19 November, 2024
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«L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco si è fatta scappare l’ennesima occasione di ottenere fondi regionali da investire nel territorio comunale, a testimonianza dell’incapacità amministrativa con cui ormai da otto anni i cittadini antiochensi, loro malgrado, fanno i conti. Nei giorni scorsi, infatti, si è concluso il bando regionale “per l’erogazione di contributi agli investimenti per la progettazione e/o la realizzazione di opere necessarie alla rifunzionalizzazione di beni del patrimonio disponibile della Regione, da concedere in comodato d’uso”, ma la Giunta di Mario Corongiu non ha presentato alcuna domanda. E così, nemmeno un centesimo dei 40 milioni di euro a disposizione sono arrivati nelle casse comunali.»

La denuncia arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«E certo viene difficile accettare la solita litania del Sindaco sul fatto “che non ci sono soldi”, se anche quelle poche occasioni utili per aggiudicarseli, vengono lasciate correre via come quel treno che poi non passa più – aggiunge Ignazio Locci -. Eppure non sono pochi i beni della Regione, o affidati alle Agenzie regionali, situati nell’isola di Sant’Antioco. Viene in mente l’ex stazione semaforica (Su semafuru) in località Capo Sperone, assegnata a suo tempo alla Conservatoria delle coste (Agenzia regionale) ma lasciata cadere in rovina. Quale occasione migliore, se non quella del bando regionale, per ottenere Su semafuru in comodato gratuito (per ben 20 anni) e finalmente ristrutturarlo? Ovviamente nessuna. Lascia poi quantomeno perplessi il fatto che in diverse circostanze, anche con atti amministrativi, Mario Corongiu in passato avesse espresso l’intenzione di acquisire il bene al patrimonio comunale. Ma evidentemente quando hanno pubblicato il bando il primo cittadino era “distratto”. Almeno un tentativo poteva essere fatto.

«Senza andare troppo lontano, i vicini comuni di Carloforte e Calasetta hanno partecipato all’avviso pubblico con diverse idee progettuali. Tutte le domande sono risultate ammissibili e coerenti (ma non immediatamente finanziabili): per Carloforte, domande ammesse per l’ex potabilizzatore (750mila euro); e per l’edificio vedetta Guardia mori (800mila). Calasetta, invece, ha presentato un’idea progettuale per la Batteria antinave di Mangiabarche (400mila euro). Ma Carloforte, con il progetto di recupero del compendio delle ex saline di stato, ha fatto il colpaccio aggiudicandosi 5 milioni di euro che saranno immediatamente disponibili. E ovviamente – conclude Ignazio Locci – hanno partecipato all’avviso pubblico anche i comuni di Musei, Iglesias, Giba. Insomma, Sant’Antioco ancora una volta ha avuto modo di distinguersi. Ma in negativo.»

Sant'Antioco 73 copia

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Ospedale Sirai 1 copia

Non si fermano le polemiche sulla ristrutturazione della rete ospedaliera nella Asl 7 di Carbonia. Sinistra Ecologia Libertà Carbonia Zorba Il Gatto esprime la sua totale contrarietà alla chiusura del punto nascite dell’ospedale Sirai di Carbonia.

«È inaccettabile pensare – si legge in una nota – che un ospedale con un bacino d’utenza così ampio e che avrà l’esclusiva sulle emergenze possa perdere un servizio così importante per la comunità. Gli esponenti di SEL, di ogni livello istituzionale, si impegneranno, con maggiore forza rispetto al passato, per evitare questa chiusura.»

«Sinistra Ecologia Libertà – conclude la nota – sarà sempre in prima linea nella difesa del diritto alla salute dei cittadini e dei diritti di chi dentro la sanità opera.»

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Palazzo della Regione 1 copia

Durissimo attacco dei Riformatori sardi alla Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru sugli aumento delle aliquote Irpef decisi per ripianare il deficit creato dalla spesa sanitaria.

«La legge Dracula sugli aumenti Irpef, oltre che inutile e dannosa, sta creando il caos in Regione – denunciano il coordinatore regionale, Michele Cossa, e il responsabile del Centro Studi, Franco Meloni -: la società che gestisce le buste paga dei dipendenti delle Asl  ha comunicato di avere aggiornato il sistema “paghe” per gennaio, prevedendo gli aumenti sin da subito e non dall’anno prossimo come prevede la legge.»

«È chiarissimo nella legge – spiegano i due esponenti dei Riformatori – che tali imposte graveranno sui poveri sardi dal 2016 ma saranno pagate nel 2017, o almeno è chiaro a molti ma non a tutti. Infatti risulta che nei giorni scorsi la società Engeenering, che gestisce le buste paga di  tanti dipendenti della regione, tra cui quelli della sanità, ha comunicato per le vie brevi agli operatori delle Asl di avere aggiornato il sistema “paghe” per il mese di gennaio, nel senso  di prevedere che il pagamento dell’addizionale comunale e regionale relativa al 2015, da effettuarsi dal mese di gennaio 2016, sarebbe avvenuto applicando le aliquote nuove introdotte dalla legge 34/2015. La decisione appare in tutta evidenza palesemente illegittima tanto che, a fronte di immediate contestazioni, la stessa società ha comunicato a tutte le ASL che le nuove aliquote dell’addizionale regionale IRPEF sono state riconfigurate, in modo da considerare come base imponibile i redditi 2016, discendendo pertanto che tali aliquote verranno trattenute a partire dalla mensilità del gennaio 2017.»

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Monteponi – Carbonia (dirige Eros Daniele Carta di Cagliari, assistenti di linea Michele Pisano e Luigi Satta di Cagliari) è la partita più importante della seconda giornata del girone di ritorno del campionato di Promozione regionale. In palio c’è il primato sulcitano e la seconda posizione alle spalle della capolista Orrolese, attualmente occupata dal Carbonia in coabitazione con il Bosa.

Il derby d’andata è stato vinto dalla Monteponi con non poche recriminazioni da parte del Carbonia di Andrea Marongiu. Oggi il Carbonia ha due punti in più della squadra di Alessandro Cuccu. La scorsa estate le due squadre sono state sul punto di unirsi in una fusione che secondo alcuni avrebbe dovuto dare vita ad una squadra più forte ma poi non se n’è fatto niente e si è tornati alla classica rivalità di sempre.

L’Atletico Narcao ospita la Frassinetti Elmas (dirige Carla Ortu di Cagliari), il Carloforte ospita l’Arbus (dirige Matteo Manis di Oristano). La capolista Orrolese gioca a Senorbì. Completano il programma della giornata le partite Girasole – Villacidrese, Guspini Terralba – Tharros, Quartu 2000 – Sant’Elena.

Goal della Monteponi copia

 

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«Il Piano Sulcis è un fallimento, i fondi sono praticamente inesistenti, così come le opere da realizzare.»

A dirlo è Fabio Enne, segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente.

«La politica regionale e nazionale hanno risposto alle drammatiche condizioni del territorio con un Piano vuoto e inconsistente, incapace di produrre un posto di lavoro – aggiunge Fabio Enne -. La richiesta è quella di nominare immediatamente un commissario straordinario che si occupi del Piano Sulcis. Il commissario deve, necessariamente contingentare i tempi e adoperarsi per spendere i fondi al meglio e subito. Occorre offrire un immediato supporto alle imprese, far ripartire i cantieri e trovare il metodo per alleggerire la pressione fiscale.»

«Le procedure appaiono vaghe se non addirittura inesistenti – aggiunge Enne -. Senza dimenticare le opere iniziate molti anni or sono, inserite nel Piano e dichiarate concluse o i presunti progetti, come quello del biofuel, a dir poco evanescenti. Fondi stanziati da delibere della Giunta Regionale nel 2009, 2010, 2011, oppure delibere Cipe del 2011 e fondi FESR  2007-2013. Fondi vecchi, già stanziati in passato, che non hanno nulla a che fare con il Piano Sulcis.»        

«E’ sufficiente leggere i Report del Piano per capire che siamo al cospetto di macerie e desolazione. Non possiamo più perdere tempo – conclude Fabio Enne -, bisogna muoversi senza indugio su tre idee forza: Bonifiche ambientali, Interventi infrastrutturali e Poli produttivi di eccellenza agricola, turistica e artigianale,  questi sono i capisaldi per uno sviluppo economico e sociale del territorio. L’invito è all’unità sindacale, politica e territoriale. Solo con il supporto di tutte le parti sociali si possono ottenere risultati tangibili e positivi.»

Fabio Enne 48

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Search engine friendly contentLa Finanziaria 2016 vuole sostenere e moltiplicare i segnali di ripresa dell’economia sarda ma se non si risana il debito della Sanità non si riuscirà mai e in alcun modo a fare sviluppo. Perciò la manovra da 7 miliardi e 400 milioni che l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, insieme al capo di Gabinetto della Presidenza Filippo Spanu, ha presentato nel pomeriggio ad associazioni sindacali, di categoria e alle imprese, ha due obiettivi: sostenere la ripresa, che c’è e va aiutata con politiche espansive, e risanare il buco nelle casse della Sanità alla quale quest’anno sono destinati 350 milioni in più. «Non si può continuare a far finta di niente, quel debito va risanato e solo dopo si potrà ripartire davvero – ha detto il vicepresidente della Regione -. È una scommessa di tutta la Giunta e dobbiamo vincerla, perché se non siamo in grado di rimettere a posto la Sanità qualunque discorso sullo sviluppo è inutile».
La Finanziaria 2016, approvata dalla Giunta a dicembre, consentirà di spendere 7 miliardi e 400 milioni di euro: è la prima in pareggio di bilancio e sarà ora discussa in Consiglio regionale. Nonostante la necessità di una decisa spending review, gli investimenti nelle politiche di crescita della Regione restano importanti e procedono sul doppio binario dei fondi del Bilancio e della Programmazione Unitaria. Per l’Istruzione nel 2016 sono disponibili 252 milioni; 212 per il Lavoro; 512 per la Competitività del sistema produttivo; 398 per la Protezione dell’Ambiente; 512 per Infrastrutture e Agenda Digitale; 538 per la Mobilità.
«È una manovra espansiva con la quale vogliamo sostenere e moltiplicare i segnali di ripresa che stanno arrivando dalla nostra economia e che pensiamo si possano rafforzare quest’anno, con un incremento stimato dell’1% del Pil – ha ribadito l’assessore Paci -. Ma lo ripeto, prima va risanata la Sanità, perché la Giunta precedente non ha lasciato i conti in ordine e bisogna intervenire urgentemente. La Sanità sarda spende circa 400 milioni in più rispetto al fabbisogno annuo stimato dal Cipe: ogni euro in più rispetto a quel fabbisogno standard lo sottraiamo agli altri settori». Perciò il Piano di rientro della Sanità che riporterà in equilibrio i conti nell’arco di un triennio sarà accompagnato da un aumento temporaneo dell’Irap per le imprese, che resta a zero per le nuove, e dell’Irpef ma solo per le fasce più abbienti. «Avevamo l’aliquota all’1,23% uguale per tutti, ora introduciamo le fasce progressive che sono alla base di qualunque principio di equità sociale, universalmente riconosciuto. Paga di più chi più guadagna: proteggiamo invece le fasce più deboli, infatti circa il 70% dei sardi pagherà meno. La flat rate è la negazione dell’equità sociale: io rivendico l’azione riformista della Giunta che inserisce la base universale di equità sociale ovvero la progressività delle aliquote, che però vengono ridotte a 0,90% per i redditi fino a 15mila euro, e anche nella fascia successiva fino a 30mila euro c’è una riduzione».
Anche questa Finanziaria, come quella dello scorso anno, si basa sulla programmazione unitaria dei fondi europei, nazionali e regionali. Ottima la performance del mutuo infrastrutture, che ha speso 60 milioni nell’anno iniziale e nel 2016 ne spenderà altri 126, e decisiva la chiusura della Vertenza entrate che assicura certezza di risorse con un gettito di 150 milioni all’anno e il pagamento di altri 600 milioni di arretrati in 4 anni dopo i primi 300 già pagati nel 2015. Infine,gli accantonamenti: «Anche la Sardegna deve partecipare al risanamento del debito pubblico nazionale – ha concluso l’assessore Paci – ma le cifre vanno riviste, e su questo abbiamo aperto un confronto con il governo».Il capo di Gabinetto della Presidenza Spanu ha insistito sulla necessità di sostenere fortemente la stagione delle riforme. «Riforma degli Enti locali, della Sanità e della Regione sono le tre partite su cui la Giunta punta moltissimo. Da parte dell’Esecutivo c’è una fortissima volontà di chiuderle in tempi brevi, ma le riforme vanno sostenute e portate avanti con la collaborazione di tutte le parti della società».

 

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«Oggi Governo ed ENI hanno confermato il forte interesse per la chimica verde a Porto Torres come fattore strategico fondamentale non solo per il nostro territorio ma per la politica industriale dell’intero Paese. Tutto questo va benissimo, ma solo se non restano parole. L’unica cosa che conta sono i fatti: a noi interessa che gli investimenti previsti a Porto Torres vadano avanti con l’ammontare programmato e in tempi rapidi.»

Così Francesco Pigliaru al termine dell’incontro sul settore della chimica in Italia, presieduto oggi a Roma dal ministro Federica Guidi.

Alla riunione al Mise, insieme ai vertici di Versalis, hanno preso parte presidenti e assessori delle regioni che possiedono i comparti con maggior potenziale di crescita. Per la Sardegna, insieme al presidente Pigliaru, era presente l’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras. «Qualunque siano i nuovi assetti di Versalis per noi lo scenario non deve cambiare», ha proseguito Pigliaru facendo riferimento all’eventuale ingresso di partner nella società, interamente controllata da ENI. «Nel passaggio dalle parole ai fatti, ENI non si può esimere dal svolgere il ruolo di chi deve garantire che la chimica verde, di cui oggi ha confermato l’importanza strategica, diventi rapidamente un fattore di sviluppo reale, capace di creare lavoro e benessere. Ora chiediamo l’apertura immediata di un confronto operativo con Governo ed ENI per affrontare la questione della chimica in Sardegna nel suo complesso – ha concluso il presidente della Regione – non solo Porto Torres e Matrica, ma anche Saipem, Paraxilene e Ottana Polimeri».

«È stato un incontro positivo – ha detto l’assessore Maria Grazia Piras -. Oggi Versalis ha illustrato un piano industriale basato su innovazione e nuove tecnologie e ha ribadito che la chimica verde rappresenta un asset strategico. Ci attendiamo perciò che, nell’ottica di questi interventi, l’azienda acceleri sui programmi, per altro confermati, previsti nell’area industriale di Porto Torres. La Regione crede fortemente nella chimica verde e in questa direzione va il programma di green public procurement da adottare a supporto degli investimenti di Versalis.»

Francesco Pigliaru 3321

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Luigi Arru 53

I servizi della Biblioteca Scientifica Regionale (BSR) sono stati estesi a tutte le Asl e alle Aziende ospedaliere della Sardegna. Grazie ad un accordo tra Assessorato regionale della sanità e la BSR, diretta dall’ingegner Sandra Ennas, dalprimo gennaio di quest’anno è stato abilitato l’accesso a tutte le ASL e AO della Sardegna a diverse risorse digitali. L’accesso all’informazione sanitaria più avanzata per tutti gli operatori della sanità sarda, indipendentemente dalla sede in cui lavorano, rappresenta un passaggio importante nello sviluppo delle reti, permettendo la condivisione e l’accesso all’informazione diretta grazie alla possibilità di consultare le principiali riviste mediche del mondo.

«E’ una occasione importante di diffusione di informazioni per le nostre aziende – commenta l’assessore Luigi Arru –. Alcune hanno già aderito e effettuato l’accesso, scoprendo un supporto pronto e valido.»

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In Italia circa 12.000 bambini che frequentano le nostre scuole sono affetti da diabete. Nonostante gli sforzi per renderli autosufficienti, tuttavia si tratta di bambini che necessitano di particolari attenzioni in ambito scolastico: controlli della glicemia, somministrazione di insulina, adeguata alimentazione alla mensa corretta attività fisica. Per non parlare della gestione di eventuali crisi ipoglicemiche.

Il MIUE e il ministero della Salute hanno in questi giorni diramato un documento dal titolo “Aspetti organizzativi e procedurali nella somministrazione dei farmaci per la continuità terapeutica e la gestione delle emergenze”. Il risultato in buona sostanza è che gli interventi previsti per i diabetici, gli asmatici, gli epilettici, vengano eseguiti in forma volontaria dal personale scolastico previa formazione, anziché dalla ASL di competenza.

Immediata la reazione delle associazioni pazienti.«E’ impensabile che la buona volontà di un insegnante possa sostituirsi alle competenze di un medico – ha sottolineato Antonio Cabras, presidente della Federazione Nazionale Diabete Giovanile -. Certamente va accolto con interesse l’invito del Ministero ad organizzare corsi di formazione per il personale scolastico volontario, ma questo non può rappresentare la soluzione al problema per una serie di motivi. Innanzitutto l’insegnante è presente per 5 giorni su 6 con un orario variabile tra le 18 e le 24 ore settimanali; e poi nella vita di un bambino diabetico si possono verificare situazioni che richiedono particolari cognizioni sanitarie e non maldestri tentativi di persone di buone volontà.

«Mi viene la pelle d’oca – ha concluso Cabras – alla sola idea di un insegnante costretto a convivere con le conseguenze di un intervento sbagliato : ma insomma come si fa a scaricare responsabilità così gravi su chi dovrebbe insegnare storia e matematica, quando ci sono operatori della ASL regolarmente retribuiti proprio per questo scopo?»

In una lettera inviata al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la Federazione ha denunciato le carenze del documento richiamando la necessità di «individuare al più presto le figure all’interno del servizio sanitario territoriali che siano in grado di assumere la regia e la responsabilità del benessere dei bambini con diabete in ambito scolastico evitando di coinvolgere il personale scolastico non in possesso di idonee cognizioni sanitarie e, a quanto risulta, neanche remunerato per questi compiti».