25 November, 2024
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Copagri dice no al Cannonau veneto spacciato per sardo, in generale alle truffe ai danni dei prodotti isolani, e si prepara a dare battaglia. La questione ha tenuto banco per le feste natalizie quando sono state messe in commercio bottiglie di “Cannonau di Sardegna DOC” prodotte dalla Cantina di Cazzano di Tramigna in Veneto, con l’etichetta che, al posto della nostra Isola, riportava l’immagine della Sicilia.

«A parte l’evidenziazione della Regione Sicilia nell’etichetta, che si commenta da sola, tutto fa supporre che si tratti di una vera e propria truffa – dichiara Ignazio Cirronis, presidente  regionale di Copagri Sardegna – che va perseguita a norma di legge. Il disciplinare di produzione del Cannonau di Sardegna DOC prevede che le uve siano prodotte in Sardegna e solamente nella nostra Isola. Va precisato inoltre che, con la modifica del disciplinare approvata nel  2011, si è stabilito che anche l’imbottigliamento del cannonau debba avvenire all’interno della Sardegna».

Inoltre, «a suo tempo – rileva Pietro Tandeddu, coordinatore regionale di Copagri – su proposta dell’allora assessore dell’Agricoltura Francesco Foddis, il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro emanò uno specifico decreto (dell’11 dicembre 2007 e tuttora vigente), dove si prevede che l’utilizzo del vitigno cannonau e sinonimo cannonao sia riservato all’esclusiva designazione e presentazione dei vini DOC e DOCG della  Regione Sardegna».

Copagri Sardegna non si ferma qui. L’associazione agricola ha denunciato questa (che sembra un’autentica truffa) alla direzione regionale dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari affinché questa provveda ad effettuare gli opportuni accertamenti e prenda le conseguenti decisioni.

L’assessorato all’Istruzione e Formazione del comune di Carbonia informa che, presso l’Albo pretorio comunale, l’Ufficio Pubblica Istruzione in via Mazzini 68, le sedi delle ex Circoscrizioni di Bacu Abis e Cortoghiana e sul sito Internet www.comune.carbonia.ci.it.

Eventuali ricorsi o osservazioni possono essere presentati entro e non oltre il 17 gennaio 2015.

Per ulteriori informazioni contattare l’Ufficio Pubblica Istruzione, in via Mazzini 68. Tel. 0781 663858.

L’assessorato regionale dell’Industria ha pubblicato l’elenco dei consorzi fidi operanti nel settore industria ammessi ai contributi per l’integrazione del fondo rischi per l’anno 2014.

Le risorse finanziarie disponibili per l’intervento ammontano complessivamente a 2milioni di euro e sono state così ripartite:

– al consorzio fidi Sardafidi S.c.p.a. euro 1.145.136,21;
– al consorzio fidi Confidi Sardegna S.c.p.a. euro 854.863,79.

L’Unione Europea promuove la Giunta Pigliaru che, con una corsa contro il tempo, è riuscita a recuperare 180 milioni di euro di fondi europei FESR da spendere obbligatoriamente nel 2014 a causa dei ritardi accumulati nella precedente legislatura, cifra che rischiava di andare perduta, e destinata soprattutto a interventi per ricerca e innovazione (in imprese e Università) e opere pubbliche nei Comuni (riqualificazione urbana ed efficientamento energetico). La rendicontazione complessiva all’interno della programmazione 2007-2013 del fondo FESR si chiude così a fine 2014 con una spesa totale di 963 milioni. Per il 2015 restano da spendere ancora 397 milioni di euro.
«È un risultato importantissimo e non affatto scontato, dovuto a un lavoro costante e alla grande collaborazione fra tutte le strutture della Regione con il coordinamento dell’Autorità di gestione del programma, Gianluca Cadeddu. Si tratta della cifra più alta in un singolo anno mai raggiunta nella spesa dei fondi europei al netto delle operazioni di ingegneria finanziaria – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – In aggiunta, grazie ad una continua interlocuzione con gli uffici di Bruxelles siamo riusciti a sbloccare le procedure di pagamento dei fondi che l’Unione europea aveva bloccato dal 2013 e così entro i primi tre mesi dell’anno arriveranno dall’Europa in Sardegna ben 318 milioni di euro – 285 milioni di fondi Fesr compresi gli arretrati 2013 e 33 di fondi Fsesoldi che utilizzeremo per pagare i residui passivi, cioè debiti e impegni di spesa dell’amministrazione regionale con enti locali, imprese, associazioni e cittadini».
La dotazione finanziaria dell’intero programma è pari a 1.361.343.530 euro: al 31 dicembre 2014 la Sardegna ha speso 963.985.436 euro (erano 784.838.891 il 31 dicembre 2013, a cui vanno appunto aggiunti i 179.146.545 spesi quest’anno). Per centrare l’obiettivo di utilizzare tutta la dotazione finanziaria dell’intero programma e recuperare così il ritardo accumulato negli anni passati, nel 2015 si dovranno spendere ancora 397.358.093 euro. Impresa non facile, sottolinea il vicepresidente della Regione. «C’è sicuramente molta strada da fare perciò stiamo mettendo in campo ogni strumento possibile per riuscire nell’impresa, che non è affatto semplice – assicura Paci – Ci saranno convenzioni con società esterne per agevolare il controllo dei pagamenti itineranti nei Comuni, procedure straordinarie come il bando multifunzione e un rigoroso monitoraggio mensile dell’organizzazione regionale interna per tenerne sotto controllo l’attività cercando di limitare al massimo i ritardi».
Fra i progetti più importanti e strategici all’interno del programma ci sono: robot chirurgici multidisciplinari per gli ospedali della Sardegna, tessera e fascicolo sanitario elettronico, laboratori altamente specializzati per il superamento del divario digitale nelle Università di Cagliari e Sassari, progetti per la scuola digitale, centri di aggregazione sociale in vari comuni della Sardegna. Molti i progetti in campo energetico: impianti fotovoltaici per le imprese, impianti solari integrati per gli ospedali, sostituzione di impianti di illuminazione pubblica in quasi tutti i comuni della Sardegna. E ancora: messa in sicurezza delle zone costiere, aggiornamento e completamento del SIRA (Sistema informativo regionale ambientale), bonifica dall’amianto, ecocentri, interventi migliorativi e di valorizzazione dei musei (percorsi multimediali, ammodernamento tecnologico), riqualificazione urbana nei centri storici, infrastrutture stradali, Metro di Cagliari, piste ciclabili, aiuti per start up innovative.
Quella sui fondi europei è, per l’assessore Paci, una battaglia che la Sardegna non può permettersi di perdere. Tanto importante da aver, per la prima volta, utilizzato la programmazione integrata (fondi europei 2014-2020, nazionali e regionali) nella manovra finanziaria per il 2015, con la precisa indicazione di spendere prima di tutto i fondi europei e solo dopo, dimostrato che non è possibile utilizzarli, passare a quelli nazionali e regionali. «Dobbiamo rafforzare la nostra capacità istituzionale anche in vista delle nuove sfide, a cominciare proprio dalla spesa dei fondi ancora ingenti della vecchia programmazione, ereditati con forti ritardi. E poi, appena approvata la finanziaria che segna una svolta nell’approccio con i fondi europei, dobbiamo subito iniziare a spendere le nuove risorse fortemente integrate con le risorse regionali nell’ottica della programmazione unitaria. L’ho già detto e lo ribadisco – conclude l’assessore del Bilancio – perdere soldi in un momento di crisi devastante come questo sarebbe inaccettabile.»
Raffaele Paci 12 copia

 

Palazzo della Regione 1 copia
La media assenze mensile per dipendente della struttura amministrativa della Regione è allineata con il dato nazionale delle altre Regioni e Province Autonome, ovvero meno di un giorno per lavoratore. Si passa da 0,812 giorni al mese per dipendente nel 2013 a 0,811 giorni al mese nel 2014, registrando una diminuzione tra le due annualità di 289 giorni complessivi. Il totale delle assenze per malattia retribuite e non retribuite nel 2013, infatti, era pari a 25624, nell’anno appena trascorso invece si è attestato a 25335. A livello nazionale, secondo i dati forniti dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio, il numero medio di giorni di assenza per malattia per dipendente nelle Regioni e Province Autonome, a gennaio 2013 era pari a 0,946, a gennaio 2014 a 0,878.

«Il nostro obiettivo è quello di raccogliere ed elaborare i dati per migliorare i servizi che la pubblica amministrazione deve fornire al cittadino – dice l’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro anche riguardo al monitoraggio su presenze e assenze del personale della Regione stiamo lavorando per raggiungere un sempre più alto livello di efficienza e nel pieno rispetto della trasparenza». I tassi di assenza dei dipendenti regionali sono appunto resi pubblici mensilmente sul portale istituzionale nella sezione “Amministrazione trasparente”.

«E’ altresì importante – continua l’assessore Demuro – fornire strumenti statistici via via più precisi ai dirigenti delle strutture ai quali è demandato il controllo su presenze e assenze dei dipendenti e, comunque, disporre di dati aggregati e di valutazioni da mettere a disposizione per qualunque pubblica utilità in modo da comprendere il funzionamento della macchina amministrativa e trovare soluzioni adeguate. Un’analisi attenta e preventiva dei dati – conclude Gianmario Demuro – può essere un valido supporto per evitare il verificarsi di anomalie e sprechi.»

Municipio di Cagliari 890 copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco lancia l’allarme sull’emergenza rifiuti a Cagliari. Una lunga distesa di rifiuti, una discarica a cielo aperto che dalla periferia si alluna al centro della città capoluogo. E’ il biglietto da visita offerto ai visitatori che in questi ultimi scorci di vacanze natalizie sono arrivati a Cagliari. Cumuli di spazzatura che si allargano ai piedi dei cassonetti per la raccolta dei residui. Dai mobili ormai in disuso sino ai cartoni, poi imballaggi, televisori, frigoriferi, sanitari, calcinacci e diversi elettrodomestici lasciati ai piedi dei marciapiedi. Degrado, abbandono e incuria regnano in una grande fetta del centro storico. La denuncia è arrivata dal consigliere regionale e comunale Edoardo Tocco – vice presidente della commissione igiene – che mette l’accento sull’esigenza di porre un argine ad una situazione ormai fuori controllo. «Si tratta di un segno di inciviltà che porta una grave ferita alla capitale della Sardegna – esordisce l’esponente di Forza Italia -. Una condizione inconcepibile, che esige risposte forti ed urgenti sin dai prossimi giorni». L’emergenza è giunta all’apice con le vacanze natalizie. «Il servizio di ritiro non è riuscito a sopperire all’indiscriminata impennata di residui abbandonati – rileva Tocco -. E’ opportuno un sopralluogo immediato nei diversi siti disseminati dalla spazzatura da parte degli organismi preposti ai servizi tecnologici, per porre un freno all’aumento indiscriminato di rifiuti abbandonati senza il rispetto delle regole». Ad essere danneggiata è anche l’immagine di Cagliari: «Dopo gli incivili che hanno preso di mira il Bastione di Saint Remy – conclude Tocco – un’altra pagina da cancellare per la città. Non è più possibile sopportare l’esercito degli ignoti che disseminano il capoluogo di immondizia. La missione deve diventare l’identificazione degli incivili che abbandonano la spazzatura in modo selvaggio, con sanzioni salatissime per quanti vengono sorpresi in un atto grave».

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Approda nuovamente nell’Aula del Consiglio regionale la discussione sul calendario venatorio. Un momento molto atteso dai 40mila cacciatori sardi che si sentono fortemente penalizzati – in modo ingiusto ed ingiustificato – rispetto ad altre regioni italiane e, soprattutto, alla vicina Corsica. Il primo firmatario della mozione Modesto Fenu – esponente di Sardegna Zona Franca – non mostra dubbi: «Appare assurdo – dice – che ancora oggi per futili contrapposizioni ideologiche non si voglia affrontare in modo razionale, scientifico e produttivo per l’ambiente, il tema dell’attività venatoria e, soprattutto, si voglia rinunciare ad una straordinaria risorsa come i cacciatori, protagonisti nel governo del territorio e custodia dell’ambiente».
Il capogruppo del movimento Sardegna Zona Franca spiega i motivi della mozione. «E’ ora di voltare pagina – aggiunge – e trovare soluzioni affinché il mondo venatorio possa essere valorizzato, così come in altre realtà europee, salvaguardando e creando nuovi posti di lavoro, aprendo così un dialogo costante con gli assessorati regionali all’ambiente e all’agricoltura e con le altre istituzioni regionali, per far sì che ci sia un approccio a tale tema razionale e confortato da studi scientifici certi, non suggerito da un approccio ideologico salottiero e irrazionale. Prendiamo atto dell’atteggiamento propositivo dimostrato dall’assessore all’ambiente Spano sul tema in questione. Abbiamo apprezzato che abbia convocato di sua spontanea volontà, così come promesso nell’ultima riunione del Comitato Faunistico, la riunione del nuovo organismo, mantenendo così fermi gli impegni assunti con associazioni venatorie».
Spiragli di ottimismo, dunque, sull’assemblea del Consiglio regionale: «Rimaniamo fiduciosi – prosegue il consigliere di Sardegna Zona Franca – sugli esiti della discussione della mozione nell’aula di via Roma. Riteniamo possibile che la mozione possa essere ritirata in virtù delle dichiarazioni e delle posizioni che l’assessore all’ambiente e la giunta assumeranno in consiglio».
«Come segnale di totale collaborazione e disponibilità – rimarca ancora Fenu – apprendo con piacere che le associazioni venatorie, al fine collaborare ulteriormente con la Regione Sardegna, per il controllo ed il monitoraggio contro la diffusione della peste suina, hanno dato la disponibilità ad attivarsi (al fine di contenere l’invasione ed il proliferare dannoso dei cinghiali) per la caccia a tale specie per altre quattro giornate e continuare nella lotta ai selvatici nocivi (come le cornacchie) che tanti danni stanno creando agli allevamenti ed alle aziende agricole della Sardegna, facendo così risparmiare alla Regione i soldi per il risarcimento. A seguito degli esiti della riunione di stasera e del Comitato faunistico convocato per domani, si prevede una conferenza stampa congiunta con le associazioni venatorie.» 
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu: «Occorre ascoltare le istanze provenienti dal mondo venatorio, anche per ridare dignità all’esercito dei cacciatori rendendoli protagonisti dell’ambiente».

Venerdì 9 gennaio, dalle 9.00 alle 14.00, l’aula 6 e il laboratorio Turing – facoltà di Studi umanistici, Sa Duchessa, piazza d’Armi – ospitano il workshop “Open data e data journalism”. I lavori rientrano nella attività di formazione e aggiornamento curate dal corso di laurea in Scienze della comunicazione (dipartimento di Pedagogia, psicologia e filosofia).

Il work shop – coordinato dalla responsabile del corso di laurea, Elisabetta Gola –  prevede gli interventi di Sandro Usai, Andrea Zedda, Vito Biolchini e Martino di Martino. Al centro dei lavori, “Fonti, basi dati, qualificazione del dato, costruzione dell’infografica, titolo e racconto della notizia”.

Sabato 17 gennaio, a Mamoiada, si accenderanno i fuochi di Sant’Antonio Abate; il paese si raccoglierà intorno ai falò per un antichissimo rito tra il sacro e profano, in onore del Santo patrono che «rubò il fuoco dall’inferno per portarlo agli uomini».

Per questa occasione, ANCOS Confartigianato e il CRAL Mereu di Cagliari, organizzano il servizio bus per raggiungere il centro barbaricino conosciuto per le sue maschere e la lavorazione del legno.

Il programma della manifestazione prevede l’arrivo in paese nella prima mattinata con la visita libera al “Museo delle maschere del Mediterraneo” e al centro storico.

Dalle 14.30, presso la sede Pro Loco, si potrà assistere al rito della vestizione dei Mamuthones e Issohadores, le tipiche e arcaiche maschere bianche e nere mamoiadine che, al suono cupo dei campanacci, danzeranno in processione che si snoderà presso tutti i rioni dove vi sia un fuoco, catturando con una sacra fune le giovani donne.

Le iscrizioni scadono improrogabilmente giovedì 15 gennaio alle ore 12.00.

L’escursione avverrà in giornata con partenza principale alle 9.30 da Cagliari in piazza Giovanni XXIII con possibilità di partenza anche da vari punti sulla S.S. 131 (Sestu, Sardara e Santa Giusta).

Per informazioni e prenotazioni contattare la Mereu Autoservizi al telefono 070494345 o alla mail info@autoservizi.com oppure recarsi in Piazza Giovanni XXIII, 38 a Cagliari.

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Il tema dell’individuazione dei siti sui quali costruire i depositi per lo stoccaggio dei rifiuti e scorie radioattive che riguarderebbe anche la Sardegna sta scatenando la reazione preventiva del mondo politico isolano, sia di maggioranza sia di opposizione.

«A nome mio e del Gruppo del Partito Democratico che rappresento in Consiglio regionale – denuncia il consigliere regionale Pietro Cocco – esprimo la più netta contrarietà ad accoglierle. Vigileremo ed intraprenderemo tutte le azioni possibili per evitarlo, facendo valere le decisioni dei territori e difendendo i nostri diritti, come già dichiarato dal presidente Francesco Pigliaru e dal segretario regionale del PD Renato Soru.»

«La battaglia a difesa dell’isola dall’insediamento militare – aggiunge il capogruppo del Partito Democratico – è un prerogativa storica della sinistra sarda, ci sono ragioni importanti a sostegno della nostra contrarietà, dimostrate anche recentemente con le richieste al Governo Nazionale per la graduale dismissione dei poligoni militari ed il loro superamento dal punto di vista economico, sociale ed ambientale e con la richiesta forte che si ritrovi un riequilibrio con le altre Regioni italiane. Vanno bene le dichiarazioni di tutti coloro che esprimono contrarietà, anche quelle dei convertiti dell’ultima ora (che oggi abbracciano le spinte autonomiste e negli anni in cui hanno governato l’isola hanno amministrato appiattiti sulle posizioni del governo “amico”), a patto che evitino di lasciarsi andare ad affermazioni avventate e fuori luogo.»

«Ognuno di noi ha la sua storia e personalmente posso rivendicare con forza di avere sempre combattuto su questo tema anche quando da sindaco del comune di Gonnesa nel novembre del 2008, manifestai la netta contrarietà e indisponibilità ad eventuali decisioni sfavorevoli del Governo nazionale, approvando col Consiglio comunale, all’unanimità, un ordine del giorno che rifiutava categoricamente qualsiasi possibilità che venissero costruite nell’ambito territoriale di propria competenza e nel sottosuolo centrali elettriche con reattori nucleari o che gallerie di miniera potessero ospitare scorie di altri impianti», dichiarando pertanto Gonnesa comune denuclearizzatoNon pensino gli estensori del bando nazionale per l’individuazione del sito unico di stoccaggio – sottolinea ancora Pietro Cocco -, di incantarci con le sirene dei centri di ricerca e dei posti di lavoro perché non cederemo su nulla. Faremo fino in fondo la nostra parte coi Sardi e in difesa dei Sardi – conclude Pietro Cocco – perché vogliamo e dobbiamo essere noi gli artefici della linea di sviluppo per la Sardegna.»

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