Don Amilcare Gambella ricorda don Alfredo Tocco.
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Sabato 23 gennaio 2016 è stato un sabato speciale per la città di Carbonia: nella Chiesa della Parrocchia Cristo Re alle ore 11,00 si sono celebrati i funerali di Don Alfredo Tocco, fondatore della stessa.
La settimana prima al ritorno della Messa, in quell’alto e gelido Friuli, subito dopo esser sceso dalla macchina, si è smarrito e cercando un riferimento conosciuto, addentratosi nel bosco è scivolato in un dirupo poco distante. Dieci metri di dislivello, il freddo pungente, la salute precaria e l’età gli hanno fatto raggiungere la meta di sempre, la più agognata: il Paradiso.
La notizia diffusasi in un battibaleno ha lasciato, quanti l’hanno conosciuto nel dolore, non nella tristezza: il legame di amicizia e di stima non si è reciso, ma ha assunto un aspetto, quello della fede che tutto rafforza e fa comprendere l’essenziale. Una ridda positiva di sms, di chat in whatsapp e in facebook, il nuovo tam-tam della nostra società, dava non solo la mesta notizia, ma amplificava episodi, momenti, fatti… di ben cinquantatre anni di apostolato sacerdotale vissuti nella città.
Mentre scendevo a piedi per il funerale da San Ponziano a Cristo Re, insieme ad un amico, ho fatto tappa a Tor Littoria: un gruppo di persone amiche era in attesa del Sindaco per un matrimonio civile… gli sposi avevano anticipato a prima delle 11,00 il loro matrimonio per poter essere presenti al funerale di Don Alfredo: che stima, che rispetto, che riconoscenza…!
Una folla, direi immensa, per le manifestazioni nostrane, aveva già riempito la chiesa e tutta la piazza antistante brulicava di persone in attesa dell’inizio della celebrazione. Il lungo corteo dei sacerdoti, più di trenta, si apre un varco tra la folla e prende posto nel presbiterio, mentre un folto gruppo di giovani suona e guida il canto dei fedeli. Non è facile tenere un’omelia in tali circostanze, ma il silenzio devoto di tutti, rimarca i contenuti di fede e di gioia per l’eternità che vengono espressi. Molti sacerdoti distribuiscono l’Eucarestia sia all’interno che all’esterno della Chiesa: è un accalcarsi ordinato che indica l’entrare in comunione reale col beneamato defunto.
Un breve panegirico di un parrocchiano illustra alcune caratteristiche del defunto toccando il cuore di molti astanti: emozione facile per chi ha quello che ormai è un dolce ricordo, da custodire e condividere generosamente con gli altri.
L’acqua benedetta, l’incensazione, con le formule di rito concludono una celebrazione che non sarà dimenticata e riporterà più di una persona in quel percorso, spesso evidenziato dal parroco, mai ex, di Cristo Re.
Intanto continuano le preghiere per Don Alfredo e le Messe Gregoriane che fino al 17 febbraio saranno celebrate con riconoscenza a San Ponziano, e contemporaneamente, aleggia nei discorsi di chi si incontra, l’argomento costante in questo periodo: Don Alfredo.
Amilcare Gambella
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