28 November, 2024
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«Si conservi l’autonomia scolastica per l’Istituto San Domenico Savio di Giba e si scongiuri la chiusura del Pes (Punto erogazione servizi) di Piscinas.»

L’appello arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Se per l’Assessorato regionale all’Istruzione accorpare istituti e chiudere scuole significa risparmiare – spiega il consigliere regionale di Sant’Antioco -, per le comunità locali e per le famiglie equivale invece a disagi e maggiori costi. Ma non solo: tali operazioni comportano anche la riduzione di personale e nel caso in questione si tratterebbe del taglio di ben 8 posti di lavoro.

«Il mantenimento degli attuali livelli di servizio – aggiunge Locci – non comporterebbe per la Regione alcun costo aggiuntivo. Di contro, come già delineato in precedenza, la soppressione degli istituti scolastici causerebbe nuove spese come, ad esempio, i costi di trasporto. Appare poi paradossale la scelta dalla Giunta regionale (compiuta a suo tempo) di destinare risorse cospicue alla ristrutturazione e messa a norma di quegli edifici scolastici che, proprio oggi, la Regione decide di sopprimere con il tanto contestato Piano di dimensionamento.»

«Proseguirò la battaglia nella Commissione competente e, sin da adesso, invito i colleghi consiglieri regionali Luca Pizzuto e Pietro Cocco (entrambi uomini del Sulcis Iglesiente) ad ascoltare la richiesta di aiuto proveniente dalle comunità locali e a battersi insieme a me affinché il territorio non perda queste due istituzioni. Mi auguro che il tentativo, da parte di certuni, di trovare soluzioni per alcuni istituti scolastici della Sardegna – conclude Ignazio Locci -, non crei ingiuste discriminazioni nei confronti delle scuole del Basso Sulcis.»

Una nuova manifestazione popolare a difesa della gestione autonoma del servizio idrico da parte dei Comuni è stata organizzata per l’11 marzo a Cagliari. La manifestazione partirà alle 9.30 da viale Elmas, presso l’ex mercato ortofrutticolo, e si svilupperà attraverso viale Sant’Avendrace, viale Trento, via Battisti, viale Trieste e via Roma, per concludersi davanti al Palazzo del Consiglio regionale. Qui i Consigli comunali di 28 Comuni aderenti all’iniziativa che nei giorni scorsi hanno costituito il Gasi, terranno una riunione congiunta sui problemi legati alla gestione in autonomia del sistema idrico integrato.

Ferdinando Pellegrini, Angelo Deidda e Roberto Lallai.

Ferdinando Pellegrini, Angelo Deidda e Roberto Lallai.

Dopo l’approvazione del decreto Ilva di Taranto, la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario Emanuele Cani (PD), che impegna il Governo a valutare la possibilità di “interventi straordinari” anche su altri stabilimenti industriali, nel settore siderurgico e della produzione e lavorazione dell’alluminio, presenti nel territorio nazionale che per le loro caratteristiche possono essere considerati di interesse strategico nazionale.

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Domani, con un corso a Oristano, si conclude il programma di formazione continua predisposto dall’Ordine dei giornalisti della Sardegna per il primo bimestre 2015.

Ecco il programma – ore 14.00-17.00: corso su “Violenza negli stadi e nel mondo dello sport. Norme, provvedimenti e ruolo del mass-media”. E’ organizzato assieme all’Ussi (Unione stampa sportiva italiana) della Sardegna. Sono previsti gli interventi di Filippo Peretti (Odg Sardegna) e Mario Frongia (Ussi), relazioni di Filippo Dispensa (questore di Cagliari), Ferdinando Rossi (vice questore di Cagliari), Andrea Del Pin (presidente Fgci Sardegna), Leonardo Filippi (Ordinario di diritto processuale penale), Maria Francesca Cortesi (professore associato di diritto processuale penale, autrice di uno studio sul Daspo). I lavori si terranno nel centro regionale della Fgci di Sa Rodia, via della Repubblica, Oristano.

Ai partecipanti saranno assegnati 5 crediti.

Dopo la presa di posizione del consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, ora anche dalla maggioranza di centrosinistra emergono forti preoccupazioni sul futuro dell’aeroporto militare di Decimomannu. A intervenire oggi è Piero Comandini, consigliere regionale del Partito Democratico.

«Un’altra eccellenza storica rischia la dismissione, l’aeroporto militare di Decimomannu fonte di reddito per circa 1.200 professionisti tra militari e civili e 800 lavoratori dell’indotto, garantisce stipendi per circa 46 milioni di euro, nonché investimenti con contratti centralizzati per un giro d’affari di circa 15 milioni di euro. Dietro queste cifre, che possono sembrare banali numeri, ci sono il passato, il presente ed il futuro di intere famiglie che hanno incentrato la propria vita in questi territori contribuendo alla costruzione di un tessuto socio-culturale perfettamente integrato nel contesto geografico. Non possiamo disattendere le aspettative di queste famiglie, la dismissione della struttura militare vedrebbe le attività dirottate presso regioni più ospitali con una ricaduta economica senza pari e con gravi conseguenze occupazionali lasciando alla Sardegna solo la crisi che segna già pesantemente l’intero territorio, lo ribadisce Piero Comandini esponente del PD in Consiglio regionale e primo firmatario di un’interrogazione rivolta al presidente dell’Esecutivo locale.»

«La struttura risale al 1954 – aggiunge Piero Comandini -, insiste sui comuni di Decimomannu, Decimoputzu, San Sperate e Villasor, l’intero sistema economico si riversa su tutto il territorio composto anche da altri piccoli comuni, costruita come base marittima per l’Alleanza Atlantica sull’area del vecchio campo di volo militare utilizzato durante la 2ª guerra mondiale, le operazioni di bonifica e i lavori di allestimento sono stati completati con l’apporto di fondi della Nato e, nel corso degli anni l’intera attività ha preso forma divenendo un punto di riferimento non solo per l’Aeronautica Militare Italiana e Tedesca ma anche per altre forze aeree di nazioni non partecipanti al patto Atlantico.

«Non si può, per mera ideologia, cancellare un pezzo di storia isolana e un presente economico importante per le comunità interessate – conclude Piero Comandini -, con la giusta concertazione tra le parti interessate si potrebbe progettare un piano alternativo volto alla valorizzazione dell’intera struttura e l’ulteriore professionalizzazione del capitale umano, che preveda sì un piano di dimensionamento militare ma affiancato da un serio progetto di riconversione civile, scongiurando così la perdita di posti di lavoro in un territorio già colpito da una difficile crisi economica e sociale.»

Piero Comandini 6

Giovanni Paolo Zedda 3 copia

Dopo l’Incontro Diocesano dei Cresimandi che ha visto coinvolti 318 ragazzi/e provenienti dalle varie foranie della diocesi riunirsi in un clima festoso per pregare e condividere insieme qualche sorriso, il vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda ha pensato ad un Percorso Quaresimale di catechesi rivolto a tutte le realtà diocesane e laiche da svolgersi la domenica pomeriggio in località diverse. Anche i giovani e la Pastorale Giovanile sono chiamati a partecipare. In particolare domenica 8 marzo nella chiesa di Santa Maria Goretti, a Sant’Antioco, il vescovo incontra gli uffici diocesani. La domenica successiva, 15 marzo, a Tratalias, nella vecchia cattedrale, l’incontro è rivolto a tutti i giovani oltre che alle famiglie e gli insegnanti. Per questo motivo l’incontro di preghiera che la Pastorale Giovanile aveva previsto per domenica 2 marzo al colle del Buon Cammino di Iglesias, è stato annullato.

Portovesme srl 1 copia

Il tema della compatibilità tra le attività dell’apparato industriale di Portovesme e le esigenze di salvaguardia dell’ambiente, è spesso al centro del dibattito nei mass media e tra le popolazioni del territorio. I lavoratori della Portovesme srl hanno preso posizione con un comunicato stampa molto polemico.

«Dal tenore di certi articoli e servizi – si legge nella nota, sottoscritta da centinaia di lavoratori – viene data in pasto all’opinione pubblica la visione di una realtà industriale nella quale i dipendenti sarebbero dei dannati avvelenatori di terra, acqua e aria, ricattati per un tozzo di pane, con quoziente di intelligenza prossimo allo zero, sadici e masochisti al contempo, che pur di portare a casa lo stipendio, sacrificano se stessi, la loro famiglia (in quanto tutti vivono nel territorio) e, contemporaneamente, l’intera popolazione. Mai viene data loro voce, ma le interviste fioccano per quei meravigliosi eroi, dei quali molto spesso non si conosce né censo, né attività sociale e, soprattutto, formazione scientifica. Tali signori snocciolano dati con ostentata sicurezza, emettono sentenze, urlano e sbraitano contro un sistema produttivo delinquenziale.»

«Gli ultimi attacchi, mirati, per l’ennesima volta, a presentare i “fumi di acciaieria” come il male assoluto, ci hanno veramente disgustato. A nulla sono servite le spiegazioni, si continua a fare trapelare ad arte che la discarica di Genna Luas accoglie i fumi di acciaieria, che gli stessi sono radioattivi e che il loro trattamento è altamente dannoso per la salute. E allora noi ribattiamo con forza a queste fandonie, ricordando per l’ennesima volta che i fumi di acciaieria non sono altro che un “prodotto” che noi utilizziamo per la produzione dello zinco. Sappiamo bene che essi sono classificati come un rifiuto. Così prevede la legge, ma ciò in virtù del fatto che chi li produce non ha le tecnologie per utilizzarli.»

«Ma noi sì, quelle tecnologie le abbiamo – si legge ancora nella nota dei lavoratori della Portovesme srl – le migliori al mondo. E così, come negli auspici della più evoluta legislazione ambientalista, li trattiamo, producendo metallo d’utilità comune che, altrimenti, sarebbe andato perduto per sempre. Abbiamo valutato per bene ogni cosa e abbiamo messo in campo tutte le migliori tecnologie che ci consentissero di rispettare ogni limite prefissato dalla legge per quanto riguarda ogni tipologia di emissione, in terra, acqua e aria. Abbiamo anche voluto un portale radiometrico in ingresso per i fumi di acciaieria, che segnalasse ogni possibile superamento del fondo radiogeno naturale (episodio accaduto in passato per l’errore di avere fuso insieme ai metalli da recuperare sorgenti di macchine per radiografia o parafulmini). Abbiamo avuto dimostrazione che le nostre procedure hanno funzionato. Si è impedito l’ingresso di alcuni camion che erano potenzialmente radio contaminati»

 

LOCANDINA 25 FEBBRAIO MASTER

Nei giorni 27, 28 e 29 Marzo si svolgerà a Carbonia, presso i locali sede del Centro Italiano Cultura del Carbone (CIC) – Grande Miniera di Serbariu – l’evento congressuale SULKIMAKE Humanities Lab.

Durante i tre giorni dell’intenso programma di incontri, dibattiti, mostre e workshop di nuovo artigianato digitale, decine di imprenditori locali, docenti universitari, giovani studenti, innovation managers, digital champions, digital makers, start upper, formatori e specialisti della comunicazione e del design, provenienti da tutta Italia, si dedicheranno alla divulgazione di nuovi progetti e soluzioni legate alle innovazioni tecnologiche e digitali, proponendo nuove strategie culturali e operative per rispondere alle esigenze di aggiornamento delle piccole e medie imprese, della formazione professionale dei giovani e dell’innovazione sociale.

SULKIMAKE è stato promosso ed organizzato grazie ad una stretta azione di sinergia tra diversi soggetti attivi nel territorio: CGIL – Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Amministrazione Comunale di Carbonia, Società Umanitaria CSC di Carbonia, che hanno patrocinato l’evento e UNISULKY – Università Popolare del Sulcis S’Ischiglia Onlus di Carbonia unitamente alle proposte del nascente FabLab e del progetto-azione NAT14, spin off didattico del BIONIKONLab dell’ I.I.S. Liceo Scientifico “G. Asproni” e Liceo Artistico “R. Branca di Iglesias”.

Questo grande meeting regionale, che gode dell’alto patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari, di concerto con la Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna, sarà interamente  dedicato all’innovazione digitale ed ai suoi modelli di eccellenza gestionale e divulgherà, per la prima volta nel nostro territorio, un vasto panorama di esperienze e di proposte appartenenti alla cosiddetta “terza rivoluzione industriale”.

Un proficuo ed intenso sforzo di collaborazione fra differenti competenze territoriali, tutte impegnate nei difficili e sofferenti scenari sociali, economici, scolastici e culturali del nostro territorio, per convergere sul comune intento di avviare nel Sulcis Iglesiente, a partire dalle proposte concrete e sperimentabili che emergeranno nei lavori congressuali, un percorso di comunicazione, aggiornamento e di formazione continua che punta ai giovani, al mondo del lavoro e dell’impresa, ai settori dell’artigianato, dei servizi, dell’agroalimentare e del turismo per evidenziare che l’innovazione digitale può dar vita a un nuovo Umanesimo.

SULKIMAKE Humanities Lab nasce e si mette a disposizione del territorio Sulcitano con l’obiettivo di promuovere e sviluppare attraverso la rete dei suoi contatti locali e nazionali, un rapporto a misura d’uomo tra agenzie sociali e culturali. Questo processo, che non può che confrontarsi con la scommessa sul futuro dei giovani nella società di domani, partendo dall’esigenza primaria di formare operatori consapevoli, competenti e partecipi di questa nuova, entusiasmante, possibile avventura comunicativa e tecnologica, portatrice, in altri contesti geografici, di alternativi e concreti modelli strategici di lavoro, innovazione e di sviluppo sociale e culturale.

Gli organizzatori sono convinti che questa iniziativa possa rappresentare una grande opportunità di sviluppo per questo territorio, così pesantemente colpito dalla crisi globale, attraverso la quale proporre un corretto e consapevole modello di inserimento delle possibilità della innovazione digitale; e dimostrare che anche i settori tradizionali come quelli locali dell’artigianato, dell’agroalimentare e del turismo, potranno beneficiare dell’enorme potenziale offerto dalla rete, dal co-working, dalla condivisione, dalla collaborazione e dall’innovazione offerta dai FabLab, nuove botteghe contemporanee di artigianato digitale.

Le eccellenze naturalistiche, ambientali e culturali della Sardegna saranno protagoniste della mostra sulla “potenza della bellezza”, uno dei quattro temi selezionati per la grande rassegna di immagini delle Regioni che caratterizzerà il Padiglione Italia dell’Esposizione universale di Milano. La troupe televisiva inviata dalla struttura dell’Expo che dovrà documentare le località e gli edifici sardi è già sbarcata nell’isola. Le riprese saranno effettuate in altissima definizione con l’assistenza logistica e organizzativa della fondazione “Sardegna Film Commission”.

Per la Sardegna, vista un’ampia selezione di luoghi proposta dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, gli allestitori del Padiglione hanno scelto il Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, i paesaggi del Parco geominerario del Sulcis e la sala settecentesca della Biblioteca universitaria di Cagliari. «Durante la mostra saranno presentati video e immagini dei luoghi più significativi di tutte le regioni italiane – spiega l’assessore Francesco Morandi – l’obiettivo è “far immergere” il visitatore del padiglione all’interno di palazzi, architetture e panorami tra i più belli del Paese. Si tratta di un’occasione unica di promozione di luoghi straordinari dal punto di vista ambientale e culturale che incarnano il valore inestimabile della natura e dell’identità isolane, frutto anche della tradizione e della tutela da parte delle comunità locali.»

Con l’approvazione dell’art. 17 della Finanziaria, collegato a un disegno di legge ad hoc, la Sardegna si dota del Fondo per gli aiuti ai soggetti privati colpiti da calamità, uno strumento normativo di carattere generale, destinato a funzionare in maniera sistematica ogniqualvolta si verifichi un evento calamitoso che causi danni a beni mobili e immobili dei privati cittadini e delle attività produttive. La Regione potrà così intervenire in maniera diretta, in caso di calamità, e risarcire i danneggiati.

«Uno strumento del genere finora mancava alla nostra Regione – ha commentato l’assessore regionale della difesa dell’Ambiente, Donatella Spano -. L’erogazione di contributi per aiutare i privati che subiscono danni anche molto ingenti a causa di eventi calamitosi costituisce un elemento di forte criticità nel sistema nazionale di gestione dei danni. Avevo assunto un preciso impegno nei confronti delle popolazioni colpite dall’alluvione 2013 non appena iniziato il mio mandato. Oggi abbiamo posto le basi per consentire a tutti i soggetti privati che subiscano danni ai beni di ottenere un contributo finanziario.»

«Tutto questo è da coordinarsi con le strategie di integrazione delle fonti finanziarie statali e regionali attivate con il mutuo per le infrastrutture votato ieri dal Consiglio – ha detto l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda -. Per la prima volta, risorse pubbliche e private sono programmabili e integrabili per l’obiettivo strategico della messa in sicurezza della Sardegna.»