23 December, 2024
HomeRegionePiano SulcisDopo la grande mobilitazione, non mancano le voci critiche sulla manifestazione di protesta di oggi sulle strade del Sulcis.

Dopo la grande mobilitazione, non mancano le voci critiche sulla manifestazione di protesta di oggi sulle strade del Sulcis.

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Blocco stradale 2 copia Blocco stradale 1 copia

Sono oltre un migliaio i manifestanti che hanno partecipato alla giornata di mobilitazione popolare organizzata dalla Cisl del Sulcis Iglesiente e da varie associazioni, i movimenti delle Partite Iva, studenti, artigiani e commercianti, per richiamare l’attenzione di politica e istituzioni nei confronti di un territorio stremato dalla crisi e dalla disoccupazione.

Fin dal primo mattino, ancora prima dell’alba, hanno bloccato la Strada Statale 130 alle porte di Iglesias e nei pressi di Siliqua, hanno rallentato il traffico lungo la SP 2 all’ingresso di Villamassargia e sulla SS 195 alle porte di Sant’Anna Arresi, dove transitavano i mezzi militari della base di Teulada. Con bandiere dei quattro mori (come previsto, non sono state esposte né bandiere di partito né delle organizzazioni sindacali), striscioni e fischietti, i manifestanti hanno occupato la sede stradale, fermando il traffico, e sdraiandosi per terra. La protesta si è svolta in un clima sereno e, nonostante i disagi che hanno dovuto sopportare per raggiungere le loro destinazioni, molti automobilisti hanno manifestato comprensione, consapevoli dei problemi all’origine della protesta.

Quella odierna è la prima giornata di una lotta che nelle prossime settimane, nelle intenzioni degli organizzatori, verrà estesa a tutte le altre zone della Sardegna in cui si vivono analoghe situazioni di crisi.

«Ma se è giusto che i cittadini ci spronino a lavorare ancora meglio per l’obiettivo di ricostruire il disastrato tessuto economico sulcitano, noi abbiamo soprattutto il dovere di ricordare e sottolineare quanto di buono è stato fatto in questi due anni per colmare il ritardo sul piano Sulcis accumulato dall’inettitudine del precedente governo di centrodestra, un governo sostenuto anche da tanti che hanno promosso o partecipato alla protesta di oggi.»

A dirlo è Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale e sindaco di Gonnesa.

«Con la Giunta guidata da Pigliaru, che nei prossimi giorni incontrerà amministratori e sindacati rappresentativi di tutto il territorio e di tutti i cittadini – aggiunge Pietro Cocco -, il Piano Sulcis si è rimesso in moto: i ritardi dovuti al pregresso ancora condizionano il percorso, ma basta scorrere le delibere della giunta di questi ultimi mesi per vedere come sia stato dato impulso a tutti i progetti, grazie anche all’interlocuzione costante e positiva con il Governo nazionale.»

«Intendo esprimere la mia solidarietà, e quella del mio partito – ha detto Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà –, ai manifestanti che hanno deciso di attuare questa forma dura di protesta. Estendo questo gesto anche a tutti coloro che, pur non condividendo la forma e le modalità decise per la manifestazione, si trovano a vivere un disagio che nel territorio del Sulcis Iglesiente sta raggiungendo apici e livelli forse mai conosciuti.

La mia personale vicinanza politica e umana, e l’impegno mio e del mio partito a farsi portavoce presso le istituzioni di questa condizione, va a tutti i lavoratori del polo industriale di Portovesme, agli artigiani, agli agricoltori, agli studenti, ai disoccupati, alle donne e ai giovani laureati che si vedono troppo spesso costretti a dover abbandonare la propria terra alla ricerca di un lavoro. Due cose però ci lasciano perplessi riguardo alla mobilitazione di oggi: in primo luogo riteniamo necessario non dividere il fronte del lavoro. La manifestazione di oggi viene definita come “mobilitazione di tutto il popolo del Sulcis” quando invece importanti organizzazioni sindacali, e pezzi di esse, insieme a centinaia di lavoratori che tengono aperte le proprie attività, non hanno aderito. L’unità del territorio e del mondo del lavoro, in questa fase – ha concluso Luca Pizzuto -, è la prima cosa da preservare, la più importante.»

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