27 November, 2024
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Chiesa del Buoncammino 2 copia

Domenica tutti i cresimandi della diocesi di Iglesias verranno accolti nella Caserma Trieste, in via Indipendenza, a Iglesias, per vivere insieme, con il vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, un momento di riflessione e di gioco. Gli arrivi sono previsti per le 12.30. Il programma prevede il pranzo al sacco e, successivamente, alle ore 14.30, l’inizio delle attività (non verrà celebrata l’Eucaristia). La serata dovrebbe concludersi intorno alle 17.30.

Lunedì 2 marzo, alle ore 20.00, sul colle del Buon Cammino, ci sarà il secondo incontro di preghiera per operatori pastorali, parrocchiali, uffici diocesani e tutti coloro che vorranno unirsi a questi per proseguire insieme il “cammino per una rinnovata conversione”. 

La Camera dei deputati ha approvato l’ordine del giorno presentato dal deputato del Partito Democratico Emanuele Cani, con parere favorevole del governo, relativo alla questione delle persone che hanno lavorato in ambienti pericolosi e insalubri con esposizione all’amianto. 

«Si tratta di un atto molto importante – sottolinea l’on. Cani – perché traccia un percorso significativo finalizzato alla risoluzione di un problema che interessa questa categoria di lavoratori. A breve l’ordine del giorno sarà seguito dalla presentazione di mozioni e di atti emendativi per trovare una soluzione definitiva al problema.»

L’ordine del giorno impegna il Governo «a valutare l’opportunità di adottare misure di carattere normativo volte a riconoscere l’equipollenza delle richieste di certificazione INAILcon le domande inoltrate all’INPS, così prorogandone il termine per la decadenza e scongiurando la perdita, anche parziale, del diritto al risarcimento previdenziale».

Emanuele Cani.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Audizione dei sindaci e degli amministratori contrari al piano di dimensionamento scolastico approvato dalla Giunta regionale lo scorso 6 febbraio, questa mattina, nella seconda commissione del Consiglio regionale.

Oltre venti sindaci, provenienti da tutte le realtà dell’Isola, nel corso delle rispettive audizioni, hanno dichiarato la propria contrarietà a quanto disposto dal piano, in particolare per ciò che attiene la chiusura delle pluriclassi e dei cosiddetti istituti globali. Gli amministratori di Escalaplano, Giba, Masainas, Piscinas, Ales, Ghilarza, Cuglieri, Siamaggiore, Tramatza, Perdasdefogu, Osini, Belvì, Ozieri, Siligo, Codrongianos, Nughedu San Nicolò, Santa Maria Coghinas, Erula, Nulvi e Santa Teresa di Gallura, insieme con il commissario della provincia Ogliastra, i dirigenti scolastici di Quartu (Statale 5 “Lao Silesu”), Ghilarza, Porto Torres (istituto “Paglietti”), il presidente del consiglio di istituto della scuola Manno-Cima di Cagliari ed alcune delegazioni di studenti e genitori, hanno lamentato l’assenza di un confronto con l’assessore regionale della Pubblica Istruzione ed hanno formulato la richiesta di una moratoria di almeno un anno per l’applicazione del piano di dimensionamento e di ridefinizione della rete scolastica, auspicando nel frattempo l’approvazione di una legge sulla scuola sarda, così da poter garantire alla Regione il pieno esercizio delle prerogative autonomistiche in materia, ed il varo della legge di riforma degli Enti Locali.

Nel corso degli interventi non sono mancati i toni polemici e contestazioni per l’operato dell’assessore regionale Claudia Firino (il sindaco di Santa Maria Coghinas ne ha preannunciato la nomina a responsabile dell’Istruzione nel suo paese «così che possa sperimentare che cosa significhi amministrare nelle piccole realtà dell’Isola») e si sono evidenziate incongruenze e disparità in riferimento alle deroghe concesse ad alcuni Comuni, rispetto ai requisiti stabiliti per il mantenimento degli istituti scolastici («la delibera della Giunta è un provvedimento discriminatorio»).

La gran parte degli intervenuti ha inoltre denunciato il rischio di un aggravio del fenomeno dello spopolamento; di un aumento delle tensioni sociali, della riproposizione di antistorici contrasti tra paesi limitrofi ed ha evidenziato come la maggior parte degli istituti di cui si paventa la chiusura siano oggetto di interventi di adeguamento e manutenzione, finanziati dalla stessa Regione sarda.

Non è mancata la difesa della “qualità scolastica” garantita dalla pluriclassi («la Giunta deve produrre dati certi e verificabili che ne certifichino l’inadeguatezza») e alcuni primi cittadini hanno invitato i componenti la commissione Cultura a visitare le scuole dei piccoli centri, per valutarne l’efficacia e il buon funzionamento e poter così misurare anche il grado di soddisfazione di alunni, genitori e insegnanti.

Il presidente della commissione consiliare Cultura, Gavino Manca (Pd) – a conclusione delle audizioni – ha dichiarato di prendere atto “delle difficoltà vere e reali” rappresentate dagli amministratori locali ed ha annunciato che trasferirà al presidente della Regione, Francesco Pigliaru,  e all’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, le preoccupazioni e le criticità emerse nel corso dei lavori in commissione.

Gavino Manca, nel rimarcare la necessità di una profonda revisione della legge 31 del 1984 (norme per il diritto allo studio) ha inoltre preannunciato l’audizione nella Seconda commissione dell’assessore Firino (martedì prossimo, 24 febbraio) in vista del previsto parere alla delibera della Giunta regionale  n.5/26 del 6 febbraio 2015 “Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della rete scolastica e dell’offerta formativa per l’anno 2015/2016”.   

Luigi Arru 4 copia

Le associazioni che tutelano i diritti dei malati non autosufficienti si impegnano a contribuire alla riqualificazione dello stato sociale in Sardegna, ovvero a individuare i nuovi criteri per un settore che la Giunta vuole riformare a garanzia, prima di tutto, dei diritti degli ammalati e delle loro famiglie. Nuove regole, niente sprechi, aiuti solo a chi ne ha veramente diritto.

I componenti dei Comitati 16 novembre Onlus e Famiglie legge 162/98 hanno assicurato il loro contributo in questo percorso ieri all’assessore della Sanità Luigi Arru, che firmando insieme a loro un documento articolato in sei punti (fra i quali, appunto, il riordino del sistema) ha ribadito per la seconda volta in due giorni la garanzia che, in attesa del riordino della normativa di settore, verranno interamente ripristinati i fondi.

L’impegno era già stato preso e annunciato martedì scorso in conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco Pigliaru con gli assessori del Bilancio Raffaele Paci e lo stesso Arru e con tutti i capigruppo di maggioranza: con un emendamento di Giunta e maggioranza da 42 milioni di euro, i fondi che servono a finanziare il comparto del sociale, tra cui la legge 162 sui malati non autosufficienti, il Progetto “Ritornare a casa” e le leggi di settore, è stato riportato a 241 milioni dai 199 inizialmente previsti.

«La posizione della Giunta è molto chiara e l’ho condivisa anche ieri con i malati che ho ricevuto – ha detto l’assessore Arru -. Stiamo analizzando la complessa situazione del settore con le parti sociali e le associazioni, perché in Sardegna c’è una spesa sociale molto alta, ci sono situazioni inappropriate su cui vogliamo far luce perché non mettano in pericolo il diritto all’assistenza dei più deboli. Valuteremo attentamente il grado di disabilità, il reddito, la cumulatività degli interventi, attraverso criteri chiari e precisi, tagliando tutti gli sprechi e facendo costantemente i controlli necessari. Quindi – ha concluso Luigi Arru – non stiamo certo parlando di tagli lineari, ma di una efficace, indispensabile, urgente razionalizzazione del sistema.»

Scadono il 27 febbraio 2015 i termini per la presentazione delle domande di aiuto per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti.
Il sostegno della Comunità europea ha l’obiettivo di aumentare la competitività dei produttori regionali di vino, attraverso l’adeguamento delle strutture viticole ai consumi. Sono ammessi al sostegno gli interventi finalizzati alla realizzazione di vigneti da iscrivere agli albi dei vini a denominazione d’origine o agli elenchi delle vigne ad indicazione geografica tipica.
Per quest’anno, l’aiuto è erogato in forma forfettaria e distinto per tipologia di azione e intervento, rispettando il valore massimo di 13.500 ad ettaro.
I conduttori che intendono presentare la domanda di aiuto dovranno prima costituire e aggiornare il fascicolo aziendale.
La compilazione e la presentazione delle domande deve essere fatta on line sul portale Sian: www.sian.it .
Gli interessati dovranno rivolgersi ai centri autorizzati di assistenza agricola autorizzati da Agea o ai liberi professionisti abilitati alla redazione dei progetti tecnici. La copia della domanda sottoscritta e scansionata o la domanda firmata digitalmente e la relativa documentazione dovrà, invece, essere inviata direttamente tramite la propria posta elettronica certificata entro il 5 marzo 2015 agli indirizzi di posta elettronica certificata dei Servizi territoriali competenti dell’Agenzia Argea.
Vigneti carignano

L’Agenzia Laore Sardegna ha pubblicato l’avviso per la presentazione delle manifestazioni di interesse per l’affidamento di un incarico di lavoro autonomo ad un esperto sulla tematica “strumenti di finanziamento bancario per le imprese agricole e il sistema delle garanzie” per la realizzazione di incontri di informazione .

Gli incontri finanziati dalla misura 111 del Psr nell’ambito del progetto “Programmazione, gestione e controllo dell’attività di un’impresa agricola”, saranno rivolti agli imprenditori agricoli con preferenza a coloro che hanno beneficiato della misura 112 del Programma di sviluppo rurale e si svolgeranno nel periodo compreso fra febbraio-giugno 2015.

Questi i requisiti richiesti:
– cittadinanza italiana o di uno degli stati membri dell’Unione europea;
– laurea magistrale oppure laurea del vecchio ordinamento universitario attinente alla tematica in cui si presenta la candidatura;
– dirigente o funzionario di banche, o società finanziarie, o società di garanzia collettiva fidi;
– comprovata e documentabile esperienza didattica in seminari o corsi di formazione rivolti a imprenditori agricoli nella tematica in cui si presenta la candidatura.

Le domande dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 2 marzo 2015 con le seguenti modalità:
– tramite posta all’Agenzia Laore – Servizio per lo sviluppo rurale e delle filiere agroalimentari – Via Caprera, 8 – 09123 Cagliari.
– a mano presso l’Ufficio protocollo dell’Agenzia Laore Sardegna dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 14.00 e il martedì pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18.00.

Ogni ulteriore informazione potrà essere richiesta alla dott.ssa Alessia Celena contattando i numeri telefonici: 070/60262326 cell. 348/2363100 o tramite mail: alessiacelena@agenzialaore.it .

Consiglio regionale 42 copia

E’ iniziata questa mattina, in Consiglio regionale, la discussione generale sulla Finanziaria 2015.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL 170/S/A – Giunta Regionale. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015). Avviando la discussione generale del provvedimento, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd).

Sabatini ha ringraziato in apertura i componenti della commissione, compresi quelli di minoranza, per il lavoro svolto, e l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, «per un lavoro che è stato sempre orientato alla soluzione concreta dei problemi». La legge finanziaria, ha sostenuto Sabatini, «è sempre la conseguenza di un programma di governo e nello stesso tempo il frutto di una lettura attenta della realtà economica; contiene quindi due punti cardine: sviluppo e crescita e attenzione alle fasce più deboli della società sarda». Sul primo punto, ha osservato il consigliere, «sono stati sbloccati i progetti di importantissime opere bloccate, da Anas ad Abbanoa, da Area, agli enti ed agenzie della Regione, da Iscola agli Enti locali: ora alcuni indicatori danno segnali di ripresa ed entro quest’anno siamo convinti che la ripresa arriverà anche perché, con il mutuo 700 milioni si è avviato finalmente un vero programma infrastrutturale in tanti settori che rappresentano il vero gap della Sardegna».

Soffermandosi successivamente sugli interventi di contrasto alla povertà, Sabatini ha messo l’accento sull’importanza della «conferma di fondi per autosufficienza, non per rispondere a Salvatore Usala, ma per impostare una politica di attenzione all’impiego delle risorse con più attenzione, più giustizia e più equità, in grado di toccare anche settori finora rimasti fuori dall’intervento della Regione, dal sostegno agli inquilini morosi, al banco alimentare, all’associazionismo».

Il meccanismo delle leggi finanziarie, secondo Sabatini, va tuttavia profondamente rinnovato per renderlo più efficace, «perseguendo una forte azione riformatrice; la spesa sanitaria ormai non è più sostenibile e la riforma va completata in tempi rapidi, è necessario anche intervenire su una burocrazia disarmante e sempre più lontana dalla società, su società controllate e gestioni commissariali rinnovate ogni anno, su enti agricoli che costano più del valore aggiunto del comparto agricolo».

Da un contesto così complesso, ha proseguito il relatore della finanziaria, «emergono due sfide di cui la prima riguarda la vertenza entrate, che va rilanciata con  l’applicazione di articolo 8 dello Statuto;  lo Stato, in altre parole, deve onorare per intero il suo debito nei confronti della Sardegna e la Regione, da parte sua, deve spendere molto meglio i fondi comunitari». Sul rapporto fra Regione ed Enti locali, Sabatini «ha assicurato un forte incremento di efficienza dalla nuova dimensione del Fondo unico e dal confronto che la Giunta svilupperà sui territori per individuare le opere strategiche da realizzare. Regione e Comuni giocano la stessa partita e potranno giocarla meglio per far ripartire la Sardegna se la Regione si farà carico della finanza locale, per rendere i Comuni più liberi dai vincoli». Sabatini ha infine espresso un giudizio positivo sulla manovra 2015, che a suo avviso costituisce un deciso passo in avanti per il rilancio della nostra Regione.

Per la relazione di minoranza ha quindi preso la parola Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha subito sottolineato la inadeguatezza delle politiche economiche  messe in campo dalla Regione per contrastare la crisi e finanziare la crescita.

«La manovra 2015 – ha detto Zedda – è condizionata pesantemente dalla mancata risoluzione della vertenza entrate. Le casse regionali continuano ad essere depauperate a causa di restrittive interpretazioni unilaterali delle disposizioni statutarie e svantaggiosi meccanismi di calcolo adottati dall’amministrazione statale».

La relatrice di minoranza ha denunciato il mancato adeguamento dei vincoli di spesa stabiliti dal Patto di stabilità nonostante l’accordo sulle compartecipazioni erariali sfociato nella modifica dell’art. 8 dello Statuto e nonostante i pronunciamenti della Corte Costituzionale. «Di fronte a un Governo inadempiente avete deciso di sottoscrive nel luglio scorso un accordo capestro e di rinunciare ai ricorsi contro lo Stato – ha attaccato Zedda – il risultato non ha portato nessun beneficio all’Isola. Su 900 milioni ne sono stati trasferiti alla Regione solo 300».

Zedda, da ex assessore alla Programmazione della Giunta Cappellacci, ha poi rivendicato la correttezza delle manovre predisposte negli anni scorsi sotto la sua diretta responsabilità: «Abbiamo rispettato il Patto di stabilità e iscritto a bilancio entrate certe. Mi chiedo se riuscirete a fare lo stesso».

Nel suo intervento, Zedda ha poi stigmatizzato la mancata applicazione della legge n.2 del 2013 “che non ha permesso ai Comuni di ricevere per intero le risorse del Fondo unico degli enti locali provocando, allo stesso tempo, un aumento dei debiti verso le imprese e le famiglie”

L’esponente della minoranza ha poi contestato l’atteggiamento di Giunta e maggioranza “insensibili ai suggerimenti e alle segnalazioni dell’opposizione” sulla necessità di interventi per il sociale, il sistema produttivo, il lavoro, gli alluvionati e i servizi più importanti degli enti locali.

Zedda si è poi soffermata sulla decisione della Giunta di ridurre l’Irap al 25%. «Si tratta di un’elemosina, questa Giunta avrebbe invece dovuto confermare la riduzione del 70% dell’imposta sulle attività produttive come deliberato dalla precedente Giunta regionale». 

L’ex assessore al bilancio ha poi stigmatizzato la scelta dell’esecutivo Pigliaru di contrarre un muto da 700 milioni di euro per le infrastrutture. «Perché indebitarci e non pretendere invece i soldi che lo Stato ci deve – ha chiesto Zedda – come faremo una volta utilizzati i soldi del mutuo a finanziare i servizi e le politiche di sviluppo?»

Non sono mancate, infine, critiche sul mancato avvio del progetto San Raffaele (“ancora al palo nonostante gli annunci”) sui ritardi della riforma della Regione, sul dimensionamento scolastico e sulla cancellazione del Piano Casa.

Zedda, al termine del suo intervento, ha auspicato un cambio di atteggiamento da parte della maggioranza dichiarando la disponibilità dell’opposizione a ragionare su azioni comuni che vadano incontro agli interessi dei sardi.

Il consigliere di Sinistra Sarda, Fabrizio Anedda, non ha nascosto sottolineature critiche verso la Manovra 2015 ed ha rimarcato come il documento all’esame dell’Aula “ripropone uno schema identico a quello degli ultimi decenni”. Il capogruppo del “Misto” ha parlato di bilancio ingessato dalla spesa obbligatoria (oltre 5 miliardi e mezzo di euro) ed ha lamentato la scarsità di risorse destinate allo sviluppo e al lavoro, i cui fondi sono individuati per la grande parte nei fondi comunitari e nell’accensione del mutuo per le infrastrutture. A questo proposito il consigliere della maggioranza ha ricordato le difficoltà nella spendita delle risorse europee e si è detto “scettico” riguardo alla decisione della Giunta di sostenere lo sviluppo attraverso l’impiego delle risorse Ue.

Anedda ha quindi invocato “scelte coraggiose” da parte della Giunta ed ha invitato l’esecutivo a concentrare le risorse in pochi e qualificanti interventi in grado di rilanciare la produzione e l’impresa. «Le imprese sono al collasso», ha ammonito l’esponente della Sinistra ed è necessario mettere in campo una serie di azioni per garantirne sviluppo e crescita. Fabrizio Anedda ha quindi auspicato la rapida istituzione dei sei punti franchi in Sardegna ed ha chiesto che sia dia corpo ad una “politica del credito e non già del microcredito”.

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris (“Sardegna”) ha definito la Manovra “inadeguata e insufficiente” nei confronti dello Stato e verso “l’interno”. Riguardo al rapporto con lo Stato, il già presidente della Giunta, ha parlato di “un passo indietro” rispetto al governo sul tema delle entrate ed ha affermato che l’attuale posizione dell’esecutivo regionale è più arretrata di quella a suo tempo assunta con la Giunta Soru ed anche con la Giunta Palomba. «Con l’accordo sulle entrate dello scorso luglio – ha dichiarato Floris – la Giunta Pigliaru si è accontentata di un piatto di lenticchie». “Un accordo al ribasso” ha insistito il leader Uds che ha ricordato la battaglia della minoranza sulle accise e perché i tributi propri della Regione siano versati alla tesoreria regionale.

Floris ha quindi riaffermato la necessità di rivisitare lo Statuto ma soprattutto l’urgenza di pretendere tutte le norme di attuazione contenute nello Statuto speciale ed a questo proposito ha sottolineato l’inadeguatezza dell’operato della giunta e della commissione paritetica Stato-Regione.

«Dobbiamo difendere con i denti la nostra Autonomia e non ci piace l’accondiscendenza della Giunta al Governo sulle riforme e su tutto il resto», ha dichiarato il consigliere della minoranza, che ha ricordato le modifiche costituzionali promosse dall’esecutivo Renzi che vanno nel verso di un accentramento dei poteri dalla Regione verso lo Stato e dagli Enti Locali verso la Regione.

Il presidente ha dato quindi la parola al capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau (La Base). «Questa non è una Finanziaria di rinvio, ma di passaggio perché ha due case importanti da definire: la riforma della sanità e degli enti locali, fondamentali per lo sviluppo del progetto di questa maggioranza». È una Finanziaria ambiziosa, ha continuato, che affronta alcune importanti questioni. Sull’Irap, Arbau ha detto che non è stato possibile fare di più, ma che le aziende sarde pagheranno l’Irap più bassa di tutta Italia, eccetto il caso del Trentino Alto Adige, oltre allo sgravio totale previsto per 5 anni per le nuove imprese. Una Finanziaria, ha spiegato l’esponente della maggioranza, che sta tracciando la strada da seguire per la spesa dei fondi europei, che affronta i problemi del settore turistico e dell’industria. Una Finanziaria attenta al sociale. Per Arbau la contrazione del mutuo è stata assolutamente necessaria per mettere in circolazione risorse.

Il capogruppo di Sardegna Vera ha poi proposto di allargare la zona franca all’area di Sarroch, comprendendo la Saras, e di sfruttare l’occasione del pareggio di bilancio per far capire al governo che la Sardegna è in grado di autogovernarsi.

Arbau ha poi concluso dicendo che la maggioranza esiste, nella sua diversità, soltanto perché il presidente è Francesco Pigliaru: «Senza di te non siamo maggioranza».

Il presidente ha dato poi la parola al consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, il quale si è detto dispiaciuto per il fatto che la sua Commissione (Sanità) non abbia potuto esprimere il parere sulla Finanziaria per una mancata sintonia tra la Commissione e l’assessore Arru.

Tocco ha evidenziato le criticità che permangono nella nostra Regione tra cui i trasporti viari, la gravissima crisi economica, la disoccupazione dilagante e la dispersione scolastica. Tocco ha ricordato anche il fatto che non viene fatta valere la condizione di insularità e dei relativi maggiori oneri derivanti dai collegamenti aerei e marittimi. Si tratta secondo il consigliere di una legge finanziaria che manca di un respiro strategico. Non si parla più di zona franca e di valorizzazione dei nostri giovani che stanno andando via dalla Sardegna. «Non vogliamo certo il blocco della Finanziaria», ha affermato, chiedendo alla Giunta di presentare però un disegno strategico, concordato con i sindacati e le associazioni, per il rilancio della Sardegna, facendo valere la specialità dell’Isola.

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha definito la finanziaria insufficiente e lo sarebbe stata in ogni caso, ha precisato, in presenza di una crisi così vasta e profonda. Detto questo, Ruggeri ha invitato tutti a una riflessione su quanto la finanziaria sia adatta ad aiutare la ripresa dello sviluppo in Sardegna attraverso una serie di strumenti che mettono assieme rigore, innovazione, responsabilità. Sulla vertenza entrate Ruggeri ha riconosciuto che l’accordo stipulato nel luglio scorso «non è risolutivo ma mette un punto fermo in una cornice di fattibilità anche se il lavoro non è concluso; anzi, va riconosciuto sotto questo profilo il merito della Giunta Soru, cosa che l’opposizione si ostina a non fare commettendo un grave errore». Da una parte, quindi, c’è l’esigenza secondo Ruggeri, «di definire la vertenza entrate ma, dall’altra, è urgente recuperare una forte capacità della Regione di spendere meglio a cominciare dai fondi europei, un traguardo che si può raggiungere accelerando la spesa e riducendola dove serve come nella sanità dove forse sono stati tracciati obiettivi molto ambiziosi, ferma restando l’importanza di indicare come si può invertire la tendenza». Sullo sfondo, ha aggiunto il consigliere, «resta il grande compito di riformare nel profondo l’organizzazione burocratica della Regione perché può dare un grande contributo al miglioramento dell’efficacia della spesa che presenta indubbiamente un anche un problema di qualità». Ruggeri ha poi auspicato scelte molto chiare anche in materia di welfare, nel cui ambito «non si può mantenere un volume così alto di spesa con molti tratti autoreferenziali e storici, perché il sostegno al bisogno va condiviso ma non più a prescindere dalle condizioni di reddito o, spesso, all’ombra di un mondo associativo non sempre disinteressato». Dobbiamo in definitiva essere capaci di avere uno sguardo lungo, ha concluso Ruggeri: «Soru dice queste e altre cose non perché non ha fiducia nella Giunta ma perché avverte una grandissima responsabilità per la crisi durissima che la Sardegna sta vivendo».

Il consigliere Ignazio Locci, di Forza Italia, ha invitato il collega Ruggeri all’ottimismo. «Quella della danza della Finanziaria – ha detto – è una simpatica metafora della stampa ma, ad un anno di distanza, è arrivato il momento di rimettere in marcia la Sardegna e, da questa Finanziaria, non si riesce a vedere come, anche se qualcuno dirà che la colpa è di chi ha governato prima usando un argomento troppo facile e comodo». Quale idea di Sardegna esprime questa Finanziaria? Si è chiesto Locci, evidenziando la ripetizione  di analisi che tutti sanno e dicono, «mentre in realtà non c’è stato nemmeno il fisiologico rimbalzo del cambio di governo nell’ultimo trimestre dell’anno precedente». Ogni idea, ha aggiunto il consigliere di Forza Italia, «si scontra con tempi del tutto incompatibili con le esigenze della società come hanno detto anche i Sindaci, bisogna invece lottare contro la burocrazia e spingere in direzione della semplificazione, dichiarando guerra a quei centri di potere che frenano lo sviluppo della Sardegna». Nel merito, Locci ha messo l’accento sul raddoppio del fondo contro le povertà estreme che, a suo avviso, «non è un bel segnale perché non sono politiche di sviluppo e comunque lasciano fuori politiche attive su istruzione e prima infanzia». E’necessario inoltre, secondo Locci, «aggredire il mostro della spesa sanitaria che ha ampiamente superato la metà della spesa regionale, ma bisogna fare sul serio introducendo sia i costi standard che criteri più stringenti di programmazione». Dopo aver espresso forti critiche sui tagli al settore archeologico «perché rischia di essere un salasso insopportabile senza che si indichi una prospettiva», Locci ha auspicato un dibattito «che serva anche a trovare momenti di sintesi e ad individuare scelte che servano davvero alla comunità sarda, fermo restano il nostro giudizio critico su questa Finanziaria».

Pier Mario Manca (Partito dei sardi) ha rivendicato la novità dell’impostazione data dalla Giunta alla manovra finanziaria. «La crisi devastante che ha colpito l’Isola, con la disoccupazione che ormai supera il 18 per cento, dipende anche dalle scelte sbagliate di chi ha governato la Sardegna negli anni scorsi. In questo bilancio si fanno scelte diverse, forse discutibili, ma è chiaro che si vuole puntare sullo sviluppo e sulla crescita».

Manca ha poi segnalato le difficoltà a chiudere il bilancio 2015. «Sarebbe stato bello fare una rivoluzione ma ciò non è stato possibile – ha affermato Manca – partiamo da una realtà difficile, ci sono situazioni reali che ingessano il bilancio. L’anima vera di questa manovra finanziaria sta nei 700 milioni di mutuo destinati al lavoro e alle infrastrutture. Si fa una scelta di finanziare la crescita anziché mantenere la vecchia logica della distribuzione dei soldi a pioggia».

L’esponente sovranista ha poi rivolto un plauso alla Giunta per i risultasti ottenuti nella battaglia sulle entrate fiscali: «Una battaglia da portare avanti – ha detto Manca – dopo  il trasferimento dei primi 300 milioni occorre adesso insistere per costringere lo Stato a restituire alla Sardegna i soldi dovuti».

Pier Mario Manca ha infine indicato le due grandi riforme ancora da fare per risollevare le sorti dell’Isola: la razionalizzazione della spesa sanitaria e la riorganizzazione burocratica della Regione.

Di segno opposto, invece, il giudizio sulla manovra di Oscar Cherchi (Forza Italia). «La pesante crisi economica che ha investito la Sardegna è sotto gli occhi di tutti – ha riconosciuto Cherchi – le manifestazioni di protesta che si susseguono in tutta l’Isola sono la cartina di tornasole della grave situazione in cui ci troviamo. Per questo sarebbe servita una risposta più forte da parte della politica».

Cherchi ha ricordato all’Aula i dati allarmanti sulla disoccupazione, in particolare quella giovanile, l’aumento delle nuove povertà, la crisi delle imprese. «Sta a noi dare un segnale per trasmettere sicurezza – ha detto il consigliere azzurro – è quello che aspettano fuori dal Palazzo».

Secondo l’esponente della minoranza «la legge finanziaria è fondata sulla filosofia dell’austerità, su una politica improntata sul rigore più severo, in forte contrasto con gli annunci fatti in campagna elettorale. Mi rendo conto delle difficoltà che avete incontrato nel predisporre il bilancio, va bene il risanamento del debito pubblico ma senza trascurare le esigenze del popolo sardo».

Cherchi, citando Macchiavelli, ha poi definito Pigliaru un “novello Principe” che impara ad essere cattivo per raggiungere il fine del risanamento delle casse pubbliche. «Il rischio però – ha ammonito – è di lasciare troppe vittime per strada, soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione».

A conclusione del suo intervento, Oscar Cherchi è entrato nel merito di alcune disposizioni della finanziaria che, a suo giudizio, certificano  un fallimento totale della Giunta sulle politiche per l’industria, l’energia, i trasporti e l’agricoltura. «Il futuro dell’Isola – ha concluso il consigliere d’opposizione – passa dall’agricoltura: nell’ultimo anno non abbiamo visto risultati, l’Unione Europea ci ha rispedito indietro i Piano di Sviluppo, i lavoratori dei consorzi di Bonifica sono stati dimenticati e non c’è traccia della riforma delle agenzie agricole».

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha ricordato in apertura del suo intervento la congiuntura economica negativa nella quale si inserisce la Manovra che “è dunque una Finanziaria figlia del tempo”. L’esponente della minoranza  ha quindi evidenziato la scarsità delle risorse e i tagli al bilancio ma ha anche sottolineato come la finanziaria debba descrivere un futuro in coerenza con le linee tracciate nel piano regionale di sviluppo.

Carta ha insistito sul tema della zona franca e ha rivolto critiche alla decisione della giunta di non prevedere alcuno stanziamento per dare attuazione al decreto legislativo che istituisce in Sardegna i sei punti franchi. Il sindaco di Dorgali ha quindi sinteticamente elencato alcuni punti chiave della manovra e si è soffermato sulle risorse destinate al sistema degli Enti locali. «Ai Comuni tagliate il fondo unico – ha dichiarato Carta – tagliate le accise Enel, ponete in capo al fondo unico il costo del personale delle comunità montane e così mutilate gli Enti Locali della Sardegna che si ritrovano senza strumenti per operare nei territori». Il rappresentate del Psd’Az ha quindi auspicato azioni per le zone interne, le aree protette ed anche per i rifiuti, i cui costi di smaltimento – a giudizio di Carta – rappresentano un’autentica emergenza. Il consigliere sardista ha quindi concluso il suo intervento con un riferimento ai danni delle alluvioni, illustrando la sua proposta di invertire gli importi, per il 2015, degli stanziamenti previsti per il ristoro dei danni subiti dai privati (un milione di euro) con quello destinato alla conservatoria delle coste (3 milioni di euro).

Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, ha manifestato in premessa la volontà di “depurare” da polemiche e contrapposizioni le valutazioni sulla Manovra e sull’operato della Giunta. «Dobbiamo entrare nel merito e sulla qualità delle soluzioni proposte», ha spiegato l’esponente della minoranza, «ma affermo con rammarico che ci si aspettava molto di più dalla finanziaria del presidente Pigliaru». Tunis ha quindi approfondito i temi legati alle politiche del lavoro, denunciandone “il sostanziale abbandono” e una generale inadeguatezza. Il rappresentante di Forza Italia ha quindi raffrontato i “positivi risultati conseguiti nella passata legislatura” con “le datate soluzioni proposte dall’attuale maggioranza”. «Il mondo del lavoro è cambiato – ha insistito Tunis – e con esso sono cambiati i servizi per il lavoro».

Stefano Tunis ha proseguito offrendo la disponibilità della minoranza ad “aiutare” giunta e maggioranza a trovare soluzioni adeguate ed efficaci, invitando i colleghi “ad essere costruttivi rispetto alle sorti della Sardegna”. Il consigliere di Fi ha concluso con un riferimento polemico per il mancato finanziamento del programma “master and back”: «Nella scorsa legislatura vi stracciavate le vesti perché lo stanziamento previsto era inferiore ai venti milioni di euro». 

Dopo l’on. Tunis ha preso la parola  l’on. Marco Tedde (Forza Italia), che ha definito la Finanziaria “totalmente asfittica e priva di nerbo. Il segno più tangibile è la distrazione della Giunta rispetto a questa discussione, evidentemente in linea con la scarsità degli strumenti messi a disposizione dalla Giunta per affrontare i problemi della Sardegna”.

Secondo l’esponente dell’opposizione, «la matrice dei rapporti tra governo regionale e statale è la mancanza totale di leale collaborazione. Non c’è attenzione sull’industrializzazione, sull’energia: molti studi, molte parole ma pochi  strumenti pragmatici in campo. E questa chiusura, anche davanti a tutti i suggerimenti che noi pure abbiamo fornito, è da individuare più nell’assessore che nel centrosinistra in Consiglio regionale. Non c’è attenzione verso il mondo produttivo e le imprese, verso il mondo dell’agricoltura e dell’edilizia. In questa Finanziaria non c’è l’attenzione che queste realtà produttive meritano. Siamo però fiduciosi sul fatto che nel corso della discussione terrete in sufficiente considerazione i nostri emendamenti».

Per l’on. Antonello Peru (Forza Italia) «questa era la prima occasione per la Giunta Pigliaru e le valutazioni sono di gran lunga negative, a sentire le imprese e i sindacati. Sono giudizi tutti non buoni per una Finanziaria senz’anima, tranne quelli dei dirigenti di Confartigianato e Cna che ho l’impressione non coincidano con il giudizio degli artigiani». Nel merito, l’esponente di Forza Italia ha parlato dell’incremento dell’importo del mutuo per le opere infrastrutturali: «Non c’è un vero piano, è la Giunta che ci fa contrarre il mutuo e deciderà come spendere i soldi per realizzare le infrastrutture. Manca un piano per le opere, per colmare un gap che peraltro spetterebbe allo Stato colmare».

Sulle imprese e sul lavoro, l’on. Peru ha detto: «Non c’è un piano che ridia la speranza ai sardi, perché non ci sono scelte chiare. Soprattutto sul fronte energetico, sul sostegno alle imprese, sui trasporti delle merci oltre che delle persone. Per questo è necessario ricercare gli spazi politici, come già abbiamo fatto in commissione, per migliorare questa manovra finanziaria».

Per la maggioranza ha preso la parola l’on. Luca Pizzuto (Sel), che ha detto: «Non possiamo non prendere in esame la situazione che abbiamo trovato e la crisi che tutto il pianeta sta vivendo e quella che in particolare la Sardegna sta vivendo. Noi dobbiamo riprendere a seminare e a coltivare: non usiamo toni di trionfo parlando della nostra prima Finanziaria, sia chiaro. Però dobbiamo dire da subito che in questa manovra ci sono soldi veri, che liquideremo e pagheremo nel giro di poco tempo. Anche per questo accendiamo un mutuo, per generare lavoro attraverso la costruzione delle infrastrutture. Stiamo mettendo a correre soldi sul cinema, sulla cultura, sull’archeologia, sulla piccola pesca, sulle borse per gli studenti universitari, sul servizio civile regionale, sulla coltivazione della canapa a basso contenuto di principio attivo. Insomma, stiamo cercando di attivare strumenti di cambiamento senza toccare i bisogni dei più deboli, come quelli della legge 162».

Per l’esponente di Sel, che ha ringraziato per il lavoro finora svolto l’assessore Paci e il presidente della commissione Sabatini, «sono evidenti i problemi, gli sprechi della spesa sanitaria. E la necessità di introdurre in futuro un reddito minimo di cittadinanza, per difendere i sardi da questa crisi feroce. Non è il centrosinistra la pancia di tutti i mali».

 Di seguito, per il Pd ha preso la parola l’on. Luigi Lotto secondo cui «questa Finanziaria nasce all’indomani di una serie di tagli che tutte le Regioni, compresa la Sardegna, stanno subendo. Ma ci sono molti elementi positivi in questa manovra e io cercherò di evidenziarli. A cominciare dal rapporto con il governo nazionale: è evidente il diverso taglio che il presidente Pigliaru e l’assessore Paci hanno impresso. Abbiamo una Giunta e un presidente che parlano col governo tenendo la schiena dritta e con competenza. Oggi si stanno creando le condizioni per superare il patto di stabilità e spendere davvero le risorse che si hanno».

Sui temi industriali e ambientali l’esponente del Pd ha detto: «E’ inaccettabile che si travisino le parole e le posizioni del Pd sulla vicenda dell’Eni. Perché l’Eni deve procedere alle bonifiche. Così come sui consorzi di bonifica e sui costi dell’acqua in agricoltura, è chiaro il richiamo dell’assessore Paci: prima degli agricoltori vengono i malati sardi e 300 milioni di euro di debito che la Sanità sarda produce.  Sappiamo che ci aspettano tempi difficili ma so che dobbiamo farcela e dobbiamo dare risposte a tutti i settori, anche nel campo dei trasporti dove si è registrata la totale assenza del governo regionale negli ultimi due anni della Giunta Cappellacci».

Il consigliere Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha affermato in apertura che il dibattito sulla Finanziaria rappresenta un primo momento di confronto politico importante riguardante scelte sulle quali la classe dirigente sarà valutata dai cittadini. Per queste ragioni, ha sostenuto, «occorre impostare il confronto fuori dalle classiche schermaglie fra maggioranza e opposizione ma a condizione di dire la verità». Una parte della maggioranza, ha ricordato, «si è resa conto che il problema delle entrate non è chiuso nonostante in questi mesi la Giunta abbia evitato ogni confronto ritenendosi depositaria per definizione delle migliori virtù civiche commettendo però errori da matita blu». L’accordo con lo Stato firmato a luglio, secondo Cappellacci, «è una fregatura, ci sono 300 milioni in meno solo per il 2014 e dopo aver detto in sede di assestamento che si sarebbe rimediato nel 2015 col venir meno del Patto di stabilità, è accaduto anche che lo Stato si è ripreso le riserve erariali, 84 milioni del fondo di sviluppo e coesione e molto altro». Adesso, ha aggiunto il consigliere di Forza Italia, «anche il segretario del Pd dà giudizi sferzanti nei confronti della Giunta ed è chiaro a tutti che quell’accordo va rinegoziato e i ricorsi non vanno ritirati; il presidente Pigliaru disse a suo tempo che di fronte al primo atto di slealtà da parte dello Stato avrebbe reagito, siamo ancora qui che aspettiamo». Cappellacci ha poi invitato la Giunta a «scendere dal piedistallo per riprendere insieme la battaglia sulle entrate ma senza dire bugie, come quella sui 300 milioni di euro che sarebbero i primi risultati della vertenza entrate». Il mutuo da 700 milioni, ha inoltre osservato, «è proprio il prezzo del timore reverenziale verso lo Stato e del tradimento di una Sardegna che merita certamente merita di più, anche perché non è vero che la nostra Regione ha l’Irap più bassa d’Italia, dato che a partire dal 2013 è aumentata di quasi tre volte, come ben sanno le imprese che sempre più spesso si indebitano per pagare le tasse». Nella finanziaria, ha affermato il consigliere Cappellacci in definitiva, «non c’è una idea di Sardegna ma quella di un commissario liquidatore; speriamo che nel dibattito ci sia un moto di ribellione, anche da parte della maggioranza, ma serve coraggio e se uno non c’è l’ha non se lo può dare: abbiamo bisogno di un presidente».

Al termine di quest’ultimo intervento il presidente Ganau ha sospeso la seduta. I lavori del Consiglio sono ripresi questo pomeriggio.

Nell’ambito dei Servizi distrettuali rivolti ai giovani, presso il Centro Giovani di Piazza 1 Maggio, è attivo da oggi, giovedì 19 febbraio 2015, un laboratorio di ceramica.

Il progetto comprenderà 6 incontri, il giovedì e il venerdì dalle ore 17.00 alle ore 20.00.

Basato sulla continuità e sull’accoglienza, il laboratorio ha l’obiettivo di sviluppare l’interesse e il piacere per la scoperta e la sperimentazione attiva, aiutando i giovani ad acquisire abilità connesse allo sviluppo della manualità. I ragazzi potranno sperimentare le diverse tecniche di lavorazione ed elaborare un progetto autonomo per l’esecuzione, libera e personale, di un manufatto con l’utilizzo delle tecniche apprese.

Il laboratorio è gratuito e aperto a tutti i ragazzi dai 14 ai 30 anni residenti nei Comuni del Distretto Sociosanitario di Carbonia.

Per informazioni e iscrizioni: rivolgersi al Centro Giovani (gestito dal Consorzio Network Etico Territoriale, Cooperative Dimensione Umana e Isola Verde), presso il Centro Polivalente (ex dopolavoro) di Piazza I Maggio a Carbonia, nei seguenti orari: martedì, giovedì e venerdì dalle ore 17 alle ore 20, sabato dalle 15.00 alle 18.00.

Tel. 0781.661068 – Fax 0781.61641.

E-mail: centro.giovani@tiscali.it

Piazza 1° Maggio Carbonia

Daniele Reginali 6 copia

Nel dibattito sulla sanità sviluppatori dopo la nomina della niova terna di amministratori (il direttore generale Antonio Onnis, il direttore amministrativo Maria Fannì Pittau e il direttore sanitario Silvio Maggetti), interviene oggi la segreteria del Partito Democratico di Carbonia Iglesias, con una breve nota che riportiamo integralmente.

La discussione di queste settimane sulla questione sanitaria del Sulcis Iglesiente merita un’attenta e accurata riflessione libera da dietrologie e preconcetti. Lo scenario che ci riguarda è ben distante da quello che ha caratterizzato il Sulcis Iglesiente degli ultimi cinquant’anni. E’ mutato il panorama lavorativo, le esigenze degli abitanti e anche il mondo sanitario. Questo non significa che tutto vada demolito o distrutto, semplicemente devono essere rivisti alcuni aspetti in un’ottica più generale e territoriale e non individuale. Proprio partendo da questo aspetto che diventa principio, si deve provare a rivedere l’intero sistema sanitario fatto di servizi alle persone e non altro. Perché, è bene ribadirlo, quando si parla di sanità si parla di persone, sofferenze, disagi, angosce e costi. Quindi, da qui si deve ripartire, valorizzando e facendo funzionare al meglio i servizi considerando che il bacino d’utenza non è quello condominiale ma quello di un territorio che ha 130mila abitanti e che unisce Teulada a Siliqua.

Attualmente sono in corso una serie di opere finalizzate a trasformare le attuali strutture ospedaliere di Iglesias in futuri centri d’eccellenza, non a caso sono state ultimate 4 sale operatorie, una endoscopica e una ginecologica. Allo stesso tempo si susseguono le voci e le prese di posizione su chiusure di reparti, trasferimenti e ipotetiche serrate generali. Siamo convinti che la riorganizzazione del sistema sanitario dell’intero Sulcis Iglesiente sia necessaria, e siamo altrettanto convinti che qualsiasi decisione che riguardi trasferimento, soppressione o rimodulazione dei servizi, debba avvenire dopo una discussione e concertazione con le comunità locali.

Le decisioni che saranno assunte dovranno partire da un principio: si devono garantire servizi ai pazienti e non aggravare le loro difficoltà. Quindi sarà necessario e inevitabile avviare una fase di discussione propedeutica proprio all’elaborazione di un programma di riorganizzazione. Siamo convinti sia necessario ridurre gli sprechi e destinare quelle risorse al servizio che deve essere il migliore possibile. In questo contesto non potrà certo esserci spazio per polemiche di campanile che davanti alla necessità di garantire adeguati servizi sanitari a chi ha problemi di salute si trasformano in inutili e irrispettose perdite di tempo. Il Partito Democratico della Provincia di Carbonia Iglesias ha convocato per venerdì la direzione per discutere proprio della questione sanità.

La Segreteria 

PD Carbonia Iglesias

Sono aperte sino a lunedì 23 febbraio le pre-iscrizioni online (area dei SERVIZI ONLINE PER GLI STUDENTI sul sito dell’Università di Cagliari, www.unica.it) al master di primo livello in Management dei prodotti e servizi della comunicazione. Sino al 28 febbraio si può perfezionare la richiesta con la consegna del cartaceo al dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia.

Per raccontare il master, gli studenti che hanno acquisito il titolo nella passata edizione, e gli aspiranti iscritti di questa nuova edizione, raccontano le loro testimonianze sul sito (master.com.unica.it, sezione Dicono di noi) e nei social usando l’hashtag #mastercomunica. A breve organizzatori e partecipanti sveleranno alcune altre informazioni su docenti, discipline e iniziative.

Il master è promosso dal corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università di Cagliari in collaborazione con enti ed aziende del territorio regionale e nazionale.

Si comincia a metà marzo e si conclude entro il 2015. Iscrizioni aperte sino alle 12.00 di lunedì 23 febbraio (info nel sito master.com.unica.it).

La sede del master è la facoltà di Studi umanistici (Via Is Mirrionis, 1 – Cagliari) e la sede amministrativa, dove consegnare o inviare la domanda di partecipazione è il dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia. Le lezioni si tengono nell’aula videoconferenze L. Geymonat, ma possono essere seguite OVUNQUE dal proprio pc.

Il master conta circa venti partnership con aziende, enti pubblici e associazioni, distribuite sul territorio regionale e nazionale e lavora costantemente per consolidare la sua presenza nel territorio regionale e dare così opportunità di incontro ai corsisti. La prova finale può essere sviluppata sulla scorta della esperienza di collaborazione delle aziende. Per chi è interessato il master offre anche opportunità di stage all’estero e la possibilità di svolgere il periodo di tirocinio – su apposita selezione – nelle strutture dello stesso ateneo (Ufficio Stampa, Ufficio Placement, Erasmus).