20 July, 2024
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Ricca e variegata settimana di appuntamenti a Cagliari per Nues, il festival dei fumetti e dei cartoni del Mediterraneo, quest’anno alla sua sesta edizione, in corso fino al 3 dicembre. Un’edizione che, sotto il titolo “Nuvole dal fronte”, affronta il tema del conflitto nel senso più ampio del termine, dalla guerra ai contrasti culturali, socio-economici, collettivi e individuali.

Domani (martedì 17 novembre), la manifestazione organizzata dal Centro Internazionale del Fumetto con la direzione artistica di Bepi Vigna, ospita l’autrice di libri per ragazzi Annamaria Piccione, protagonista di due presentazioni letterarie proposte in collaborazione con il Festival Tuttestorie: la prima nell’ambito della sezione di Nues dedicata alla Grande Guerra, la seconda nel blocco di approfondimenti sul fenomeno delle migrazioni di massa, una delle conseguenze più drammatiche dei conflitti odierni.

In mattinata, la scrittrice siracusana presenta ad un gruppo di studenti delle scuole secondarie di primo grado il suo romanzo “Una rosa in trincea”, uscito lo scorso anno per le Edizioni Paoline. Al centro del racconto, arricchito da tavole a fumetti di Roberto Lauciello, ci sono Milly e Andrea, due cugini tredicenni che si ritrovano in estate in Sicilia, nel paese d’origine delle loro mamme, e la storia del bisnonno Peppino, combattente nella prima guerra mondiale, scoperta da Andrea attraverso i racconti di Milly e dei vari parenti. L’appuntamento è alle 10.30 allo Spazio Search (nel sottopiano del Municipio, nel largo Carlo Felice), dove, fino a gennaio, è possibile visitare la mostra “Dimonios – La leggenda della Brigata Sassari” allestita da Nues nell’ambito dell’esposizione dell’Archivio Storico del Comune di Cagliari “Sa Gherra – Memorie della Grande Guerra”.

Nel pomeriggio, al Nuovo Collegio della Missione (in piazza San Domenico), in un doppio appuntamento alle 15.00 e alle 17.00, Annamaria Piccione legge per i bambini alcuni brani del suo libro “E’ arrivato l’ambasciatore” (Edizioni Mammeonline, 2013). Vincitore del Premio Sciascia 2015, il romanzo narra la storia del piccolo migrante Ayub e del suo terribile viaggio dall’Eritrea all’Italia alla ricerca del fratello maggiore.

L’indomani (mercoledì 18 novembre) si ritorna allo Spazio Search, dove Alessandro Di Virgilio, intervistato dal giornalista Paolo Vacca, presenta alle 18.00 la graphic novel “La Grande Guerra, storia di nessuno”: il racconto di un giovane fante dall’inferno della Prima Guerra Mondiale e la storia, ambientata nei nostri giorni, del ritrovamento di un diario di guerra. Pubblicata nel 2008 da BeccoGiallo, e tornata lo scorso anno in libreria in una nuova edizione, l’opera, con i disegni di Davide Pascutti, fa parte di una nuova fase creativa per Alessandro Di Virgilio, sceneggiatore di fumetti napoletano, classe 1962, molto attivo tra gli anni Ottanta e i Novanta, con collaborazioni con “Il Giornalino”, “Splatter” e altre testate.

Alessandro Di Virgilio

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Abbiamo letto con stupore e un po’ di sconcerto il resoconto, riportato lo scorso 6 novembre sulla stampa regionale, dell’audizione del Commissario della ASL di Carbonia in Consiglio Regionale. Argomento dell’audizione era l’assistenza ai malati in Assistenza domiciliare integrata di terzo livello. Ciò che ci stupisce è qualche consigliere regionale chieda la “sospensione del nuovo piano ADI fino al 31 dicembre” e che l’Assessore possa condividere la proposta.

Ma cos’è il nuovo piano ADI ? E cos’era e com’era il vecchio?

Secondo la normativa che le istituisce “Le Cure domiciliari integrate di terzo livello consistono in interventi professionali rivolti a malati che presentano dei bisogni con un elevato livello di complessità in presenza di criticità specifiche e più precisamente: malati terminali (oncologici e non); malati portatori di malattie neurologiche degenerative/progressive in fase avanzata (SLA, distrofia muscolare); fasi avanzate e complicate di malattie croniche; pazienti con necessità di nutrizione artificiale parenterale; pazienti con necessità di supporto ventilatorio invasivo; pazienti in stato vegetativo e stato di minima coscienza”.

Presupposti della cura in ADI sono: la valutazione multidimensionale, la presa in carico del paziente e l’individuazione di un piano di cura con intervento di tipo multidisciplinare.

La gamma di interventi previsti comprende prestazioni mediche, infermieristiche, dietologiche, riabilitative fisioterapiche e logopediche, psicologiche e medico specialistiche.

Nelle regioni più organizzate ed evolute del Paese (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana e altre) esistono dei servizi distrettuali che assicurano le attività necessarie occupandosi stabilmente dei pazienti e assicurando l’integrazione delle cure e il costante raccordo con tutte le strutture di cura territoriali e ospedaliere.

Per quanto risulta dagli atti assunti e dalle iniziative operative intraprese, la ASL di Carbonia ha fatto esattamente ciò che è previsto dalle norme, dalle raccomandazioni scientifiche, dalle Associazioni dei malati (si vedano in proposito le proposte dell’AISLA – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e che hanno già fatto le Regioni del centro-nord Italia. Il cosiddetto “nuovo piano” altro non è che la costituzione di un servizio stabile, stabilmente dedicato ai pazienti, integrato e raccordato con tutti gli altri servizi dell’azienda, territoriali e ospedalieri.

Nel “vecchio piano” invece il servizio dedicato era sostituito da una serie di prestazioni libero-professionali di medici e infermieri dipendenti, operanti nel Reparto di Rianimazione.

Sembrerà strano che un’Azienda debba “acquistare” prestazioni libero-professionali dai propri dipendenti e la cosa potrebbe giustamente scandalizzare anche i liberisti più radicali. La normativa contrattuale dei medici ospedalieri tuttavia lo consente. Lo consente però “in via eccezionale e temporanea, ad integrazione dell’attività istituzionale, allo scopo di ridurre le liste di attesa o di acquisire prestazioni aggiuntive, soprattutto in presenza di carenza di organico ed impossibilità anche momentanea di coprire i relativi posti con personale in possesso dei requisiti di legge.” (art. 55 CCNL Medici e Veterinari, normativo 1998 -2001 economico 1998 – 1999).

Le condizioni che indussero, negli anni 2002-2003, la direzione della ASL a chiedere prestazioni libero professionali al di fuori dell’impegno di servizio ordinario “in via eccezionale e temporanea”, sembra però che ad oggi non siano state superate.

Certo è che qualsiasi Direttore o Commissario minimamente rispettoso di norme e contratti, oltre ché desideroso di assicurare le dovute cure ai propri assistiti, avrebbe fatto bene a fare ciò che ,con tanta fatica e molte opposizioni, sta cercando di fare l’attuale Commissario: istituire e attivare un servizio per le cure in ADI di terzo livello cercando di colmare un ritardo di appena (?) 12 anni.

Ma perché allora tanta contrarietà all’istituzione del nuovo servizio? E’ vero che peggiora gli standard di cura e di assistenza e mette, come affermano alcuni familiari dei malati, a rischio la sopravvivenza dei loro cari? Vediamo.

I pazienti che rivendicano il cosiddetto “vecchio piano” (12 dei 41 inseriti in questa tipologia di assistenza) sono tutti residenti nel Distretto di Carbonia e tutti appartenenti ad un’associazione di pazienti e operatori denominata “Le Rondini”. I motivi addotti di contrarietà al “nuovo piano” e di rivendicazione del “vecchio” sono: la mancanza di una appropriata professionalità degli operatori, i rischi correlati alla discontinuità tra vecchio e nuovo sistema e, soprattutto, il venir meno di un rapporto diretto con la struttura di rianimazione.

In forza di tali motivazioni i familiari dei 12 pazienti hanno ripetutamente impedito a numerosi operatori della ASL, medici e infermieri, l’accesso alle proprie abitazioni sostenendone la incompetenza ad assistere i propri congiunti. Ciò in assenza di qualsivoglia elemento di sospetto e senza alcuna conoscenza delle loro esperienze professionali. Un atteggiamento evidentemente e inconfutabilmente pregiudiziale dettato, sostiene qualcuno, da un motivo nobile e da una preoccupazione sacrosanta: la paura di perdere il rapporto con la rianimazione e le cure di operatori (quelli del vecchio piano) verso i quali si è cementata in tanti anni una fiducia difficilmente trasferibile ad altri.

Va innanzi tutto chiarito che il rapporto diretto dei pazienti con la Rianimazione è lo stesso di qualsiasi altro cittadino del territorio. Tutte le volte che uno dei 12 pazienti in ADI aderenti all’Associazione Le Rondini, così come ciascuno degli altri 29 non aderenti, ha avuto necessità di essere ricoverato, è stato prelevato dal proprio domicilio a cura del servizio 118, trasferito al Pronto Soccorso e, quando necessario, ricoverato in Rianimazione dove ad assisterlo poteva esserci (in turno) uno dei medici che facevano l’assistenza domiciliare o anche uno che non opera in prestazioni extra-ospedaliere.

Questo elemento di preoccupazione viene tuttavia sistematicamente e insistentemente proposto dall’Associazione Le Rondini che probabilmente teme di perdere il rapporto con gli operatori del reparto di Rianimazione che nel corso dell’ultimo decennio hanno assicurato le prestazioni di competenza ai pazienti in ADI del distretto di Carbonia. Il problema riguarda, infatti, solo Carbonia e non Iglesias.

Ciò che preoccupa le 12 famiglie sembra così essere la perdita del rapporto con i professionisti, e non col reparto, considerato che il rapporto col reparto è fuori discussione.

Perché allora non adoperarsi per mantenere quel rapporto? Sembra l’uovo di Colombo. Perché nessuno ci ha pensato? Cosa impedisce, o ha impedito, al Commissario di rendere disponibili, anche a tempo pieno, quegli operatori verso i quali i malati in questione e i loro cari sono così potentemente “fidelizzati”? Non sono certo insostituibili nel loro lavoro di reparto e, quando pure lo fossero, perché non fare in modo che un professionista operi sia in ospedale che nel territorio? Nulla lo vieta e in tempi in cui non si parla che di continuità tra ospedale e territorio sembrerebbe una banalissima ovvietà.

Nulla lo vieta ma gli operatori da cui i malati dell’Associazione Le Rondini non vogliono separarsi non ne vogliono sentire di lavorare in ADI. Almeno non durante il normale orario di servizio. Quando gli è stato proposto infatti hanno risposto no e quando a qualcuno è stato imposto, la direzione della ASL è stata diffidata dal legale degli interessati con minaccia, in caso di mancata revoca dell’ordine di servizio, di azioni legali.

In pratica gli operatori non vogliono e ritengono di non doversi occupare di ADI nell’ambito del lavoro ordinario (quello pagato con lo stipendio) ma vogliono tenacemente occuparsene al di fuori del normale orario (in libera professione con un compenso suppletivo). I compensi suppletivi però possono essere impiegati quando con le normali risorse non si riesce a far corrispondere l’offerta di prestazioni al fabbisogno assistenziale e in questo caso forse non è così. La situazione delle risorse umane nelle Rianimazioni nel Sulcis non sembra davvero così carente.

Nel 2014 i due reparti della ASL 7 hanno ospitato mediamente 2,5 pazienti al giorno (su 8/9 posti letto disponibili) impiegando 15 medici e 25 infermieri (circa 25.000 ore di lavoro/uomo dei medici e 40.000 ore per fornire meno di 30.000 ore di ricovero/paziente). Tradotto in termini comprensibili significa che se ciascuno dei pazienti ricevesse 24 ore al giorno di assistenza e cure tutti i giorni in cui è rimasto ricoverato, ciascun operatore di quel settore in media sarebbe stato attivamente impegnato per meno della metà del proprio orario di lavoro. Pur tenendo conto dell’alta criticità dei pazienti è difficile sostenere che un settore così organizzato (?) non riesca a fare di più e abbia bisogno di dare “prestazioni aggiuntive” per assicurare l’assistenza ai malati in ADI.

Il costo annuo del cosiddetto “vecchio piano” supera i 700.000 euro l’anno (pari allo stipendio di 5 medici e 10 infermieri o 4 medici e 12 infermieri) in un settore in cui la produttività dei 15 medici e 25 infermieri assegnati (due milioni e duecento mila euro di stipendi) ha una potenzialità produttiva suscettibile di un espansione importante rispetto a quella attuale.

Questo modello di gestione dell’organizzazione sanitaria, poco assennato e assai disinvolto, non è giusto né equo e soprattutto non è sostenibile. Sarebbe utile che tutti lo ricordassimo quando ci lamentiamo del profondo deficit che la sanità ha determinato nel bilancio regionale.

Sergio Pili – Direttore Presidio Ospedaliero Sirai

Antonio Tuveri – Direttore Dipartimento di Chirurgia

Marco Vinicio Grussu – Direttore Distretto Socio Sanitario di Carbonia

Viviana Lantini – Direttore Dipartimento di Emergenza Urgenza

Antonello Cuccuru – Direttore Struttura Complessa Professioni Sanitarie

Miriana Fresu – Direttore Struttura Complessa Medicina Fisica e Riabilitativa

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Verrà presentata venerdì 20 novembre, nel corso di una conferenza stampa, nella sala consiglio della Fiera internazionale della Sardegna, a Cagliari, la quinta edizione del Festival  di Scirarindi 2015 – Benessere, buon vivere e sostenibilità in Sardegna.

Interverranno Cristina Pusceddu e Giovannella Dall’Ara, responsabili dell’associazione Scirarindi e ideatrici e organizzatrici del Festival, Ignazio Schirru, presidente della Fiera Internazionale della Sardegna, il direttore generale della Fiera, Giampiero Uccheddu, e Alessandra Guigoni, antropologa culturale dell’Università di Cagliari.

LOCANDINA V Festival Scirarindi

 

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L’assessore della Cultura del comune di Elmas, Luca Fadda, in accordo con i presidenti de “La Gilda dei Mercanti” e della Pro Loco, ha organizzato un incontro per discutere dell’organizzazione delle attività natalizie da svolgere nel centro cittadino, al quale sono stati invitati tutti i pesidenti o i loro delegati delle associazioni e le consulte di Elmas.

L’appuntamento è stato fissato per mercoledì 18 novembre, alle ore 18.00, nell’Aula consiliare di via del Pino solitario.

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Grande miniera Serbariu 2

Sono in corso, a Carbonia, i nuovi lavori nella Piazza dedicata a Sergio Usai, all’ingresso della Grande Miniera di Serbariu.

Gli interventi ricoprono complessivamente oltre mille metri quadri dell’intera piazza, dove saranno allestiti dei prati verdi e saranno posizionate piantine di Pyracantha e Carissa. I lavori prevedono anche la realizzazione dell’impianto di irrigazione, nonché la sistemazione delle ringhiere di recinzione e dei cancelli presenti in tutta l’area mineraria. I lavori hanno un valore complessivo di circa 30mila euro.

Sono in corso nella Grande Miniera di Serbariu anche altri interventi di riqualificazione paesaggistica e illuminotecnica degli spazi aperti.

I lavori riguardano, tra le altre cose, il restauro e la riqualificazione del Deposito del Carbone, la riqualificazione del percorso che collega i nuovi spazi del Centro Intermodale con il nuovo piazzale d’ingresso della Miniera, l’installazione di un impianto fotovoltaico e l’implementazione dell’impianto esterno di illuminazione dentro l’area mineraria.

«L’Amministrazione comunale – spiega il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti – sta proseguendo nella realizzazione di progetti per migliorare l’offerta turistica e culturale della Grande Miniera di Serbariu. Riteniamo che migliorare l’area della Grande Miniera e la qualità dell’offerta sia lo strumento giusto e allo stesso tempo indispensabile per proseguire in questo percorso. In questi anni, per tutti questi motivi, sono stati realizzati diversi lavori: la sistemazione del piazzale d’ingresso della Grande Miniera di Serbariu e la messa in sicurezza del Silos (250.000 euro), l’adeguamento del Museo Paleontologico PAS – E.A. Martel (circa 222.000 euro) e la realizzazione di un’Area Parco Giochi per i più piccoli (17.000 euro).»

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Il prossimo 2 gennaio il Cineteatro Mutua di Carloforte ospiterà uno spettacolo musicale per beneficienza denominato “Aspettando Sanremo“. «Il motto che ci anima – spiega l’autore Giampaolo Leone – è “canteremo per salvare una vita”. Con il ricavato acquisteremo un defibrillatore da destinare alle società sportive che praticano il calcio e 5 e il tennis e frequentano gli stessi impianti.»

Cineteatro Mutua di Carloforte

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Piazza d'Italia Sassari

Amnesty International Sassari e le associazioni aderenti alla Rete dei diritti (U.F.Ha. – Unione Famiglie Handicappati, M.O.S – Movimento Omosessuale Sardo, U.I.L.D.M. – Unione Italiana Lotta DistrofIa Muscolare, Associazione Franco Mura ONLUS, Voce Amica, Theatre En Vol, Cooperativa Elleuno, Le Ragazze terribili, Acos, Settore Diritti Civili Sassari, Noi Donne 2005, Temperalapsus, Nessun Dorma e Associazione Yakaar Senegalesi della Provincia di Sassari, Mondo X Sardegna e Voce Amica Sassari Onlus) hanno organizzato “Peace for Paris”, una fiaccolata/sit-in in memoria delle vittime degli attentati di Parigi, di solidarietà al popolo francese e ai migranti che fuggono dalla violenza e dalle guerre, che si terrà domani, martedì 17 novembre, alle 20.00, in Piazza d’Italia, a Sassari.

L’evento sarà l’occasione per ricordare tutte le vittime del terrorismo. perché chiedendo la pace per Parigi chiediamo la pace per le vittime della violenza e del terrore ovunque si trovino, nel nome della fratellanza e della solidarietà tra tutti i popoli.
Interverranno il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il responsabile di Amnesty International Sassari Gian Mario Manca e Patrizia Masala per la Rete dei diritti.

Tutti i sardi sono invitati a partecipare con una candela.

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 Ospedale Civile di Cagliari

Anche quest’anno il Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl di Cagliari darà avvio, a partire dal mese di novembre, alla campagna di vaccinazione antinfluenzale 2015-2016 secondo quanto previsto dalle Raccomandazioni del Ministero della Salute.
L’obiettivo è quello di raggiungere una copertura vaccinale compresa tra un minimo del 75% ad un massimo del 95% nella popolazione ultrasessantacinquenne e a rischio per patologie o per attività a valenza sociale. Inoltre, il Servizio garantirà ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di libera scelta, che ne faranno richiesta, la fornitura del vaccino antipneumococco per i propri assistiti a rischio, oltre a garantire l’offerta nei propri ambulatori dedicati.
«Quest’anno verrà usato il vaccino tetravalente indicato per l’immunizzazione di adulti e bambini dai tre anni in su – spiega Giorgio Steri, direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica -. La Asl invita tutta la popolazione a recarsi presso gli ambulatori di Igiene e Sanità Pubblica dedicati e presso gli ambulatori dei medici di medicina generale, con fiducia e in sicurezza, in quanto la vaccinazione riduce il rischio individuale di malattia, di ospedalizzazione e di morte soprattutto per le categorie cui è raccomandata la vaccinazione e quindi più esposte.»
La vaccinazione: sicura ed efficace
L’influenza non è sempre un banale malanno di stagione come spesso si pensa.
Ogni anno, infatti, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), causa in media 40.000 decessi prematuri in Europa. Sono le persone più fragili, quelle a maggior rischio di complicanze, tanto che il 90% dei decessi si verifica in persone di età superiore ai 65 anni, soprattutto se affetti da altre patologie. Ogni anno, colpisce, in forma più o meno severa, tra il 10 e il 20% della popolazione generale.
Le campagne di vaccinazione contro l’influenza hanno due obiettivi fondamentali:
1. proteggere le persone più fragili e maggiormente a rischio di complicanze:
– direttamente, offrendo in maniera gratuita la vaccinazione a diverse categorie di persone ad alto rischio tra cui soggetti di età pari o superiore a 65 anni, bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie, che aumentano il rischio di complicanze da influenza, donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
– indirettamente, impedendo che siano le persone a esse più vicine a trasmettere l’infezione. Per questo, tra le categorie per cui la vaccinazione è raccomandata rientrano i medici e il personale sanitario di assistenza e i familiari e contatti di soggetti ad alto rischio.
2. garantire il corretto funzionamento dei servizi essenziali. Per questa ragione la vaccinazione è raccomandata a particolari categorie di lavoratori, come le forze di polizia e i vigili del fuoco.
E’ importante vaccinarsi ogni anno. Tutti i virus influenzali, infatti, tendono nel tempo ad acquisire cambiamenti che permettono loro di eludere l’immunità acquisita dalla popolazione nelle stagioni precedenti.
Dove rivolgersi:
Cagliari
viale Bonaria, n. 16 c/o ex poliambulatorio dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30
Selargius
via Mazzini n. 32 b giovedì dalle 8.30 alle 12.30
Quartu Sant’Elena
via Turati dal martedì al giovedì dalle 8.30 alle 12.30
Dolianova
venerdì dalle 8.30 alle 12.30
Muravera
il 2° e il 4° lunedì del mese dalle 15.30 alle 17.30
San Nicolò Gerrei
il giovedì dalle 12.00 alle 13.00
Isili
martedì e giovedì dalle 9.00 alle 11.00
Senorbì
lunedì e giovedì dalle 16.00 alle 17.00
Assemini
c/o ambulatorio di Igiene e Sanità Pubblica via 2 Agosto 1980, n. 23 (aperture straordinarie) il 17 novembre, il 25 novembre, il 2 dicembre 2015 dalle ore 8.30 alle ore 13.00.
Villasor
c/o ambulatorio Corso Veneto (aperture straordinarie) il 18 novembre, il 25 novembre e il 1 dicembre 2015 dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

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L’Ersu, ente regionale per il diritto allo studio universitario di Cagliari, intende acquisire una manifestazione di interesse tra i dipendenti del “Sistema Regione” per la copertura di quattro posizioni vacanti.
Queste le figure professionali richieste e i relativi requisiti:
profilo 1 – un funzionario Tecnico – categoria D – caratteristiche professionali: Ingegnere:
– laurea vecchio ordinamento, laurea a ciclo unico, laurea specialistica o magistrale in ingegneria con possesso di abilitazione all’esercizio della professione;
profilo 2 – un funzionario Amministrativo – categoria D:
– laurea vecchio ordinamento, laurea a ciclo unico, laurea specialistica o magistrale in giurisprudenza, economia, scienze politiche o equipollenti;
profilo 3 – un Istruttore Tecnico – categoria C – caratteristiche professionali: geometra o perito elettrotecnico industriale:
– diploma di geometra o perito elettrotecnico industriale;
profilo 4 – un Istruttore Amministrativo – categoria C:
– Diploma di scuola secondaria di secondo grado.
Le domande di ammissione alla selezione dovranno pervenire entro entro il 30 novembre 2015.