.

«Spesso lo sfratto per morosità – sottolinea l’assessore Maninchedda – è causato da un evento incolpevole, come la perdita o la consistente riduzione del reddito familiare, talvolta per lunghi periodi di tempo. Per tale motivo è stato istituito il Fondo che, peraltro, ha avuto un’efficacia parziale a causa delle peculiarità di sfratto ingiuntivo registrate in numerose località della Sardegna. Non c’è stata poi una uniforme interpretazione e attuazione – da parte dei Comuni – delle disposizioni contenute nella delibera della Giunta regionale dello scorso 10 ottobre, con la conseguente disparità di trattamento dei cittadini, da Comune a Comune, a parità di condizioni. Una volta soddisfatte le richieste giunte dai Comuni più grandi, sarà possibile estendere il provvedimento ad altri enti locali che presentino situazioni di particolare disagio.»

Quartiere Sant'Elia di Cagliari

Maialetti allo spiedo 2

Si è svolta oggi la riunione operativa dell’Unità di progetto, costituita per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana (PSA) in Sardegna, per esaminare e valutare lo stato di avanzamento del Piano straordinario recentemente approvato dalla Commissione europea e prima ancora dal Ministero della Salute. All’incontro hanno partecipato tutti i rappresentanti di parte regionale, quelli di parte statale, con il Direttore generale della Sanità animale dott. Silvio Borrello e il rappresentante del Centro nazionale di referenza per le pesti suine dott. Francesco Feliziani, della Commissione europea dott. Alberto Laddomada e dell’Università di Sassari prof. Marco Pittau.

In apertura è stata riaffermata la determinazione che l’intera struttura regionale pone nell’attuare l’obiettivo strategico di eradicare la peste suina africana dalla Sardegna, che la Giunta regionale ha richiamato tra i primi obiettivi della propria azione di governo, e che sta producendo i primi effetti. Lunga la lista degli argomenti trattati nel corso della riunione, che è iniziata alle 10.00 ed è terminata alle ore 16.00, che hanno spaziato dalla situazione epidemiologica della PSA, al progetto di informazione e formazione per gli operatori agricoli, alla verifica dei dati rilevati nel corso della stagione venatoria sui cinghiali.

E’ stato fatto anche un quadro delle iniziative in corso per approntare quanto necessario per garantire e facilitare le azioni di depopolamento e smaltimento dei suini affetti dal virus o allevati in modo illegale. Piena la convergenza, da parte delle diverse componenti istituzionali, sulle azioni sin qui intraprese e sul percorso tracciato dal Piano.

Anche su uno degli argomenti certamente più controversi, quello relativo al divieto vigente di “esportazione” dalla Sardegna di prodotti di origine suina “termizzati”, che vede posizioni differenziate tra Regione Sardegna e Ministero, è stato possibile raggiungere una intesa che consente di porre basi certe al superamento di questo divieto.

E’ stato stabilito che, a cura dell’Osservatorio epidemiologico della Sardegna, verrà aggiornata, entro la prossima settimana, la restituzione cartografica della presenza e diffusione della PSA in Sardegna, con la puntuale individuazione delle aree interessate, in modo da poter circoscrivere gli ambiti esclusi dalla possibilità di esportare i prodotti “termizzati”.

Il responsabile dell’Unità di progetto, infine, certificherà al Ministero della Salute, grazie a una verifica effettuata dal Servizio di Prevenzione dell’assessorato della Sanità, in collaborazione con i Dipartimenti di Veterinaria e Agraria dell’Università di Sassari, presso gli stabilimenti di produzione, l’esistenza degli standard previsti dalle norme per la produzione di alimenti di origine suina “termizzati”.

Con questa intesa sono state poste basi certe per il superamento del divieto esistente e consentire così la qualificata partecipazione della Sardegna all’Expò 2015, anche con alcuni dei prodo