28 November, 2024
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L’ultimo turno di campionato è stato a tinte chiaro/scure per le squadre sulcitane. Il ko interno subito con il Guspini allontana la Monteponi dalla vetta, il Carbonia più vicino alla salvezza. Il Siliqua vince in trasferta e sorpassa la Monteponi al terzo posto, per l’Atletico Narcao un brusco risveglio sul campo della Frassinetti, a Elmas.

Per la Monteponi non è decisamente un periodo positivo. Un punto conquistato in due consecutive partite casalinghe (2 a 2 con il Carbonia e 0 a 1 con il Guspini, goal dell’ex Porcu) sono un bilancio troppo misero per non parlare di crisi, soprattutto dopo che la società le ha tentate veramente tutte, cambiando ben due volte allenatore in poche settimane, per scuotere la squadra e riportarla sulla strada che in avvio di stagione l’aveva portata in testa alla classifica, in piena corsa per la seconda promozione consecutiva. Ora, ormai irraggiungibile il primo posto che vale la promozione diretta (lontano 8 punti a sette giornate dalla conclusione della regular season), l’obiettivo sono i play-off e quindi il secondo posto (comunque lontano 7 punti) o il terzo, appena lasciato al Siliqua ma distante un solo punto. La prima verifica si avrà domenica a Quartu, sul campo del Sant’Elena.

Il Carbonia vive una fase decisamente positiva. Nelle ultime nove giornate la squadra di Maurizio Ollargiu ha perso una volta sola, in casa contro l’Orrolese, e dopo il bel pari del derby di Iglesias ha superato un ostacolo fondamentale in prospettiva salvezza, il Serramanna, con due goal di Demontis. I tre punti hanno consentito ai biancoblù di portare a 8 punti il margine di vantaggio sul Serramanna, terz’ultimo, e a 5 punti sull’Atletico Narcao. Il calendario dà ancora una grande chance al Carbonia, domenica prossima, sul campo del Guspini, reduce dall’impresa di Iglesias, distante in classifica solo 4 punti, al pari del Pula. Un’altra vittoria probabilmente varrebbe la salvezza certa a 6giornate dalla fine del torneo.

Il pesante ko di Elmas, 0 a 5, ha frenato la rimonta dell’Atletico Narcao che resta comunque in piena corsa per la salvezza, raggiungibile attraverso i play out (al momento l’avversario sarebbe il Serramanna che deve difendere due punti di vantaggio sul San Vito. Il calendario, nell’immediato, non è purtroppo alleato della squadra del presidente Tullio Argiolas, che domenica prossima ospiterà la capolista Kosmoto Monastir, fermata sull’1 a 1 interno domenica scorsa nel confronto diretto con la Ferrini, ma sempre in smaglianti condizioni di forma.

Il Siliqua di Marco Piras è in chiara ripresa dopo un periodo negativo. La vittoria di misura ottenuta sul campo del Progetto Sant’Elia ha consentito il sorpasso sulla Monteponi e il mantenimento di un margine di tre punti sulla Frassinetti Elmas, squadra che conserva ambizioni da terzo posto. La squadra è attesa ad una conferma domenica prossima nel confronto casalingo con il Pula.

Nel girone B del campionato di Prima categoria, domenica c’è stato il sorpasso in testa alla classifica, con il Senorbì che si è ripreso la posizione a lungo tenuta all’inizio e popi ceduta alla Villacidrese, tre giorni fa caduta sorprendentemente a Sadali con un netto 2 a 0. La neo capolista ha attraversato un periodo di crisi tra fine novembre e metà gennaio, quando ha raccolto solo 3 punti in 7 partite (passando da +5 a -8 dalla Villacidrese), ed ha iniziato la risalita proprio nel vittorioso confronto diretto con la Villacidrese, passando in altre 7 giornate da – 8 a + 2.

Alle spalle delle due squadre che hanno fin qui caratterizzato la lotta al vertice, c’è il Carloforte che, dopo la bufera interna che ha portato alle dimissioni di Walter Poncellini con il nuovo tecnico Massimo Comparetti in panchina (ritornato dove era stato fino allo scorso anno) ha travolto l’Iglesias, 5 a 2, e si mantiene al terzo posto, utile per partecipare ai play off promozione, insidiato dal Sadali (a 3 punti) e dal Real Villanovatulo (a 4 punti).

L’ottava giornata del girone di ritorno ha registrato la brillante vittoria della Fermassenti sulla Libertas Barumini (3 a 0) e solo sconfitte per le altre squadre sulcitane: 2 a 1 interno per il Sant’Antioco con la neo capolista Senorbì, 3 a 2 in clamorosa rimonta dopo lo 0 a 2 iniziale segnato dalle reti di Pinna al 5′ e al 12′ e goal decisivo al 93′, 6 a 2 per il Gonnesa a Siurgus Donigala, contro l’Andromeda.

Demontis - Carbonia copia

 

Consiglio regionale 42 copia

La seduta del Consiglio regionale di ieri sera è iniziata con l’esame dell’ordine del giorno a cominciare dalla proposta di legge n° 190 (Cocco Pietro, Pittalis e più) – “Disposizioni urgenti in materia di enti locali e disposizioni varie”, sottoposta all’Aula in base all’art. 102 del regolamento (Iscrizione immediata all’ordine del giorno) dopo aver ottenuto il consenso unanime della conferenza dei capigruppo. Il presidente ha quindi avviato la discussione generale sulla proposta, dando la parola al capogruppo del Pd Pietro Cocco, primo firmatario del provvedimento.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sottolineato la condivisione del provvedimento da parte di tutti i capigruppo, aggiungendo che «si tratta di un passaggio dovuto a seguito delle iniziative di riordino delle autonomie locali avviate sia dal Parlamento che dalla Regione». «Lo scopo – ha chiarito Cocco – è quello di fare in modo che le province sarde siano rinnovate tutte con lo stesso sistema; inoltre, in questo provvedimento, abbiamo inserito sia una modifica finanziaria 2015 per incrementare le risorse a favore del servizio di trasporto dei disabili per l’annualità 2014 che una proroga delle graduatorie vigenti per altri 3 anni».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) ha sottolineato l’importanza di «salvaguardare da una parte la continuità amministrativa e dall’altra l’occupazione sia nelle province esistenti che in quelle commissariate, in coerenza con il voto referendario espresso dai cittadini». «Ora inoltre – ha aggiunto Tocco – la Regione dovrà farsi carico di dare continuità anche ai servizi erogati alle comunità territoriali; esiste, fra i tanti, un problema di scarsità di risorse e anche per questo occorre governare con determinazione l’attuale fase di transizione, operando in modo rigoroso per redistribuire il gran numero di competenze che in passato sono state svolte dagli enti intermedi».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha affermato che la situazione della Sardegna è per molti aspetti particolare, «una sorta binario parallelo in cui si trovano alcune province sarde rispetto ad altre, mentre in altre parti del territorio nazionale la cosiddetta legge Delrio viene applicata». Tuttavia, ha proseguito, «anche la Sardegna dovrà tener conto della Delrio, anche perché nella nostra Regione trovano già applicazione tutte le clausole negative a cominciare da quelle finanziarie; dopo il recente maxi taglio nazionale di un miliardo, in Sardegna si è aperto un buco di circa 50 milioni, secondo le prime stime». Se non vi farà fronte  a questa emergenza, ha avvertito Agus, «in Sardegna fra qualche mese saranno a rischio molti servizi essenziali e soprattutto la stabilità del personale, come sta già succedendo in molte realtà del territorio nazionale». «Il testo – ha concluso Agus – è un atto necessario che sana una parte dei problemi aperti dal referendum di due anni fa, di cui forse gli stessi promotori non erano pienamente consapevoli».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha detto di essere molto combattuto «pur non essendo un tifoso della province, perché il vero problema è quello di mettere al centro esigenze e bisogni dei cittadini e dei dipendenti di queste amministrazioni pubbliche». «La Sardegna – ha sostenuto – doveva fare una legge molto prima evitando i commissariamenti a la situazione di incertezza che ne è seguita; i commissari forse non sono la soluzione giusta perché commissariare è sempre una sconfitta, fermo restando che l’ alternativa potrebbe essere solo quella di far eleggere quattro consigli provinciali e non è detto che sarebbe una alternativa tragica, non dimentichiamo che i problemi che abbiamo di fronte non sono colpa dei cittadini ma del Consiglio regionale».

Per Salvatore Demontis (Pd), l’approvazione del provvedimento in discussione rappresenta un obbligo per il Consiglio. «Dopo il via libera alla legge “Delrio” sarebbe schizofrenico indire nuove elezioni provinciali – ha detto Demontis – per farlo, occorrerebbe inoltre ridisegnare le circoscrizioni elettorali».

L’esponente della maggioranza ha poi rimarcato la difficile situazione in cui si trovano gli enti intermedi: «Le province sono in pre-dissesto finanziario. Lo Stato, nelle more della riforma Delrio, ha ritenuto di dover prelevare dalle province importi così elevati che non consentono più la loro sopravvivenza».

Demontis ha poi sottolineato la paradossale condizione in cui si trovano le province sarde, «senza risorse ma costrette ad esercitare le loro funzioni», e l’inopportunità di continuare a drenare risorse regionali: «Si rischia un prelievo forzoso da parte dello Stato».

Demontis ha quindi evidenziato la necessità di trovare una soluzione al problema in attesa della riforma degli enti locali e del trasferimento delle funzioni alle Unioni dei Comuni. «Al momento – ha concluso il consigliere del Pd – non rimane che il commissariamento che non deve essere necessariamente affidato ai presidenti in carica».

Di grave ritardo nella discussione del provvedimento ha parlato invece Marco Tedde (Forza Italia).  «La legge in discussione denota carenza di programmazione – ha affermato Tedde – l’Aula nei mesi scorsi è stata impegnata nella riforma della sanità che ha portato solo ad un aumento di costi. Il riordino delle province sarebbe dovuto arrivare entro l’8 aprile. La realtà è che oggi siamo costretti a rincorrere una “normicchia” per evitare di andare a votare per le province in scadenza».

Il consigliere azzurro ha poi rivendicato il senso di responsabilità delle opposizioni che hanno dato parere favorevole alla procedura d’urgenza (prevista dall’art. 102 del Regolamento) per la discussione del provvedimento. «Se non fosse stato così – ha concluso Tedde – ci troveremmo nel caos più totale. La legge non è perfetta ma si potrà correggere grazie ad alcuni emendamenti».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha espresso forti perplessità per il ricorso alla procedura d’urgenza. Il consigliere di minoranza ha stigmatizzato l’atteggiamento assunto dalla Regione che, nonostante la possibilità di legiferare autonomamente in materia di enti locali, ha preferito fare riferimento alla riforma “Delrio”.

«Siamo ancora una Regione autonoma? – si è chiesto Cherchi –. Qual è la necessità di legiferare? Se dobbiamo adeguarci a una norma nazionale che bisogno c’è di arrivare con questa urgenza in Aula?». Cherchi ha quindi lanciato una provocazione alla Giunta regionale: «Presidente Pigliaru, convochi i comizi elettorali – ha detto Cherchi – così capiremo in che modo lo Stato si pone nei confronti della Sardegna».

L’esponente azzurro ha quindi ribadito la necessità di affrontare la questione relativa al personale delle province e ai servizi assicurati dagli enti intermedi. «Vista la confusione sull’argomento e vista la presentazione di alcuni emendamenti che stravolgono il testo originario – ha concluso Cherchi – è forse il caso di fermarsi per valutare attentamente che cosa portare avanti».

Di “atto di responsabilità” da parte del Consiglio ha parlato il capogruppo di “Sardegna Vera” Efisio Arbau. «L’ipotesi di andare alle urne per eleggere nuovi consigli provinciali non è percorribile – ha detto il consigliere di maggioranza – i sardi si sono pronunciati chiaramente per l’abolizione delle province». Secondo Arbau, l’imperativo della politica è adesso la costruzione di un breve interregno in attesa della riforma degli enti locali. «Non bisogna sprecare tempo né pensare a transumanze di personale – ha spiegato Arbau – ci sono già le strutture che devono essere messe a disposizione dei comuni».

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha invitato il Consiglio ad approvare in tempi rapidi una riforma coraggiosa. «In attesa del riordino degli enti locali, il minimo che si può fare è commissariare gli enti per evitare la beffa delle elezioni – ha sottolineato Cossa – l’obiettivo però deve essere quello di ridisegnare il sistema delle autonomie locali». Secondo il consigliere dei Riformatori sardi, il Consiglio deve utilizzare quest’occasione per mettere in piedi un sistema moderno, capace di sperimentare e di dare risposte  alle esigenze del territorio. «Occorre favorire la semplificazione degli assetti istituzionali e della vita dei cittadini – ha affermato Cossa – ai commissari deve essere dato un mandato specifico in ordine alla liquidazione delle province e in ordine alla messa a regime della riforma che verrà effettuata. Liquidazione non può significare massacro. Lo Stato ha condannato a morte per asfissia, non tanto le province, quanto i servizi che le province devono assicurare. La transizione deve essere morbida».

Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, ha affermato che le province nelle condizioni in cui si trovano non hanno più senso di esistere ed ha rivolto accenti polemici a le forze politiche che, a suo giudizio, con il referendum abrogativo del 2013 hanno tentato di cavalcare l’onda del malcontento e del populismo nell’Isola. Il consigliere della maggioranza ha sottolineato l’assenza di un modello istituzionale alternativo a quello degli Enti intermedi ed ha auspicato che non si commettano ulteriori errori sul tema delle province. Desini ha concluso esprimendo favore al commissariamento in vista dell’attesa riforma del sistema delle autonomie locali.

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola all’assessore degli Enti Locali, Cristiano Erriu, che ha illustrato “le buone ragioni” che stanno alla base della decisione di procedere con i commissariamenti delle province di Sassari, Nuoro, Oristano e Cagliari «qualora in una data compresa tra la data di entrata in vigore della legge e il 15 giugno 2015 si verifichi la scadenza naturale del mandato degli organi delle province o altri casi di cessazione anticipata del mandato degli organi provinciali».

L’assessore ha quindi spiegato che per far coincidere le elezioni amministrative della Sardegna con quelle del resto d’Italia, che si svolgeranno presumibilmente il 31 maggio, e far sì che gli organi provinciali vengano eletti con il nuovo sistema elettorale (elezione di secondo grado), la legge di riforma del sistema delle autonomie locali della Sardegna dovrebbe entrare in vigore in tempi brevissimi, in difetto della quale l’indizione dei comizi elettorali dovrebbe riguardare anche l’elezione diretta degli organi provinciali, che produrrebbe l’effetto di rinviare sine die l’attuazione del processo riformatore in atto. Si aggiunga, ha proseguito Cristiano Erriu, che qualora si dovesse procedere con la tradizionale elezione del presidente e dei consigli provinciali, nell’Isola ci sarebbero quattro province commissariate (Gallura, Medio Campidano, Sulcis e Ogliastra) e altre quattro amministrate da organismi eletti direttamente.

In merito alla impossibilità di far sopravvivere le attuali province, l’assessore ha ricordato il taglio di circa 50 milioni di euro complessivi all’intero sistema degli enti intermedi in Sardegna ed ha rimarcato l’urgenza della riforma del sistema delle autonomie locali, anche per rassicurare i tanti lavoratori delle amministrazioni provinciali e garantire ai diritti la certezza nelle erogazione dei servizi che stanno attualmente in capo alle province.

A conclusione dell’intervento dell’assessore Erriu, il presidente del Consiglio ha concesso la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha chiesto al presidente Ganau di accordare quindici minuti di sospensione per una verifica degli emendamenti presentati al testo sottoscritto da tutti i capigruppo del Consiglio.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è rivolto al presidente per domandare, nel corso della eventuale sospensione dei lavori, la convocazione della conferenza dei capigruppo.

Il presidente del Consiglio ha prima posto in votazione il passaggio agli articoli della Pl. 190 che è stato approvato ed ha quindi dichiarato sospesi per quindici minuti i lavori ed ha convocato la capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau (La Base), ha annunciato il ritiro dell’emendamento aggiuntivo n. 4 all’articolo 3.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi sospeso la seduta per consentire il riordino degli emendamenti presentati.

Ripresi i lavori, il presidente Ganau ha ricordato gli emendamenti all’articolo 1 (scadenza mandato organi provinciali e nomina commissari): il n. 9; 5; 3; 1; 8 ed ha chiesto il parere della Giunta. L’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha espresso parere favorevole agli emendamenti 3; 5; 8; mentre ha invitato i proponenti al ritiro dell’emendamento 9 ed ha dichiarato parere contrario all’emendamento n. 1.

Il consigliere del Pd, Lorenzo Cozzolino, ha annunciato il ritiro dell’emendamento 9 e il presidente del Consiglio ha messo in votazione l’emendamento n. 5 (Cozzolino e più) che al comma 1 dell’articolo 1 aggiunge la seguente dicitura: «All’amministrazione straordinario sono attribuiti i poteri previsti dall’ordinamento in capo al presidente della provincia, giunta e consiglio provinciali». L’emendamento specifica inoltre che l’indennità corrisposta all’amministratore straordinario della provincia è «equivalente alla retribuzione lorda spettante al dirigente al vertice dell’Ente» e stabilisce che l’amministratore straordinario «provvede ad assicurare la continuità dell’espletamento delle funzioni già svolte dalla Province, in particolare provvede a “prorogare i servizi e i contratti per le tipologie di lavoro flessibile in essere fino al 31 dicembre 2015». L’emendamento è stato quindi approvato con 30 favorevoli e 22 contrari.

Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento n. 3 (Cozzolino e più), sostitutivo totale dell’articolo 1 che di fatto supera la nomina dei commissari (previsto nel testo originario) con la nomina di amministratori straordinari delle Province «qualora in una data compresa tra la data di entrata in vigore della presente legge e il 15 giugno 2015, si verifichi la scadenza naturale del mandato o altri casi di cessazione anticipata del mandato degli organi provinciali nonché la scadenza delle gestioni commissariali». L’emendamento che riscrive l’articolo 1 della proposta di legge n. 190 stabilisce che i commissari nominati ai sensi della legge 15\2013 decadono entro 30 giorni dall’approvazione della legge e la Giunta, su proposta del presidente della Regione, dispone con propria deliberazione la nomina degli amministratori straordinari delle province. L’emendamento è stato approvato con 30 voti a favore e 22 contrari.

L’Aula ha invece respinto con votazione a scrutinio segreto (18 sì e 31 no) l’emendamento n. 1 (Rubiu e più) che puntava a garantire nei Comuni al di sotto dei 3.000 abitanti la ricandidatura dei sindaci anche per il quarto mandato.

Approvato con 48 voti e favore e uno contrario l’emendamento aggiuntivo n. 8 (Daniele Cocco, Sel) che aumenta da 8 a 10 i membri del Consiglio nei Comuni con popolazione fino ai 1.000 abitanti.

Il presidente, non essendoci iscritti a parlare e non essendo stati presentati emendamenti all’articolo 2, che modifica il comma 11 dell’articolo 30 della legge finanziaria 2015, l’ha posto in votazione ed è stato approvato con 49 sì e 2 no.

Ritirati gli emendamenti n. 6, 7 e 4, il presidente Ganau ha posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 7 (Ruggeri e più) che all’articolo 3 (Proroga efficacia graduatorie concorsi per assunzioni di personale) aggiunge un comma che così recita: «Per le aziende sanitarie, le aziende ospedaliere e le aziende ospedaliero-universitarie della Sardegna, poiché rientrano tra le amministrazioni pubbliche che hanno subito limitazioni delle assunzioni, si applica altresì l’articolo 4, comma 4 del decreto legge 31.08.2013, n. 101, convertito nella legge 30 ottobre 2013, n. 125». L’emendamento è stato approvato con 51 favorevoli e un voto contrario.

Approvato di seguito l’articolo 4 (entrata in vigore) il presidente ha aperto la votazione finale che ha avuto il seguente risultato: presenti, 53; votanti, 52; favorevoli, 33; contrari, 19.

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 82 Sulla mancata ratifica da parte dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”.

Il presidente Ganau ha dato la parola al primo firmatario del documento, il consigliere dei Rossomori Paolo Zedda che, in premessa, ha ricordato il travagliato iter della Carta Europea delle lingue stipulata a Strasburgo il 5 novembre del 1992 e ancora non ratificata dal Parlamento italiano.

Nel suo lungo intervento in sardo, Zedda ha sottolineato l’importanza della Carta per la protezione e promozione delle lingue storiche regionali e di minoranza e il suo ruolo fondamentale nella conservazione e nello sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale europeo.

«La Carta – ha ricordato l’esponente della maggioranza – indica gli obiettivi e i principi che gli stati si impegnano a applicare a tutte le lingue minoritarie esistenti sul loro territorio e individua una serie di misure per agevolare l’uso delle lingue regionali o di minoranza in settori cruciali della vita pubblica quali l’insegnamento, la giustizia, le autorità amministrative e i servizi pubblici, i media, le attività e le strutture culturali, la vita economica e sociale e gli scambi transfrontalieri».

Zedda ha poi ricordato il tentativo andato a vuoto nella scorsa legislatura per la ratifica della Carta da parte del Parlamento e la nuova proposta all’esame della Commissione congiunta di Camera e Senato.

«E’ necessario adesso far sentire la nostra voce perché si arrivi alla ratifica della Carta delle lingue – ha detto Zedda – ciò consentirebbe di avere strumenti più efficaci per l’attuazione delle politiche linguistiche». Zedda ha quindi auspicato l’approvazione di un ordine del giorno unitario da parte del Consiglio «Su chi domandaus innoi, impari cun totu is sardus chi dd’ant nau in manera crara – ha detto il consigliere dei Rossomori –  est unu caminu lestru e chi s’arribbit a una lei de ratifica cun formas de tutela prus artas po sa lingua sarda cunfromma a cantu previdint is atras leis statalis e regionalis (Ciò che chiediamo qui, insieme a tutti i sardi che si sono espressi in modo chiaro, è un iter più veloce e che si arrivi a una legge di ratifica con forme di tutela più alte per la lingua sarda rispetto a quanto previsto dalle leggi statali e regionali)».

Il presidente Ganau ha quindi annunciato la presentazione di un ordine del giorno e dato la parola al consigliere di Forza Italia Marco Tedde. «Quella in discussione è una mozione necessaria – ha affermato Tedde – la riproposizione di un’analoga mozione presentata nel 2012 dall’on. Amadu. E’ evidente che lo Stato italiano è in notevole ritardo. Attendiamo che i colleghi del Parlamento assolvano al loro compito».

Il consigliere azzurro ha poi invitato la Giunta a promuovere un’azione forte nei confronti del Governo e del Parlamento «perché si arrivi a una ratifica della Carta in tempi rapidi» e segnalato una lacuna della mozione: la mancata previsione tra le lingue da tutelare del catalano di Alghero, indicato tra le lingue da proteggere  sia dalla legge nazionale 482/99 che dalla legge regionale 26/97.

Anche il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha svolto il suo intervento interamente in lingua sarda sottolineando la necessità di esprimersi e di utilizzare più frequentemente l’idioma isolano nelle sedi istituzionali. «Est bellu a intendere sos pitzinnos allegare in sardu, nois semus fachende sa cosa zusta ma in su coro tenimus abberu sa limba? Ite cherimus faghere? Unu populu chena una limba no esistit (E’ bello sentire i bambini parlare in sardo, noi stiamo facendo la cosa giusta ma nel nostro cuore teniamo davvero alla lingua? Che cosa vogliamo fare? Un popolo senza lingua non esiste)».

Carta ha quindi sollecitato l’Aula a prestare più attenzione alla questione linguistica: «La mozione è giusta, l’ordine del giorno va bene – ha concluso il consigliere sardista – stiamo però dietro la lingua, usiamola e incoraggiamo i sardi a parlarla e a insegnarla ai figli».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ricordato i gravi ritardi accumulati sul versante della lingua sarda. «Siamo ancora fermi al 2000, data in cui l’Italia firmò la Carta delle lingue. Da allora non si sono fatti progressi nel riconoscimento del nostro idioma». Dedoni ha quindi sottolineato l’importanza della tutela del sardo «che ci identifica come nazione, seppur nazione senza Stato» e la necessità di riaffermare la specialità della Sardegna.

«La scuola fa poco per la tutela della cultura sarda – ha detto Dedoni – abbiamo una storia non spiegata, non è chiaro che cosa rappresenta la Sardegna nel Mediterraneo. La nostra specialità dobbiamo difenderla con le unghie. Il dirigente scolastico regionale, per giurisprudenza, è soggetto agli indirizzi politici dell’assessore regionale alla cultura».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al primo firmatario della mozione Paolo Zedda per l’illustrazione dell’ordine del giorno. Zedda ha espresso soddisfazione per l’unità d’intenti manifestata dall’Aula sul tema e ribadito i concetti già espressi nel precedente intervento.

Ganau ha poi dato la parola all’assessore alla Cultura, Claudia Firino,per il parere della Giunta.

Firino ha ricordato i passi compiuti dall’esecutivo regionale per l’ottenimento da parte dello Stato di una maggiore tutela della lingua sarda e delle sue varianti. «La tutela comunitaria è importante perché contiene gli indirizzi più avanzati in materia di promozione linguistica – ha detto l’assessore – poche settimane fa vi è stato un trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze per l’attuazione della legge 482. La Regione programmerà e gestirà fondi per la tutela della lingua. Ciò favorirà una messa a sistema dell’insegnamento del sardo. Uno dei criteri per considerare una lingua viva è il numero di persone che la parlano. Questi strumenti consentiranno di ampliare la platea dei parlanti».

Al termine del suo intervento, Firino ha assicurato l’impegno della Giunta perché il processo di ratifica della Carta avvenga nei tempi più brevi possibili.

Per dichiarazione di voto è poi intervenuto il consigliere sardista Christian Solinas che ha proposto un’integrazione dell’ordine del giorno per il riconoscimento insieme al sardo e al catalano delle altre parlate alloglotte (tabarchino, gallurese e sassarese).

Sulla proposta il presidente Ganau ha chiesto il parere del consigliere Zedda che ha spiegato i motivi della mancata previsione delle parlate di Carloforte, Sassari e della Gallura tra le lingue da tutelare: «La Carta Europea dice che i dialetti delle lingue non territoriali non possono essere ammessi in questa forma di tutela».

Modesto Fenu (Zona Franca) ha espresso parere favorevole per un’integrazione dell’ordine del giorno e chiesto una breve sospensione dei lavori per concordare un testo. Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta. Alla ripresa dei lavori, il consigliere Christian Solinas ha riproposto un emendamento orale che ribadisce la valenza del tabarchino, gallurese e sassarese come riconosciuto dalla legge regionale n. 26 e ottenuto un’integrazione dell’ordine del giorno.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il documento che chiede al Parlamento:

a) Prevedere all’interno della Carta un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell’insegnamento e dell’informazione per garantire un’effettiva salvaguardia della lingua sarda e del catalano di Alghero;

b) Di procedere con urgenza a completare l’iter parlamentare per la ratifica da parte dell’Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha comunicato che all’ordine del giorno figura la mozione 116 (Piscedda e più) sul “Piano di sviluppo dell’aeroporto di Cagliari-Elmas” ed ha quindi dato la parola al primo firmatario, il consigliere del Pd Valter Piscedda.

Nel suo intervento Valter iscedda ha spiegato che il Piano di sviluppo aeroportuale dell’aeroporto di Elmas ricade in piccolissima parte nel comune di Cagliari e prevede, invece, un ampio processo di espansione verso il centro abitato di Elmas attraverso l’esproprio oneroso di aree private. Il consigliere ha poi lamentato, citando gli articoli 117 e 118 della Costituzione che «questa vicenda non siano stati applicati il principio di sussidiarietà e leale collaborazione, anche in senso dinamico con una rete di accordi ed intese; se il Piano venisse realizzato nella versione proposta avrebbero un forte impatto su Elmas e sulla popolazione residente». «Bisogna tener conto inoltre – ha aggiunto Piscedda – che non solo i terreni a disposizione dell’Enac sono triplicati in questi anni, passando da 75 ettari a 284, ma anche del fatto che altri 160 ettari sono passati dal demanio militare a quello civile; c’è insomma una larga disponibilità di aree pubbliche e non si comprende la necessità di acquisire altre aree private».

Siamo consapevoli che sviluppo è necessario, ha concluso l’esponente del Pd, «chiediamo solo che la Regione non conceda il via libera nella prossima conferenza di servizi del 31 marzo ed avvii un tavolo di concertazione per modificare il Piano, senza oltretutto allungare nemmeno i tempi perché piano è ancora in itinere».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha detto di aver ascoltato il discorso del collega Piscedda «con attenzione e con un approccio laico ma sembra un ricorso al Tar; gli argomenti sembrano solidi ma nascoste sotto certe tecnicalità ci sono cose da approfondir perché la decisione della Giunta non riguarda solo la comunità di Elmas ma tutta la Sardegna». L’l’aeroporto, ha osservato, «sta programmando il suo sviluppo per renderlo compatibile con le previsioni di traffico che dovrebbero raddoppiare passando da 3 milioni e mezzo a 6 milioni e mezzo; meglio un confronto con le parti interessate, sentendo l’Enac e la società di gestione dell’aeroporto in commissione».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha affermato che «il problema sollevato dal collega Piscedda non è cosa da poco ma è altrettanto vero che non si può affrontare un tema così complesso con una mozione, è una di quelle operazioni di cui la politica dovrebbe occuparsi il meno possibile lasciando il campo a rigorose valutazioni tecniche, fermo restando che la cittadinanza però va difesa e tutelata». Oggi, ha continuato, Cagliari è l’aeroporto più grande delle Sardegna, è uno scalo internazionale, è  al 10° posto fra i 35 grandi scali nazionali, non possiamo rinunciare ad un processo di sviluppo e a collegarci con tutto il mondo». «E’ un’operazione – ha concluso Crisponi – da prendere con le pinze e ci voglio professionisti molto attenti, altrimenti ci dovremo occupare ben presto della solita commedia all’italiana con risvolti molto drammatici».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha riconosciuto che «Elmas subisce molte conseguenze negative dalla presenza dell’aeroporto e ricava assai poco ma siamo in presenza di un progetto strategico di grandissima importanza per la Sardegna e ci vuole davvero un supplemento di istruttoria approfondendo il problema in tutte le sue parti».

L’assessore dei Trasporti Massimo Deiana ha dichiarato che «si tratta di un tema da tempo alla nostra attenzione e la nostra posizione è stata già espressa dalla Giunta; è vero in altre parole che si prevede una espansione del traffico ma è anche vero che il traffico non viene determinato dal progetto, perché lo scalo già oggi potrebbe sopportare un volume di traffico di 5 milioni di passeggeri». «Non c’è poi – ha assicurato Deiana – nessuna contrarietà ma si guarda anzi al progetto con grande interesse, però è stato già segnalato che lo sviluppo della struttura si può realizzare sacrificando la minor porzione di territorio possibile del comune di Elmas che, effettivamente sopporta la servitù ma non ha ritorni. Occorre quindi tutelare tutte le esigenze in gioco e su questo c’è un confronto in corso con le parti interessate, senza dimenticare che, in effetti, l’oggetto del contendere riguarda forse appena il 10% del progetto; mozione può essere perciò uno stimolo a proseguire su questa strada equilibrata, razionale e sostenibile».

Il consigliere Valter Piscedda (Pd) ha ringraziato tutti i consiglieri per gli interventi ed ha precisato che «non dobbiamo rinunciare né allo sviluppo né al Piano, ma il progetto deve essere sostenibile anche per la comunità; stiamo chiedendo non di fermarlo o rallentarlo ma solo di cambiarlo anche perché l’iter ha seguito un percorso istituzionale largamente incompleto, serve un supplemento di istruttoria per poter ragionare con tutte le carte in tavola senza posizioni preconcette, tenendo conto anche del fatto che siamo in un’area di grande pregio ambientale».

Conclusa la discussione generale, il presidente Ganau ha chiesto ai consiglieri di iscriversi a parlare per eventuali dichiarazioni di voto.

Il consigliere Christian Solinas, capogruppo del Psd’Az, ha annunciato che non parteciperà alla votazione perché, ha sottolineato, «l’argomento non ha nulla di legislativo».

Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona Franca) ha detto che «è giusto ascoltare un amministrazione locale ed un rappresentante dello Stato che altri organi dello Stato hanno deciso di ignorare ed è necessario riflettere sulle ragioni sacrosante di tutela di una comunità, ma ci sono interessi strategici della Sardegna ma non è possibile liquidare certi argomenti con una mozione, sarebbe più utile una mediazione prima di dividersi su un voto, nel qual caso non parteciperei».

Il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau ha annunciato il voto favorevole. «In questa vicenda – ha affermato – non c’è niente di localistico, c’è un autorità romana che va contro gli interessi di una comunità».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha auspicato di non essere stato frainteso: «Tutte le parti possono avere buone ragioni e da sindaco Piscedda ha agito correttamente ma è vero che il Consiglio non ha potuto effettuare gli approfondimenti che una questione di tale importanza richiede, sentiamo in commissione le parti interessate, altrimenti non parteciperemo al voto».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha messo l’accento sul fatto che «Piscedda ci ha posto il problema di una comunità che ospita una delle più grande strutture della Sardegna, un problema da consiglieri regionali e da amministratori locali, ma la mozione lascia margini di intervento e di modifica sui quali si può lavorare, con riferimento ai primi due paragrafi troppo divisivi, mentre il resto è giusto e ragionevole».

Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera) ha detto che «Piscedda va ringraziato per la passione e per l’impegno, sono favorevole sia perché è una posizione coerente con i principi di crescita sostenibile che fanno parte del programma di governo sia perché c’è tutto il tempo per rivedere accordi e procedure, l’Enac non può farla da padrone in Sardegna, impedirlo significa dare senso e significato alla parola autonomia alla quale teniamo moltissimo».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha definito il dibattito «un paradosso, un tema così importante viene banalizzato troppo, la Giunta ha altre materie su cui far sentire la propria voce, va riconosciuto che nello specifico Piscedda ha difeso giustamente la sua comunità ma il Consiglio ha diritto ad una sua valutazione che non può essere affrettata; non parteciperemo al voto».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha osservato che «Piscedda ha parlato con chiarezza, il problema non è solo del sindaco di Elmas è un problema di tutta la Sardegna; stiamo discutendo di una mozione, e niente più, con cui si chiede che la Regione Sardegna possa dire la sua e confrontarsi con le altre parti interessate, niente di straordinario anzi dovrebbe essere la normalità».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 4 astenuti.

Al termine dello scrutinio il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno questa mattina alle 10.00.

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La Sardegna è la prima regione italiana, insieme al Lazio, a rispettare il termine ultimo imposto dal Governo per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. La Giunta regionale ha approvato le disposizioni per il definitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, impegnandosi a elaborare e attuare programmi personalizzati di dimissione e presa in carico dei pazienti da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale.

«È un provvedimento di cui andiamo particolarmente orgogliosi – dice l’assessore Arru – ci sono 22 sardi ricoverati di cui la Regione deve d’ora in poi interamente farsi carico: di questi, 18 possono essere dimessi e seguiti con programmi personalizzati. Abbiamo individuato una struttura a Capoterra e stretto un accordo con la Asl di Sanluri. Adesso presenteremo tutta la documentazione al Ministero, il che consentirà di sbloccare risorse economiche e umane».

Sempre su proposta dell’assessore della Sanità, l’esecutivo ha approvato la proroga delle linee guida per i Piani locali unitari dei servizi alla persona, la modifica dei criteri di assegnazione del finanziamento indistinto della spesa sanitaria della parte corrente del 2013 e approvato definitivamente il riparto delle risorse destinate al finanziamento indistinto del Servizio Sanitario Regionale tra le Aziende Sanitarie.
Su proposta dell’assessore Raffaele Paci, la Giunta ha approvato gli atti di indirizzo per la contrazione del mutuo infrastrutture da 700 milioni di euro contenuto nella manovra finanziaria (in erogazioni non superiori a 150 milioni all’anno per 8 anni o, in subordine, per 5 anni, a un tasso d’interesse commisurato a quello applicato dalla Cassa Depositi e Prestiti e da estinguere in trent’anni). Sarà ora attivato un meccanismo di gara, con criterio di aggiudicazione del prezzo più basso e preferenza per il tasso fisso. Via libera anche alla rimodulazione dell’atto aggiuntivo dell’Accordo di programma al PIA 13-14 di Nuoro (Infrastrutture e Impianti Produttivi, Turismo e Ambiente).
La Giunta, su proposta dell’assessore Virginia Mura, ha approvato gli indirizzi per la programmazione regionale dell’offerta formativa pubblica. Gli indirizzi recepiscono le Linee Guida per la disciplina del contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere. E’ stata approvata anche la delibera sul bilancio di previsione annuale 2015 e pluriennale 2015-2017 dell’Agenzia Regionale per il Lavoro.
Una delibera integra e modifica il Piano di dimensionamento scolastico 2015-2016. Il provvedimento corregge alcuni errori tecnici presenti nella stesura precedente del Piano. Sarà restaurata “Villa Laura”, la naturale porta di accesso al Parco archeologico urbano di Tuvixeddu a Cagliari. Lo prevede una delibera approvata su proposta dell’assessore Claudia Firino. L’intervento finanziario previsto è pari a 5 milioni di euro. A restauro concluso, alcuni spazi dell’edificio saranno utilizzati per eventi culturali e artistici.
Su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, passano dalla Regione al Comune di Arborea, al prezzo simbolico di 1 euro, tre immobili in disuso che l’amministrazione comunale potrà utilizzare a scopi turistico-culturali con particolare riferimento alla storia della bonifica di Arborea. Sempre al prezzo simbolico di un 1 euro, passano dalla Regione al Comune di Pula alcune aree che l’amministrazione comunale utilizzerà per il miglioramento della rete stradale. Al prezzo simbolico di 51,65 euro, infine, la Regione trasferisce al comune di Cagliari alcuni terreni nella zona di San Bartolomeo. In quell’area sarà realizzato un ecocentro a supporto della raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Via libera allo schema del nuovo Accordo di Programma per la strada statale 554. Il testo del nuovo Accordo, approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore Paolo Maninchedda, è stato condiviso dai comuni di Cagliari, Selargius, Monserrato, Quartucciu e Quartu, dall’Anas e dalla Provincia di Cagliari. I progetti inseriti nel nuovo Accordo prevedono l’eliminazione dei semafori e degli incroci a raso. Sempre su proposta dell’assessore Maninchedda, l’esecutivo ha concesso il nulla osta al commissario dell’ENAS perché autorizzi l’esercizio provvisorio dell’Ente per altri due mesi, sino al 30 aprile 2015.
Non saranno sottoposti all’ulteriore procedure di Valutazione di Impatto Ambientale gli interventi per realizzare infrastrutture nella zona portuale di Calasetta e per un impianto di riciclaggio di rifiuti inerti a Torpè. Lo ha deciso l’esecutivo su proposta dell’assessore Donatella Spano. Approvate anche le disposizioni transitorie e gli indirizzi operativi in attesa che venga emanato il decreto del ministero dell’Ambiente con il quale saranno definiti i criteri e le soglie da applicare per l’assoggettamento alla procedura di verifica ambientale. Via libera, infine, al nulla osta che autorizza la proroga dell’esercizio provvisorio dell’Ente Foreste fino al 30 aprile 2015 e all’Intesa con l’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa sul Piano di gestione dei rifiuti del porto di Bosa.
Alla Direzione generale dell’assessorato è attribuita la responsabilità della linea di attività in materia di green economy e riduzione delle emissioni di gas serra. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta su proposta dell’assessore Maria Grazia Piras. Gli interventi per la promozione degli investimenti nel campo delle energie rinnovabili sono a valere sul PO FESR 2007/2013.
L’artigianato artistico sarà protagonista nelle strutture ricettive di qualità della Sardegna. Lo prevede una delibera proposta dall’assessore Francesco Morandi che approva le direttive di attuazione del bando “Incentivi per la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti espressione dell’identità locale” a valere sul PO FESR 2007-2013.

Un disegno di legge approvato oggi dalla Giunta regionale disciplina per la prima volta in modo organico la partecipazione della Regione e degli Enti ad essa collegati a spa o srl, società ancora numerose. La nuova legge si propone prima di tutto di fare pulizia di norme scollegate, spesso improprie, talvolta contraddittorie, che si sono accumulate nel corso degli anni.
In questo modo si ottiene un approccio più aperto alla gestione delle partecipate, in cui è investito capitale pubblico, contribuendo così a dare maggiori garanzie di trasparenza. Un’apertura resa necessaria anche dai numerosi interventi degli organi di controllo, a partire dalla Corte dei Conti.Il disegno di legge interviene anche sul tema degli amministratori, delle qualifiche necessarie per essere nominati, dei loro compensi, introducendo criteri rigorosi e regole chiare che riducono l’eccessiva discrezionalità nelle scelte.

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La Giunta regionale ha dato oggi il via libera alla programmazione unitaria dei fondi europei, nazionali e regionali, con l’approvazione di un nuovo modello di governance che individua due strutture, una Cabina di regia e una Unità di progetto di coordinamento tecnico, per affrontare e risolvere da subito i problemi connessi alla fase di attuazione dei Programmi (PO FESR, PO FSE, PO FEASR, PO FEAMP, PAC, PON, APQ), garantendo il rispetto degli impegni assunti, la realizzazione delle integrazioni tra Fondi e il conseguimento degli obiettivi.
«Il principio di concentrazione, alla base della nuova programmazione comunitaria 2014-2020, e la necessità di finalizzare adeguatamente l’uso di risorse e competenze su obiettivi e risultati quantificabili, impone di chiarire le scelte di policy aggregate su tematiche strategiche – spiega il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Questo consente da un lato di assicurare unitarietà programmatica, finanziaria e di governance agli interventi da realizzare sul territorio regionale, definendo un quadro ampio ma coordinato di politiche, dall’altro di articolare quelle politiche in obiettivi specifici, progetti e attività declinati sul territorio. Concentrazione e integrazione delle risorse, dunque, maggiore orientamento ai risultati, attenzione ai territori e semplificazione, con l’obiettivo finale ma prioritario di non perdere mai più i finanziamenti europei, fondamentali ancora di più in un momento di crisi come questo.»
La cabina di regia sarà coordinata dal presidente della Regione o da un suo delegato. Ne faranno parte i tre assessori responsabili delle strutture in cui sono collocate le Autorità che sovraintendono alla gestione dei programmi cofinanziati.

«La programmazione unitaria è il principio cardine della manovra finanziaria per il 2015 – sottolinea l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci – integrare i fondi, spendere prima, subito e bene quelli europei, poi i nazionali e i regionali. Non ci possiamo più permettere di restituire a Bruxelles decine di milioni di euro come troppe volte è accaduto in passato.»

L’assessore del Lavoro, Virginia Mura, sottolinea «l’importanza di riuscire a integrare le politiche del fondo sociale europeo FSE con tutte le altre per renderle più efficaci sul territorio».

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, dice che «per centrare obiettivi strategici e sempre più ambiziosi per la crescita della nostra regione è indispensabile, come si propone la cabina di regia sui fondi, integrare le politiche di sviluppo rurale FEASR con il resto dell’economia».

Parteciperanno in base a specifiche esigenze anche gli altri assessori coinvolti a vario titolo nell’attuazione della Programmazione Unitaria.

«La Regione con la cabina di regia sui fondi vuole centrare le tre priorità indicate dalla Commissione Europea – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Crescita intelligente, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e dell’innovazione; crescita sostenibile, basata su un’economia più verde, più efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva; crescita inclusiva, volta a promuovere l’occupazione, la coesione sociale e territoriale.»

La cabina di regia sarà coadiuvata da una Unità di progetto di coordinamento tecnico, coordinata dal Direttore pro tempore del Centro Regionale di Programmazione. Ne faranno parte le Autorità di Gestione dei fondi, le Autorità di Certificazione e il responsabile del Piano di Rafforzamento amministrativo, ma anche in base a specifiche esigenze i direttori generali degli Assessorati coinvolti a vario titolo nell’attuazione della Programmazione Unitaria. Avrà il compito di attuare gli indirizzi della Giunta, predisporre gli atti, elaborare documenti e proposte per la definizione di intese con gli Enti e le Amministrazioni territoriali necessari per il conseguimento degli obiettivi della Programmazione unitaria, coordinare le attività di comunicazione dei diversi Programmi per evitare sovrapposizioni.

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Si è conclusa la protesta dei lavoratori della Dalcas che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati e stamane hanno manifestato salendo sulla gru del nuraghe Sirai. Questa mattina  il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, si è recato presso il Nuraghe Sirai per portare solidarietà agli operai. In seguito all’invito del sindaco, gli operai hanno sospeso la protesta. Il sindaco ha immediatamente contattato la Regione, per sollecitare una veloce soluzione della vertenza. Grazie ad un accordo con l’assessorato regionale del Lavoro, il pagamento dello stipendio arretrato per gli operai della Dalcas, verrà effettuato entro 5 giorni.

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La Giunta Pigliaru, come previsto dall’accordo firmato a luglio con il Governo centrale e come già hanno fatto le altre Regioni a statuto speciale (Alto Adige, Trentino, Friuli), nella Giunta di questa mattina ha ritirato i ricorsi ancora pendenti con il Governo di fronte alla Corte Costituzionale. L’accordo, e dunque il ritiro dei ricorsi, non riguarda invece in alcun modo il versante della Vertenza Entrate, dove sono già stati ottenuti importanti risultati (pieno riconoscimento del diritto della Sardegna alla compartecipazione in base all’articolo 8 dello Statuto e anticipazione di 300 milioni degli arretrati) ma che al momento resta ancora aperto.

«Il Governo sinora ha mantenuto gli impegni presi con noi a luglio e noi oggi manteniamo i nostri, chiudendo il contenzioso che riguarda le materie oggetto di quell’accordo – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Tutto il nostro impegno, ora, va sulla Vertenza Entrate. Sono due i fronti su cui stiamo lavorando: un costante confronto con lo Stato per la definizione delle norme di attuazione che portino al pieno riconoscimento e alla quantificazione delle nostre entrate e la predisposizione di un disegno di legge sull’Agenzia regionale delle Entrate. La Vertenza Entrate è una partita aperta – ha concluso Pigliaru – ma gli importanti risultati che abbiamo ottenuto sino a questo momento ci fanno essere ottimisti».

Grazie all’accordo firmato il 21 luglio a Roma sul pareggio di bilancio, tutto quello che entra nelle casse della Sardegna potrà essere speso, senza più sottostare agli assurdi vincoli del patto di stabilità. Significa, solo per il 2015, poter effettuare pagamenti per circa 700 milioni in più rispetto al 2014. Non solo: tutti gli arretrati dovuti dal Governo possono essere utilizzati senza alcun limite di spesa per pagare i residui passivi fin qui accumulati, ovvero le promesse di pagamento con Enti Locali, Imprese, Associazioni finora mai saldate proprio a causa dei vincoli del Patto. Solo in questi primi mesi quasi un miliardo di euro: i 300 milioni della Vertenza Entrate, altri 350 dovuti ed erogati da Roma e 320 ricevuti da Bruxelles.

«Da quest’anno non accadrà più che la Regione farà promesse di pagamento che non potrà mantenere: spendendo tutto quello che incassiamo riusciremo a chiudere i debiti pregressi e soprattutto a non aprirne nuovi. È un risultato straordinario perché non stiamo più parlando di promesse di pagamento, non più cifre stanziate e non spendibili ma solo certezze – sottolinea l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci -. I primi giorni di febbraio abbiamo pagato un terzo dei debiti con Enti Locali, Università, Cultura, Agricoltura, Sanità e Sociale, per fare solo alcuni esempi. Vogliamo chiudere la partita dei debiti entro quest’anno, in modo da ripartire nel 2016 con la consapevolezza di non dover più pensare al passato ma di poterci concentrare solo sulle cose da realizzare nel presente e per il futuro della Sardegna».

Le tasse aggiuntive pagate dai sardi per abbattere il debito pubblico rimarranno in Sardegna e saranno usate solo ed esclusivamente per ridurre il debito pubblico dei sardi: si tratta di 200 milioni all’anno per 4 anni. Con il comma 5 dell’articolo 38 del ddl Stabilità, il Governo lo scorso dicembre ha riconosciuto alla Sardegna il diritto a trattenere nell’Isola il ricavato delle cosiddette tasse di scopo. Si tratta di un risultato importante, auspicato anche dall’ordine del giorno unitario approvato all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 2 ottobre. «Tutto questo significa che il nostro debito pubblico si riduce notevolmente, pagheremo molto meno la rata del mutuo (risparmieremo circa 40 milioni solo nel 2015), dunque sarà più sostenibile la contrazione del nuovo mutuo per il Piano Infrastrutture che rimetterà in moto l’economia dell’Isola e l’aiuterà a superare lo storico gap che tanto la penalizza. Si sostituisce il vecchio debito con alti tassi di interesse con nuovi mutui a tassi bassissimi – spiega l’assessore Paci -. Complessivamente perciò diminuiscono rate e indebitamento».

Nell’incontro del 19 dicembre scorso al ministero dell’Economia e delle Finanze la Sardegna ha ottenuto il pieno diritto al riconoscimento delle somme mai pagate fra il 2010 e il 2014 all’interno della Vertenza Entrate per la partita che comprende gli arretrati Ires, Riserve finanziarie e Giochi. Il 16 gennaio, in attesa di quantificare esattamente il dovuto, il Governo ha staccato un assegno da 300 milioni come anticipo sugli arretrati.

La Giunta sta lavorando a un disegno di legge sull’Agenzia Sarda delle Entrate che abbia compiti di accertamento e riscossione delle proprie entrate, a garanzia dell’autonomia della Sardegna e del controllo su entrate proprie e compartecipazioni erariali.

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La Giunta regionale ha approvato oggi, su proposta dell’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, le linee guida della nuova programmazione territoriale che punterà su individuazione delle aree di intervento, promozione dello sviluppo attraverso progetti finanziati dai fondi europei che garantiscano lavoro, istruzione, mobilità e connettività, certezza di tempi e risorse e monitoraggio dei risultati. per la sua realizzazione, le risorse della Programmazione 2014-2020 saranno integrate con quelle della Regione rendendo più mirato l’utilizzo e rispettando le specificità dei territori.

Al centro della strategia sta la qualità della vita delle persone: più benessere e più lavoro. Per i progetti territoriali viene attivata una procedura di condivisione con le rappresentanze istituzionali di scala regionale degli enti locali e sarà attivato un tavolo di partenariato Territorio – Regione per definire strategia di sviluppo, obiettivi e risultati attesi. «La crisi finanziaria, economica, sociale, ma anche politica e di fiducia, insieme alla scarsa competitività produce in ambito regionale effetti amplificati impoverendo sempre più il tessuto produttivo e sociale – spiega l’assessore Paci -. La Regione non mira soltanto a uscire dalla crisi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, che abbia una dimensione territoriale e sia più intelligente, sostenibile e solidale. Territori competitivi e occupazione: questo vogliamo realizzare grazie a una reale partecipazione alle scelte da parte dei territori, ognuno dei quali ha una sua specificità che viene assecondata e valorizzata».

La nuova Programmazione territoriale fa riferimento al modello della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), fortemente ancorata però alle caratteristiche del contesto regionale. Della SNAI richiama la metodologia, caratterizzata dall’utilizzo integrato dei diversi fondi comunitari e individua l’Investimento Territoriale Integrato (ITI) come strumento di programmazione particolarmente indicato per attuare le strategia territoriali, perché fornisce un meccanismo flessibile per la formulazione di risposte integrate alle diverse esigenze pur mantenendo l’attenzione sui temi che legano la politica di coesione alla strategia Europa 2020. «In questo processo i Comuni sono considerati partner privilegiati per la realizzazione dei progetti di sviluppo – sottolinea il vicepresidente della Regione -. Dovranno però accorparsi in Unione di Comuni e Comunità Montane con una visione sovralocale e, dimostrando di avere giuste competenze e organizzazione, potranno gestire direttamente le risorse per attuare gli interventi». 

Per la realizzazione dei progetti si avranno varie combinazioni tra i diversi fondi e strumenti, in relazione alle caratteristiche del territorio o della filiera su cui si intende operare (zone urbane, rurali, di crisi). Saranno recuperati i progetti già espressi dai territori nella precedente programmazione per confermarli, integrarli o modificarne la strategia. «Questo approccio territoriale alle politiche di sviluppo non può prescindere dal processo di revisione dell’organizzazione degli Enti Locali – conclude l’assessore Paci – per rendere più efficace l’azione, contrastare lo spopolamento delle aree interne, incrementare la domanda locale di lavoro, rafforzare i fattori produttivi locali che sono anche in grado di incrementare la competitività del sistema produttivo regionale. In questo processo, ogni territorio avrà garanzia di trasparenza, parità di accesso ed equilibrio».

Dopo l’approvazione delle linee guida in Giunta, l’Assessorato della Programmazione procederà a una Manifestazione di Interesse per la presentazione dei progetti, ai quali il Centro regionale di programmazione fornirà supporto e assistenza.

Il presidente del comitato continuità territoriale isole minori della Sardegna, Pierpaolo Bruscu, ha chiesto un incontro al presidente Pigliaru per affrontare i problemi legati alla vertenza Saremar.

 «Egregio Presidente – ha scritto Bruscu al governatore – nonostante le varie richieste di incontro inviate, ed a tutt’oggi prive di riscontro, con la presente Le richiedo un incontro urgente, o in alternativa un incontro pubblico da svolgersi a Carloforte, sulla vertenza Saremar, che rischia di precipitare, a causa delle decisioni prese dall’assessore Deiana, ormai solo contro tutti, ma fermo nel progetto di privatizzazione della Saremar nell’interesse dei Sardi!!! Peccato che noi come comitato, i sindacati, le parti sociali, la popolazione ed ora anche le amministrazioni comunali interessate siano tutti contrari al progetto dell’assessore Deiana.»

«Che dire poi dell’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Vallascas ed il 4 marzo dell’interrogazione risoluzione presentata in parlamento dall’on. Pili – ha aggiunto Bruscu -. Non le sembra sia venuto il momento di conoscere una sua opinione, possibile che non abbia voglia di far conoscere le sue idee i suoi progetti, quali possano essere i futuri sviluppi per questi territori e direi per tutta la Sardegna, sinceramente non condivido il suo immobilismo e i suoi silenzi. Spero – ha concluso Bruscu – non si debba essere costretti ad azioni eclatanti per poter avere la sua attenzione.»

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Lunedì sera il Consiglio comunale di Carbonia ha dato il via libera definitivo al bilancio di previsione 2015.

Condizionato dai minori trasferimenti statali (circa 1.379.000 euro in meno), il Bilancio 2015 si è posto tre obiettivi principali: risparmi per i cittadini, mantenimento dei servizi e nuovi investimenti.

Il Bilancio di previsione 2015 non prevede alcun aumento di tasse o imposte, mentre le tariffe di alcuni importanti servizi a richiesta individuale, come ad esempio l’Asilo nido o il servizio Mensa scolastica, sono state ridotte del 10%. Questa scelta è frutto della volontà politica di investire sui giovani e sulla loro formazione culturale, professionale e civica.

Un altro importante risparmio concreto di cui i cittadini potranno beneficiare deriva dalla riduzione delle tariffe Tari. Grazie al nuovo piano economico del servizio di gestione dei rifiuti, i cittadini potranno avere un risparmio di almeno il 10-15%, dovuto principalmente al rinnovo del servizio di raccolta e gestione rifiuti che sta per partire e prevede diverse migliorie e razionalizzazioni. A questi risparmi l’Amministrazione conta di sommare gli effetti positivi della riduzione del prezzo a base d’asta della gara per l’affidamento del servizio e della lotta all’evasione fiscale totale e parziale che potranno ridurre ulteriormente la tassazione a carico dei cittadini che hanno sempre pagato. È in corso, inoltre, un’importante vertenza con la Regione Sardegna per arrivare alla Tariffa Unica dei costi per lo smaltimento dei rifiuti. Se si realizzasse questa soluzione, per la quale sono arrivati i primi segnali positivi, si avrebbe un ulteriore e importante risparmio che inciderebbe in maniera considerevole sull’abbattimento delle tariffe.

Per il nuovo servizio di raccolta e gestione dei rifiuti il Comune ha accolto diversi suggerimenti presentati dai cittadini nel corso delle numerose assemblee pubbliche convocate dall’Amministrazione, con l’obiettivo di rendere il servizio più rispondente alle esigenze della popolazione e di ridurre le tariffe.

Per il 2015 è prevista la restituzione di quota parte della TASI versata nel 2014 dai cittadini.

L’Amministrazione ha puntato inoltre al mantenimento di tutti i servizi al cittadino: partendo dai Servizi Sociali che complessivamente valgono oltre 8 milioni di euro (di cui circa 2 milioni di fondi comunali), circa un terzo del Bilancio comunale complessivo, che si attesta intorno ai 30 milioni di euro. Nel solo 2014, il Comune ha offerto circa 150 opportunità di lavoro che, seppur a tempo parziale e per una durata di circa 6 mesi, hanno dato una risposta alle necessità di tante persone in difficoltà. Il Bilancio comunale, così come da diversi anni a questa parte, si orienta sempre più verso i Servizi alla Persona. Nel Settore Sociale, anche per il 2015, resteranno attivi, infatti, tutti i servizi che si sono distinti per il buon funzionamento e che fanno del Comune di Carbonia un esempio, almeno in campo regionale, per l’attenzione alle esigenze sociali dei cittadini: ludoteca comunale (che ogni anno organizza diversi laboratori rivolti ai più giovani ed è gestita in ambito sovracomunale tramite PLUS), colonia estiva per i ragazzi, assistenza in strutture o assistenza alle persone in difficoltà, servizi per gli anziani, Sala Prove musicali (sempre in ambito PLUS) e tanti altri servizi.

Un altro asse portante della proposta di Bilancio riguarda gli investimenti. Grazie all’alleggerimento del Patto di Stabilità, il 2015 vedrà la realizzazione di diversi interventi, in particolare sugli impianti di illuminazione, rete idrica, strade e marciapiedi. Nel 2015 potranno essere realizzati lavori per circa 10 milioni di euro. In questo contesto, si inseriscono i due nuovi progetti di immediata cantierabilità, per l’impianto di illuminazione pubblica e risparmio energetico (1.300.000 euro) e per la riqualificazione di Piazza Ciusa (400.000 euro). Questi due interventi si dovranno concludere e rendicontare entro il 30 settembre 2015.

La serie di progetti in programma, per cui l’Amministrazione dispone già dei fondi, è molto più vasta: gli interventi per le strade e i marciapiedi cittadini (700.000 euro nel 2015 e 800.000 euro nel 2016); quelli per gli edifici scolastici della città; gli interventi per la rete idrica (2.000.000 di euro) e per la pineta di Rosmarino (250.000 euro); per l’installazione di videocamere di sorveglianza in città (il comune di Carbonia si è aggiudicato di recente un bando); gli interventi nell’area della Grande Miniera di Serbariu (300.000 euro per l’illuminazione a cui si aggiunge la nascita del Camper service); messa a norma e riqualificazione di diversi impianti sportivi. Al fine di avere maggiori risorse da destinare agli investimenti pubblici in città, per contribuire alla ripresa dell’economia locale, l’Amministrazione comunale ha anche rinegoziato i mutui accesi, in precedenza, dal comune di Carbonia. L’Amministrazione Casti non ha mai acceso nuovi mutui, ed ha proceduto alla rinegoziazione di quelli “aperti” allungandone le scadenze. Questa operazione ha portato ad una riduzione dell’incidenza sul Bilancio delle somme da accantonare per il pagamento degli stessi mutui. Il risparmio così ottenuto sarà destinato, per l’anno 2015, alla realizzazione di cantieri: 700.000, euro per strade e marciapiedi, 90.000 euro per le palestre di Cortoghiana e Bacu Abis, il resto, pari a 200.000 euro, per il cofinanziamento dei Bandi regionali e per altri piccoli interventi.

«L’Amministrazione comunale – ha detto il sindaco, Giuseppe Casti -, tenendo conto degli effetti della crisi che si fanno sentire sempre più sui bilancio comunali, ha voluto presentare un Bilancio di previsione che mira a dare nuovo sviluppo e un contributo concreto ai cittadini nell’affrontare i problemi della vita quotidiana. Per questo abbiamo continuato a lavorare per il miglioramento della qualità della vita degli abitanti di Carbonia. Da una parte ci siamo impegnati a ridurre le tasse e a mantenere tutti i servizi, dall’altra, grazie ad un parco investimenti di circa 10 milioni di euro, abbiamo voluto contribuire a ridare respiro alla situazione economica della Città e del territorio. Ringrazio tutti coloro che hanno espresso il proprio voto favorevole al Bilancio, i Consiglieri di minoranza che hanno dimostrato serietà e propensione al dialogo, le Commissioni consiliari – ha concluso Giuseppe Casti – per il meticoloso lavoro svolto e tutti i cittadini che hanno partecipato alle diverse assemblee pubbliche, fornendo preziosi suggerimenti.»