Si è svolto ieri sera il confronto fra il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e degli Enti locali Cristiano Erriu con i sindacati confederali e i sindacati degli edili. L’obiettivo dell’incontro è riuscire a incrociare domanda e offerta di lavoro nel settore dell’edilizia per creare nuova occupazione e garantire il rientro nel mondo del lavoro a chi l’ha perso.
In sostanza è stato istituzionalizzato il tavolo fra Anas, sindacati, imprese, servizi territoriali del lavoro e Comuni per favorire un processo di matching fra imprese che si aggiudicano gli appalti di opere pubbliche in Sardegna, rendendole consapevoli di quale sia l’offerta di lavoro e la qualità dell’offerta di operai e tecnici specializzati che magari sono stati espulsi da un’altra impresa e possono essere riassunti da chi vince un altro appalto. Si è poi aperto un tavolo di verifica sulla normativa europea e italiana sugli appalti per verificare come sviluppare al massimo l’inserimento nei bandi di norme ambientali e sociali.
«Stiamo continuando il confronto con i sindacati, un confronto proficuo per ottimizzare il rapporto fra domanda e offerta di lavoro legata al sistema delle opere pubbliche in modo da massimizzare la creazione di nuovi posti di lavoro e allo stesso tempo il ricollocamento di lavoratori del settore edilizio espulsi dal mercato del lavoro – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – Si procederà ora a una verifica dell’impianto normativo in modo da eliminare tutte le rigidità che di fatto impediscono una ricaduta in termini di ricchezza e di lavoro dei grandi investimenti infrastrutturali che la Regione realizza nel proprio territorio.» I
Il presidente ha poi ricordato il mutuo infrastrutture da 700 milioni inserito nella manovra finanziaria che si articola su quattro direttive: il settore viario, la mitigazione del rischio idrogeologico, il multisettoriale – per esempio le dighe – e l’intervento idrico-fognario-depurativo.
«Nei primi otto mesi di governo abbiamo trasferito al sistema degli enti locali e dunque delle piccole imprese edili un ammontare complessivo di 60 milioni di euro – ha ricordato l’assessore Maninchedda -. Abbiamo bandito il famoso Bando multilinea, quello delle cantierabili che certamente ha dei limiti per ciò che riguarda la non selettività degli interventi ma che ha anche il grande merito di aprire 101 cantieri in Sardegna per un ammontare di 70 milioni, cantieri che partono immediatamente visto che le opere vanno tutte consegnate entro il 30 settembre di quest’anno. Stiamo favorendo gli interventi di Area, l’agenzia per l’edilizia abitativa della Sardegna, a breve la Regione varerà un piano da 20 milioni, e stiamo sostenendo un sistema delle manutenzioni che è un universo di appalti piccoli particolarmente appetibile per le imprese sarde che non hanno grande capitalizzazione. Questo è quello che stiamo facendo, ed è sotto gli occhi di tutti – ha concluso l’assessore dei Lavori pubblici -. Ora i Comuni devono programmare autonomamente i propri interventi per le piccole opere pubbliche in modo da non dipendere dallo stanziamento regionale ma da poter programmare sulla base delle proprie risorse, contando però su un fondo che la Regione mette a disposizione.»
Semplificazione e snellimento burocratico, meccanismi di premialità che consentano di immettere nuove risorse per il rilancio dell’edilizia insieme a quelle destinate alla valorizzazione dei centri storici e alla riqualificazione urbana delle periferie, valorizzazione delle competenze e delle professionalità, impegno a definire in tempi brevi una architettura di pianificazione che trovi il punto di incontro fra tutela ambientale e le esigenze di sviluppo economico e occupazionale. Queste sono, per l’assessore Cristiano Erriu, priorità è urgenze nel settore edilizio.
«Oggi c’è stata una sostanziale condivisione delle diverse strategie di attacco che abbiamo discusso con i sindacati – ha detto Erriu – Abbiamo parlato di grandi opere infrastrutturali e di opere pubbliche locali. Noi ci impegniamo a monitorare un settore in profonda crisi, 30mila occupati in meno, puntando a una crescita qualificata, organica, equilibrata nei territori. Continueremo a ragionare coi sindacati – ha concluso l’assessore degli Enti locali – sugli strumenti ottimali, il miglioramento di quelli esistenti e sulle condizioni finanziarie e gli strumenti per poter realizzare gli obiettivi concordati.»