Oristano ha ospitato ieri un incontro su “Agricoltura e impegno sociale”, cui ha partecipato il ministro Andrea Olivero.
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Welfare rurale, agrinido, agriasilo, progetti per i giovani e per l’assistenza degli anziani che garantiscano un presidio delle aree rurali d’Italia e, nello specifico, della Sardegna. Sono i temi centrali che hanno animato l’incontro “Agricoltura e impegno sociale”, tenuto ieri a Oristano, a cui hanno partecipato il vice ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Andrea Olivero, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, il sindaco di Oristano, Guido Tendas, l’arcivescovo della città giudicale, mons. Ignazio Sanna, e altri numerosi relatori fra studiosi e religiosi.
«L’agricoltura di qualità non può prescindere da un ambiente e da un territorio di qualità, che si accompagnino a interventi di welfare rurale con l’obiettivo di garantire il presidio del territorio – ha detto nel suo intervento l’assessore dell’Agricoltura – Il nuovo Programma di sviluppo rurale dedica due Misure, la 6 e la 16, proprio per sostenere le attività di recupero, attraverso l’agricoltura, di persone disoccupate, disagiate o con disabilità. Si tratta di interventi di welfare locale che mirano alla creazione di nuovi posti di lavoro e a fare in modo che i nostri giovani trovino le condizioni più favorevoli per non abbandonare le campagne.»
L’incontro è servito anche per illustrare le novità legislative elaborate dal governo nazionale proprio sul piano dell’Agricoltura sociale. Il vice ministro ha spiegato che, nella nuova legge approvata la scorsa estate sull’Agricoltura sociale, tutte le attività sociali svolte dalle imprese agricole sono parte integrante e riconosciuta delle attività delle imprese stesse. Nella norma sono state individuate figure, come per esempio la “tata rurale”, o idee come l’agriasilo o l’agrinido che oltre a dare integrazione al reddito delle aziende possono dare servizi alla comunità per fare in modo che le famiglie rimangano nelle zone rurali.
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