Nel 2015 la regione Sardegna ha speso la quasi totalità delle risorse dei fondi europei.
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Il Sole 24 Ore ha pubblicato alcuni dati che vedono la Sardegna al 18esimo posto per la spendita delle risorse FESR: tali dati si riferiscono al monitoraggio al 31 ottobre e alle spese certificate. Si tratta cioè di pagamenti che sono già passati sotto i controlli di primo livello e di certificazione, presentati alla Commissione europea per il rimborso con domanda di pagamento.
La situazione, a chiusura di anno si presenta ben differente. Quei conteggi, infatti, non comprendono i risultati degli ultimi due mesi del 2015, nei quali la Regione ha compiuto una forte accelerazione per arrivare alla piena certificazione nei tempi previsti. Non comprendono neppure i fondi già utilizzati e non ancora sottoposti a controllo, sui quali dunque non c’è alcun rischio di perdita. Infatti, avendo tempo per tutto il 2016 per i controlli, la Sardegna ha scelto di concentrarsi sulla modifica del piano finanziario del programma e sui pagamenti, in modo da utilizzare la grandissima parte delle risorse disponibili e avvicinarsi al migliore risultato possibile.
Rispetto ai numeri apparsi sul quotidiano nazionale, i dati attuali sono dunque molto diversi, facendo già ad oggi rilevare un miglioramento della performance nel 2015, rispetto all’anno precedente, di ben 223 milioni di euro che andrà ad aumentare man mano che prosegue il monitoraggio.
Al momento, nel sistema di monitoraggio sono presenti pagamenti per circa 1.353 milioni di euro, a fronte di una programma finanziario di 1.361 milioni. Ciò significa che si è oltrepassato il 99 % dei pagamenti. Inoltre, poiché si è consentito ai Comuni di spendere sino al 31 dicembre, è ancora in corso il procedimento per caricare i pagamenti dell’ultimo mese. Il bando Multilinea, gli ultimi versamenti al fondo Jessica e la possibilità di utilizzare spese del PAC manifestano tutti risultati positivi.
Il 2015 si candida a diventare dunque l’anno più performante, se si esclude il 2009, anno in cui fu fatto il versamento per il fondo di garanzia.
Per quel che riguarda il FSE, di cui il Sole 24 definisce “soddisfacente” il livello di pagamenti della Sardegna, gioca la scelta di non aver chiesto la certificazione a maggio 2015, essendo allora in itinere l’approvazione della rimodulazione dei fondi da parte della Commissione europea, intervenuta poi positivamente a dicembre 2015. Di fatto, aver speso le risorse in linea con la proposta di rimodulazione del FSE mette al sicuro da ogni rischio possibile anche tutte le certificazioni che oggi possono essere proficuamente inviate alla Commissione europea per avere il pagamento delle risorse spettanti alla Regione. La revisione alla programmazione degli interventi, avviata dall’Esecutivo nell’agosto scorso con il rafforzamento delle politiche a sostegno dell’istruzione-formazione, ha aumentato la capacità di intervento sul Capitale umano ed ha consentito l’avanzamento dei pagamenti fino a raggiungere la somma di 685.000.000 realizzando un overspending rispetto alla dotazione complessiva (675.053.206,00 euro).
Per quel che riguarda le risorse del Programma di sviluppo rurale 2007-13 destinate all’agricoltura, un gran lavoro è stato compiuto dall’Assessorato e da Argea. Il PSR 2007-2013, partito a fine 2008, è durato oltre 7 anni. Ma se al 31 maggio 2014 era stato speso solo il 64% del miliardo e 285 milioni di risorse disponibili, con il concreto pericolo di disimpegno dei fondi europei, dall’insediamento della Giunta Pigliaru la riorganizzazione della struttura e la rimodulazione della spesa su diverse assi e misure, ha permesso di spendere più di un terzo della cifra iniziale, quasi 450 milioni di euro. Un successo che fa il pari con l’approvazione del nuovo PSR 2014-2020.
La situazione, a chiusura di anno si presenta ben differente. Quei conteggi, infatti, non comprendono i risultati degli ultimi due mesi del 2015, nei quali la Regione ha compiuto una forte accelerazione per arrivare alla piena certificazione nei tempi previsti. Non comprendono neppure i fondi già utilizzati e non ancora sottoposti a controllo, sui quali dunque non c’è alcun rischio di perdita. Infatti, avendo tempo per tutto il 2016 per i controlli, la Sardegna ha scelto di concentrarsi sulla modifica del piano finanziario del programma e sui pagamenti, in modo da utilizzare la grandissima parte delle risorse disponibili e avvicinarsi al migliore risultato possibile.
Rispetto ai numeri apparsi sul quotidiano nazionale, i dati attuali sono dunque molto diversi, facendo già ad oggi rilevare un miglioramento della performance nel 2015, rispetto all’anno precedente, di ben 223 milioni di euro che andrà ad aumentare man mano che prosegue il monitoraggio.
Al momento, nel sistema di monitoraggio sono presenti pagamenti per circa 1.353 milioni di euro, a fronte di una programma finanziario di 1.361 milioni. Ciò significa che si è oltrepassato il 99 % dei pagamenti. Inoltre, poiché si è consentito ai Comuni di spendere sino al 31 dicembre, è ancora in corso il procedimento per caricare i pagamenti dell’ultimo mese. Il bando Multilinea, gli ultimi versamenti al fondo Jessica e la possibilità di utilizzare spese del PAC manifestano tutti risultati positivi.
Il 2015 si candida a diventare dunque l’anno più performante, se si esclude il 2009, anno in cui fu fatto il versamento per il fondo di garanzia.
Per quel che riguarda il FSE, di cui il Sole 24 definisce “soddisfacente” il livello di pagamenti della Sardegna, gioca la scelta di non aver chiesto la certificazione a maggio 2015, essendo allora in itinere l’approvazione della rimodulazione dei fondi da parte della Commissione europea, intervenuta poi positivamente a dicembre 2015. Di fatto, aver speso le risorse in linea con la proposta di rimodulazione del FSE mette al sicuro da ogni rischio possibile anche tutte le certificazioni che oggi possono essere proficuamente inviate alla Commissione europea per avere il pagamento delle risorse spettanti alla Regione. La revisione alla programmazione degli interventi, avviata dall’Esecutivo nell’agosto scorso con il rafforzamento delle politiche a sostegno dell’istruzione-formazione, ha aumentato la capacità di intervento sul Capitale umano ed ha consentito l’avanzamento dei pagamenti fino a raggiungere la somma di 685.000.000 realizzando un overspending rispetto alla dotazione complessiva (675.053.206,00 euro).
Per quel che riguarda le risorse del Programma di sviluppo rurale 2007-13 destinate all’agricoltura, un gran lavoro è stato compiuto dall’Assessorato e da Argea. Il PSR 2007-2013, partito a fine 2008, è durato oltre 7 anni. Ma se al 31 maggio 2014 era stato speso solo il 64% del miliardo e 285 milioni di risorse disponibili, con il concreto pericolo di disimpegno dei fondi europei, dall’insediamento della Giunta Pigliaru la riorganizzazione della struttura e la rimodulazione della spesa su diverse assi e misure, ha permesso di spendere più di un terzo della cifra iniziale, quasi 450 milioni di euro. Un successo che fa il pari con l’approvazione del nuovo PSR 2014-2020.
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