La luna del 6 gennaio 2015.
La luna del 6 gennaio 2015.
«Il mancato rinnovo del contratto tra il Ministero della Difesa e l’agenzia della Nato Namsa, per le attività che i dipendenti di Vitrociset assicurano all’interno del Poligono Interforze di capo San Lorenzo, deve trovare una soluzione positiva a livello nazionale, intraprendendo un’azione di riconversione e ripresa delle attività all’interno del poligono, scongiurando così la perdita di posti di lavoro in un territorio già colpito da una difficile crisi economica e sociale.» Lo scrivono in una nota diffusa questa sera, Piero Comandini e Franco Sabatini, consiglieri regionali del gruppo del Partito Democratico.
«Le attività dei tecnici della Vitrociset sono altamente specializzate e garantiscono, oltre alla manutenzione ordinaria degli impianti anche l’assistenza ai radar, come abbiamo potuto constatare in una recente visita da parte di una delegazione di parlamentari e consiglieri regionali del PD. Non vorremmo – aggiungono Comandini e Sabatini – che, in una fase così delicata che negli ultimi anni ha visto il Poligono al centro di indagini da parte della Magistratura di cui è necessario porre la parola fine e conoscere una volta per tutte la verità, si giocassero partite romane che in un breve tempo potrebbero portare allo smantellamento progressivo di tutte le attività presenti nel PISQ con gravi conseguenze occupazionali per i territori dell’Ogliastra e Sarrabus-Gerrei. Questo, alla luce anche di quanto sta capitando in altre regioni d’Italia, quali l’Umbria e soprattutto la Puglia, dove si sta realizzando un importante distretto aerospaziale in cui Finmeccanica ha già trasferito attività che prima venivano svolte a Quirra, o in Piemonte dove verrà realizzato un centro europeo di manutenzione, revisione e riparazione di tutti gli F35 in forza alla Nato, e che vede quindi la Sardegna fuori da ogni ragionamento in questo settore.»
«Noi riteniamo invece che, all’interno di una graduale dismissione delle servitù militari, con le bonifiche necessarie per la salvaguardia dell’ambiente e della salute, si debba puntare con decisione a difendere tutte le professionalità e competenze che in questi anni sono maturate e, con esse gli investimenti e le infrastrutture realizzate, con il mantenimento del Poligono Interforze di Quirra, attraverso attività compatibili con la ricerca civile e militare, realizzando un Polo aerospaziale dove tutte le maestranze della Vitrociset troverebbero la loro naturale collocazione, così come altre piccole e medie imprese del settore metalmeccanico. Perché, altrimenti – concludono Piero Comandini e Franco Sabatini – si rischia che oltre il danno ci sia anche la beffa, dopo anni in cui la Sardegna ha pagato un prezzo altissimo in termini di servitù militari oggi, in una nuova frontiera di ricerca aerospaziale civile e militare, con notevoli investimenti europei in questo settore, si possa essere superati da altre regioni più attente e lungimiranti, pur avendo nel Poligono strutture e professionalità acquisite nel corso degli anni.»
L’assessore regionale dei Beni culturali, Claudia Firino, è intervenuta oggi in relazione alla decisione del comune di Castelsardo di chiudere il Museo dell’Intreccio e indire una gara d’appalto per la gestione.
«Il comune di Castelsardo – ha spiegato Claudia Firino – ha piena titolarità a chiudere il Museo dell’Intreccio nel Castello dei Doria, come accaduto nei giorni scorsi, e di procedere a nuovi appalti. Deve essere però chiaro che non si tratta di scelta dettata dalla mancanza degli stanziamenti regionali relativi ai costi del personale che saranno previsti, come ogni anno, nella Legge Finanziaria, e che anzi la Regione si era già espressa, lo scorso novembre, auspicando la prosecuzione dei servizi e la tutela degli attuali lavoratori delle cooperative che gestiscono i Beni Culturali. Nell’attesa di attivare l’importante processo di riqualificazione, modernizzazione e sviluppo del sistema culturale e identitario della Sardegna, a cui stiamo lavorando – ha aggiunto l’assessore dei Beni culturali – questo assessorato, infatti, ha inoltrato l’invito a confermare e mantenere attivi i progetti in essere fino a tutto il 2015, specificando “l’esigenza e l’auspicio che gli enti locali beneficiari dei finanziamenti regionali provvedano alla gestione dei servizi, ove possibile, con le modalità previste per la gestione dei servizi pubblici locali privi di rilevanza economica, in modo comunque da utilizzare i soggetti esecutori fin qui impegnati nei progetti.»
«Se la Giunta di Castelsardo ha deciso diversamente, deve assumersene per intero la responsabilità. Altri comuni, infatti – ha concluso Claudia Firino -, hanno optato per la proroga dell’affidamento del servizio alle cooperative già impegnate, come bene esemplificato dal caso dell’Antiquarium Arborense di Oristano.»
Il consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo Forza Italia Sardegna, giudica positivamente la richiesta di istituzione di una Commissione d’inchiesta consiliare sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi, avanzata dall’onorevole Roberto Deriu, consigliere del Partito Democratico.
«Ben venga la richiesta – sottolinea Locci – ma a patto che il centrosinistra si liberi dai pregiudizi in merito al tema della sanità (richiesta particolarmente ardita, ne sono consapevole) e che a guidarla sia un componente dell’opposizione di centrodestra, al fine di garantire il bilanciamento democratico. Soltanto rispettando questi due requisiti fondamentali la commissione potrà rappresentare un’occasione concreta di confronto tra le diverse forze politiche e il mondo della sanità e non il pretesto per fare propaganda.»
L’organismo – secondo Locci – potrebbe realmente diventare uno strumento di ausilio all’introduzione e all’applicazione dei sistemi di programmazione della spesa sanitaria (veri sistemi di controllo, non meri specchietti per le allodole), alla corretta gestione delle aziende e all’attivazione della struttura dei costi standard, così come previsto dalla legge di riforma varata dal centrosinistra che ha consentito i commissariamenti delle diverse Asl isolane.
«Tuttavia, se l’idea dell’onorevole Deriu di istituire una commissione d’inchiesta significa “commissariare” l’assessore regionale alla Sanità, allora possiamo volentieri farne a meno. Ma se vuole invece rappresentare un tavolo di discussione tra le molteplici forze politiche e gli esponenti del sistema sanitario, allora siamo pronti al confronto, dando all’organismo il sostegno che merita. La Sardegna ha bisogno di una sanità che sappia essere vicina alle esigenze del cittadino e che sia capace di spendere al meglio le sempre più risicate risorse a disposizione. E non è certo commissariando le aziende sanitarie – conclude Ignazio Locci – che si riducono i costi e si migliorano le prestazioni mediche.»
Il Consiglio regionale si riunirà mercoledì, 7 gennaio, alle 16.00. All’ordine del giorno il disegno di legge n. 98/A “Soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione” e la proposta di legge 76/A (Gavino Manca e più) “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”, la Commissione d’Inchiesta n. 1 sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei costi, il disegno di legge n. 134 “Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna ai sensi dell’articolo 2, comma 186 bis della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Qualora perfezionato)”.
All’ordine del giorno della prima seduta del 2015 figura anche la mozione n. 106 (Dedoni e più) «sulla mancata erogazione dei contributi regionali alle famiglie numerose (bonus famiglia)” e la mozione n. 58 (Fenu e più) “sulla richiesta di una moratoria internazionale sull’attività venatoria verso i turdidi maggiori (Tordo Bottaccio, Tordo Sassello, Storno, Merlo e Cesena) e sulla ridefinizione della normativa regionale in materia venatoria e di governo del territorio».
Si è conclusa sabato sera, sul palco del Palanuraghe di Sant’Anna Arresi, la XXIX edizione del Festival Internazionale “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, della Fondazione del Banco di Sardegna, delle amministrazioni comunali di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.
La rassegna, iniziata il 18 dicembre e proseguita fino al 21, per poi ripartire il 27 ed andare avanti ininterrottamente fino all’altra sera, nell’ultima serata ha proposto due spettacolari band jazz, devote all’improvvisazione e alla sperimentazione. Il duo composto da Louis Moholo-Moholo e Alexander Hawkins si è cimentato in uno scambio culturale, una performance dedicata all’improvvisazione sospesa tra gli energici slanci del piano di Hawkins e la straordinaria gamma dinamica delle percussioni di Moholo-Moholo. Nonostante rappresentino due distinte generazioni di musicisti – Moholo-Moholo, maestro affermato e veterano di innumerevoli registrazioni fondamentali e band passate alla storia della musica; Hawkins, membro di una generazione molto più giovane ma la cui audacia e visione musicale lungimirante hanno contraddistinto come una delle forze maggiori della scena odierna – il duo ha sviluppato un rapporto speciale durante gli ultimi anni, che lo rende un interessante anello di giunzione tra il trascorso del jazz e le avanguardie odierne.
A chiudere il festival, in esclusiva per l’Italia, è stata l’ElectroAcoustic Septet di Evan Parker, un ensemble molto speciale, composto da Evan Parker al sassofono, Peter Evans alla tromba, Walter Prati al computer, Marco Vecchi alle proiezioni audio, Paul Obermayer e Richard Barrett alle elettroniche live e Steve Noble alla batteria. ElectroAcoustic è un progetto iniziato nel 1990 con lo scopo di esplorare in tempo reale i limiti dell’elaborazione dei segnali, nell’ambito dell’improvvisazione musicale. L’obiettivo di Parker è approfondire l’attuale percezione dell’arte dei suoni, in un discorso aperto tra strumenti classici ed elaborazioni digitali. Il settetto sottopone strumenti e computer a test di creatività in tempo reale, mettendo alla prova le capacità di libera improvvisazione del digitale contro l’umano. All’evolversi della tecnologia digitale gli ElectroAcoustic rispondono cercano nuovi metodi e possibilità per sfruttarne le sonorità ancora non considerate o esplorate a pieno.
La XXIX edizione del festival va in archivio e l’associazione culturale Punta Giara già pensa alla prossima che sarà quella del trentennale. C’è già una certezza rappresentata dal ritorno alla programmazione estiva. Dopo questo esperimento forzato, dettato da ragioni organizzative e dal ritardo nella definizione della programmazione dei contributi regionali, il festival ritroverà la sua naturale e storica collocazione a cavallo tra i mesi di agosto e settembre.
Cresce il numero degli studenti universitari beneficiari di borsa di studio. Sarà colmato in buona parte l’attuale dislivello degli universitari che, pur essendo, per requisiti, idonei a ricevere la borsa di studio, non rientrano nella graduatoria dei beneficiari per insufficienza di fondi.
Dopo l’incremento sul bilancio 2014 di 2 milioni di euro per ampliare i fondi disponibili per ulteriori borse di studio, gli universitari sardi potranno contare su una cifra all’incirca equivalente per nuove 600 borse di studio.
L’aumento è risultato anche dall’adeguamento agli obblighi della normativa nazionale in materia di diritto allo studio. Il decreto legislativo n. 68 del 29.03.2012 infatti, prevede l’importo minimo della tassa regionale per il diritto allo studio universitario nella cifra di 140 euro annuali, con destinazione vincolata per il finanziamento delle borse di studio ERSU.
La Sardegna, che mantiene le tasse universitarie più basse d’Italia, è ultima regione italiana ad adeguarsi alla norma del 2012. Un atto dovuto per il quale sono comunque numerosi gli esoneri che riguardano: tutti gli studenti beneficiari e idonei non beneficiari di borsa di studio (circa 5.200 iscritti), gli studenti con disabilità e quelli costretti a interrompere gli studi a causa di infermità gravi e prolungate (debitamente certificate). La Regione Sardegna, inoltre, concede un ulteriore esonero per gli studenti il cui reddito complessivo lordo non supera i 25.000 euro (circa 6mila studenti) anche se non risultano idonei nelle graduatorie di borsa di studio.
Ulteriori misure che tutelino maggiormente il diritto allo studio saranno messe in campo successivamente, nel momento in cui si predisporrà il testo della Legge Finanziaria.
Sono stati rispettati i tempi di accreditamento delle strutture del sistema trasfusionale regionale in possesso dei requisiti organizzativi, come previsti dall’Accordo Stato Regioni del 2010 tra Governo, Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano. La giunta regionale, nell’ultima riunione, ha approvato una delibera, la n. 53/3 proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, che certifica l’accreditamento del sistema nel suo complesso.
Il dispositivo prevede, inoltre, una serie di percorsi di miglioramento della qualità strutturale di alcune unità del sistema trasfusionale della Sardegna al fine di renderle sempre più aderenti alle necessità dei donatori e dei pazienti.
«Il percorso fin qui seguito – sottolinea l’assessore della Sanità – non deve considerarsi un punto di arrivo ma una importante tappa di un più articolato cammino che vede la sanità pubblica e il volontariato camminare fianco a fianco per garantire il miglior servizio possibile ai sardi, in un settore delicato e strategico per il nostro sistema sanitario. Si può affermare con soddisfazione che l’impegnativo obiettivo posto dall’Accordo Stato Regioni è stato raggiunto nei tempi previsti e che – conclude l’assessore Arru – oltre a quelle attualmente accreditate, sarà possibile inserire nuove strutture nel sistema, ovvero regolarizzare la posizione di alcune di esse.»
Spetterà ora ai commissari delle Aziende sanitarie e alle associazioni di volontariato, che garantiscono un prezioso e insostituibile apporto, riorganizzare la programmazione della raccolta del sangue, anche con l’ausilio delle autoemoteche. L’Assessorato svolgerà una funzione di controllo delle programmazioni e di verifica dei percorsi di regolarizzazione e di qualità del servizio.
«Si tratta di un grande risultato, portato a casa in poco più di sette mesi – ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru – che si è raggiunto grazie all’enorme lavoro di squadra tra le strutture dell’assessorato, guidate dal direttore generale Sebastiano Piredda, e le Agenzie regionali per l’agricoltura, in particolare Argea e il suo direttore generale, Gianni Ibba.»
Le risorse in questione sono quelle del Psr 2007-2013, su cui l’Ue ha previsto la formula N+2 (due anni in più oltre la scadenza del 2013 per completare la spesa dei fondi, pena la restituzione). «Si partiva da un lascito della scorsa amministrazione preoccupante, che ci imponeva un impegno doppio rispetto a quello classico – ha osservato Falchi –, ciononostante siamo riusciti a spendere quasi 190 milioni di euro per l’annualità 2014».
Molto soddisfatto anche il direttore generale di Via Pessagno, Sebastiano Piredda: «Tanto lavoro per un’impresa molto positiva per il futuro dell’agricoltura sarda, per le strutture dell’assessorato e delle Agenzie».
Il raggiungimento dell’obiettivo finale è fissato al 31 dicembre 2015, quando si concluderà l’N+2 e tutte le risorse messe sul piatto da Bruxelles dovranno essere spese. «L’esperienza maturata nel 2014 ci ha permesso di collaudare la squadra e – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – sono certa che ci impegneremo ancora di più per mettere a disposizione delle nostre imprese le risorse inviate dall’Unione europea, perché tanto rimane ancora da fare».