La Giunta regionale ha approvato i criteri per individuare gli insediamenti rurali storici.
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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, ha approvato i criteri per la corretta individuazione e perimetrazione di oltre mille beni in tutta l’Isola, appartenenti all’insediamento rurale storico sparso: stazzi, medaus, furriadroxius, boddeus, bacili, cuiles. Per l’esattezza sono 1.065 gli insediamenti storici compresi nel Piano paesaggistico regionale e inseriti nel Repertorio. Quella scelta è una metodologia operativa per la ricognizione dei beni, elaborata dai tecnici della Regione anche in collaborazione con gli esperti che operano nei territori campione. I criteri approvati saranno ora disponibili nell’apposita sezione del portale Sardegna Territorio, con le risultanze dell’applicazione degli stessi.
«I paesaggi rurali della Sardegna – sottolinea l’assessore Erriu – rivestono un’importanza strategica per le politiche in materia di governo del territorio. Nell’ottobre 2014 abbiamo promosso una specifica ricerca con l’obiettivo di salvaguardarli, preservarne l’identità e le peculiarità. Il lavoro effettuato dal nostro Assessorato, durato sei mesi, sarà di supporto nella pianificazione territoriale, con analisi in ambito locale delle forme d’insediamento storico in agro, le quali rivestono particolare rilevanza e unicità già oggetto di studi e ricerche geografiche sin dal secolo scorso: penso, per esempio, alla Gallura con i suoi stazzi o al Sulcis con i furriadroxius e i medaus.»
I tecnici sono partiti dal Repertorio del Mosaico aggiornato al 3 ottobre 2014, in cui sono presenti i 1.065 beni ‘puntuali’ (cioè indicati come punti geografici sulla cartografia) definiti, nelle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale, quali ‘elementi dell’insediamento rurale sparso’. Questi beni necessitavano di un’attività ricognitiva di aggiornamento, che finora ha portato alla proposta da parte di Comuni, Mibact e Regione della dichiarazione di insussistenza per 28 di essi.
Il PPR prevede che i Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico, provvedano a fare il censimento e la perimetrazione del tessuto dei nuclei sparsi sui singoli territori, inclusi quelli già rappresentati nella cartografia del PPR e individuati nel Repertorio del Mosaico. L’applicazione dei criteri approvati oggi porterà anche all’identificazione delle relazioni tra il paesaggio e gli elementi della produzione agricola. Questi strumenti saranno a disposizione dei Comuni nelle attività di pianificazione, con notevole semplificazione delle complesse attività richieste per l’adeguamento dei PUC al PPR. Gli enti locali potranno segnalare eventuali discrepanze con la realtà dei luoghi: in alcuni casi, infatti, sarà necessario aggiornare l’identificazione spaziale per precisare dove ricade il vincolo e dare così maggiore certezze ai cittadini.
«I paesaggi rurali della Sardegna – sottolinea l’assessore Erriu – rivestono un’importanza strategica per le politiche in materia di governo del territorio. Nell’ottobre 2014 abbiamo promosso una specifica ricerca con l’obiettivo di salvaguardarli, preservarne l’identità e le peculiarità. Il lavoro effettuato dal nostro Assessorato, durato sei mesi, sarà di supporto nella pianificazione territoriale, con analisi in ambito locale delle forme d’insediamento storico in agro, le quali rivestono particolare rilevanza e unicità già oggetto di studi e ricerche geografiche sin dal secolo scorso: penso, per esempio, alla Gallura con i suoi stazzi o al Sulcis con i furriadroxius e i medaus.»
I tecnici sono partiti dal Repertorio del Mosaico aggiornato al 3 ottobre 2014, in cui sono presenti i 1.065 beni ‘puntuali’ (cioè indicati come punti geografici sulla cartografia) definiti, nelle Norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale, quali ‘elementi dell’insediamento rurale sparso’. Questi beni necessitavano di un’attività ricognitiva di aggiornamento, che finora ha portato alla proposta da parte di Comuni, Mibact e Regione della dichiarazione di insussistenza per 28 di essi.
Il PPR prevede che i Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano paesaggistico, provvedano a fare il censimento e la perimetrazione del tessuto dei nuclei sparsi sui singoli territori, inclusi quelli già rappresentati nella cartografia del PPR e individuati nel Repertorio del Mosaico. L’applicazione dei criteri approvati oggi porterà anche all’identificazione delle relazioni tra il paesaggio e gli elementi della produzione agricola. Questi strumenti saranno a disposizione dei Comuni nelle attività di pianificazione, con notevole semplificazione delle complesse attività richieste per l’adeguamento dei PUC al PPR. Gli enti locali potranno segnalare eventuali discrepanze con la realtà dei luoghi: in alcuni casi, infatti, sarà necessario aggiornare l’identificazione spaziale per precisare dove ricade il vincolo e dare così maggiore certezze ai cittadini.
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