21 July, 2024
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Scade domani, venerdì 13 novembre, il bando europeo Eden rivolto ai Comuni che intendono candidarsi a destinazione di eccellenza, laddove i propri obiettivi di crescita economica siano in sintonia con sostenibilità sociale, culturale e ambientale. La settima edizione dell’iniziativa, dedicata per il 2014-2015 al tema “turismo e gastronomia locale”, selezionerà cinque destinazioni che entreranno a far parte della rete nazionale ed europea Eden. Possono partecipare Comuni con non più di 15mila abitanti, anche in forma associata, fino a un massimo di dieci con un paese capofila, che rappresentino mete emergenti, “non tradizionali”.
I candidati dovranno trasmettere una esaustiva presentazione della destinazione, con la descrizione delle esperienze più significative in grado di coinvolgere i turisti, attraverso il racconto di storie locali al di fuori dai contesti usuali.
Le domande saranno quindi valutate da un Comitato nazionale in base alla rilevanza e alla qualità delle azioni messe in atto, all’impatto sul target di riferimento, al rapporto tra costi ed efficacia e al tasso di “turisticità”, ossia il rapporto tra presenze di vacanzieri giornaliere e popolazione residente.
Il comitato, attivato dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, in collaborazione con Enit e Anci, e coordinato dalla Regione Abruzzo, capofila del progetto a livello nazionale, selezionerà un elenco ristretto di destinazioni e successivamente, entro il 27 novembre, ne sceglierà cinque da indicare alla Commissione europea. A dicembre l’evento di premiazione organizzato dalla CE.

Carloforte copia

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E’ allarme anche in Sardegna per la crisi del comparto nazionale del latte bovino, travolto dai prezzi bassi che costringono numerose imprese del comparto a lavorare e produrre in perdita.
«In Sardegna – ha spiegato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi – la situazione è migliore rispetto al resto d’Italia grazie alla presenza di una realtà cooperativa locale che riesce ancora a collocare le produzioni a prezzi più vantaggiosi rispetto al resto del Paese. Ma la grave crisi può presto estendersi anche alla nostra regione se non si perseguiranno strategie in grado di rilanciare il comparto a livello nazionale ed europeo. Auguriamo al ministro Maurizio Martina, interessato attivamente della questione, che il tavolo nazionale costituito ad hoc trovi presto soluzioni percorribili e condivise da tutti gli attori della filiera. Da parte nostra – ha proseguito l’assessore Falchi – restiamo a disposizione degli allevatori sardi per verificare il contributo che la Regione può fornire nell’affrontare la situazione. Una crisi di questa gravità, se prolungata nel tempo, rischia di incidere negativamente anche sul comparto ovino che al momento sta invece godendo di una relativa stabilità dei prezzi. È anche per prevenire eventuali ripercussioni negative della crisi del latte bovino – ha concluso Elisabetta Falchi – che stiamo alacremente lavorando alla costituzione dell’Organizzazione Interprofessionale del comparto lattiero-caseario ovino.»

 

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Cinghiale 1

È proseguito ieri l’esame del quarto provvedimento attuativo del Programma straordinario di eradicazione della Peste suina africana 2015/2017, che riguarda le misure per l’eradicazione della PSA nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati, condotto dal Responsabile dell’Unità di Progetto con i rappresentanti delle associazioni venatorie, in un incontro nel palazzo di viale Trento.
Alla riunione, che ha seguito quella del 14 ottobre scorso, erano presenti Bonifacio Cuccu dell’Unione Cacciatori di Sardegna, Marco Efisio Pisanu di Caccia, Pesca, Ambiente, Franco Sciarra della Federazione Italiana della Caccia, Carlo Masnata, componente dell’Unità di Progetto in rappresentanza del Corpo Forestale, Davide Brugnone dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente, Modesto Fenu di Laore e Sandro Rolesu per l’Istituto Zooprofilattico della Sardegna.
L’incontro è servito per proseguire il confronto sul regolamento predisposto dalla Regione in merito alla caccia al cinghiale nell’ambito delle misure per debellare la PSA in tutto il territorio regionale e per ascoltare le osservazioni dei rappresentanti dei cacciatori a seguito della precedente riunione, in modo da condividere, dove possibile, specificazioni e miglioramenti, al fine di facilitare l’applicazione delle regole e di assicurare la partecipazione di tutti, nella consapevolezza che la PSA è una problematica generale che coinvolge l’intera isola e penalizza importanti settori produttivi.
I rappresentanti delle associazioni venatorie hanno presentato le proprie proposte di modifica, in uno scambio proficuo con il direttore De Martini e con i tecnici della Regione, che si è concluso con il perfezionamento di alcuni punti, nella soddisfazione di tutti i partecipanti all’incontro.
Sempre nell’ambito delle azioni mirate all’eradicazione della PSA, Argea Sardegna, l’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura, ha pubblicato qualche giorno fa il bando per la presentazione delle domande di indennizzo finalizzato a sostenere il reddito delle aziende suinicole ricadenti all’interno delle zone di protezione e di sorveglianza istituite intorno ai focolai di PSA.

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«Che fine ha fatto l’impegno assunto (ben sette giorni fa) dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru in sede di audizione presso la VI Commissione consigliare in merito alla difficile condizione in cui vivono i pazienti Adi di terzo livello del Sulcis?»

A chiederlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, componente della commissione Sanità, presente all’audizione dell’assessore Arru.

«L’assessore sembrava aver accolto di buon grado la proposta di prorogare il “vecchio” sistema Adi fino al 31 dicembre prossimo – aggiunge Ignazio Locci -. Un’apertura sulla quale pazienti e famigliari avevano riposto autentiche aspettative, vista la criticità di una situazione tesa che vede contrapposte le famiglie, che hanno bocciato le modifiche in vigore dal luglio scorso, e il Commissario della Asl 7 Antonio Onnis, tenace nel portare avanti il suo modello di revisione dell’assistenza a domicilio.»

«Il nuovo sistema sembra rivelare le sue falle – sottolinea ancora Ignazio Locci -. Basti pensare a quanto accaduto nei giorni scorsi a un malato di Sla di Sant’Antioco. L’uomo, così come ha raccontato la figlia in un’accorata lettera rivolta proprio ad Arru, ha accusato un malore e si è dovuto scontrare con le pecche organizzative del nuovo apparato. La famiglia si è attenuta alle disposizioni formulate dal Commissario Onnis ma, nonostante ciò, niente è andato come previsto: il ricovero, infatti, è avvenuto con forte ritardo.»

«Alla luce di quanto sta accadendo, invochiamo una presa di posizione pratica e concreta da parte dell’Assessore, affinché si decida a rendere operativa la proroga del precedente modello di assistenza. Tale decisione rappresenterebbe un ulteriore momento di riflessione delle parti al fine di giungere all’elaborazione di un piano che sia veramente vicino alle esigenze dei malati. Perché sono i bisogni degli assistiti Adi la vera priorità. Per questo occorre garantire un costante e solido filo diretto tra i pazienti e il reparto di rianimazione del Sirai di Carbonia. Il principio fondante, infatti, è quello di un’ospedalizzazione a domicilio – conclude Ignazio Locci -, che può essere assicurata soltanto mantenendo rapporti costanti con la rianimazione, un punto di riferimento irrinunciabile per le famiglie.»

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 Sede Pro Loco PortoscusoDaniela Zara Presidente Pro Loco Portoscuso

Daniela Zara è stata confermata presidente dell’associazione turistica Pro Loco di Portoscuso. E’ stata rieletta il 31 ottobre 2015 dai soci, riuniti presso la sede dell’Associazione al fine di procedere all’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione.

Ieri è stato eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione, composto interamente da donne:

Presidente: Daniela Zara
Vice presidente: Maria Canu

Segretaria/ Tesoriere: Sara Marrocu
Consiglieri: Anna Maria Nieddu, Maria Angela Loddo

Revisore dei conti: Marta Puddu

Revisore dei conti supplente: Maria Rita Mura

Probiviri: Patrizia Biggio, Maria Aste, Sivaldo Erras.

Il nuovo CdA ha in programma la promozione delle tradizioni, la valorizzazione delle risorse turistiche e la promozione delle attrattive del paese, confidando nella fattiva partecipazione di tutti i soci e nelle idee che i cittadini vorranno proporre, «proseguendo con rinnovato entusiasmo, impegno e responsabilità, qualità che gli hanno permesso di arrivare sino a qui».

«Siamo tutti impazienti d’iniziare l’interessante e utile lavoro che contribuirà certamente a favorire lo sviluppo di un tessuto sociale, culturale e civile delle nostre comunità locali, indispensabile soprattutto in un periodo di carenza di risorse pubbliche e private – dice Daniela Zara -. I nuovi organi cercheranno di svolgere i propri compiti tenendo i piedi ben piantati nel solco della tradizione, proseguendo con una buona gestione della prestigiosa istituzione, ma anche con lo sguardo rivolto all’innovazione, alle opportunità e ai bisogni sempre nuovi della società contemporanea.»

Linee di azione e strategie di intervento, verranno presentate prossimamente in una conferenza stampa.

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13° sit-in della RSU e di una delegazione di lavoratori Eurallumina stamane all’assessorato regionale dell’Ambiente, in via Roma, a Cagliari, per monitorare l’evoluzione del percorso autorizzativo, a 19 giorni dall’avvio del termine di 60 giorni previsto dalle norme. Confermata la data del 26 novembre 2015, per la presentazione pubblica del progetto, i lavoratori attendono quella per la conferenza dei servizi, che dovrà svolgersi tra il 28 e il 31 dicembre 2015.

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L’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, ieri ha riferito in IV commissione sulle bonifiche e sulle problematiche dei parchi nazionali.

«In materia di bonifiche il principio-guida della Regione – ha detto Donatella Spano – è chi inquina paga ma, subito dopo, il nostro primo impegno è sulla semplificazione delle procedure, la certezza dei tempi, la qualità dei progetti.»

Lo ha dichiarato l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano in una audizione davanti alla quarta commissione (Governo del territorio) presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) in cui sono stati affrontati i problemi dei siti di interesse nazionale di Porto Torres e La Maddalena.

Per quanto riguarda Porto Torres, l’assessore Spano ha ricordato che, dopo un vecchio progetto del 2011 poi accantonato, «la Syndial (gruppo Eni) si è impegnata a ripresentare un nuovo programma esecutivo entro il prossimo 16 novembre, da sottoporre ad una conferenza di servizi; il piano, che recepisce una serie di osservazioni formulate anche dalla Regione, prevede un investimento che dai 60 milioni iniziali è passato ad oltre 80, la creazione di una piattaforma per il trattamento dei materiali ed la collocazione dei residui in discarica».

Su La Maddalena, nell’area dell’ex arsenale, la Spano ha ribadito che sono disponibili risorse per oltre 15 milioni di euro che si potranno iniziare a spendere quando il Comune riceverà la conferma, già annunciata dal ministero dell’Ambiente, dello stralcio dei fondi dal patto di stabilità. «Entro il 9 dicembre sarà presentato il progetto definitivo in conferenza di servizi. Il completamento delle bonifiche a La Maddalena – ha aggiunto l’assessore – è la condizione per poter sostenere la candidatura di La Maddalena al prossimo G7; noi ci crediamo e per questo vogliamo avere tutte le carte in regola».

La commissione ha poi affrontato il problema dei due parchi nazionali della Sardegna, La Maddalena e l’Asinara.

L’assessore dell’Ambiente, partendo dal parco di La Maddalena, ha affermato che, ferma restando la dimensione nazionale che fra l’altro assicura un flusso costante di risorse, «la Regione intende svolgere un ruolo particolarmente incisivo nella governance, per creare le condizioni per realizzare progetti di sviluppo sostenibile che siano percepiti positivamente dalla comunità». Finora, ha proseguito, questi obiettivi non sono stati raggiunti: «Il principale strumento di programmazione dell’attività, il Piano del parco, è stato deliberato alla fine di ottobre, comunque con un forte ritardo, ma ancora non è stato inviato alla Regione». «C’erano inoltre – ha aggiunto l’assessore dell’Ambiente – alcuni problemi interni agli organi di governo del parco che, grazie anche alla nostra mediazione, sono stati appianati». «In un recente incontro col ministero dell’Ambiente – ha precisato – abbiamo approfondito queste questioni anche a proposito dell’isola di Budelli dove, comunque, la tutela non è in discussione; abbiamo però ottenuto che, per il futuro, gli incontri istituzionali legati al parco si tengano in Sardegna con la nostra partecipazione».

«In definitiva – ha concluso la Spano – intendiamo attenerci anche per ciò che concerne i parchi nazionali al principio di leale collaborazione con lo Stato, dando però più valore alla presenza ed al ruolo della Regione, nell’interesse delle comunità interessate e di tutta la Sardegna».

Nel dibattito successivo hanno preso la parola i consiglieri regionali Pierfranco Zanchetta (Cps), Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni (Pd), Antonello Peru e Giuseppe Fasolino (Forza Italia). Tutti, con accenti diversi, hanno auspicato un ruolo più attivo della Regione, sottolineando che sia presso l’opinione pubblica delle comunità che presso le amministrazioni locali che ospitano i parchi, non si è ancora radicato un senso di appartenenza e prevale, purtroppo, un atteggiamento di distacco rispetto alle potenzialità positive che gli stessi parchi possono esprimere.

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«Il disegno della Giunta sulla riforma sanitaria è demagogico, il taglio delle aziende sanitarie assurdo». Il consigliere regionale di ForzaItalia Edoardo Tocco attacca la Giunta Pigliaru, esprimendo perplessità e dubbi che si mescolano a grandi incertezze sul futuro della sanità in Sardegna.

«Un piano proposto con troppa demagogia, che contiene però diverse carenze – aggiunge Edoardo Tocco -. Non ci sono dubbi sul fatto che la situazione della sanità regionale sia drammatica a causa di una spesa enorme che assorbe più del 50% del bilancio regionale, con dei costi che non possiamo più permetterci. Tuttavia, nelle proposte annunciate, non riesco a vedere nulla che possa produrre il risparmio anche di un solo euro.»

«Riorganizzazione, razionalizzazione, appropriatezza, ridefinizione, ambito, territorio – sottolinea ancora Tocco – sono tutte parole che colpiscono chi ascolta, ma che nel concreto lasceranno immutato il fabbisogno di quella montagna di denaro che serve a far funzionare il sistema sanitario. E’ da oltre un anno e mezzo che, nell’attesa di questa riforma, è stata paralizzata ogni scelta ed ogni azione, anche ovvia ed urgente. Non si può più spostare nemmeno un infermiere da una stanza all’altra, impossibile acquistare un’attrezzatura, non si può sostituire un primario oppure conferire un incarico, tantomeno bandire una gara. Difficilissimo chiudere un reparto, altrettanto inattuabile l’apertura di un altro, non si può bandire un concorso. L’esito finale? Si spenderanno sempre le stesse risorse e, peggio, avremo anche azzoppato e paralizzato ciò che abbiamo.»

«La drastica riduzione delle Aziende sanitarie è un’operazione venduta anche come possibile portatrice di grande risparmio, appare invece solo un contenuto demagogico privo di ogni altro senso. Inconcepibile un unico direttore generale che abbia piena visione ed il controllo di quanto succede a centinaia di chilometri di distanza. L’auspicio è che il dibattito in consiglio regionale – conclude Tocco – possa rimettere tutto sui binari della ragionevolezza.»

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Un intervento presso la Giunta regionale per assicurare il trasferimento delle risorse necessarie per coprire l’intero costo degli operatori dei beni culturali in Sardegna e l’impegno a discutere a breve un nuovo provvedimento legislativo che garantisca stabilità e nuove opportunità ad un comparto strategico per la crescita e lo sviluppo dell’Isola: sono questi gli impegni assunti dal presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd), a conclusione dell’audizione dei rappresentanti del “Comitato nessuno a casa”.

Alberto Pusceddu, in rappresentanza del comitato a cui aderiscono gli operatori che gestiscono siti archeologici, musei e biblioteche in tutta la Sardegna, ha illustrato ai componenti il parlamentino della Cultura la situazione di precarietà che, da trent’anni, caratterizza l’operato dei lavoratori provenienti dai progetti della legge regionale n. 28 del 1984 e che nel corso di tutti questi anni hanno svolto la loro attività (incentrata nella valorizzazione dei beni culturali e ambientali) attraverso una serie di proroghe approvate dal Consiglio regionale, l’ultima delle quali ha scadenza fissata nel 2016. «E’ tempo – ha affermato Pusceddu – che si superi tale regime di proroga e si sottragga la gestione dei beni culturali al particolarismo locale, con una nuova legge che crei un vero e proprio “sistema Sardegna” in grado di garantire le opportunità attese dal settore del turismo e più in generale per l’intera economia sarda».

Il rappresentante del comitato ha quindi ricordato il recente licenziamento a Castelsardo dei sette lavoratori che da 24 anni operavano nel castello ed ha insistito sulla necessità di garantire univoche politiche promozionali e gestionali, nonché di un intervento della commissione per garantire alle cooperative che gestiscono i beni culturali, le biblioteche e i siti archeologici, il trasferimento dei fondi necessari per assicurare la copertura dei costi del lavoro e di quelli imputabili ai cosiddetti costi generali e di attrezzatura.

Domani, giovedì 12 novembre, alle 11.30, i lavori della commissione proseguiranno sul medesimo tema con le audizioni di A.G.C.I. Sardegna, Confcooperative e Legacoop Sardegna.