20 July, 2024
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Francesco Sanna copia

L’onorevole Civati vorrebbe che i sindaci di centro-sinistra sostenuti dal PD aderissero alla sua idea che bisogna autoaffondarsi o affondare i candidati alla guida delle città, democratici o alleati, per dare una lezione a Renzi e al PD nazionale.

E si arrabbia, elegantemente e nel modo letterariamente piacevole che gli è solito, se qualcuno, come Massimo Zedda, Giuliano Pisapia, Marco Doria, primi cittadini di Cagliari, Milano e Genova, non lo seguono nel suo disegno. Il quale ha un antenato autorevole nella fase oscura della sinistra massimalista che divora il centrosinistra riformista e di governo, o se si preferisce, quello che semplicemente vuole realizzare il più possibile del suo programma, e non solo radicalizzarlo per poi non farne niente. Per essere chiari, lo schema che fece cadere il governo Prodi nel 1998.

Ma perché il centrosinistra che ha ben funzionato nelle città dovrebbe immolarsi al disegno di Possibile o di Sinistra Italiana (che poi sarebbe far vincere il centrodestra a trazione salviniana o i Cinquestelle)? Perché, nella versione di Pippo, tutto quello che si è fatto sino ad oggi in Parlamento ha il marchio dell’errore e del tradimento.

Ma rispetto a cosa? Lui dice ad esempio la riforma costituzionale, che invece somiglia molto alla elaborazione che il centrosinistra (e soprattutto il programma dell’Ulivo) ha inseguito per venti anni. La legge elettorale: si può  avere una preferenza per uno schema diverso, ma sicuramente l’Italicum contiene sia molti elementi di restituzione di potere di scelta ai cittadini, sia di determinazione nelle urne della opzione di governo per il Paese. E’ una inversione ad U la scelta di detassare la proprietà della prima casa, tranne che per quelle di lusso? Abbiamo sempre sostenuto che una componente patrimoniale nel sistema fiscale fosse indispensabile. Ma per necessità finanziaria negli anni trascorsi si era ecceduto e questo eccesso non è stato ininfluente nella crisi dell’edilizia, che ha perso mezzo milione di posti di lavoro in cinque anni. Cerchiamo di invertirne il ciclo anche con forti incentivi fiscali alle ristrutturazioni e alla efficienza energetica.

Si potrebbe continuare con gli esempi, e vedere che forse non c’era nemmeno il tanto per andarsene dal PD. Ma per chi – come Civati – ha preso partito per un’altra avventura politica, l’Errore ed il Maligno allignano comunque in ogni cosa sostenuta dal PD. Come il Visconte di Valmont, per stare alla citazione de “Le relazioni pericolose” questa visione delle cose, in modo automatico ed un poco ossessivo “trascende ogni suo controllo”. In questo, difatti, non ha fatto differenza tra il governo di Enrico Letta e quello di Matteo Renzi.

Però, senza che Pippo si offenda del suggerimento, forse occorre che ne discuta di più anche con i suoi possibili elettori, che invece, in maggioranza molto significativa, sembra non vogliano buttare a mare l’esperienza politica del centrosinistra nelle città italiane, e quantomeno si tengono abbastanza svegli e competenti per decidere di testa loro in ogni comunità.

Francesco Sanna

Deputato del Partito Democratico

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Cristiano Erriu 1

La riforma degli Enti locali in Sardegna tra difficoltà e necessità di avviare un cambiamento che porti a snellire la macchina burocratica e rendere un migliore servizio ai cittadini salvaguardando le risorse economiche. Sono questi i punti fondamentali di cui si è discusso nel corso dell’iniziativa promossa dal Partito Democratico di San Giovanni Suergiu e dalla federazione provinciale per discutere della Riforma degli Enti locali proposta dalla Giunta regionale e a breve in discussione in Consiglio.

Antonio Fanni, segretario del PD di San Giovanni Suergiu. ha rimarcato le «difficoltà delle amministrazioni locali». E del ruolo dei comuni e degli Enti Locali ha parlato anche Roberto Cotza, componente della segreteria provinciale del Pd.

L’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha spiegato l’obiettivo della riforma che potrà essere corretta ma ha un’ossatura valida. Emanuele Cani, deputato PD, ha rimarcato l’importanza della riforma. Dello stesso avviso anche Francesco Sanna che ha ricordato la presenza delle istituzioni locali inserite nella riforma. Per Pietro Cocco si tratta di una riforma importante.

Negli interventi che si sono succeduti il sindaci di Carbonia Giuseppe Casti ha precisato che il Consiglio delle autonomie locali, di cui è presidente, è al lavoro per esprimere un parere sulla proposta di legge. Interventi anche di Emilio Gariazzo, sindaco di Iglesias, che ha ricordato e rimarcato il ruolo dei Comuni. Per il segretario provinciale Daniele Reginali si tratta di un «momento politico particolarmente importante per una discussione che vuole essere proficua e che vede anche il coinvolgimento dei cittadini».

L’iniziativa di San Giovanni Suergiu fa parte del programma di incontri e manifestazioni promosse dal Partito Democratico di Carbonia Iglesias nel territorio. 

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Dal prossimo mese di dicembre, anche i cittadini e le aziende di Elmas potranno fare tutte le operazioni attraverso il servizio di “Sportello online”, fino a ieri operativo solo per Cagliari e Sassari nel sito di Abbanoa www.abbanoa.it . Lo ha comunicato il gestore unico con una lettera dell’amministratore delegato Alessandro Ramazzotti indirizzata al sindaco Valter Piscedda,

E’ in corso, infatti, la migrazione dei dati che riguarda l’intero patrimonio del servizio idrico sardo: si concluderà il 30 novembre e da quel giorno partirà il servizio online.

Per i Comuni cambieranno tempi e modi di fatturazione, più veloci e snelli grazie a un unico software. La semplificazione delle procedure porterà significativi effetti anche sulla gestione delle di reclami e conciliazione. 

Il lavoro di migrazione dei dati necessiterà di un periodo di assestamento. 

Da lunedì, per una settimana, gli sportelli continueranno a ricevere le pratiche ma non potranno caricare i dati. Contestualmente, continua Abbanoa, verrà rafforzato il servizio del Call center, per offrire assistenza a 360 gradi e fornire tutte le indicazioni più utili.

Con il nuovo sistema i clienti avranno la possibilità di avviare – direttamente online, senza più fare code allo sportello – la procedura per un nuovo contratto/subentro, la modifica recapito fatture, l’invio dell’autolettura, l’inoltro del reclamo, la disdetta di un’ utenza. Si potranno inoltre avere informazione su posizione contrattuale, controllare lo stato di attivazione del contratto e modificare i dati di accesso al sito. 

L’operatore allo sportello potrà immediatamente consultare le foto delle letture in caso di contestazione, e rilasciare certificati di cessazione in tempo reale.  Non solo. Sarà disponibile la cartella digitale del cliente dove archiviare (in modo digitale) i documenti ricevuti. Questo consentirà al cliente di inviare i documenti via e-mail e gestire l’intero rapporto con il call center.

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Calasetta C copia

Venerdì 27 novembre, alle 17.00, nei locali del Cap, nel porto di Calasetta, si terrà un seminario dal titolo “Pesca e Specie marine protette”. L’incontro, aperto ai pescatori e agli operatori ittici, avrà come tema centrale la divulgazione delle modalità operative e delle procedure conseguenti alle eventuali catture accidentali di specie marine protette come ad esempio le tartarughe marine, ma non solo.

Ogni anno centinaia di esemplari di diverse specie a rischio di estinzione vengono involontariamente catturati. Per la tutela della biodiversità del mare della Sardegna è opportuno salvaguardare queste specie adottando le procedure adatte. Queste vanno da un primo intervento, quando possibile, di recupero dell’animale ferito, al coinvolgimento di specialisti in grado di organizzare le operazioni successive alla cattura. Fanno parte dell’iter da seguire conseguenti alle catture accidentali anche le comunicazioni, agli enti competenti, dei casi di questo tipo.

Di tutto questo si parlerà nel seminario di Calasetta, organizzato dal CAP Sardegna e coordinato da Giuseppe Ollano, responsabile del Centro recupero Cetacei e Tartarughe marine “Laguna di Nora”, che opera dal 1993 per accogliere, curare e riabilitare esemplari spiaggiati o in difficoltà e fa parte della Rete regionale per la conservazione della fauna marina. Il Centro di Nora è responsabile dei recuperi nell’area ricompresa tra il Golfo di Cagliari e Arbus, considerata “hot spot”, ossia particolarmente critica per la conservazione della specie Caretta Caretta, dove maggiore è l’interazione tra le attività umane e questi rettili marini.

Con l’organizzazione di questo seminario, il CAP Sardegna (Centri Assistenza Pesca, progetto promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna, messo a punto dalle associazioni Federcoopesca Sardegna, AGCI Agrital, Lega Pesca e Associazione Armatori motopesca sardi), conferma la volontà di proporsi sempre più come guida e orientamento per i pescatori e gli operatori ittici della Sardegna che sentivano la necessità di un punto di riferimento globale. Lo dimostra l’interesse crescente verso le iniziative di divulgazione come il seminario che si è tenuto lunedì scorso a Castelsardo sul tema della salute e sicurezza sulle imbarcazioni da pesca, e che ha riscosso grande partecipazione e un coinvolgimento oltre le previsioni. Gli sportelli locali del CAP sono nove e operano in tutte le marinerie dell’Isola

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Palazzo della Regione 3 copia

La Giunta regionale ha deciso di rafforzare le relazioni istituzionali e l’apertura verso nuove opportunità di business con la Tunisia approvando l’adesione all’iniziativa di cooperazione cofinanziata dal ministero degli Affari Esteri di partenariato per la formazione allo sviluppo locale basato sull’innovazione e la valorizzazione delle risorse ambientali, umane e storiche del territorio. E’ un’iniziativa realizzata con il Consorzio per la promozione delle attività universitarie del Sulcis Iglesiente (Ausi). Deciso invece il recesso della Regione dall’Associazione delle Regioni d’Europa (ARE), cui la Regione ha partecipato pur non avendo mai preso parte a progetti né ad altre iniziative dell’ARE.
Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, sono stati stanziati 100mila euro per il monitoraggio degli habitat e delle specie di rilevanza comunitaria della direttiva “Habitat” ed è stato approvato il programma di spesa. Sono stati stanziati inoltre 0mila euro per sviluppare il progetto di redazione di una carta ittica regionale, con programmi di monitoraggio e indagini. I restanti 20mila euro sono destinati all’approfondimento delle conoscenze degli habitat segnalati in Sardegna dagli esiti del Seminario Biogeografico Bilaterale dello scorso ottobre, che impegneranno la Regione a sciogliere diverse riserve scientifiche e ad aggiornare i Formulari standard della Rete regionale in tempo utile per la trasmissione alla Commissione Europea della nuova Banca Dati Natura 2000 (prevista nell’autunno 2016). Non sarà sottoposta a ulteriore procedura di Valutazione di impatto ambientale (VIA), condizionata al rispetto di una serie di prescrizioni, la proposta di realizzare una piattaforma e infrastrutture di servizio per lo svolgimento di operazioni di stoccaggio, trattamento e recupero di rifiuti speciali non pericolosi solidi inerti e di deposito materie secondarie a Uta in località Macchiareddu.
Su proposta dell’assessore Raffaele Paci la Giunta, relativamente alla legge regionale sui Consorzi Fidi approvata a giugno scorso, ha approvato definitivamente il Disciplinare del Fondo unico per l’integrazione dei fondi rischi dei Consorzi di garanzia fidi e il Disciplinare su organizzazione e funzionamento dell’Osservatorio dei confidi. Via libera anche all’individuazione degli organismi intermedi del Por Fesr e Fse 2014-2020 e del Por Fse: si tratta dei Comuni di Cagliari, Sassari e Olbia, denominate Autorità Urbane, e di Sardegna Ricerche per il Fesr rispetto alle azioni di ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e innovazione. Approvate infine anche le misure per ottimizzare la performance di chiusura del Programma Por Fesr del ciclo precedente 2007-13.
Via libera all’acquisizione in posizione di comando, nell’ambito dell’amministrazione regionale, di dirigenti, funzionari e impiegati da altre amministrazioni pubbliche. Lo ha stabilito la Giunta su proposta dell’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro. Viene prevista la procedura di comando per 2 dirigenti. Altri 15 dipendenti, tra funzionari e impiegati, sono destinati, immediatamente, alla Direzione generale dei lavori pubblici per le attività connesse al rischio idraulico e idrogeologico. I comandi vengono attivati in base alle priorità individuate dall’esecutivo. Lo scorso 2 ottobre la Giunta, sempre su proposta dell’assessore Demuro, ha definito i criteri, le procedure e le modalità per la mobilità e l’acquisizione del personale da altre amministrazioni pubbliche e dato il via libera a disposizioni varie in materia di personale necessarie alla risoluzione di alcune problematiche riguardanti la gestione del personale regionale. La Giunta ha poi approvato la delibera con la quale, per giusta causa, viene revocato l’incarico a Marcello Barone, l’amministratore unico di Sardegna IT, società in house della Regione. Sulla base degli accertamenti preliminari compiuti dal Collegio sindacale della società e dalla Direzione degli Affari generali e società dell’informazione sono stati rilevati profili di illegittimità in relazione all’operato dell’amministratore unico. La Giunta ha deciso di avviare una procedura per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per il conferimento dell’incarico di amministratore unico di Sardegna IT.
L’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda ha proposto e l’Esecutivo approvato le varianti al Pai (Piano stralcio per l’assetto idrogeologico) di Buggerru e Tortolì.
Come richiesto dall’assessore Elisabetta Falchi, l’Esecutivo ha riconosciuto il carattere di eccezionalità alla tromba d’aria che si è abbattuta lo scorso 4 settembre nelle zone di Mogoro e Terralba.

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Donatella Spano 6

La Giunta regionale ha oggi deliberato, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, l’istituzione di un Tavolo tecnico incaricato di elaborare il Piano regionale di protezione civile per il rischio idraulico e idrogeologico. Viene posizionato quindi il nuovo tassello del percorso iniziato con l’istituzione del Centro Funzionale Decentrato e l’adozione del Manuale Operativo Manuale Operativo delle allerte ai fini di protezione civile.

L’assessore dell’Ambiente sottolinea l’urgenza di adottare il Piano. «Siamo consapevoli della profonda vulnerabilità del territorio regionale, ormai frequentemente colpito da eventi calamitosi – spiega l’assessore Spano -. Il Piano regionale di Protezione civile è uno strumento indispensabile allo scopo di organizzare le procedure di emergenza, le attività di monitoraggio del territorio e di assistenza alla popolazione. Il Tavolo tecnico, coordinato della Direzione generale della Protezione civile, avrà il compito di elaborarlo alla luce di tutti gli elementi di complessità della materia».

La struttura del tavolo prevede la partecipazione dei direttori generali (o loro delegati) di Protezione civile, Arpas, dell’Adis (Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna), del Corpo forestale, dei Lavori Pubblici, dell’Ente Foreste e dell’Enas (Ente acque della Sardegna). Previa intesa con gli enti competenti sarà integrato con rappresentanti delle Province, delle Prefetture, della Direzione regionale dei Vigili del Fuoco, delle organizzazioni di volontariato di protezione civile e dell’Anci. Infine, qualora fosse necessario, è prevista l’eventuale integrazione anche di esperti su specifiche materie.

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 Simone Onnis

Grande successo del chitarrista sardo Simone Onnis durante il suo ultimo tour in Libano. In un momento particolarmente delicato l’artista sardo ha deciso di non farsi scoraggiare e di proseguire nel progetto di divulgazione della musica e della cultura italiana in giro per il mondo. In Libano è stato accolto da un pubblico entusiasta durante i suoi concerti tenuti a Beirut e a Byblos. Una sala gremita di oltre 500 persone lo ha acclamato all’Assembly Hall dell’AUB, American University of Beirut, la prestigiosa Università Libanese che annovera tra i suoi studenti nomi importanti tra i quali l’Architetto Zaha Hadid. A Byblos ha tenuto una lezione Magistrale su “Musica e comunicazione” presso l’AUT, l’American University of Technology, e nell’Auditorium della stessa Università ha poi tenuto un concerto molto apprezzato dal pubblico, interamente ripreso dalla rete televisiva libanese Telelumiere. In conclusione del tour ha tenuto un Masterclass presso il Lebanon Conservatoire National Superieur de Musique di Beirut riservato ai migliori allievi del Conservatorio. I concerti del tour faranno parte del progetto musicale “Live in tour” e saranno pubblicati nel CD “LIVE IN LEBANON”

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Il Consiglio regionale ha respinto la mozione di sfiducia del centrodestra contro l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Prima della discussione dei punti all’ordine del giorno, il presidente ha ricordato che oggi si celebre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. «Il 25 novembre ricorda il terribile assassinio delle tre sorelle Mirabal avvenuto durante il regime domenicano di Rafael Leonidas Trujillo – ha detto Ganau – dal 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha reso istituzionale questa giornata, invitando governi, organizzazioni e media a sensibilizzare la società sulla violenza di genere. I dati dell’Onu rivelano che il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza fisica o sessuale, dal proprio partner o da un’altra persona. Il rapporto sottolinea anche che due terzi delle vittime degli omicidi in ambito familiare sono donne».

Ricordando che una donna su tre ha subito violenza, il presidente ha elencato i numeri drammatici rilevati dall’Istat.  «Secondo i dati aggiornati al giugno scorso e relativi al 2014, sono 6 milioni e 788mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Praticamente una donna su tre. Il 20,2% è stata vittima di violenza fisica, il 21% di violenza sessuale, il 5,4% di forme più gravi di abusi come stupri o tentati stupri. Nel rapporto Istat – ha proseguito Ganau – emergono segnali di miglioramento: negli ultimi 5 anni le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3% all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Un calo dovuto soprattutto a una maggiore consapevolezza delle donne, che riescono con maggiore frequenza a prevenire situazioni di pericolo e a uscire da relazioni a rischio».

Il presidente dell’Assemblea ha poi puntato l’attenzione sui centri antiviolenza: «Nella nostra isola operano otto strutture. Per il piano antiviolenza 2013/2014 sono stati stanziati 16 milioni e 400mila euro, ma solo 6 milioni sono arrivati nelle case rifugio come ha di recente segnalato ActionAid. E mi fa piacere che la nostra Regione sia tra quelle insieme al Piemonte, Veneto, Puglia e Sicilia, ad aver pubblicato online i nomi di ciascun centro con le risorse ricevute. Strutture essenziali che operano con grande professionalità».

Ganau ha infine sollecitato un pronunciamento del consiglio sul tema: «Ricordo che è stata già depositata una proposta di legge che ha l’obiettivo di introdurre anche a livello regionale importanti azioni per le pari opportunità di genere e contro la violenza sulle donne che auspichiamo segua un percorso privilegiato per la sua approvazione. Credo fosse doveroso oggi ricordare questa ricorrenza per una riflessione congiunta che ci vede impegnati in prima linea nell’approvazione della legge».

Successivamente, l’Aula ha iniziato la discussione della Mozione n.198 (Congiu e più) “sulle gravi e irreparabili conseguenze derivanti dall’estromissione delle centrali di Ottana, Porto Torres e del Sulcis dall’elenco degli impianti essenziali per la sicurezza elettrica”.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto che sulla vertenza sull’energia oggetto del vertice svoltosi ieri al ministero dello Sviluppo economico, riferisca il presidente della Regione.

Il presidente ha osservato che l’argomento figura già all’ordine del giorno del Consiglio con la mozione n.128, fermo restando che il presidente della Regione può decidere autonomamente di rivolgere comunicazioni all’Assemblea.

Il consigliere Congiu, primo firmatario della mozione, ha chiesto in base all’art.114 del regolamento, il rinvio della discussione della stessa ad altra data, in considerazione del fatto che la vertenza-energia è ancora “in itinere” e suscettibile di nuovi importanti sviluppi.

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru è poi intervenuto per comunicare al Consiglio i risultati del vertice svoltosi ieri al ministero dello Sviluppo economico. Si tratta, ha affermato, «di una vertenza molto complesso che da un lato vede impegnati lo Stato e la Regione e, dall’altro, lo Stato e l’Unione europea, su alcuni aspetti importanti del problema energetico: la non interrompibilità cui si collegano le questioni del prezzo e della durata dell’intervento, e la cosiddetta super  interrompibilità». Le interlocuzioni su questi punti non sono facili, ha osservato il presidente, «anche perché nell’Unione europea è cambiata la composizione della commissione concorrenza e sta prevalendo al suo interno una posizione meno favorevole alle istanze della Sardegna». Il Governo, da parte sua, ha confermato, ha riferito il presidente, ««la proroga del regime di super-interrompibilità è molto probabile, mentre resta ancora aperta il confronto sul prezzo megawatt/ora, sul piano tecnico e politico, che va inquadrato nel problema più generale dell’insularità». Su questo, ha proseguito Pigliaru, «siamo molto attivi da oltre un anno stimolando il governo e riconoscere le condizioni particolari in cui operano i produttori energivori della nostra Regione; anche l’essenzialità è un tema oggetto di confronto, che a nostro giudizio va definito come uno strumento transitorio perché serve a tenere aperte centrali del sistema elettrico sardo, è questo è un punto condiviso, e perché deve rappresentare una transizione morbida verso un futuro di centrali più efficienti in attesa del metano che cambierà in meglio il nostro sistema produttivo». In questa fase, ha concluso il presidente, «non possiamo permetterci drammi occupazionali; su tutte queste problematiche la Sardegna, anche nel vertice di ieri, ha rappresentato la sua posizione con forza anche se occorre essere molti vigili su tutti gli aspetti della vertenza a cominciare dall’impatto occupazionale sulle scelte che si faranno, impatto che secondo il Governo, sarebbe vicino allo zero, su quest’ultimo aspetto siamo scettici e saremo particolarmente attenti».

Dopo l’intervento del presidente Pigliaru, il presidente del Consiglio ha messo in votazione la richiesta di rinvio del dibattito sulla mozione n. 128, che l’Assemblea ha approvato.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame del secondo punto all’ordine del giorno, la Mozione n.189 (Pittalis e più) “Sulla richiesta dell’immediata revoca della delega all’assessore regionale dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale”. Per l’illustrazione del documento, il presidente ha dato la parola primo firmatario, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis.

Nel suo intervento, Pittalis ha invitato il Consiglio a spogliarsi di ogni appartenenza nell’affrontare un problema politico «che però richiede anche una valutazione sul ruolo del Consiglio nel controllo degli atti dell’Esecutivo e, sotto questo profilo, i fatti esaminati per quello che sono; non puntiamo l’indice sull’assessore in quanto imprenditore, anzi di imprenditori la politica ha molto bisogno, ma qui la questione è verificare se l’assessore Falchi sia incorsa in un conflitto di interessi su atti amministrativi riguardanti l’attività della sua azienda». Nello specifico, ha ricordato Pittalis, «si tratta di due domande presentate dall’assessore quando non ricopriva  cariche pubbliche, domande prima sospese e poi ammesse al contributo con un ripescaggio che vede l’assessore protagonista, sia con un proprio decreto del 19 novembre 2014 con cui si autorizzava lo scorrimento di una graduatoria, sia con atti di Giunta che concorrono alla formazione del procedimento amministrativo con indubbia rilevanza». Noi riteniamo, ha aggiunto Pittalis, «che l’assessore, quantomeno, avrebbe dovuto astenersi dopo aver rappresentato la situazione di conflitto, in base alla normativa di riferimento che è molto chiara: l’art 57 del nostro Statuto rimanda sul punto alle leggi dello Stato e precisamente alla legge 215/2004 che all’art.1 obbliga i titolari di cariche di governo a dedicarsi esclusivamente alla cura degli interessi pubblici, astenendosi in caso di conflitto, ed evitando anche di formulare una semplice proposta in situazioni di incompatibilità». Sul punto, ha detto ancora il capogruppo di Forza Italia, «esiste poi una copiosa giurisprudenza, quindi delle due l’una: o gli atti in nostro possesso sono frutto di errore altrimenti le cose stanno come diciamo noi, valuteremo risposte che riceveremo e ci riserviamo azioni successive perché questa questione non può essere sottovalutata o passare nel dimenticatoio».

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, nel fare riferimento all’ultima parte dell’intervento del capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che «produttori e industriali fanno parte della stessa filiera» ed ha auspicato una approfondita discussione sul tema della cosiddetta agricoltura produttiva.

Il presidente ha poi svolto alcune considerazioni sull’oggetto della mozione della minoranza che si può riassumere nella richiesta di revoca della delega all’assessore dell’Agricoltura a seguito della nota vicenda riguardante lo scorrimento della graduatoria per la misura 121, per effetto della quale due aziende riconducibili all’assessore Falchi avrebbero beneficiato dell’assegnazione delle risorse.

«Nel documento della minoranza – ha dichiarato il residente della Giunta – si ipotizza un presunto conflitto di interessi ed a questo proposito invito i consiglieri a valutare se l’interesse prevalente dimostrato con l’operato dell’assessore sia di prevalentemente a carattere privato o generale». «Sarà dimostrabile – ha aggiunto Francesco Pigliaru – che nell’operato dell’assessore Falchi è prevalente l’interesse generale finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo della spendita delle risorse comunitarie».

Il presidente della Regione ha quindi affermato che l’assessore dell’Agricoltura ha “sempre lavorato con coscienza e capacità” ed ha confermato «piena fiducia nell’operato dell’assessore Elisabetta Falchi». Pigliaru ha concluso proponendo al Consiglio di consentire l’intervento dell’assessore in Aula per avere i chiarimenti e le informazioni necessarie per una corretta valutazione della questione.

Il presidente del Consiglio, sottolineando l’utilità dell’intervento in Aula dell’assessore Falchi, ha invitato il Consiglio ad assecondare la richiesta formulata dal presidente della Giunta ed ha concesso la parola all’assessore.

L’assessore Falchi ha, in apertura del suo intervento, riconosciuto l’opportunità della richiesta di chiarimenti avanzata dalla forze della minoranza ed ha rimesso ad un intervento scritto la dettagliata spiegazione delle vicende oggetto della mozione 189. Elisabetta Falchi ha preliminarmente inquadrato il contesto in cui i fatti sono accaduti, nel 2015, “ultimo anno del ciclo di programmazione 2007-2013 e ultimo anno utile per la rendicontazione delle risorse Psr 2007-2013”, e che nel maggio 2014 “su un totale di risorse programmate pari a 1.284.000.000 di euro restavano da rendicontare entro il 31 dicembre 2015 più di 464 milioni di euro”.

«Tutte le Regioni – ha dichiarato l’assessore – hanno sfruttato le disposizioni finalizzate all’avanzamento della spesa per completare quella riferita al ciclo di programmazione 2007-2013, attivando nuovi bandi e\o scorrendo le graduatoria ancora valide».

L’assessore ha quindi elencato i vari passaggi amministrativi, nonché le raccomandazioni ministeriali per scongiurare il disimpegno dei fondi comunitari, per affermare con chiarezza che “le domande per accedere ai fondi del Psr 2007-2013 collegabili all’assessore sono state presentate sul bando della misura 121 dell’anno 2012 e che le stesse non sono state oggetto di nessun ripescaggio”. «Si è attuato – ha proseguito la Falchi – vista l’imminente chiusura del ciclo di programmazione, uno scorrimento totale della graduatoria del terzo bando 121 per tutte le domande inserite in graduatoria che, a quella data, erano circa 1.500 per un totale di richieste di finanziamento pari a circa 140 milioni di euro. La determinazione n.12165/838 del 17 luglio 2015, che autorizza lo scorrimento totale, è stata adottata nel rispetto della normativa vigente».

«Senza l’assunzione di tali provvedimento – ha aggiunto – le oltre 1.500 aziende inserite in graduatoria non avrebbero avuto la possibilità di beneficiare dei contributi previsti dal programma di sviluppo rurale e contestualmente risorse importanti sarebbero state restituite a Bruxelles, a causa del disimpegno automatico».

«Il mio operato – ha dichiarato l’assessore Falchi – è sempre stato trasparente ed ho rispettato norme e regole e mi sento di escludere un conflitto di interesse, ho dato seguito ad un atto dovuto per tutti, perché in caso contrario, senza lo scorrimento completo della graduatoria del terzo bando della misura 121 del Psr 2007-2013, migliaia di aziende sarebbero rimaste senza contributi e migliaia di euro sarebbero stati restituiti a Bruxelles».

Ha quindi preso la parola il capogruppo del Pd Pietro Cocco che ha chiesto una breve sospensione della seduta per consentire ai gruppi di trovare un accordo sulle modalità di discussione della mozione.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere di Forza Italia Stefano Tunis. «Questo dibattito non si sarebbe dovuto tenere – ha esordito Tunis – c’è stato tutto il tempo per affrontare la questione e risolverla politicamente. La maggioranza avrebbe dovuto chiedere all’assessore di recedere dal suo mandato e spiegare in Aula le sue ragioni. Se questo fosse avvenuto sarebbe stato lecito esprimere un’opinione sull’operato dell’assessore. Il tema è che l’assessore Falchi ha compiuto e ispirato un atto gestionale che faceva coincidere la sua funzione pubblica e quella di beneficiario dell’atto stesso. Sussiste un obbligo di astensione che l’assessore non ha eseguito. Rispetto a tutto questo, il resto della discussione è irrilevante».

Tunis ha definito “incomprensibile” l’atteggiamento della Presidenza della Regione: «Sono basito dalle affermazioni del presidente – ha detto il consigliere di minoranza – non esiste interesse più alto del buon andamento dell’amministrazione. C’è l’obbligo di astensione quando interesse pubblico e privato coincidono. Non sono previste deroghe. L’assessore Falchi non deve affermare la sua buona fede e parlare del suo operato. Non tocca a noi dire se ci sia stato un danno all’interesse pubblico. Oggi si discute sul fatto che l’assessore non ha adempiuto al suo dovere di correttezza. Se la Giunta preferisce stendere un velo faccia pure, sarà nostra cura informare l’opinione pubblica».

Marco Tedde (Forza Italia)  ha espresso perplessità sul tenore del dibattito: «Non mi sarei aspettato interventi come quello del Presidente Pigliaru e dell’assessore Falchi – ha detto Tedde – noi siamo arrivati in aula senza certezze, questi interventi hanno fugato tutti i dubbi, quei fatti sono accaduti».

Secondo Tedde «l’Assessore ha sbagliato quando ha firmato i decreti, quando ha partecipato alla seduta della Giunta propedeutica alla preparazione del secondo decreto. Si sarebbe dovuta astenere perché quegli atti avevano conseguenze dirette sul suo patrimonio e quello dei suoi congiunti.  E’ uno di quei pochi casi in cui un assessore all’agricoltura si dà la zappa sui piedi. Siamo di fronte a un caso tipico di conflitto di interessi».

Il consigliere azzurro ha quindi concluso il suo intervento invitando l’assessore Falchi a mettersi una mano sulla coscienza e a riflettere sull’accaduto. «Credo che abbia sbagliato – ha concluso Tedde – lo conferma la sua confessione palese e l’atteggiamento del presidente Pigliaru che la difende e dice che è stato fatto per tutelare l’interesse pubblico. Questi fatti costituiscono un vulnus pesante sulla credibilità della classe politica sarda».

In difesa dell’assessore è intervenuto il consigliere del Pd Gian Mario Tendas. «Esprimo il mio sostegno convinto all’assessore per l’entusiasmo e la dedizione con cui sta svolgendo il suo lavoro – ha detto Tendas – nella sua replica emerge chiaro quali sono state le motivazioni che hanno determinato quegli atti. A fronte di un miliardo e 400 milioni di euro disponibili a maggio 2015,  un terzo delle risorse erano inutilizzate. Si è cercato di concentrare l’attenzione sulla misura 121, ma se allarghiamo lo scenario ci accorgiamo che lo scorrimento delle graduatorie non ha interessato solo quella misura, è stato fatto anche per altre».

Tendas ha poi detto di non avere chiaro il danno arrecato all’interesse pubblico: «Qual è la colpa grave che si attribuisce all’assessore?  Non ne vedo, mi sembra invece un’azione oculata rispetto alle esigenze del territorio ed evitare il disimpegno delle risorse comunitarie».

L’esponente della maggioranza ha infine ricordato che la richiesta presentata dall’assessore è antecedente al momento in cui ha deciso di ricoprire un incarico politico. «Si può discutere sull’opportunità di partecipare alla riunione della Giunta quando si è adottato l’atto e magari riflettere sull’esigenza di una disciplina chiara sul conflitto di interessi – ha concluso Tendas – ma non intravedo elementi contrari all’interesse pubblico».

Critico Ignazio Locci (Forza Italia): «Appare sempre più chiaro che non è in discussione l’operato dell’assessore e la sua azione, in alcuni casi meritoria, che ha consentito a molti imprenditori di accedere ai fondi comunitari con lo scorrimento delle graduatorie – ha rimarcato Locci – quello che è in discussione è altro: è vero che le aziende riconducibili all’assessore hanno avuto dei vantaggi dai bandi? E’ vero che l’assessore si sarebbe dovuta astenere dal presenziare in Giunta? Il resto non merita discussione».

Il consigliere di Forza Italia ha poi evidenziato il rischio di mettere a repentaglio la credibilità di tutta la classe politica sarda. «Non c’è giornata in cui l’opinione pubblica non trovi un motivo per sparare nel mucchio e nutrire il brodo di coltura dell’antipolitica – ha affermato Locci – non c’è altro da aggiungere: si verifichi la verità dei fatti contestati e come ciascuno di noi intende comportarsi».

Pier Mario Manca (Partito dei Sardi) ha evidenziato la difficoltà di votare la mozione della minoranza. «Qui non si possono fare dei processi ma parlare di agricoltura – ha detto Manca – la risposta dell’assessore ha generato alcuni dubbi sul come si sta improntando l’azione della Giunta. C’erano tre bandi aperti e si è deciso di scorrere solo un bando (quello della misura 121). Bisogna conoscere però i processi: il bando sulla 121 è sulla infrastrutturazione. Se apro il bando a giugno e lo chiudo a ottobre è chiaro che non posso fare nulla. Si possono acquistare solo trattrici e non si crea sviluppo. Perché si va sulla 121 e non sulla 112  per portare i giovani in agricoltura? Su questo bando che assicurava un contributo di 35mila euro c’erano 500 domande».

Manca ha poi concluso il suo intervento ricordato di aver più volte segnalato, anche con interrogazioni, il rischio di perdere importanti risorse europee e auspicato un cambio di rotta nelle politiche agricole.

Il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha definito la mozione inopportuna e ingiusta, «che si muove su un terreno molto delicato come quello del conflitto di interessi e del ritiro di una delega, con toni eccessivi rispetto all’entità delle questioni sul tappeto, che partono da un articolo di stampa con le sue semplificazioni per sostenere che ha firmato un provvedimento con cui si scorreva una graduatoria, cosa che non ha fatto». L’assessore, ha sostenuto Lotto, «ha emanato atti rivolti alla generalità degli aventi diritto e non ad una singola azienda, mentre è stato chiarito anche il perché della proroga di quella graduatoria, senza alcun privilegio nei confronti di altre perché non c’erano i tempi tecnici». I fatti dicono, secondo il consigliere del Pd, «che è stata fatta una operazione a favore di 1500 aziende: sono questioni delicate cui occorre dare risposte molto chiare ma, in ogni caso, non giustificano la richiesta di ritiro della delega».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha ricordato in apertura che, nel passato più o meno recente, «assessori con conflitti di interesse ce ne sono stati tanti e tutti hanno erogato benefici per tutte le aziende senza beneficiare la propria; altro sarebbe stato ricavare da un provvedimento benefici personali». L’assessore Falchi, ha aggiunto Anedda, «sta dimostrando competenza e professionalità anche nel momento del dopo-alluvioni e soprattutto col Piano di sviluppo rurale che può essere un volano per l’agroalimentare in Sardegna, uno sviluppo di cui la Sardegna ha molto bisogno».

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha criticato duramente la mozione «con cui si riconosce che tutto parte da una notizia di stampa, segno di un modo di fare politica che nasconde una grande ipocrisia, un modo di operare senza avere a disposizione fatti oggettivi». I cittadini, ha continuato Usula, «capiscono cosa succede in Consiglio e lo capiscono anche gli imprenditori seri che secondo i firmatari non potrebbero ricoprire ruoli istituzionali; il lavoro dell’assessore è stato sempre improntato alla correttezza ed all’efficienza e forse questo dà fastidio, danno fastidio i risultati raggiunti che mettono in ombra gestioni precedenti». Ora la Sardegna, ha ricordato il consigliere, «è stata iscritta nel registro degli allevatori del latte ovino, cosa di cui non c’era traccia al ministero, e la nostra eccellente produzione ha avuto riconoscimenti nei mercati internazionali». Si sentono prediche moralizzatrici, ha lamentato Usula, «da parte di chi ha lasciato in ginocchio interi settori dell’economia sarda, situazioni cui ora si sta cercando di porre rimedio, ma in realtà si vuole mettere in discussione il presidente della Regione, la Giunta e tutta la maggioranza; nel ciclo 2007-2013 c’era una emergenza, e si rischiava di restituire circa un terzo dei fondi e l’agricoltura sarda rischiava di perdere quasi mezzo miliardo di euro, cosa avrebbero detto i sardi se non si fosse fatto fronte a questa emergenza?». I risultati di oggi sono sotto gli occhi di tutti, ha concluso, «crescita di tutte le componenti della nostra agricoltura e, soprattutto, 13000 occupati in più».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha dichiarato che la mozione «è un po’ stucchevole perché l’assessore ha disposto lo scorrimento delle graduatorie per sostenere le esigenze delle imprese agricole sarde e non è nemmeno una questione di opportunità, il punto è stabilire se si sia lavorato per l’interesse pubblico». L’agricoltura sarda, ha continuato Cocco, «si sta lentamente ma costantemente risollevando e di questo va reso merito anche all’assessore; piuttosto, riprendendo le osservazioni del collega Manca, va detto che è giusto rispondere alle interrogazioni costruttive che sono utili alla maggioranza perchè il Consiglio è espressione di tutti i territori della Sardegna ed occorre un dialogo continuo fra Giunta e Consiglio, forse il dibattito di oggi è inutile ma forse potrà servire anche all’assessore per cercare con più frequenza la collaborazione dell’Assemblea».

Il capogruppo dell’Udc Pierluigi Rubiu ha sostenuto che «la mozione della minoranza è coerente con l’esercizio dei poteri di controllo che il Consiglio deve sempre esercitare nei confronti dell’Esecutivo e, peraltro, nel merito l’assessore ha ammesso di aver emanato i provvedimenti contestati e la Falchi non è nuova con provvedimento su Laore addirittura precedente al suo giuramento». Quanto allo scorrimento delle graduatorie, ha puntualizzato Rubiu, «è stato selettivo e non è facile sostenere che si è trattato di una coincidenza; ora piuttosto bisogna fare una proroga per gli allevatori di latte ovino e caprino per l’iscrizione alla baca dati nazionale ed il mondo agro-pastorale sardo è in grande agitazione per i ritardi che, in qualche misura, sono addebitabili anche all’assessorato; provveda quindi immediatamente perché riguarda il 60% della produzione nazionale del settore».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è detto convinto che «si sta ingigantendo un problema minuscolo; prima di parlare bisogna pensare, eppure si vedono avvocati che difendono pubblici ministeri, non ragionano sul merito delle questioni ma ci si sofferma su una banalità». La legge, ha ricordato Cocco, «prevede la separazione fra indirizzo politico ed atti di gestione ed anzi dovremmo eliminare dall’ordinamento regionale i decreti degli assessori, in effetti se l’assessore dell’Agricoltura si fosse astenuta non avremmo potuto parlare di niente e questo dettaglio ha fatto passare in ombra i risultati positivo del suo lavoro». Non si può imbastire un processo su una vicenda inesistente, ha concluso, «ed usciamo dalle reciproche contrapposizioni: per noi la vicenda è chiusa e voteremo contro». (Af)

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha replicato con durezza alle dichiarazioni del capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ed ha affermato che “dovrebbe provare vergogna chi tende a banalizzare un problema di trasparenza e legalità”.

L’esponente della minoranza ha ricordato di aver evidenziato un problema su un caso specifico e circoscritto e che l’assessore Falchi – nel corso del suo intervento in Aula – ha ammesso i fatti oggetto della mozione. Pittalis ha parlato di un’operazione di mistificazione condotta da alcuni rappresentanti del centrosinistra ed ha replicato con asprezza al capogruppo di Soberania & Indipendentzia, Emilio Usula: «Non vado a ripercorrere le gesta degli assessori del passato ad incominciare dall’onorevole Muledda, perché oggi la questione è solo quella di capire se l’assessore Falchi ha posto in essere atti che configurano un conflitto di interessiۜ».

A giudizio del capogruppo della minoranza “la misura adottata poteva essere adottata con il ricorso ai poteri sostitutivi che l’assessore avrebbe dovuto astenersi da tutti gli atti riguardando lo scorrimento della graduatoria del terzo bando della misura 121 del Psr 2007-2013.

«Nessuno nega l’opportunità di tale scorrimento – ha affermato Pittalis – ciò che sono in discussione sono le procedure adottate dall’assessore Falchi che avrebbe dovuto rispettare la legge e avrebbe dovuto astenersi».

A giudizio del capogruppo Fi non si è in presenza di “una questione che attiene la prevalenza di interessi”. «Dall’assessore Falchi – ha aggiunto Pittalis – mi sarei atteso le scuse con la conseguente presa d’atto dei fatti da parte del centrosinistra». Pittalis si è quindi dichiarato “insoddisfatto” dal modo in cui alcuni colleghi del centrosinistra hanno voluto condurre il dibattito:«Non è problema di colpa grave o gestione oculata delle risorse ma se c’è stato o no il conflitto di interessi e se la Giunta regionale intende ripristinare il pieno rispetto delle regole».

Il presidente del Consiglio Ganau ha quindi concesso la parola all’assessore dell’Agricoltura per una ulteriore precisazione. Elisabetta falchi ha precisato che la determinazione del luglio 2015 non riporta in calce la sua firma ed ha ricordato che non esiste una normativa regionale che normi il conflitto di interesse ma che vige la la cosiddetta legge Frattini. La Falchi, dopo aver dato lettura di alcuni passaggi della legge nazionale, ha dichiarato: «Il conflitto di interesse non esiste perché non esistono i presupposti».

Intervenendo per dichiarazione di voto, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha incalzato l’assessore sulla sua firma apposta al decreto del dicembre 2014 ed ha ribadito che i presentatori della mozioni non intendono proporre accuse di illecito quando evidenziare la mancata astensione dell’assessore su alcuni atti specifici.

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha sottolineato che l’attenzione è posta soltanto “sui fatti confessati dall’assessore e dalla stessa maggioranza”: «Affermiamo che l’assessore doveva astenersi perché aveva su quegli atti interessi privati».

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha sottolineato come l’assessore Falchi nel suo ultimo intervento in Aula “si sia abbandonata ad analisi giurisprudenziali” ed ha ricordato la recente sentenza della Suprema Corta (sezione 6) che riconosce come “certa” la condizione di pubblico ufficiale dell’assessore regionale, da cui sussiste – ha spiegato Tunis – l’obbligo di astensione.

Il consigliere Ignanzio Locci (Fi) ha dichiarato il voto a favore e ha definito “timidissima” la difesa dell’operato dell’assessore mentre il consigliere del Pd, Salvatore Demontis (Pd) ha dichiarato il voto contraro alla mozione ed ha evidenziato che lo scorrimento della graduatoria rappresenta l’interesse pubblico prevalente e che dunque, le critiche della minoranza si concentrano sull’aspetto formale piuttosto che su quello sostanziale. «Esprimo solidarietà e fiducia all’assessore – ha concluso l’esponente della maggioranza – e dichiaro il voto contrario ad una mozione strumentale e sovradimensionata rispetto al dato di fatto».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato voto contrario ed ha ribadito che l’azione dell’assessore ha avuto come obiettivo soltanto quello di evitare la restituzione dei fondi comunitari e garantire, nel contempo,  ad oltre 1000 aziende agricole l’accesso ai fondi comunitari.

Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha ribadito che l’assessore ha firmato “un decreto che non riguardava in misura diretta pratiche a lei riconducibili”. L’esponente della maggioranza ha quindi dichiarato voto contrario ed ha affermato: «La pratichetta dell’assessore davanti al Psr da portare avanti è una sciocchezza».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha annunciato il suo voto contrario alla mozione: «Il dato è uno solo – ha detto Cocco – 1.000 imprenditori hanno avuto dei benefici dallo scorrimento delle graduatorie. Mi fido di quello che dice il presidente. Gli atti sono chiari, le procedure si sono svolte in modo legittimo. Ribadiamo il nostro no convinto alla mozione e rinnoviamo la fiducia all’assessore Falchi».

Il consigliere del Pd Deriu citando alcuni interventi precedenti ha rimarcato che la questione trattata è politica: «Si parla di fiducia e muovendo dall’assessore si arriva al presidente Pigliaru – ha sottolineato Deriu – per questo dico fiducia al presidente all’assessore e alla Giunta».

Per Mario Floris (Uds) è evidente la leggerezza commessa dall’assessore. «Lo hanno detto Pigliaru e alcuni consiglieri, lo riconosca l’assessore e noi siamo disposti a ritirare la mozione. Altrimenti questo atto passa come provvedimento lecito. Si riconosca che è stato fatto in buona fede, il resto è aria fritta».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione la mozione di sfiducia per appello nominale (ai sensi dell’articolo 118 del Regolamento).

Concluse le operazioni di voto, il presidente Ganau ha comunicato l’esito della votazione: la mozione è stata respinta con 31 voti contrari, 23 a favore e 1 astenuto. 

Si è quindi passati alla discussione della mozione n.200 (Zanchetta e più) sulla necessità di ottenere, dal Governo nazionale, il riconoscimento di La Maddalena quale sede del vertice G7 del 2017.

Il primo firmatario della mozione ha ripercorso le vicende che portarono all’annullamento del G8 a La Maddalena nel 2009 con i noti fatti di cronaca che coinvolsero la cosiddetta “cricca” accusata di aver sottratto illecitamente importanti risorse pubbliche destinate ai lavori per l’organizzazione del summit internazionale. «Portare il G7 in Sardegna è un’occasione irrinunciabile per il Governo nazionale – ha esordito Zanchetta – nel 2017 si celebreranno i 250 anni della fondazione di La Maddalena, due secoli e mezzo di collaborazione leale di quella comunità con lo Stato».

Zanchetta ha quindi sottolineato la necessità di rimediare a ritardi che durano da sei anni e che non hanno consentito di avviare la riconversione economica e sociale di La Maddalena dopo la chiusura della base militare americana decisa dal governo Prodi e voluta dalla Giunta Soru. «E’ un’occasione formidabile per riavviare un percorso interrotto – ha detto il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti – lo Stato deve riaffermare i principi di sussidiarietà a sostegno di comunità minori ingannate dallo stesso Stato che in quell’occasione si è rivelato un Leviatano».

Secondo Zanchetta, lo svolgimento del G7 a La Maddalena consentirebbe di impegnare risorse importanti per le bonifiche e fare in modo che la Regione si riappropri dei beni trasferiti dallo Stato come l’ex Arsenale. «Adesso quel patrimonio è terra di nessuno – ha detto l’esponente della maggioranza – una res nullius che ha necessità di essere governata. Ecco perché è necessario riavviare un processo virtuoso lasciandosi alle spalle i passaggi delittuosi che hanno determinato il fallimento del G8, non tanto per il cambio di sede last minute ma perché non è stato dato avvio al percorso di riconversione».

Zanchetta ha quindi ricordato che il patrimonio trasferito dallo Stato alla Regione non comprende solo l’ex Arsenale ma anche l’ex ospedale, alcune aree di pregio ambientale a Caprera, l’ex Club Mediterranee. «Il G7 rappresenterebbe l’occasione per avviare con norme speciali quello che è stato spezzato nel 2009 – ha concluso Zanchetta – metterebbe in moto un’economia legata alla nautica e alle nuove tecnologie. La Maddalena diventerebbe un polo attrattivo unico nel Mediterraneo. E’

l’occasione per rimarginare una ferita ancora aperta nella carne viva locale». 

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, fra i firmatari dalla mozione, ha auspicato una convergenza di tutto il Consiglio ed un ordine del giorno comune, ricordando che «le ferite aperte sono non solo di La Maddalena ma di tutta la Sardegna, è un scandalo che grida vendetta per lo spreco ingente di risorse pubbliche e non si può dimenticare che il G8 nacque per dare una alternativa a La Maddalena dopo la fine della presenza americana». L’iniziativa del collega Zanchetta va sostenuta con forza e ad alta voce, ha concluso, nei confronti del Governo nazionale.

Il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha condiviso in modo convinto il contenuto della mozione ed anche la decisione di discuterla alla presenza del presidente della Regione, come chiesto dallo stesso Zanchetta. Tenere il G7 a La Maddalena, ha affermato, «potrebbe consentire a tutti di voltare pagina rispetto ad un passato da cancellare, per tante ragioni, a cominciare dalla decisione dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi di trasferire la sede del summit all’Aquila, cosa che avrebbe meritato ben altra reazione da parte della Regione, per continuare con le ruberie della cricca a carico del bilancio dello Stato». La Maddalena, ha concluso, «ha il diritto di essere risarcita e la Regione deve impegnarsi a farlo con tutte le sue forze».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori) ha ribadito l’adesione del suo gruppo sottolineando le legittime aspirazioni della comunità maddalenina ad avere la dovuta attenzione da parte del governo nazionale e regionale, ma ha messo in luce la proiezione dell’iniziativa in chiave turistica, «auspicando che si cominci a cominciare a ragionare sul dopo in una prospettiva di crescita economica inquadrata in una dimensione internazionale». Ci sono da superare criticità importanti, ha ricordato Crisponi, «luoghi abbandonati al degrado e opere che vanno preservate e tutelate; il G7 è un risarcimento ma ancora insufficiente rispetto alle esigenze di riscatto dell’isola e rispetto ad un processo di sviluppo sostenibile che ancora non è cominciato».

A nome della Giuna il presidente Pigliaru ha affermato che «l’argomento ha bisogno di molta attenzione ma di pochissime parole perché siamo tutti d’accordo», aggiungendo che con «il Governo abbiamo concordato le linee generali del progetto ma ci sono aspetti tecnici molto complessi che vanno approfonditi e seguiti; il dialogo va avanti con l’obiettivo condiviso di fare il massimo per portare a la Maddalena il vertice, sia per rimediare agli errori del passato che per dare una risposta a nuova a tutta la Sardegna». Siamo in attesa di ulteriore passaggio tecnico, ha concluso Pigliaru, «perché oltre a bonifiche per stare nei tempi c’è la necessità di definire la controversia fra Mita e protezione civile; siamo pronti a fare la nostra parte e posso dire che da parte del Governo c’è la disponibilità e la forte intenzione di trasformare questa idea in realtà».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, nella replica, ha espresso piena soddisfazione per le dichiarazioni del presidente Pigliaru, assicurando il pieno sostegno alla sua azione e sottolineando che «il Governo deve riconoscere a tutti i sardi e non solo a La Maddalena un risultato fondamentale, riavviando un percorso interrotto in maniera così brusca».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) si è detto favorevole alla mozione, precisando «che è finito il tempo delle parole ed è il momento di passare ai fatti; Zanchetta ha fatto bene a riproporre il problema perché il risarcimento a La Maddalena è giusto e necessario, è auspicabile quindi che la mozione sia lo slancio finale per arrivare ad un risultato concreto, a cominciare dalle bonifiche e dalla riconversione economica del territorio».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia), anch’egli favorevole, ha messo l’accento sulla grande opportunità che il G7 rapprsenta per il territorio e per tutta la Sardegna e per l’Italia intera, sottolineando che «sarebbe migliore risposta contro una vergognosa pagina di malaffare». Fasolino, infine, dopo aver auspicato il pieno successo dell’iniziativa del presidente Pigliaru, ha lamentato che «forse a suo tempo si è data troppa enfasi all’abbandono delle basi americane senza pensare soprattutto al dopo, un errore da non ripetere».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 52 voti favorevoli.

Successivamente ha tolto la seduta. I lavori sono ripresi nel pomeriggio, alle 16.00, mentre per domattina sono convocate alle 10.00 la commissione Bilancio ed alle 10.30 la commissione Autonomia. 

Discussione dell’interpellanza n. 83, Anedda sulla gara d’appalto a procedura aperta per l’affidamento di servizi catalogafici e informatici relativi al Sistema informativo regionale del patrimonio culturale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’interpellanza n.83 (Anedda) “sulla gara d’appalto a procedura aperta per l’affidamento di servizi catalografici e informatici relativa al sistema informativo regionale del patrimonio culturale”. Il presidente ha dato quindi la parola al presentatore, il consigliere Fabrizio Anedda del gruppo Misto, per la sua illustrazione.

Nel suo intervento Anedda ha definito la vicenda emblematica della situazione di tanti lavoratori autonomi con partita Iva senza alcuna tutela sindacale e protezione sociale. Il bando di gara, ha ricordato, «richiedeva il possesso di alcuni requisiti e competenze nel settore della catalogazione secondo gli standard nazionali ed è stata aggiudicata a due società che poi hanno effettuato le assunzioni non sulla base di graduatorie ma attraverso generiche informazioni». Occorre perciò chiedersi come mai non siano state predisposte graduatorie, ha detto, «e poi se l’assessorato abbia effettuato i necessari controlli per la verifica delle professionalità». In realtà, ha aggiunto Anedda, «a distanza di un anno dall’inizio dei lavori non era stato stipulato alcun contratto con gli operatori, in contrasto con la previsione del bando, non fu indicato dalla Regione alcun tariffario-tipo per le prestazioni e si procedette per analogia utilizzando procedure di altre Regioni, mentre le società stipularono poi contratti individuali e privi di garanzie per i lavoratori, a differenza di bando che parlava di posizioni normative e retributive riferite ai contratti di categoria».

Nella replica l’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino ha affermato che si tratta di un caso di cui l’assessorato si è occupato da tempo, dietro segnalazioni di molti operatori, incontrando «molte difficoltà di individuare un equo compenso in base ai contratti di categoria, a causa dell’assenza di un vero e proprio contratto nazionale, fatta eccezione per alcuni criteri di massima indicati nel 2010 dall’Istituto nazionale del catalogo». Per quanto riguarda le lettere di incarico, ha continuato l’assessore, «tale adempimento era di competenza delle società aggiudicatarie mentre, per ciò che concerne l’applicazione del contratto con la Regione gli stati di avanzamento sono stati regolari per circa 24000 su un totale 27500». L’assessorato è poi intervenuto per favorire una mediazione finalizzata a risolvere il problema delle differenze di compenso ma, purtroppo, si è arrivati ad una soluzione parziale». Dalla situazione che si è creata a suo tempo, ha concluso la Firino, «si è comunque preso spunto per una inversione di tendenza, tanto è vero che attualmente in tutti i bandi è presente un riferimento molto puntuale sulla contrattualistica».

Il consigliere Anedda, nella replica, ha preso atto dei chiarimenti dell’assessore, proponendo che, per il futuro, siano introdotte graduatorie per titoli vincolando le società appaltatrici ad attingere alle stesse per le assunzioni e ad applicare il tariffario nazionale sul modello di quello del ministero dei Beni culturali.

Successivamente il presidente ha comunicato che non essendo pervenuta la relazione di minoranza al Dl n. 273 (“Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del Dlgs 118/2011 e successive modifiche ed integrazioni”) il provvedimento non può essere esaminato dall’Aula.

Subito dopo ha dichiarato chiusa la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. 

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

 

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«Sono passati 18 mesi da quando è stato consegnato all’assessore degli Enti locali il disciplinare che uniformava la divisa unica e ancora tutto è come allora». Lo denuncia il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«La verità è che la Giunta regionale ignora questi uomini che ogni giorno lavorano con sacrificio e praticamente a titolo gratuito per la collettività. Per la Regione i barracelli, che svolgono un ruolo importante nella protezione dell’ambiente e nella salvaguardia delle campagne sarde, sono l’ultima ruota del carro – conclude Michele Cossa -, come purtroppo capita per tante categorie dimenticate da questo governo regionale.»

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Sant'Antioco 48 copia

Il tennis è ritornato a Sant’Antioco. A renderlo possibile sono stati un gruppo di appassionati che hanno fondato una nuova associazione tennistica dilettantistica che si chiama “Ats Isola di Sant’Antioco”. Il direttivo è composto da nove soci con Giuseppe Murtas presidente, vice presidente Roberto D’Angelo mentre la carica di cassiere è ricoperta da Maurizio Zedda. L’associazione nasce con nuovi obiettivi e raggiungere nuovi risultati. Per il momento saranno due squadre a disputare il campionato, che è alla terza giornata, nei campetti del lungomare tirati a lucido. Il torneo è quello di terza serie.

«Poi si vedrà – dice il presidente Giuseppe Murtas – sperando nella crescita dei giovani». Il nuovo club, infatti, punta sulla scuola tennis. Al momento i giovani tennisti sono trenta e saranno seguiti da due istruttori di 2/do livello: Giuseppe Murtas e Antonello Soddu. Il tempo di preparasi poi in primavera prossima saranno sui campi in erba per disputare i campionati Under 10 e under 12.

Tito Siddi